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Il comune di Paola ha bandito un pubblico incanto per l’affidamento in concessione del servizio di gestione e vigilanza delle aree destinate a soste tariffate e zone limitrofe me diante Parco metri ed ausiliari del traffico.

Siamo stati invitati a trattarne con particolare riferimento a quegli elementi di dubbia legittimità

Sono emersi diversi elementi che pongono dubbi sulla loro legittimità.

Uno di essi però ci è sembrato immediatamente il più rilevante

Parliamo del punteggio da assegnare per la modalità organizzativa di svolgimento del servizio e nel quale sul totale di 43 puntine vengono disposti 20 per il numero delle unità impiegate. Si legge chiaramente la seguente dizione :” N.B. dovranno essere impiegate almeno 4 unità residenti nel comune di Paola”

A tal punto dobbiamo richiamare il chiarimento fornito dall’Anac, nel parere del 6 giugno 2014 AG 30/14 secondo il quale la clausola del bando che imponga l’obbligo di assumere soggetti disoccupati o in cerca di prima occupazione che risiedano nel Comune è illegittima.

Dispone infatti l’articolo 69 del Codice dei contratti pubblici che“le stazioni appaltanti possono esigere condizioni particolari per l’esecuzione del contratto, purché queste siano compatibili con il diritto comunitario e, tra l’altro, con i principi di parità di trattamento, non discriminazione, trasparenza, proporzionalità, e purché siano precisate nel bando di gara, o nell’invito in caso di procedure senza bando, o nel capitolato d’oneri”.

Con riguardo alla prioritaria assunzione di soggetti disoccupati, l’Autorità ha, in altre occasioni, affermato che l’obbligo di impiegare lavoratori svantaggiati, quale condizione di esecuzione dell’appalto, è conforme al disposto dell’articolo 69 del d.lgs. 163/2006.

Di contro, non risultano conformi al diritto comunitario quelle clausole che contengono al loro interno dei criteri irragionevolmente restrittivi della concorrenza, quali possono essere i criteri localistici (Parere sulla normativa, AG 44/13).

Pertanto, non è possibile imporre l’obbligo di attingere tra i disoccupati residenti nel territorio della stazione appaltante.

Siamo in attesa di verificare se il problema sia stato sollevato in sede di gara.

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Paola 19 aprile 2016.

Si tratta di M.F., un diciassettenne di Paola.

Il giovane era alla guida di una Vespa 50

Per cause in corso di accertamento il vespista nel pomeriggio di ieri si è scontrato con una Citroen C1, alla cui guida era il signor A.V., anch'egli di Paola.

Il giovane vespista è finito contro il muro di Largo Dogana battendo violentemente il capo.

Immediati i soccorsi

Oltre alla autoambulanza del 118 anche l’elisoccorso che ha provveduto al trasporto del giovane vespista all'ospedale dell'Annunziata di Cosenza dove il giovane è attualmente ricoverato in prognosi riservata nell'ospedale cosentino.

Stando alle informazioni avute i medici hanno riscontrato un grave trauma cranico e toracico.

I rilievi dell’incidente sono stati compiuti dalla Polizia del Commissariato di Paola.

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A Paola 1000 Capi scout, alle ore 18:30 del 16 aprile 2016 attraverseranno la Porta Santa del Santuario intitolato al Santo protettore della Calabria. S. Francesco di Paola di cui ricorrono quest'anno i seicento anni dalla nascita (1416 – 2016).

 

La novità di questo Giubileo straordinario della Misericordia è che Papa Francesco ha attraversato (aperto) la vera porta, quella che non ha stipiti e che la gente ti lascia attraversare solo se avverte sentimenti di amicizia e di fiducia. La porta del cuore: il luogo che prevale sulla ragione e che comunica alla mente ciò che si avverte come giusto e vero.

Non poteva non esserci una porta sulla generazione che cresce. Di questa generazione calabrese, circa 6.000 sono i minori che il buon Dio ha affidato all'A.G.E.S.C.I., che si impegna quotidianamente per promuovere la loro crescita globale porgendo loro una proposta di impegno e di responsabilità per renderli buoni cittadini e buoni cristiani con l'obiettivo finale di lasciare questo mondo un po' migliore di quanto non l'abbiano trovato. Il Giubileo dei Capi calabresi nasce allora dalla esigenza di continuare a fare riconciliare le nuove e vecchie generazioni in un patto di amicizia benedetto da Dio Padre perché i primi non smettano di riporre fiducia in un mondo adulto e i secondi si chinino su chi cresce con la massima attenzione e cura possibili.

Di seguito il programma:

SABATO 16 Aprile

16,30-17,00

Ritrovo a Paola, sul Lungomare in un piazzale alle spalle della stazione ferroviaria.

17,30

Inizio del Giubileo. Pellegrini in cammino. Camminerà con noi S.E. Mons. Giancarlo M. Bregantini, Arcivescovo Metropolita di Campobasso-Bojano (Nella lettera del 1 settembre 2015, Papa Francesco chiarisce che «per vivere e ottenere l'indulgenza i fedeli sono chiamati a compiere un breve pellegrinaggio verso la Porta Santa, aperta in ogni Cattedrale o nelle chiese stabilite dal Vescovo diocesano, e nelle quattro Basiliche Papali a Roma, come segno del desiderio profondo di vera conversione».)

18,30

Attraversamento della Porta Santa presso la Basilica del Santuario

19,00

Nella Chiesa Nuova: Celebrazione Penitenziale presieduta da S.E. Mons. Giancarlo M. Bregantini

22,00

Musical "A braccia aperte", tributo a San Francesco di Paola, di e con Michele Paulicelli

DOMENICA 17Aprile

8,30/9,00

Santa Messa Giubilare celebrata da S.E. Mons. Vincenzo Bertolone, Presidente della Conferenza Episcopale Calabra e Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace

Conclusione del Giubileo

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Una protesta che poteva provocare una tragedia si è verificata nel carcere di Paola dove un detenuto ha appiccato un incendio nella sua cella.

 

 

A renderlo noto è il sindacato di categoria Sappe.

Ne ha parlato Donato Capece, segretario generale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria.

Immediato l’intervento degli agenti penitenziari che sono riusciti a salvare il detenuto dalle fiamme e ad evitare che l’incendio si propagasse.

 

“Sono stati momenti di grande tensione e pericolo, gestiti però –ha afferma Donato Capece, – con grande coraggio e professionalità dai poliziotti penitenziari.

 

Nonostante un fumo denso, immediatamente propagatosi nella Sezione, i bravi poliziotti hanno salvato la vita al detenuto che aveva dato fuoco alla cella, poi hanno provveduto a mettere in salvo i detenuti dalle altre celle del Reparto detentivo che erano invase dal fumo.

Poteva essere una tragedia, sventata dal tempestivo intervento dei poliziotti penitenziari di servizio nel Reparto e dal successivo impiego degli altri poliziotti penitenziari in servizio nel carcere.

Sono stati bravi i poliziotti penitenziari in servizio nel carcere di Paola a intervenire tempestivamente, con professionalità, capacità e competenza”.

Poi continua affermando che l’incendio sventato a Paola “è sintomatico del fatto che le tensioni e le criticità nel sistema dell’esecuzione della pena in Italia sono costanti.

 

Anche Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe, e Damiano Bellucci, segretario regionale della Calabria, esprimono«solidarietà e vicinanza al personale di Polizia penitenziaria di Paola, che ha risolto in maniera professionale ed impeccabile il grave evento critico» e giudicano la condotta del detenuto che ha provocato l’incendio «irresponsabile e gravissima».

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Nella giornata di ieri, 31 marzo, il personale del Commissa riato di Paola, nel corso di specifici servizi mirati alla preven zione e re pressione di reati contro il patrimonio disposti dal Questore di Cosenza Luigi Liguori, ha denunciato per i reati di ricettazione e resistenza a Pubblico ufficiale, G.E.N., di 55 anni e R.S.S., di 24 anni.

 

La attenzione è stata diretta ad un esercizio commerciale per la vendita di bigiotteria, situato nel centro di Paola, giacchè esistevano fondati sospetti che nel suo interno si effettuasse la vendita di preziosi, attività commerciale non autorizzata.

 

Gli agenti di polizia hanno riscontrato nel locale la presenza di G.E.N., nei cui confronti in passato era stato emesso provvedimento di revoca della licenza per il commercio di oggetti preziosi in quanto ritenuta responsabile del reato di ricettazione.

 

Attesi i precedenti la donna è stata quindi sottoposta a perquisizione personale.

Nonostante abbia cercato inutilmente di impedire agli operatori di Polizia di procedere, gli agenti, all’interno della borsa della donna, hanno trovato un sacchetto contenente diversi oggetti preziosi in oro.

 

La donna non ha saputo fornire spiegazioni circa la provenienza.

Inutili, i tentativi, sia da parte della persona perquisita che della titolare dell’attività commerciale, di sottrarre agli agenti il sacchetto in questione attraverso goffe manovre per liberarsene.

Gli operatori della Polizia di Stato hanno proceduto perciò ad un’accurata ispezione del locale. All’interno di una cassaforte vi erano riposti numerosi oggetti preziosi ed in oro per i quali la titolare non è stata in grado di produrre alcun documento idoneo ad attestarne la proprietà.

Si è proceduto pertanto alla denuncia delle due persone per i reati di ricettazione e resistenza a Pubblico ufficiale.

Tutto il materiale rinvenuto è stato posto sotto sequestro.

Pubblicato in Paola

I Carabinieri nel l’ambito di un servizio finalizzato alla repressione dello spaccio di stupefacenti, articolato sul territorio in occasione delle imminenti festività, hanno tratto in arresto nella giornata odierna un giovane per possesso ai fini di spaccio di sostanza stupefacente del tipo cocaina.

 

I militari dell’Arma della Stazione di Santa Maria del Cedro hanno fatto irruzione nell’abitazione del giovane, D.N., 27 anni, operaio incensurato, alle prime ore del mattino.

 

 

Vano è stato il tentativo di darsi alla fuga e di disfarsi di un bilancino intriso di sostanza stupefacente che è stato recuperato dai Carabinieri.

La successiva perquisizione domiciliare ha permesso di rinvenire complessivamente 80 grammi circa di cocaina occultata in alcuni arredi e in un vano ricavato all’interno di una stampante, alcune dosi di marijuana e circa 3.000 euro in contanti quale presunto provento dell’attività di spaccio. L’arrestato è stato associato al carcere di Paola (CS), a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

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DirezioneNazionaleAntimafiaLa Dna nel febbraio 2016 ha pubblicato la relazione annuale sulle attività svolte dal Procuratore nazionale e dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo nonché sulle dinamiche e strategie della criminalità organizzata di tipo mafioso nel periodo1° luglio 2014 –30 giugno 2015.

 

2.1.3. - Circondari di Cosenza e Paola.

Una prima valutazione generale attiene, ancora una volta, alla situazione, assai particolare, relativa agli apparati di polizia giudiziaria, evidentemente sottodimensionati rispetto al territorio in esame, alla sua conformazione, alle gravi infiltrazioni criminali ed ai preoccupanti collegamenti con ambienti politici locali e regionali emersi nel corso delle indagini.

 

§ 2.1.4. - Zona Tirrenica (Paola, Amantea, San Lucido, Fuscaldo, Cetraro e Scalea).

COSCA MUTO E GRUPPI CRIMINALI ATTIVI IN SCALEA

 

In Cetraro (CS) esercita la propria influenza la cosca “MUTO”, che è stata costituita e retta da Francesco MUTO e da suo figlio Luigi MUTO, considerato dagli investigatori l’unica persona in grado di reggere la struttura di ‘ndrangheta al posto del padre. Luigi MUTO è stato scarcerato il 4 aprile 2013.

L’associazione esercita una propria notevole influenza, altresì, nei comuni della fascia costiera dell’alto tirreno cosentino, primo fra tutti Scalea, avvalendosi, in questa circostanza, delle cosche degli “STUMMO” e dei “VALENTE”, ad essa subordinate.

La struttura criminale ha raggiunto un elevato livello di penetrazione anche nelle istituzioni locali,come è stato accertato nell’ambito del procedimento penale n.4991/09 R.G.N.R. (convenzionalmente denominato “PLINIUS”) che, nel luglio 2013, ha condotto all’esecuzione di un provvedimento cautelare nei confronti di 38 persone per associazione mafiosa, tra le quali il Sindaco di Scalea ed altri amministratori e funzionari dell’ente comunale che, così come evidenziato nel relativo capo d’imputazione associativo, avevano subordinato la politica locale ai voleri degli esponenti di vertice delle cosche, spesso determinando l’aggiudicazione degli appalti alle imprese indicate dagli esponenti della ‘ndrangheta.

Il procedimento penale ha ricevuto già un primo riscontro giudiziario con la sentenza emessa il 3 settembre 2015 dal Tribunale di Paola, che ha condannato –fra gli altri –l’ex Sindaco di Scalea, BASILE Pasquale, alla pena complessiva di 15 anni di reclusione.

Allo scopo di definire ulteriormente le condotte realizzate dai gruppi criminali operanti in Scalea, sono state richieste ed ottenute due distinte ordinanze cautelari emesse, lo scorso 15 maggio 2015, nell’ambito dell’indagine convenzionalmente denominata “PLINIUS 2”.

Le ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite nei confronti, complessivamente, di 21 indagati, per delitti di associazione di tipo mafioso, finalizzata alle estorsioni, alla turbata libertà degli incanti, per calunnia, violazioni di domicilio ed usura. L’attività investigativa, rappresenta, evidentemente, una naturale prosecuzione di quanto già evidenziato nella precedente attività,“PLINIUS”.

E’ stata individuata una pluralità di estorsioni in danno di diversi commercianti ed imprenditori del luogo, costretti ad elargire, senza alcun titolo, sotto la pressione di atti intimidatori, somme di denaro che variavano in relazione al tipo di attività commerciale o imprenditoriale vessata.

 

Di rilievo, altresì, la turbativa delle aste giudiziarie -in numero considerevole, visto il particolare periodo di crisi economica -finalizzata ad accaparrarsi immobili di rilevante valore, inibendo la partecipazione di altri concorrenti sgraditi all’associazione criminale.

L’indagine ha confermato il livello di infiltrazione raggiunto dai sodalizi ndranghetisti locali, caratterizzati ormai da tempo da un’organizzazione interna strutturata ed efficiente, in grado di

gestire con modalità tipicamente mafiose diversificate attività illecite, in particolare nei remunerativi settori dell’estorsione, dell’usura nonché del reimpiego di capitali illeciti. Ha dimostrato, altresì, l’immediata e purtroppo efficiente riorganizzazione della ‘ndrina scaleota, sotto le direttive di esponenti di spicco del locale ‘ndranghetistico dei “MUTO ”.

Sempre nello stesso ambito, sono in corso indagini circa le responsabilità di numerosi soggetti facenti parte di un sodalizio dedito allo spaccio di stupefacenti che si avvale della collaborazione nelle vesti di canali di approvvigionamento di soggetti contigui alla cosca di ‘ndrangheta “MUTO” di Cetraro.

 

Sono altresì in corso indagini relative alle cointeressenze della criminalità organizzata in ordine al tessuto politico-amministrativo del comune di Santa Domenica Talao.

Le indagini sono state avviate a seguito di atti intimidatori, denunciati in concomitanza con le ultime consultazioni elettorali per il rinnovo del consiglio comunale dell’ente locale, ipotizzando

l’esistenza di un contesto criminale, contiguo alla cosca di ‘ndrangheta “MUTO”, il quale, anche mediante tali atti intimidatori, avrebbe realizzato condotte volte ad ottenere il controllo dell’amministrazione comunale anche con propri “referenti”.Sono in corso, ancora, indagini relative a delitti in materia di armi realizzati nell’area territoriale dell’alto Tirreno cosentinoe ulteriori accertamenti relativi all’infiltrazione della cosca MUTO in altri settori della pubblica amministrazione

 

COSCA SERPA E GRUPPI CRIMINALI ATTIVI IN PAOLA E NEL SUO HINTERLAND.

In Paola (CS) e Fuscaldo (CS), è presente la cosca “ SCOFANO –MARTELLO –DITTO –LA ROSA ”, contrapposta, in Paola, alla storica cosca dei “ SERPA ” ed, in Fuscaldo, al gruppo “

TUNDIS ”.

La cosca “ SCOFANO –MARTELLO –DITTO –LA ROSA” era retta, originariamente, da SCOFANO Mario, referente sulla costa per i clan cosentini.

Attualmente è invece diretta dai fratelli Alessio MARTELLO e Francesco MARTELLO, entrambi figli del defunto Luciano MARTELLO.

Nella sola Paola (CS) opera, inoltre, la cosca dei “SERPA”, contrapposta a quella appena indicata. La cosca “SERPA” era collegata, dal punto di vista criminale, a quella dei “BRUNI” di Cosenza.

Tale ultima associazione criminale è stata tuttavia depotenziata per effetto del provvedimento cautelare emesso, nell’ambito del procedimento penale n.3278/00 R.G.N.R. (convenzionalmente denominato “TELA DEL RAGNO”), il 16 marzo 2012, dal G.I.P. Distrettuale di Catanzaro nei confronti di ben 62 soggetti appartenenti, oltre che al citato sodalizio, anche a gruppi criminali ad esso collegati, primo fra tutti la cosca “BRUNI” di Cosenza ma anche le cosche “LANZINO/RUA’” e “GENTILE” e “BESALDO”, attive in Amantea.

Tale procedimento penale ha ricevuto un riscontro giudiziario di primo grado, con la sentenza resa a seguito di rito abbreviato, il 29 luglio 2013, (attualmente in appello) e con quella, emessa a chiusura del rito “ordinario”, l’11 marzo 2015; è pendente, innanzi alla Corte d’Assise di Cosenza il “ troncone” per i reati di competenza.

Contestualmente è stata altresì proposta una misura di prevenzione personale e patrimoniale nei confronti di SERPA Nella, individuata quale personaggio di vertice dell’omonima cosca, poi condannata l’11 marzo 2015, a 18 anni di reclusione.

La misura è stata disposta, il 15 settembre 2014, dal Tribunale di Cosenza, con provvedimento n.66/14 R.M.P.

In conseguenza di tale provvedimento, la cosca “RANGO/ZINGARI”, come già sopra accennato e come emerso nell’ambito del proc. penale n.484/13 R.G.N.R., ha tuttavia esteso la sua influenza in Paola, demandando il compito di insediarsi sul territorio a FOGGETTI Adolfo, poi divenuto collaboratore di giustizia.

 

COSCHE ATTIVE IN AMANTEA

Il territorio di Amantea (CS) è interessato dalla presenza di due gruppi criminali distinti, “ GENTILE -GUIDO-AFRICANO” e “ BESALDO”, attualmente non in conflitto per effetto di un tacito Accordo e, anzi, in cointeressenza in numerosi settori illeciti.

Le due associazioni criminali sono state indebolite per effetto di alcune misure cautelari e delle conseguenti condanne pronunciate nell’ambito del procedimento penale n.527/06 R.G.N.R. (convenzionalmente denominato “NEPETIA/ENIGMA ”), tanto che gran parte degli esponenti di vertice del sodalizio risulta tuttora detenuta, primi fra tutti GENTILE Tommaso e BESALDO Pasqualino.

 

Ulteriore momento di contrasto si è avuto, altresì, nell’ambito del proc. penale n.3278/00 R.G.N.R. già sopra menzionato, che ha visto coinvolti personaggi appartenenti al sodalizio.

Sono in corso attività che si prefiggono l’obiettivo di individuare le nuove “leadership” sul territorio e, nel medesimo contesto, si stanno verificando le dinamiche conseguenti ad una serie di atti intimidatori subiti dagli amministratori comunali del centro.

Pubblicato in Primo Piano

Continua il contrasto agli illeciti demaniali

Questo il comunicato stampa di mercoledì 9 marzo da parte della Capitaneria di porto di Vibo Valentia.

 

Prosegue incessante l’attività di controllo a tutela del pubblico demanio marittimo, da parte dei militari della Capitaneria di porto di Vibo Valentia, comandata dal Capitano di Fregata (CP) Antonio LO GIUDICE.

 

Nell’ambito di tali funzioni di vigilanza, il personale operante ha eseguito, nel tardo pomeriggio di lunedì 7 marzo, su delega della Procura di Paola, il sequestro preventivo di una struttura turistica sita sul litorale di Paola, per occupazione abusiva di area demaniale marittima.

 

Il titolare della struttura turistica era stato già in precedenza deferito alla competente Autorità Giudiziaria poiché non in possesso di regolare concessione demaniale marittima nè per l’immobile, nè per l’area esterna ad esso asservita.  

Il sequestro ha interessato complessivamente 1.253 metri quadri di area demaniale marittima, su cui insistono uno stabile in legno con copertura in tegole, due locali esterni e una veranda.

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Si è conclusa questa sera la 23esima edizione del Carnevale di Amantea, un’edizione ridotta, una mini edizione.

 

In estrema sintesi 2 carri, figli dello sforzo di due gruppi di giovani ragazzi che ci hanno provato.

I Bravi ragazzi con il carro Emoticons WhatsApp.

I Senza na lira con il carro Ralph Spaccatutto.

Due carri che, comunque, per i temi trattati, hanno fatto felici i bambini.

 

Tre invece le scuole di ballo:

La Dance Accademy di Lago.

La New Harmony Dance di Antonietta ed Olindo Munno.

La Società Sportiva Aurora di Dalila Aloe, Anna Marigliano, Rossana Ferro e Wanda Abate.

Non poche, anzi tante, forse tardive, le polemiche su un evento dal destino già scritto che si andava delineando man mano che le notizie si susseguivano nei mesi scorsi.

 

Un declino nato anche per il forfait dei gruppi storici di Belmonte Calabro, da sempre presenti al Carnevale Amantea ed vittoriosi numerose volte, ma che stavolta hanno preferito organizzare diversi pullman per partecipare al Carnevale di Putignano.

 

Per il forfait del gruppo di Longobardi, ideatore lo scorso anno di un valido carro allegorico (vincitore del premio TirrenoNews.it in base ai voti dei nostri lettori), che quest’anno ha preferito organizzare eventi nel proprio paese ed partecipare ad altre sfilate.

 

Ma anche la scomparsa dei carristi di Campora San Giovanni, anche se non si può parlare di scomparsa visto che sono stati in grado di realizzare delle bellissime opere di cartapesta distribuite su tutto il corso cittadino, così come documentato in questo articolo.

 

Da segnalare il silenzio assordante della stessa amministrazione di Amantea che non ha proferito parola (leggi comunicato) circa il serio ridimensionamento (leggi fallimento) di uno degli eventi cittadini, più sentiti e partecipati dell’intero hinterland amanteano.

 

Da segnalare, invece eventi carnevaleschi nei paesi limitrofi, da Belmonte a Longobardi passando a Fiumefreddo per Torremezzo, senza dimenticare Nocera terinese, concludendo infine al Carnevale della città di Paola, quest’anno attraversata  da ben 13  carri Allegorici.

(Il groufie Paolano a conclusione della manifestazione allegorica).

CarnevalePaola

 

Ad Amantea un ritorno all’antico. Via i carri ed i loro meravigliosi gruppi brilla il funerale.

FuneraleCarnevaleAmantea5

 

Un funerale non annunciato e dallo strano simbolismo, tanto più perché gli autori sono stati gli stessi dello splendido carro vincitore dello scorso anno e le cui maschere hanno fatto bella figura di se nel lontano carnevale di Belvedere Marittimo. Parliamo de Il paese dei Balocchi e de I Giovinotti.

FuneraleCarnevaleAmantea1

 

Un funerale in piena regola al quale ha partecipato anche il pubblico presente porgendo le condoglianze al gruppo e stringendo loro le mani.

FuneraleCarnevaleAmantea2

 

 

Ad Majora, ne abbiamo un disperato bisogno.

A domani.

 

GALLERIA FOTOGRAFICA - Carnevale di Amantea - Edizione 2016

(a fondo pagina il link alla galleria completa)

 

N.b. per vedere tutta la galleria foto clicca qui e collegati alla nostra pagina Facebook.

Pubblicato in Primo Piano

L’ordinanza del sindaco Basilio Ferrari ha dichiarato l’acqua non usabile per fini umani ed animali.

 

La ragione nei risultati del laboratorio Bioquality sas che hanno evidenziato parametri microbiologici non rientranti nei limiti del dlgs 31/2001.

In buona sostanza nell’acqua c’era presenza di coliformi.

 

Ora è notorio che la presenza di coliformi totali in un’acqua può avere diversa origine:

-contatto dell’acqua con l’ambiente esterno (es. contaminazione da terreni);
--contaminazione in atto da materiale fecale (umano o animale) proveniente da fognature, scarichi superficiali, pozzi perdenti);

- presenza di carbonio organico assimilabile che permette lo sviluppo dei coliformi nella rete di distribuzione “.

 

La situazione ha dato luogo ad una inutile ed improduttiva pressione politica preelettorale.

Ed allora ecco il miracolo: l’acqua ridiventa potabile.

 

Ovviamente San Francesco non c’entra niente.

Il miracolo lo hanno fatto il sindaco e la chimica.

Il sindaco ha trovato la soluzione più facile, ha fatto clorare l’acqua, il cloro ha ucciso i colibatteri e l’acqua è ridiventata potabile.

Le fonti di inquinamento? E’ una competenza della Sorical.

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I Racconti

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