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Domani 27 Settembre alle ore 10:30, è stata convocata la commissione Consiliare per discutere dei tetti salariali e della dignità del lavoro.

Tutto ciò è stato sollevato dal sottoscritto e dal gruppo "UNA CITTÀ NEL CUORE" perché è giusto dare una dignità lavorativa a tutto il personale che ogni giorno garantisce i SERVIZI PRIMARI per conto del COMUNE DI AMANTEA.

Ringrazio il SINDACO PIZZINO E I CONSIGLIERI GIACCO E ALOISIO, i quali sono stati disponibilissimi ad una discussione per risolvere in maniera definitiva questa problematica che da anni affligge i lavoratori delle COOP.

Nello stesso tempo però, voglio evidenziare che per quanto riguarda la riorganizzazione della STRUTTURA COMUNALE il Sindaco è la GIUNTA (IANNI PALARCHIO, FERRARO, VELTRI e PATI) hanno agito in piena autonomia senza coinvolgere le opposizioni ma, addirittura, sembrerebbe che non siano stati coinvolti nemmeno gli altri Consiglieri di Maggioranza o, ancor più grave, non hanno tenuto conto del loro pensiero.

LA RIORGANIZZAZIONE DELLA STRUTTURA COMUNALE doveva essere un argomento da trattare all'interno di un CONSIGLIO COMUNALE il quale aveva l'obbligo di dettare i PRINCIPI GENERALI su tale modifica e successivamente il SINDACO E LA GIUNTA avrebbero deliberato l'atto.

Così non è stato.

IL PALAZZO È VERAMENTE DI VETRO?

Voglio ricordare pure alla GIUNTA che ha deliberato l'atto di non dire che "io non ero d'accordo....." perché la delibera è firmata.

ASSUMETEVI ALMENO LE RESPONSABILITÀ DI CIÒ CHE INCONSCIAMENTE DELIBERATE.

Ma su questo punto ci ritorneremo anche perché avete creato una "PARALISI" dell'ente che vi farà rivedere le scelte fatte. Altro che uffici a Campora.

Queste sono affermazioni di chi non si rende conto di ciò che sta facendo e vive nel PAESE DELLE MERAVIGLIE....

Pubblicato in Primo Piano

Nei giorni scorsi abbiamo scritto che è finito “il calvario giudiziario dell’architetta Concetta Schettini un tempo responsabile dell’ufficio tecnico del comune di Amantea”.

E questo perché Concetta Schettini è stata dichiarata non colpevole dei reati a lei ascritti per il processo Nepetia.

“Il fatto non sussiste” hanno dichiarato i giudici.

Ora deve aver fine l’altro calvario subito dall’ex dirigente, un calvario quale quello della sua emarginazione.

L’architetta, infatti, solo per via della vicenda per la quale è stata totalmente e definitivamente assolta, venne trasferita dal municipio del capoluogo al municipio di Campora San Giovanni.

Non solo, ma venne anche trasferita dall’ufficio tecnico alla biblioteca.

Quella biblioteca che era nel capoluogo e che venne anche essa trasferita in Campora san Giovanni.

Una vera e propria punizione civile per una funzionaria ex 285, peraltro, oggi, quasi prossima alla pensione.

Oggi noto con piacere le due locandine di quotidiani sulle quali è scritto:

Gazzetta del Sud: “Proposta di Morelli dopo Nepetia: Schettini torni dirigente”;

Il Quotidiano: “Assoluzione” Ora ridiamo dignità alla Schettini”

Una sorta di eco a quanto da noi scritto.

Bene.

Ma vogliamo ricordare che la Schettini non ha mai perso la propria dignità e lo dimostra il fatto che ha accettato la punizione che le è stata comminata da chi ha pensato pilatescamente, in questo modo, di lavarsi le mani dalle proprie responsabilità.

Il silenzio della donna oltre che della funzionaria è l’emblema non della sua passività, ma della sua eleganza.

Ma ora se esiste giustizia oltre che da parte della magistratura anche da parte della politica bisogna rimediare .

Lo si deve alla donna.

Lo si deve alla dirigente.

Pubblicato in Primo Piano

Da tempo ad Amantea sembra che abbiamo perso la capacità di indignarci

Se mai l’abbiamo avuta.

Ed un popolo che non si indigna è un popolo prono, che non si ribella.

Un popolo senza dignità, un popolo di yesman.

Perché mai, vi chiederete, queste riflessioni?

 

Semplice! Anticipano (speriamo che mi sbagli) il dubbio che, ancora una volta, la città elegga persone inadatte ed indegne e tali da far chiedere chi mai le abbia elette.

E’ un popolo, quindi, quello che pensa di poter sopravvivere soltanto accattivandosi la simpatia di un politico egoista, poco lungimirante, che pensa solo al suo avvenire e non a quello della sua città e della sua gente?

D’altro canto non mancano qui, giù da noi, nel meridione, popoli che non si indignano nemmeno per quelle scelte illogiche ed assurde adottate dai politici pensando, furbescamente e stupidamente, che esse riverberino, i loro effetti, verso gli altri e non verso di se?

Già, qui da noi, che eravamo l’espressione territoriale di briganti che non si piegavano agli abusi dei potenti , il popolo è come l'asino: paziente , docile e politicamente utile, e come l’asino viene bastonato.

Ma può in popolo mancare di grandezza morale?

Purtroppo penso di sì, quando questa grandezza morale manca anche all’uomo.

Storia antica, direte, se anche in passato Bernanos diceva che “Il popolo ha perduto il suo proprio carattere, la sua originalità razziale e culturale ed è diventato un immenso serbatoio di stupidi intrighi, cui si aggiunge un minuscolo semenzaio di futuri borghesi”.

Tempi passati, anche, quelli durante i quali Tolstoi affermava che «La differenza tra le persone sta solo nel loro avere maggiore o minore accesso alla conoscenza»

Oggi sembra che la differenza tra le persone stia nella loro morale e nella morale della società, del popolo.

Già aveva ragione Astimede , come ricordato da Tito Livio, quando affermava che “ I popoli, come gli individui, hanno particolari inclinazioni: alcuni sono portati all'ira, altri all'audacia, altri alla viltà.”

Oggi tanta ipocrisia , tanto opportunismo e tanta viltà.

Un popolo che si divide tra la dichiarazione di Enrico De Nicola che soleva dire che “La grandezza morale di un popolo si misura dal coraggio con cui esso subisce le avversità della sorte, sopporta le sventure, affronta i pericoli, trasforma gli ostacoli in alimento di propositi e di azione, va incontro al suo incerto avvenire”.

Ben lontano da chi affermava che “Nessuno pensi di piegarci ( a noi Italiani) senza avere prima duramente combattuto”, ma parlava di un popolo” geloso del suo onore”

Ed è per questo che la frase del film “I popoli non dovrebbero avere paura dei propri governi, sono i governi che dovrebbero aver paura dei popoli” resta soltanto e sempre più nel mondo dei fumetti, lontana dalla realtà.

Pubblicato in Cronaca
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