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Sabato 21 settembre alle ore 19.00, nel quartiere Calavecchia, sarà presentato un altro lavoro di Ciccio Svedese.

Un titolo emblematico “Il silenzio delle pietre”

Perché Ciccio ci offre un altro libro?

Evidentemente perché ha già detto, ma continua, oggi, a raccontare le sue esperienze ed a donarci momenti dolci od amari della sua intensa vita.

 

 

E, ne siamo certi, continua a raccogliere altro per un terzo, quarto libro.

Tra l’altro un libro rende migliori, e puoi regalarlo o regalartelo.

Quelli di Ciccio, poi, raccolgono storie vissute che risultano insegnamenti per chi ha il piacere di leggerle.

Storie, cioè, che sono antiche quanto moderne

Sempre di moda.

E sono tante che soddisfano i gusti di tanti, se non di tutti.

Un libro, quindi, che dura per sempre.

Un libro che puoi portare sempre con te e dovunque.

Un libro che funziona subito e ci rende migliori.

Pane per il cuore, stimoli per le memorie dei tempi passati ma dei quali si ha sempre nostalgia

Grazie Ciccio

Lunedì 28 u.s., “Lo Scaffale” ha incontrato Alberto Fava,(nella foto) avvocato salerni tano residente a Torino, discenden te dell’antica famiglia Fava di Amantea.

A quella famiglia, ricordiamo, appar teneva Laura Procida Stocco, eroina delle memorabili giornate dell’asse dio di Amantea del 1806-07, moglie di Giulio Cesare Fava, anch’egli vittima della repressione seguita alla resa della città da parte dell’esercito francese.

Nel corso della serata, ospiti nella dimora di Gregorio Carratelli, i componenti de’ Lo Scaffale hanno dato vita ad un vivace dibattito sulle vicende storiche della Nostra città, soffermandosi in particolare sul significato e sulle conseguenze di quelle tragiche contingenze storiche.

Al saluto del padrone di casa Gregorio Carratelli, e alla presentazione della serata formulata dal presidente del sodalizio Sergio Ruggiero, è seguito l’intervento di Peppe Marchese il quale ha tratteggiato i caratteri urbanistici del quartiere Catocastro precedenti alla costruzione della Statale 18.

La questione si è posta in relazione alle antiche proprietà Fava, che proprio in quella zona, sorgevano sin dal XIV secolo.

Giuseppe Sconzatesta ha illustrato poi mappe e grafici di sua creazione del centro storico, utilissime alla comprensione della tematica trattata.

Roberto Musì ha prospettato le ragioni storiche della denominazione “Largo Fava” a Catocastro, ipotizzando, con una larga messe di informazioni, le vicende legate al toponimo.

Lo stesso Musì ha poi concentrato l’attenzione sui destini della famiglia Fava e sul suo riscatto dalle disavventure seguite alle tristi vicissitudini amanteane, delineando infine, con un breve profilo, la figura di Francesco Saverio Fava di Salerno e della sua brillante carriera diplomatica.

Il giovane Francesco Saverio, da semplice segretario di Legazione degli Affari esteri borbonico, è riuscito a diventare, all’indomani dell’Unità d’Italia, il primo ambasciatore italiano negli Stati Uniti d’America, dal 1881 al 1901.

All’incontro hanno partecipato Antonio Cima, Ciccio Svedese e Fausto Perri, che hanno offerto il loro personale contributo alla discussione, conferendo un’effervescenza di opinioni che hanno arricchito la serata, allietata da una lauta cena preparata da Pino Dolce, cuoco dalle apprezzate qualità culinarie.

Alberto Fava ha inteso infine portare la sua parola, fornendo un contributo chiarificatore su quelle lontane storie familiari e della Nostra città, di cui possiede numerosi documenti, alcuni dei quali esibiti nella circostanza.

L’amico Fava, visibilmente commosso, ha voluto suggellare la conclusione del bellissimo incontro, con la seguente espressione: Si può staccare l’uomo dalla propria terra, ma non si può staccare la propria terra dall’uomo.

Pubblicato in Cronaca

Ciccio Svedese è uno di noi; parlo di noi amanteani che amiamo la nostra città.

Anzi, forse, lui è un esempio di questo amore che lo ha visto emigrante per il mondo, ma sempre con Amantea, anzi la sua Calavecchia, nel cuore.

Ed ancora oggi, ogni anno, è lì, dove c’è la sua antica abitazione , quella della sua famiglia, quella della sua infanzia, dei suoi amici, dei suoi ricordi più intensi e profondi.

Una piccola parte di quel quartiere vivo e pulsante che, tra l’altro, era il Trait d’union tra la “chiazza” e la “taverna”

Quella casa e quel quartiere che sono la radice principale dell’albero della sua vita, quello che, anche per ognuno di noi, piano, piano si vuota delle sue foglie di cui riempie il terreno sottostante, o, nel caso di Ciccio, e per ora, il suo primo libro.

Affatto emblematico il titolo “Foglie” , non pezzi di vita, non ricordi, non memorie, ma parti dell’insieme della vita di ognuno, componenti di quello che è la macchina della storia di ogni uomo.

Un dono, un altro dono, oltre la sua voce, offerta per anni ai suoi compaesani.

Brevi storie nelle quali si può intravvedere la Amantea che non c’è più, quella della semplicità, dell’amicizia, o se volete quella povera di mezzi finanziari e che ha costretto tanti al dolore della emigrazione, ma ricca di sentimenti, di amore, quelli che emergono vincenti dai racconti che Ciccio offre ai suoi amici in Italia e nel mondo.

Ed affatto emblematica è la foto della prima pagina, quella che presenta un pomeriggio sfocato di una lontana New York, dove un uomo solo, di spalle, cammina sulle foglie degli alberi ancora vitali, ascoltando la musica del fruscio delle scarpe; un uomo che cammina verso il suo destino, senza timori o paure; con la consapevolezza di un ricco passato e di un ricco futuro

“Foglie” ci sembra davvero un libro che sa parlare al cuore ed alla mente, che sa far ricordare, con dolcezza momenti di vita comune, che Ciccio descrive con la consapevolezza che appartengono a tutti.

Luoghi e persone vivono fatti emozionali che sono non soltanto memoria, ma, forse, invito a ritornare a rivivere la dolcezza di tempi troppo presto andati via con i tanti giovani e le tante famiglie che sono emigrate da questa plaga che poi hanno contribuito , e solo per amore, a dar nuova linfa vitale.

Ecco questo voglio leggere nel “dono” di Ciccio, un invito a rileggersi ed a rimemorizzare momenti ancora non dimenticati e proprio per non dimenticarli.

In fondo, e Ciccio lo sa, noi siamo, soprattutto, il nostro passato e quel poco di voglia di vivere onestamente e consapevolmente il nostro futuro.

Pubblicato in Cronaca

Così tra il serio ed il faceto mi ha detto un amico raccontandomi della strana ed improvvisa partenza di Frank Svedese.

Il mitico Frank Svedese. The Voice.

Il “Frank Sinatra” di Amantea.

Quello che ogni anno ci allieta con le sue canzoni

Sembra che ritorni dalla sua America solo per offrire ogni anno ai suoi tanti amici il fascino della sua bella voce.

E anche quest’anno si stava dando da fare per la sua serata

Una serata che era riportata anche dal volantino edito dal comune.

Sempre nella sua Calavecchia

Uno spettacolo di metà agosto, fissato per le ore 21 del 16 agosto

Invece Ciccio Svedese improvvisamente ha preso il via ed è ritornato in America lasciando nello sconforto i suoi fan

Ignote le ragioni

Ho chiesto conferma del fatto ai suoi più prossimi collaboratori e mi è stata con fermata la sua partenza inattesa

Ho chiesto se la manifestazione del 16 si terrà comunque a cura degli amici della Calavecchia ma la risposta non è stata positiva.

Siccome la voce “ è tutta colpa delle sedie” mi era arrivata ne ho chiesto conferma “allu Barrachiellu”.

La risposta è stata incerta :” Non sappiamo se le sedie sono state il problema . Certo che lui non sopportava che la gente prendesse la sedia e poi si piazzasse uno davanti all’altro distraendo chi lo ascoltava, creando confusione. Una situazione inaccettabile in particolare per uno spettacolo come quello di Frank Svedese.

Mi sono giunte anche altre voci ma preferisco non crederci

Sapendo però quanto Ciccio ami la sua Amantea, gli rivolgiamo un appello tramite il nostro sito.

Se le sedie sono un problema staremo in piedi, ma ritorni, non faccia mancare alla città la sua “voce”

cicciu partutu medio

Pubblicato in Cronaca
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