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Sono passati i giorni della Festa provinciale del PD, sono andati via i politici nazionali e regionali ( provinciali non ce ne sono) che vi si sono affacciati, è tornato a casa il pubblico di fan che ha frequentato Piazza Calavecchia.

E si è spezzato anche il filo che in quei giorni, e solo in quei giorni, ha stretto lievemente la giunta comunale con la segreteria del partito, un filo da ragnatela che potrebbe essere resistente per trattenere o meglio imprigionare i moscerini che provano a volarvi attraverso, ma che è di alcuna utilità per gli Pterodattili che incontrano la ragnatela solo per distruggerla ed in questi casi è una fortuna se il ragno riesce a salvarsi.

Evidentemente ben lo sapeva Enzo Giacco, il segretario del Partito ad Amantea che vinto da questo timore si è defilato ed ormai parla esclusivamente su face book, ma attaccando solo il M5s.

Ed è questa inusuale posizione che da la stura alle ipotesi più diverse.

Tra tutte c’è quella di chi pensa addirittura di sostituirsi a Giacco nella gestione della segreteria del PD. ( per ora non fateci dire chi)

Una pretesa assurda perché per avere la segreteria occorre avere almeno la metà più uno dei voti degli iscritti.

Parliamo di circa 200 voti.

E non li ha nessuno, nemmeno mettendo insieme il diavolo e l’acqua santa.

Ma forse l’obbiettivo non è la segreteria oggi, quanto la segreteria domani, se la voce di Giacco futuro sindaco di Amantea dovesse diventare realtà.

Non una lotta, quindi, od un afflato mortale, ma una specie di celeste dichiarazione di amorosi sensi come quella di Foscolo quando dice “Celeste è questa corrispondenza d'amorosi sensi,

celeste dote è negli umani”. Ma siamo nei Sepolcri, e non è un caso!

Una corrispondenza rinvenibile dappertutto o comunque in tanti, ma solo a bocce ferme.

Misteriosi sono i nemici, misteriosi sono gli amici, misterioso è il futuro del PD ad Amantea, misterioso è il futuro della giunta comunale ad Amantea, ancor più misterioso è il futuro dei rapporti tra partito ed amministrazione.

Il problema principale però è la identificazione della natura politica della amministrazione comunale di Amantea.

E’ una giunta del PD? Ma se lo è perché non si lascia collaborare, perché qualsiasi cosa suggerisca il PD non viene tenuta in conto?

Se invece la giunta non è del PD ma è espressione di una perdurante scelta civica ed anche per questo il partito non è tenuto in alcuna considerazione, perché questa passiva accettazione da parte di Giacco e dei maggiorenti della segreteria del partito delle scelte politiche ed amministrative per la città?

Non è un bel gioco. E non è un gioco che può durare ancora per molto.

Inevitabilmente una delle due parti perderà la faccia.

Chi delle due?

O il sindaco Sabatino che sarà costretta a far entrare nella giunta almeno due assessori esterni, tra cui forse lo stesso Giacco, per dare forza alla giunta e mostrare la coerente e non soltanto passiva accettazione del diritto del PD a contribuire al governo del paese, sposando, così, il destino della attuale amministrazione.

O il PD che dovrà uscire dalla tana nella quale si trova e dimostrare alla comunità amanteana che esiste e che sa fare politica, che sa contribuire al reale sviluppo del paese.

L’unica cosa da non fare è stare passivamente vicini, tanto vicini che se la giunta dovesse chiudere anticipatamente la sua esperienza il PD sarebbe attratto nel vortice dell’inevitabile Buco Nero che verrebbe a determinarsi.

Lo hanno ben capito i maggiorenti del partito che stanno a guardare le umane vicende locali, senza mai dimenticare , come avviene al buon Enzo, di ricordare a se stessi la frase di Publio Terenzio Afro “Homo sum, humani nihil a me alienum puto” con cui Cremète risponde quando viene invitato da Menedemo a non impicciarsi in affari che non lo riguardano.

Gli affari della amministrazione comunale interessano tutti gli amanteani, perché mai non dovrebbero interessare l’unico partito esistente in città?

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E’ la prima volta da decenni, ormai, che Amantea assurge alle cronache della politica.

E non solo di quella provinciale, come parrebbe dal titolo della manifestazione, ma anche di quella regionale, se non, addirittura, nazionale.

 

L’occasione è la festa provinciale dell’ Unità 2016.

Una festa probabilmente voluta da Enza Bruno Bossio e Nicola Adamo che hanno così inteso fare un regalo alla città che li ospita.

Perché di un regalo che si tratta visto che per una settimana di Amantea si parlerà e perfino bene.

 

Sette giorni durante i quali si dimenticherà lo stato del mare, la carenza di acqua e tutti gli altri problemi di una cittadina che, secondo tutti, ha, da un lato, grandi prospettive di sviluppo , e, dall’altro, grandi insufficienze.

 

Come non comprendere che si tratta di un regalo considerato che saranno presenti:

-i deputati e senatori: Enza Bruno Bossio, Stefania Covello, Valter Verini, Ernesto Magorno, Ferdinando Aiello, Nico Stumpo, Nicodemo Oliverio, Franco Bruno, Paolo Naccarato ed i sottosegretari Marco Minniti e Benedetto della Vedova oltre che gli europarlamentati Andrea Cozzolino e Massimo Paolucci;

-i consiglieri ed assessori regionali Domenico Bevacqua, Carlo Guccione, Federica Roccisano, Giuseppe Aieta,Giuseppe Giudice Andrea, Orlandino Greco, Mauro d’Acri, Franco Sergio, Franco Rossi, oltre, ovviamente, Mario Oliverio;

-i dirigenti regionali Carmelo Salvino, Giovanni Soda;

-i sindacalisti Santo Biondo, Angelo Sposato, Paolo Tramonti,

-i dirigenti del PD Enzo Giacco, Luigi Guglielmelli, Nicholas Abate, Vincenzo Covelli,Gianmarco Pezzi, Michele Rizzuti, Franco Laratta, Giovanna Buffone, Francesco Dionisi, Mattia Zunino, Mario Valente, Stefano Spina, Michele Rizzuti, Enzo Brogi, Antonino Chiaramonte, Gaspare Galli, Anna Pittelli, Vincenzo Pugliano, Mario Valente, Domenico Vellone

-ed inoltre il sindaco di Amantea Monica Sabatino, Giuseppe Amendola, Tonino Chiappetta, Raffaele Leuzzi, Giuseppe Suriano, Luigi Incarnato, Leo Pancallo, Salvatore Muoio, Antonio Veltri, ed infine Nicola Fiorita, Diego Ciulli, Paolo Mirabelli.

 

6 giorni di incontri tra Campora San Giovanni ed Amantea.

Inizio il 26 agosto, ultimazione il 31 agosto.

Poi la parola passa a San Francesco.

Pubblicato in Primo Piano


Sono pagati dai calabresi, ma i calabresi non sanno chi siano.
Sono i collaboratori del Pd in consiglio regionale.

 

Ogni consigliere, di norma, sistema i "suoi".

E’ stato da sempre così.

Neanche l'inchiesta "Erga omnes" è riuscita a mettere un al proliferare di contratti che hanno come fondamento, nella maggior parte dei casi, il principio della fedeltà più che quello della competenza.

 

In passato se ne è abusato e la vecchia sinistra gridava.

Oggi il PD ne approfitta.

Come vengono assunti?.

E chi lo sa?

 

Il Pd, negli ultimi tempi, ha avuto a libro paga almeno 44 portaborse, ufficialmente chiamati collaboratori a progetto (sotto, l'elenco completo in ordine alfabetico dei comuni di provenienza aggiornato al 2015).

Florinda Aloe (Amantea).

Aldo Canturi (Bianco).

Geltrude Marino (Cassano allo Jonio).

Daniele Grande (Catanzaro).

Giuseppe Zaccone (Catanzaro).

Francesco Citriniti (Catanzaro)

Ferruccio Colosimo (Catanzaro)

Pierluigi Pantusa (Celico)

Saverio Guardia (Cetraro)

Fabrizia Scorzo (Cetraro)

Francesco Siciliano (Cosenza)

Piera Verta (Cosenza)

Pasquale Guglielmo Bruno (Cosenza)

Piera Verta (Cosenza)

Giancarlo Devona (Crotone)

Americo De Lorenzo (Crotone)

Francesco Ierace (Gioia Tauro)

Maria Cristina Graziano (Lamezia Terme)

Barbara Panetta (Locri)

Antonello Alfarone (Locri/Bivongi)

Rosaria Chiappetta (Marano Marchesato)

Giuseppe Ranuccio (Palmi)

Simona De Marzo (Polistena)

Simona De Marzo (Polistena)

Domenica Stelitano (Reggio Calabria)

Angela Leo (Reggio Calabria)

Teresa Malavenda (Reggio Calabria)

Pasquale Marino (Reggio Calabria)

Emanuela Martino (Reggio Calabria)

Eliana Nocera (Reggio Calabria)

Cristiano Raia (Reggio Calabria)

Maurizio Romeo (Reggio Calabria)

Enrico Tarzia (Reggio Calabria)

Pasquale Tramontana (Reggio Calabria)

Salvatore Chiriatti (Reggio Calabria)

Massimo Comi (Reggio Calabria)

Filippo Borzumati (Reggio Calabria)

Giovanna Curia (Rossano)

Pierino Calonico (San Sosti)

Ennio Falvo (Settingiano)

Pietro Girillo (Soverato)

Tania Ruffa (Tropea)

Salvatore Megna (Vallefiorita)

Salvatore Bruno (Vallefiorita)

Scaturchio Giovanni (Vibo Valentia)

Concetta Iappello

Pubblicato in Calabria

La questione della Notte Bianca assume sempre più connotazioni kafkiane. La politica distrugge e la politica crea. Ed allora ecco il punto di vista equilibrato del PD e dei GD.

 

“Come annunciato, nella giornata di ieri abbiamo incontrato l’Associazione Notte Bianca al fine di approfondire le motivazioni che hanno portato alla loro forte presa di posizione.

Il punto sul quale i ragazzi dell’Associazione hanno posto l’accento – che, sinceramente, ci sentiamo di condividere – riguarda la diversità di vedute rispetto alla trama ed al senso della manifestazione.

 

In uno sforzo di sintesi, il nocciolo della questione concerne la rinuncia al respiro culturale che l’Associazione avrebbe voluto dare alla Notte Bianca.

Non una parola sulle risorse, ma un malessere riconducibile anche alla formula utilizzata per istituzionalizzare l’evento che – volendo semplificare al massimo – ridimensiona il ruolo di chi ha ideato l’evento a soggetto di cui si richiede la collaborazione, in qualche modo depotenziando la possibilità di incidere sul senso della manifestazione.

 

Anche per tali ragioni, non possiamo nascondere le nostre perplessità a sentir parlare di ricatto.

Se ci sforziamo di contestualizzare la vicenda in un quadro più ampio, ovvero quello di una cittadina turistico-commerciale che – diciamoci la verità - non vive uno dei suoi momenti migliori e, conseguentemente, necessita come il pane del contributo di tutti coloro i quali desiderano partecipare al suo rilancio, non possiamo che rilevare l’inopportunità di un irrigidimento dei rapporti con le forme associative più attive nella nostra realtà (il Comitato Carnevale e l’Associazione Amanteani nel Mondo ieri, l’Associazione Notte Bianca oggi).

 

Tra le altre cose, le istanze poste dai padri ideatori della Notte Bianca – almeno per come presentate – sono oggettivamente legittime, in quanto non invadono le prerogative della burocrazia comunale, ma si riferiscono alla realizzazione di un programma già presentato – che abbiamo letto – e che rappresenterebbe una bella vetrina per Amantea.

Ci sentiamo di consigliare all’Amministrazione Comunale di abbandonare certe forme di rigidità e di rivedere i rapporti e le relazioni con tutte le Associazioni del territorio che desiderano lavorare per il bene comune, perché compito di chi governa è anche quello di promuovere le migliori sinergie tra le diverse realtà presenti in una società, perché la riconciliazione rappresenta il miglior indotto per creare le migliori condizioni di contesto, e perché la crescita è innanzitutto un fatto collettivo che coinvolge anche le forme associative, che presuppone la logica della mano tesa e del buon senso e non reazioni che portano nella sostanza ad arroccarsi, allontanando - invece di ricomporre - le differenti posizioni. Lo diciamo perché siamo fortemente convinti del fatto che, proprio in considerazione del particolare momento che vive la nostra cittadina, è necessaria una squadra dove tutti, e non solo alcuni, siano messi nella condizione di poter dare il proprio prezioso contributo.

Per quanto ci riguarda, come PD e GD Amantea, siamo pronti a fare la nostra parte.

Amantea, 9 agosto 2016                    I Segretari di Circolo PD e GD Enzo Giacco & Stefano Spina

Ora non resta che aspettare la risposta dell’amministrazione invero già anticipata sia del sindaco che dal Vicesindaco.

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Scrive Enzo Giacco:

Il nostro Comprensorio rappresenta una realtà di grande valore per la presenza di risorse storico-culturali, paesaggistiche e ambientali e per il dinamismo del sistema economico: dal turismo, al commercio, all’agroalimentare.

 

Se fosse un’unica città sarebbe la quinta (per popolazione) della Provincia di Cosenza.

Da troppo tempo, però, il nostro Comprensorio viene penalizzato:

Da tempo la Pretura circondariale e l’Ufficio del Giudice di pace sono stati chiusi.

Le criticità della statale 18 in “località Principessa” stanno condizionando pesantemente i collegamenti verso i territori della costa tirrenica.

Da qualche settimana, inoltre, registriamo il tentativo di trasferimento della Tenenza della Guardia di Finanza e dal primo giugno subiamo la drastica riduzione delle prestazioni quotidiane radiologiche del Poliambualtorio cittadino.

Il risultato è una diminuzione delle opportunità e riduzione degli standard di benessere dei cittadini.

 

Il PARTITO DEMOCRATICO STA FACENDO LA SUA PARTE

Abbiamo interessato il Presidente Oliverio ed il Prefetto di Cosenza chiedendo una accelerazione nell’avvio dei lavori di messa in sicurezza della ss18.

Una nostra delegazione parlamentare ha portato all’attenzione del Vice Ministro Beretta la questione del trasferimento della Tenenza, ed incontrerà il nuovo Comandante della GdF.

Con i rappresentanti dell’associazionismo stiamo conducendo una battaglia al “tavolo tecnico” insediato presso il Dipartimento Regionale Tutela della Salute, ed è già stato assunto l’impegno di inserire nel documento di programmazione l’evoluzione del Poliambulatorio in Casa della Salute.

Pensiamo sia giunta l’ora di PROMUOVERE UNA RIFLESSIONE PUBBLICA - CHE COINVOLGA TUTTO IL COMPRENSORIO - capace di diffondere la consapevolezza delle sofferenze che viviamo, e di generare un nuovo sentimento comunitario che superi i meri confini comunali e porti ciascuno a difendere la causa del Comprensorio dicendo SI al Diritto alle Cure, al Diritto alla Sicurezza al Diritto allo Sviluppo economico e civile.

Amantea, 18 giugno 2016                                         PD Amantea Enzo Giacco

 

Il buon Giacco ricorda l’ineguagliabile ed indimenticabile Enrico Berlinguer e la sua frase “ Ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno”( vedi prima foto). Una profezia che anticipava , sembra, 35 anni fa ( dalla intervista a Moby Dick, giugno 1981) la attuale situazione politica locale e non.

Ne segnalo un’altra che ricorda che “Spesso le radici non bastano, servono i rami”.

Premettiamo come sia impossibile fare una sintesi della nota di Giacco al fine di evitare di fare una sintesi che tale non sarebbe, ma, semmai, una interpretazione, financo, riduttiva.

 

Per questo abbiamo ritenuto, per chi ha voglia di capire bene le dinamiche politiche dei rapporti tra il PD e l’amministrazione e quelle interne al PD stesso, di pubblicare tutta la nota, nella sua interezza, suggerendo di sforzarsi a leggerla ed addirittura a farla propria.

 

Eccola:

“Caro Biagio, ho letto con attenzione le tue riflessioni in merito al resoconto dell’ultimo incontro tra la Segreteria del Partito e gli Amministratori iscritti al PD.

Riflessioni, che mi danno l’opportunità di precisare alcune questioni che mi stanno particolarmente a cuore.

Premetto che è mia personale convinzione il fatto che Amantea, mai come oggi, necessiti di riscoprire le basi dialettiche di una cultura politica sofferente e che ha condotto gli attori della vita pubblica ad interpretare il proprio ruolo quasi esclusivamente in una dimensione conflittuale, rinunciando clamorosamente al confronto ed al dialogo. E tutto a danno della città (l’esito è dinnanzi agli occhi di tutti).

 

Per carità, ritengo che lo scontro sia un elemento spesso indispensabile per far emergere e mettere a nudo le difficoltà e le cose che non vanno in una comunità. Ma allo stesso tempo, sono fermamente convinto che – se, come io penso, compito della politica è innanzitutto quello di produrre benefici alle cittadine ed ai cittadini – quello della discussione nel merito delle questioni sia un momento irrinunciabile. Vale lo stesso per quello della proposta.

Non so per quale ragione tu abbia voluto interpretare la rappresentazione delle istanze, sotto forma di priorità, partecipate agli amministratori iscritti al Partito quale “chiara volontà della Segreteria cittadina del Pd di voler gestire insieme all’attuale amministrazione comunale i processi amministrativi relativi ad alcune importanti problematiche”. Tra l’altro i processi amministrativi riguardano la funzione amministrativa.

Sinceramente, mi sembra una semplificazione forzata al fine di voler vedere quello che non c’è e di dare un significato diverso ad un atto del Partito che invece appare, a mio modo di vedere, chiaro. Non condividere è un diritto, ma non lo è altrettanto rappresentare le cose in maniera differente dalla realtà.

Anche perché, la riunione tenutasi nei giorni scorsi, ha rappresentato la naturale conseguenza di un’Assemblea degli iscritti di inizio aprile - alla quale eri presente - durante la quale l’organismo esecutivo del Partito ha avuto in pratica il mandato di rappresentare delle proposte. Che è quello che un soggetto politico responsabile deve fare.

 

Stare fermi solo a criticare sarebbe più semplice e forse ci renderebbe più appetibili. Ma quale beneficio ne avrebbe la città? Personalmente ritengo che solo misurandosi sulle questioni e proponendo si possa giocare la partita del benessere.

Tra l’altro, in quella partecipata Assemblea, sono piovute critiche feroci nei confronti dell’attuale Amministrazione. La maggior parte per mia bocca, in verità, perché mi pare tu non sia intervenuto. Non a caso, in quell’occasione è stata ribadita – cito il documento – la considerazione che “costringe – allo stato attuale - il Partito a sentirsi distante dall’azione amministrativa cittadina”.

Repetita iuvant, perciò sottolineo un concetto (spero poi non ce ne sia ulteriormente bisogno) più volte esplicitato e reso noto nell’ultimo anno: “quella in carica non è un'Amministrazione del PD e non c'è il PD alla guida del paese. C'è una lista civica che ha vinto le elezioni ed ha il diritto-dovere di governare” (documento del 10 novembre 2015 trasmesso alla stampa).

Purtroppo il PD, infatti, non ha partecipato alle ultime elezioni comunali.

Ma questo non deresponsabilizza il Partito Democratico dal confrontarsi e discutere – nell’interesse esclusivo della città e dei cittadini – con chi amministra Amantea. A maggior ragione se ci sono amministratori iscritti al Partito Democratico. Sinceramente, troverei bizzarro il contrario.

Sono d’accordo sulla necessità di un “confine fra indirizzo politico e gestione amministrativa”. Il principio è richiamato da diverse norme (che – tra l’altro – hanno introdotto una serie di vincoli: ad esempio, già alcuni anni fa era stato stabilito, in via generale, che gli amministratori locali non potessero far parte delle commissioni di gara per l’affidamento della gestione dei servizi pubblici locali, proprio in virtù del principio della separazione tra indirizzo e gestione). So che storicamente ci sono stati tentativi di ingerenze reciproche della politica nei confronti della burocrazia e viceversa. Ma non capisco cosa c’entri l’incontro tra la Segreteria del Partito e gli Amministratori. Se, invece, ti riferisci ai differenti ruoli che Partito ed Amministratori devono avere, credo che quello che stiamo cercando di fare è proprio svolgere un ruolo di controllo e di suggerimento della linea politica (agendo, tra l’altro, nell’anomalia rappresentata dal fatto che non essendoci stata una lista del Partito, o alla quale il Partito abbia aderito, gli attuali amministratori potrebbero anche disinteressarsi degli input che provengono dal PD. In tal caso, la reazione non sarebbe la nostra indifferenza).

Chi amministra ovviamente governa. Il fatto se terrà conto o meno degli indirizzi offerti, beh – come più volte ci siamo detti – rappresenterà il metro per misurare la reale volontà di avere un rapporto con il Partito.

Bisogna tenere presente però – in quanto non secondario - che, ciò che si sta facendo fa parte di una linea democraticamente concordata all’interno del Partito. Mi spiace se da un po’ di tempo a questa parte impegni di lavoro - così qualche settimana fa mi hai scritto – non ti hanno consentito di partecipare alle riunioni del gruppo dirigente del PD. Avresti potuto tu stesso cogliere la continuità dell’azione politica rispetto a quanto fatto negli ultimi mesi.

Ti ringrazio però per aver trovato il tempo di scrivere a me ed ai membri della Segreteria e di aver trasmesso le tue riflessioni alla stampa. Questo mi dà la possibilità di concretizzare l’auspicio espresso anche nell’ultimo documento, ovvero “rendere conto a tutti di quelle che sono le dinamiche e le discussioni che si affrontano nel Partito, perché [il PD] crede che la trasparenza abbia un valore e perché ritiene che giudizi e valutazioni non possano che essere conseguenze di ciò che [si] è stati capaci di fare in favore delle cittadine, dei cittadini e della città”.

Se c’è qualcosa rispetto a cui il Partito si vuole caratterizzare è la capacità di produrre benessere per la città ed i cittadini. E sappiamo bene che questo non può essere il risultato solo di uno scontro (che potrebbe altrimenti degenerare nella necessità di mera visibilità), ma anche proponendo soluzioni ai problemi, focalizzando le difficoltà, selezionando priorità, predisponendosi al confronto. Il PD desidera fare le cose “per la gente e tra la gente”. E ciò non è possibile inseguendo il pregiudizio (che è breve e non necessita di argomenti), bensì arricchendo le istanze di ragioni. Per questo predichiamo la normalità e la riconciliazione della vita politica del paese. Perché siamo convinti del fatto che portare una comunità a dividersi a prescindere, non può produrre benefici per la nostra popolazione. Per questa ragione abbiamo cercato il massimo coinvolgimento, giusto a titolo esemplificativo, nella battaglia per l’evoluzione del Poliambulatorio della città in Casa della Salute (il raggiungimento di tale obiettivo avrebbe per i nostri cittadini un valore di gran lunga superiore rispetto alle critiche sui – seppur gravi - errori nel testo di una delibera, ad esempio).

Mi stupisce il tuo rimprovero rispetto agli interventi del Partito sulle questioni locali. Sinceramente mi sembrano forzature che non fanno onore alla realtà, che ne risulta inevitabilmente e ingiustamente distorta. Tu stesso, fin quando hai potuto far parte della Segreteria, ti sei occupato di pubblicare sui nostri veicoli di diffusione delle informazioni le posizioni espresse e le cose fatte. Riprendendo il tuo esempio sul bilancio (rispetto al quale – uso le tue parole – “non si sarebbe proferito parola”), credo non ti sia sfuggito il paragrafo del documento elaborato ad aprile - sempre dalla Segreteria - dal titolo evocativo “una città senza cassa”, nell’ambito del quale venivano avanzate delle proposte per la gestione del Bilancio (perché anche qui, se c’è un problema, oltre che denunciarlo, vorremmo offrire un contributo nel tentativo di risolverlo). Come ricorderai, io stesso ho voluto incontrare l’Assessore al ramo per prendere contezza del perché del niet della Cassa Depositi e Prestiti. Tra l’altro, anche nel documento elaborato in data 16 maggio (diffuso dalla stampa, e nel quale si parla tra l’altro dell’opportunità di un bilancio partecipato e della necessità di affrontare una valutazione dei ritorni sociali del bilancio dell’ente) è stata evidenziata una “preoccupazione relativa alla capacità di indebitamento. Perché, fuori da qualsivoglia superficiale interpretazione del niet della Cassa Depositi e Prestiti, si ritiene che ciò che emerge sia la ridotta capacità di ricorrervi”. Da ultimo, proprio nell’incontro con gli Amministratori, sono state partecipate delle perplessità al Sindaco della città – che potrà confermare quanto da me sostenuto – sul bilancio dell’ente.

Se c’è un rimprovero che si può fare al Partito, questo forse è che non ha saputo (voluto) dare in pasto al populismo le posizioni espresse. Come ho avuto modo di scrivere qualche giorno addietro, non amo le rendite di posizione. Per produrre un beneficio al cittadino non c'é bisogno di sbandierare ai quattro venti ciò che si é fatto (o si fa). Altrimenti il rischio è quello di passare dal "servizio" alla "propaganda" (e quest'ultima - a parer mio - é tra i mali più pericolosi di cui soffre oggi la politica). Ma il PD non è stato certo intellettualmente timido. Oserei dire, anzi, che è stato giusto. Perché riteniamo che ci sono dei modi per muovere critiche e perplessità, e perché – in quanto siamo convinti che sia necessario – vorremmo anche ingentilire la politica.

I diversi interrogativi, infine, da te posti credo siano tutti legittimi. Ma non è il Partito a poter dare risposte a queste domande, bensì chi oggi amministra. Certo, rispetto agli impegni presi dal Sindaco - ritengo non nei confronti del Partito, ma della città - il PD potrà domani giudicare e valutare: ma su ciò che si è realizzato e su quello che invece non si è fatto.

Un beneficio per la città vale più di mille polemiche. E – ripeto – il PD non vuole esaurire il suo ruolo nella denuncia; vuole, anzi, dare un contributo di idee per produrre benessere collettivo.

Ad ogni modo, spero domani il Partito Democratico possa assumere la responsabilità del governo della città, così da poter rispondere direttamente ad interrogativi come quelli che hai elaborato nella tua missiva.

Voglio concludere, ricordando ad entrambi che tutti insieme, con grande affiatamento e fiducia reciproca, da un anno a questa parte – e non senza sacrifici – stiamo aiutando il Partito Democratico a mettere radici in città. E per crescere devono essere innaffiate con passione, entusiasmo, voglia di fare e saper fare. Devono trovare terreno fertile in un modo nuovo di fare e di intendere la politica che non porti i cittadini a dividersi, ma ad unirsi, a generare senso comunitario, a curare e rigenerare i beni comuni, a riconoscere l’interesse collettivo. Questo si può fare parlandosi (“il calabrese vuol essere parlato”, scriveva Corrado Alvaro). Solo in questo modo il Partito Democratico di Amantea potrà rappresentare quel soggetto politico in cui tutti possano riconoscersi. Perché, io ritengo, nessuno di noi desideri costruire l’ennesimo e inutile “comitato elettorale” (che compare e scompare al ricorrere di un’elezione). Certo questo non è quello che desidero io e, mi sento di dire, non è quello che desiderano i tanti amici, le compagne ed i compagni del Partito.

Tra le ultime parole pronunciate da Enrico Berlinguer sul palco di Piazza della Frutta c’è un invito al dialogo, ovvero alla capacità di parlarsi con sincerità. Un po’ come stiamo facendo adesso io e te. Ed io sono convinto che in questo mondo, in questo terribile, intricato mondo di oggi difficilmente si possa costruire qualcosa di buono per le persone se si rinuncia al dialogo ed al confronto.

Mi auguro che queste mie parole servano a fugare le tue perplessità.

Con i saluti più cari,

Enzo.

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Scrive Francesco Gagliardi:

Il 5 giugno si è votato in 1342 Comuni e 7 capoluoghi di Regione. Sono stati chiamati alle urne 15 milioni di elettori.

 

Hanno votato soltanto il 62% degli aventi diritto al voto.

E come era prevedibile questo primo turno ci ha consegnato una Italia divisa, spaccata, frantumata, disorientata, sgarrupata direi.

 

Nessun sindaco delle grandi città è stato eletto al primo turno.

Fanno eccezione le città di Cagliari, Salerno e la nostra amata Cosenza.

 

Nella nostra città l’ex Sindaco Mario Occhiuto, defenestrato dalla sua stessa maggioranza in Consiglio Comunale alcuni mesi fa, ha ottenuto una vittoria schiacciante umiliando i suoi avversari politici che per anni saranno costretti a leccarsi le ferite.

I voltagabbana, i traditori, i saltimbanco, i poltronieri sono stati zittiti e messi alla berlina dagli elettori cosentini che fessi non sono.

 

A Roma ha prevalso il Movimento 5 Stelle.

A Milano i candidati del centro sinistra e del centro destra.

A Napoli si è imposto il Sindaco uscente De Magistris.

 

Il candidato del Pd non è riuscito a superare neppure la soglia del primo turno.

I brogli elettorali delle primarie e le lotte interne non hanno evidentemente giovato alla candidata Sindaco Sig.ra Valente.

 

Anche a Bologna il sindaco uscente del Pd Merola non è riuscito a farsi eleggere al primo turno come fece 5 anni fa.

Chi realmente ha vinto?

Chi davvero ha perso?

 

Secondo il teatrino della politica hanno vinto tutti, nessuno ha perso.

Un dato è certo: a Roma il Movimento 5 Stelle ha triplicato i suoi voti, il Pd è crollato ovunque, Forza Italia si è liquefatta.

Le periferie delle grandi città hanno cambiato colore bocciando il Pd perdendole tutte.

 

Ormai è chiaro:il Pd di Renzi ha seri problemi Cosa succederà fra 15 giorni?

Le sorprese non mancheranno. Il 19 giugno, al ballottaggio, ne vedremo delle belle.

La riflessione vera si farà fra 15 giorni.

 

Ma veniamo alla nostra Cosenza.

A Cosenza non ha pagato la scelta di defenestrare il Sindaco in carica a soli tre mesi dalla scadenza naturale del suo mandato, non ha pagato la scelta del candidato del Pd Guccione, ritenuto dagli elettori cosentini come un ripiego dopo il gran rifiuto di Lucio Presta imposto da Renzi e non ha pagato neppure la scelta del Pd di correre in questa tornata elettorale insieme agli scissionisti di Forza Italia, Verdini in particolare.

 

Il Pd, puntando su Guccione, aveva fatto illudere i vari candidati consiglieri comunali nelle liste elettorali, che avrebbe vinto addirittura al primo turno vantando la strana alleanza e il sostegno degli ex berlusconiani.

Era sceso a Cosenza lo stesso Verdini e si era fatto fotografare insieme all’ex consigliere regionale di Forza Italia Morrone e all’ex Assessore Regionale Giacomo Mancini Junior. (vedi foto)

Il risultato che i due hanno ottenuto è stato un vero disastro. Il partito di Verdini ha fatto flop dappertutto.

Non ha portato nessun voto. In nessun comune è stato determinante e si è visto finalmente che il peso elettorale è vicino allo zero.

Non si sono ancora finiti di contare i voti che subito sono iniziate le discussioni e le accuse.

 

Una cosa è certa: il Pd non ha ottenuto un buon risultato, c’è stato un evidente arretramento ovunque.

E Renzi da la colpa agli altri che non sanno fare squadra. I dirigenti del suo partito, invece, danno la colpa alle alleanze strane e stravaganti.

C’è un proverbio calabrese un po’ volgare che dice: - A scusa du piritaru è la cammisa rutta-

Francesco Gagliardi.

Riceviamo e pubblichiamo.

"Questo documento si pone in continuità rispetto a quanto discusso nell’Assemblea degli iscritti del 12 aprile 2016.

I punti qui rappresentati – quattro priorità per Amantea e Campora San Giovanni – vogliono essere una indicazione su cui si ritiene urgente che l’azione amministrativa debba concentrarsi.

In altri termini, rispetto a quanto di seguito esposto ci si aspettano risposte chiare e tempi brevi.

Breve premessa

Sarà utile, in futuro, affrontare una valutazione dei ritorni sociali del bilancio dell’ente.

In seguito all’ultimo Consiglio Comunale del 30 aprile 2016 si apprende che dei dieci indicatori previsti per valutare la bontà del bilancio comunale ne vengono superati sette. Si vuole, tuttavia, evidenziare una preoccupazione relativa alla capacità di indebitamento. Perché, fuori da qualsivoglia superficiale interpretazione del niet della Cassa Depositi e Prestiti, si ritiene che ciò che emerge sia la ridotta capacità di ricorrervi.

Pertanto si reputa cruciale un’attenzione a questa tematica che rappresenta il termometro della salute economica (e non solo) della città. Non superfluo, a tal riguardo, sarebbe una riflessione rispetto all’opportunità di un bilancio partecipato.

Quattro priorità per Amantea e Campora

1. Lungomare*

E’ convinzione diffusa che il rifacimento del Lungomare - potenziale indotto dell’intero sistema socio-economico comprensoriale - non sia più rinviabile, perché opera-vetrina di una cittadina che deve far leva su politiche turistiche, particolarmente importanti per la nostra economia e coerenti con il nostro sentiero di sviluppo.

Per questo si ritiene necessario ripristinare le risorse per l’esecuzione dell’opera, anche sacrificando la realizzazione di infrastrutture rinviabili e strategicamente di impatto minore. Non meno importante si crede sia riaprire una discussione pubblica con gli stakeholders (cittadini, Comitato, Consorzio, Associazioni, Enti, Imprese), in un’ottica di democrazia deliberativa.

*Il testo è stato elaborato precedentemente al 12 maggio 2016, data in cui si è venuti a conoscenza dell’inizio di alcune opere pubbliche finanziate attraverso la devoluzione del mutuo di circa 2,5 milioni di euro originariamente richiesto per la realizzazione del nuovo lungomare. Peraltro, l’impegno di ripristinare sull’opera almeno la somma di circa 1,4 milioni di euro (corrispondente alla richiesta di mutuo alla Cassa

Depositi e Prestiti) era stato assunto dall’Assessore al ramo Sergio Tempo in un incontro con la Segreteria del Circolo avvenuto nello scorso mese di marzo nella Sezione.

2. Centro Storico

La conclusione dei lavori di restauro dei ruderi della Chiesa di San Francesco d’Assisi non può restare un isolato momento di riconquista del borgo antico, bensì la motivazione per la definizione di un piano di riqualificazione ordinaria dell’intero Centro storico volto, innanzitutto, alla sua fruibilità.

A tale scopo, si ritiene necessario nell’immediato: riqualificare ed identificarne le vie d’accesso, evidenziarne con opportuna segnaletica i tanti percorsi storici, una maggiore cura degli spazi (da monitorare per evitare situazioni di degrado), programmare eventi culturali e di rievocazione storica nel programma estivo.

3. Campora San Giovanni

Campora rappresenta una realtà particolarmente dinamica e interessante dell’intero tessuto cittadino. Ciò è comprovato dalle potenzialità di crescita della popolazione, di sviluppo del sistema economico e dal contributo che questo dà a quello comprensoriale.

Si ritengono prioritari (tra i diversi interventi già segnalati): la realizzazione di un adeguato e sicuro accesso al mare (qui una riflessione andrebbe fatta verso l’area di via Torrione), un maggiore decentramento dei servizi comunali (partendo da quelli di anagrafe, protocollo e tributi) e la riqualificazione dell’area mercato.

4. Informazione e partecipazione pubblica

Per diffondere la consapevolezza dei problemi ed innescare quei meccanismi fiduciari che consentono ad una società di esprimersi attraverso soluzioni condivise, un ruolo cruciale è riservato all’informazione. Elemento determinante per promuovere quella partecipazione pubblica informata di cui la nostra città ha bisogno.

Per tale ragione si reputa improcrastinabile recuperare la proposta del Regolamento per le riprese audiovisive e le registrazioni audio delle sedute del Consiglio comunale presentata nella passata consiliatura (giugno 2013). La diretta streaming dei lavori del Consiglio, al quale tutti possono accedere, rappresenterebbe un servizio prezioso per consentire a tutti i cittadini di informarsi su quanto avviene in città, prendendo consapevolezza dei problemi.

Le priorità esposte nel documento sono state individuate grazie alle osservazioni ed alle valutazioni di iscritti al Partito e cittadini, e si ritiene siano consoni con le prospettive di crescita e di sviluppo della città. Si crede possano rappresentare un quadro di riferimento delle istanze cittadine. Lo sono di sicuro per il Partito Democratico.

Amantea, 16 maggio 2016

Enzo Giacco

Tutta paesana la vicenda tra il segretario provinciale del PD, Luigi Gugliel melli, ed il Corriere della Calabria.

Il Corriere della Calabria pubblica un editoriale sul "modello Cosenza"

E Guglielmelli scrive:«Egregio direttore, ho letto con attenzione il suo articolo alquanto indecoroso e passibile di querela sulla composizione della lista Pd di Cosenza. Io Le posso assicurare non solo che il Pd ha presentato candidature correlate dal certificato dei carichi pendenti, ma ha anche verificato a fondo la natura di tutte le candidature. Lei deve fare i nomi. Se è un giornalista serio e ha le fonti faccia i nomi. La smetta con le insinuazioni di fatti del tutto estranei al Pd. Lei ha il dovere di dire chi è questo figlio di Riina in lista, deve dire a chi si riferisce. Ovviamente ci riserviamo di tutelare l'immagine e il decoro del Pd in ogni sede».

Riporta il giornale :”Poi ci ha inviato un sms per caldeggiare la pubblicazione del suo scritto. Siccome non abbiamo nessun timore delle sue querele; siccome non prendiamo ordini da lui su quando e come fare i nomi, che ovviamente faremo, e siccome non intendiamo "smetterla", a tale sms abbiamo replicato: «Egregio Guglielmelli, letta la sua nota, speriamo sia di parola. La attendiamo in Tribunale».

Tuttavia pare che Guglielmelli non sia tanto intenzionato a mettere in atto le vie legali, infatti, manda un altro sms:

«La mia non è una minaccia. Solo una frase di rito, in questi casi vista la gravità delle affermazioni. Se mi si dice che il figlio di Riina è nelle liste del Pd mi pare il minimo. Anche se io odio querele e denunce soprattutto nei confronti della stampa. Spero si possa chiarire e discutere nel merito».

Il giornale risponde:

«Neanche la nostra è una minaccia. Ma siccome lei sa PERFETTAMENTE a cosa fa riferimento il nostro editoriale, è bene che in tribunale, dove i magistrati hanno il potere di acquisire la documentazione a sostegno della nostra pesante, certo, affermazione, si vada per stabilire se siamo dei mentitori. Pubblicheremo la sua nota e diremo che la onorabilità del suo partito passa attraverso una tutela che solo una sentenza può dare. Vale per il suo Pd e vale per noi».

Infine il Giornale scrive. “Caso chiuso, lavoriamo a raccogliere riscontri e prove. Dalla indagine di Reggio Calabria (che oggi ha operato sette arresti e che contesta a notissimi personaggi anche la violazione della legge Anselmi per avere messo in piedi strutture massoniche dove mafiosi, imprenditori e politici gestiscono insieme potere e voti) comincia ad arrivare materiale prezioso. E sì, caro Guglielmelli, il "modello Reggio" torna di moda in politica. Peccato che il Pd a Reggio Calabria se ne è liberato, mentre quello di Cosenza, a voler essere buoni, stenta a farlo, anzi...”

Ndr. Cosenza ci ha abituato a minacce di querela ed a repentine sconfessioni.

Vi invitiamo a seguire la vicenda su Corriere della Calabria ma ci impegniamo, comunque, a farvi sapere.

Pubblicato in Cosenza

Non ci sta il PD e dice basta.

Antonio Gentile e Dorina Bianchi sono disubbidienti.

E soprattutto non rispettano le decisioni che il PD assume anche per NCD.

 

Come si permettono Antonio Gentile e Dorina Bianchi ad assumere decisioni autonome e che tengano conto della situazione calabrese?

 

Ed infatti dopo ed insieme alle grida di Enza Bruno Bossio, che guarda caso si trova sulla stessa linea del PD ( chissà che con due sottosegretari calabresi in meno……) , i segretari delle cinque Federazioni provinciali del Pd della Calabria (Luigi Guglielmelli, Cosenza; Arturo Pantisano, Crotone; Sebi Romeo, Reggio Calabria; Michele Mirabello, Vibo Valentia, e Enzo Bruno, Catanzaro) chiedono, con un documento, che i sottosegretari calabresi del Nuovo centrodestra, Antonio Gentile e Dorina Bianchi, lascino il Governo.

 

La richiesta é motivata dalla decisione del partito di Alfano "di assumere una posizione alternativa rispetto a quella espressa dal Pd nelle imminenti elezioni comunali a Crotone e Cosenza".

In sostanza ,secondo i segretari provinciale del PD, NCD sta al governo fino a quando obbedisce alle scelte del partito. Ad ogni livello.

Sostengono nel documento i segretari di Federazione del Pd "L'ambiguità dimostrata in queste ore da Ncd è espressione tangibile di un vecchio modo di fare politica che non fa bene alla Calabria.

Un linguaggio incomprensibile nella sua doppiezza che si esprime in pratiche di condizionamento, finalizzate a contrattare posizioni di potere senza tenere conto dell'esistenza di un progetto di governo unico e condiviso, tanto a Roma quanto in Calabria.

 

La politica dei due forni praticata dal senatore Gentile e dai suoi, a pochi giorni dalla firma del 'Patto dello sviluppo' che sarà siglato dal premier Matteo Renzi e dal presidente della Regione Mario Oliverio, si configura come uno schiaffo ai calabresi che guardano con fiducia all'attuazione di quel progetto di rinnovamento.

Il presidente Oliverio, dopo avere ereditato un disastro, sta operando bene con competenza e determinazione, per risollevare e far ripartire la nostra regione".

Poi il documento conclude con quella che sembra una minaccia :"Un lavoro proficuo che si sta concretizzando anche grazie a quel progetto politico che si poggia sulla linearità dei rapporti politici a livello nazionale e regionale e che Ncd in Calabria ha deciso di archiviare".

Pubblicato in Cosenza

I Racconti

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