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dante - scaffale

L’Associazione culturale Lo Scaffale celebra la ricorrenza affidandosi all’acume letterario di Ada Musì, professoressa di Lettere e appassionata dantista, che da tempo ha intrapreso una feconda collaborazione con il sodalizio Amanteano.

 

“Spirito cibernetico”, così lo definì Gianfranco Contini. Fiorentino per nascita, Dante si formò in quella città, dilaniata da scontri tra fazioni dove a dominare era il pensiero di san Tommaso permeato su quello di Averroè.

 

Dante cacciato da Firenze Dante e Beatrice Dante e Ulisse Dante, intellettuale completo e ardito, poeta, filosofo, teologo, ma anche uomo politico e teorico della cosa pubblica, nel 1302 fu bandito e condannato a morte dai Guelfi neri.

 

Errò poi per vent’anni lontano dalla sua Firenze, provando… come sa di sal lo pane altrui e conoscendo la nostalgia del bell’ovile.

Da esiliato (exul immeritus), scrive da profeta, istruisce i contemporanei, edifica una cattedrale di parole fondata sul numero tre e sull’equilibrio delle parti in cui ogni elemento corrisponde a un altro, con l’obiettivo di un Tutto da elevare moralmente.

Egli assurge a simbolo di severità medievale perché è uomo medievale, legando il suo nome a quello di una donna: Beatrice. Lei è l’eletta, la donna angelicata, la creatura che si fa divina per condurre il Poeta in Paradiso.

 

Il Poeta incarna un mondo ormai lontano, ma il suo messaggio salvifico ci aiuta, soprattutto in un momento storico in cui le vicende che viviamo ci rendono fragili e disorientati: ecco come la Cultura ci viene in soccorso. E Dante, in questo senso, assume un significato catartico, proiettando l’umanità verso l’infinito, verso il Bello e verso l’amore per la Conoscenza. Attraverso i suoi eterni versi Egli ci ricorda di essere uomini tra gli uomini e che l’AMORE è il vero motore dell’universo intero.

     Ravenna conserva le spoglie del sommo Poeta e Firenze si addolora di non poterle custodire. Davanti alla sua tomba ci si emoziona e il cuore batte forte perché si è di fronte al Padre della nostra lingua, al genio così grande della Letteratura italiana e mondiale che ci ha lasciato un tesoro di inestimabile valore.

     Attraverso le sue opere, Dante s’innalza a simbolo della nostra identità nazionale, diventa orgoglio italiano e interprete irripetibile di quel bisogno universale di eternità che in maniera trasversale riguarda tutti noi.

rita mantuano
Riceviamo e con molto piacere pubblichiamo una nota del “caro a noi” Circolo Culturale lo Scaffale che di seguito riportiamo

 

“Avevamo apprezzato l’artista cosentina in occasione della realizzazione dell’icona della Pinta oggi esposta alla venerazione dei fedeli nell’omonima chiesa dei “Cappuccini” di Amantea.

 

Ma la carriera artistica di Rita Mantuano viene da lontano, un lungo percorso iniziato nelle aule del liceo artistico di Cosenza per approdare agli scenari raffinati di mostre prestigiose e Concorsi d’arte che le hanno tributato importanti riconoscimenti.

 

Una delle tante esperienze artistiche di Rita Mantuano, alla perenne e feconda ricerca di nuove forme espressive e diverse fonti di ispirazione. Il suo linguaggio artistico si distingue per l’armonia delle forme, per la suggestione dei temi e l’impiego audace dei colori, interpretando i soggetti con una rara abilità figurale e un’originale carica emozionale.

Ma come tutti gli artisti veri, “sofferenti di una eterna inquietudine”, non paga del cimento iconografico nel quale Rita è una eccellenza assoluta, e delle sue molteplici avventure artistiche, la Mantuano sperimenta altre forme espressive come ad esempio la lamina sbalzata, ossia la lavorazione di una lamina metallica sottile di cui esistono antichissime testimonianze sin dal VII secolo a.C. Egizi, Cretesi, Greci, Romani, Longobardi, Bizantini ed altri, hanno lasciato magnifici esempi di questa raffinata artigianalità.

Opere rinascimentali di gran pregio hanno visto l’impegno di sommi artisti come Cellini, Botticelli, Verrocchio, Donatello, Pollaiuolo.

La tecnica dello sbalzo è complessa.

Prevede fasi diverse che partono dal disegno su carta per poi passare al lavoro di cesello sulla lamina metallica, consegnando infine un’immagine a rilievo dal delicato effetto di tridimensionalità.

Particolarmente adatta all’oreficeria, la tecnica a sbalzo si caratterizza proprio per l’idea della preziosità.

Ed è proprio questa la sensazione che si avverte di fronte all’opera di Rita Mantuano, alla quale riconosciamo un contenuto di equilibrio estetico e abilità artistica.

Nell’opera “Passaggi” in rame sbalzato su tela e acrilici, l’artista cosentina dispone la lamina lavorata su un fondo giallo dorato aumentando il senso della preziosità dell’intera opera".

SCAFFALE

 

L’associazione Lo Scaffale rappresentata da Tina Lojacono, Pasquale Bonavita, Gregorio Carratelli, Sergio Ruggiero e Giuseppe Sconza Testa incorona “Ulisse” di Amantea il noto imprenditore Amanteano Damiano Bruno

 

Una simpatica e geniale iniziativa quella dello Scaffale di Amantea, associazione dedita alla Storia, alla Cultura, alla Mitologia, con quel pizzico di leggerezza e fantasia che contraddistingue i membri della medesima associazione.

 

Lo scaffale di Amantea cercava l'Ulisse di Amantea già da un pò di tempo, potevano limitarsi a rilevare qualche somiglianza agli ignari candidati, potevano limitarsi associandolo ad un caratteristico profilo greco, ma per fare una cosa più seria lo scaffale ha ritenuto cimentarsi in qualche breve riflessione sull'estetica del grecità e l'aspetto fisico, che secondo una certa letteratura per rappresentare l'eroe classico deve esprimersi in alcune qualità interiori.

 

E lo scaffale non ha fatto molta strada, l’ha trovato a pochi passi, nella figura del noto imprenditore Amanteano di nome Damiano Bruno, ex capitano della squadra di calcio della Amantea, il quale volto è risultato identico ed al quale lo scaffale consegna metaforicamente lo scettro dell'eroico RE di Itaca.

 

Il suo volto, scolpito nella pietra, e il suo portamento austero offre davvero l'idea del virile equilibrio e della misurata inquietudine di cui abbiamo parlato e che stavano cercando.

 

Auguri a Damiano

 

Esiste una “Amantea difficile” come dice lo scrittore amanteano Filippo Vairo

Ma esiste anche una Amantea facile, bellissima, ancora tutta da scoprire, forse, ma capace di grandi cose.

Eccone una, che nasce dalla dichiarazione del bisogno della città, espresso, nel caso, dall’amministrazione comunale, rappresentata dall’assessore Concetta Veltri, la quale ha detto che il comune ha poche disponibilità finanziarie, ma che questa condizione non può fermare questa antica e nobile città nel suo viaggio nella storia e verso il futuro, e per questo ha chiesto collaborazione aperta, colta, propositiva e gratuita.

A porgerle immediatamente ed in primis una mano l’associazione Lo Scaffale rappresentata da Pasquale Bonavita, Gregorio Carratelli, Peppe Marchese , Sergio Ruggiero, Giuseppe Sconza Testa.

La associazione culturale si è offerta di collaborare gratuitamente con l’assessorato al turismo per contribuire ad implementare la sola sezione “Turismo e cultura” del web del comune.

Una offerta che con prontezza è stata colta dall’assessore Concetta Veltri la quale ha fortemente ringraziato l’importante associazione amanteana ed ha inviato allo Scaffale, e per esso ed in sua rappresentanza a Giuseppe Sconza Testa, un apposito incarico formale .

Lo Scaffale ha accettato il delicato incarico in tal modo confermando la sua costante disponibilità verso la città e verso la cultura.

L’assessore Veltri ha comunque chiarito che la durata della collaborazione non potrà essere superiore al suo mandato e che lo Scaffale potrà interrompere il rapporto anche anticipatamente a tale mandato.

L’assessore Concetta Veltri ha dichiarato che “intendo avvalermi di qualsiasi apporto volontario che sarà offerto al mio assessorato e sin d’ora dico grazie a qualunque forma di positiva collaborazione finalizzata alla diffusione dell’immagine della nostra città , collaborazione che sarà non solo apprezzata e gradita, ma che- sono certa- contribuirà a scrivere la storia della città in questo suo e nostro difficile momento”.

Pubblicato in Campora San Giovanni

E’ stata una domenica speciale quella coincisa con il 9 luglio 2017.

Sarà ricordata negli anni, e speriamo nei secoli, come quella del ritorno!

La madonna miracolosa di cui ha parlato nel 1663 il gesuita Giulio Cesare Fazari, rettore del Collegio di Amantea, e riportata sull’Atlante mariano di Guillermo Gumppenberg del 1677, poi sparita misteriosamente, è ritornata

Ad accoglierla nella chiesa dei Cappuccini il parroco don Gino Zoroberto ed un numeroso pubblico di fedeli.

La chiesa dei Cappuccini venne così ricordata dal popolo perché quando venne fondata nel 1607 venne intitolata a Santa Maria di Portosalvo ma le venne affiancato un convento di frati Cappuccini. Poi per effetto dei decreti napoleonici, il convento fu soppresso nel 1811 e alienato a privati.

Nel 1822, vi fu eretta la confraternita di Maria SS. Addolorata.

La Chiesa dei Cappuccini dal 1823 porta il titolo di Santa Maria della Pinta e Santa Maria della Campana per ricordare due edifici religiosi andati perduti ( vedi http://siusa.archivi. beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=52285)

Il ritorno è figlio della vocazione alla ricerche storiche su Amantea de Lo Scaffale ( costituito da Sergio Ruggiero, Peppe Marchese, Giuseppe Sconzatesta ( autore della ricerca storica), Gregorio Carratelli, Pasquale Bonavita, eccetera), del pregevole lavoro della iconografa cosentina Rita Mantuano e della confraternita di Maria SS. Addolorata( di cui, in particolare, ricordiamo Cenzino Piluso, Franco Morelli e Salvatore Basso).

Ma alla celebrazione del ritorno non sono mancati i politici locali tra cui il sindaco Pizzino, il consigliere di maggioranza Enzo Giacco, la consigliera di minoranza Francesca Menichino.

Alla presenza di numerosi fedeli hanno preso parola il priore Morelli, il sindaco Pizzino e Rita Mantuano, autrice della icona.

Succesivamente è seguita “una relazione tecnica, corredata da proiezioni esplicative sui caratteri storici e simbolici dell’opera, da parte di Sergio Ruggiero de’ “Lo Scaffale”, il cenacolo culturale amanteano che ha ideato e realizzato il progetto avvalendosi della collaborazione di “Brutia libera” di Cosenza e della contrafernita dell’Addolorata di Amantea che lo ha finanziato”.

L’icona, è un’opera dall’impatto emotivo straordinario sia per l’intensità della figura che per il contenuto simbolico e devozionale, sarà collocata in posizione eminente nella stessa chiesa, alla venerazione dei fedeli.

Ci sembra che questa madonna miracolosa giorni fa abbia fatto un nuovo piccolo miracolo, quale è quello di mettere insieme la chiesa ed il comune, il popolo e la fede, la tradizione e la cultura storica e l’arte.

E forse così indicando la strada da seguire per una nuova e più bella Amantea.

E chissà che ne avanzi per i prossimi anni!

Gli amanteani ci sembrano un “popolo” per la gran parte distratto dalle “ambasce quotidiane” -direbbero gli antichi-; mentre altri sono tesi ad arricchirsi od a conservare le propria posizione di dominio sugli altri.

 

Un popolo , quindi, troppo preoccupato in qualcosa.

E così omettono di ricordare oltre alla propria storia anche quella della stessa città.

Ed è per questo che quando si ha la “ventura” di imbattersi in una “relazione” come quella a noi pervenuta, e della quale ringraziamo il possessore che ce la ha fornita – un signore che ha abitato il centro storico- restiamo sorpresi nel cogliere, intanto, le verità in essa contenute ed insieme la presenza nella città di un gruppo di persone capaci di redigerla.

 

Un lavoro difficile; reso tale - capirete leggendo le prime pagine - anche dal divieto di “invadere le attribuzioni delle autorità costituite”, e dal divieto, altresì, di valutare “ provvedimenti amministrativi per lo passato adottati e che potessero condurre a responsabilità personali”.

Un miracolo di equilibrio che, comunque, espone- se non denuncia- una serie di fatti rilevanti della storia del comune di Amantea probabilmente ricercata e partecipata alla città solo in questa unica occasione.

Non rischiamo, ovviamente, di scommettere sul fatto che “altri” ne posseggano una copia, celata nella propria biblioteca o nella “vecchia cascia” senza avvertire il dovere di parteciparla agli altri, nel rispetto di quel vezzo pseudo culturale amanteano secondo il quale chi detiene la notizia sarebbe colto.

Per stemperare questa suggestione abbiamo deciso di rendere pubblica qualsiasi cosa della storia cittadina riusciamo a trovare.

 

Lo faremo sotto l’egida de “Lo scaffale”, inizialmente attraverso il sito web Tirrenonews in attesa di attivare uno specifico sito sulla documentazione storica e culturale della nostra città.

Riteniamo anche doveroso avvertire i lettori di non stampare le pagine che man mano inseriremo perché è intenzione de “ Lo Scaffale” di dare inizio alla editazione, a costi più bassi possibile, di tutto quanto rinverremo, oltre che della produzione letteraria e culturale dei soci e degli aderenti alla nostra associazione, così da dar inizio alla stampa di quanto disponibile, oggi o domani, sulla storia e sulla cultura della cittadina.

Un insieme di quaderni storici, ambientali, culturali da trasmettere a chi verrà.

Buona lettura.

Per “Lo Scaffale”                                                     Peppe Marchese

 

NB Lo Scaffale al momento è rappresentato da Pasquale Bonavita, Gregorio Carratelli, Peppe Marchese, Rodolfo e Roberto Musì, Sergio Ruggiero, Giuseppe Sconzatesta.

 

PRIMA PARTE.

Chiaro ed esplicito era il mandato dalle S. V. affidatoci, lo studio e l'esame del funzionamento attuale dei pubblici servizii, degl' inconvenienti che presentassero, dei rimedii che potessero apportarsi ad essi pel loro migliore assetto e sviluppo.

Ma se vasto era il campo sottoposto alle nostre indagini, circoscritti n'erano i limiti, onde ancora più difficile si presentava il compito nostro, di natura assai delicato, non dovendo invadere le attribuzioni delle Autorità costituite, nè disponendo di tutti i' mezzi d'indagine a queste consentiti, e dovendo sfuggire ogni esame ci si conceda l' espressione - del contenuto intrinseco dei provvedimenti amministrativi per lo passato adottati, e che potessero condurre a responsabilità personali.

Abbiamo avuto di mira soltanto il bene del paese, e di persone non abbiamo fatto cenno, se non quando l'esame del provvedimento stesso lo richiedeva necessariamente.

I criteri, cui ci siamo ispirati, sono stati veramente obbiettivi, interpetri noi così anche dei nobili sentimenti che le SS. VV. nutriscono e che mirano unicamente alla salvaguardia degl' interessi del Comune, non a vendette, nè ad ire di partiti. E che questi siano stati proprio i criteri ed i sentimenti, da cui siamo stati mossi, come del resto a noi n'era fatto obbligo, lo dimostra la perfetta armonia e concordia serbate costantemente nel seno della Commissione, l' uniformità delle proposte fatte dai singoli suoi componenti, l' unanimità del voto ottenutosi in tutti i provvedimenti, che verremo man mano suggerendo e proponendo alle SS. VV.

Archivio – Registri - Contratti

La commissione non ha mancato di fermare la sua attenzione anche sullo attuale ordinamento dell' archivio comunale, il quale lascia tuttavia non poco a desiderare" non ostante la formale dichiarazione in contrario, con- tenuta nella deliberazione della Giunta Municipale del dì. 25 agosto 1898 e colla quale accordavasi all' uopo una gratificazione al vice segretario Sig. Pesce.

Il disordine tuttora esistente può riassumersi così:

A. Fascicoli dì atti e documenti buttati per terra alla rinfusa.

B. Corrispondenza e documenti accumulati e messi l' un sull' altro da parte,senza loro distribuzione nelle rispettive pratiche.

C. Deficienza di ordine di data nella tenuta della corrispondenza,

D. In molti fascicoli nessuna traccia della corrispondenza tenuta dall' Amministrazione, pel disbrigo degli affari per la risoluzione delle vertenze, e ciò perché a quanto ha dichiarato l'attuale segretario, non era costume serbare in atti, per lo passato, le minute.

E. Dispersione di atti e documenti non privi d' importanza, .come perizie, relazioni ecc., dovuta al disordine stesso in cui per l'innanzi mantenevasi l' archivio, o alla consegna fattane senza ricevo a sindaci, assessori, consiglieri, avvocati e periti del Comune.

Ad onor del vero devesi da un lato riconoscere che l' attuale segretario ha cercato di rendere minore il disordine, attenendosi alle istruzioni ministeriali impartite con la circolare del I° marzo 1897, e dall' altro che ,al detto disordine contribuisce la insufficienza del locale e del personale di segreteria. e sopratutto la deficienza degli armadi, onde occorre all' una e all' altra porre rimedio, separando per giunta, a maggior custodia degli atti, l'archivio dallo ufficio di segreteria, ove tutti accedono.

 

In quanto ai registri è rimarchevole quanto segue:

I. Che l' inventario di tutti i beni mobili ed immobili, di pertinenza del Comune, e delle sue attività e passività non è al corrente, essendosene trascurate le va riazioni e rettifiche da parecchi anni.

2. Che non esiste affatto il registro di popolazione o di anagrafe, sebbene obbligatorio.

3. Che per quanto appaia inverosimile, non èvvi lo elenco delle strade comunali e vicinali soggette a servitù pubblica, che avrebbe dovuto essere compilato ed omologato dal Prefetto della Provincia in esecuzione della Legge sui Lavori Pubblici del 1865.

E quello che più è strano, si è che pur non sussistendo detto elenco, lo si modifica va con atto del                   per far cessare il carattere di demaniale nella strada comunale. che da Amantea menava a Belmonte, e poterne disporre l'alienazione pel prezzo di L. 66,18 alla Signora Egidia Florio, moglie dell' ex. assessore notaio Florio.

Urge più che mai che il Comune abbia siffatto elenco, o richiedendone copia alla Regia Prefettura, nel cui archivio di deposito potrebbe rinvenirsi, o compilandolo

ex novo: e tale urgenza si rende più evidente, sol che si consideri, che non manca chi persistentemente assevera essersi da qualcuno usurpati dei tratti di strade, e da qualche altro precluso il transito al pubblico su strade vicinali soggette a servitù pubblica.

4. Che nel registro delle deliberazioni della Giunta Municipale appaiono soltanto trascritte quelle emesse sino al 5 maggio ultimo scorso. E se deve prestarsi fede alle formali dichiarazioni del Segretario, ciò non sarebbe da attribuirsi ad omissione da parte sua, ma al fatto, che realmente la precedente Giunta Municipale non sentì il bisogno di riunirsi per provvedere ai pubblici servizi dalla detta epoca fino allo insediamento della nuova amministrazione, cioè per la durata di circa tre mesi.

Inoltre dal detto registro non risulta alcuna deliberazione di liquidazione di pagamento, serbandosi la consuetudine, per quanto poco lodevole, di redigere i mandati e disporre il pagamento anche sui fondi a calcolo e sulle spese impreviste in base alla semplice firma del Sindaco e di un
assessore.

5. Tanto nello stesso registro, che in quello delle deliberazioni consi1iari, manca ogni indicazione sulla ottenuta o meno approvazione, sia dall' Autorità governativa, sia, nei casi vo1uti dalla legge, dall'autorità tutoria,
sicché non è dato da essi desumere se ebbero oppur no esecuzione.

 

Quel che poi è indubiamente deplorevole, si è che non si curi la stipulazione dei contratti a tempo debito con i fittuari, appaltatori, fornitori ecc.ecc.

Sta in fatto, che non ostante che fin dal Dicembre dello scorso anno fossero stati eseguiti a pubblici incanti gli appalti per la esazione dei dazi comunali, questi non sono stati ancor eseguiti dai contratti; sebbene fossero state rattenute a titolo di deposito, le spese, le cauzioni provvisorie degli aggiudicatari. Anzi a questo proposito, richiesto al Segretario il registro dei depositi e la prova del loro versamento,egli ha dichiarato che i medesimi non sono stati mai versati a lui o a1 tesoriere, ma sono stati trattenuti e quindi sono tuttora in potere di colui che presiedette all'asta pubblica. - Detto deposito ascenderebbe alla somma di lire 300,00. –

Conseguenza di ciò , si è stato anche che meno quello del dazio sul legname e ferro, tutti gli altri appaltatori non hanno finora curato di prestare la cauzione definitiva, rimanendo inadempiute le condizioni dello incanto e senza cautela alcuna l' amministrazione comunale.

Similmente, non ostante che fosse stato dato in fitto da oltre un biennio, non si è avuto cura di stipulare contratto col Sig. Nicola Sicoli per la locazione del magazzino a pianterreno dello edificio municipale, cosi pure per le vendite dei suoli al Cimitero. pel contratto di esattoria, e via dicendo.

…..continua…

Nel pomeriggio di sabato 16 apri le, “Lo Scaffale” ha incontrato i laureandi Elena Caferro di Cosenza e Paolo Giuseppe Mauceri di Siracusa, studenti di architettura all’Università Mediterranea di Reggio Calabria.

 

I due giovani hanno chiesto ed ottenuto la collaborazione del gruppo amanteano per la messa a punto di una tesi di laurea vertente sulla “Salvaguardia e valorizzazione dell’area del castello di Amantea”.

 

Rivolgendosi a’ “Lo Scaffale” i tesisti hanno detto: “Come sappiamo ogni luogo possiede dei valori nei quali la comunità si riconosce e si identifica.

Se dovessimo applicare questo ragionamento alla città di Amantea il pensiero non può che ricadere sull’area del castello.

Da qui l’idea di dedicare la nostra tesi ad un luogo storico, scenario di arte, cultura e architettura. Esprimiamo la speranza di raggiungere l’obiettivo prefissato, partendo dalla vostra qualificatissima collaborazione”.

 

Nel corso dei lavori, Andrea Argentino, invitato all’incontro, ha illustrato un dettagliato lavoro universitario a suo tempo eseguito dalla figlia Myriam Argentino (attualmente a Torino) in concorso con Aida Roseto e Angela Astorino.

Myiriam, consultata da Sergio Ruggiero, ha reso immediatamente disponibile il pregevole lavoro di gruppo venendo incontro alle esigenze cartografiche e documentali dei due laureandi.

Sono state peraltro esibite e donate stampe aeree fornite da Giuseppe Sconza Testa, e pubblicazioni tematiche a disposizione de’ “Lo Scaffale”.

 

Peppe Marchese ha messo a disposizione il proprio archivio fotografico e Gregorio Carratelli ha fornito utilissimi suggerimenti tecnico-operativi.

La disponibilità de “Lo Scaffale” nei confronti di studenti e appassionati, è uno dei principali scopi del Sodalizio, la cui finalità verte sulla promozione della Cultura e della Conoscenza del nostro territorio in tutte le possibili espressioni.

“Lo Scaffale” ringrazia Andrea e Myriam Argentino per la squisita disponibilità, apprezzandone lo spirito costruttivo e l’assoluta qualità del contributo offerto.

Si ringraziano anche Aida Roseto e Angela Astorino.

 

Lo Scaffale

Pubblicato in Primo Piano

Alcune sere fa, “Lo Scaffale” ha incontrato Sam Patti, operatore economico americano di chiare origini italiane, e per la precisione amanteane. Il nonno paterno di Sam si è trasferito negli States agli inizi del secolo scorso, avviando all’avventura americana una famiglia che nel corso del tempo si è perfettamente integrata in quella realtà economica e sociale, raggiungendo anche ruoli di rilievo.

 

Sam era accompagnato dalla sorella con il coniuge, e dal nipote Franco Calardo.

Sam Patti rappresenta un’importante Associazione Italo-americana che promuove attività culturali ed economiche con l’Italia. E proprio in questa veste che, ogni anno, chiamato dall’Università della Calabria, Sam viene a relazionare nell’ambito di un progetto di scambi tesi a tenere vivo il rapporto tra gli Stati Uniti e la nostra Regione.

Il progetto prevede, peraltro, l’istituzione di borse di Studio, stages per docenti e studenti e svariate forme di collaborazione culturale.

Lo Scaffale, interessato alla singolarità del personaggio e al tipo di attività che il Patti svolge, ha inteso incontrarlo, organizzando una riunione conviviale presso un noto ristorante cittadino.

 

Nel corso dell’incontro, Sam Patti ha approfondito molti temi relativi all’emigrazione italiana negli USA e nel mondo, soffermandosi sulla problematica ad essa inerente, senza mancare di evidenziare aspetti comuni e differenti con il flusso migratorio del nostro tempo, che tanta preoccupazione desta a tutti i livelli.

Nell’esprimere estremo interesse al progetto dell’Associazione rappresentata da Sam Patti, “Lo Scaffale”, per bocca dei suoi componenti, ha poi illustrato storie, tradizioni e saperi della nostra città, sottolineando la necessità di una effettiva valorizzazione del grande patrimonio culturale che

appartiene a tutti noi.

A conclusione della serata, è stato fatto omaggio a Mr. Patti dell’intera produzione letteraria dello scrittore Sergio Ruggiero, illustrata sinteticamente da Peppe Marchese, e di alcuni documenti cartografici del nostro territorio realizzati da Giuseppe Sconza Testa. Hanno contribuito a rendere

più viva la simpatica ed interessante serata i brevi interventi di Roberto Musì, Ciccio Svedese e

Gregorio Carratelli.

Lunedì 28 u.s., “Lo Scaffale” ha incontrato Alberto Fava,(nella foto) avvocato salerni tano residente a Torino, discenden te dell’antica famiglia Fava di Amantea.

A quella famiglia, ricordiamo, appar teneva Laura Procida Stocco, eroina delle memorabili giornate dell’asse dio di Amantea del 1806-07, moglie di Giulio Cesare Fava, anch’egli vittima della repressione seguita alla resa della città da parte dell’esercito francese.

Nel corso della serata, ospiti nella dimora di Gregorio Carratelli, i componenti de’ Lo Scaffale hanno dato vita ad un vivace dibattito sulle vicende storiche della Nostra città, soffermandosi in particolare sul significato e sulle conseguenze di quelle tragiche contingenze storiche.

Al saluto del padrone di casa Gregorio Carratelli, e alla presentazione della serata formulata dal presidente del sodalizio Sergio Ruggiero, è seguito l’intervento di Peppe Marchese il quale ha tratteggiato i caratteri urbanistici del quartiere Catocastro precedenti alla costruzione della Statale 18.

La questione si è posta in relazione alle antiche proprietà Fava, che proprio in quella zona, sorgevano sin dal XIV secolo.

Giuseppe Sconzatesta ha illustrato poi mappe e grafici di sua creazione del centro storico, utilissime alla comprensione della tematica trattata.

Roberto Musì ha prospettato le ragioni storiche della denominazione “Largo Fava” a Catocastro, ipotizzando, con una larga messe di informazioni, le vicende legate al toponimo.

Lo stesso Musì ha poi concentrato l’attenzione sui destini della famiglia Fava e sul suo riscatto dalle disavventure seguite alle tristi vicissitudini amanteane, delineando infine, con un breve profilo, la figura di Francesco Saverio Fava di Salerno e della sua brillante carriera diplomatica.

Il giovane Francesco Saverio, da semplice segretario di Legazione degli Affari esteri borbonico, è riuscito a diventare, all’indomani dell’Unità d’Italia, il primo ambasciatore italiano negli Stati Uniti d’America, dal 1881 al 1901.

All’incontro hanno partecipato Antonio Cima, Ciccio Svedese e Fausto Perri, che hanno offerto il loro personale contributo alla discussione, conferendo un’effervescenza di opinioni che hanno arricchito la serata, allietata da una lauta cena preparata da Pino Dolce, cuoco dalle apprezzate qualità culinarie.

Alberto Fava ha inteso infine portare la sua parola, fornendo un contributo chiarificatore su quelle lontane storie familiari e della Nostra città, di cui possiede numerosi documenti, alcuni dei quali esibiti nella circostanza.

L’amico Fava, visibilmente commosso, ha voluto suggellare la conclusione del bellissimo incontro, con la seguente espressione: Si può staccare l’uomo dalla propria terra, ma non si può staccare la propria terra dall’uomo.

Pubblicato in Cronaca

Il cenacolo culturale “Lo Scaffale” invita la comunità di studiosi e appassionati della storia di Amantea alla cerimonia di conferimento della Cittadinanza Onoraria al dott. Gabriele Turchi di Belmonte Calabro, estensore del libro “Storia di Amantea”, il primo organico studio sulla storia della nostra città.

La cerimonia si terrà nella Sala Consiliare del Municipio di Amantea, mercoledì 8 aprile, alle ore 16,00.

Di seguito, si riporta la relazione presentata al Sindaco dal consigliere Sergio Ruggiero, componente del cenacolo “Lo Scaffale”, soggetto promotore dell’iniziativa.

Oggetto: segnalazione di attribuzione di cittadinanza onoraria al dott. Gabriele Turchi, ai sensi dell’art. 3 del Regolamento Conferimento cittadinanza onoraria n° 22 del 10.06.2009

Nella prefazione del libro ”Storia di Amantea”, la cui ultima versione è stata edita nel 2002, Gabriele Turchi ha scritto:

“Ci siamo accinti a questo lavoro spinti dal desiderio di voler illustrare e far conoscere il passato glorioso di questa antichissima città.

Amantea, onusta di memorie e di storia, non poteva rimanere più a lungo senza una propria storia scritta poiché, ad eccezione di alcuni lavori monografici antichi ed incompleti, manca per essa un’opera organica ed unitaria.

Numerose invece sono le monografie scritte al solo scopo encomiastico per questa o quella famiglia patrizia, le cui vicende sono narrate estesamente, mentre i pubblici avvenimenti cittadini vengono appena accennati e soltanto quando servono da sfondo alle prime. Manca in questi scritti la presenza del popolo, diretto e vero artefice, anche se anonimo, di ogni vicenda umana.

Con il presente lavoro abbiamo cercato di colmare tale lacuna”.

Da queste semplici parole traspare lo spirito che ha animato il ricercatore Gabriele Turchi volto da una parte a sigillare in forma scritta la plurimillenaria storia della nostra città, dall’altra ad elevare il popolo intero a protagonista delle vicende umane che si sono succedute dal tempo dei miti a tutto il XIX secolo.

L’opera, che si compone di 12 capitoli, ordinati per cronologia e per argomento, si conclude con un ricchissimo appendice documentale che parte da un diploma del 1345 e continua con gli elenchi dei principali personaggi, né manca una utilissima rappresentazione iconografica, a completare una trattazione esauriente e scrupolosa.

Il libro, peraltro, presenta centinaia di note esplicative e di approfondimento, a testimonianza del rigore scientifico con il quale Gabriele Turchi ha svolto questo impegnativo compito. Tale scrupolosa dedizione risulta evidente anche dalla poderosa bibliografia ch’egli ha consultato, bibliografia in cui, accanto ai grandi storici italiani, compaiono gli storici regionali e locali, meno famosi forse, ma non per questo meno importanti, almeno per quanto ci riguarda. E’ assolutamente impossibile in questa sede citare le opere consultare, sono centinaia, e tra queste, le trattazioni e il corpo documentale di archivi pubblici e privati, tra i quali il famoso Archivio Cavallo, del quale, possiamo dirlo, Turchi è senz’altro tra i principali conoscitori.

L’opera ”Storia di Amantea” è entrata nelle case degli amanteani, letta da tutti, in particolare da appassionati e studiosi per i quali rimane una guida dalla quale trarre conferme, e da cui partire per lavori di approfondimento. La ricostruzione del nostro passato fornita da Turchi si basa sul principio della comprovazione documentale, attenta, condivisa, scrupolosa. Per Turchi, dunque, ciò che non è comprovato non rientra nella conoscenza storica, ma fa parte delle opinioni, o piuttosto delle supposizioni, “perchè il vero storico produce delle ricostruzioni del passato sulla base delle fonti”.

La produzione della conoscenza storica è una impresa collettiva, ed ogni storico contribuisce per piccola o grande parte. Per quanto riguarda la storia di Amantea, Gabriele Turchi vi ha contribuito in modo determinante, tanto che riesce difficile immaginare un qualsiasi studio della storia riguardante il nostro territorio che prescinda dalla consultazione della sua opera. Oggi la conoscenza storica della nostra città è in continua espansione, nuovi elementi di studio contribuiscono alla sua revisione ed al suo arricchimento. Ma l’arricchimento è possibile soltanto grazie all’esistenza di un patrimonio di conoscenze al quale Gabriele Turchi ha fornito un importante contributo.

La comunità degli studiosi e degli appassionati della storia di Amantea, e tra questi i componenti del circolo culturale “Lo Scaffale” di cui lo scrivente fa parte, riconosce dunque al dott. Gabriele Turchi il grande merito di aver contribuito alla costruzione di un prezioso patrimonio di conoscenza, avendo restituito a questa città un’opera storiografica meritoria per completezza di trattazione, per ricchezza di fonti, per qualità di scrittura e per obiettività di valutazione.

Pertanto, il dott. Gabriele Turchi rientra a pieno diritto nel novero degli studiosi ai quali va la gratitudine di chi ama Amantea, perché chi ama questa città dal grande passato e dalle straordinarie tradizioni, non può che ambire a conoscerne la storia.

A tanto ci accingiamo, nella convinzione che sia corretto suggellare un doveroso riconoscimento intellettuale e un significativo atto d’amore nei confronti della nostra città.

Cordialmente Sergio Ruggiero

Lo scaffale di Esdra, miniatura del Codex Amiatinus di san Girolamo

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