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Talvolta si avvia l’indagine per una intercettazione , ma questa fattispecie presuppone un giudice tanto sereno e forte da non temere le reazioni della politica e della magistratura malata.

 

 

Altre volte magari una dichiarazione ad un giornale.

E’ il caso di quelle dell’avvocatoEnzo Paolini alla Gazzetta del Sud:“Tutti sanno che in alcuni casi c’è stata una compravendita di voti, in altri si è assistito alla apparente sparizione di alcune schede, in altre alla difformità della registrazione dell’espressione di voto rispetto al verbale degli scrutatori. Se si dovesse fare un nuovo conteggio o una verifica potrebbe cambiare la composizione del Consiglio”.

Queste dichiarazioni di Enzo Paolini rilasciate alla Gazzetta del Sud sono diventate (ed era ora!) notitiae criminis e hanno indotto la procura di Cosenza a convocare l’avvocato come persona informata sui fatti.

Ha condotto l’interrogatorio il pm Antonio Bruno Tridico.

A coordinare le indagini sono il procuratore capo Mario Spagnuolo e l’aggiunto Marisa Manzini.

Ora si tratterà di vedere a quale candidato viene imputata questa compravendita ma guardando il risultato elettorale non serve un profeta per capirlo.

E poi resta da vedere chi sarebbe stato l’intermediario scelto dal candidato che comprava i voti.

Se l’intermediario ha qualcosa a che vedere con la criminalità, non c’è dubbio che entriamo nel campo del voto di scambio, che è materia della DDA di Catanzaro.

Antimafia che lavora da più tempo ormai sul voto di scambio a Cosenza, già per le elezioni del 2011, ma anche altrove.

Pubblicato in Cosenza

Nelle elezioni parlamentari, regionali, provinciali e comunali c’è sicuramente il voto di scambio.

A meno che non vogliate farci credere che la ndrangheta voti  i politici migliori e non quelli che garantiscono loro la soddisfazione dei propri interessi.

Ed a meno che non vogliate farci credere che in Calabria i politici accettino senza problemi il voto dell’elettorato senza influenzarlo con promesse di posti, incarichi, ed altro.

Così sembra.

Almeno a giudicare il fatto che il voto di scambio si appartenga solo al clan Pelle di San Luca ed all’ex consigliere regionale Santi Zappalà.

L’unico, in sostanza, arrestato e condannato. Se non ricordiamo male.

Un fatto confermato anche oggi perché oggi i carabinieri del Ros e i finanzieri del Gico stanno eseguendo, a Reggio Calabria, un'ordinanza di custodia cautelare, emessa su richiesta della procura distrettuale antimafia reggina, nei confronti di cinque indagati in concorso per scambio elettorale politico mafioso.

E tra le cinque persone arrestate stamattina con l'accusa di scambio elettorale politico-mafioso nell'ambito dell'operazione "Reale 6" c’è proprio l'ex consigliere regionale Santi Zappalà.

Insieme e per ordine del gip Cinzia Barillà, sono finiti in carcere su richiesta della Dda di Reggio Calabria Giuseppe Mesiani Mazzacuva, classe 77, Giuseppe Pelle, classe 70, Antonio Pelle, classe 86. Sono stati invece disposti i domiciliari per Sebastiano Pelle classe 71.

Lì sono stati trovati i versamenti di Zappalà che , per ottenere nel 2010 l'elezione nel Consiglio regionale della Calabria, avrebbe messo a disposizione dei Pelle e di altre cosche della 'ndrangheta, 400mila euro di cui 100 mila per i Pelle, grazie ad un accordo diretto col capo del gruppo criminale, Giuseppe Pelle, detto "Gambazza", e 300 mila per le altre cosche di 'ndrangheta.

Insomma sembra che solo i soldi determinino il voto di scambio e per questo tutti gli altri voti di scambio non sarebbero tali.

Quando venne approvata la modifica del 416 ter

Pubblicato in Calabria

La locandina fa sgranare gli occhi a chiunque abbia modo di leggerne il testo “Vigili urbani precari e cooperative sociali. Ipotesi voto di scambio”

Ed è una città incredula quella che si interroga sulla veridicità dell’assunto giornalistico.

Diverse le posizioni degli amanteani. Alcune terribilmente critiche, del tipo “ Ma davvero se ne sono accorti?”, ricordando le voci sulla “normalità” delle recenti elezioni . Altre caustiche del tipo “ Vida mò. Pure questa finirà a taralluzzi e vinu”.

Ed è comunque e per tutti una corsa ad acquistare il giornale.

La penna questa volta è di Stefania Sapienza de “Il Garantista” , non di Paolo Orofino del “Il quotidiano del Sud”, gli unici Giornalisti a trattare queste vicende.

Ed appena comprato il giornale è il titolo interno che solleva l’attenzione:” IL PARTICOLARE. Già un assessore ed un consigliere con delega, in tempi meno sospetti, avevano preso le distanze dal gruppo “dei furbetti” per paura di problemi futuri con la giustizia”

I nomi non sono riportati ma non è difficile scendere indietro nella memoria alla precedente giunta Tonnara e tentare di capire quello che la giornalista segnala.

Ed ecco la domanda sparata istintivamente dal primo lettore appena fuori dall’edicola con il giornale in mano e senza averlo ancora letto “Ma allora è una storia che riguarda la precedente giunta, non questa!”.

Gli occhi si sgranano.

Caspita potrebbe esserci del vero.

Due mani giunte si muovono alternativamente verso l’alto ed il basso a chiedere al lettore se stia facendo lo gnorri o se ancora non si sia svegliato, poi il dito batte tre volte sull’articolo del giornale come a dire “Svegliati” e soprattutto “Leggi”.

L’articolo viene letto non una ma più volte nell’intento di capire ogni passaggio.

E piano piano emerge qualche iniziale verità.

  1. La questione è stata trattata dalla Digos.
  2. Ora la questione è nelle mani della DDA non della Procura di Paola da cui ha preso il via.
  3. A far partire il tutto alcune denunce nelle quali si segnalavano anomalie sia per quanto attiene ai lavori affidati ad alcune cooperative sociali, sia per la mancata stabilizzazione dei vigili urbani “precari” al fine di far scorrere la graduatoria del dopo concorso pubblico ed agevolare qualcuno che era rimasto fuori dal bando ufficiale?
  4. E queste sono SOLO DUE delle situazioni delle quali la stampa è venuta a conoscenza ma altre questioni ben più pesanti sono al vaglio della DDA
  5. Una conferenza stampa mai tenuta

Ma è la chiosa finale che fa restare ancora più allibiti, quando segnala che “saranno sentiti coloro i quali avevano fatto trapelare di giochi poco puliti da part di avversari politici legati alla promessa di stabilizzazione, all’affidamento di incarichi ed alla liquidazione immediata di denaro per servizi resi all’amministrazione”.

E’ un fermento di ipotesi che coinvolgono alcuni candidati di più liste delle recenti elezioni

Ed i dicunt fioccano.

Ora non resta che attendere i prossimi atti della DDA.

Come dice qualcuno “ L’Estate 2014 sarà fresca e piovosa ma sotto il profilo giudiziario si annuncia molto calda!”

La squadra Mobile di Catanzaro ha fatto scattare le manette su ordinanza della Procura di Catanzaro arrestando l'avvocato Giovanni Scaramuzzino che fece incontrare Piero Aiello con la cosca Giampà La Cassazione ha accolto l'ipotesi del voto di scambio aggravato dalle modalità mafiose.

L'arresto è stato eseguito dopo che la Corte di cassazione ha rigettato il ricorso presentato dai difensori di Scaramuzzino contro la decisione del Tribunale del riesame di accogliere la richiesta della Dda di applicazione della custodia cautelare in carcere per voto di scambio aggravato dalle modalità mafiose.

Nell'inchiesta è indagato anche il senatore del Ncd Piero Aiello.

Avrebbe partecipato all'incontro tra l'allora assessore regionale Pietro Aiello ed esponenti di primo piano della cosca Giampà, facendosi promotore dell'iniziativa che sarebbe stata ospitata nel suo studio legale. Così, Giovanni Scaramuzzino, 38 anni, già avvocato del foro di Lamezia Terme, è stato arrestato dalla squadra Mobile di Catanzaro, su ordinanza emessa dalla Procura della Repubblica di Catanzaro.

In particolare, l'ordinanza arriva dopo la sentenza della Corte di Cassazione che ha deciso sulla possibilità di applicare a Scaramuzzino anche della contestazione di voto di scambio, aggravato dalle finalità mafiose.

Secondo le indagini della squadra Mobile, al professionista è contestata la partecipazione ad una riunione, insieme ad Aiello, candidato alle elezioni regionali calabresi del 2010, (attualmente senatore eletto nelle file del Pdl e già assessore regionale), con esponenti di primo piano della cosca Giampà E nel corso di quella riunione, sempre secondo l'accusa, il politico avrebbe promesso utilità economiche in cambio di voti col fine di procurare ai membri della cosca ed alle loro ditte l’aggiudicazione di appalti per forniture e servizi all’interno di strutture pubbliche .

Il reato viene contestato a Scaramuzzino con l’aggravante poichè commesso per agevolare le attività dell’associazione di ‘ndrangheta. L'avvocato e’ stato rintracciato dalla Squadra Mobile di Catanzaro nella sua abitazione, dove era sottoposto agli arresti domiciliari in quanto già colpito da provvedimento cautelare per l’operazione “Perseo” eseguita nel mese di luglio 2013 e per il quale è stato riconosciuto responsabile di concorso esterno in associazione mafiosa e associazione a delinquere finalizzata alla truffa alle assicurazioni aggravata dalla metodologia mafiosa.

Pubblicato in Lamezia Terme

In ogni elezione ci sono e , forse, ci saranno, promesse ed impegni elettorali

Sono quelli assunti dai capilista per aiutare la propria lista a vincere.

Poi ci sono quelli assunti dai singoli componenti delle stesse per accaparrarsi voti o preferenze ed essere, così, eletti

Si tratta di promesse ed impegni elettorali per lo più impossibili da mantenere e che spesso sollevano grasse risate per coloro che non li ricevono e ne vengono a conoscenza.

Qui da noi siamo stati abituati a tantissimi impegni uno meno realistico dell’altro

Il caso più famoso è quello della ferrovia a San Procopio ma anche quello dell’aeroporto a Lacquari non è da meno. Impegni che hanno fatto sorridere tutta Amantea.

Oggi, invece, le promesse sono quasi esclusivamente relative ai posti di lavoro

Qualcuno garantisce di far lavorare sempre i soliti.

Qualcun altro si impegna addirittura ad assumere a tempo indeterminato

“ Ho preso impegno ad assumere ………” e lo dicono anche in riunioni collettive come un vanto, dimostrazione della loro “potenza” politica.

Impegni che dicono siano assunti da più parti politiche.

Impegni ai quali si crede come si è creduto alla ferrovia di San Procopio.

Certo viene da chiedersi se sia più sciocco chi li promette tali posti od assume tali impossibili impegni o chi ci crede.

Di fatto è un gioco sporco e vergognoso.

Illudere una persona che sarà garantito un posto di lavoro in un momento difficile come quello attuale e solo per avere voti e sopravvivere è un comportamento oltraggioso

Siamo quasi al voto di scambio, io do una cosa a te e tu mi dai il voto a me.

Ed ovviamente tutto a spese del comune.

Ed ovviamente occorre evitare che il comune vada in dissesto perché in tale condizione si bloccherebbe tutto

Ma qualcuno lo sa e spara bordate di cavolate e di promesse da marinaio. Tanto poi la scusa è bell’e pronta

Mi piacerebbe che queste promesse venissero registrate dalla magistratura e dalle Forze dell’ordine e rese pubbliche con pubblicazione degli elenchi di chi le fa e di chi le riceve.

E questo indipendentemente da eventuali processi penali per voto di scambio

Non è solo un nostro pensiero, lo pensa anche Nicola Gratteri il nostro magistrato, vanto della Calabria e della magistratura, il quale ricorda che «Mi rendo conto della difficoltà della politica calabrese. È una politica debole. I parlamentari calabresi sono molto deboli. Sono pochi e, inoltre, c’è il dilemma se nelle ultime quarantott'ore si debba cedere al voto di scambio o meno. Sul palco tutti diciamo che non vogliamo i voti della mafia. Bisogna vedere l'ultima o la penultima notte che cosa succede».

E parliamo di “grandi”politici, figurarsi quando si parla di piccoli od inani politici locali.

Ma Gratteri ha anche detto che : «Oggi, invece, sono i politici che vanno a casa dei capimafia, a chiedere pacchetti di voti in cambio di appalti (e di posti). Mediamente in Calabria i paesi hanno 5.000 abitanti. Tutti ci conosciamo e nessuno può dire di non sapere chi è il mafioso. È impossibile, perché siamo nati nello stesso paese di 5.000 o 15.000 abitanti. Non puoi dire che non sai chi è il mafioso, chi è il faccendiere, chi è il politico, chi è la persona onesta. Lo sappiamo tutti. Eppure anche la Chiesa, anche i preti, anche i vescovi hanno detto che non possono chiedere il certificato penale. Se sei vescovo da dieci anni in quel paese, non mi puoi dire questo. Questa risposta non mi appaga. È una foglia di fico. Oggi se è il politico che va a casa del capomafia a chiedere i voti, vuol dire che nel comune pensare e sentire si ritiene che il modello vincente è il capomafia. Perché il capomafia interviene anche sulla ristrutturazione di un marciapiede da 20.000 euro? Con tutti quei soldi si interessa pure di un marciapiede? Sì, perché lui farà lavorare per venti giorni cinque padri di famiglia per quel lavoro, e quando sarà ora di votare quei cinque padri di famiglia si ricorderanno di votare per il candidato prescelto dal capomafia».

Ma allora anche nei comuni, medi o piccoli, la mafia sceglie chi far vincere?

Giuseppe Marchese

La Corte d'appello di Catanzaro ha giudicato colpevole l'ex consigliere regionale Franco La Rupa.

È stata però ridotta la pena, dai 5 anni comminati in primo grado dal Tribunale di Castrovillari, a soli 4 anni disposti ora dal tribunale di seconda istanza.

Evidentemente ha retto l’accusa che era rappresentata dal sostituto procuratore generale Eugenio Facciolla ed era imperniata sul voto di scambio.

in accordo con esponenti della mafia.

I giudici ,però, hanno prosciolto Antonio Forastefano, accusatore dell'ex sindaco di Amantea La Rupa.

La vicenda attiene alla operazione Omnia condotta dalla DDA di Catanzaro, che nel 2007 venne accusato di aver consegnato al boss di cassano Antonio Forastefano la somma di 15mila euro in cambio di un pacchetto di preferenze che sarebbero state fondamentali per la sua elezione, nel 2005.

Il proscioglimento di Forastefano, che in primo grado aveva avuto una condanna a 2 anni e 6 mesi, è sostanzialmente dovuto alla collaborazione che il presunto boss ha reso.

Ora occorre attendere le motivazioni della sentenza per capire le diverse decisioni dei giudici sui due distinti protagonisti della vicenda

Pubblicato in Politica
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