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I ladri di presente e di futuro, approfittando della inerzia se non della ignavia degli organi di vigilanza anziché smaltire come per legge trovano comodo sversare a mare i liquami ed i rifiuti di produzione.

Ne parla, per fortuna, almeno, Legambiente.

Secondo gli ambientalisti qualcuno avrebbe approfittato del maltempo dei giorni scorsi per smaltire illecitamente i fanghi dei depuratori.

Legambiente Calabria segnala la «situazione deprecabile che riguarda il mare di Paola che nei giorni scorsi, a seguito delle giornate di pioggia, si è presentato sporco con evidenti e presumibili sversamenti di fanghi di depurazione».

Lo si legge in un comunicato.

«Probabilmente – scrive Legambiente – si è davanti ad un illecito e se è tale ne va accertata la responsabilità per la sua gravità e vanno puniti quanti si sono resi rei di tale atto criminale, in quanto non è ammissibile continuare a guardare ed essere inerti ed inermi innanzi a tali scempi e devastazioni.

Sembrerebbe infatti che approfittando del maltempo i fanghi dei depuratori non vengano smaltiti correttamente, ma semplicemente buttati a mare».

Per tale motivo Legambiente Calabria chiede alle Capitanerie di Porto, alle Procure ed alle forze dell’ordine «di vigilare, controllare e reprimere questi illeciti, si chiede di lavorare anche sulla prevenzione facendo sentire una forte presenza sul territorio in modo che i “ladri di futuro” ci pensino bene prima di agire».

Il presidente regionale di Legambiente Calabria, Francesco Falcone, evidenzia come «sia inammissibile che taluni imprenditori-gestori degli impianti di depurazione, ladri di futuro, approfittando delle condizioni meteo, quali piogge e mareggiate, sversino i fanghi nel mare non smaltendoli correttamente ottenendo così sempre più profitti ed eliminando i costi di smaltimento dei fanghi di depurazione a danno della salute del mare e dei cittadini, con conseguenze anche sulla già fragile economia turistica e sull’immagine stessa della nostra terra».

Legambiente Calabria invita la Regione e i Comuni «affinché si attuino pochi e semplici accorgimenti nella gestione degli impianti depurativi: si eliminino dalle voci del capitolato d’appalto quelle inerenti allo smaltimento dei fanghi di depurazione in modo da evitare queste irregolarità vadano a discapito del bene comune e quelle inerenti alle spese energetiche.

Misure ed azioni a “costo zero” – scrive l’associazione – ma di oculatezza e di salvaguardia dell’interesse generale di una sana e buona amministrazione della cosa pubblica.

Noi crediamo lo si possa fare, ma agli inquinatori va dato un messaggio forte: non saranno impuniti e lo Stato controlla e reprime».

Ndr. Eppure sarebbe facilissimo reprimere questi reati!

Lo avevamo proposto diversi anni fa redigendo( insieme ad altri amanti del mare tirrenico calabrese ) di apporre panne galleggianti davanti ai fiumi ed immissione onde accertare quanto veniva scaricato nei fiumi.

Ma chiunque ha visto il progetto anziché sposarlo ne ha avuto paura!

Ed i ladri di futuro continueranno a rubarlo alla nostra terra, ai nostri figli e nipoti.

Pubblicato in Alto Tirreno

cerisanoOrmai è cosa quotidiana e sotto gli occhi di tutti quello che succede nei nostri boschi e sui cigli delle nostre strade, anche se i punti preferiti rimangono ovviamente le zone di periferiche. Stiamo parlando dei rifiuti che ogni giorno vengono abbandonati e parcheggiati spesse volte anche sulle strade principali, in particolare la s.p 45 che collega Mendicino-Cerisano-Fiumefreddo B. Il circolo Legambiente Cerisano, lancia un appello, e chiede ai cittadini di buon senso civico, di segnalare tutte le discariche, e, se si ha la possibilità e l'occasione, di scattare le foto dei malviventi in azione. Chiediamo inoltre, che vengano effettuati più ispezioni da parte delle autorità che tutelano il nostro territorio che, pure nelle ristrettezze di organico, combattono ogni giorno la battaglia per la tutela del territorio. Le Discariche sono tantissime, presenti rifiuti di ogni genere, dalle classiche buste di plastica che quasi tutti i paesi civili hanno ormai abolito, ai fogli di amianto spaccati, batterie esauste, oli, vernici, pneumatici, carcasse di auto, di motocicli, plastica di ogni genere, il tutto a volte in zone dove ogni anno, migliaia di persone si recano per la consueta raccolta dei funghi. Con L'abbandono dei rifiuti si immettono nell’ambiente (aria, suolo, acqua, ciclo degli alimenti) una quantità enorme di inquinanti, di cui solo una parte sono attualmente noti e tra questi dibenzofurani , polveri sottili, metalli pesanti e diossine ,sono particolarmente dannosi per la salute dell'uomo. Vogliamo ricordare a questi gentili signori che, da domani , ci saranno delle sentinelle a sorvegliare le strade e le zone più impervie ed impensabili, in attesa di coglierli con le mani nel sacco. Chi inquina deve pagare.

Pubblicato in Cosenza

Amantea continua a fare raccolta differenziata .Ha cominciato con la giunta Tonnara , in via sperimentale, nella sola frazione di Campora San Giovanni raggiungendo percentuali fino al 50%, segno della attenzione che i camporesi hanno per l’ambiente.

Poi il servizio si è esteso anche al capoluogo con l’esecutivo guidato dal sindaco Monica Sabatino che ha continuato a puntare molto su questo servizio, nella consapevolezza che raggiungere alte percentuali di raccolta differenziata sarebbe stata la conferma della volontà di tutti i cittadini al rispetto della igiene e dell’ambiente

E così è stato. Anche con il capoluogo si sono raggiunte percentuali di raccolta superiori al 50%

Infine dal mese di luglio, proprio nel periodo peggiore sotto il profilo della educazione della comunità si è ampliato il servizio a tutto il territorio

In questo modo si sono potuti togliere dal territorio i cassoni che erano un palese invito a non differenziare

Ed infatti l’amministrazione oggi comunica che si è giunti a “riciclare circa il 60 percento del pattume prodotto”.

E questo senza in sostanza alcuna opera di sensibilizzazione diretta della comunità da parte dell’amministrazione comunale.

In provincia di Cosenza si è vista solo la iniziativa di “Ricicla Estate 2015” promossa da Legambiente Calabria in collaborazione con il Conai, Consorzio Nazionale Imballaggi e con il contributo del Cial, consorzio imballaggi alluminio che si è svolta su varie spiagge tra cui Belvedere Marittimo, Bonifati ed Amantea, Roseto Capo Spulico e Villapiana, con uno staff di animazione composto da Nicoletta Palladino, da Caterina Cristofaro, Gianbattista De Filippo e Salvatore Panduri, e quando presente, come   a Belvedere marittimo, anche dal circolo locale di Legambiente

Ad Amantea hanno partecipato sulla spiaggia i bambini di un noto lido balneare ed erano presenti, all’avvio delle attività, anche il vice sindaco Giovanni Morelli e gli assessori Antonio Rubino all’ambiente ed Emma Pati all’igiene e sanità. 

Un 60% raggiunto senza nemmeno la forza induttiva delle sanzioni, sbandierate, blaterate, ma non viste.

Ne è certo l’assessore Rubino il quale ha dichiarato che “ Siamo profondamente soddisfatti che Legambiente abbia scelto la nostra città per un’attività di informazione che ha pari efficacia di quella di controllo e di repressione dei comportamenti illeciti”.

Ha ostacolato anche il raggiungimento di ben più alte percentuali la fortissima evasione fiscale che riducendo gli incassi della tarsu rende difficile un servizio ancora più qualificato

Ed infine l’invito dell’Amministrazione comunale , e di Rubino in particolare, quando ha dichiarato :” Impegniamoci tutti per rendere la città più pulita e più vivibile”, offre la speranza che Amantea muoverà verso percentuali altissime di Raccolta differenziata perché condurrà direttamente una opera di sensibilizzazione al rispetto dell’ambiente ( invitiamo a farla nelle scuole da ottobre) , perché provvederà alla pubblicazione delle contravvenzioni elevate , ed in fine, perché pubblicherà gli elenchi dei contribuenti Tarsu con relative superfici onde i cittadini sensibili ed educati possano segnalare gli evasori che abitano nel loro stesso palazzoe quindi pagare di meno ed avere un sevizio migliore!.

Lo scorso 2014 Legambiente aveva assegnato ad Amantea 2 vele blu.

Legambiente, infatti, aveva assegnato un petalo per la conservazione del territorio e del paesaggio, ed una stella per la qualità dell'accoglienza e la sostenibilità turistica.

Tra i simboli assegnati solo la maschera da sub per indicare i fondali parti-colarmente interessanti per chi pratica l'attività subacquea e di servizi a terra.

Mancava il segno dell’onda che indica la pulizia del mare e delle spiagge, la presenza di spiagge libere, etc.

Mancava il simbolo del castello che contraddistingue le località che offrono luoghi di interesse storico-culturale, musei, siti archeologici etc.

Mancava il simbolo che indica la presenza di servizi per disabili motori.

Mancava il simbolo dei comuni che hanno promosso iniziative nel campo della gestione sostenibile.

Quest’anno è andata peggio ed Amantea è ritornata ad una sola vela come il 2013, il 2012, il 2011.

Amantea ha ottenuto una sola vela blu e si è classificata al posto 258 su 285 spiagge esaminate, precedendo in Calabria soltanto Parghelia,Ricadi e Gizzeria e preceduta da Roccella Ionica, 5 vele, da Scilla, 4 vele, da Riace, da Sant'Andrea Apostolo dello Ionio, Isola Capo Rizzuto, Palizzi , Brancaleone, Badolato, Monasterace, Amendolara, Crucoli, Rocca Imperiale, Zambrone, Diamante, Palmi, Stalettì , Tropea, Belvedere Marittimo, Melito Porto Salvo, Bova Marina, tutte con 3 vele, e da Rossano, Pizzo, Bagnara, Marina di Gioiosa Ionica, Cirò,Marina di Schiavonea, Cutro, Cirò Marina, Locri , Siderno , tutte con 2 vele.

Amantea è preceduta anche da Montebello Ionico, Soverato, Cittadella del Capo, Trebisacce,Roseto Capo Spulico, Pietrapaola, Cannitello-Villa San Giovanni e Longobardi anche esse con 1 vela.

Due suggerimenti.

Il primo alla città ed all’amministrazione comunale, che si scontra con i giudizi che provengono dall’esterno e che sono diversi dai soliti e gratificanti autogiudizi positivi che pongono la città al centro del mondo,ed è un invito ad amare questo luogo e la sua storia “sul serio e più di se tessi” e ad avere verso di esse il dovuto rispetto.

Il secondo a chi si improvvisa politologo e giudice, a chi confonde le “vele blu” con la “guida blu”, a chi si ama al punto da essere più indispensabile del “palco” che lo “innalza”( pur sapendo che diversamente- senza palco, cioè- nessuno lo vedrebbe) e più importante dello spettacolo che presenta, segnalandogli che abbiamo un mare favoloso, ma solo secondo i parametri della legge sul colera, che abbiamo un centro storico che, in realtà, cade a pezzi , e che comunque le vele blu non vengono assegnate per il numero degli alberghi e tantomeno per gli spettacoli estivi. Sarebbe bene che si legga le modalità esposte sul sito di Legambiente prima di parlare, pensando, cioè, alla città e non a se stesso.

Pubblicato in Politica

Caricat! Puntat! Fuoco!

Il gruppo di fuoco di Legambiente, ogni anno, puntuale come la mano fredda della morte che si allunga scarna ed ossuta per ghermirti, si prepara e fa fuoco sul mare calabrese.

E la Calabria, posto che sia stata o sia ancora viva, muore sotto la gragnola di colpi.

E come se non bastasse Legambiente, ci sono i “legambientisti” che riportano integralmente queste informazioni , percentuali comprese.

Nessuna analisi critica, nessuna riflessione, come è abitudine in Calabria per una stampa che si definisce “libera”.

Né parla chi rappresenta la regione , e soprattutto i comuni .

La storia è sempre la stessa.

Legambiente dice la “sua” verità, Arpacal dice la “sua” verità. La regione Calabria tace, i comuni non sanno nemmeno la notizia, i Calabresi storditi non sanno a chi credere e se sono vicini vanno a vedere il mare , se sono lontano parlano di un mare gravemente inquinato.

Di cosa parliamo?

Del fatto che ogni anno la Goletta di Legambiente scende in Calabria e preleva campioni di acqua di mare e li trova sempre terribilmente inquinati al punto che i titoli di alcuni siti web ( parliamo di http://www.calabriapage.it) esemplificano con il seguente titolo: “I calabresi possono “scordarsi” del mare: la depurazione in forte crisi. Monitoraggio Lega Ambiente, 80% fuorilegge”.

Insomma Legambiente effettua 24 prelievi di cui ben 19 alla foce di fiumi, fiumare e canali così ripartiti

7 in provincia di Reggio Calabria, due dei quali positivi Melito di Porto Salvo e Motta San Giovanni e 5 negativi di cui 2 nel comune di Reggio, 1 a Villa San Giovanni , 1 a Gioia Tauro , 1 a San Ferdinando .

5 tutti inquinati in provincia di Cosenza, Diamante , Bonifati , Guardia Piemontese , Paola Villapiana

5 in provincia di Vibo Valentia tutti inquinati Pizzo Calabro ,Vibo Valentia , Nicotera , Joppolo , Ricadi,

3 in provincia di Crotone inquinati a Crotone, Isola Capo Rizzuto e 1 positivo a Cutro

4 in provincia di Catanzaro inquinati a Sellia marina Catanzaro e 2 positivi a Gizzeria e Cropani

Non solo ma Legambiente forte di tale risultato divide 19 per 24 ed ottiene non 79,16% ma 80 % di mare inquinato

Insomma un mare da buttare secondo Legambiente ed i legambientisti.

Eppure in Calabria ci sono centinaia di comuni costieri

Ed in ogni comune ci sono km e km di spiagge nelle quali magari il mare è pulito.

Ma questo poco importa la Calabria abbia solo il 49,9% di popolazione servita da un servizio di depurazione efficiente mentre tutti i comuni chiedono ai cittadini la tassa per la depurazione!.

Ma che fanno le associazioni dei consumatori? Dormono?

Ahimè ormai da noi la notizia fa notizia solo se è uno scandalo!

E per noi lo scandalo è:

  1. Una stampa che copia ed incolla senza analizzare la notizia
  2. Un Arpacal che non parla ( od una stampa che non riporta la notizia)
  3. Un assessorato regionale all’ambiente che non contesta Legambiente
  4. Cento e passa comuni che sversano fogna negli alvei fluviali e torrentizi e che fanno gli “gnorri” preoccupati che prima o dopo saranno scoperti dalle competenti Procure
  5. Una legislazione che proibisce di controllare le acque fluviali lungo il corso dei fiumi e dei torrenti per evitare di accertare la gravità degli sversamenti
  6. La scelta oculata dei punti di prelievo da parte di Legambiente ( per legge-guarda caso- tutti i fiumi e torrenti sono inquinati) .
Pubblicato in Calabria

La Calabria ha circa 730 km di costa.

Su questa costa Legambiente monitora 24 punti e ne trova 17 “inquinati” con una carica batterica più alta di quella consentita dalla legge. Anzi 14 su 24 sono “fortemente inquinati”perché hanno evidentemente cariche batteriche “fortemente “ più alte di quelle consentite dalla legge.

Ecco i punti inquinati:

Crotone: fortemente inquinato il prelievo nei pressi della foce del fiume Esaro.

Crotone "inquinate" anche le acque prelevate nei pressi della spiaggia sul Lungomare di Via Magna Grecia (1 km a nord dell’Irto), luogo con una notevole presenza di bagnanti.

Crotone: inquinato il prelievo nei pressi della foce del fiume Tacina, in località Steccato di Cutro del comune di Cutro

Crotone : inquinato il prelievo effettuato in prossimità del canale sulla spiaggia a destra del Castello.

In sostanza 4 su quattro di cui due fiumi( gli altri non li sappiamo)

Vibo Valentia. Fortemente inquinato il campionamento effettuato in località Bivona, nei pressi della foce Sant'Anna;

Vibo Valentia. Fortemente inquinato il campionamento effettuato a Pizzo Calabro in località Calamaio, in prossimità della foce del fiume Angitola

Vibo Valentia. Fortemente inquinato il campionamento effettuato a Ricadi in località La Torre, nei pressi della foce Fiumara Ruffa.

Vibo Valentia. Inquinato il campionamento effettuato Marina di Nicotera, dov'è risultato inquinato il punto nei pressi degli scogli presso la foce del torrente Britto

Vibo Valentia . Fortemente inquinato il campionamento effettuato delle "Cascatelle del fiume Arbone" in località Formicoli del comune di Ricadi . Il torrente non arriva al mare per cui il prelievo è stato effettuato la dove possibile a qualche metro dalla battigia

In sostanza 5 su cinque 5 e tutti e 5 sono fiumi.

Otto i campionamenti effettuati in provincia di Reggio Calabria, sei dei quali risultati con cariche batteriche oltre la soglia di legge e per cinque dei quali il giudizio è di "fortemente inquinato". 

In sostanza 5 su quattro di cui due fiumi( gli altri non li sappiamo)

Reggio Calabria : Fortemente inquinato il campionamento effettuato in corrispondenza dello scarico al Lido Comunale, Lungomare Falcomatà

Reggio Calabria : Fortemente inquinato il campionamento effettuato nei pressi della foce del torrente Menga, in località Sabbie bianche.

Reggio Calabria : Fortemente inquinato il campionamento effettuato a Villa San Giovanni nei pressi della scogliera presso scarico su Lungomare Cenide).

Reggio Calabria : Fortemente inquinato il campionamento effettuato a Gioia Tauro alla foce del Fiume Petrace in località Marina.

Reggio Calabria : Fortemente inquinato il campionamento effettuato a San Ferdinando nei pressi della foce del fiume Mesima

Reggio Calabria : Inquinato il campionamento effettuato a Motta San Giovanni, in località Lazzàro, in prossimità della foce fiumara San Vincenzo.

Reggio Calabria : Nei limiti il campionamento effettuato a Reggio Calabria in località Bocale, nei pressi della spiaggia di fronte alla chiesa di Bocale.

Reggio Calabria : Nei limiti il campionamento effettuato alla spiaggia di Bagnara Calabra ,presso la spiaggia in località Marinella, Cacilì.

Degli otto campionamenti 2 sono risultati regolari , uno inquinato, 5 fortemente inquinati e tutti questi 5 sono stati fatti alle foci di fiumi o torrenti

Cosenza Fortemente inquinato il campionamento effettuato a Paola presso la foce del fiume San Francesco, al lungomare San Francesco da Paola.

Cosenza Fortemente inquinato il campionamento effettuato a Bonifati alla foce del fiume Parise.

Cosenza Fortemente inquinato il campionamento effettuato a Villapiana in località Lido, nei pressi del canale.

Cosenza Regolari le analisi a Diamante in prossimità della spiaggia in località Torricella.

Dei 4 campionamenti 3 sono risultati fortemente inquinati ed uno regolare Inutile ricordare che i 3 fortemente inquinati erano 3 foci di fiumi o canali di scolo

Catanzaro: nei limiti il campionamento effettuato a Guardavalle nei pressi della spiaggia di Marina.

Catanzaro: nei limiti il campionamento effettuato a Gizzeria spiaggia fronte località Laghi La Vota.

Catanzaro: nei limiti il campionamento effettuato a Montepaone nei pressi del Lido dei finanzieri

Catanzaro: nei limiti il campionamento effettuato a Simeri Crichi alla foce del torrente Simeri

Per fortuna che in Catanzaro si hanno 4 campionamenti nella norma e perfino 1 alla foce di un torrente (in realtà è un fosso che nasce da un laghetto di montagna e posto in una area nel 98% disabitata)

La realtà è che Legambiente effettua un prelievo ogni 30 km. E trova campionamenti puliti perfino alle foci di fiumi, torrenti o fossi che dir si voglia.

Possiamo pensare che ad Amantea il mare sia totalmente pulito sono perchè Legambiente non ha effettuato alcun prelievo? Certamente no! Così come non possiamo ritenere che a paola tutto il mare sia inquinato. In sostanza l’immagine di una cittadina dipende dalla fortuna di essere o meno presente nella pagine di legambiente!

Certo ha ragione Legambiente nel dire che occorre una massima attenzione alla depurazione delle acque ma da qui a dichiarare il nostro mare da bandiera nera ce ne corre e tanto!

Eppure la stampa ed i blog cavalcano questo animale senza sella a rischio di essere sbalzati a terra.

Ancora più sorprende il silenzio della regione( Arpacal), delle province( competenti per i fiumi) e dei comuni( competenti per i depuratori). Perché questo silenzio?

Possiamo parlare di terrorismo ed antiterrorismo ambientale? Forse gridare “Al Lupo, al Lupo” non è la soluzione. Come nella fiaba c’è il rischio che alla fine arrivi davvero il lupo e nessuno ci creda!!!

Proviamo a tentare di capire cosa succede anche altrove. Per esempio sulla costa emiliano romagnola. Vi presentiamo Certo se leggiamo articoli come quello seguente e che forse nessun giornalista o blogger calabrese ha mai letto:

“ Sono otto i punti (tutti presso foci di fiumi e torrenti) segnalati per alti livelli di inquinamento microbiologico sulla costa adriatica dell'Emilia-Romagna. Lo ha spiegato Goletta Verde di Legambiente, in una conferenza stampa a Porto Garibaldi nella quale ha reso noti i rilevamenti effettuati la scorsa settimana.

Nella provincia di Ferrara i punti risultati inquinati sono due: nel comune di Comacchio, in località Porto Garibaldi, alla foce del canale navigabile Comacchio; e nel comune di Goro, alla Bocca del Po di Goro, in corrispondenza del Porto di Gorino. Tre i punti che destano preoccupazione nel riminese: in località Santa Giustina, vicino ad uno scarico all'altezza di via Tonale che confluisce nel Fiume Marecchia; nel comune di Misano Adriatico, presso il Fiume Conca; e alla Foce del Marano, nel comune di Riccione, dove "oltre al deprecabile odore di urina" i risultati degli esami hanno riportato livelli batteriologici "così alti da essere difficilmente quantificabili, ma che superano sicuramente il milione di unità formanti colonie".

Due siti segnalati anche nel Comune di Ravenna: lo sbocco del Canale Tagliata, in località Zadina Pineta, nonostante ricada in prossimità di una pineta indicata come "riserva naturale"; e lo sbocco del Canale Cupa Nuovo, a Lido di Savio. Nella provincia di Forlì-Cesena, il prelievo compiuto presso la foce del Rubicone nel Comune di  Gatteo a Mare, ha a sua volta riportato la presenza di acque inquinate.

http://bologna.repubblica.it/cronaca/2011/08/08/news/riviera_ecco_le_zone_inquinate_la_pagella_di_goletta_verde-20182254/

La Goletta a Verde di Legambiente ritorna in Calabria e fa tappa soltanto a Tropea ed a Praia a mare. Perché non si ferma anche ad Amantea per esporre ai sindaci del Basso e medio tirreno cosentino i dati del monitoraggio delle acque in Calabria?

“Da lunedì 22 e fino al 24 luglio, torna in Calabria la Goletta Verde, la campagna itinerante di Legambiente, che ogni estate realizza un monitoraggio sullo stato di salute del mare e dei litorali italiani. Per il ventottesimo anno consecutivo, la storica imbarcazione ambientalista, realizzata anche con il contributo del COOU, Consorzio Obbligatorio Oli Usati, è tornata a navigare per schierarsi contro i “pirati del mare”. E dopo aver navigato nell’area jonica calabrese, ora la Goletta sarà sul Tirreno. Un viaggio si concluderà il 18 agosto in Toscana, dopo più di 30 tappe da nord a sud della Penisola per dar seguito alle tante battaglie in difesa dell’ecosistema marino e del territorio che Legambiente porta avanti dal 1986, denunciando, informando, coinvolgendo i cittadini con l’auspicio di promuovere esempi positivi all’insegna della sostenibilità ambientale.

La Goletta Verde porterà avanti la sua battaglia contro la mancata depurazione, l’abusivismo, la speculazione edilizia, la privatizzazione del demanio, l’illegalità e l’offesa delle trivellazioni petrolifere offshore. Ma premierà anche chi ha saputo invece tutelare il nostro patrimonio promuovendo un sano sviluppo sostenibile e rendendo il proprio territorio un esempio di eccellenza contro qualunque forma di sfruttamento.

Gli ultimi dati pubblicati sulle acque di balneazione in Italia e in Europa, che testimoniano la buona salute del mare italiano, non devono far abbassare la guardia sul rischio di inquinamento ancora presente, a partire dagli scarichi non depurati che continuano a confluire in mare. A tutt’oggi in Italia il 25% delle acque di fogna viene scaricato in mare, nei laghi e nei fiumi senza essere opportunamente depurato e tante sono le situazioni critiche di depuratori malfunzionanti o scarichi abusivi. Per questo motivo con le Golette viaggia un team di biologi che conducono il monitoraggio scientifico a caccia dei punti più critici riguardo la mancata depurazione; raccolgono le segnalazioni dei cittadini denunciando le situazioni che mettono maggiormente a rischio le nostre acque.

Lunedì 22 la Goletta sarà a Tropea. Si parlerà di “bella Calabria” con la consegna del premio “CaraLabria Estate”, con il quale Legambiente segnalerà le diverse realtà positive, le energie nascoste e le buone pratiche che rappresentano al meglio l’anima della Calabria, terra di bellezze, intelligenza e passione.

Sempre a Tropea, martedì 23 luglio, saranno invece presentati i dati del monitoraggio scientifico dei biologi dell’imbarcazione ambientalista. Con Goletta Verde viaggia, infatti, un team di biologi che conduce il monitoraggio scientifico a caccia dei punti più critici riguardo la mancata depurazione; raccolgono le segnalazioni dei cittadini denunciando le situazioni che mettono maggiormente a rischio le nostre acque.

La Goletta salperà poi verso Praia a Mare, ultima tappa del tour calabrese dell’imbarcazione ambientalista e per l’occasione sarà chiesta “Verità e giustizia per i morti della Marlane”.

Il programma di Goletta Verde in Calabria

Lunedi 22 luglio - Tropea

Tropea – ore 19,00 Piazza Ercole. Incontro pubblico: "Mandiamo in onda la bella Calabria". Nel corso dell’iniziativa saranno premiate con il premio “CaraLabria Estate” le diverse realtà positive, le energie nascoste e le buone pratiche che rappresentano al meglio l’anima della Calabria, terra di bellezze, intelligenza e passione.

Saranno presenti: Giuseppe Toscano, direttore Legambiente Calabria, Sebastiano Venneri, responsabile mare Legambiente, Nuccio Barillà, segreteria nazionale Legambiente, Matteo Cosenza, direttore de Il Quotidiano della Calabria.

Martedì 23 luglio - Tropea

Tropea ore 11,00. A bordo di Goletta Verde, ormeggiata presso la Marina di Tropea: Conferenza stampa di presentazione dei dati del monitoraggio delle acque in Calabria.

Intervengono: Giorgio Zampetti, responsabile scientifico Legambiente; Maria Caterina Gattuso, segreteria Legambiente Calabria; Franco Saragò, segreteria Legambiente Calabria. Sono stati invitati Arpacal, Capitaneria di Porto, Regione Calabria e i comuni del comprensorio.

Mercoledì 24 luglio – Praia a Mare

Ore 9.30. Appuntamento presso il Lido Florida di Praia a Mare insieme a Goletta Verde: Verità e giustizia per i morti della Marlane

Pubblicato in Cosenza

Dopo la maglia nera ecco di nuovo l’Oliva.

Legambiente “distrugge” Amantea e nessuno la difende.

Non è difendibile? O semplicemente non conviene andare contro corrente? Ma in queste condizioni quale turismo( sviluppo) potremo mai avere?

Ed ecco l’articolo al quale ci riferiamo:

Ecomafie: Legambiente chiede la verità sulle 'navi dei veleni'

"Cresce il business dell'ecomafia, l'unica industria italiana che non avverte la crisi. E si rafforzano sempre piu' i tristi primati calabresi sul fronte delle illegalita' ambientali". A commentare i dati del rapporto stilato sulle ecomafie e’ Francesco Falcone, presidente di Legambiente Calabria.

" Lo Stivale - dice Falcone - si conferma sul podio nella classifica generale dei reati accertati, ma anche in quelle che riguardano il ciclo del cemento e il ciclo dei rifiuti. Inoltre, Reggio Calabria e Cosenza figurano tra le prime dieci in tutte le classifiche su base provinciale. In particolare, per quanto riguarda il ciclo dei rifiuti balza agli occhi il caso Vibo Valentia: ha risalito la graduatoria fino a figurare seconda provincia in Italia per numero di infrazioni, con addirittura un incremento del 120% rispetto al 2011. Dallo scioglimento del Comune di Reggio per contiguita' con la 'ndrangheta alle tante inchieste sulle infiltrazioni negli appalti pubblici passando per il caos discariche e il fallimento eclatante delle societa' miste di gestione dei servizi ambientali, la Calabria appare sempre piu' agli occhi degli osservatori come terra di scorribande e grandi affari illeciti. Anche il turismo, e cioe' la vera risorsa di una terra splendida, e' in mano alle cosche come testimonia l'inchiesta Metropolis della Dda di Reggio". "Quella delle ecomafie - ha continuato Falcone - e' l'unica economia che continua a proliferare anche in un contesto di crisi generale. Un'economia che cavalca l'abusivismo, distrugge il territorio, drena le risorse degli appalti pubblici".

Nuccio Barilla’, componente della segreteria nazionale di Legambiente, ha dichiarato: "Occorre uno scatto di reni per introdurre finalmente i reati ambientali nel codice penale e occorre un giro di vite sul fronte abusivismo edilizio, per scongiurare nuove costruzioni e spingere per le demolizioni degli ecomostri. I dati della realta' richiedono a tutti i livelli una nuova consapevolezza: le ecomafie uccidono la Bellezza, che e' la risorsa piu' preziosa della Calabria su cui si deve costruire una nuova economia e rubano prospettive di futuro ai giovani, costretti a fuggire in mancanza di alternative fuori dai circuiti criminali. Nessuno puo' piu' restare passivo e indifferente". Barilla' ricorda che nel 1994 Legambiente presentava alla procura di Reggio l'esposto che avrebbe avviato la vicenda delle navi dei veleni, che si presume siano state affondate a largo delle coste calabresi, cariche di scorie pericolose e radioattive. "Una vicenda inquietante - dice - a cui si sovrappone la morte del capitano di fregata Natale De Grazia, avvenuta il 13 dicembre 1995. Giustizia e verita' non sono ancora arrivate, una richiesta che diviene ancora piu' forte dopo l'approvazione da parte dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti di due relazioni di grande valore: quella del 5 febbraio 2013 sul caso De Grazia, e quella del 28 febbraio sul fenomeno delle navi a perdere, curate dal presidente Gaetano Pecorella e dall'onorevole Alessandro Bratti. L'impegno perche' sia fatta luce sulla morte di De Grazia avvenuta come denuncia la stessa Commissione per 'causa tossica' - aggiunge Nuccio Barilla' - deve essere il primo passo in direzione dell'accertamento piu' ampio della verita' sulle cosiddette 'navi a perdere' e sui possibili intrecci con altre vicende, come quelle dei traffici illegali di rifiuti in Somalia. Nello stesso tempo verita' e giustizia chiediamo per i cento morti uccisi dalla fabbrica avvelenata della Marlane di Praia e per i veleni di Crotone o del Fiume Oliva nel Cosentino".

Pubblicato in Cronaca

Incredibile quello che emerge da Legambiente 2013..

In sintesi la Calabria è tredicesima nell’elenco delle regioni italiane. Si salvano solo Roccella e Scilla. Per il resto solo una sfilza di 3 vele, 2 vele e ben 7 territori con solo 1 vela. Dei 41 territori esaminati in Calabria Amantea è l’ultima : colleziona 1 sola vela alla quale si aggiunge un petalo, una punta di stella e un’area protetta. Secondo la simbologia di Legambiente significa che per la spiaggia cosentina sono scarsi il livello di conservazione del territorio e il livello dell’accoglienza turistica, per il resto, pur godendo della vicinanza di un’area protetta, risulta senza alcuna classificazione in tutti gli altri parametri evidenziando un giudizio sostanzialmente e profondamente negativo.

Né aiuta il fatto che ad ottenere “ la maglia nera” ci siano anche Diamante, Trebisacce, Cittadella del Capo, Parghelia, Ricadi (con la famosa spiaggia di Capo Vaticano) e Longobardi.

Noi parliamo di Amantea, ci dispiaciamo per Amantea.

Da primi ad ultimi!!! E’ terribile!!!

Una ennesima , tombale, disillusione.

Eppure questa bocciatura era nell’aria. E non poteva essere diversamente. Sono ormai anni che Amantea è stata dimenticata dai turisti! Sono anni che Amantea non si promuove turisticamente. Sono anni che ad Amantea funziona solo il commercio.

Ma chi poteva aspettarsi qualcosa di diverso? Solo gli illusi e gli ipocriti. Ma guardiamoci intorno con sincerità, per favore!!

Abbiamo un porto famoso perché si insabbia e aiuta a distruggere la costa a sud mettendo a rischio perfino la unica strada che abbiamo!

Abbiamo un centro storico( con annesso castello, torre normanno-angioina) abbandonato.

Abbiamo servizi pubblici al limite e ci siamo illusi di fare turismo con i parcheggi blu!

Sanzioniamo migliaia di ospiti( ed anche i locali) con i photored e questo sembra il più bel modo di salutare i nostri ospiti.

Togliamo i cassonetti e la gente versa la spazzatura per terra

Davanti alla unica villa comunale abbiamo una decina di cassonetti della spazzatura

Per fare apparire pulita la città abbiamo allocato i cassonetti della RD sulla statale 18 cioè a disposizione per chi sta transitando

Abbiamo un traffico non certo ottimale

Manchiamo di circa 150 mila mq di parcheggi

Eppure abbiamo valori straordinari come Coreca della quale sconosciamo quasi tutto!!

Comprendiamo anche la rabbia di Demetrio Metallo quando dichiara che Legambiente potrebbe essere stata indotta a tale classifica da “alcune inesattezze riguardo alle condizioni delle spiagge e dell'arenile amanteano in generale”, quando ricorda che “ Amantea, da poco tempo, ha approvato un Piano di Spiaggia che prevede la riorganizzazione dei lidi e delle attrezzature balneari, e da circa tre anni, in virtù della sistemazione delle condotte fognarie esistenti che attraversano i comuni del comprensorio, ha risolto anche il problema dell'inquinamento del mare dai liquami, rendendo le acque finalmente pulite (…)”.

Ed ancora di più quando orgogliosamente ricorda che ad Amantea esistono 20 lidi balneari, 23 strutture per 2600 posti letto e che lo scorso 2012 hanno avuto circa 104 mila presenze.

Non comprendiamo invece il suo stupore quando si chiede perché “in mezzo a tante località citate, venga additata la sola Amantea come “maglia nera”.

E tantomeno la sua domanda, destinata a restare senza risposta, se “In un momento di crisi del settore, non sarebbe forse opportuno un contributo meno nefasto per imprese che danno lavoro a migliaia di dipendenti e creano economia per un territorio come la Calabria in forte recessione rispetto al Paese che è già di suo in crisi profonda?”.

Anche noi abbiamo perplessità( diverse, invero), ma forse c’è qualcosa( o tantissimo) da rivedere nello stesso concetto di turismo che ha portato Amantea da prima ad ultima della classe!

Perché con onestà e sincerità non ci interroghiamo sugli errori e sulle responsabilità?

Basta una mareggiata ed una passeggiata a piedi sulle spiagge per scoprire cose incredibili.

Eccovene un esempio. La foto è attualissima. È stata scattata pochi giorni fa , esattamente a fine maggio 2013.

Una mareggiata nemmeno eccezionale ha imperversato sulle coste amanteane ed ecco la cima di un pozzo.

Proprio sulla spiaggia. A pochissimi metri dalla battigia

E dal pozzo escono( od entrano?) due tubi rossi del tipo corrugato.

A cosa serve od è servito, il pozzo? Impossibile saperlo!

Chi lo ha realizzato? Difficile saperlo!

Quando è stato costruito? E chi lo sa!

Una cosa sembra certa e cioè che ad Amantea si può fare di tutto senza che mai nessuno veda niente , o magari qualcuno vede ma non gliene “può fregà de meno” come dicono a Roma.

E se il pozzo fosse servito( o serva) per scaricare reflui inquinanti?

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