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Come è possibile che in Calabria possano succedere queste cose?

Siamo forse in presenza di un esercito di Franceschiello?

E chi è Francesco II di Borbone?

Solo Mario Oliverio o quanti altri si nascondono dietro le sue folte chiome?

Ecco cosa denuncia la CISL.

Il sindacato denuncia gli utilizzi temporanei disposti da un decreto del 30 novembre 2016. Dipendenti degli ospedali sono chiamati a svolgere incarichi amministrativi alla Cittadella. «È in atto un'emorragia in un settore già fortemente penalizzato»

“Arrivano a quota 56 i dipendenti del comparto sanitario in prestito alla Regione Calabria. Utilizzi temporanei di lavoratori su cui la Cisal chiede di fare luce, visto che alcuni di essi si protrarrebbero da quasi dieci anni o, in un altro caso, lo stesso dipendente sarebbe stato ceduto contemporaneamente da due distinte aziende, sanitaria e ospedaliera: «Com’è possibile che con decreto del 30 novembre 2016, il dirigente generale del dipartimento Tutela della salute e Politiche sanitarie non abbia fatto caso che un dipendente è stato prorogato da due aziende diverse? Un decreto, quest’ultimo, nel quale si dispone l’utilizzo temporaneo, fino al 31 dicembre 2018, di 39 unità lavorative delle diverse aziende ospedaliere e sanitarie».

«Sembra incredibile – evidenzia il sindacato – che in continuazione vengano svuotate le corsie degli ospedali calabresi per trasferire il personale negli uffici amministrativi della Cittadella regionale. Ostetriche ed infermieri, infatti, invece di svolgere il lavoro per il quale sono stati assunti, preferiscono “accomodarsi” in ufficio per svolgere mansioni amministrative. Non si comprende la logica di tale fenomeno. Forse svolgere incarichi amministrativi in Regione equivale a somministrare farmaci e flebo in corsia?

La perizia nell’effettuare iniezioni di medicinali abilita anche a gestire impegni contabili e liquidazioni? E poi questo progressivo svuotamento dalle corsie dei nosocomi come si configura all’interno della gestione del sistema sanitario regionale?

Come può pretendere il presidente della Regione Calabria di essere nominato commissario per il piano di rientro della sanità se la “macchina” che lui stesso amministra causa questa emorragia di personale alle aziende sanitarie?».

«Dopo un’attenta verifica – proseguono i vertici della Cisal – abbiamo scoperto tanto altro ancora. Il flusso di personale comandato presso la Regione Calabria e proveniente dalle strutture sanitarie è inarrestabile.

Il record di trasferimenti in uscita lo detiene l’Asp di Catanzaro con ben 21 dipendenti “ceduti”, seguita dall’A.O. Pugliese-Ciaccio del capoluogo di regione a quota 12, dall’Asp di Cosenza con 8 unità, e quindi dall’Asp di Crotone che ha mandato in Regione 5 lavoratori, dall’A.O. Mater Domini che ha dato in prestito 4 dipendenti a pari merito con l’Asp di Reggio Calabria e, fanalino di coda, l’Asp di Vibo Valentia con sole 2 unità assegnate temporaneamente».

Numeri alla mano, «stiamo parlando di ben 56 dipendenti – rileva la Cisal – che, cosa ben più strana, rappresentano il 65% del personale del dipartimento Tutela della Salute e Politiche sanitarie. Ancora più strano pare il fatto che, dopo averli acquisiti in maniera quanto meno opinabile, il citato dipartimento ha poi reputato di poterne fare a meno tanto da consentire a 7 unità lavorative di transitare presso la Stazione unica appaltante.

Pare, insomma, che sia stato messo in piedi un iter amministrativo per acquisire personale regionale senza le necessarie procedure concorsuali, come previsto dalla normativa vigente. Ma non finisce qui. Agli stipendi tabellari, di alcuni dei dipendenti trasferiti, sono stati aggiunti lauti compensi grazie all’assegnazione di posizioni organizzative, perfino a personale a tempo determinato».

«Come si può – si domanda la Cisal – concedere una posizione organizzativa a personale a “tempo determinato” o a risorse umane comunque, in “prestito”?

E il personale già in forza alla Regione deve rimanere a guardare? Si è preventivamente verificato che nessun dipendente regionale di ruolo potesse ricoprire con altrettanta competenza i posti affidati al personale esterno?».

«Perché – rincara il sindacato – la Regione rimborsa e riconosce la posizione organizzativa a dipendenti contrattualizzati da un’azienda sanitaria, oltretutto uno dei quali a tempo determinato? Partendo dai casi citati chiediamo l’immediato accertamento su ogni singolo “utilizzo temporaneo”, anche perché di temporaneo hanno ben poco visto che ci sono proroghe risalenti al 2008!».

«Guardando al lato strettamente economico – prosegue la Cisal – vogliamo ribadire che qui non si parla assolutamente di costo zero. Per la Regione Calabria questi “prestiti” hanno un prezzo, partendo dai rimborsi alle Asp per le posizioni organizzative sottratte “abusivamente” ai dipendenti regionali, fino ad arrivare agli spazi occupati negli uffici della Cittadella con la conseguente attivazione di una serie di servizi che gratis non sono. Per fare solo qualche esempio: postazione lavorativa, computer, stampante, corrente elettrica, riscaldamento, aria condizionata, linea telefonica, internet e cancelleria».

Oltre alla spesa la Cisal guarda anche alla resa: «Una buona percentuale di persone – sottolineano i vertici sindacali – riteniamo siano state collocate al posto sbagliato, in quanto avrebbero le potenzialità per essere più efficaci ed efficienti in contesti operativi diversi da quelli assunti con l’assegnazione temporanea. Invece, assistiamo al “passeggio” nei corridoi regionali di medici e infermieri sottratti ai compiti per i quali sono stati assunti negli ospedali calabresi. A cui si aggiunge una schiera composta da nutrizionisti, ostetriche, psicologi, dirigenti medici di pronto soccorso, biologi, tecnici della prevenzione oltre alle due infermiere professionali e agli altrettanti dirigenti medici di cui abbiamo ampliamente discusso solo qualche settimana fa».

«Quale sarà mai la logica di tale fenomeno di migrazione? – è la domanda del sindacato, che prosegue –. In Regione lavorano all’incirca 1.970 persone, qualora questo numero non fosse sufficiente perché non indire dei concorsi per meglio valorizzare il personale interno? Non è ben chiaro il motivo per cui viene utilizzato personale esterno e, soprattutto, perché sottrarre queste energie a una sanità che è già in grosse difficoltà. D’altro canto, invece, assistiamo al fatto che, lo scorso 8 novembre 2017, un dipendente regionale (a tempo indeterminato – categoria C) ha presentato istanza di mobilità interna interdipartimentale, presso il dipartimento Tutela della salute e Politiche sanitarie, e non gli è stata accettata (ahinoi!). Ma insomma il citato dipartimento ha bisogno di essere rinforzato o no? O l’unico rinforzo ammissibile è quello che proviene dall’esterno?».

A questo punto la Cisal alza il tiro: «Vuoi vedere che tra questi “casi” di utilizzi temporanei sussistono pure rapporti di parentela? A pensar male si fa peccato ma spesso s’indovina».

«Ce n’è quanto basta – continua la Cisal – per richiedere all’amministrazione regionale provvedimenti urgenti e straordinari per fermare questo modo di gestire la cosa pubblica e, se è il caso, annullare i provvedimenti amministrativi che hanno permesso quanto denunciato. Provvedimenti che ledono la dignità professionale sia dei lavoratori “pro tempore” sia dei dipendenti dell’Ente. Provvedimenti sulla cui regolarità permangono forti dubbi. Perplessità che ci spingono a sollecitare le aziende sanitarie, ospedaliere e la stessa Regione Calabria, quale ente controllore, a riportare con urgenza il personale nelle rispettive aziende di appartenenza. Rimanere sordi – concludono i vertici sindacali calabresi – alle nostre ripetute istanze di normalizzazione, che giungono ormai da tutti i lavoratori regionali, significa minare la loro fiducia e quella dei cittadini calabresi nelle istituzioni». Con buona pace dei lavoratori regionali che ne continueranno a pagare il prezzo più alto.

Da https://www.laltrocorriere.it/cisal-regione-56-imboscati-dalla-sanita/

Pubblicato in Calabria

Così cantava Ornella Vanoni aggiungendo che “È uno di quei giorni in cui rivedo tutta la mia vita bilancio che non ho quadrato mai

Posso dire d'ogni cosa che ho fatto a modo mio ma con che risultati non saprei”

Non sappiamo se Oliverio la stia cantando in attesa dell’incontro con la Lorenzin.

Magari aggiungendo la seconda strofa della canzone , quella che dice ” E non mi son servite a niente esperienze e delusioni.

E se ho promesso, non lo faccio più ho sempre detto in ultimo ho perso ancora ma domani è un altro giorno, si vedrà”

Vincerà, perderà, non è dato sapere.

Basta aspettare un giorno o poco più

Insieme a lui aspetteranno anche i 350 sindaci, compreso quello di Amantea, solidali con la sua campagna finalizzata ad allontanare Scura .( sono quelli nella foto)

Questo il comunicato del suo ufficio stampa:

Si terrà martedì 5 dicembre l’incontro a Roma sulla sanità calabrese tra il presidente della Regione Mario Oliverio e il ministro della Sanità Beatrice Lorenzin.

«Al centro della discussione il destino del commissariamento del comparto – si legge in una nota dell’Ufficio stampa della Giunta – su cui la Regione e una larga maggioranza delle istituzioni calabresi si sono espresse chiedendo la fine della gestione straordinaria e la rinegoziazione del piano di rientro».

Dopo la conferenza dei sindaci che si è tenuta lo scorso 29 novembre, nel corso della quale Oliverio ha esposto le ragioni di «un urgente cambio di passo nelle politiche sanitarie, alla luce delle gravi criticità che l’attuale commissariamento ha prodotto», ben 350 sindaci, a cui si sono aggiunti i presidenti delle 4 Province e della Città Metropolitana, hanno sottoscritto un documento di pieno sostegno alla posizione assunta dal governatore.

«Tutti gli indicatori – è uno dei passaggi del documento – certificano il fallimento delle gestioni commissariali: dal mancato risanamento economico, al rispetto dei livelli essenziali di assistenza, all’emigrazione sanitaria passiva.

Tutto ciò, dopo otto anni di piano di rientro e sette anni di commissariamento non è più sostenibile. La conferenza dei sindaci calabresi ritiene urgente il superamento della gestione commissariale e la rinegoziazione del piano di rientro».

Ecco l’elenco dei sodali del presidente:

Parrà incredibile, ma è così.

Della serie cioè#oracheparlanoisindaciparlanoancheideputati.

Ieri Oliverio ha convocato per la prima volta la conferenza dei sindaci, quasi che essa non avesse alcuna utilità, non servisse a niente, non fosse un organo di alta democrazia

E ieri lui stesso è stata una vera sorpresa con un intervento di alto spessore politico e di alta carica sociale

Quasi un proclama ricco di calabresità in particolare quando ha detto di parlare senza casacca ma soltanto in nome della calabria.

Non potevano non applaudire e non rispondere i sindaci presenti anche essi spogliati di casacche

Una decisione corale in favore della sanità calabrese, di una nuova sanita.

E così ecco la nota stampa di E.B.Bossio

“Montecitorio ha accolto la richiesta deliberata ieri dalla conferenza regionale dei sindaci calabresi per determinare nuove condizioni di gestione della sanità in Calabria.

Oggi, dopo il voto di fiducia sul decreto fiscale, è stato approvato in aula a Montecitorio, un ordine del giorno, sottoscritto dai deputati Pd  calabresi Bruno Bossio, Magorno, Aiello, Barbanti, Battaglia, Censore, Covello, Nicodemo Oliverio, relativo alla criticità già evidenziata nel corso della conferenza regionale dei sindaci. 

Con tale atto si  chiede  al Governo di porre fine all’attuale commissariamento della sanità in Calabria e di attivare contestualmente un tavolo istituzionale con la Regione Calabria al fine di porre in essere una road map in grado di assicurare un’attenta gestione finanziaria e soprattutto di garantire i Livelli Essenziali di Assistenza per i cittadini”

Un po’ tardi, ma una buona cosa , della serie#quasicomesefossimoprossimialleelezioni.

Pubblicato in Calabria

Era il 23 novembre quando il presidente della Giunta Mario Oliverio ha incontrato il personale in mobilità che lavora nel comune di Amantea che a lui si era rivolto per avere una mano nel pagamento delle indennità loro spettanti.

“Anche un solo mese- aveva detto uno di loro- Siamo sotto Natale!”

Oliverio li aveva rassicurato cogliendo anche l’appello fatto dagli amministratori di Amantea che avevano detto che tale personale era indispensabile per il comune.

E il governatore è stato di parola.

La Regione Calabria ha, infatti, reso noto che «a seguito delle interlocuzioni, il Prefetto di Catanzaro, il Ministero del lavoro e l’Inps, quest’ultimo ha autorizzato nella data ieri (lunedì 27 novembre 2017) la Regione a sottoscrivere con l’Istituto di previdenza regionale una convenzione per l’utilizzo di 15 milioni di euro per il pagamento delle indennità di tirocinio riferite alle mensilità rendicontate a tutt'oggi da parte degli enti utilizzatori».

«Ora - è scritto in una nota - si sta provvedendo alla formalizzazione della convenzione, dopodiché il Dipartimento regionale trasmetterà tempestivamente alla direzione regionale dell’Inps la documentazione necessaria per provvedere a liquidare le mensilità richieste dagli enti utilizzatori».

Si apre, così, una speranza per i circa cinquemila tirocinanti ex percettori di mobilità in deroga impegnati prevalentemente negli enti locali calabresi e, in piccola parte, in aziende private.

Buon Natale a tutti loro ed alle loro famiglie.

Pubblicato in Primo Piano

Fare confusione è quasi sempre la scelta migliore per non fare nulla, per non risolvere realmente il problema che si fa finta di affrontare.

Ma soprattutto è il sistema migliore per lasciare le cose come stanno.

Certo ogni occasione anche confusa è una opportunità per parlare.

Ma la cosa importante è l’ incontro.

Incontro del quale è importante approfittare per parlare di Amantea.

Grazie allora Oliverio.!

Grazie Presidente per aver convocato per mercoledì prossimo, 29 novembre, alle ore 10.30, presso la Sala verde della Cittadella regionale, la Conferenza regionale dei sindaci dei Comuni calabresi per discutere delle gravi problematiche che caratterizzano la gestione del servizio sanitario regionale.

Chiediamo pertanto al sindaco Mario Pizzino , all’Assessore alla sanità Ianni Parlarchio Andrea ed , al consigliere delegato all’ASP ed al Poliambulatorio Enzo Giacco di essere presenti e di raccontare a tutta la Calabria lo stato di grave insufficienza della sanità di Amantea e del Basso Tirreno Cosentino.

Impossibile perdere questa occasione se proprio il governatore nella lettera di invito dice che «Il confronto tra l'amministrazione regionale e i rappresentanti degli enti locali è finalizzato a valutare i dati ufficialmente rilevati, anche dal tavolo di controllo e monitoraggio interministeriale, relativi al mancato perseguimento degli obiettivi assegnati al mandato commissariale di nomina governativa.

A distanza di sette anni dall'insediamento dell'Ufficio del commissario per la gestione della sanità calabrese non soltanto non si è registrato il rientro del disavanzo finanziario pregresso, ma il deficit del bilancio sanitario regionale è notevolmente incrementato».

Sette anni durante i quali Amantea ha man mano perso quasi tutti i servizi sanitari diventando la zona in Calabria più abbandonata dalla vera sanità e dalla vera politica.

Lo conferma proprio Oliverio quando dice che “di fronte alla drammatica e straordinaria condizione in cui è stata condotta la sanità calabrese la Conferenza dei sindaci costituisce un significativo momento di consultazione istituzionale per la definizione degli orientamenti e delle scelte che dovranno essere assunti dall'amministrazione e dal consiglio regionale della Calabria”

Bene. I nostri politici allora vadano a rappresentare che la situazione della sanità calabrese di Amantea è la peggiore in tutta a Calabria.

Noi ci saremo e diremo a nostri lettori cosa faranno i nostri bravi rappresentanti politici.

Pubblicato in Politica

Dopo il tour di inaugurazione della A2 Oliverio compie il tour delle scuole sicure

Giovedì, 23 novembre, sarà la volta del cantiere ‘’Scuole Sicure 500’’, un grande progetto innovativo che sta diventando realtà.

Imponenti le cifre che la Giunta regionale ha investito: 406 milioni di euro per un totale di 500 progetti; 16 i lavori già completati; 90 i cantieri avviati e 300 in corso di definizione.

Il tour del Presidente Oliverio si svolgerà tra Aiello Calabro, Amantea, Falerna e Lamezia Terme.

Nella Città della Piana si terrà la conferenza stampa finale, al Liceo Campanella, dove la Regione ha un programma di investimenti di 6 milioni di euro.

L’iniziativa di giovedì 23 sarà una tappa di avvicinamento ad un convegno regionale sul tema delle scuole sicure che si terrà il primo dicembre prossimo.

“Si tratta – afferma il Presidente Mario Oliverio – del più importante investimento che sia mai stato fatto sul tema della sicurezza nelle scuole. Investire su questo tema, sulla sicurezza dei nostri ragazzi, è assolutamente fondamentale ed è uno dei temi principali che stiamo affrontando in queste settimane. Il nostro è un grande progetto che sta diventando realtà e il sopralluogo nei cantieri di giovedì prossimo, al quale ne seguiranno molti altri, testimonia di come siamo concretamente passati all’attuazione dei progetti di cambiamento della Calabria. Non secondario in questo nostro approccio è anche la ricaduta positiva per l’occupazione e per tutti quei lavoratori che troveranno possibilità di impiego nei cantieri”.

Questo il sopralluogo nei cantieri

23 novembre 2017

Ore 10,00 Aiello Calabro

Scuole primaria “C. Perri Cantafio”, via Nuova

Scuola secondaria di I° grado “C. Arlia”, via Campo

Ore 11,30 Amantea

I.T.C. “C. Mortati”, contrada S.Maria

Ore 12,30 Falerna Scalo

Scuola d’infanzia, viale dei Normanni

Ore 14,30 Lamezia Terme

IPSIA“Leonardo Da Vinci”, via S. Miceli

Ore 16,00 Lamezia Terme

Liceo delle Scienze Umane “T. Campanella”, via Cavallerizza

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa di Nesci e Parentela:

«Gli sviluppi dell'inchiesta della Procura di Castrovillari sulla vicenda dei tagli boschivi dovrebbe indurre il governatore della Calabria, Mario Oliverio, a mettere da parte l'attuale capo di gabinetto della Presidenza della Regione Calabria, Gaetano Pignanelli».

Lo affermano, in una nota, i deputati M5s Dalila Nesci e Paolo Parentela, che aggiungono: «È un problema di credibilità politica.

Il governatore non può dire di voler rinnovare la burocrazia regionale, senza poi intervenire in concreto.

In questo momento storico per lui Pignanelli, che l'ha accompagnato per anni come dirigente della Provincia di Cosenza, costituisce un grosso problema, anche se Oliverio continua a ignorarlo».

«Dai fatti ricostruiti dalla Procura – proseguono i parlamentari 5stelle – emergerebbe un sistema tipico, nella Regione Calabria, già visto sotto la precedente giunta di centrodestra.

Oliverio è dunque a un bivio: o dimostra di voler restituire credibilità alla burocrazia regionale, oppure fa soltanto chiacchiere da bar.

Perciò è bene che tolga a Pignanelli l'incarico apicale e decisivo di capo del suo gabinetto».

«Ci auguriamo – concludono Nesci e Parentela – che Oliverio comprenda le evidenti ragioni di opportunità politica per una simile scelta, che darebbe un segnale netto anche fuori della Calabria, in cui troppo spesso si sono visti clientelismo sfacciato e favori ai compari».

Pubblicato in Calabria

Ma che succede a questa nostra Calabria?

Oliverio annuncia che si incatenerà davanti al Parlamento se il governo non manderà via Scura.

Non è tanto per Scura quanto perché andando via la sanità passerà nelle sue mani.

Stanno arrivando le elezioni politiche e senza potere si resterà fuori.

A dargli man forte anche Enza Bruno Bossio (che ora vede il bicchiere mezzo vuoto!) e che non si incatena ma proprio oggi dichiara:

“La giusta e sacrosanta protesta degli amministratori e dei cittadini dell’alto Ionio cosentino, è una ulteriore dimostrazione di quanto sia necessario il superamento dell’attuale gestione commissariale della sanità calabrese”

Secondo la parlamentare “il commissario Scura è omissivo e inadempiente due volte: la prima verso la sentenza del Consiglio di Stato del 2015, la seconda verso il decreto 30 del 2016 da egli stesso emanato”.

Poi prosegue “Entrambi gli atti dispongono la riapertura del presidio ospedaliero di Trebisacce su questa vicenda il Consiglio di Stato ha fatto addirittura ricorso alla diffida nei confronti del commissario Scura.

Infatti attraverso una specifica ordinanza pubblicata il 25 ottobre u.s. ha dovuto prescrivere i termini entro i quali il commissario regionale dovrà provvedere all’attivazione di un efficace procedimento di riapertura dell’ospedale.

Scura è obbligato a procedere al ripristino dei servizi ospedalieri risalenti allo status quo ante e ad attivare in tempi rapidissimi, un efficiente pronto soccorso h 24. D’altra parte il Consiglio di Stato evidenzia una clamorosa pratica di malagestione amministrativa che non può passare inosservata e non essere valutata nella sua gravità dalla ministra Beatrice Lorenzin”.

“Non è possibile che, ancor più alla luce dei diversi pronunciamenti del Consiglio di Stato, il Governo continui ad attardarsi dal prendere atto del fallimento della gestione commissariale. Le sentenze dell’organo extragiudiziale, a partire da quelle relative agli ospedali di frontiera di Praia a Mare e Trebisacce, infatti danno corpo alla richiesta avanzata dal tavolo interministeriale al Governo nazionale di attivare la procedura di sostituzione del commissario per non aver realizzato gli atti indicati nel Piano di rientro e nel mandato commissariale e per le difficoltà registratesi in sede di verifica e monitoraggio nell’attuazione del piano stesso”.

Che si tratti di un effetto delle prossime politiche?

Nessun problema per il Poliambulatorio di Amantea al quale ormai hanno tolto quasi tutto( speriamo non ci tolgano anche il laboratorio di analisi cliniche).

A Lamezia Terme, invece, il sindaco di Paolo Mascaro ha annunciato lo sciopero della fame per protestare contro l’avvio dell’iter di scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose all’indomani del lavoro della Commissione d’accesso. Mascaro lamenta di essere stato ignorato nel momento in cui ha chiesto di chiarire la sua posizione e passa dunque a questa clamorosa protesta. Che sembra chiaramente rivolta al ministro degli Interni Marco Minniti, il quale evidentemente sta cercando di fare l’indiano.

Ecco il testo del suo comunicato stampa.

Ad oggi è risultata vana ogni richiesta di essere sentito a chiarimento su qualsivoglia atto, provvedimento o comportamento che possa aver destato dubbi su possibili infiltrazioni o condizionamenti da parte della criminalità organizzata.

Non può, però, essere calpestato il diritto del rappresentante di una comunità a fornire il proprio contributo nell’ambito di attività ispettiva e di indagine che ha riflessi di straordinaria importanza sul territorio.

Ritenendo ingiusto il comportamento ad oggi tenuto, ed avendo la responsabilità di tutelare in ogni modo la mia città cercando di impedire che a causa del detto mancato contributo possano essere in ipotesi frustrate le legittime aspettative di una collettività ad essere governata dai rappresentanti democraticamente eletti, da lunedì 20 novembre attuerò sciopero della fame sino al momento della mia audizione, assumendo in tale periodo solo sostanze liquide.

NO! Scura in questo caso non c’entra niente. Le prossime elezioni invece si!

Pubblicato in Calabria

Della serie # i ciucci si liticanu e li varrili si rumpunu”.

Sembra davvero opportuno richiamare l’antico adagio calabrese avendo letto l’Articolo di Massimo Clausi postato da Il Quotidiano del sud dal titolo “Sanità, la Calabria rompe col Governo. Il ministro: «Applichi le leggi». Oliverio: «Farfuglia argomenti inesistenti»”

Un articolo nel quale si legge che si rischia una crisi del Governo nazionale sulle vicende della sanità calabrese.

E che, comunque, visto che Oliverio aveva annunciato la sua determinazione di incatenarsi a Roma se il Governo non avesse revocato il commissario alla Sanità, Massimo Scura, ieri è arrivata la presa di posizione del ministro Lorenzin che dalle frequenze della tv LaC ha detto:

«Onestamente, l’incatenazione di Oliverio mi mancava. Faccio notare al presidente Oliverio che i presidenti della Regione devono fare una cosa molto semplice: attuare le leggi che noi abbiamo fatto, attraverso i loro direttori generali, i direttori amministrativi, i primari che, tra l’altro, si scelgono loro».

In sostanza la Lorenzin non sembra così ansiosa di un cambio all’ufficio del commissario del piano di rientro.

Poi in serata è arrivata la piccata replica dello stesso Oliverio.

«Le affermazioni della Lorenzin confermano la giustezza della mia protesta»

E continuato «La Ministra farfuglia argomenti inesistenti per sfuggire alle proprie responsabilità. Come ben sa, deve prima di tutto decidere sulla richiesta formulata dal Tavolo Interministeriale di sanzionare il Commissario che non ha adempiuto al mandato che il Governo gli ha conferito.

La Regione ha fatto in questi due anni e dieci mesi, sotto la mia guida, fino in fondo il proprio dovere per le competenze che esercita.

È lo Stato centrale che, per la responsabilità del Commissario governativo, si prende gioco dei calabresi.

I nostri cittadini, infatti, pagano le tasse più alte d'Italia per sanare il disavanzo finanziario del peggior servizio sanitario.

E tutto ciò a fronte di un aumento di almeno un terzo del debito, di un elevato incremento dei viaggi fuori dalla Calabria e della mancata realizzazione dei Livelli Essenziali di Assistenza in vaste aree della nostra regione».

Ed il Presidente della Regione ha concluso«La posizione della Lorenzin mi induce ad insistere: quali interessi e quali forze si frappongono all'atto, dovuto per legge, di sostituire l'attuale Commissario? La Lorenzin dovrebbe saperlo.

Allora, invece di rispondere “Dove vai? Porto pesci”, dicesse la verità che motiva queste resistenze sulla pelle dei calabresi».

Anche noi vorremmo conoscere queste verità e soprattutto di chi sono le responsabilità del disastro della sanità calabrese. Un disastro che viene da lontano. Un disastro al quale la politica non è certamente estranea

Ed in particolare di chi sono le responsabilità del disastro della sanità cosentina che crea una emigrazione sanitaria di oltre 86 milioni di euro annui.

Milioni che potrebbero creare lavoro, lavoro, lavoro per i calabresi, i cosentini, gli amanteani.

La verità è che noi siamo sempre più diffidenti e distanti dai politici calabresi così come siamo diffidenti e distanti dalla sanità calabrese.

E siamo anche consapevoli che nella sanità ci sono privilegi assurdi ed illegittimi, scelte assurde e vergognose, abusi e illeciti inaccettabili.

Venerdì nella sala consiliare del comune di Amantea ne abbiamo denunciato pubblicamente alcuni e qualcuno si è impaurito ed ha tentato di fermarci.

State sereni non ci fermeremo, ma certo ci piacerebbe che questo “popolo” amanteano ascoltasse, leggesse, capisse ed almeno parlasse per non rischiare di fare la fine di “ varrili”.

Pubblicato in Primo Piano

Ne ha parlato Michele Presta su Il corriere della Calabria scrivendo “Che il comparto dei forestali sia quello più consistente della Regione Calabria lo si capisce subito entrando nel cinema San Nicola di Cosenza.

 

All’assemblea convocata per i lavoratori a “nord” i posti a sedere sono esauriti e in molti stanno in piedi sui lati e sul fondo. Numeri, in termini di presenze, che lo storico cinema cosentino non ha fatto neanche con l’ultimo film di Checco Zalone”.

Non siamo stati vedere il film di Checco Zalone ma la foto postata dal Corriere conferma le presenze del giornalista.

Una presenza che non è certamente derivata dal fatto che non si pagava per entrare come per il film di Zalone.

Ma sicuramente dal fatto che i 4000 forestali sono andati ad ascoltare il governatore mentre dichiarava:

Che per il pagamento dei loro salari «C’è un impegno con il governo centrale per il biennio 2018-2020 di 130 milioni di euro. A questi vanno aggiunti i 70 che verranno impiegati dalla regione».

Che, ben sapendo che molti ritengono Calabria verde un “carrozzone” alimentato da politici e assessori che negli anni hanno governato la Calabria, «La nostra bussola è il lavoro. Poniamo fine a chi tra intrallazzi e accordi vari ha fatto della forestale una mammella attraverso la quale succhiare risorse».

Che «L’eredità dell'Afor è così pesante che se avessi proceduto alla liquidazione la Calabria sarebbe fallita».

Gli fa eco il commissario straordinario di Calabria Verde, Aloisio Mariggiò dichiarando che «Con estrema chiarezza vi annuncio che procederemo alla riorganizzazione dell’ente e lo faremo senza raccomandazioni»

Ed ancora «Chi ha diritto riceverà, ma sui licenziamenti sono intransigente. Non possiamo accettare che persone che hanno lavorato pochi giorni negli ultimi dieci anni lavorino ancora per noi. Anche perché ci sono lavoratori onesti che dopo 30 anni sono ancora di seconda fascia. Inizieremo proprio da loro».

Pubblicato in Cosenza
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