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Ha avvicinato una donna di 25 anni, di nazionalità bulgara, che stava cercando un appartamento da poter fittare e con una scusa l'ha condotta in un'abitazione disabitata dove ha tentato di violentarla.

 

 

Un marocchino di 26 anni, senza permesso di soggiorno, del quale non sono state rese note le generalità, è stato fermato dai carabinieri a Terranova da Sibari.

 

La donna dopo essere riuscita a divincolarsi e a fuggire si è subito recata dai carabinieri per denunciare il tentativo di violenza.

 

I militari si sono recati nell'abitazione dove hanno recuperato gli abiti strappati alla donna dall'aggressore durante la colluttazione.

I carabinieri sono riusciti a rintracciare il ventiseienne grazie alla minuziosa descrizione fornita dalla vittima.

Il giovane immigrato irregolare di origini marocchine conosceva la donna.

Pubblicato in Cosenza

Stamattina 11 luglio i Carabinieri della Stazione di San Ferdinando, dipendenti dalla Compagnia di Gioia Tauro hanno arrestato ad Amantea Giovanni Priolo di 61 anni.

L’arresto è scattato in esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere, emessa lo scorso 8 marzo dalla Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria.

Proprio da quella data, Priolo si era dato alla macchia, facendo perdere le proprie tracce.

Ovviamente erano scattate le indagini da parte di Carabinieri e Polizia di Stato, sotto il Coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia, nel tentativo di risalire all’uomo, per altro legato da vincoli di parentela alla potente cosca Piromalli di Gioia Tauro. Fino ad oggi, quando i Carabinieri hanno posto fine alla sua, seppur breve, latitanza.

Da qualche giorno, gli uomini al comando del Capitano Gabriele Lombardo stavano monitorando l’abitazione privata di una donna di San Ferdinando, con la quale vi era il sospetto che Priolo intrattenesse una relazione.

La svolta, nelle indagini la si è avuta la scorsa notte, quanto i Carabinieri hanno notato una serie di movimenti di autovetture e sogetti ritenuti sospetti, proprio nei pressi dell’abitazione.

Ne è seguito, un lungo pedinamento lungo le principali arterie che attraversano non solo la provincia di Reggio, ma anche di Vibo Valentia e Catanzaro.

Dopo circa 3 ore di osservazione discreta a distanza, i militari hanno raggiunto il lungomare di Amantea e, fingendosi turisti, sono entrati in un bar al cui interno hanno riconosciuto da subito la donna, in quell’istante proprio in compagnia del latitante.

Una volta accertata la sua identità, lo hanno subito immobilizzato e condotto presso gli uffici della Compagnia di Gioia Tauro.

L’arrestato, al termine delle formalità di rito, è stato poi associato presso la Casa Circondariale di Palmi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Ma chi è Giovanni Priolo?

Giovanni Priolo è stato accusato del tentato omicidio di Giuseppe Brandimarte, avvenuto la mattina del 14 dicembre del 2011, nel piazzale Cefris lungo la provinciale 1 a Gioia Tauro.

La Corte d’Assise di Reggio Calabria ha confermato le assoluzioni tutti gli imputati coinvolti nell’uccisione di Giuseppe Priolo, pregiudicato di Gioia Tauro, morto il 26 febbraio 2012.

L’unico a essere stato condannato è Giovanni Priolo, che in primo grado era stato assolto.

I giudici reggini lo hanno condannato a 10 anni di carcere per il tentato omicidio di Giuseppe Brandimarte.

Per la stessa accusa è stato assolto Giuseppe Forgione.

Alla sbarra, per l’omicidio c’erano Giuseppe, Vincenzo e Antonio Brandimarte e Davide Gentile.

I sostituti procuratori generali Fulvio Rizzo e Giulia Pantano durante la propria requisitoria avevano invocato l’ergastolo.

Richiesta non accolta dalla Corte così come avvenuto in primo grado quando il gup di Palmi ha assolto tutti gli imputati per uno dei delitti più efferati che ha insanguinato la Piana di Gioia Tauro.

Pubblicato in Politica

Amantea. Graziano Aloise è stato arrestato per omicidio stradale.

 

 

Graziano Aloise non era in possesso della patente di guida che gli era stata ritirata per essere un abituale consumatore di droga.

 

 

Ed anche al momento dell'incidente èriosultato che l'investitore  Graziano Aloise aveva assunto droga.

 

E così oggi, giorno di Sant’Antonio, patrono di Amantea, i carabinieri della compagnia di Paola competenti per avere proceduto alla rilevazione dell'incidente, in esecuzione di provvedimento emesso dalla Procura della Repubblica di Paola, nella persona del pubblico ministero Anna Chiara Fasano, hanno arrestato Graziano Aloise.

 

 

Pubblicato in Cronaca

Durante un normale controllo di Polizia l’uomo ha cercato di disfarsi del panetto della sostanza stupefacente.

 

Ieri 9 maggio 2017 il personale della Polizia di Stato in servizio presso il Commissariato di Paola, ha arrestato Mario Severino, di 51 anni, per detenzione, ai fini dello spaccio di sostanza stupefacente.

In un appostamento nell’area urbana di Via S. Agata, zona cittadina monitorata già da diversi giorni dalla Polizia, gli agenti riconoscevano quale conducente di un’autovettura in transito, il Severino già noto alle forze dell’ordine perché gravato da precedenti penali specifici e per le sue frequentazioni con soggetti dediti al consumo ed allo spaccio di sostanze stupefacenti.

 

Severino è stato fermato e sottoposto a perquisizione sia personale che dell’autoveicolo.

 

Durante la perquisizione l’uomo ha tentato di disfarsi di un panetto di gr. 100 di hashish, lasciandolo cadere a terra.

 

La circostanza non è sfuggita agli agenti che hanno provveduto immediatamente al recupero dell'involucro ed alla identificazione del contenuto

 

L’uomo è stato condotto negli Uffici del Commissariato di Paola ed adempiute le formalità di rito, arrestato per detenzione al fine di spaccio di sostanza stupefacente.

Pubblicato in Alto Tirreno

Avevano ragione i coltivartori diretti dell'agro di Falerna, Nocera terinesa, Lamezia a denunciare i troppi furti in campagna.

 

Avevamo rubato un trattore a Nocera Terinese, nel Lametino, nascondendolo poi in una località nel territorio comunale di Lamezia Terme. 

Successivamente al furto i due, S. D. di 49 anni e C. V. di 56 anni, originari del Vibonese, si erano messi in contatto con il proprietario chiedendo un riscatto di 1.000 euro per ottenere la restituzione del mezzo agricolo.

 

I due sono stati però arrestati proprio grazie alla segnalazione del proprietario che si è rivolto ai carabinieri di Nocera consentendo così agli uomini dell’Arma di sorprenderli sul luogo concordato per effettuare lo scambio, nei pressi dell’area di servizio di Pizzo.

 

I militari si sono così appostati in borghese nel luogo indicato arrestato i due.

Due carabinieri in borghese di Nocera Terinese si sono così appostati , nei pressi dell’area di servizio di Pizzo nord dove era stato programmato lo scambio, in flagranza di reato hanno bloccato e arrestato i due con l’accusa di furto ed estorsione.

Pubblicato in Lamezia Terme

La Polizia di Stato, nell'ambito del piano straordinario di controllo del territorio, predisposto dal Questore Dr. Luigi LIGUORI, per contrastare il fenomeno dello spaccio di droga, ha tratto in arresto nel primo pomeriggio di ieri primo aprile CAPUANO Maria Pileria, cl. 82, trovata in possesso di 50 grammi di cocaina, 2,2 di eroina ed un bilancino di precisione.

 

Personale della sezione Antidroga della Squadra Mobile della Questura di Cosenza, durante tali specifici servizi, in questa via Rivocati, effettuava perquisizione personale a carico di CAPUANO Maria Pileria, nel corso della quale rinveniva un involucro che la donna cercava di celare all’interno di una tasca della felpa indossata dalla stessa .

 

Dai successivi accertamenti scientifici, è risultato che l’involucro conteneva 50 grammi di cocaina.

 

A quel punto veniva estesa la perquisizione nell’abitazione della donna, nella quale sono stati rinvenuti 2,2 grammi di eroina ed un bilancino elettronico di precisione.

 

La stessa dopo le formalità di rito è stata accompagnata presso il proprio domicilio in regime di arresti domiciliari a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

 

Continuano le attività d’indagine della Squadra Mobile della Questura di Cosenza per contrastare l’attività di spaccio di sostanze stupefacenti nel capoluogo cosentino.

Pubblicato in Cosenza

Roma, 20 mar (Prima Pagina News) Ordinanza di custodia cautelare in carcere per Giancarlo Tulliani.

Al cognato dell’ex presidente della Camera Gianfranco Fini viene contestato il reato di riciclaggio nell’ambito dell’inchiesta sui rapporti (ritenuti illeciti) della famiglia, con il “re delle slot” Francesco Corallo.

Tulliani, da qualche anno però è residente a Dubai e il provvedimento restrittivo, firmato dal gip Simonetta D’Alessandro e sollecitato dal pm Barbara Sargenti e dal procuratore aggiunto Michele Prestipino, non è stato eseguito.

Per i magistrati italiani Tulliani risulta irreperibile.

L’ordine di arresto nasce da un approfondimento investigativo dell’indagine che aveva condotto, il 13 dicembre scorso, all’arresto di Francesco Corallo, Rudolf Theodoor Anna Baetsen, Alessandro La Monica, Arturo Vespignani e Amedeo Labocetta, tutti ritenuti membri di un’associazione a delinquere di carattere internazionale che riciclava tra Italia, Olanda, Antille Olandesi, Principato di Monaco e Santa Lucia.

Si trattava dei proventi del mancato pagamento delle imposte su gioco on line e video-slot compiendo così reati di peculato, riciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Dai fascicoli dell'indagine verrebbe fuori che il profitto illecito una volta depurato sarebbe stato impiegato da Francesco Corallo in attività economiche e finanziarie, in acquisizioni immobiliari e destinato anche ai membri della famiglia Tulliani.

Lo scorso 14 febbraio, lo Scico della Guardia di Finanza aveva eseguito un sequestro preventivo di beni, pari a 5 milioni di euro, nei confronti dello stesso Tulliani, del padre Sergio e della sorella Elisabetta accusati a vario titolo dei reati di riciclaggio, reimpiego e autoriciclaggio a partire dal 2008.

Anche l’ex presidente della Camera, Gianfranco Fini è stato raggiunto da un avviso di garanzia nella medesima indagine.

Pubblicato in Italia

Nel tardo pomeriggio di avantieri, Agenti della Volante, nell’ambito del piano di contrasto alla criminalità diffusa ha arrestato un cittadino rumeno colto in flagranza di reato per furto con destrezza di un orologio marca Swaroski presso un negozio di preziosi ubicato in centro città.

 

In particolare dopo un lungo inseguimento, iniziato da Piazza Kennedy, e successivamente proseguito con vari equipaggi delle Volanti, tempestivamente intervenuti sul luogo del delitto, allertati dall’esercente, si riusciva a bloccare la fuga del ladro all’altezza di Viale Mancini.

Gli Agenti della Polizia di Stato a causa della traffico cittadino si ponevano all’inseguimento del malfattore a piedi e riuscendolo a bloccare dopo circa 300 mt., nella circostanza il cittadino romeno opponeva resistenza all’arresto provocando ferito lacero contusa ad uno degli Agenti della Polizia di Stato che senza non poche difficoltà riusciva ad immobilizzarlo grazie all’intervento di altri Colleghi.

 

Successivamente l’arrestato, presso gli uffici della Questura veniva sottoposto ad accurata perquisizione personale che permetteva il rinvenimento della refurtiva celata nelle parti intime. 

Dalla successiva attività investigativa, con l’acquisizione dei filmati della video sorveglianza della gioielleria veniva acclarati ulteriori elementi di reato a carico dell’arrestato.

Pubblicato in Cosenza

I carabinieri della stazione di Cosenza Principale hanno arrestato ieri mattina, su ordine di carcerazione emesso dal Tribunale di Catanzaro, una coppia di coniugi di 53 e 49 anni, entrambi romeni e già sottoposti alla misura degli arresti domiciliari.

 

I due stavano infatti scontando una condanna a 5 anni di reclusione per i reati di violenza sessuale su minore, sfruttamento della prostituzione minorile e pedopornografia, commessi a Cosenza tra il 2011 e il 2014, quando furono fermati in quanto, vistisi scoperti, stavano pianificando la fuga.

I due facevano prostituire le proprie tre figlie, allora minorenni.

 

I carabinieri scoprirono pure che gli incontri con i clienti venivano filmati.

Il sociologo Antonio Marziale, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, intervenendo in riferimento all’arresto, su ordine di carcerazione emesso dal Tribunale di Catanzaro, di una coppia di coniugi di 53 e 49 anni, entrambi romeni e sottoposti alla misura degli arresti domiciliari dovendo scontare la condanna a 5 anni di reclusione per i reati di violenza sessuale su minore, sfruttamento della prostituzione minorile e pedopornografia, perpetrati a Cosenza ha dichiarato.

“Provo una rabbia incontenibile nell’apprendere che due disgraziatissimi genitori facevano prostituire le proprie figlie minorenni, filmandole e dandole in pasto a chissà quali e quanti fruitori, ma mi dico smarrito quando apprendo che le leggi in vigore nel nostro Paese consentono a simili criminali di beneficiare degli arresti domiciliari.

 

Non c’è crimine più turpe dello sfruttamento sessuale dei minorenni e ciò a prescindere da qualsiasi giustificazione sociale, economica o di altro genere.

Chi abusa, chi compartecipa all’abuso, chi filma e divulga, alimentando un mercato dalle cifre incontenibili, commette un crimine contro l’umanità debole e indifesa e come tale deve essere punito.

Mi dico schifato – conclude il sociologo – da un garantismo eccessivo, che concedendo benefici ai criminali violenta ulteriormente la sensibilità delle vittime e ciò non può definirsi giustizia”.

Pubblicato in Cosenza

Dovrà rispondere di furto aggravato di legname in proprietà comunale. N.C. classe 1983 di Rossano, è stato sorpreso dai militari della Stazione Carabinieri Forestale di Rossano in flagranza di reato mentre in località “Zagaria Cerasaro” mentre tagliava e asportava piante di Cerro.

 

L’area oggetto del furto ricade nel territorio comunale ed è una zona sottoposta a vincolo paesaggistico ambientale.

 

L’uomo, tratto in arresto è stato posto in libertà ai sensi dell’art 121 disp. att. Cpp.

Si è inoltre proceduto al sequestro di 10 quintali di legna, dati in custodia giudiziaria al Comune di Rossano proprietario dei beni, 22 piante abbattute e ritrovate sul letto di caduta e la motosega usata per il taglio.

 

Conseguentemente l’uomo e' stato deferito per distruzione o deturpamento di bellezze naturali, opere eseguite in assenza di autorizzazione su beni paesaggistici.

Particolare attenzione viene posta dal personale dei Carabinieri Forestale sul territorio montano di competenza spesso oggetto di azioni furtive che ne deturpano il paesaggio.

 

COSENZA 20 febbraio 2017

Pubblicato in Cosenza
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