Non è dato sapere la verità sul perché una sola ragazza non sia stata avvertita della gita scolastica in Sicilia.
Probabilmente siamo in presenza di una vera e propria discriminazione.
Certamente di una beffa, se è vero quanto denuncia la madre della giovane: “Come ogni mattina - ha raccontato all'Ansa la mamma della quattordicenne - ho accompagnato mia figlia a scuola. Una volta arrivata nell'istituto l'insegnante di sostegno mi ha comunicato che la classe era in gita per tre giorni».
La ragazza, che soffre di una particolare sindrome che provoca un ritardo dello sviluppo, è seguita da un insegnante di sostegno, ma non ha problemi di deambulazione.
Poi, continua la mamma: “Mia figlia è fisicamente più piccola rispetto alla sua età, ma è intelligente e capisce ciò che accade; quindi stamattina è rimasta male quando ha appreso la notizia.
Io nel vederla soffrire mi sono sentita morire. Ho chiesto spiegazioni alla preside che mi ha assicurato che aveva dato direttive precise, e quindi mi avrebbero dovuto avvisare, ma l'insegnante di sostegno ha scelto di non farlo.
Un fatto gravissimo perché ha precluso a mia figlia la possibilità di vivere un'esperienza nuova con i compagni».
Inoltre, conclude: “«Un diritto fondamentale, quello di essere felice e di visitare un posto nuovo insieme ai suoi compagni le è stato negato».
Ed Infine: “Se l’avessimo saputo, avrei anche potuto accompagnarla io”
Ma nemmeno questo è potuto succedere. Nessuna delle due ha saputo niente. La scuola ha deciso per lei.