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covid amanteaSul sito on-line di Repubblica che vi segnaliamo con il link in basso la videodenuncia del ragazzo pakistano malato di Hiv:
"Chiuso nel Cara per errore: aiutatemi"
Mian Nadeem Abbas, pakistano, da anni abitante di Amantea, con un regolare permesso di soggiorno, è stato trasferito per errore nelle strutture di quarantena accanto al Cara di Isola Capo Rizzuto, nei pressi di Crotone.
Motivo?
Era di fronte alla struttura di Amantea che per qualche giorno ha ospitato un gruppo di sopravvissuti ad uno sbarco, in seguito spostati a causa delle proteste che hanno bloccato il paese, e anche lui è stato costretto a salire sul pullman che trasferiva i migranti a Isola Capo Rizzuto. Nonostante abbia mostrato a tutti i suoi documenti, da giorni si trova nella struttura che ha filmato nel video inviato repubblica.it, senza sapere perché.
Sieropositivo e affetto da epatite B e C, quando ha capito che i suoi compagni di viaggio erano stati in contatto con positivi al Covid 19 ha iniziato ad avere paura.
Perché per lui, con un sistema immunitario compromesso, il coronavirus può essere mortale.
Negli audio inviati a Repubblica, di cui ascoltiamo un estratto, chiede: "Aiutatemi, sembra che mi abbiano arrestato"

https://video.repubblica.it/cronaca/la-videodenuncia-del-ragazzo-pakistano-malato-di-hiv-chiuso-nel-cara-per-errore-aiutatemi/364298/364854?videorepmobile=1

Pubblicato in Cronaca

Troika e UE hanno ucciso la Grecia: +40% di suicidi, Hiv, tubercolosi, malattie mentali. Sanità distrutta

La crisi greca esplode nel 2009: all’epoca come primo ministro si è appena insediato George Papandreou del Pasok, figlio di Andreas che risulta capo dell’esecutivo tra gli anni Ottanta e Novanta e protagonista della vita politica successiva alla caduta dei colonnelli. In quei drammatici mesi dell’autunno del 2009, scoppia la “bolla”.

Il governo dichiara di aver trovato bilanci falsificati, di conseguenza il debito appare molto più grave di quanto fino a quel momento si pensa.

E già, come dimostrano le due elezioni anticipate in tre anni vissute dal paese e le tensioni sociali scoppiate ad Atene nel dicembre 2008, la situazione in Grecia non sembra rosea di suo prima degli annunci sul deficit da parte di Papandreou.

A quel punto scattano i piani della cosiddetta “troika”: Ue, Fmi e Bce impongono riforme radicali alla Grecia, in cambio di prestiti per un valore di miliardi di Euro.

È l’inizio del caos.

Il rapporto del Consiglio d’Europa

Quello che avviene da allora è sotto gli occhi di tutti.

Vengono imposti piani di austerità che prevedono tagli enormi nella spesa pubblica.

Per un paese già in recessione è una mazzata micidiale.

Crolla il potere d’acquisto, crolla il commercio, ad Atene molti negozi sono costretti alla chiusura, la Grecia va subito in ginocchio.

Vengono licenziati diversi impiegati pubblici, viene tagliato lo stipendio a chi rimane, anche nel privato i salari crollano.

Per non parlare poi delle privatizzazioni dei servizi e dei settori più importanti dell’economia ancora in mano allo Stato.

A livello politico questo comporta il crollo dei due principali partiti, ossia Pasok di centro sinistra e Nuova Democrazia di centro destra, e la vittoria nel 2015 della sinistra radicale con Tsipras.

Nel luglio di quell’anno un referendum boccia l’ennesimo piano di austerità, migliaia di greci festeggiano in piazza il risultato e sembra preludio dell’uscita di Atene dall’Euro.

Ma in realtà un nuovo piano, molto simile a quello bocciato, viene poi approvato ed il paese continua con le sue sofferenze.

La domanda di tanti in Europa in questi anni è: qual è la situazione reale in Grecia?

Il paese è per davvero così disastrato oppure ci sono alcuni segnali positivi?

Per rispondere, nei primi mesi del 2018 viene attivata la commissione diritti umani del Consiglio d’Europa.

L’Ente, nonostante il nome, nulla ha a che vedere con Bruxelles e le istituzioni comunitarie: si tratta di un organismo che valuta il rispetto dei valori e dei diritti umani nel vecchio continente.

A capo di questa commissione vi è Dunja Mijatović, la quale fino allo scorso 4 giugno assieme ai suoi colleghi gira la Grecia in lungo ed in largo per vedere in che situazione vive la popolazione. 

Pochi giorni fa vi è la pubblicazione del rapporto. 

I dati che emergono sono allarmanti: sanità al collasso, istruzione non più garantita, tasso di suicidi aumentato del 40%, numero dei senzatetto quadruplicato dal 2008 al 2016. 

È lo specchio di un paese devastato, colpito, con una società che vive un momento paragonabile a quello del periodo bellico. In poche parole, la risposta alle domande sopra poste è drammaticamente semplice: la Grecia è in ginocchio.

Sanità ed istruzione elementi non garantiti

Il popolo greco viene descritto come estremamente depresso, insicuro e sotto stress.

Gente che prima del 2008 non ha mai manifestato segni di squilibrio mentale, si ritrova a convivere con patologie tali da costringere spesso le autorità al trattamento obbligatorio.

Ci sono giovani che non hanno nemmeno i soldi per emigrare, padri di famiglia passati in pochi anni dalla classe media a non avere più nulla, nemmeno cibo per i propri figli.

Ci sono anche donne costrette a prostituirsi per poter sopravvivere, quartieri nelle grandi città diventati estremamente degradati.

Ma ci sono poi altri dati che rendono la situazione ancora più agghiacciante.

Il consiglio d’Europa riscontra infatti casi di Hiv e tubercolosi in grande aumento. Sembra quasi essenziale a questo punto specificare che tale reportage della commissione non proviene da un paese del terzo mondo, bensì da uno appartenente all’Eurozona.

La Grecia fino al 2004 ospita le Olimpiadi, costruisce centri commerciali, si illude di essere a pieno titolo tra i paesi più avanzati. Ma adesso si riscopre terribilmente surclassata dalle imposizioni della troika.

Ed impossibilitata a guardare al futuro con ottimismo.

Questo perché la stessa istruzione appare non garantita. I fondi destinati a questo settore sono quelli che risultano tra i più colpiti dall’ascia e dalla scure dei piani di austerità.

Molti insegnanti sono stati licenziati o messi in pre pensionamento, chi è riuscito a rimanere all’interno del mondo della scuola deve fare turni più lunghi con paghe molto più misere.

La qualità dell’istruzione, si legge nel rapporto, appare incredibilmente compromessa. E la stessa cosa si può dire della sanità. I fondi destinati al servizio sanitario nazionale sono diminuiti almeno del 50% dal 2009. 

Molti ospedali sono chiusi, in tanti mancano le medicine.

Diversi pazienti affetti da tipologie gravi rischiano di non potersi curare perchè non più coperti dal sistema sanitario oppure perché impossibilitati a raggiungere gli unici centri di eccellenza rimasti nelle grandi città.

In Grecia il senso di umanità e solidarietà tanto propagandato dall’Europa, quella di Bruxelles e Francoforte, si è perso da tempo.

I piani di austerità sono finiti, ma non c’è un elemento da cui poter ricominciare.

Tabula rasa, deserto economico: ecco la Grecia post troika.

E non è un caso che ad attivarsi sia proprio la commissione sui diritti umani del Consiglio d’Europa.

Quel che è stato compiuto in questi anni non è solo una questione economica ma, per l’appunto, coinvolge i basilari principi dei diritti dell’uomo.

di Mauro Indelicato

Ndr Riflettete gente, riflettete! Questa è l’Europa. Questo è Juncker e Moscovici!

E Non è tutto!

Segue nei prossimi giorni.

Pubblicato in Mondo

asl amantea 2015Riceviamo e pubblichiamo.

Ho appena letto sul portale Tirreno News, un articolo, peraltro non firmato, che conteneva uno strano mix giuridico-medico, per la verità un po’ sconclusionato.

 

Mi perdoni l’anonimo estensore, ma non mi è sembrato un grande esperto di diritto costituzionale, neanche di diritto internazionale per la verità, ma soprattutto non eccelle nella materia della infettivologia e, men che mai, nella specialistica epidemiologica.

In realtà ciò che traspare, dalle parole del nostro signor X, è paura, la sua personale naturalmente, ma al contempo, la necessità di diffonderla questa paura, in modo da giustificare la propria magari. Veniamo ai fatti denunciati e che una ipotetica congiura del silenzio, ordita da chissà chi e fortunatamente sventata da un giornalista coraggioso, assai più dei colleghi nelle giungle asiatiche o nei deserti arabici, manterrebbe nascosti.

Parlo da medico e pertanto con una certa cognizione di causa, anche perché da una dozzina di anni quelle zone del mondo, da cui proviene buona parte di quei disperati, di cui parla l’articolista, le conosco bene dato che vi opero, grazie anche alla generosità di tanti cittadini di Amantea.

Il nostro signor X parla di un caso di AIDS tra i profughi presenti in un Centro di accoglienza. Ebbene, tralasciando la confusione tra AIDS e sieropositività all’HIV, che è parte dell’ignoranza di chi scrive (absit iniuria verbis, ignoranza è di colui che ignora, che non sa, come me ignorante nell’arte delle costruzioni ad esempio), se così fosse saremmo di fronte ad un caso davvero fortunato. Solo uno chiederei, considerando, dati statistici alla mano, che purtroppo ad Amantea, tra i residenti ce ne dovrebbero essere diversi, ma sono bianchi però.

 

E la scabbia allora? Direi che è una fortuna che nel Centro di accoglienza ci sia una presenza costante di Medici, che l’Azienda Sanitaria ha voluto, perché la tutela della salute pubblica, migranti compresi, anche se non bianchi, è considerato bene primario.

Una volta tanto bisognerebbe dire “Brava ASP!”. Quindi se arrivassero migranti con la scabbia, sarebbero individuati e trattati (non abbattuti) assai rapidamente. Ma c’è di più, c’è la TBC, per la verità solo ventilata dal nostro amico, ma io, al posto suo evocherei pure la malaria (qualcuno in passato lo ha già fatto, salvo poi far rientrare l’allarme quando qualcun altro gli ha spiegato che non è malattia contagiosa), la dissenteria, la febbre gialla, la peste nera, qualche altra cosa di diverso colore e infine “il ginocchio della lavandaia”.

Cito Jerome Klapka Jerome e “Tre uomini in barca (per tacer del cane)” e non la Costituzione Americana, forse è meglio. Ma meglio sarebbe tacere su ciò che non si conosce, meglio sarebbe tacere e non denunciare colpe del sistema, quando spesso il colpevole lo potremmo individuare guardando uno specchio, meglio sarebbe guardare dentro di noi per scoprire se davvero pensiamo di appartenere ad un’altra razza.

Perché io non appartengo alla razza bianca, nemmeno a quella nera, alla rossa o alla gialla, io e te caro amico che hai paura, apparteniamo alla razza umana.

Ed assai più pericolosa di un acaro o di un virus, c’è una malattia, lei assai contagiosa e difficile da eradicare. Si chiama razzismo.

 

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