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Eseguite 19 misure cautelari nei confronti di due gruppi criminali dediti alle rapine. Attività a Cosenza, Corigliano-Rossano (CS), Lamezia Terme (CZ), Spinea (VE), Castrovillari (CS), Catanzaro, Vibo Valentia e Napoli.

La conferenza stampa

COSENZA - 17 ott. 19 - Alle prime luci dell’alba, in Cosenza, Corigliano-Rossano (CS), Lamezia Terme (CZ), Spinea (VE), Castrovillari (CS), Catanzaro, Vibo Valentia e Napoli, i Carabinieri dei Comandi Provinciali di Cosenza, coadiuvati da quelli di Catanzaro, Napoli e Venezia,

 

hanno dato esecuzione a 19 provvedimenti di custodia cautelare (di cui 11 in carcere, 5 agli arresti domiciliari e 3 obblighi di dimora), emesse dall’Ufficio Gip presso il Tribunale di Cosenza, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di altrettanti soggetti, indagati, a vario titolo, per i reati di “associazione per delinquere” finalizzata alla commissione di “furti” e “ricettazione”, nonché per “rapina in abitazione”, “resistenza a pubblico ufficiale”, “evasione”, “inosservanza degli obblighi della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno”, “favoreggiamento personale” e “possesso di chiavi alterate o grimaldelli”.

L’attività di indagine, convenzionalmente denominata “Vulture” (“Avvoltoi”), avviata nel mese di ottobre 2017 dai militari delle Stazioni Carabinieri di Montalto Uffugo, Luzzi e Lattarico, con il coordinamento della Compagnia di Rende, a seguito di numerosi reati predatori perpetrati nella Valle del Crati e nelle zone industriali di Montalto Uffugo e Rende (episodi delittuosi per i quali si è dato anche corso ad un mirato approfondimento in sede di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica presso la Prefettura di Cosenza), ha consentito di individuare i componenti di due gruppi criminali, per la gran parte soggetti provenienti dai paesi dell’est Europa, dediti alla commissione di reati predatori ed, in particolare, furti in attività commerciali e rapine in abitazione.

L’ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE FINALIZZATA AI FURTI IN ATTIVITÀ COMMERCIALI

E’ questo il reato contestato ai componenti dell’organizzazione criminale - composta da soggetti di nazionalità rumena, moldava ed italiana stanziali in Cosenza e Corigliano-Rossano, su cui sono stati raccolti solidi elementi comprovanti la responsabilità in ordine a 38 furti, perpetrati in danno di bar, tabacchi, sale giochi e scommesse, distributori di carburanti, supermercati, cash & carry, concessionarie auto, aziende per la produzione di mezzi ed utensili da lavoro, per la produzione e distribuzione del caffè, per la distribuzione del gas, impresi edili etc.. delle province di Cosenza, Catanzaro, Vibo Valentia e Taranto (i colpi sono stati messi a segno esattamente nei Comuni di Cosenza, Rende, Montalto Uffugo, Amantea, Paola, Villapiana, Mangone, Diamante, Lamezia Terme, Corigliano-Rossano, Bisignano, Cetraro, Palagiano, Cassano all’Ionio, Pizzo Calabro, Camigliatello Silano), per un danno complessivo stimato in circa 700.000€.

L’ORGANIZZAZIONE, IL MODUS OPERANDI ED IL GERGO UTILIZZATO.

Tutto pianificato ed organizzato nei minimi particolari, dalla selezione degli esercizi commerciali da colpire, alla definizione degli automezzi (prevedendo sempre il supporto di auto staffette per la preliminare sorveglianza dei tragitti stradali percorsi dagli associati per raggiungere gli obiettivi e fare rientro alle rispettive abitazioni) e degli strumenti occorrenti per l’esecuzione dell’azione, alla suddivisione dei ruoli tra i soggetti partecipanti ai furti (distinguendo tra soggetti incaricati di procedere all’attività materiale di effrazione e sottrazione della refurtiva, altri dediti allo svolgimento delle funzioni di “palo” e di “staffetta”, altri ancora impiegati nell’attività di trasporto e recupero dei sodali), alla ricettazione della refurtiva, ricollocata da alcuni membri del gruppo criminale degli “zingari” di Cosenza, e dalla conseguente distribuzione dei proventi illeciti tra i sodali fino all’eventuale ausilio da prestare, anche sul piano economico, agli appartenenti al gruppo criminale per le spese legali sostenute in caso di arresto e sequestri.

Il “modus operandi” era sempre lo stesso:

contatto preventivo tramite telefono cellulare il giorno prima della esecuzione del colpo;

incontro dei componenti del gruppo in luoghi appositamente convenuti poco tempo prima del compimento dell’azione;

avvicinamento all’obiettivo tramite autovetture di volta in volta selezionate;

scambio di informazioni e di direttive nel corso dell’avvicinamento al teatro del fatto-reato;

esecuzione dei reati mediante effrazione e violenza sulle cose, oltre al travisamento al fine di eludere gli strumenti di video-sorveglianza;

utilizzazione di uno o più complici nella funzione di “palo” e di “staffetta”, in modo da segnalare l’eventuale presenza di pattuglie delle Forze dell’Ordine.

Il “gergo” utilizzato dai membri dell’associazione criminale prevedeva una serie di termini convenzionali dal contenuto criptico ed in particolare venivano indicati con il termine “ragazze” coloro i quali commettevano i furti, mentre con l’espressione “andare in guerra” veniva indicata la vera e propria azione delittuosa all’interno degli esercizi commerciali (“..Sono andate via le ragazze in guerra?..”). Ed ancora “abiti puliti” stava ad indicare il cambio degli indumenti utilizzati per il furto (“…Prendo i vestiti puliti?...”), mentre termini più colorati venivano utilizzati per indicare le autovetture “puttane” (“…E' entrata una puttana nella stazione di servizio adesso per fare rifornimento! Dillo presto a loro!...”), le forze di polizia “ratti neri o neri” (“…Quei ratti neri? Sono andati con la macchina in caserma!...”) e le guardie giurate “spose” (“…Le spose sono venute verso di voi, sono venute qui! Hanno guardato qui e poi sono andate verso di voi!...”).

I RISCONTRI DURANTE L’ATTIVITÀ INVESTIGATIVA.

Nel corso dell’attività d’indagine, i Carabinieri hanno effettuato plurimi interventi riuscendo a recuperare parte della refurtiva trafugata nei 38 furti consumati (tra cui autovetture, prodotti cosmetici, generi alimentari, tabacchi, gratta e vinci, utensili vari, televisori, tablet, piccoli elettrodomestici, restituiti ai legittimi proprietari), nonché a sequestrare 3autovetture e diversi arnesi da scasso in uso al gruppo criminale.

Gli approfondimenti condotti hanno altresì consentito di documentare ulteriori reati commessi dai malviventi ed in particolare:

18 violazioni degli obblighi imposti dalla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno;

4 ricettazioni di gratta e vinci, sigarette, tablet e telefoni cellulari;

4 favoreggiamenti personali;

1 evasione dagli arresti domiciliari;

1 resistenza a Pubblico Ufficiale a seguito di inseguimento ad elevatissima velocità, nel corso del quale i malviventi, dopo aver compiuto una serie di manovre elusive - mettendo in pericolo l'incolumità dei Carabinieri e degli utenti dell’autostrada - riuscivano a darsi alla fuga.

IL GRUPPO CRIMINALE DEDITO ALLE RAPINE E AI FURTI IN ABITAZIONE

Concorso in rapina e tentato furto in abitazione con l’aggravante di aver agito in più persone riunite all’interno di privata dimora e dietro minaccia di un cacciavite: è questo il capo di imputazione contestato ai componenti dell’altro gruppo criminale - composto da soggetti di nazionalità slava ed italiana, stanziali in Napoli e Corigliano-Rossano, responsabili in ordine ad una rapina in abitazione ed un tentato furto in abitazione commessi, a distanza di pochi giorni, in Lattarico (CS), nel mese di giugno 2018.

IL MODUS OPERANDI

Il gruppo criminale, composto da 5 persone, agiva in pieno giorno in villette isolate. Una volta individuato l’obiettivo da colpire entravano in azione repentinamente, bussando alla porta di casa della vittima e qualificandosi come “carabinieri”. Una volta dentro l’abitazione, mentre uno dei malviventi teneva bloccata la vittima dietro minaccia di un cacciavite, gli altri tre complici rovistavano l’abitazione, per poi darsi velocemente alla fuga a bordo di un’autovettura di grossa cilindrata condotta dal quinto complice che faceva da autista e da “palo”.

Tale modalità operativa presenta sostanziali analogie con altre rapine consumate nella sibaritide, su cui sono in corso ulteriori indagini da parte dei Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza.

IL TENTATO FURTO IN ABITAZIONE DEL 22 GIUGNO 2018.

Nella mattinata del 22 giugno 2018, i malviventi bussavano reiteratamente alla porta della vittima, un 17enne di Lattarico (CS), che in quel momento si trovava in casa da solo. Qualificatisi come “carabinieri”, immobilizzavano con una mossa fulminea il giovane, tenendolo fermo con la forza e strappandogli il telefono cellulare dalle mani al fine di impedirgli di chiedere aiuto al 112, mentre gli altri complici rovistavano nei cassetti, mettendo a soqquadro l’intera abitazione per poi dileguarsi senza riuscire ad asportare nulla, verosimilmente impauriti da una sirena udita a distanza.

LA RAPINA IN ABITAZIONE DEL 26 GIUGNO 2018.

Nella mattinata del 26 giugno 2018, con un’azione criminale del tutto analoga, i malviventi bussavano reiteratamente alla porta della vittima, un 41enne di Lattarico (CS), e dopo essersi, ancora una volta, qualificati come “carabinieri”, immobilizzavano l’uomo. Ripetendo un tragico copione, strappavano con forza il telefono cellulare dalle mani del malcapitato, così consentendo agli altri complici di rovistare nei cassetti e negli armadi dell’intera abitazione, in ultimo riuscendo ad asportare numerosi monili in oro. Una volta usciti dall’abitazione, i malviventi si accorgevano della presenza di un amico della vittima, che nel frattempo era arrivato a bordo di un furgone nei pressi dell’abitazione per un saluto, e si dirigevano minacciosamente verso di lui danneggiandogli la fiancata destra del furgone. L’uomo, in preda al panico, partiva velocemente a bordo del furgone inseguito dai malviventi, i quali, dopo aver tentato più volte di speronarlo, senza riuscirci, desistevano e si davano precipitosamente alla fuga

Pubblicato in Basso Tirreno

Ieri sera mentre passeggiavo per le vie di Cosenza ho appreso da alcuni amici la notizia della sentenza della Corte dei Conti che ha confermato il dissesto finanziario del Comune di Cosenza.

I commenti non si sono fatti attendere.

Il Comune in una nota ha fatto sapere che non vi sarà alcuna conseguenza per i cittadini in materia tributaria essendo le aliquote già stabilite nella massima misura sin dall’anno 2010.

Il Sindaco Mario Occhiuto, candidato di Forza Italia a Governatore della Calabria, ha ricevuto una bella mazzata, un bel colpo mortale.

Lui fa sapere che sul piano politico non cambierà nulla e andrà avanti.

Non sussistono ragioni di incandidabilità.

La pensano diversamente le opposizioni.

Il Movimento 5 Stelle ha dichiarato che chi ha portato il Comune di Cosenza al dissesto non può candidarsi a guidare la Calabria già piagata di suo da decenni di malgoverno.

Anche il Commissario regionale della Lega di Salvini ha preso le distanze e ha dichiarato che la Lega è pronta a liberare la Calabria dal passato e da una sinistra incapace e ha confermato il veto della Lega alla candidatura di Mario Occhiuto a Governatore della Calabria.

Ha risposto Occhiuto:- Quello della Lega è un vero e proprio sciacallaggio politico.

Il mio operato è sempre stato assolutamente onesto.

C’è un attacco concentrico contro la mia persona.

Anche il tempismo della Corte dei Conti mi lascia perplesso e mi insospettisce.

Evidentemente qualcuno sta provando a fermarmi perché sa bene che potrei cambiare il sistema che fin oggi ha governato la Calabria -.

bonifati1COSENZA 12 ottobre 2019 – Ha realizzato una discarica abusiva di rifiuti pericolosi e non. Per questo motivo i militari della Stazione Carabinieri Forestale di Cetraro hanno denunciato all’Autorità Giudiziaria competente un uomo di Bonifati. L’uomo si è reso protagonista di un vero e proprio abbandono ripetuto e incontrollato di rifiuti in località “Serra” nel Comune di Bonifati. I militari infatti, durante un controllo in un terreno di circa 1700 metri, hanno rinvenuto abbandonati sul suolo rifiuti consistenti in apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), circa 350, e relativi componenti pericolosi e non pericolosi ed altro materiale ferroso, provenienti dai nuclei domestici. In particolare una vera e propria discarica realizzata attraverso lo spianamento di un terreno e la sua recinzione parziale. Al suo interno depositate sul suolo, vecchie apparecchiature elettriche ed elettroniche e relativi componenti in parte rimossi, frigoriferi di vario genere e dimensioni, congelatori, lavatrici, lavastoviglie, forni da cucina, piani cottura, cucine, televisori, condizionatori e diverso materiale ferrosi. Si è pertanto proceduto al sequestro dell’area, sottoposta anche a vincolo idrogeologico e al deferimento del proprietario. Inoltre si è dato luogo al campionamento da parte dell’Arpacal del terreno dove è ubicata la discarica.

Pubblicato in Calabria

furtiI furti risultano in calo nella provincia di Cosenza: è questo il positivo dato che emerge dall’analisi dei dati Istat relativi ai reati verificatisi in Italia.

L’istituto statistico mette tali dati a disposizione sul proprio sito Internet ufficiale e per quel che riguarda i furti, appunto, si evince un trend positivo per quel che riguarda la provincia cosentina.

Furti diminuiti di oltre 2.000 unità nell'arco di 3 anni

Nel 2014 si sono registrati, a Cosenza, 10.328 furti, cifra che è calata in modo importante nel 2017, ovvero l’ultimo anno relativamente a cui l’istituto statistico mette a disposizione dei dati ufficiali: in tale anno, infatti, gli episodi sono stati inferiori di oltre 2.000 unità.

Sicuramente le cifre non possono essere definite incoraggianti, dal momento che 8.201 furti annui non sono di certo pochi, tuttavia l’auspicio è che la diminuzione di questi reati trovi conferma nel prossimo futuro.

Detto questo, le statistiche fornite da Istat consentono di rispondere a un’ulteriore quesito: quali sono i furti più ricorrenti a Cosenza?

I furti più ricorrenti: quelli di auto e quelli in abitazione

Considerando come riferimento l’ultimo anno, ovvero il 2017, due tipologie di reato si contendono il primo posto con una differenza davvero esigua, ovvero furti in abitazione e furti di autovetture.

Nello specifico i furti in abitazione si sono verificati in 1.259 occasioni, mentre i furti di autovetture 1.263.

Sicuramente si tratta di cifre rilevanti, di conseguenza per preservare la sicurezza di questi beni è necessario, a Cosenza proprio come in altre zone d’Italia, proteggere sia la propria casa che la propria vettura.

La necessità di adeguate contromisure

Per entrambe le esigenze di sicurezza le opportunità non mancano affatto: oggi gli antifurti satellitari consentono di localizzare molto agevolmente la propria vettura a seguito di un furto, oltre a questo sono state introdotte diverse tecnologie di ultima generazione le quali, peraltro, non hanno affatto un costo eccessivo.

Il discorso è analogo per quel che riguarda le abitazioni: proteggere i beni immobiliari con dei sistemi d’avanguardia è molto importante e con una spesa accessibile ci si può mettere al riparo da brutti episodi.

Ovviamente la sicurezza domestica dipende anche da altri fattori riguardanti l’immobile, si pensi ad esempio all’affidabilità delle porte blindate: la grande maggioranza dei furti si verifica proprio perché vengono forzate le porte d’ingresso delle case, di conseguenza tali elementi sono davvero cruciali sul piano della sicurezza ed è quindi il caso di sceglierli con la massima accortezza, senza badare oltremodo al risparmio.

Nell’ottica della sicurezza non vanno trascurati neppure i serramenti, dunque è importante scegliere degli infissi che sappiano rivelarsi non solo esteticamente piacevoli e tecnicamente performanti, ma anche molto resistenti: dei modelli molto interessanti in quest’ottica possono senz’altro essere gli infissi in legno, materiale noto per la sua robustezza che è largamente trattato da aziende specializzate quali Punto Sicurezza Casa.

Altre tipologie di furto

Le altre tipologie di furto che si verificano nel cosentino rappresentano decisamente una minoranza: i furti in esercizi commerciali sono stati, nel 2017, 470, i furti con strappo 51, quelli con destrezza 258, quelli di motocicli 55 e via discorrendo.

Alla luce di questo, dunque, è evidente che i cittadini devono prestare attenzione soprattutto alle loro auto e alle loro abitazioni, beni che, come visto, sono presi di mira piuttosto spesso dai malviventi.

Pubblicato in Cosenza

Sulla sentenza della Corte dei Conti intervengono anche i consiglieri di maggioranza in replica al M5s.

“Con quale coraggio chi ha mandato formalmente in dissesto il Comune di Cosenza lancia accuse a questa amministrazione sulla gestione dei conti”.

 

 

È quanto afferma l’assessore Francesco Caruso( nella foto), aggiungendo: “Invitiamo Guccione e il PD ad andare a leggere la deliberazione della Corte dei Conti n. 97 del 2012 che, dopo aver esaminato il conto consuntivo del 2010, di fatto decretava appunto l’avvio delle procedure di dissesto.

Hanno devastato una città, lasciando una ingente mole di debiti che coprivano con crediti fasulli e, ancora oggi, si permettono di dare lezioni.

Carlo Guccione e il PD dimenticano l’incapacità del Comune di far fronte agli impegni assunti e le tante manifestazioni di lavoratori delle Coop e di tutto l’indotto, che chiedevano semplicemente di ricevere gli stipendi arretrati.

Per non parlare dei tempi medi di pagamento delle imprese che durante il loro governo superavano i 365 giorni”.

Ci siamo chiesti in tante occasioni – aggiunge Caruso – come era possibile spendere così tante risorse in spesa corrente e in investimenti con una città che agli occhi di tutti era spenta e disastrata. Quando ci siamo accorti che al posto dei crediti erano appostati in bilancio solo numeri era troppo tardi perché la Corte dei Conti aveva già dichiarato il dissesto.

Un quadro desolante che ci ha posto dinanzi ad una decisione fondamentale: prendere la scelta politicamente più comoda dichiarando il dissesto che all’epoca avrebbe determinato gravi conseguenze occupazionali soprattutto per le categorie più deboli (non esistevano affidamenti pluriennali alle Cooperative bensì si utilizzavano i cottimi fiduciari che, con il dissesto, non sarebbero stati più attivati), oppure utilizzare una norma appena emanata e cercare di mettere a posto i conti attraverso un piano di riequilibrio pluriennale che avrebbe mitigato le conseguenze sulla città.

Nel 2013 non abbiamo scelto il pre-dissesto e dimostreremo con numeri alla mano che la situazione finanziaria del Comune di Cosenza è migliorata nonostante i pesanti tagli ai trasferimenti dello Stato. Grazie soprattutto a questa scelta in caso di dissesto non si avrebbe alcuna conseguenza per i cittadini e soprattutto per le categorie più deboli”.

Sul caso del dissesto finanziario al comune di Cosenza anche i consiglieri comunali di maggioranza hanno replicato al M5s che contestava l’inadeguatezza dell’amministrazione nel far fronte alla mole debitoria dell’ente.

“Dai Cinque Stelle solo attacchi inesatti finalizzati ad allarmare i cittadini.

Solo così ci ricordiamo che il Movimento grillino ha parlamentari anche in Calabria”, scrivono i consiglieri Carmelo Salerno, Andrea Falbo, Luca Gervasi, Vincenzo Granata e Pierluigi Caputo.

“Grazie a qualche dichiarazione di stampa piena di inesattezze, si legge in una nota, ci ricordiamo che in questo territorio esistono dei parlamentari dei Cinque Stelle che dimostrano ancora una volta l’assoluta incapacità di analizzare e risolvere i problemi.

A chi oggi accusa questa Amministrazione, invitiamo ad andare a leggere la deliberazione della Corte dei Conti n. 97 del 2012 che, dopo aver esaminato il conto consuntivo del 2010, di fatto decretava l’avvio delle procedure di dissesto”.

Pubblicato in Cosenza

“Oltre 30 milioni di euro di debiti sono, allo stato, non contemplati nel bilancio di Cosenza per ammissione dello stesso Comune”.

Ora qualcuno tragga le dovute conseguenze.

A pagarne le spese, purtroppo, saranno le famiglie cosentine.

 

 

Cosenza. 19 luglio 2019. Con la deliberazione della Corte dei Conti numero 106/2019 viene sancita, senza ma e senza se, la condizione di dissesto del Comune di Cosenza.

Non sono bastati i tentativi maldestri del sindaco Occhiuto di cercare di nascondere e camuffare la grave situazione finanziaria ed economica che lo vede responsabile in prima persona del default delle casse comunali.

Non si può paragonare quello che è accaduto con la sentenza della Corte dei Conti 106/2019 con ciò che avvenne nel 2014, quando la Corte bocciò il Piano di riequilibrio finanziario, poi promosso dalle Sezioni Riunite.

Nel 2014 si trattava di stabilire le misure e gli impegni del cronoprogramma di attuazione del Piano, oggi invece la Corte dei Conti ha preso in esame, monitorato e certificato l’applicazione del Piano di riequilibrio finanziario adottato dal Comune di Cosenza e ha puntualmente verificato ciò che è accaduto negli anni 2015, 2016, 2017, 2018.

Da questo esame è emerso che gli impegni intermedi, previsti nel Riequilibrio di bilancio approvato dalle Sezioni riunite nel 2014, non sono stati rispettati per nessun anno preso in esame dall’amministrazione Occhiuto e, cosa gravissima, è emerso che la Giunta ha aumentato i debiti di oltre 200 milioni, raggiungendo quindi oltre 350 milioni di deficit.

In più, come ha sottolineato la Corte dei Conti, “nella spesa vanno incluse tutte le passività non formalizzate nel bilancio, in quanto fuori bilancio o occulte.

Su questi aspetti, le controdeduzioni del Comune non smentiscono le osservazioni di cui alla deliberazione 66/2019 ed anzi si è potuto ricostruire, a seguito dell’attività istruttoria svolta, che oltre 30 milioni di euro di debiti sono allo stato non contemplati nel bilancio di Cosenza per ammissione dello stesso Comune”.

Siamo, quindi, al di là dell’immaginabile. In questi anni a Palazzo dei Bruzi le Giunte Occhiuto hanno governato la città indebitando sistematicamente il Comune, quindi i cosentini, facendo saltare il Piano di riequilibrio finanziario che era stato approvato per riportare i conti del Comune in equilibrio.

Basta fare un semplice esempio per capire la gravità e l’enormità della situazione del Comune di Cosenza: quando fu dichiarato il dissesto nella città di Reggio Calabria, e successivamente sciolto il Comune, il debito era di oltre 250 milioni di euro.

Parliamo di una città di 150mila abitanti a fronte di non più di 70mila abitanti di Cosenza.

Questa la dice lunga su quello che è accaduto nella città dei Bruzi ai tempi delle varie Giunte Occhiuto.

La filosofia portata avanti in questi anni è stata quella di governare facendo debiti, tanto saranno i cosentini a pagare. Certamente alle affermazioni di Occhiuto (“Nessuna conseguenza per i cittadini”) nessuno crede più: è come dire ai cosentini che Babbo Natale esiste davvero.

Saranno i cittadini, purtroppo, a subire tagli e carenze di servizi, il blocco degli investimenti e l’aumento di tutte le imposte comunali per ripianare i debiti fatti da questa amministrazione.

Qualcuno, a questo punto, tragga le dovute conseguenze.

È tempo che ci si assuma le proprie responsabilità per avviare una fase nuova che porti la città fuori da questo disastro finanziario.

Ovviamente cosa ci si poteva aspettare di buono da chi non è stato neanche capace di amministrare le proprie attività?

Carlo Guccione Consigliere comunale

Pubblicato in Cosenza

Questa è una commedia cosentina che ha avuto tanto successo in passato.

Io ho avuto il piacere di assistere allo spettacolo due estate fa presso lo Stadio Comunale di Amantea.

 

 

 

 

 

Nella commedia i soldi spicci piovevano in Piazza Riforma a Cosenza e i cosentini, credendo di essere diventati tutti ricchi, correvano in massa a raccogliere quel ben di Dio che arrivava dal cielo.

Ma cessato il temporale e con il ritorno del sole tutte le monete sparivano, lasciando solo i danni alle cose.

Una scena da film.

La commedia ha avuto tanti successi ed è stata replicata varie volte anche fuori Cosenza e fuori la Regione Calabria.

Ha dato tante soddisfazioni e ha fatto ridere e divertire migliaia di spettatori.

Ma quello che vi racconto oggi, amici miei carissimi, è pura verità.

I soldi sono piovuti davvero su una strada statale e gli automobilisti si sono fermati per raccoglierli.

Il fatto si è verificato nello Stato della Georgia negli U.S.A. e i soldi erano dollari.

Le banconote, tantissime, sono fuoriuscite accidentalmente, non si conosce ancora il motivo, da un furgone portavalori che percorreva l’autostrada.

Panico tra gli automobilisti? Macché!

Tutti si sono fermati, hanno mandato in tilt l’intera viabilità, hanno abbandonato le loro macchine e si sono messi in fila per raccogliere i dollari che svolazzavano dappertutto.

Traffico bloccato e impazzito, ma più impazziti gli increduli automobilisti che con furia e spintoni raccattavano i dollari e li nascondevano nelle tasche e nei sacchetti di plastica.

Alcuni automobilisti, però, dopo l’appello della Polizia, hanno deciso di restituire le banconote raccolte.

Le immagini di un video che mostra questa vera e propria pioggia di dollari ha fatto il giro dei social.

Questa volta non si è trattato quindi di una scena di un film Hollywoodiano, ma della realtà.

Pubblicato in Belmonte Calabro

suicidioNella giornata di ieri 26 aprile, a Corigliano un uomo si è tolto la vita impiccandosi ad un albero di ulivo presente nel suo terreno. Al momento non sono stati ben capiti i motivi che avrebbero spinto l’uomo a commettere questo tragico gesto. A ritrovarlo privo di vita sono stati i suoi familiari che, non vedendolo rientrare nella propria abitazione, sono andati a cercarlo. Gli inquirenti hanno iniziato a raccogliere tutti gli elementi utili del caso.

Fonte notizia pillamaro.it

Pubblicato in Cosenza

STAZIONE-ALAGGIO-VARO-CENTOFONTANE2Al via i lavori per la nuova stazione di alaggio e varo

CROSIA (Cs) – Mercoledì, 17 Aprile 2019 – Sul lungomare Centofontane, spiaggia insignita della Bandiera Verde anche per il 2019, sarà installata una nuova e moderna stazione di alaggio e varo per le imbarcazioni per la piccola pesca turistica e costiera. Un ulteriore incentivo ed un nuovo servizio per quanti vogliano scegliere le spiagge traentine come meta delle loro vacanze. La postazione sarà dotata di un vano di comando, di uno scivolo a mare e di un argano elettronico. Dopo la sottoscrizione della convenzione si attende il completamento  delle procedure esecutive per l’inizio dei lavori.

Soddisfatti il sindaco Antonio Russo e l’assessore all’urbanistica Giovanni Greco che, insieme agli uffici comunali, hanno lavorato in modo incessante per attuare il progetto il cui finanziamento andrà a valere sulla programmazione economica del Flag “Borghi Marinari dello Jonio”, presieduto da Cataldo Minò.

Nei giorni scorsi – dice il Primo cittadino – alla cittadella regionale abbiamo sottoscritto, insieme al presidente Minò e al dirigente del Dipartimento 8 (agricoltura e risorse agroalimentari) della Regione Calabria, Cosimo Caridi,  la convenzione per il finanziamento di una nuova e moderna postazione di alaggio e varo destinato alla piccola pesca costiera e turistica. Il progetto – spiega Russo - ha un valore di 75mila euro ed il finanziamento rientra nelle misure che l’Unione europea, attraverso il FEP, mette a disposizione dei Gruppi di azione costiera che li investano in idee utili per il mondo della pesca e dell’ittiturismo. È l’ennesimo intervento – commenta il Sindaco – volto a dare un impulso alla crescita e allo sviluppo economico e turistico della nostra Città.

La piattaforma di alaggio e varo – illustra l’assessore all’urbanistica del Comune di Crosia, Giovanni Greco – è un’opportunità incredibile per ritornare ad incentivare nella nostra comunità il settore della pesca. Fino ad oggi le piccole imbarcazioni dei pescatori venivano trainate a mano sulle rive di Centofontane oppure, spesso, senza diverse alternative, i carelli a traino delle auto venivano trasportati direttamente in mare. Oggi con la creazione di questo scivolo a supporto elettronico le spiagge saranno ancora più sicure e accessibili oltre che saranno dotate di un nuovo servizio per quanti, in possesso – conclude - di una piccola imbarcazione, vorranno prendere il largo proprio partendo dalla nostra costa ed in tutta comodità. ©CMPAGENCY

Pubblicato in Calabria

ferri del mestiere-2Tre le persone denunciate anche il proprietario di un capannone, all’interno del quale i carabinieri hanno rinvenuto numerosi attrezzi da scasso e 12 centraline elettroniche per avviare auto e camion di varie marche

.TORANO – Ricettazione e porto di armi od oggetti atti ad offendere. Queste le accuse con cui sono state denunciati tre cosentini (un 37enne, un 31enne e un 45enne) già noti alle Forze dell’Ordine. I fatti risalgono a sabato notte quanto i carabinieri della stazione di Torano Castello nel corso di un servizio di controllo del territorio, transitando nei pressi della zona industriale di contrada Cutura nel comune di Torano Castello, notavano le luci accese all’interno di un capannone. Giunti nel fabbricato i militari si trovavano di fronte il proprietario, che giustificava la sua presenza sul posto poiché allertato di un falso allarme segnalato dal sistema antintrusione. I carabinieri, insospettivi, decidevano di effettuare un controllo approfondito nel capannone dove notavano la presenza di altre due persone. Una si era nascosta nel soppalco, mentre l’altra si era accovacciata all’interno di un’autovettura con il motore ancora caldo che faceva finta di dormire.

Nascosto nel capannone i militari rinvenivano un borsello contenente numerosi attrezzi da scasso e 12 centraline elettroniche per l’avviamento di auto e camion di varie marche e utilizzate dai ladri più esperti per mettere in moto le auto nel più breve tempo possibile. Il titolare del capannone, dapprima dichiarava ai militari  di non conoscere i due soggetti dopodiché, messo alle strette dagli operanti, i quali nel corso dell’ispezione ai locali non avevano rilevato alcun segno di effrazione alle porte e alle finestre ed inoltre avevano rinvenuto un telecomando del cancello di ingresso nelle tasche del 31enne, alla fine ammetteva di conoscere i due. I tre, accompagnati presso la Compagnia Carabinieri di Rende per gli accertamenti del caso, al temine delle formalità di rito sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Cosenza, mentre il materiale rinvenuto è stato sottoposto a sequestro.

Questo ha consentito di prevenire ulteriori furti di autovetture nell’area urbana, fenomeno criminale contrastato con determinazione dai militari del Comando Provinciale dei Carabinieri di Cosenza che già, nel mese di novembre 2018, nel corso dell’indagine “Scacco al Cavallo” hanno tratto in arresto 18 persone per i reati di furti di auto e successive estorsioni con il metodo del cavallo di ritorno.

Pubblicato in Cosenza
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