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Era l’ inizio Settecento, nel pieno della in piena (PEG) Piccola Età Glaciale che vi fu dopo il periodo caldo medievale (PCM), od optimum climatico medievale, durato circa 500 anni dal IX al XIV secolo.

La piccola era glaciale (PEG, o LIA, little ice age) è un periodo della storia climatica della Terra che, pur con una non totale convergenza degli studi, va dalla metà del XIV alla metà del XIX secolo in cui si registrò un brusco abbassamento della temperatura media terrestre.

E l'inizio del XVIII secolo ha rappresentato l'apice della piccola era glaciale.

In quel periodo le popolazioni d'Europa dovettero affrontare inverni molto duri, con condizioni climatiche ben diverse rispetto ad oggi.

In Inghilterra, ad esempio, non era certo raro che il Tamigi ghiacciasse completamente da pattinarvi sopra.

Nel 1781, negli anni della Rivoluzione Francese, Venezia sperimentava un inverno rigidissimo.

Laguna gelata, generi alimentari venduti al mercato nero, mancanza d'acqua, molti poveri che morivano di freddo e di fame.

Anche nel 1929 la laguna veneta fu stretta in una banchisa di ghiaccio spessa 20 cm, ma tra il 1500 e il 1850 il fenomeno fu particolarmente frequente.

Nonostante l'abitudine ad inverni rigidi, che non si verificano più di questi tempi, in quel periodo si scatenò un'ondata di gelo così terribile da essere ricordata come eccezionale.

E l'inverno 1708/1709 con il grande gelo che già a dicembre conquistò le pianure della Russia, per muoversi ad ovest con l'Anticiclone Russo.

Era il 6 gennaio quando il gelo consistente fece irruzione in Italia a partire dalla Val Padana, gelando la laguna Veneta ed il lago di Garda secondo alcune fonti naturalmente molto datate.

Gelo che poi fu accompagnato da straordinarie nevicate nei giorni successivi su gran parte d'Italia fino in pianura.

Questo fu solo l'inizio di un'ondata di gelo lunghissima e straordinaria, con picchi di temperature glaciali non così dissimili da quelle del gennaio 1985, ma per un periodo di tempo molto più lungo.

Il gelo provocò una grave carestia su gran parte dell'Europa, che divenne una vera e propria ghiacciaia per settimane.

Quest'inverno fu probabilmente il più gelido degli ultimi 500 anni. In quel periodo si ebbero le primissime misurazioni e fra questi spicca la stazione di Berlino, in Germania, attiva già dal 1701.

Qui vediamo l'elenco dei dieci inverni più rigidi della storia, e notiamo come il 1708/1709 stacchi molto nettamente tutti gli altri.

1708/09 con -8.3
1829/30 con -6.5
1939/40 con -6.0
1798/99 con -5.3
1946/47 con -5.1
1822/23 con -4.9
1804/05 con -4.8
1962/63 con -4.8
1928/29 con -4.8
1788/89 con -4.7

Solo l'inverno del 1962/1963 risulta di memoria abbastanza recente, mentre diversi appartengono ad altri secoli.

Nell'inverno 1708/1709 ad essere gelido fu soprattutto Gennaio: sempre a Berlino la temperatura media mensile fu di -13.2°C, mentre il secondo mese più rigido fu il gennaio 1823 con -11.6°C.

La capitale tedesca registrò un minimo di -29,4 °C nel gennaio 1709, con svariate minime sotto i -25 °C e massime sotto i -20 °C.

Pubblicato in Mondo

“Fatevi la provvista per l’inverno”, così gridava il carbonaio che un tempo passava per Amantea per vendere i suoi sacchi di carbone prima che arrivasse l’inverno.

Ma non tutti avevano i soldi per comprarlo.

Molti, così, andavano a prendere “gli orfanelli” sulla spiaggia lasciandoli poi asciugare davanti alle case.

Qualcuno con seghe ed asce tagliava i piccoli alberi

Qualcuno, infine, aspettava le grandi piene che portavano gli alberi fino al mare per procurarsi legna.

Uno degli inverni più freddi su certamente quello del 1956 quando nevicò anche a Roma.

Ora sembra che stia arrivando un freddo simile

Il mese più freddo e pieno di neve con molta probabilità sarà Gennaio 2018.

La previsione arriva da studiosi canadesi che stanno elaborando modelli matematici complessi.

Secondo tali modelli sembra che il prossimo inverno sarà caratterizzato da continue e persistenti ondate di freddo, sia polare sia russo-siberiano.

Non solo le regioni adriatiche e la Pianura Padana, ma anche la costa del Tirreno.

A gennaio temperature fino a meno 20 in moltissime città come Milano, Torino, Bologna e Verona. Meno 15 a Roma e meno 10 a Napoli.

La neve potrebbe cadere in modo molto abbondante, con record veri e propri sulle pianure del Nord, e sul mare come a Genova.

Ma anche Firenze, Roma, Napoli e perfino in Sicilia non saranno risparmiate.

Il responsabile dell’inverno gelido che ci aspetta è il Nino, ovvero il surriscaldamento delle acque del Pacifico che è in grado di influenzare le temperature dell’intero Pianeta: la sua debolezza finirà per determinare l’ingresso di correnti fredde provenienti dalla Russia.

Assisteremo dunque ad una caduta ripida ed inesorabile delle temperature, che toccheranno parecchi gradi sotto lo zero, soprattutto nelle zone del Nord Italia.

Il freddo comincerà a dicembre dal Triveneto.

Certo non si può parlare di previsioni vere e proprie, poiché manca troppo tempo all’inizio della stagione invernale, ma già si profilano alcune linee di tendenza, che serviranno a consolare coloro che stanno sopportando a malapena il caldo anomalo dell’estate 2017.

Potrebbe nevicare anche a Napoli e in Sicilia e persino in Sardegna.

L’inverno 2017-2018 ci farà tremare fino al mese di Marzo, ritardando così l’ingresso della primavera.

Secondo alcuni meteorologi l’inverno 2018 potrebbe restare nella storia come uno dei più freddi di sempre.

Non ci resta che attendere per conoscere gli sviluppi del clima e magari prendere qualche precauzione.

Pubblicato in Italia

 

giggino pell“Chi d'ambizion la vana lusinga non accende ed ama il sol che splende in libera contrada, chi vuole all'avventura suo cibo in bosco o lago cercare,sempre pago di ciò che da natura,venga qua' in seno alla foresta; nemici non avra' fuorche' l'inverno e il vento e la tempesta”.

 

"Il mattino ha l'oro in bocca" diceva qualcuno... e per me è stato così per tutti gli anni che ho vissuto in Nord America. Iniziavo bene la giornata solo se mi alzavo presto e mi preparavo subito una sostanziosa colazione : Uova con bacon, patatine fritte, toasts e un buon caffè canadese (il bibitone)..

Da allora di acqua ne è passata tanta sotto il low level bridge, uno dei ponti che attraversando il fiume Saskatchewan, portano dalla parte Nord di Edmonton al South side e viceversa. Girando in macchina con l’amico Enrico abbiamo fatto visita al Potere di questa città che è stato eccezionalmente abile in molti aspetti, uno di questi è stato il suo mascheramento.

 

Il Potere doveva rimanere nell’ombra, perché alla luce del sole avrebbe avuto noie infinite da parte dei cittadini più attenti delle moderne democrazie. E così ci ha rifilato una falsa immagine di se stesso nei panni dei politici, dei governi, e dei loro scherani, così che la nostra attenzione fosse tutta catalizzata su quelli, mentre il vero Potere agiva sostanzialmente indisturbato.

Generazioni di cittadini sono infatti cresciute nella più totale convinzione che il potere stesse nelle auto scintillanti, nei parlamenti nazionali, nelle loro ramificazioni regionali, e nei loro affari e mal affari. Purtroppo questa abitudine mentale è così radicata in milioni di persone che il solo dire il contrario è accolto da incredulità se non derisione. Letteralmente, ciò che si crede sia il potere non è altro che una serie di depistanti immagini con le relative tortine da spartire, a patto però che eseguano poi gli ordini ricevuti. Quegli ordini sono le vere decisioni importanti su come tutti noi dobbiamo vivere. Oggi il vero Potere sta nell’aria, bisogna immaginare che esiste un essere metafisico, quell’idea appunto, che ha avvolto il mondo e che dice questo: ‘Pochi prescelti devono ricevere il potere dai molti. I molti devono stare ai margini e attendere fiduciosi che il bene gli arrivi dall’alto dei prescelti. I governi si levino di torno e lascino che ciò accada’. Da quando l’uomo ha iniziato a costruire, mettendo mattone su mattone, la torre è sempre stata il simbolo della città nella quale sorgeva o addirittura di un’intera nazione. Un esempio contemporaneo? La Torre Eiffel: quale simbolo migliore per la Francia positivista di fine Ottocento? Eppure, questa passione dell’uomo per ciò che svetta e penetra il cielo (la biblica sfida della Torre di Babele è oggi più che mai attuale) non è immotivata. Dietro alla torre e al desiderio di sfidare la gravità c’è anche qualcosa di molto, molto più concreto: la dimostrazione di potere. Il grattacielo è la perfetta metafora ed espressione architettonica degli orrori del capitalismo e, più in generale, della Modernità.

 

Credere che la moltiplicazione specifica di questa tipologia di edifici prima inedita, cominciata alla fine dell’ ’800, sia dovuta solo ad esigenze commerciali e alla disponibilità di nuove tecnologie costruttive, è oltremodo riduttivo. Quando il Club dei Potenti necessita di maggior riservatezza, si dà appuntamento in luoghi meno visibili dei grattacieli delle grandi capitali, e in questo caso prende il nome di Gruppo Bilderberg, dal nome dell’hotel olandese che ne ospitò il primo meeting nel 1954.

I “serbatoi di pensiero”, le ‘Think Tanks’ sono esattamente delle fondazioni dove alcuni fra i migliori cervelli si trovano per partorire idee. Il loro potere sta nell’assunto che sono le idee a dominare sia la Storia che la politica, e di conseguenza la nostra vita, in particolare l’idea economica. Il potere deve sempre essere manifestato in modi mastodontici, faraonici: se no, che potere sarebbe?

Sul suo palcoscenico esterno va in scena tutti i giorni una commedia dell’orrore: i rifugi per i senza tetto in tutta la nazione respingono persone ogni notte perché non hanno più spazio. Qualcuno di loro ha la fortuna di rimanere vivo notte dopo notte, durante il rigido inverno canadese.

 

A volte un panino al momento giusto o una tazza di brodo caldo può fare un mondo di differenza per una persona senza fissa dimora come è stato per oltre 30 anni Ryan Arcand.La sua storia è rimasta un mistero solo per qualche giorno. Una troupe della CBC ha cercato subito di saperne qualcosa di più e, dopo solo pochi giorni in giro per le vie di Edmonton l’ha trovato seduto sulle scale di una chiesa, con qualche lattina di birra posata accanto a lui in un sacchetto di plastica.

Ryan Arcand è nato in una cittadina nei dintorni di Edmonton 43 anni fa. Quando aveva circa quattro anni è stato allontanato dal nucleo familiare dopo l’intervento dei servizi sociali. Quando Ryan parla del suo primo incontro con un pianoforte, ricorda il seminterrato della casa in cui si trovava in affido e dice: “Ho pensato che fossimo fatti l’uno per l’altro. Mi sono innamorato al primo sguardo“. Così, ha iniziato a suonare a orecchio, imitando le sigle delle serie tv o le colonne sonore dei film. A poco a poco ha iniziato a comporre musica.

 

Non si è riusciti a fare luce su quando la sua vita si sia “spezzata” di nuovo. Secondo quanto hanno riferito all CBC alcuni suoi lontani parenti, pare che sia stato proprio lui a voler restare per strada durante questi anni. Ovviamente non ha vissuto come un santo: abuso di alcool e qualche guaio con la legge. E’ stata proprio questa che spesso ha cercato di impedirgli di suonare alcuni dei pianoforti sparsi per la città (a causa delle bottiglie di birra e strane abitudini). Per fortuna non è stato allontanato da quel piano dove è stato ripreso da Roslyn. In seguito la CBC gli ha proposto di suonarne uno ‘particolare’, uno Steinway Grand, che si trovava nella chiesa più vicina. Ryan Arcand si è seduto e, prima di iniziare a suonare, ha detto solo: “Questo è un sogno“.

 

E poi non si è più fermato finchè non è arrivato l’organista della chiesa, che reclamava il suo strumento per esercitarsi. Allora si è alzato e ha cercato di spiegare come si sente quando suona: “E’ come quando giochi, e in più ti dimentichi di te stesso“. E poi ha concluso: “E’ come la verità, la vita. Io amo le persone. Talvolta le persone non amano me, ma non importa. Io amo le persone”.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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