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COSENZA 11 settembre 2019 – Due giovani di Lattarico sono stati indagati per incendio boschivo.

In questi giorni, al termine di una intensa attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Cosenza, i militari della Stazione Carabinieri Forestale di Montalto, hanno infatti notificato l’avviso di conclusione indagini preliminari ai due ragazzi.

I fatti risalgono ad una notte di agosto quando D.M. di 18 anni e A.M. di 19 anni, hanno causato un incendio che ha distrutto 3000 metri quadri di macchia mediterranea e bosco di querce, lungo la strada boscata in località “Ventolilla” nel comune di Lattarico.

Nonostante fosse notte inoltrata quando l’incendio è scoppiato, grazie alla segnalazione da parte della cittadinanza ai numeri di pubblica utilità, si è potuto intervenire e contenere le fiamme.

La zona interessata all’incendio, era già particolarmente attenzionata dai militari i quali, attraverso mirate indagini effettuate con la tecnica info-investigativa del “MEF”,metodo delle evidenze fisiche, effettuate sul luogo dei fatti, nonché con l’ausilio di un apparato di video sorveglianza, in uso all’organizzazione forestale dell’Arma, hanno accertato la responsabilità diretta dei due giovani i quali hanno appiccato il fuoco dal ciglio della strada in ben quattro distinti punti attraverso l’utilizzo di un comune accendino.

Come evidenziato dai fotogrammi estrapolati dai video delle microcamere è emerso come l’innesco ha provocato la rapida combustione dell’erba secca sul bordo stradale e la celere propagazione delle fiamme nell’area boschiva.

Pubblicato in Cosenza

SAN SOSTENE (CATANZARO) - Avrebbero acquistato elettrodomestici, smartphone, computer di ultima generazione, giocattoli, cosmetici, strumenti musicali e addirittura una cucina, utilizzando i contributi erogati dalla Regione Calabria per fornire ospitalità e assistenza a 17 utenti diversamente abili in un centro socio-riabilitativo diurno.

 

 

 

Due coniugi, rappresentanti di un’associazione senza fini di lucro di San Sostene, sono stati per questo denunciati dalla guardia di finanza del comando provinciale di Catanzaro.

Secondo i militari della tenenza della guardia di finanza di Soverato, coordinati dal sostituto procuratore della repubblica Anna Chiara Reale.

Complessivamente sarebbero stati distratti fondi per oltre 600mila euro.

La onlus, dietro un irreprensibile apparato contabile e documentale “di facciata”, artificiosamente predisposto, attuava un sofisticato meccanismo di frode, fondato sull’utilizzo di fatture false, emesse da soggetti compiacenti, la cui unica finalità era quella di giustificare i continui prelievi di contanti operati dai conti dell’associazione ed utilizzati per finanziarie le spese voluttuarie.

Le Fiamme gialle avrebbero accertato che la onlus, attraverso certificazioni mendaci presentate alla Regione Calabria, ha comunicato la presenza costante, tra il luglio del 2011 e l’ottobre del 2016, di tutti i 17 utenti ospiti del centro, numero massimo per il quale la struttura era accreditata, nonostante la loro assenza.

In diversi periodi dell’anno, avendo così accesso indebitamente, nella misura più ampia possibile, ai contributi regionali previsti in campo socio-assistenziale.

I due coniugi sono, pertanto, ritenuti responsabili, a vario titolo ed in concorso tra loro, di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e malversazione ai danni dello stato, nonché di porre sotto sequestro i beni immobili e i conti correnti nella loro disponibilità, per un valore totale di 262.000 euro.

Pubblicato in Calabria

casali1COSENZA 1 MARZO 2019 - L’amministratore di una ditta è stato denunciato dai Carabinieri Forestale di Spezzano Sila per aver realizzato abusivamente una strada sterrata di 200 metri senza le dovute autorizzazioni. In particolare, in località “Acquacoperta” del Comune di Casali del Manco (CS), durante un controllo, i militari hanno accertato che la ditta, al fine di poter accedere ed effettuare dei lavori su un traliccio, aveva attraverso un mezzo meccanico effettuato tali lavori su di un terreno vincolato a rischio frana “R1” e senza alcuna autorizzazione del proprietario. Oltre alla denuncia è stata inoltre elevata una sanzione amministrativa. Analoga attività svolta anche dalla Stazione Carabinieri Forestale di Montalto. I militari sono infatti intervenuti nel comune di Montalto in loc. “Rovezzi” ponendo sotto sequestro una pista di esbosco lunga oltre 70 metri e larga 3 realizzata in area boscata in difformità a quanto invece previsto nel progetto esecutivo di taglio, area questa di proprietà di un ente ecclesiastico. Per tale attività i militari hanno denunciato all’Autorità Giudiziaria tre persone. Il titolare della ditta boschiva, impresa esecutrice dei lavori boschivi incaricata, la ditta sub affidataria che si occupava dello smacchio del legname e la ditta esecutrice dei lavori trovata al momento del controllo sul cantiere. Controllo che ha fatto emergere come i lavori abbiano modificato lo stato dei luoghi ed alterato il regime idrogeologico del territorio in quanto realizzati in assenza della necessaria autorizzazione paesaggistica ambientale prevista.

Pubblicato in Primo Piano

Riceviamo e pubblichiamo:

“La rabbia non è mai (non lo è stata, non lo è, e, sicuramente, né lo sarà) una buona consigliera.
Quando poi la rabbia si accompagna alla velenosa ignoranza e quindi alla ipocrita supponenza non solo non è buona consigliera ma diventa anche estremamente pericolosa.

Un tempo la rabbia prendeva sopravvento su talune persone al punto da identificarsi con esse; persone che avevano da dire su tutto e su tutti e, proprio per questo, venivano guardate con diffidenza da tutti. Tutti le temevano perché sapevano che prima o dopo sarebbero finiti sotto la mannaia della loro maldicenza, dell'infamia e della calunnia. E molti giungevano al punto di far finta di rispettarle. Qualcuno addirittura le emulava alimentando il male.

Queste persone rabbiose e cattive erano attori del male e giocavano sugli equivoci delle parole dette e di quelle sentite. Ma anche sul fatto che non c’era l’abitudine alla querela ed alla denuncia, e soprattutto sul fatto che la gente non aveva il coraggio di essere testimoni di questo male; spesso per vigliaccheria.

Questa inveterata abitudine sociale amanteana (e non) sembra continui ancora oggi e qualcuno pensando di poterla ancora fare franca continua in questo vezzo di maldicenze ed infamie diffamando quotidianamente anche via web.

Spesso solo per avere un “posto nella società del web”, nuovi attori del male, testimoni della propria rabbia.

Costoro, però, hanno dimenticato sul web restano tracce indistruttibili.

Non solo, ma questi rabbiosi ed ignoranti maldicenti, sollecitano un coro di interventi tra persone che spesso distratte (così voglio credere) intervengono sulla vicenda e, commentando, esprimono il loro “mi piace”, alimentando così lo squallore della vicenda.

Ho atteso inutilmente i ripensamenti e le scuse. Alcuni lo hanno fatto e ne ho preso atto. Per tutti gli altri ho deciso di dire basta. Comunico che per tutti gli altri intendo dare mandato a legale di fiducia di valutare se su quanto scritto su facebook (e di cui abbiamo registrazione) esistono le condizioni per una querela e per una richiesta di danni morali ed eventuale risarcimento economico, un risarcimento altissimo di cui chiederò al giudice la totale erogazione a favore di famiglie bisognose di Amantea e/o di associazioni di beneficenza o similari.

Per chiarezza comunico anche che mio figlio Giuliano, Presidente eletto nel Seggio n°12, ha provveduto ad interpellare la Corte di Appello di Catanzaro, al fine di verificare se esista incompatibilità tra la mia candidatura ed il ruolo che è stato chiamato a svolgere, una incompatibilità che la legge non sembra disporre. Ovviamente in caso di risposta negativa si allargherà la platea dei querelati.

E non basta.

Poiché nelle vicende rilevate sul web mi sembra di aver constatato anche possibili oltraggi alle autorità giudiziarie sul cui comportamento viene sollecitato il dubbio della correttezza, intendo dare mandato a legale di fiducia di valutare se esistano le condizioni per proporre denunzia dei fatti.

Cordialmente
Giuseppe Marchese - Candidato Consigliere per la lista “Insieme per la città - Mazzei Sindaco”

Le continue conferme da parte del Tribunale della Libertà che rigetta i ricorsi porta a credere nell’impianto della Operazione Plinius.

La conferma dell’ipotesi dell'associazione mafiosa e del concorso esterno ha indotto il trasferimento degli arrestati in istituti di massima massima sicurezza d’Italia.

Il sindaco Pasquale Basile è stato trasferito ad Asti.

L'avvocato Mario Nocito si trova rinchiuso nel carcere di Pavia.

Piero valente è a Bologna

Franco valente è a Vibo valentia

Alvaro Sollazzo, ritenuto vicino al gruppo Stummo, è ad Asti.

L'ex assessore Franco Galiano è nel carcere di Nuoro.

L'ex assessore Raffaele De Rosa è nel carcere di Bari.

Mario Stummo è nel carcere di Prato.

L'ex consigliere di opposizione e imprenditore Luigi De Luca è nel carcere di Melfi.

Il tecnico Antonino Amato è nel carcere di Piacenza.

Il tecnico Vincenzo Bloise è nel carcere di Lanciano.

Il cetrarese Eugenio Occhiuzzi è nel carcere di a Genova.

Altri sono a Lanciano (Agostino Iacovo), a Torino ( Antonio Pignataro), a Civitavecchia( Roberto Cesareo), a Larino ( Riccardo Montaspro) , a Lecce ( Rodolfo Pancaro e Cantigno Servidio), a Catanzaro( Marco Zaccaro) , a Taranto( Giuseppe Zito)

Il Tribunale del riesame di Catanzaro ha rigettato:

-Il ricorso avanzato dai legali del tecnico Pierpaolo Barbarello, responsabile dei servizi ambientali al Comune di Scalea.

-i ricorsi avanzati per Riccardo Montaspro, che deve rispondere in gran parte sulle vicende relative all'area frangivento e per Agostino Iacovo, di Cetraro, indagato nelle questioni relative alla pubblicità sulle strade cittadine.

- i ricorsi avanzati per l'imprenditore Mario Stummo, per Francesco Saverio La Greca, per l'assessore Antonio Stummo, detto Gianmarco, figlio di Mario, e per il tecnico Antonino Amato.

- i ricorsi avanzati da Francesco Paolo Pugliese responsabile della società Avvenire che si occupa della raccolta dei rifiuti solidi urbani e da Santino Pasquale Crisciti responsabile della Despar.

Intanto continuano le azioni di recupero alla legalità del territorio che era stato abbandonato dalla politica.

Tra questi nei giorni scorsi il sequestro dell’area dei giochi gonfiabili effettuato di CC della Compagnia di Scalea, dalla Guardia Costiera di Maratea e dalla polizia locale . due le persone denunciate.

Pubblicato in Alto Tirreno
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