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E’ una sentenza epocale quella emessa dal Tribunale di Catanzaro per la vicenda della Field.

 

Brevemente.

La fondazione Field fu un ente in house delle Regione Calabria, oggi posto in liquidazione dopo la vicenda di cui stiamo parlando.

La vicenda partì da un ammanco di 500 mila euro nelle casse dell'ente.

L'inchiesta sul buco della fondazione Field fu avviata dopo una dettagliata denuncia del revisore dei conti, che scoprì l'ammanco e lo segnalò alla Procura della Repubblica, informando anche la giunta regionale dell'epoca (guidata da Giuseppe Scopelliti) che sospese Barile.

 

Vicenda portò, ad ottobre 2013, all'arresto dell'ex presidente di Field, Mimmo Barile.

Barile venne condannato ed a febbraio 2016 la corte di Cassazione ha reso definitiva la condanna a quattro anni.

La Procura di Catanzaro, però, nell'aprile 2014, aveva chiesto il giudizio immediato oltre che per Domenico Barile anche per Lucio Marrello, all’epoca direttore amministrativo.

 

Secondo l'accusa Marrello, che non avrebbe vigilato e non avrebbe segnalato la distrazione dei fondi dal conto corrente della Field.

La richiesta era stata avanzata dal sostituto procuratore Paolo Petrolo al termine dell'inchiesta sull'ammanco di 500mila euro dalla società.

Successivamente, dopo una richiesta di patteggiamento a 4 anni, la posizione dell'ex manager era stata stralciata.

Ora il Tribunale di Catanzaro ha condannato Lucio Marrello, accusato di peculato in concorso con Barile, a 3 anni e 6 mesi di reclusione.

Insomma 4 anni per chi “distrae i fondi” e tre anni e mezzo per chi non vigila e non denuncia gli ammanchi.

Il revisore non venne coinvolto nell’inchiesta proprio perché vide l’ammanco e lo denunciò.

Un segnale evidente,ci sembra, per tutti gli enti che hanno un revisore!

Pubblicato in Catanzaro

Era il 14 ottobre 2013 quando la Guardia di Finanza di Cosenza eseguiva il provvedimen to di arresti domiciliari a carico di Mimmo Barile, ex capogruppo del PDL nel Consiglio provinciale di Cosenza , ed ex presidente della Field, ente in house della Regione Calabria che si occupava di innovazione.

Barile, si è appropriato di mezzo milione di euro dei fondi della Field, per saldare i fornitori delle sue aziende, tra cui due hotel di Cosenza.

Il buco era stato scoperto e denunciato dal presidente del collegio dei revisori, Maurizio De Filippo.

A giugno del 2014 l'ex presidente di Field, davanti al gip di Catanzaro, ha chiesto di poter patteggiare la pena a quattro anni di reclusione.

Ma l'imputato, pur in regime di detenzione domiciliare, ha poi proposto attraverso i suoi legali – gli avvocato Roberto Le Pera e Giancarlo Pittelli – ricorso in Cassazione.

Ora la suprema corte ha reso definitiva una condanna per la quale Barile ha già scontato due anni e quattro mesi sia pure ai domiciliari.

Nei prossimi mesi sarà il tribunale di sorveglianza a stabilire come Barile dovrà scontare il residuo della pena.

Le indagini comunque continuano, perchè si ipotizza che all'interno della Field ci siano stati altri usi impropri dei fondi pubblici. Monitorati, in particolare, alcuni viaggi all'estero.

Pubblicato in Cosenza

I due presunti responsabili erano ex presidente e direttore amministrativo della società in house

La Procura non ha dubbi: i responsabili dell’ammanco di mezzo milione di euro dalle casse della Field sono l’ex presidente della Fondazione Domenico Barile e l’ex direttore amministrativo Lucio Marrello.

Con l’accusa di peculato in concorso, il pm Paolo Petrolo ha chiesto il giudizio immediato a carico di entrambi e la relativa udienza in Tribunale è stata fissata per il prossimo 30 maggio.

Le indagini sul clamoroso ammanco nell’ente in house della Regione sono state condotte dalla Guardia di finanza.

E hanno già portato, lo scorso 14 ottobre, all’esecuzione di un provvedimento cautelare agli arresti domiciliari a carico di Barile, difeso dall’avvocato Giancarlo Pittelli.

L’inchiesta è scattata nel dicembre 2012 dopo il dettagliato esposto presentato dal revisore dei conti della Field, cui seguì l’immediata decisione della Giunta regionale calabrese di sospendere Barile dall’incarico di presidente.

Gli investigatori partirono subito con gli accertamenti necessari a verificare i movimenti di denaro avvenuti sul conto corrente della Fondazione, per identificare chi vi aveva accesso e chi, materialmente, dispose dei soldi.

Pubblicato in Catanzaro

Si conclude la storia di Mimmo Barile. E si conclude drammaticamente con gli arresti domiciliari disposti dal GIP Maria Rosaria De Girolamo su richiesta del PM Paolo Petrolo.

La vicenda è quella relativa all’ammanco di 500 000 euro dalle Casse della Field (Fondazione innovazione emersione locale disegno del territorio).

Il buco era stato scoperto e denunciato dal presidente del collegio dei revisori, Maurizio De Filippo.

Il sostituto procuratore, Paolo Petrolo, dopo la denuncia era riuscito a mettere le mani su venti assegni circolari, di importo diverso e con destinatari diversi, per un totale di 500 mila euro, pari all'ammanco riscontrato nelle casse della Field e tutti, con un'unica firma, quella di Domenico Barile.

Gli assegni sono stati rintracciati dai militari della Guardia di finanza in diverse banche ed in un

paio di casi sarebbero stati versati anche ad uno studio notarile.

Da qui la sospensione dall’incarico di presidente.

E Barile si era impegnato, in tutta fretta, a coprire l'ammanco di 500 mila euro, proponendo a garanzia una fideiussione, e chiedendo, per voce degli avvocati Roberto Le Pera (del Foro di Cosenza) e Giancarlo Pittelli ed Enzo Galeota (del foro di Catanzaro), di essere sentito dalla magistratura.

Barile si sa è titolare di vari alberghi della Cosenza-Rende.

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Il PM Paolo Petrolo ha disposto perquisizioni degli uffici di Catanzaro( due), Cosenza(uno) e Tiriolo(uno) della Field.

E stamani la Guardia di Finanza ha acceduto alle ricerca della documentazione relativa alla scomparsa di 500 mila euro dalle casse dell’ente regionale.

Ammanco per il quale è indagato, per peculato, l’allora presidente Domenico Barile.

Un ammanco scoperto grazie alla denuncia del presidente dei revisori dei conti Maurizio De Filippo. Venti assegni circolari. Di importo diverso e con destinatari diversi. Per un totale, appunto, di 500 mila euro

La sottrazione del denaro sarebbe avvenuta tra il giugno e il novembre 2012.

Sulla base di quella relazione la giunta regionale, nel dicembre scorso, ha sospeso l'allora presidente della Field, Domenico Barile.

Una ricerca durata ore.

Ma le indagini non si fermeranno al solo ammanco e saranno estese alla gestione finanziaria dell’ente . Il PM, infatti, nel decreto di perquisizione ha dato mandato ai finanzieri di ricercare «documentazione amministrativo contabile relativa alla gestione finanziaria della Field».

Ora basta attendere i risultati.

Pubblicato in Catanzaro

Si è concentrata su venti assegni circolari di diverso importo ed emessi per destinatari diversi l'attenzione degli inquirenti che a Catanzaro stanno conducendo le indagini relative al denunciato ammanco patrimoniale di 500.000 euro dalla Field (Fondazione innovazione emersione locale disegno del territorio). La movimentazione del denaro incriminato - scrive l'Agi - sarebbe avvenuta proprio attraverso i titoli di credito che recano la firma del presidente dell'Ente, Domenico Barile, sospeso dall'incarico dopo l'avvio dell'inchiesta, e che i militari della Guardia di finanza hanno ritrovato presso diverse banche. Il prossimo passo sarà capire quale sia stato l'utilizzo dei soldi spesi attraverso gli assegni, versati in almeno due occasioni ad uno studio notarile. Proseguiranno ancora, comunque, gli accertamenti disposti in merito ai movimenti di denaro avvenuti sul conto corrente della Field, per identificare chi vi aveva accesso e chi, materialmente, dispose delle somme in questione.

L'inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro, partita da un dettagliato esposto presentato dal revisore dei conti della Field, ed in cui non c'è ancora il nome di alcun indagato, si arricchirà inoltre delle dichiarazioni del presidente della Fondazione, Domenico Barile, sospeso dall'incarico per decisione della Giunta regionale dopo la presentazione dell'esposto, che ha subito chiesto di essere sentito. Gli investigatori puntano a ricostruire passo dopo passo l'iter dei fatti denunciati e la legittimità di tutte le operazioni eseguite anche relativamente a quanto previsto nello statuto della Fondazione.

Possibili vive sorprese ma anche altro

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