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Scrive Francesco Gagliardi:

Il 5 giugno si è votato in 1342 Comuni e 7 capoluoghi di Regione. Sono stati chiamati alle urne 15 milioni di elettori.

 

Hanno votato soltanto il 62% degli aventi diritto al voto.

E come era prevedibile questo primo turno ci ha consegnato una Italia divisa, spaccata, frantumata, disorientata, sgarrupata direi.

 

Nessun sindaco delle grandi città è stato eletto al primo turno.

Fanno eccezione le città di Cagliari, Salerno e la nostra amata Cosenza.

 

Nella nostra città l’ex Sindaco Mario Occhiuto, defenestrato dalla sua stessa maggioranza in Consiglio Comunale alcuni mesi fa, ha ottenuto una vittoria schiacciante umiliando i suoi avversari politici che per anni saranno costretti a leccarsi le ferite.

I voltagabbana, i traditori, i saltimbanco, i poltronieri sono stati zittiti e messi alla berlina dagli elettori cosentini che fessi non sono.

 

A Roma ha prevalso il Movimento 5 Stelle.

A Milano i candidati del centro sinistra e del centro destra.

A Napoli si è imposto il Sindaco uscente De Magistris.

 

Il candidato del Pd non è riuscito a superare neppure la soglia del primo turno.

I brogli elettorali delle primarie e le lotte interne non hanno evidentemente giovato alla candidata Sindaco Sig.ra Valente.

 

Anche a Bologna il sindaco uscente del Pd Merola non è riuscito a farsi eleggere al primo turno come fece 5 anni fa.

Chi realmente ha vinto?

Chi davvero ha perso?

 

Secondo il teatrino della politica hanno vinto tutti, nessuno ha perso.

Un dato è certo: a Roma il Movimento 5 Stelle ha triplicato i suoi voti, il Pd è crollato ovunque, Forza Italia si è liquefatta.

Le periferie delle grandi città hanno cambiato colore bocciando il Pd perdendole tutte.

 

Ormai è chiaro:il Pd di Renzi ha seri problemi Cosa succederà fra 15 giorni?

Le sorprese non mancheranno. Il 19 giugno, al ballottaggio, ne vedremo delle belle.

La riflessione vera si farà fra 15 giorni.

 

Ma veniamo alla nostra Cosenza.

A Cosenza non ha pagato la scelta di defenestrare il Sindaco in carica a soli tre mesi dalla scadenza naturale del suo mandato, non ha pagato la scelta del candidato del Pd Guccione, ritenuto dagli elettori cosentini come un ripiego dopo il gran rifiuto di Lucio Presta imposto da Renzi e non ha pagato neppure la scelta del Pd di correre in questa tornata elettorale insieme agli scissionisti di Forza Italia, Verdini in particolare.

 

Il Pd, puntando su Guccione, aveva fatto illudere i vari candidati consiglieri comunali nelle liste elettorali, che avrebbe vinto addirittura al primo turno vantando la strana alleanza e il sostegno degli ex berlusconiani.

Era sceso a Cosenza lo stesso Verdini e si era fatto fotografare insieme all’ex consigliere regionale di Forza Italia Morrone e all’ex Assessore Regionale Giacomo Mancini Junior. (vedi foto)

Il risultato che i due hanno ottenuto è stato un vero disastro. Il partito di Verdini ha fatto flop dappertutto.

Non ha portato nessun voto. In nessun comune è stato determinante e si è visto finalmente che il peso elettorale è vicino allo zero.

Non si sono ancora finiti di contare i voti che subito sono iniziate le discussioni e le accuse.

 

Una cosa è certa: il Pd non ha ottenuto un buon risultato, c’è stato un evidente arretramento ovunque.

E Renzi da la colpa agli altri che non sanno fare squadra. I dirigenti del suo partito, invece, danno la colpa alle alleanze strane e stravaganti.

C’è un proverbio calabrese un po’ volgare che dice: - A scusa du piritaru è la cammisa rutta-

Francesco Gagliardi.

Questo il comunicato del M5s relativo al concorso per la stabilizzazione dei 7 vigili precari:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PROCEDURA DI STABILIZZAZIONE DEI VIGILI PRECARI

IL M5S DENUNCIA ERRORI, CORREZIONE NEI VOTI E RESPONSABILITA’ CONTABILI

Dovranno rispondere al M5s il sindaco e il consigliere delegato al personale Adelmo Mannarino specificamente chiamati in causa attraverso una interpellanza protocollata oggi in Comune”.

Manca trasparenza e regolarità negli atti della procedura di stabilizzazione dei 7 vigili precari conclusasi alla fine del 2015 con la bocciatura di 6 vigili su 7.

La storia è nota a tutti: un’attesa di due anni e un ricorso al TAR per una procedura giudicata legittima,dal TAR Calabria e ancor prima attraverso un parere della Funzione pubblica.

Cosa si nascondeva dietro tutta questa resistenza all’espletamento del concorso non è mai stato detto con chiarezza dalla giunta Sabatino, che nonostante gli inviti alla trasparenza si è sempre trincerata dietro un silenzio imbarazzante.

Molto chiare sono state invece le parole di una delle vigilesse che in incontro pubblico organizzato dal M5s disse “Abbiamo creduto alle facili promesse elettorali”.

Ed in effetti il concorso che venne bandito a marzo 2014 non venne espletato come era opportuno prima delle elezioni, ed è facile dopo tali parole immaginarne il motivo.

Ciò che non è noto a tutti sono le irregolarità di forma e di sostanza che abbiamo riscontrato negli atti del concorso e che oggi rileviamo perché chi è responsabile della procedura ne risponda: griglie di valutazione errate, voti modificati, valutazioni non attinenti alle griglie.

E tutto questo senza entrare nel merito degli esami svoltisi e delle valutazioni che, espresse in trentesimi, hanno il sapore della misura punitiva (2,5/trentesimi; 3/trentesimi; 4,5/trentesimi ecc..). Spesso con riferimento alle procedure concorsuali abbiamo la sensazione che, nel bene e nel male, le amministrazioni pubbliche facciano il bello e il cattivo tempo, ritenendo di poterne stabilire a priori i risultati positivi o negativi.

Perché il lavoro più che ogni altra “promessa” può essere strumento di potere e di consenso.

Noi prima della procedura non siamo scesi in difesa di nessuno, perché non improntiamo l’azione politica a criteri clientelari ma all’osservanza delle regole e dei principi di trasparenza e di imparzialità. E al rispetto della legge richiamiamo la segretaria e il responsabile Aloe, anche con riguardo ai danni che da questa incomprensibile situazione sono derivati e possono ulteriormente derivare al Comune di Amantea, a partire dalla condanna che il TAR ha pronunciato a gennaio scorso, condannando “il Comune di Amantea, nella persona del suo Sindaco in carica, alla rifusione in favore dei ricorrenti delle spese liquidate in euro 2000,00 oltre al rimborso del contributo unificato e delle spese generali nonché IVA e CPA”.

Chiediamo quindi che chi ha sbagliato ne subisca le conseguenze anche patrimoniali e chiediamo che si verifichi una procedura che se irregolare è bene che venga annullata in autotutela per evitare ulteriori danni e conseguenze sia per i concorrenti che per il Comune.

Ricordando alla giunta Sabatino che sta gestendo non casa propria ma la “cosa pubblica”.

Riceviamo e pubblichiamo la nota del M5S sui mezzi non assicurati.

 

“Il mistero delle assicurazioni dei mezzi comunali è risolto: la punto bianca del Comune di Amantea non era assicurata.

A coprire la relativa assicurazione si è provveduto nella giornata di ieri 3 giugno dopo le segnalazioni effettuate da diversi cittadini in un nostro post sui social.

Ma da quanto tempo l’auto circolava senza copertura assicurativa e poi ci sono altri mezzi comunali che circolano sprovvisti di R.C. Auto?

 

Queste sono le domande che doverosamente abbiamo posto all’amministrazione comunale di Amantea in una nostra interrogazione , rivolgendoci innanzitutto al sindaco che è il primo responsabile, essendo il rappresentante legale dell’ente.

 

Ma perché esporsi ed esporre il Comune a tali rischi gravissimi, e chi doveva provvedere e non ha provveduto?

Chiediamo che tale situazione sia al più presto chiarita e vogliamo anche capire quali sono i criteri di organizzazione del servizio di economato che dovrebbe essere preposto al pagamento dei premi assicurativi, di concerto con il servizio finanziario.

Il problema sembra quello annoso del Comune di Amantea, la mancanza di liquidità, oltre alla mancanza di una programmazione che tenga conto delle priorità, per cui sarebbe necessario coprire le spese più importanti prima e in alternativa a quelle secondarie, e ci vengono alla mente i 150.000 euro di feste e festini dell’assessore al turismo.

 

Oltre ai mille rivoli in cui si perdono i soldi pubblici.

E mentre aspettiamo chiarimenti non possiamo non rivolgere all’amministrazione un altro quesito: ma i mezzi comunali secondo quali criteri e quale regolamentazione vengono utilizzati dalla cooperative sociali che si occupano per il Comune della manutenzione?

Come sono ripartiti i costi della manutenzione dei mezzi, i costi del carburante, i costi appunto assicurativi e le responsabilità legate all’utilizzo?

Com’è possibile che sia tutto, come ci pare di capire, a carico del Comune?

 

E le cooperative fanno impresa con i mezzi e i costi del Comune oltre ad incassare quasi 750.000 euro l’anno iva compresa, nel dettaglio 118.800 euro per la manutenzione elettrica,

214.500 euro per la manutenzione idrica,

198.000 euro per la manutenzione di verde e strutture comunali

203.500 euro per lo spazzamento.

Mal’ingegnere Pileggi che ha espletato le gare da poco aggiudicate secondo quale criteri scrive i bandi? E in quale modo cura gli interessi del Comune?

 

Aspettiamo risposta, mentre vi informiamo che cambia il nome dei vincitori dei bandi, ma i soggetti sono gli stessi oggi riunitisi in una ATI dal nome Global Service.

Così come Pileggi, nonostante non sia vincitore di alcun concorso, continua ad essere riconfermato in un ruolo che doveva ricoprire solo a tempo determinato. Ma questo tempo dura ormai da circa 8 anni e a gennaio è stato confermato dal Sindaco Sabatino, Monica Sabatino, fino a fine del proprio mandato (vedi decreto di nomina allegato). Altri misteri del Comune di Amantea.

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cerco lavoroE’ passato circa un anno dalla scadenza del contratto con la Lamezia Multiservizi, società lametina che ad Amantea gestisce la raccolta ed il trasporto dei rifiuti. Ed è un anno ormai che i rifiuti vengono differenziati su tutto il territorio comunale. Il numero dei lavoratori , però, tranne il periodo estivo, è rimasto invariato: 17 dipendenti più un coordinatore costretti a fare il lavoro ben più pesante della raccolta differenziata con un carico notevolmente aumentato rispetto al lavoro con i cassonetti . Così da un lato i lavoratori sono stati spremuti sul lavoro, con i soliti ritardi nei pagamenti , dall’altro il servizio non ha funzionato correttamente, soprattutto nelle zone periferiche, come Camoli, Chiaie, San Procopio, Catalimiti, Cannavina, Fiumara ed altre zone, compreso il centro storico ed altri siti, anche a Campora San Giovanni, caratterizzati dall’abbandono dei rifiuti, con grave pregiudizio dell’igiene e del decoro.

Dal prossimo mese dovrebbe entrare in vigore il nuovo contratto di affidamento che pare sia stato già sottoscritto, con il nuovo piano economico e con la previsione di altre 6 unità lavorative , di cui 3 per tutto l’anno e tre per il solo periodo estivo, come è stato detto pubblicamente in Consiglio comunale. Ma come verranno effettuate queste assunzioni? E quali saranno i criteri? Lo abbiamo chiesto direttamente all’azienda inviando una pec con richiesta di chiarimenti e informazioni, dopo averlo chiesto all’assessore Rubino che ci ha risposto che si farà riferimento al Centro per l’Impiego.

Chiediamo che le nuove assunzioni siano effettuate con trasparenza e imparzialità, e con evidenza pubblica.

E non in gran segreto o con metodo clientelare.

E aspettiamo la risposta per informare i cittadini.

Che intanto possono a loro volta attivarsi ed informarsi.

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Invito del M5s alla partecipazione al Consiglio Comunale.

La notizia ieri si diffonde veloce: un altro atto intimidatorio, si dice, questa volta ad un mezzo di lavoro.

 

Intorno alle 16 arriviamo sul posto, ed è davvero brutta la scena che vediamo in Via Neto, dove erano iniziati i lavori di allargamento appaltati dal Comune. L’allargamento di Via Neto- Via Po è uno dei 4 lavori previsti nell’ambito della devoluzione del mutuo destinato al lungomare.

 

E’ il primo che viene appaltato. L’importo a base d’asta è 440.000 euro per il primo lotto funzionale, in tutto 750.000 euro.

Sul posto c’è qualcuno che è venuto a vedere, qualcuno che abita in zona, passanti.

Qualcuno racconta la puzza, il fumo e gli scoppi in piena notte, intorno alle 3 e mezzo.

Difficile pensare che sia casuale, come pure qualcuno ha ipotizzato.

 

E pensare che ci possiamo trovare di fronte all’ennesimo atto di violenza, di intimidazione, di minaccia all’ordine pubblico è destabilizzante per tutti.

Qualcuno passa e dice: "chissa è la ‘Mantia", con un senso di rassegnazione..., dopo ordigni, auto incendiate, atti intimidatori che si susseguono con un ritmo che da inizio anno è diventato impressionante.

Il cantiere era stato appena consegnato alla ditta lametina Eurostrade s.r.l. che su 169 partecipanti si è aggiudicata l'appalto. E che poi, per quello che ci è dato sapere, ha subappaltato ad altra ditta lametina.

Solo 3 giorni di lavori, che oggi sono stati sospesi.

Questo succede ad Amantea, mentre proprio in questi giorni si discute della imminente chiusura della Tenenza delle Guardia di Finanza, prevista per il primo agosto.

 

E dopo che il Sindaco, autorità di pubblica sicurezza, in risposta a nostra specifica domanda, ci aveva rassicurati circa la presenza delle forze dell’ordine sul nostro territorio.

E pare che le rassicurazioni fossero venute dal prefetto, a cui il sindaco ha detto di avere scritto per riceverne risposta scritta.

Ma allora il prefetto non sapeva dell’imminente chiusura della tenenza della Guardia di Finanza di cui si sa ufficiosamente da molto tempo?

Dopo questo ulteriore episodio è inevitabile la preoccupazione, ma occorre reagire e reagire con ancora più forza.

Istituzioni e cittadini insieme.

 

Al Consiglio Comunale ognuno faccia la propria parte, compresi i cittadini che devono sostituire la rassegnazione con la partecipazione e il coraggio di volere una società migliore.

Noi vi invitiamo a partecipare e vi aspettiamo mercoledì 18 maggio alle ore 16 in Consiglio Comunale, dove daremo voce alle vostre preoccupazioni, e daremo il nostro apporto perché il Consiglio unito trovi il percorso che possa costruire legalità e sicurezza ad Amantea.

Scrive il M5s di Amantea

“In apertura di Consi glio Comunale, il 30 aprile scorso, abbia mo chiesto al Sindaco di relazio narci sulla situazione dell’ordine pubblico.

 

Ad Amantea negli ultimi mesi si sono susseguiti diversi atti di violenza criminale, tra esplosioni di ordigni, auto incendiate e atti intimidatori.

E il Sindaco, che è responsabile dell’ordine pubblico, non ha avvertito la necessità di parlare alla cittadinanza, di comunicare le azioni eventualmente intraprese. In Consiglio, pur facendo riferimento ad un non chiaro discorso su passerelle politiche, ci ha risposto e ci ha detto che aveva scritto al Prefetto ricevendone rassicurazioni sulla presenza e l’incremento delle forze dell’ordine nella nostra città.

 

Ma se è così perché non dirlo?

Perché non comunicarlo ai cittadini che hanno giustamente bisogno di rassicurazioni, purchè siano vere e non di circostanza?

Non è dato sapere. Ma in questo momento ciò che ci preme è andare oltre le polemiche e fare fronte comune perché sia evitato ciò che evidentemente nemmeno il sindaco conosceva il giorno del Consiglio: proprio in quei giorni veniva formalizzata la decisione di chiudere la Tenenza della Guardia di Finanza ad Amantea, un’operazione di riduzione della spesa pubblica che – a quanto pare- in Calabria colpisce solo la nostra città di Amantea e comporterebbe un risparmio esiguo, relativo ai soli costi di gestione della Tenenza, mentre i militari verrebbero trasferiti ad altre sedi.

 

Ma perché questa scelta?

Perché proprio e solo ad Amantea, dove operano diverse organizzazioni criminali e dove anche tutti i diversi episodi criminali occorsi richiederebbero non una rinuncia ad un presidio di legalità, ma al contrario un innalzamento del livello di controllo e di sicurezza.

Ecco perché abbiamo scritto al Sindaco e all’ Agenzia nazionale dei beni confiscati, sede di Reggio, per verificare se uno degli immobili confiscati possa ospitare la Tenenza della Guardia di Finanza.

Abbiamo poi scritto anche a tutti i componenti del Consiglio comunale, perché di fronte a situazioni come queste, che comportano la diminuzione dei servizi e dei livelli di sicurezza, non ci sono parti politiche e distanze, ma occorre essere uniti, fare fronte comune e individuare insieme ogni soluzione possibile per un risultato che è utile alla città e che occorre reclamare con forza nelle sedi opportune, in Calabria e a Roma, anche attraverso delegazioni ufficiali del Consiglio Comunale di Amantea.

E anche mettendo mano a risorse di bilancio.

Dimostrando che nei momenti difficili e importanti Amantea sa essere unita e forte”.

Lettera alla politica amanteana.

 

E Francesca Menichino scrive oggi 13 maggio 2016” la seguente lettera :

“Al Sindaco del Comune di Amantea, Al Presidente del Consiglio Comunale, A tutti i Consiglieri Comunali

Oggetto: Lettera a tutti i componenti del Consiglio Comunale sulla sicurezza pubblica.

Facendo seguito alla nota inviata in data odierna al Sindaco e all’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati, e che quì allego, nell’intento di individuare una soluzione relativa alla paventata chiusura della Tenenza della Guardia di Finanza di Amantea, voglio scrivere a tutti i componenti del Consiglio Comunale per evidenziare la necessità di parlare in modo condiviso e allargato del problema relativo alla G.d.F. di Amantea, e in generale ai livelli della sicurezza pubblica nella nostra città.

Non possiamo permettere, come Consiglio Comunale, che la sicurezza sia ridotta. Al contrario dobbiamo fare in modo che sia concretamente rafforzata, soprattutto dopo tutti gli atti criminali e tutte le intimidazioni che abbiamo dovuto purtroppo osservare ad Amantea.

Rinunciare alla presenza della Guardia di Finanza per un risparmio di sole 20.000 euro all’anno circa, unico caso in Calabria, è cosa che non dobbiamo consentire, e al contrario dobbiamo rintracciare tutte le soluzioni possibili per evitare che accada, anche ricorrendo a immobili nella disponibilità attuale o potenziale del Comune, o a risorse di bilancio.

Essere uniti in questa battaglia è fondamentale, e come Gruppo Consiliare M5s si offre tutta la disponibilità, anche nel senso della formazione decisa dal Consiglio di una delegazione consiliare che affronti con forza la questione nelle sedi opportune in Calabria e a Roma.

Rimango in attesa di riscontro e saluto tutti. Francesca Menichino.

Ecco il comunicato stampa del M5S

“Il Consiglio comunale .Capitolo primo.

Saranno circa 30 anni che il metodo è sempre lo stesso: debiti su debiti, e da ultimo debiti per finanziare altri debiti.

E’ un metodo vecchio peggiorato da questa Amministrazione che pur si presentava come nuova.

Chiaro segnale che dietro il nuovo che avanza c’è il vecchio sempre lì,nella stessa stanza.

Eravamo a 20 milioni di euro di debiti con una rata di 2 milioni di euro quando si è proceduto a due operazioni scellerate:

  • La rinegoziazione di 136 mutui con un aumento di circa 3 milioni di euro di interessi;
  • La richiesta a fine 2015 di altri 3 milioni di euro circa di nuovi mutui.

Senza contare l’anticipazione di cassa di circa 12 milioni di euro da restituire in 29 anni e mezzo.

Per fortuna la Cassa Depositi e Prestiti ha detto no!

Poteva essere l’occasione di una riflessione, e magari un confronto con le componenti consiliari o con i cittadini.

Ma la trasparenza, la democrazia e la buona amministrazione non appartengono a questa giunta.

La contraddistingue solo l’arroganza con la quale senza nemmeno indicare l’impegno di spesa ha deciso con delibera di Giunta n. 26 del 23 febbraio ( pubblicata solo l’8 aprile) di dare incarico a due legali romani di interpellare il Presidente Mattarella contro la Cassa Depositi e Prestiti.

Quanto durerà questa ennesima vertenza legale?

Quanto costerà alle casse del Comune?

E quali garanzie rispetto ad un esito che appare molto improbabile?

Sarebbe stato molto più saggio tentare una trattativa tra uffici, da affidare al servizio finanziario dell’ente che paghiamo per lavorare, ed attendere nel caso di esiti negativi il prossimo anno ormai vicino.

E invece un costoso ricorso che non ha precedenti e che potrebbe essere inammissibile, e che intanto è costato già 650 euro di contributo unificato, senza considerare le spese dell’incarico legale non indicate.

Noi abbiamo sentito Cassa Depositi e Prestiti che ritiene di aver agito nel giusto, abbiamo formalizzato un accesso agli atti e attendiamo di analizzare i documenti che ci forniranno per fare la nostra proposta.

Continuando a ripetere che all’indebitamento occorre sostituire una politica di ricerca di fondi comunitari, diretti e indiretti.

Con umiltà occorreva prendere atto che questa proposta più volte formulata insieme a quella della revisione drastica della spesa è l’unica strada da seguire per un ente che ha spese enormi, debito elevatissimo e entrate che in gran parte non recupererà più.

Ci domandiamo se con i soldi propri ogni singolo amministratore farebbe le stesse scelte, e cioè indebitarsi per altri trent’anni, lasciando i debiti ai figli, per poi chiedere altri debiti, ed infine chiamare in causa la banca che non glieli ha concessi…

Nel ricorso abbiamo letto che il “diniego della Cassa ha natura discriminatoria”!

Manca solo che si dica che anche la Cassa Depositi e Prestiti coltiva la cultura dell’odio…..

Domenica 17 aprile tutti i cittadini italiani maggiorenni sono chiamati al voto: non si tratta di un’ elezione, ma di un referendum.

 

Non dobbiamo elegge re qualcuno ma decidere qualcosa e dobbiamo farlo direttamente noi cittadini italiani.

Il quesito al quale siamo chiamati a dire SI o NO riguarda l’ambiente, il mare in particolare, e dunque direttamente la nostra vita e la tutela della nostra salute.

 

Il tema è l’estrazione di idrocarburi, petrolio e gas, nel mare e il Referendum ci consente di evitare che tali estrazioni continuino senza un termine fino ad esaurimento dei giacimenti, come stabilisce la norma che si vuole abrogare con il Referendum.

Se vogliamo che le estrazioni si fermino occorre votare SI e la nostra, quella del MoVimento 5 Stelle è un’adesione convinta alle ragioni del SI che cercheremo di raccontarvi domani sera alle ore 19: 30 in Piazza Commercio con Dalila Nesci, nostra portavoce alla Camera dei Deputati e Rosella Cerra del Coordinamento Nazionale No Triv.

 

Saremo in Piazza per la chiusura di rito della campagna referendaria: l’appuntamento consueto del venerdì prima del voto, appuntamento affollato nel caso delle campagne elettorali e quasi sempre deserto per i referendum.

Noi ci saremo e invitiamo tutti a partecipare per potere essere informati e per fare scelte consapevoli, per invitare ad andare a votare e votare si, e alimentare un dibattito aperto e pubblico.

 

E per potere esercitare il vostro diritto di voto, e di cittadinanza.

Questa volta non dobbiamo votare per nessuno, dobbiamo votare per noi stessi.

Il deputato ha annunciato pochi giorni fa il passaggio tra le fila dei democratici e sui social è partita una campagna di insulti e minacce oltre ogni limite

CATANZARO - Pochi giorni fa, alla presenza del sottosegretario di Stato, Luca Lotti, a Catanzaro, aveva annunciato il suo passaggio tra le fila dei democratici. Ed in quella occasione aveva criticato il Movimento 5 Stelle, dicendosi anche certo di ricevere critiche e attacchi.

Ma, forse, il deputato Sebastiano Barbanti non immaginava che gli attacchi potessero essere così frontali.

A scatenare i fedelissimi pentastellati sono state le ultime dichiarazioni di Barbanti che, nel presentare il suo ingresso nel Pd, aveva promosso la politica di Matteo Renzi, che, a detta dell’ex grillino, «ha inciso e ha radicalmente rivoluzionato il Pd» portando «un vento di cambiamento nel Paese. Un vero rivoluzionario», a differenza di Grillo che «è solo demagogico, tutto chiacchiere e per giunta strumentali».

Parole, le sue, che sono rimbalzate sulle bacheche Facebook degli attivisti, generando insulti e minacce.

«Lei è l’ennesima prova di quanta falsità e poca coerenza ci sia nel Dna dei calabresi - scrive un attivista sulla pagina Fb di Barbanti - Mi auguro che il tempo sappia vendicarsi su di lei. Lei mi fa veramente schifo come persona!».

Rincara la dose tale Ivan: «Il mio più caro augurio a te di poterti vedere malato, di vedere i tuoi familiari in chemioterapia, di poterti incontrare per strada ed ammazzarti come un maiale, lurido infame, fai solo venire voglia di scannarti mentre sei appeso a testa in giù, ma tranquillo, se ti vedo per strada non la scampi, vado in galera ma ti strappo il cuore e te lo ficco in c...».

Attacchi anche sulla pagina privata del deputato, dove qualche giorno fa annunciava la nascita del figlio Paolo. «Non spergiurare mai su tuo figlio - scrive Carmelo - non lo merita e non merita un padre incoerente come te. Auguri alla nuova vita. Vergogna a te».

«Povero figlio - gli fa eco Gianni - certo che stai contribuendo a fargli trovare un bel paese. Vergognati».

Pubblicato in Calabria

indexReferendum, Miceli (M5S): la scelta degli scrutatori avvenga tramite sorteggio dalle liste dei disoccupati

Solito caos in maggioranza con Bruno che smentisce Morrone. Non accetteremo scelte clientelari

Rende (Cs) – La querelle sulla scelta degli scrutatori per il referendum del 17 aprile 2016 ci consegna una maggioranza in mano ad Ncd. E non solo per la palese contraddizione tra le dichiarazioni del consigliere Morrone (Laboratorio Civico) e quelle di Bruno (Ncd), ma anche per la presenza nella Commissione Elettorale Comunale di ben due membri del centro destra: lo stesso Bruno e il consigliere Monaco. Quest’ultimo, ricordiamo, dal Pd è approdato direttamente nel partito di Alfano senza passare dal Gruppo Misto. Alla luce di tutto ciò risulta evidente che grazie al ribaltone targato Monaco la minoranza consiliare non è più rappresentata nella Commissione Elettorale, anche se è bene sottolineare che il consigliere Monaco non ha mai rappresentato il Movimento 5 Stelle in nessuna sede.

Abbiamo provveduto a contattare la Prefettura di Cosenza per verificare la legittimità di una Commissione Elettorale in mano all’esecutivo, pur conoscendo bene le direttive ministeriali e i vari riferimenti dell’art. 41 comma 2 del Tuel.

Ma un altro e più stringente problema resta: ed è quello delle modalità di scelta degli scrutatori. Abbiamo chiesto al sindaco di Rende, che ricordiamo essere anche il presidente della Commissione elettorale, checché ne dica l’autonominatosi Bruno, e a tutti i membri della Commissione, di selezionare gli scrutatori tramite sorteggio dalle liste dei disoccupati e tra le fasce più povere della popolazione rendese.

È inutile che Manna, o chi per lui, continui a propagandare la pratica del sorteggio che nei fatti la sua maggioranza non vuole. Chi crede di prendere in giro? Se non è d’accordo con la maggioranza che governa a Rende, il primo cittadino faccia un passo indietro e si dimetta.

La scelta degli scrutatori tramite sorteggio rappresenta l’unica modalità in grado di escludere categoricamente il rischio della cattiva pratica clientelare e l’unica in grado di garantire massima trasparenza a tutta l’operazione. Tutti gli altri metodi, seppur previsti dalla legge, alimenterebbero ulteriori dubbi sull’operato di questa amministrazione.

In conclusione, non possiamo che ribadire il nostro Sì ai quesiti referendari e il nostro appello ai cittadini rendesi a prendere parte in massa alla consultazione del 17 aprile 2016 per bloccare le trivelle e salvare il mare nostrum dal petrolio e dalle mani delle lobby.

 

Domenico Miceli        

Gruppo Consiliare Movimento 5 Stelle Rende

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I Racconti

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