Il 19 luglio di 25 anni fa Paolo Borsellino andava a trovare la madre in via D’Amelio pur avendo, dopo la morte di Falcone, piena consapevolezza del suo destino.
Borsellino ritornava al nido, la casa della madre, per ritrovare se stesso e le sue idee
Appuntamento , allora, in via Dogana lato nord alle ore 16.45
Qualche minuto di attesa ed alle ore 16.58 esatte ( l’ora dello scoppia dell’auto che ha ucciso Borsellino) offriremo alla sua immagine ed a quella di Giovanni Falcone , i due indimenticabili eroi italiani, un mazzo di fiori ed osserveremo in loro memoria un minuto di silenzio.
Lo faremo anche se saremo in pochi , ma chiunque voglia , ovviamente, può assistere.
In questo modo vogliamo semplicemente per testimoniare che c’è un’Amantea che non ha dimenticato e che vuole ricordare e raccontare quel che è successo e celebrare gli eroi della giustizia, eroi che quotidianamente , ieri, come oggi, e speriamo domani, lottano contro le violenze, le ingiustizie, talora pagando con la propria vita.
Eccoi fiori che abbiamo comprato
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Sono le tredici esatte di oggi 17 febbraio, quando il personale del Poliambu latorio di Amantea nella sua interezza si schiera nell’ampio cortile.
Sono persone commosse ed addolorate.
Hanno voluto così ricordare con un minuto di silenzio l’amico e collega Filiberto Credidio, una bella persona che era sempre vicino a chi aveva bisogno .
Un medico che sorrideva e si prestava alle esigenze dei pazienti del Poliambulatorio, pronto ad intervenire e comunque a dare un parere, un suggerimento, a mettere una buona parola.
Queste stesse persone le abbiamo incontrato ieri, con i loro visi che esprimevano il dolore per la morte di un amico che mancherà a tutti, amici o semplici pazienti.
Qualcuno avrebbe addirittura voluto chiudere la struttura ben sapendo che Filiberto non avrebbe voluto ; lui aveva anteposto gli ammalati a tutto, anche alla sua persona.
Certo oltre al dolore anche l’amarezza per una morte improvvisa e la rabbia per una sanità che è stata incapace di salvare anche un suo medico.
E’ troppo presto per parlarne e domani forse sarà perfino inutile , ma a tanti, se non a tutti, la vicenda dell’amico Filiberto lascia domande senza risposte.
Non si poteva davvero far nulla per il dr Credidio o si sarebbe potuto salvare con una diagnosi più tempestiva e con una struttura ospedaliera specialistica?
Difficile dare una risposta , anche perché i racconti del suo malessere e del suo ricovero presso il nosocomio di Paola sono confusi e le notizie si sovrappongono e si cancellano.
Una sola cosa resta certa e cioè che da domani non troveremo nelle grigie stanze del poliambulatorio il sorriso di Filiberto e la sua disponibilità per tutti.
Ed anche il dubbio su che cosa sia questa sanità che non salva nemmeno gli stessi medici!
Pochi minuti poi un caloroso applauso; quello che ognuno avrebbe voluto offrire a Filiberto da vivo.
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