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Sanita Oliverio AmanteaAmantea 21 ottobre 2015. Un buon lavoro ed una buona salute sono le cose primarie della vita di ognuno.

Se un buon lavoro dipende da mille cose diverse, una buona salute dipende sempre da una buona sanità.

 

Purtroppo il comprensorio di Amantea non ha più né buon lavoro , né buona sanità, anzi chi governa la sanità continua a “rubare” servizi sanitari alla popolazione del nostro comprensorio.

 

Per questo è venuto, chiamato dalla rete civica da poco costituita, il governatore Mario Oliverio al quale oggi viene presentata la proposta di istituzione della Casa della Salute , un sistema avanzato di medicina preventiva del territorio, grazie al quale non occorreranno mesi per una visita cardiologica o per un ecocardiogramma.

 

Chiamato anche il direttore dell’ASP Filippelli perché provveda come è suo dovere ad equilibrare i servizi sanitari nella provincia di Cosenza evitando che Amantea ed il comprensorio siano la Cenerentola della sanità calabrese.

La rete ha sollecitato la presenza dei sindaci del comprensorio perché approvino nel rispettivi consigli la piattaforma sanitaria proposta

 

Oggi è l’occasione per capire quali forze politiche vogliono per Amantea ed il suo comprensorio i giusti e necessari servizi sanitari e chi userà al contrario la presente occasione per fare passerelle come sono state fatte finora.

Oggi è anche lì occasione per sapere quali forze politiche tutelano e tuteleranno il nostro comprensorio.

Vi faremo sapere……

 

GALLERIA FOTOGRAFICA

 

Pubblicato in Primo Piano

Si svolgerà domani merco ledì 21  ottobre 2015, presso l’ auditorium del le scuole medi e, con inizio alle ore 17, l’in contro pubblico promosso dalla Rete Comprensorio Amantea (alla quale aderiscono 70 associazioni, comitati, sindacati e partiti) nata a difesa del diritto alla salute e del poliambulatorio di Amantea.          

Alla manifestazione, alla quale sono stati invitati i sindaci del comprensorio ( ai quali e’ stato chiesto di approvare, nei rispettivi consigli comunali, la piattaforma rivendicativa della Rete) interverranno il commissario straordinario dell’Asp Cosenza Gianfranco Filippelli, e il presidente della Giunta regionale Mario Oliverio.

Dichiarazione della Rete:

“ Lanciamo un forte appello ai cittadini di Amantea e del Comprensorio ad essere presenti in massa all’incontro all'auditorium, affinchè si riapproprino di una capacità partecipativa, si  organizzino, afferrino con le unghie il loro diritto alle fondamentali libertà investendo sull’importanza del senso comunitario e dell’essere comunità.

Stiamo costruendo una catena sociale a difesa di un “bene comune”.

Noi vogliamo che il diritto alla salute di tutti i cittadini venga  adeguatamente garantito. Noi vogliamo che l’uguaglianza di diritto diventi uguaglianza di fatto, e che questa società sia davvero capace di offrire sicurezze nei bisogni sanitari” .Rete Comprensorio Amantea

Questo il testo della relazione nata dall’esigenze espresse dagli aderenti alla iniziativa sociale:

Care Cittadine e cari cittadini del Comprensorio,

Presidente Oliverio,

Commissario Filippelli,

noi riteniamo che oggi ci si trovi dinnanzi ad un fatto straordinario, ovvero – che in una società caratterizzata dall’indifferenza, dall’egoismo, dalla prepotenza, ove vige la legge del potente, della strumentalizzazione, dell’ipocrisia – i cittadini si riappropriano di una capacità partecipativa e propositiva, si organizzano per occuparsi di loro stessi, afferrano con le unghie il loro diritto alle fondamentali libertà, diventano protagonisti di un destino collettivo investendo sull’importanza del senso comunitario e dell’essere comunità.

Cittadini che prendono per mano altri cittadini, costruendo una catena sociale a difesa del sacrosanto diritto a vivere una vita serena e degna di essere vissuta.

Questo è quanto sta accadendo oggi, questo è il senso della nascita della Rete comprensoriale “Difendiamo la salute”. Oggi noi prendiamo spunto da un fatto specifico, ovvero “il depotenziamento del Laboratorio di analisi del Poliambulatorio”, per coniugare una prospettiva più ampia, non miope. Perché ciò chiediamo oggi non è soltanto che il Laboratorio di analisi non sia depotenziato, non è soltanto una maggiore attenzione verso i servizi socio-sanitari e socio-assistenziali pubblici del Comprensorio, ma è molto di più: noi vogliamo che il diritto alla salute dei cittadini di questo Comprensorio venga adeguatamente garantito, noi vogliamo che l’uguaglianza di diritto diventi uguaglianza di fatto e che questa società sia capace di offrire sicurezze sociali, serenità, felicità.

Il Comprensorio di Amantea vanta oltre 30 mila abitanti, praticamente un venticinquesimo dell’intera Provincia ed un ottantesimo dell’intera Regione.

Ma noi crediamo che in questo Comprensorio lo Stato, la Regione, la Provincia non siano sufficientemente presenti.

La Pretura circondariale è stata chiusa.

L’Ufficio del Giudice di pace è stato chiuso.

L’Ospedale - pur assentito - non è mai nato e le cliniche un tempo presenti sono state dismesse.

L’Asl è stata soppressa dalla Regione ed appena chiusa è stata pezzo dopo pezzo, struttura dopo struttura, apparecchio dopo apparecchio depotenziata. Dov’è finito, ad esempio, l’apparecchio per la litotrissia extracorporea per il trattamento della calcolosi urinaria?

Oggi apparteniamo ad un Distretto, che è forse il più lungo del mondo, e che appare tanto una follia tecnica e giuridica, figlia di scelte che non fanno altro che generare insicurezza e distanza dal sistema di cure e di prevenzione.

Ciò che rimane di sanità pubblica in questo Comprensorio non è che un Poliambulatorio, che noi temiamo possa essere ulteriormente depotenziato – ed i segnali che vengono da quanto decretato per il Laboratorio di analisi sono una conferma rispetto a ciò – col palese ed inaccettabile rischio di mortificare quel poco che resta di sanità pubblica nel nostro territorio.

La nostra Provincia ha 34 tra Ospedali e Case di cura, cioè una ogni 22 mila abitanti.

Ma noi no! L’Ospedale più vicino è a quasi 30 km!

Siamo in una Regione che ha 75 tra Ospedali e Case di cura, cioè uno ogni 26 mila abitanti.

Ma noi no!

Non abbiamo nessuna delle 230 strutture sanitarie e sociosanitarie accreditate dalla Regione.

Non abbiamo nessuno dei 52 Centri di riabilitazione estensiva extra ospedaliera.

Non abbiamo nessuno delle 51 Residenze Sanitarie Assistenziali per anziani, medicalizzate e per disabili.

Non abbiamo strutture residenziali riabilitative psichiatriche e case protette per anziani.

Non abbiamo nulla di tutto ciò.

Noi abbiamo un Poliambulatorio dove peraltro non è presente un mammografo e le donne dei nostri paesi devono recarsi a Cetraro - ovvero a circa 60m km - per una mammografia!

Abbiamo un Poliambulatorio dove però non è possibile eseguire una MOC (Mineralometria ossea computerizzata).

Abbiamo un Poliambulatorio dove operano 3 Oculisti ma senza l’ausilio delle necessarie strumentazioni tecniche.

Abbiamo apparecchiature radiologiche datate e non ci risulta una ridotazione in tal senso.

Abbiamo un Poliambulatorio con l’Otorino in pensione non ancora sostituito.

Abbiamo un Cardiologo presente solo 2 volte a settimana e con una lunghissima lista d’attesa: com’è possibile parlare di prevenzione e cura delle patologie cardiovascolari se per fare anche un elettrocardiogramma è necessario attendere settimane – o peggio ancora - mesi?

Siamo in pratica tra i territori sanitariamente meno serviti di tutta la Calabria e dell’Italia.

La garanzia ad eguali condizioni sanitarie a tutti i cittadini, da noi è paradossalmente e vergognosamente disattesa.

Riteniamo fuori da ogni logica il fatto che – con tali presupposti – le politiche sanitarie in questo territorio vengano fatte applicando la ratio del risparmio che taglia i servizi e rende i cittadini ancora più vulnerabili.

Noi sappiamo benissimo che in altre zone del Paese i Centri unici di analisi funzionano. Ma la Calabria di oggi – purtroppo – non è l’Emilia Romagna, non è la Toscana, non è la Lombardia. O vogliamo far finta che non sia così?

Davvero pensiamo – ad esempio - che le provette correranno spedite per le strade della Calabria e sarà garantita la celerità dei risultati?

Noi diciamo con forza che nessun piano di rientro e/o di razionalizzazione dei servizi sanitari può essere realizzato sulla pelle dei cittadini. Tantomeno creando forti sperequazioni tra utenti.

La garanzia di cure immediate ed efficienti rappresenta un diritto fondamentale dell’individuo nonché un interesse della collettività. Nel caso specifico, privare della contestualità del risultato rispetto al momento del prelievo (o, comunque, allungarne la tempistica) - soprattutto per alcuni tipi di patologie – può rappresentare un grave pregiudizio per la salute.

La contestualità dell’esito rispetto al prelievo è in molti casi fondamentale per la cura della persona: ad esempio, per gli esami concernenti i livelli di coagulazione, per la determinazione della glicemia oraria e della curva da carico glicemico o, ancora, per gli esami colturali dell’urina. Il riferimento è – soprattutto - a pazienti con patologie importanti, come - ad esempio - i dializzati o coloro i quali effettuano terapia anti-coagulante.

La preoccupazione, inoltre, è che trasportare le provette possa anche compromettere la complessiva qualità dei test di laboratorio.

E la ratio di tutto ciò quale sarebbe? Il risparmio!

Ma quale sarebbe il risparmio? Butteremo i macchinari che effettuano le analisi? Licenzieremo gli operatori?

Noi temiamo che anzi, quanto decretato rispetto al Laboratorio, non solo finisca per penalizzare l’utente, ma – in ultima analisi – produrrà maggiori costi, sociali ed economici.

Si vuole davvero risparmiare?

Allora perché non si attivano subito le procedure per il completamento della struttura del Poliambulatorio, invece di continuare a pagare fitti per uffici?

Senza considerare il fatto che non è concepibile che specialisti del Poliambulatorio debbano spostarsi di stanza in stanza per garantire le prestazioni.

Quale sarebbe l’urgenza di un intervento di questo tipo? Quando non vengono affrontate le urgenze vere, come – ad esempio – il fatto che ad oggi gli operatori del centro prenotazione dispongono di un programma – potremmo dire – obsoleto, passato, che costringe l’utenza ad attese bibliche.

Oggi è il giorno in cui noi diciamo basta.

Basta a chi crea file di attesa impossibili senza alcuna giustificazione e con il rischio di danni alle persone che poi si riversano sul sistema sanitario regionale.

Basta all’emarginazione sanitaria dei cittadini di questo Comprensorio.

Basta alla migrazione sanitaria.

Basta alla precarietà del sistema di cure.

Basta alla semina di questa insicurezza che avvilisce gli animi e la vita delle persone.

Basta al depotenziamento dei servizi socio-sanitari e socio-assistenziali.

E’ un fatto acquisito che tra le dimensioni del benessere su cui tutte le democrazie moderne e civili orientano le proprie politiche pubbliche, al primo posto vi è un adeguato sistema di cure. Perché dalla qualità e dalla quantità delle cure dipende il diritto alla felicità delle persone. Perché tutti abbiamo il diritto di sentirci sicuri e di essere felici.

Anche l’ONU oggi misura la qualità della vita dei Paesi membri non riducendo il tutto a criteri di tipo economico, ma guardando ad altri indicatori, quali appunto la capacità degli Stati di offrire efficienti ed efficaci sistemi di cura.

L’aspetto reddituale ha una sua importanza, ma solo nella dimensione in cui riesce a creare libertà. Non è sufficiente, infatti, avere un reddito se poi hai un infarto e non hai un pronto intervento in grado di salvarti la vita diagnosticandolo in tempo. Non è sufficiente avere un reddito se non vi è un sistema di prevenzione che ti consente di diagnosticare in tempo una malattia.

Perché la qualità e la quantità di cure adeguate che una società è in grado di offrire ai propri cittadini è un parametro per dire che quella società è giusta, moderna e civile.

E noi vogliamo che la nostra società sia giusta, moderna e civile. E che i nostri cittadini si sentano sicuri e felici.

Stiamo aspettando ormai da anni l’assegnazione di una Casa della salute, l’unico presidio capace di garantire almeno un minimo di servizi sanitari.

Sappiamo di essere di fronte ad una transizione demografica, ad un invecchiamento della popolazione che trascina con sé una transizione epidemiologica con forte aumento delle malattie croniche. La risposta a questa situazione siamo consapevoli che non può essere soltanto l'assistenza ospedaliera, perché si rischia una escalation di costi a fronte di scarsi benefici.

I sistemi sanitari che si orientano alle cure primarie hanno un ritorno in termine di salute, equità di accesso e continuità delle cure, superiori anche ai sistemi incentrati sulle cure specialistiche ed ospedalieri con minori spese e maggiori soddisfazione per la popolazione.

Per di più ad una aspettativa di vita che cresce di oltre un anno ogni cinque si associa il drastico calo del numero di posti letto per abitante negli ospedali.

In questo quadro una Casa della Salute assume la duplice caratteristica di essere una struttura fisica territoriale ben riconoscibile integrativa ed in parte alternativa all'ospedale.

Inoltre risponde perfettamente alla necessità di “deospedalizzare la sanità“ e quindi anche la salute. Alleggerendo quindi la pressione che si riversa sugli Ospedali rendendoli inefficienti ed inefficaci.

Non possiamo non rilevare che il nostro territorio possiede già una struttura che consentirebbe di non partire da zero.

E che le condizioni geografiche di non dispersione territoriale che ben si prestano all’aggregazione dei servizi, facilitandone l’accesso ai cittadini fanno di questo Comprensorio il luogo ideale per l’assegnazione di una Casa della Salute con l’obiettivo di potenziare il sistema di cure primarie e favorire, attraverso la contiguità spaziale dei servizi e degli operatori, la unitarietà e l’integrazione dei livelli essenziali delle prestazioni sociosanitarie, che rappresentano principi fondamentali, affermati dalla legge n. 229/1999 e dalla legge n. 328/2000.

Ma ad oggi non siamo ancora in elenco.

Un elenco nel quale vediamo gli ex presidi ospedalieri di Praia a Mare, Trebisacce, San Marco Argentano, Cariati, Siderno, Scilla, Chiaravalle, e la Piattaforma Sanitaria di Mesoraca. Ci domandiamo: qual è la logica di giustizia sociale e correttezza amministrativa di quest’elenco? Per quale ragione il Comprensorio di Amantea non è ancora assegnatario di una Casa della Salute?

Noi popolo dei Comuni di Aiello Calabro, Amantea, Belmonte, Cleto, Fiumefreddo Bruzio, Lago, Longobardi, San Pietro in Amantea e Serra d’Aiello chiediamo alle autorità competenti di invertire un comportamento che ha impoverito e penalizzato i servizi sanitari pubblici del nostro Comprensorio.

Noi invochiamo le vostre responsabilità amministrative e facciamo leva sulle vostre coscienze chiedendo di rispettare e di far rispettare ciò che la legge prescrive garantendo “in maniera uniforme sul territorio regionale, l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza in condizioni di efficienza, appropriatezza, sicurezza e qualità”

Il Commissario ad Acta Scura ha dichiarato di “amare la Calabria”, di “mettere gli utenti al primo posto”. Ma se le sue azioni vanno in un’altra direzione, allora le intenzioni diventano solo degli slogan.

La salute delle persone non può essere ricondotta a logiche di bilancio. La vita non è un numero da incasellare il un elenco di tioli e capitoli.

Per questo l’auspicio è che questa storia finisca quanto prima. Perché le scelte sul sistema sanitario regionale tornino ad avere al centro non i numeri di un bilancio ma le persone, le loro ansie, i loro problemi.

La sanità deve tornare ai calabresi.

Noi chiediamo che tutti i Consigli Comunali del Comprensorio si riuniscano il prima possibile per approvare la proposta rivendicativa della Rete a difesa della salute.

E ci affidiamo a Lei Presidente Oliverio.

Perché quando questa brutta, bruttissima pagina di Commissariamento sarà terminata, presti attenzione al diritto alle cure degli abitanti di questo Comprensorio. Perori la causa che vuole l’assegnazione di una Casa della Salute in questo Comprensorio.

E’ il popolo a chiederlo con rabbia.

Bloccare questa escalation che mortifica il sistema di cure comprensoriale ed investire sul diritto alla salute per i cittadini di questo territorio, è qualcosa di non più rinviabile. Qui nessuno ha più intenzione di farsi prendere in giro da nessuno.

Su questo oggi comincia una secessio plebis, una lotta della plebe contro ogni patriziato.

La lotta di un popolo che attende risposte non più rinviabili, perché ha già atteso troppo.

Tutti noi aspettiamo le vostre azioni a tutela della nostra salute.

E questo  già sin da domani!

Stabilisce l’art 27 della Costituzione che “La responsabilità penale è personale”.

In armonia con il citato principio della colpevolezza di cui all'art. 27 Costituzione, perché si configuri una responsabilità penale è indispensabile la sussistenza del suitas cioè dell'indispensabile nesso psichico (reale o potenziale) che deve intercorrere tra l'agente e la condotta illecita.

 

Mutuando tale concetto la difesa di Oliverio da parte degli avvocati Alfredo Gualtieri ed Oreste Morcavallo nel ricorso al TAR Calabria sostiene che Oliverio non fosse, né sia, condannabile, proprio “una sanzione deve essere comminata solo in ipotesi di concreta ‘colpa'”.

E nel caso di Oliverio tale colpa secondo i due legali non sussisterebbe visto che “ha agito previo approfondito accertamento della situazione e dopo la formale conferma da parte del proprio apparato burocratico in ordine alla piena legittimità dell’incarico.

Risulta assente, pertanto, l’indefettibile presupposto della ‘colpa’, senza il quale non risulta applicabile alcuna sanzione”.

Contestato ancora il ritardo dell’intervento compiuto a istanza di oltre 5 mesi

E viepiù la mancanza di qualsivoglia preventiva ‘contestazione’ o ‘segnalazione’.

 

In sostanza, quindi, il provvedimento di Cantone rappresenta un “palese strappo istituzionale contra legem” poiché il provvedimento di sanzione è stato deciso prima del contraddittorio.

Secondo i legali di Oliverio si è in presenza di un “pregiudizio grave ed irreparabile, da eliminare subito” con una pronuncia in via d’urgenza da parte del presidente del Tar da confermare, poi, in sede collegiale nella prossima camera di consiglio.

I due legali, infatti, hanno chiesto che l’interdittiva nell’attesa della decisione.

Il Tar invece ha deciso per una udienza molto vicina nel tempo, il 15 ottobre, nella quale si deciderà su tutto.

Pubblicato in Calabria

Non compare mai, ma c’è sempre.

Ma stava per essere scoperto e comunque è stato denunciato.

Lo si deve alla paura od all’onesta di uno degli assessori “tecnici”che stando a Il Corriere della Calabria( come faremmo senza di lui?) racconta di “Un assessore si è visto consegnare dal capo della segreteria del governatore “un decreto già completo in ogni sua parte con dentro i nomi del suo staff, dal capo di gabinetto per finire all'autista”

Ed ecco la reazione( non sappiamo se per paura o per onestà). L’assessore ha obiettato : «Sono un docente universitario non un politico di professione e intendo sapere bene chi mi metto in casa anche perché sono abituato a rispondere direttamente dell'operato dei miei collaboratori».

Ma come si permette?

E’ stato scelto tra tanti dal Governatore, percepisce una indennità altissima ed obbietta sui nostri metodi?

E chi avrebbe dovuto scegliere i nomi?

Forse lui?

Ma l’assessore non ha mollato. Ha sentito i colleghi ed ha minacciato le dimissioni.

Alla fine , però, le dimissioni sono rientrate.

Non sappiamo perché.

Se cioè l’assessore tecnico ( l’unico) ha firmato le nomine imposte ( come tutti?) o se le stesse sono ritirate.

Ed è inutile attendersi altre notizie dalla stampa minculpoppiana che contribuisce al governo della regione Calabria.

Certo che l’ episodio la dice lunga.

Ed è la prima volta che viene fuori come opera il Richelieu-Mazzarino della corte del Re Oliverio.

Non resta che aspettare un possibile( ed invocato) intervento del M5S. Chissà che non ci facciano sapere gli attori di questa ennesima commedia…..

Ah, sembra che PD, allora, sia l’acronimo di Porta Documenti( da firmare)

Pubblicato in Catanzaro

Da non crederci! Magorno fino a poco tempo fa sconosciuto politico calabrese  da Wikipedia: Ernesto Magorno è nato a Diamante il 21-6-1961 e si è laureato in Giurisprudenza all'Università "La Sapienza" di Roma a 33 anni).

 

È stato sindaco di Diamante (2007/2013) ha testualmente affermato:“Ridaremo ( ma perché gli era stata tolta?) tutta la nostra disponibilità al governo regionale, a fianco di Oliverio per governare questa regione, nella coscienza che se dovesse fallire Oliverio fallisce tutto il Pd. Non c’è salvezza per il Pd, ma credo che non c’è salvezza per la Calabria”.

 

Oliverio allora è la “Stella cometa” di questa terra di Calabria?

E’ il traghettatore dei Calabresi verso il futuro?

Quale futuro?

Magorno, una domanda: ”Di cosa saremmo destinati a morire senza Oliverio? “

Di emigrazione?

Beh, sarebbe bello se Oliverio riuscisse a riportare i figli della calabria nella loro terra, ma la Roccisano dovrebbe assumere nella sua segreteria molte più persone e non soltanto quelle del PD e dei loro amici.

Di sottosviluppo?

Beh, sarebbe bello se Oliverio evitasse che la calabria perda entro fine anno 800 milioni di euro ( 40 euro per ogni calabrese) di fondieuropei, utilissimi per lo sviluppo della regione se usati bene e non ad muzzum!

Di politica seria?

Beh, sarebbe bello se ogni 5 mesi non dovessero essere cambiate le giunte regionali.

Di malattie non curate?

Beh, sarebbe meraviglioso se la sanità non continuasse a colare a picco, con la gente che muore per strada ( vedi Amantea) perché ormai i ricoveri ospedalieri avvengono solo nel centro-nord Italia, se per tentare di salvarsi non dovessimo andare nel resto della nazione magari perché per una gastroscopia occorre aspettare mesi e mesi!

Potremmo continuare a lungo ma ci piace tentare di capire e di farvi capire. E lo facciamo con questa affermazione di Magorno: “La riunione di oggi vuole rilanciare l’azione di governo della giunta Oliverio; conosceremo la giunta, la conoscerà la deputazione( ma finora non le conoscevi?). E poi la incredibile conclusione: “Le difficoltà sono innanzitutto le difficoltà che riguardano le debolezze: abbiamo ereditato una Regione che è l’ultima del Paese, ogni segmento della pubblica amministrazione è un’emergenza ed è evidente che le emergenze vanno affrontate con delle emergenze”

Bellissimo, Magorno!

Ad emergenza,emergenza!

A brigante, brigante e mezzo!

Ma se hai queste certezze perché a giorni arrivano Renzi , Lotti e Guerini ? Sono forse i tre re magi?

Che vengono a fare? A portare doni da sprecare , o per accontentare lobby ed amici, a tentare di salvare Oliverio , il PD o come dici tu la calabria?

 

Pubblicato in Cosenza

Scrive Enzo Giacco del PD di Amantea: Egregio Commis sario ad Acta, torno a scriverLe in relazione al DCA n. 84 del 21 luglio 2015 con cui ha deliberato la chiusura del Laboratorio di analisi dell’Asp di Amantea.

Già in data 30 luglio mi permisi di parteciparLe le mie riserve su questa decisione chiedendoLe di revocare il provvedimento e motivando tale richiesta facendo riferimento alle specifiche criticità ed ai gravi disagi che la nuova situazione dal Lei decretata avrebbe finito per alimentare (lettera che ad ogni buon fine allego alla presente).

Non Le nascondo l’amarezza e lo stupore per la mancata comunicazione della Sua visita – avvenuta nei primi giorni dello scorso agosto - al Poliambulatorio della città. Sarebbe stata un’opportunità utile per aprire un confronto con tutte le forze politiche, sociali e sindacali presenti sul territorio, non solo per darci la possibilità di presentarLe le nostre ragioni, ma anche per portare a Sua conoscenza le ansie e le insicurezze provocate ai nostri concittadini.

Pur non comprendendo Le motivazioni del Suo comportamento, senza voler scadere in inutili polemiche, mi permetto di insistere su un concetto: non è accettabile che l’esercizio di razionalizzazione delle risorse possa tradursi in sperequazioni tra gli utenti. Perché nessun Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario può essere realizzato sulla pelle cittadini.

Io ritengo che sia compito di tutti coloro che si occupano degli interessi della collettività, e la Sua funzione commissariale non è immune da tale nobile fine, avvicinare e non allontanare i cittadini dalla società. La mia impressione, invece, è che la strada da Lei intrapresa, se porterà ad una riduzione del disavanzo sanitario, lo farà non tagliando sprechi ma servizi alla popolazione del nostro comprensorio, rendendola più fragile e vulnerabile in una Regione che per ragioni storiche presenta dei divari nel godimento dei diritti civili e dei beni di cittadinanza superiori rispetto al resto del Paese.

Ne approfitto – senza voler ovviamente fare un processo alle intenzioni – per condividere con Lei una mia preoccupazione.

Quali altri sacrifici saranno imposti dalla logica del rientro del disavanzo? Il timore è che iniziare a depauperare un territorio dai servizi essenziali di base – magari anche a causa di una debolezza di chi dovrebbe difenderne gli interessi – possa rappresentare un punto di non ritorno, che troncando e recidendo ad un certo punto non resti più nulla da tagliare.

E se questa dovesse essere la strada e se ciò dovesse tradursi in un depotenziamento dei servizi socio-sanitari e socio-assistenziali per la popolazione che vive nel nostro comprensorio, noi questo non lo possiamo accettare.

Non voglio neppure immaginare, ad esempio, cosa significherebbe svegliarsi la mattina e scoprire che le due eccellenze rappresentate da radiologia e fisioterapia sono state in qualche modo ridimensionate (o peggio azzerate).

Vorrei che Lei tranquillizzasse i cittadini di questo comprensorio.

Per tali ragioni torno a chiederLe la revoca del decreto e la tutela, nello svolgimento del Suo mandato, del diritto alle cure di chi vive nel nostro territorio e – se può essere utile a farLe comprendere le ragioni degli interessi che noi oggi difendiamo – di incontrarci per parlarci, confrontarci, giungere ad una soluzione che vada nella direzione della felicità e del diritto ad una vita serena dei nostri concittadini.

Per noi diventa un fatto determinante, infatti, garantire e potenziare i servizi che riguardano la cura del cittadino, perché la vastità geografica e la popolosità di questo territorio meritano un piano di riprogrammazione e di consolidamento dei servizi. Perché stiamo parlando di diritti garantiti dalla nostra Carta Costituzionale. Di questo terremmo a parlare con Lei.

Noi stiamo dalla parte dei cittadini.

Distinti saluti

Amantea, 4 settembre 2015                           Enzo Giacco               Segretario PD Amantea

NdR: Nella foto Oliverio e Scura in ospedale (Ci vò pensari a Madonna!)

Pubblicato in Cronaca

                                                                         

 

 

 

 

 

 

Mentre fuori dall'aula è andata in scena la protesta di numerosi docenti precari contro la riforma "La buona scuola" , il consiglio ha approvato la programmazione dei fondi POR 2014-2020 ma si astengono Forza Italia e gruppo Misto. 

Ma Guccione però ha denunciato anomalie

Secondo l’ex assessore il nuovo Por sarebbe già stato inviato alla Commissione europea nella seconda settimana di agosto in pieno contrasto con l'art. 1 della legge regionale n. 7 del 2007, il quale dispone che deve essere prima esaminato ed approvato dall’Assemblea di palazzo Campanella

Inutile, quindi, oltre che ingannevole, il passaggio in aula di oggi.

E Guccione rimarca «Questa è una mortificazione del Consiglio, un organo che deve deliberare e non può limitarsi alla semplice ratifica. Il nostro rammarico è che avremmo voluto dare un contributo a questo testo»

Oliverio, però, sostiene che: «Il nuovo programma sarà caricato entro il prossimo 4 settembre nella piattaforma della Commissione europea». 

Poi Guccione propone un emendamento per uno studio di fattibilità relativo alla mobilità nella città metropolitana di Reggio ma Oliverio balza in piedi e sostiene che «È una proposta sfacciatamente strumentale».

Guccione, irritatissimo, contrattacca: «Il presidente della giunta non si deve permettere di parlare di strumentalità. Lui sa bene che uno studio di fattibilità, se esiste, ha automaticamente i canali di finanziamento. Bando alle chiacchiere, non siamo al mercato».

M vince Oliverio e l’emendamento di Guccione non viene nemmeno discusso (13 i no, 10 i sì).

E l’ex assessore, per tutta risposta, abbandona l’aula al momento del voto finale.

Pubblicato in Calabria

Oliverio si prepara alle prossime elezioni

Il governatore continua la sua campagna elettorale.

Ben sa che il consiglio regionale sarà sciolto e quindi si prepara ad una prossima candidatura

Lo sta facendo dappertutto offrendo ad ognuno quanto utile.

Ma la sua massima attenzione è per le zone interne, non lasciando da parte la Sila ed ovviamente le patate

Per questo il presidente Oliverio ha partecipato questa mattina alla Sagra della Patata di Bocca di Piazza, nel comune di Parenti.

E, nel corso del suo breve saluto Oliverio ha detto "Il nostro è un territorio che ha grandi potenzialità e noi dobbiamo lavorare intensamente per fare esprimere pienamente queste potenzialità, investendo perchè, intorno ad alcuni nostri prodotti "simbolo", si crei ricchezza e si produca lavoro”.

Poi ha ricordato che negli ultimi tre anni 179 mila calabresi hanno lasciato la Calabria spostando anche la propria residenza altrove.

Parliamo di quasi 60 mila calabresi ad anno.

Un esodo.

Come nei momenti peggiori dei tempi più bui della nostra Calabria.

Ed ecco la sua ricetta: le patate! ” Dobbiamo invertire questo trend negativo. Nella Programmazione delle risorse comunitarie 2014/2020 abbiamo posto al centro le aree interne della Calabria, che occupano l'80% del nostro territorio regionale. Dobbiamo partire da qui se vogliamo interrompere un processo che ha visto via, via abbandonare questi territori. Non è semplice, non è facile, ma dobbiamo lavorare in questa direzione, creando opportunità di lavoro intorno alla valorizzazione delle nostre risorse".

Ed infatti ha aggiunto il Governatore della Calabria "Nel Piano di Sviluppo Rurale che abbiamo approvato di recente abbiamo fatto scelte chiare in questa direzione, decidendo di premiare i giovani che investono nell'agricoltura di montagna con una somma di 50 mila euro, cui si aggiunge anche la possibilità di un abbattimento sugli investimenti fino al 70%. Se un giovane vuole realizzare una iniziativa in agricoltura, su un progetto di 200 mila euro avrà l'abbattimento del 70% sugli investimenti. 140 mila euro saranno a carico pubblico a cui si aggiungeranno altri 50 mila euro di premialità. L'intervento sarà quasi totalmente coperto. Stiamo predisponendo, inoltre, una legge regionale perché i terreni pubblici di proprietà della Regione, dell'Arssa, dell'Afor vengano scongelati e messi a disposizione delle cooperative di giovani che vogliono investire in agricoltura.

Poi conclude affermando che “Un'altra iniziativa riguarderà la valorizzazione dei laghi della Sila. Investiremo perche essi diventino centri di attrazione e di propulsione per il turismo e di nuove attività sportive. In questa direzione lavoreremo di concerto con i comuni con i quali è fondamentale una collaborazione sempre più stretta e sinergica".

Insomma dalle patate e dagli altri prodotti simbolo della Calabria ricchezza e lavoro per tutti i nostri giovani

Solo così torneranno i nostri figli emigrati che diverranno proprietari dei terreni ed agricoltori a pieno regime conquistando i mercati del mondo.

Qualcuno dica ad Oliverio la verità e cioè che i dati più recenti delle esportazioni ( 2014) hanno visto la Calabria affondare e le altre regioni uscire dal tunnel o prossime all’uscita (Oltre a Emilia-Romagna (4,3%), Lombardia (1,4%), Veneto (2,7%), Piemonte (3,3%) e Marche (7,5%) cresce anche la vicina Basilicata (9,9%) e il Molise (9,7%))

Nel 2014 le esportazioni calabresi sono crollate dell’8,1% (che fa seguito al -7% del 2013) e quelle alimentari del 2,7%

Qualcuno gli dica che nel 2014 la Calabria ha esportato 95 milioni di euro di prodotti agricoli contro i 28.391 dell’Italia, pari, cioè, allo 0,33%

Oliverio ti preghiamo non scherzare! Ti ricordiamo che ogni giorno dell’anno-Pasqua e Natale compresi- emigrano circa 165 calabresi!

Pubblicato in Calabria

Il portavoce al Senato del MoVimento 5 Stelle Nicola Morra.   crede nella Giustizia e la invoca.

Al punto che senatore Morra dichiara:

«È grave che a distanza di sei settimane dalla risposta inviatami dal Ministro Madia sull'irregolarità degli uffici stampa del Consiglio e della Giunta regionale non sia stato adottato alcun provvedimento da parte dei due organismi».

Vorremmo chiedergli se a distanza di 5 settimane non sarebbe stato egualmente grave.

Poi prosegue: «È grave soprattutto in considerazione del fatto che il Ministro ha trasmesso gli atti alla Procura regionale presso la Corte dei conti e che sulla vicenda,  per impulso degli ispettori del Mef , indagano le procure di Reggio Calabria e Catanzaro, cui (insieme alla collega Nesci) inviammo lo scorso anno un esposto.  

Oliverio ed il "giovane" Irto continuano a far finta di niente,  nonostante il Ministro della Funzione Pubblica abbia chiaramente invitato le due istituzioni ad agire per ripristinare la legalità»  

Infine Morra sognando la Giustizia richiama la Costituzione e chiede una soluzione: «È assurdo che sei persone, in barba alla Costituzione ed alle leggi dello Stato, siano state assunte senza alcuna procedura concorsuale e costino ogni anno oltre un milione di euro alla collettività.  

Tutto questo accade in una regione in cui la gran parte dei giornalisti guadagna qualche centesimo di euro ad articolo e non è in alcun modo tutelata, come la cronaca si impegna a ricordarci con frequenza.  

Invitiamo per l'ultima volta Oliverio ed Irto a fare il proprio dovere, ribadendo lo stesso invito ai due segretari generali di Giunta e Consiglio,  tutti solidarmente responsabili (sul piano penale e contabile) di queste ripetute omissioni pur in presenza di un pronunciamento da parte del Ministro competente»

Senatore Morra perché i mercenari al soldo del sovrano costano così tanto?

E quale legge può far pagare il sovrano e garantire Giustizia?

Ed è una illusione invocare la Costituzione?

Pubblicato in Catanzaro

Finalmente il governatore Mario Oliverio ha trovato quell’occasione di visitare il centro storico di Cosenza che non ha avuto per un decennio quale presidente della provincia pur essendovi stato quasi ogni giorno.

Così dice il comunicato stampa regionale chiarendone le ragioni: “Sopralluogo del presidente della Regione, Mario Oliverio, nel centro storico di Cosenza, per verificare lo stato dei luoghi dopo i crolli verificatisi nelle ultime settimane e che hanno riguardato alcune strutture fatiscenti della città antica”.

E non era solo il governatore. Affatto. A fargli da corte , dice sempre il comunicato stampa regionale, anche “l’assessore regionale alla Pianificazione Territoriale, Franco Rossi, diversi tecnici della Regione, il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, la parlamentare del Pd Enza Bruno Bossio, i segretari regionale, provinciale e di circolo del Pd, Magorno, Guglielmelli e Covelli e diversi consiglieri regionali, provinciali e comunali”

Ed il presidente della Regione rispondendo alle sollecitazioni dei giornalisti ha detto “Ho accettato l’invito del Circolo del Pd perché ritengo che il centro storico di Cosenza sia la più bella e la più grande risorsa di questa città. Una risorsa che merita di essere adeguatamente valorizzata e posta al centro dell’ attenzione convergente di tutte le istituzioni pubbliche e private. Su questo grande patrimonio bisogna investire, credendoci, assumendolo come priorità.

L’ obiettivo della nostra programmazione regionale prevede il “Consumo Zero” del suolo, che non significa bloccare o paralizzare le attività edilizie, ma spostare l’asse degli investimenti e, quindi, delle attività edilizie sul recupero e la riqualificazione dei centri storici e dei quartieri periferici.

In questo quadro un centro storico come quello cosentino deve avere la sua giusta considerazione e attenzione. Siamo convinti che anche qui, nella nostra regione, possiamo realizzare quello che è stato realizzato altrove, dove i centri storici sono diventati luoghi di attrazione culturale e turistica, sede di esercizio di funzioni di qualità e di grandi servizi. Per far questo, però, occorre effettuare scelte precise, adeguando innanzitutto gli strumenti di pianificazione. Per questo motivo, subito dopo la pausa estiva, costituiremo un tavolo tecnico per mettere in campo un progetto di coordinamento che abbia obiettivi chiari e individui strumenti precisi per la realizzazione di quanto vogliamo realizzare. Dopo di che sottoscriveremo un Accordo di Programma Quadro nel quale definiremo le risorse con le quali agiremo e gli strumenti attraverso cui utilizzeremo queste risorse (Contratti di Quartiere, Programmazione 2014/2020, fondi residui che possono essere riutilizzati per quanto riguarda il 2007/2013)”.

Difficile non essere d’accordo ed impossibile non richiamare l’attenzione del segretario del PD Enzo Giacco , del sindaco Monica Sabatino , di tutti i consiglieri comunali e di tutti coloro che ad Amantea  “prendono voti”  sulla necessità che Oliverio venga a vedere anche il centro storico di Amantea per inserirlo nell’Accordo di Programma Quadro con il quale aiuterà Cosenza.

Pubblicato in Politica
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