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Riceviamo e pubblichiamo:

“ Le offese e, insisto, l’aggressione gratuite del mio eccentrico amico Sabatino, altro non meriterebbero che una risata di circostanza. Ha fatto tutto da solo.

In realtà, il rag. Sabatino è il vero falso sindaco di questa amministrazione comunale e non perde occasione di dimostrarlo.

A questo punto e senza tante inutili chiacchiere, vorrei chiedere a Sabatino di rinunciare alla discutibile delibera del suo trattenimento in servizio, di buttare la maschera e di candidarsi a sindaco. Saremmo finalmente di fronte ad un atto di responsabilità.

Vorrei far sapere a Sabatino che non ho affatto bisogno della sua inutile considerazione, né quella dei suoi prezzolati e incapaci amici, giacché quella di cui godo naturalmente, sommata a quella che mi sono guadagnato nella vita, basta e avanza e potrei venderla all’ingrosso. Se quelli che critico non rispondono è perché credono di essere furbi e si nascondono.

Sabatino dovrebbe sapere, infine, che alla mia età il fosforo, purtroppo, serve a poco. Piuttosto, non faccia lo spiritoso e provveda a farsi ordinare un piano terapeutico di buone letture, anche perché la cifra del suo italiano mi sembra alquanto scarsa.

Mentre state leggendo, aprite le finestre: c’è puzza di interesse e di cattiveria.

Naturalmente, mi piacerebbe parlare di programmi e progetti su Amantea. Comunque, penso di averlo già fatto in almeno due miei libri, né mi pare che chi si è preso la briga di fare il superiore (e guarda caso compare sempre in prossimità di elezioni) abbia compreso il senso della polemica e abbia mai scritto qualcosa di apprezzabile.

 

Pubblicato in Cronaca

Perviene e pubblichiamo integralmente la nota di Peppe Sabatino in risposta alla nota di Filippo Vairo:

“Vorrei, con la presente, consigliare al mio “amico” Filippo Vairo di farsi una cura di fosforo perché, probabilmente per il troppo impegno filosofico e letterario al quale sottopone la “capa” a righe, la sua memoria perde colpi.

E’ vero, come scrive, che l’altra domenica ci siamo incontrati ma è stato lui a venire da me, mentre ero impegnato in altra conversazione, facendo riferimento a quanto aveva scritto sul giornale, forse per avere quella considerazione che nessuno gli aveva tributato.

Chi mi conosce sa che per me rispondere alla gente, anche per strada, non è fastidioso ma quando qualcuno esordisce arrogantemente con falsità, illazioni e menzogne non è degno di essere preso in considerazione.

Non avrei nemmeno voluto ribattere ma di fronte a palesi mistificazioni è opportuno chiarire.

Giuseppe Sabatino”

Riceviamo e pubblichiamo la nota di Filippo vairo:

L’altra domenica e nella mezza mattinata, mentre mi recavo al solito Bar, dove servono un ottimo caffé e mi ritrovo in buona compagnia (l’abbrivio non è mio e l’ho preso in prestito da un amico), sono stato verbalmente aggredito dal ragioniere del Comune, che non so se devo continuare a considerare mio amico. Talvolta, basta poco a rovinare un’amicizia di circa mezzo secolo. Ma se dovesse accadere, sarebbe il caso di interrogarsi sulla sua sincerità e quel poco sarebbe davvero tanto.

   L’aggressore, solitamente gentile nei modi, si riferiva ad un mio recente scritto, Avviso ai naviganti, col quale avvertivo, per l’appunto, la giunta di limitarsi all’ordinaria amministrazione e ad evitare azioni clientelari, tra cui manomissioni di bilancio, che potrebbero alterare le prossime elezioni.

   Ascoltavo parole forti, ma non capivo esattamente quel che stava accadendo, perché non pensavo che il mio aggressore fosse così prepotente, o forse perché ero già preso dal mio caffé.

   Al culmine dell’aggressione, il ragioniere mi ha definito un Don Chisciotte, senza sapere di farmi un grande complimento, anzi al suo cavallo, Ronzinante, senza sapere di farmene due. Segno, comunque, che la citazione se l’era preparata da almeno una settimana e non aspettava altro che rovesciarmela addosso. Citazione per citazione, solo in quel momento ho capito di avere di fronte un cane (senza aggettivi al seguito), nella versione offerta da Calvino ne Il barone rampante: Lo sguardo dei cani quando non capiscono e non sanno che possono avere ragione a non capire. (Modestamente, questa citazione mi sembra più pertinente, ancorché raffinata). Mi è venuto, altresì, di pensare che se è bastata una mezza parola per farlo andare letteralmente in bestia, figuriamoci se dovessi dirne una famiglia di parole o se, per esempio, dovessi entrare nel merito di altre questioni. Perché non è sempre Natale e neppure Natalino.

   Vorrei rassicurare Sabatino che non sono mai stato tra quelli (a quanto pare quasi tutta Amantea) che lo accusano di esercitare sopra le righe il suo ruolo di impiegato comunale. Una discussione che non mi ha mai appassionato, giacché ho sempre pensato che se c’è qualcuno che va oltre, ci sono sempre altri che glielo lasciano fare. Ed anche nella ricorrente polemica sul suo ruolo di comando, ho sempre sostenuto che il guaio di Amantea non era Sabatino, ma quegli amministratori incapaci di fare il loro dovere, tra cui commercialisti, direttori e impiegati di banca che per definizione dovrebbero sapere dove mettere le mani.

   Vorrei far sapere al Rag. ed a chiunque fosse interessato che non desidero essere importunato per strada. Lo trovo volgare e fastidioso. Se qualcuno ha qualcosa da dirmi lo faccia per iscritto, così come faccio io, magari usando qualche algoritmo che mi farei decifrare, giacché la mia è una capa a righe. Per iscritto è meglio, anche per evitare scene penose da intriganti comare e quella perdita di tempo dei testimoni che non ricordano mai niente e ingolfano le aule dei tribunali.

   Vorrei far sapere a chiunque fosse interessato che non sono mai stato uno che inizia per primo una polemica personale, tanto meno uno che porge l’altra guancia.

   Vorrei far sapere a chiunque che sono più interessato ai programmi ed alle idee su Amantea che alle polemiche spicciole.

   Mi fermo qui, perchè sono curioso di sapere come andranno a finire le litigate che sarò costretto a fare fino alle prossime elezioni comunali.

   Nel frattempo, sono stato costretto a rinunciare al mio caffé e ingenuamente resto in attesa che dopo le elezioni me lo offra Sabatino che, però, non ho mai visto al Bar.

 

 

Pubblicato in Cronaca

Non è certamente criptico Filippo Vairo, possibile candidato alle prossime consultazioni elettorali del novembre 2013-aprile-maggio 2014 , quando titola il suo più recente comunicato con un minaccioso “Avviso ai naviganti”, ricordando così che chi si imbarca per navigare nel mare “procelloso” delle prossime elezioni comunali amanteane è bene, non solo, che abbia una barca solida e senza falle , ma che legga anche le informazioni nautiche diffuse dall'Istituto Idrografico della Marina, integrate con il bollettino Meteomar di Eurometeo e dai suggerimenti di chi si avvia a questa campagna marina con una barca solida e senza toppe :

“Non è stata certamente una buona pratica quella di mantenere in carica la vecchia amministrazione comunale di Amantea. E’ vero che questo dice la legge, ma è altrettanto vero che ragioni di opportunità ne sconsigliavano l’applicazione.

   Al proposito, vorrei ricordare che gli attuali assessori e quasi tutti i consiglieri comunali sono gli stessi che la commissione di accesso, a suo tempo nominata dalla Prefettura, considerò infiltrati dalla mafia. Che tra gli assessori mantenuti in carica ne figura uno rinviato a giudizio per truffa…….. Che la fredda sostituzione del sindaco mi è sembrata irriguardosa verso lo stesso ex sindaco, quasi che non aspettassero altro. Vorrei ricordare, infine, che a giudizio della stragrande maggioranza della cittadinanza, la giunta già non funzionava con il sindaco, figuriamoci senza.

   Quanto detto non mi sembra neppure un giudizio di parte, giacché basterebbe un solo sguardo sulla città per averne conferma. Come se giunta e consiglio si fossero accaniti contro la città ed i suoi cittadini. A questo proposito, sorge il sospetto che le mancate dimissioni del sindaco per motivi di salute fossero state concordate, proprio per evitare la nomina di un commissario prefettizio che, forse, avrebbe potuto scoperchiare più di una pentola.

   Ma, al di là di ogni facile pregiudizio, vorrei ricordare alla Prefettura che gli attuali amministratori comunali, in carica per una sorta di prorogatio, devono limitarsi allo svolgimento dell’ordinaria amministrazione ed evitare ogni atto di natura superiore, specialmente quelli che includono decisioni significative (per esempio, Porto, PSA e PSC) e operazioni clientelari (assunzioni provvisorie, elargizioni di contributi, pagamenti, manomissioni di bilancio) che potrebbero falsare l’esito elettorale, previsto per la primavera del 2014. Nel qual caso mi rivolgerò alle competenti autorità. Naturalmente, con la mia firma.

   Non so se sono stato sufficientemente chiaro, ma per esserlo ancor più, mi piace precisare che mi rivolgo alla Prefettura perché vigili su ogni decisione della giunta e del consiglio comunale di Amantea ed imponga finalmente un segretario comunale degno di questo nome. Mentre, non mancherò di informare la cittadinanza su quel che succede nelle segrete stanze.

   Vorrei, altresì, invitare tutti a non derubricare la presente come le solite beghe paesane. Chi ne comprende il senso sa che si tratta di questioni di democrazia e di vivere civile, quantunque limitati ad una piccola comunità alla periferia dell’impero.

   Per concludere, come si fa a non evidenziare che a questi piccoli uomini il piccolo potere piace assai e che se fosse per loro ci rimarrebbero mille anni al Comune. Meno male che i cittadini di Amantea hanno finalmente compreso con chi hanno a che fare e presto li manderanno a casa.”

Pubblicato in Politica

L’agosto culturale amanteano si arricchisce della presentazione dell’ultima opera di Filippo Vairo, lo scrittore amanteano che da quasi 5 lustri sorprende con le sue opere mai eguali a se stesse.

Purosangue ne è il titolo.

Appuntamento, quindi, ad Amantea, piazzetta Calavecchia, il 19 agosto alle ore 21.

Interverranno: Monica Sabatino, Filomena Suriano, Cecilia Demma. Modererà Tonino Chiappetta. Sarà presente l’autore Filippo Vairo.

Di Purosangue hanno detto:

Un romanzo avventuroso e fantastico, ambientato tra lo spazio isolato di un luogo del sud e la distesa aperta della mente, tra la semplicità del vero e la complessità del desiderio. In una di quelle torsioni della storia, in cui le biografie si trasformano in favole o come solo le tragedie sanno essere: L’editore Giuseppe Stella.

Tra realtà e fantasia prende il largo la suggestione, per disturbare l’andamento dei giorni peggiori e dare un segno di speranza.

Vincenzo Segreti

Un racconto epico che si Legge come un romanzo. E’ come bere un bicchiere d’acqua fresca in un giorno d’estate.

Filomena Suriano

Un romanzo intenso che scorre come l’acqua del fiume, tutto costruito nel labirinto dei ricordi incastrati in un paesaggio mediterraneo di luci e ombre, di passione e identità, dove ogni frammento di vita diventa storia, parte di un mondo perduto e ritrovato. Con la certezza che le radici dell’identità sono sempre ancorate alla terra madre.

Gaetano Marchese

Pubblicato in Cronaca

Scrive Francesco Saverio Falsetti (Resp.le C.E.A.M. WWF “Scogli di Isca”) e noi pubblichiamo:

“La missione del WWF è quella di contrastare la devastazione dell'ambiente naturale del pianeta e di contribuire alla costruzione di un futuro in cui l'uomo possa vivere in armonia con la natura. A questo scopo il WWF si batte focalizzato su sei temi prioritari di interesse globale: l'acqua, le specie in pericolo, i pericoli legati agli agenti chimici tossici, il cambiamento climatico, le foreste, gli oceani e le coste.

Nella tutela di quest’ultime si inquadra il porto di Amantea vista la scelta infelice del sito per almeno tre motivi:  

a.         il porto di Amantea è costruito in mare aperto, pertanto a rischio insabbiamento;

b.         la costruzione del porto ci ha portato via le ultime dune che storicamente hanno           caratterizzato i nostri arenili e che rappresentavano un pregio ambientale;

c.         l’inevitabile erosione costiera a sud della struttura.

Il “Grazie Filippo” usato la volta scorsa voleva solo sottolineare il senso di gratitudine che mi è venuto spontaneo per riconoscere la valenza del tuo dire ed è stato usato per dare una impronta amicale e di condivisione ad un problema serio che si chiama porto di Amantea. Non certo perché ritengo il WWF depositario di qualunque verità, sono consapevole di essere solo un cittadino facente parte un’Associazione che, pur se con nobili fini, può solo sensibilizzare ma difficilmente risolvere così grandi problematiche.                                      

Mi scuso con te per il fatto di ignorare i tuoi scritti sulle tematiche territoriali e sul porto, della quale qualora fosse possibile, ti chiedo di farne dono di una copia al WWF al fine di inserirli nella piccola biblioteca allestita presso il C.E.A.M. WWF “Scogli di isca” di Belmonte.    

Sono da sempre un fautore del “meglio tardi che mai” ma sono altrettanto convinto che una denuncia per disastro ambientale presunto all’epoca, magari a firma delle Associazioni e dei Partiti politici che allora avevano un peso considerevole sarebbe stata più incisiva di una denuncia per disastro ambientale oggi. Visto che nè le nostre denuncie nè i tuoi lavori sono riusciti a far desistere i nostri rappresentanti politici dal realizzare il porto di Amantea in tutta la sua “bruttura”.                                                                                                                  

Nel sottolineare che nel mio vivere quotidiano esistono i termini rispetto ed apprezzamento ma non insulto e visto che apprezzi il paesaggio mi piacerebbe averti all’Escursione nel Fiume Veri di Belmonte Calabro che il WWF insieme ad altre associazioni del territorio organizza domenica 21 luglio prossimo, potrebbe essere una maniera per conoscerci. L’occasione è gradita per inviare cordiali ed amichevoli saluti.

(Pace fatta) Francesco Saverio Falsetti (Resp.le C.E.A.M. WWF “Scogli di Isca”)

Riceviamo e pubblichiamo la risposta di Filippo Vairo al WWF ed in particolare al responsabile Falsetti.

“Sono anni che mi occupo di questioni territoriali di Amantea e, dunque, anche del Porto, con articoli, saggi e almeno due libri. Senza dimenticare che nel programma del PSI, di cui ero segretario, per le elezioni comunali del 17 aprile 1977, proposi per la prima volta il Porto Canale di Catocastro e, quando constatai che per gli equilibri dell’allora maggioranza consiliare la struttura si voleva fare a Campora, proposi il Porto Canale di Oliva. Tanto per dire che, mentre il WWF si confrontava al suo interno, a me capitava di battagliare all’esterno.

Perciò, ti potevi risparmiare quella velenosa frecciata sulla mia (assai presunta, anzi falsa) indifferenza sulla materia, giacché i fatti dimostrano esattamente il contrario, com’è facile desumere anche dalla lettura di almeno due delibere consiliari.

Così come ti potevi risparmiare quell’incipit di Grazie Filippo, come se io avessi scritto per il WWF o il WWF, con tutto il rispetto, fosse il depositario delle tavole della legge, quando invece e più prosaicamente ho scritto contro l’Amministrazione Comunale ed a favore dell’intera cittadinanza, compreso il WWF.

Non per polemica, ma giusto per precisare. Per il resto pace e amici. Come prima.

L’ultima questione da chiarire è che quando parlo di denuncia mi riferisco ad una denuncia penale per disastro ambientale. Denuncia che, qualora costretto, invierò alla Procura della Repubblica di Paola e, se del caso, al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri ed ai Ministri competenti.

La mia iniziativa, dunque, non è soltanto un fatto politico, né il solito “temino” fatto a casa, ma qualcosa di più serio e consistente.

Quel che mi fa piacere è che si è aperto un dibattito sull’argomento. Sono tantissimi gli accessi sul sito e tanta gente mi ha fermato per strada per avere notizie ulteriori.

Resto in attesa di un invito del WWF, associazione meritoria e degna di ogni considerazione, per esprimere la mia personale opinione sul Porto, ma anche sul Piano Strutturale in forma Associata e sul Piano Strutturale Comunale, ancorché sulle più importanti questioni paesaggistico-ambientali. Perché se c’è qualcuno che lo deve fare più degli altri non è certamente un’individualità responsabile, quale mi considero, ma un’associazione nata apposta come il WWF.

Un amichevole saluto che, se interpretato al contrario, mi vedrebbe costretto a replicare ancor più precisamente, giacché non è rara l’accusa di arroganza che mi viene rivolta, quanto invece si tratta più banalmente di una reazione ad un insulto gratuito.”  

 

Riceviamo e pubblichiamo la nota di Francesco Saverio Falsetti (Responsabile C.E.A.M. WWF “Scogli di Isca”) sull’articolo di Filippo Vairo, sottolineando che il tema del Porto per la sua rilevanza ci sembra debba continuare a ricevere ancora ben altre attenzioni e ben altri contributi acchè tutti ne sappiano e tutti se ne sappia di più, molto di più! Ecco il testo integrale della nota:

“ Grazie Filippo, fa piacere avere la percezione che quello che diciamo da sempre ha un fondo di verità, almeno ogni tanto possiamo sentirci “normali” anche noi, questo è gratificante. Prima che il Porto nascesse noi, allora giovani ambientalisti, ci siamo confrontati tra di noi e con tecnici che all’epoca gravitavano al WWF, il tuo dire di oggi conferma quanto andiamo dicendo da tempo nell’indifferenza totale da sempre (mi viene da dire …. anche la tua). Poniamo da sempre la situazione come una grande “TRUFFA”, il progetto non è mai stato supportato da studi seri e reali, è tutto un “taglia ed incolla” con i mezzi dell’epoca fotocopie ritoccate – neanche tanto – se si considera che si faceva riferimento ad un rigagnolo come se fosse un fiume capace apportare un significativo ripascimento naturale, ma il bello che anche degli sprovveduti come noi ci accorgemmo che quel “fiume” poteva solo essere considerato (almeno per portata) un solco irriguo.

La distanza dichiarata tra la linea di battigia ed il piede della SS18 differiva di circa 200 metri (misurata dal sottoscritto e da un altro socio con una banale fettuccia) da quanto riportato nella progettazione, questo significa che l’intera opera portuale è stata costruita in mare aperto, pertanto ad alto rischio insabbiamento.

Le prove in vasca erano “troppo” simili a quelle fatte per altre strutture portuali ipotizzate. Tanto era necessaria l’opera portuale per Amantea che si ritenne opportuno nominare un Assessore che si doveva interessare esclusivamente del Porto, l’opera del secolo ci avrebbe fatto assomigliare, anche per numero di presenze, a Portofino.

Parli di denunciare, ebbene noi l’abbiamo fatto, le nostre osservazioni furono inviate per raccomandata A.R. a tutti gli Enti, alla Procura e perfino al Ministero – stiamo ancora aspettando che qualcuno ci risponda.

Riteniamo assurdo parlare di ampliamento con gli importi che tu citi e che conosciamo bene, somme non giustificate da nessuna esigenza di presenze sia di marinerie locali che di turisti visti i tempi di incertezza che viviamo. I porti sono insediamenti invasivi che, qualora ritenuti necessari, necessità suffragate da opportuni studi devono trovare allocazione in darsene naturali che li inglobino, senza creare un impatto visivo obbrobrioso, quello di Amantea comunque ha una peculiarità tutta sua, è “quasi perennemente” insabbiato – forse è questo il motivo per cui si ritiene di investire in un ampliamento!? Ci siamo chiesti inoltre, quanti dipendenti effettivi e/o stagionali vi hanno trovato negli anni lavoro? Qualcuno ha mai fatto un rapporto costi/benefici/ricadute sul territorio?

Oggi ad essere contro il Porto, almeno la mattina all’edicola o per strada sono in tanti, ma vi ricordate quanti ne hanno vantato il merito per presunta paternità? L’Associazione che ho il piacere di rappresentare (WWF) lo ha ritenuto inutile da sempre, ricordandone sistematicamente il risultato nefasto che l’ha caratterizzata – allego qualche articolo a firma del sottoscritto che è passato inosservato a tanti, che mi è valso solo qualche pacca sulle spalle per sottolineare che dicevo la verità, ma si sa la verità è sempre scomoda e talvolta porta pregiudizi verso chi la ostenta.

Rimaniamo disponibili a qualsivoglia momento di confronto.

Francesco Saverio Falsetti (Responsabile C.E.A.M. WWF “Scogli di Isca”)

Il Quotidiano, per la penna di Paolo Orofino, ha pubblicato oggi una sintesi della nota di Filippo Vairo, dal titolo emblematico “Il Porto? Ma quando mai!”. Rinviando alla puntuale lettura del quotidiano locale ed a quanto altro del sagace giornalista, pubblichiamo la nota di Vairo, nella sua interezza, pronti, ovviamente,a pubblicare qualsiasi nota integrativa ( per esempio di organizzazioni od associazioni ambientaliste) o di risposta da parte della locale Pubblica Amministrazione.

 

“Amantea è in continua emergenza. Il Comune insegue i problemi e non li risolve mai. Sovente li crea. Per non farsi mancare niente. Amministrare non significa fare opere che spesso non sono prioritarie, talvolta sono inutili e dannose, e altrettanto spesso servono ad alimentare la catena del clientelismo e del malaffare. Amministrare significa partecipazione e responsabilità, competenze, dedizione e presenza, studio e proposte, stare in sintonia con i sentimenti popolari, orientare l’economia, indicare la via del futuro, fare quel che si deve e di più nell’interesse generale della cittadinanza.

   Detto questo, andiamo al dunque. Occorre dire subito che l’ampliamento del Porto è una scusa. Il vero scopo è l’ennesima speculazione edilizia. La rapina del secolo. Non ci sono altre verità. Né si può credere alla buona fede dell’Amministrazione Comunale. E’ possibile credere che non si rendano conto dei gravi danni che un’opera del genere arrecherebbe alla città? Penso proprio di no. Sono in mala fede e fingono il contrario. L’eterna commedia amanteana. Un’Amministrazione Comunale che non è capace di fare le cose semplici e tenta di prospettare quelle complicate! Che non sa fare le asticelle e vorrebbe risolvere le equazioni! Ma vi pare possibile? In verità, buttano fumo negli occhi dei cittadini per restare al Comune. Ci vogliono restare, senza fare niente. Anzi, senza neppure andarci. Volli, fortissimamente volli...

   Premesso che l’intera operazione, così com’è stata orchestrata non sarà mai realizzata, perché mi sembra davvero improbabile che una qualsiasi banca, specialmente di questi tempi, possa concedere un finanziamento di 70milioni di euro ad un consorzio di imprese avente un irrilevante capitale sociale. Ma, qualora l’opera si dovesse realizzare, lascerebbe sul terreno solo degrado. Come Pompei dopo l’eruzione del Vesuvio? Forse. Certamente come le vicine Falerna Marina e Torremezzo di Falconara Albanese, che sopravvivono per due mesi all’anno e muoiono per i restanti dieci. Qualcosa di mostruoso. Un ecomostro? Sì, un ecomostro.

   Non entro nel merito delle questioni tecniche dell’opera, compreso il Piano economico, solo per evitare inutili polemiche e per non sviare le responsabilità che restano a totale carico dell’Amministrazione Comunale. Se taluni fanno cose senza senso nel campo privato, è affare loro. Altro è se a farle sono le pubbliche amministrazioni. Sono fatti nostri. D’altra parte, quando si doveva scegliere dove fare il Porto, i tecnici dissero che erano state fatte le prove in vasca e che quello attuale era l’unico sito possibile. Naturalmente, non era vero, anzi era un’evidente falsità, ma lo dicevano i tecnici e gli amministratori facevano finta di crederci.

   Tradotto in parole semplici cosa vogliono fare oggi gli amministratori comunali? E’ presto detto.

-Non avendo i finanziamenti per aggiustare il Porto, gli amministratori comunali sono entrati in contatto con un consorzio di imprese che lo farebbe con i propri soldi (?). L’operazione si chiama Project financing e prevede un costo di 90milioni di euro (10milioni per la sola progettazione), di cui 70milioni (79% del totale) con una linea di credito a lungo termine (30 anni) e 20milioni con capitali privati, divisi in tre annualità.

-Al consorzio di imprese viene assegnata l’area, riconosciuto il compito di realizzare tutte le opere residenziali e di servizio e venderle, oltre che gestire tutte le opere all’interno del Porto per la durata di 45 anni.

-Vogliono allungare il molo sopraflutto per impedire l’insabbiamento dell’imboccatura, oltre la chiusura della fascia dei frangenti, in corrispondenza della profondità di 7 mt, a circa 120 mt dalla battigia. Che precisione! Sarebbe interessante capire da dove ricavano questi dati. Anche loro hanno fatto le prove in vasca?

-Vogliono innalzare l’attuale SS.18 nei pressi del Porto e portarla ad un’altezza di 12 mt slm (+7 mt), realizzare un canale sottostante e una darsena esterna, oltre che svincoli a livelli sfalsati con quattro rampe d’innesto e una rotatoria sulla medesima strada. Sarei curioso di conoscere se è nato prima l’uovo o la gallina, ovvero se nasce prima la speculazione edilizia e dopo la darsena. Già che ci siamo, consiglierei un rifugio antiaereo, un eliporto, magari spostando quello già previsto in località Tuvolo, e almeno tre vie di fuga in caso di maremoto.

-Vogliono costruire 19 comparti edilizi, ovviamente sfruttando il rapporto tra il piano di campagna e la sopraelevazione della strada, con 250 appartamenti, albergo, ristorante, centro commerciale e servizi vari, quali Capitaneria, Club House, Primo Soccorso, Uffici, Lega Navale, Cantiere nautico, Dry storage, rifornimento di carburante, parco acquatico, impianti sportivi, anfiteatro, cappella, asilo nido, dalla cui gestione e vendita, naturalmente sulla carta, il consorzio ricaverebbe il già citato capitale privato di 20milioni di euro.

-Vogliono creare 1000 posti barca e 1000 posti auto. Ma di che stiamo parlando, del Porto di Milano?

   Una cosa enorme e mostruosa, molto simile a quella prospettata per i Porti di Imperia e di Fiumicino da un noto imprenditore romano (di cui a suo tempo anche ad Amantea si vantavano le lodi per via di parentele politiche che, oggi, naturalmente si negano. Per la cronaca, l’imprenditore è finito al fresco).

   Una cosa enorme e mostruosa, ancorché irrealizzabile, al di là del Piano economico-finanziario, in cui si parla di incassi favolosi, tanto da fare venire in mente una semplicissima domanda: se gli incassi sarebbero così alti, è possibile conoscere i conti del passato e fino ad oggi? E dove sono finiti questi soldi? E’ possibile conoscere, tra l’altro, l’ammontare delle spese di gestione?

   Una cosa enorme e mostruosa, in cui, tuttavia si parla dell’emozione di un nuovo quartiere, così da nutrire il tessuto della città, rafforzando l’identità collettiva e creando una nuova centralità. Che belle parole! Già mi trema il mento e mi viene da piangere. Peccato che non significano niente e non sono per nulla adatte alla fattispecie.

   Un ecomostro dove si parla senza pudore di un nuovo modo di intendere la connessione tra il mare e la terra, di pianificazione e gestione integrata della fascia costiera, di equilibrio e funzionalità del sistema insediativo, di protezione del territorio e qualità urbana, di sostenibilità ambientale, di compatibilità paesaggistica, con riferimento ai contenuti e alle indicazioni dei piani territoriali di riferimento e della Legge Urbanistica Regionale 19/2002. L’esatto contrario di quel che si vuole realizzare, con milioni e milioni di quintali di cemento in un fazzoletto di terreno.

   Un ecomostro, in cui si descrivono perfino le betonelle da dove spuntano i teneri fili d’erba e la necessità di salvaguardare il canneto, come se fosse una pianta in estinzione; mentre si trascurano le problematiche relative al consumo di suolo, al traffico, all’acqua e alla fognatura. Né si fa riferimento al sistema portuale regionale, a cui presto si aggiungeranno i porti di Diamante, Paola e Lamezia Terme.

   Un ecomostro che non affronta l’unica questione davvero rilevante sotto il profilo della legalità. E’ possibile continuare a cementificare il territorio? O forse non è vero che gli standard urbanistici sono stati quasi triplicati, al di là di ogni principio di perequazione e al di fuori di quel che prevede la Legge Regionale sulla casa? Amantea è una Repubblica delle banane, dove si può costruire dappertutto e tutti i metri cubi che si vogliono o è un piccolo paese che deve rispettare le leggi dello Stato italiano? Sono anni che mi occupo di questi temi, sostenendo che ad Amantea il numero delle abitazioni supera il numero dei suoi abitanti. Lo testimoniano i miei saggi sulla materia. Al proposito, ho mandato una corposa memoria (20 pagine) al sito del Comune di Amantea ed all’Architetto Carci che si appresta a concludere i lavori del Piano Strutturale in forma Associata e del Piano Strutturale Comunale (dopo oltre tre anni, quando erano stati previsti sei mesi. La questione non mi sembra legale), senza mai ricevere nessuna risposta. Come mai? E perché non sono stati costituiti gli urban centers? Perché tutto si svolge di nascosto? Se il Piano Regolatore Generale venne redatto da un commissario ad acta e approvato per decorrenza termini (che scandalo!), la stessa cosa non potrà avvenire per il PSC.

   Ora, il punto non residua nell’insipienza degli attuali amministratori comunali. Sono certo che, nonostante la loro indolenza, conoscono i dati e fanno finta di niente. Questa volta, però, questi mangia pane a tradimento non la faranno franca. Così come avevo promesso a quel galantuomo del commissario Sperti, non esiterò neppure un attimo a denunciarli all’autorità giudiziaria, a cui la presente sicuramente arriverà per altre mani; mentre non ho alcun dubbio sul fatto che la medesima autorità avvierà autonomamente un’indagine, dato l’ammontare dell’affare. Com’è noto, l’autorità giudiziaria agisce come il famoso marito cinese. E se altri vorranno associarsi alla mia denuncia, bene, diversamente farò da solo. Giacché, per fortuna, il coraggio non manca e la penna vola. Tanto per essere precisi, non mancherò, altresì, di denunciare l’Amministrazione Provinciale di Cosenza che ha il compito di dichiarare il PSA ed il PSC conforme al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Una provincia, quella di Cosenza, che si colloca al secondo posto in Italia nella graduatoria delle case non abitate, mentre Amantea occupa il quinto posto nella stessa graduatoria provinciale. Ci sarà un giudice a Berlino!

   Oltretutto, dalle carte non si capisce chi pagherà i terreni dell’esproprio e se saranno pagati prima o dopo la loro trasformazione in suoli edificabili. Né si capisce come si sia potuto procedere nello svolgimento delle gare, dal momento che il vigente PRG prevede in quell’area una destinazione diversa da quella prospettata. Permangono, altresì, forti perplessità di natura procedurale che potrebbero dar luogo a contenziosi legali, collegati alle successive modificazioni dell’opera, oggetto di gara. Si sussurra, infine, di una possibile denuncia di plagio riferita al progetto, sulla quale non mi intrattengo per evitare di alimentare la farsa.

   Per concludere, mi sembra che l’intera pratica faccia acqua da tutte le parti. Né sarei meravigliato di un suo repentino ritiro, magari scaricando le responsabilità sull’ex Assessore al ramo.

   Un amico mi ha fatto notare che la presente denuncia è piuttosto forte e questa volta prenderanno il coraggio a due mani e mi denunceranno. Gli ho risposto che sarebbe interessante: il denunciante che viene denunciato. Non vedo l’ora, benché chi non ha coraggio non può darselo. Gli consiglierei, però, di attendere ancora qualche mese, giacché potranno formare un corposo dossier sul mio conto e chi di competenza sul loro.        

   All’uccellino che mi ha fatto notare il gravissimo pericolo che starei correndo, vorrei sommessamente dire che, come al solito, non mi denuncerà nessuno, sostenendo che non ne valga la pena, quando in realtà sanno perfettamente che sarebbe peggio per loro, giacché gli consegnerei una vagonata di precisazioni che tengo sempre di riserva. Non si sa mai.

   Quattro osservazioni finali. La prima. Non ho ancora capito come mai i concittadini di Campora, di solito suscettibili perfino sulle virgole, non abbiano ancora detto una parola sulle intenzioni dell’Amministrazione Comunale. Forse perché nel caso specifico aggiungono, anziché togliere? Mi rifiuto di credere che non abbiano capito che un Porto così concepito sarebbe un disastro per tutti, soprattutto per loro. Il neo eletto Consiglio di frazione farebbe bene ad occuparsene. La seconda. Sono in molti a dirmi che perdo tempo a scrivere del Porto, dal momento che non si realizzerà mai. Concordo, ma preciso che non perdo tempo e non faccio nessuna fatica a scrivere, mentre penso che gli altri non lo facciano semplicemente per vigliaccheria. La terza. Non ho mai denunciato nessuno in vita mai, ma questa volta farei un’eccezione, visto che con le buone maniere si ottiene poco o punto. La quarta. I soliti benpensanti di quattro soldi dicono che non si può dire sempre no e che bisogna avere la capacità di proposta. La risposta è duplice. Sono anni che propongo una nuova visione di Amantea e che, nella fattispecie, non significa grandi opere (come Berlusconi, o sbaglio!), ma edilizia normale, manutenzione del territorio e recupero dell’esistente. D’altra parte, non posso ogni volta scrivere un’enciclopedia e ricevere ogni volta l’accusa di chi la fa lunga. Regolatevi voi!

   Saluti e frasche agli uomini che dire di più sarebbe già troppo. Affettuosità a tutti gli altri, che non hanno l’anello al naso. La vita è un brivido che vola via. di Filippo Vairo

 

Pubblicato in Primo Piano
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