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nataleOltre 30 espositori. La madrina sarà Cecilia Rodrìguez

CROSIA (Cs) – Venerdì, 1 Dicembre 2017 – Sarà la gieffina Cecilia Rodrìguez la madrina della ottava edizione dei Mercatini di Natale a Mirto Crosia in programma dal 6 al 20 dicembre prossimi. Tante le novità che anche quest’anno andranno ad arricchire la programmazione artistica e la proposta commerciale. Oltre trenta espositori, tra cui alcuni brand sudtirolesi standisti a Merano capitale dei mercatini natalizi, e quindici serate di grande spettacolo che vedranno alternarsi sul palco di piazza Dante ballerini, gruppi musicali, cabarettisti e giocolieri.

Il programma della 8° edizione dei Mercatini di Natale a Mirto Crosia, promossa dall’Amministrazione comunale – Assessorati alla Cultura e al Turismo in collaborazione con la GG Eventi, è stato presentato ieri (giovedì 30 novembre), nel corso della conferenza inaugurale tenutasi presso il Palateatro “Carrisi”, dall’assessore alla Cultura, Graziella Guido, e dal direttore artistico e organizzativo, Giuseppe Greco.

I Mercatini di Natale a Mirto Crosia – conferma l’assessore Guido – rappresentano una delle iniziative di punta dell’intera programmazione socio-culturale annuale di Crosia perché, nella loro armoniosa complessità, raccordano diversi aspetti e sono punto di sinergia tra attività produttive, spettacolo, cultura e sociale. Quindici giorni in cui la comunità si apre interamente al territorio e si ritrova in piazza per vivere i momenti propedeutici al Natale. Con un occhio di riguardo alle famiglie che all’interno dei mercatini troveranno anche quest’anno un’area dedicata interamente ai bambini, rinnovata e ampliata rispetto agli anni precedenti. Ecco perché l’Amministrazione comunale, credendo profondamente in questo progetto, sta lavorando per dare alla manifestazione un respiro ancora più profondo e creare un rapporto diretto con quelle realtà che hanno già sperimentato con successo questo format. Su tutti con la Città di Merano, capitale storica dei Mercatini di Natale, con la quale abbiamo da tempo avviato un rapporto istituzionali che – precisa l’amministratore – ci auguriamo presto possa concretizzarsi con un gemellaggio. Nel frattempo, grazie proprio all’interessamento dell’assessore meranese Gabriela Strohmer, quest’anno negli stand saranno esposti alcuni brand enogastronomici del Sϋdtirol e già dal prossimo anno – annuncia Guido – nei mercatini di Merano saranno ospitate alcune delle aziende che operano nel territorio della Valle del Trionto.   

Continuiamo a lavorare con tanta abnegazione ed entusiasmo – aggiunge il direttore artistico  e amministratore della GG Eventi, Giuseppe Greco – su una manifestazione che in otto anni è cresciuta, maturata ed è ormai pronta ad entrare nel gotha delle manifestazioni invernali di interesse regionale. Per l’edizione del 2017, insieme ad una programmazione artistica ricca e di qualità avremo anche un colpo d’occhio importante grazie ad un nuovo restyling coreografico degli stand che saranno allestiti in Piazza Dante. Inoltre – sottolinea Greco - quest’anno, grazie al contributo dell’Amministrazione comunale, siamo riusciti ad assegnare le casette destinate agli standisti, in forma gratuita per tutti gli espositori storici, le parrocchie, le associazioni e le scuole, e con agevolazioni per alcune specifiche categorie che operano nell’artigianato di nicchia.

A tagliare il nastro dei Mercatini di Natale a Mirto Crosia, il prossimo mercoledì 6 dicembre, sarà  la showgirl Cecilia Rodrìguez. L’ex gieffina dell’ultimo Grande Fratello Vip, sarà la prima madrina dell’evento, con l’augurio – come ha detto il Consigliere delegato al Turismo e Spettacolo, Francesco Russo –  che nei prossimi anni potremo avere ancora altri testimonial di fama a dare lustro a questa iniziativa. Il programma e tutte le curiosità dei Mercatini di Natale 2017 sono consultabili sul sito internet www.mercatinidinatalemirtocrosia.it 

Pubblicato in Calabria

NataleCosì scriveva Ciardullo in una sua poesia natalizia. E’ vero. Il Santo Natale per i calabresi è la festa più importante dell’anno, è una festa familiare. Dice un antico proverbio: - A Natale con i tuoi, a Pasqua con chi vuoi-. E anche se durante l’anno per motivo di lavoro si trovano lontano dalle loro case e dai loro affetti, a Natale ritornano nei loro paeselli natii. E quelli che non hanno la possibilità di ritornare sentono tanta nostalgia della loro terra e le festività natalizie accentuano i ricordi. “Na cosa oie desideru: la casicella mia!-

Non desiderano soltanto la loro casetta, ma pensano alla tavola apparecchiata, al fuoco acceso nel camino, al grande falò che si accendeva sul sagrato della chiesa, dove grandi e piccini, ricchi e poveri, si riscaldavano la sera della vigilia, intrecciando canti, balli e danze, aspettando il suono festoso delle campane che annunciavano la nascita di Gesù Bambino. Sognano ad occhi aperti tutta la famigliola “ricota” da ogni angolo della terra intorno al fuoco e alla tavola “parata”, alle fritture di una volta, agli zampognari scesi dai monti oscuri che allietavano la serata col suono dello loro ciannamelle.”Sona zampugna! Portame luntanu alli tiempi felici e quatraranza!”, sembrano dire i calabresi ovunque sparsi per il mondo, perché il suono festoso della zampogna gli fa ricordare la loro fanciullezza spensierata e la festa più bella dell’anno, la più sentita. Sono tristi gli emigranti calabresi se non ritornano per Natale nei vecchi paesi abbandonati, perché lì hanno lasciato i loro vecchi genitori che profondamente soffrono la loro lontananza e che aspettano trepidanti il giorno del loro ritorno, almeno per Natale:- Veniti, figlicieddri, a mi trovari; luntanu ‘i vui ‘sa vita è ‘nu muriri!- Il Natale, dunque, per i calabresi ovunque dispersi ha un posto particolare nei loro cuori. E il fuoco scoppiettante dei falò, e i canti natalizi nelle chiese, e tutti gli usi e i riti di una volta ( la novena la mattina presto nella chiesa da Chiazza e la Ninna cantata con devozione dai fedeli è uno degli appuntamenti più sentiti dagli amanteani, una tradizione che si ripete grazie all’impegno del caro amico Francesco Sposato), sono ancora impressi nelle loro menti, e l’odore dei cullurielli, dei turdilli, delle trizzille, dei ciccitielli, gli riportano nella loro memoria la Calabria di un tempo, che , ahimè, oramai è scomparsa per sempre, anche se quella Calabria che ancora ricordano con nostalgia non ha saputo dare loro un posto di lavoro e li ha costretti ad andare raminghi per il mondo. E ora che Natale si avvicina, l’emigrante calabrese, lontano dalla sua amata terra di Calabria, si appoggia ai vetri della finestra e guarda fuori e pensa e sogna ad occhi aperti. Sembra di ascoltare le voci dei ragazzi che si rincorrono per le vie e le piazze del suo paese natio; sembra vedere i giovanotti trascinare tronchi di albero che servono per alimentare il fuoco di mezzanotte; sembra vedere le fanciulle portare nelle grandi ceste il muschio che sono andate a raccogliere nei boschi e che servirà per preparare il presepe, e, tremante e piangente, sembra ripetere:- Su ianche già le vie:puddrulie! Quelli che sono rimasti in Calabria e che sono stati quindi i più fortunati, hanno dimenticato queste usanze e questi riti magici, queste tradizioni che si tramandavano da padre in figlio. Sono ormai un dolce ricordo dell’infanzia e i racconti degli animali che parlavano la notte di Natale, le piante che fiorivano e che davano frutta prelibata, le fontane che versavano latte e miele, sono soltanto una invenzione della nonna e si perdono nella realtà del presente.

Nelle città, grandi e piccole, durante le feste natalizie si abbelliscono le vie cittadine con fantasmagoriche luminarie, si esibiscono cantanti famosissimi spendendo un sacco di soldi, si sparano fuochi d’artifizi al solo scopo di accrescere la popolarità dei politici locali, preoccupati soltanto di fare spettacolo e di far divertire i turisti occasionali e qualche visitatore alquanto distratto. Ma il Natale così concepito è privo di contenuti spirituali e religiosi, di sentimenti di affetto, di stima, di amicizia, di rispetto. E anche gli auguri che ci scambiamo in fretta sono privi del vero significato di una volta, di quell’affetto vero e sincero che esisteva tra amici e vicini di casa. La preparazione del presepe, la raccolta del muschio e della legna, la preparazione dei fritti natalizi, l’arrivo degli zampognari, la Messa di mezzanotte, la processione del Bambinello, il posto a tavola lasciato vuoto se un familiare mancava al pranzo di Natale, lo sparo dei “furgoli” e “tric trac”, le canzoncine, le recite, le “strine”, le letterine ai genitori nascoste sotto il piatto erano festosi appuntamenti, dei veri e propri riti, ai quali partecipavano tutti gli amici e i parenti, i vicini e i lontani, perché la gioia per essere vera, autentica, si doveva dividere con gli altri. E se in qualche casa di un amico o conoscente non si friggeva perché colpito da un lutto recente, era usanza mandargli i fritti natalizi in grande abbondanza. I fritti erano simbolo di festa e perciò non si friggeva nelle case colpite da lutti recenti e che un antico detto popolare definisce per tale motivo:” Amaro chilla casa can un si fria”.

Pubblicato in Calabria

Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota inviataci con estrema tempestività da Francesco Gagliardi.

 

Francesco che ama fortemente la tradizione non si è lasciato sfuggire quanto successo a Pontevico dove la dirigente ed i docenti del locale Istituto comprensivo hanno cancellato dal testo della canzone Merry Christmas-Buon Natale che gli alunni della scuola stanno imparando per andare in scena durante i tradizionali spettacoli natalizi a base di bambini recalcitranti e nasi che colano i riferimenti a Gesù.

 

Nella canzone, che è tutto tranne che una canzone tradizionale di Natale, il verso «canta perché è nato Gesù» è stato sostituito con «canta perché è festa per te».

Scelta fatta per venire incontro a quelle famiglie che non sono cattoliche e per favore un percorso di integrazione multiculturale che però non è piaciuto ad alcuni genitori che, come riferisce il Giornale di Brescia, hanno commentato dicendo che così «sarà solamente il surrogato di uno spettacolo natalizio». Nemmeno i sacerdoti locali, monsignor Antonio Tomasoni e don Antonio Forti, approvano la decisione, tanto più che la scuola ha presenterà lo spettacolo all’interno del teatro dell’oratorio parrocchiale, come i due tengono a ricordare: «La canzone deve essere interpretata nella forma originale.

 

Ecco la nota: Il nome di Gesù fa paura, tanto da essere bandito persino dalle canzoni di Natale.

Questa volta è accaduto a Pontevico, piccolo comune in provincia di Brescia, dove la dirigente scolastica Paola Bellini ha pensato bene di sostituire le parole della famosa canzone “Merry Christmas, Buon Natale”. Anziché “canta perché è nato Gesù”, nelle fotocopie distribuite ai bambini della scuola elementare, per le prove di canto, si legge: “canta perché è festa per te”. Subito è scattata la polemica. La città è in subbuglio. I genitori, indignati, non ci stanno e protestano. A difesa dell’identità cristiana, culturale e occidentale. Italiana, soprattutto! Ma la dirigente scolastica si giustifica. Contattata da noi al telefono dichiara: “Non è una festa di Natale, ma una festa per la pace.”

Anche se nel repertorio sono previste canzoni natalizie e lo spettacolo viene messo in scena il 19 dicembre, nella settimana di Natale, la dirigente è categorica: “I bambini canteranno brani che richiamano temi universali come la pace e la solidarietà. Il 30% dei nostri alunni non è cattolico ed è un concerto aperto a tutti.

Non è uno spettacolo fatto solo per i cristiani.

E’ una questione di rispetto.” Ma quando le domandiamo: non crede di avere esagerato? Risponde con un secco no. “Nelle nostre classi abbiamo tanti Crocifissi e quadri che raffigurano la Madonna ma, accanto a questi simboli, devono coesistere pacificamente anche degli altri, o delle altre attenzioni nei confronti dei valori dell’Intercultura.”

Poi, aggiunge, adirata: “Gli adulti stanno strumentalizzando uno spettacolo di bambini. Hanno sporcato il lavoro dei miei insegnanti. Stanno diffamando quello che doveva essere un canto di gioia.” Il nome di Gesù non dovrebbe portare divisione. Ma unione. Cristo predica l’amore, la fratellanza e la gioia. Dunque, questi valori, come potrebbero urtare la “sensibilità” dei musulmani? Se, effettivamente, l’Islam è una religione moderata e pacifica come molti affermano, non dovrebbe fare altro che rispettare l’identità e le tradizioni del Paese che li ospita.

Sul piede di guerra anche il parroco di Pontevico. “Chiedere all'oratorio la concessione del teatro con questo spirito non va bene. Gli stranieri sono contenti di conoscere la nostra cultura, che noi non dobbiamo assolutamente rinnegare perché non offende nessuno.”

 

Secondo Paola Bellini, l’istituzione scolastica nasce multiculturale.

“Sono altre le istituzioni che devono propagandare i valori della religione cattolica. Papa Francesco predica l’apertura. Questi cattolici integralisti mi stupiscono. Se non ci daranno più l’oratorio per lo spettacolo lo faremo nella nostra scuola.”

Conclude la dirigente. Ebbene si, Gesù Nazzareno, a ventuno secoli dalla nascita nella piccola e fredda grotta di Betlemme, fa ancora paura.

Fortunatamente, non a tutti.

NdR. Ma c’è di peggio

La foto iniziale mostra la statua di San Francesco con un berretto di lana in “quasi a voler coprire l’aureola del Santo”.

Insomma siamo in Italia , in una scuola dove il 70% dei ragazzi sono credenti ma si coprono i simboli e le parole della nostra religione per non offendere gli altri.

In sostanza c'è chi vuole toglerci la Costituzione e chi vuole toglierci la tadizione cristiana.

Pubblicato in Basso Tirreno

presepioIl calendario di dicembre è pieno di Santi famosi. Dopo Santa Barbara, San Nicola, Sant’Ambrogio, l’Immacolata Concezione, ecco Santa Lucia, vergine e martire.

 

La sua festa liturgica viene celebrata dalla chiesa il 13 dicembre. Ancora non siamo entrati nell’inverno meteorologico vero e proprio. Infatti questa prima decade di dicembre ci ha regalato alcune giornate molto tiepide inondate di sole.

 

Santa Lucia era nata a Siracusa in Sicilia e, secondo la tradizione, era una fanciulla molto bella.

Era pagana, poi si convertì al cristianesimo. Questa conversione le procurò il martirio e per questo venne innalzata agli oneri degli altari e il suo culto si propagò in breve in tutto il mondo. La sua bellezza fece innamorare finanche l’imperatore del tempo, Lucia, però, non ne volle sapere e rifiutò la sua proposta. L’imperatore per vendicarsi dell’offesa ricevuta le fece cavare gli occhi e poi decapitare. Secondo la tradizione popolare, però, si racconta che fu Santa Lucia stessa a strapparsi gli occhi e depositarli in un vassoio. Per questo motivo divenne la protettrice degli occhi.

 

Il suo corpo è conservato in Venezia in una chiesa a Lei dedicata.

Anche in Cosenza c’è una chiesetta a Lei dedicata e che si trova nel centro storico in una via che porta il suo nome, via molto famosa fino al 1958 perché frequentata da donne di male affare. I cosentini sono molto devoti a Santa Lucia, infatti il giorno della sua festa Piazza Valdesi e Via Santa Lucia sono invase da una grande moltitudine di fedeli che fanno visita a questa Santa per chiederle protezione per la vista. Anche in San Pietro in Amantea, mio paese natale, una volta si festeggiava Santa Lucia con la celebrazione di una Santa Messa solenne, con la processione della statua per le vie principali seguita dalla banda musicale o dagli zampognari e poi in piazza con spari di fuochi d’artifizio. Questa usanza è andata perduta, anche perché il Vescovo di Cosenza ha vietato tantissime feste e le processioni. Sono rimaste le feste del Santo Patrono, del Corpus Domini e della Madonna delle Grazie e nelle contrade di Sant’Elia la festa del profeta Elia e a Gallo la festa di San Michele.

Bellissima era la canzoncina che le popolane intonavano in chiesa, nella quale si poteva notare quanto l’imperatore fosse innamorato di Lei e dei suoi occhi azzurri. Così cantavano:- Santa Lucia, gloriosa e bella / facie orazione intra na cella./ Passa lu Re e le disse quanta è bella / Lucia ti vulisse a lu miu cumandu/…. – Lucia non accetta le proposte dell’Imperatore e prima che ancora il boia le strappasse quegli occhi belli, lei stessa se li strappò e li depose in una bacinella.

 

In alcune città italiane Santa Lucia viene ricordata come la santa che porta i doni ai bambini buoni. A Siracusa e a Bergamo i doni di Natale arrivano in anticipo rispetto alle altre città italiane.

Nei paesi pre-silani per la festa di Santa Lucia si prepara ancora un piatto prelibatissimo che richiede molto tempo e tanta pazienza: la” cuccia”. Ma noi adulti, del basso tirreno cosentino, ricordiamo questo 13 dicembre anche per un altro motivo: dalle cantine, dalle soffitte, dai mezzanini tiravamo fuori le scatole di scarpe nelle quali il giorno del due febbraio, giorno della Candelora,avevamo conservato con la massima cura tutto l’armamentario del presepe dell’anno precedente. I pastori, le pecorelle, gli zampognari, i Re Magi, San Giuseppe, La Madonna e il Bambinello venivano srotolati con la massima cura dalla carta di giornale con cui erano stati impacchettati, perché non venissero rovinati dalla umidità e dalla polvere. Malgrado ciò, il più delle volte, trovavamo i pastori rotti e inservibili, perché erano fatti a mano e di creta.

 

Tornavano così a rivedere la luce le casette, la cometa d’argento, l’ovatta e gli specchietti di vetro, i venditori di frutta e verdura, il falegname, l’arrotino, il fabbro, le contadine con in testa ceste colme di doni per il piccolo Gesù.

E poi, dopo aver pranzato, via ai preparativi per la costruzione del nuovo presepe. Carta d’imballaggio, carta di sacchi di farina, qualche pezzo di legno e poi sughero, sughero in abbondanza, perché la costruzione di un vero presepe che si rispetti abbondava di questo morbido elemento che, una volta quando i boschi non subivano incendi durante la torrida estate, si trovava facilmente nei boschi del mio paese.

E’stato emanato il bando per trovare un voucherista che si presti ad interpretare il Babbo Natale.

 

Il Babbo Natale dovrà “intrattenere ed animare i bambini, distribuire il materiale pubblicitario e di divulgazione di informazioni relative agli eventi sportive, musicali, teatrali e culturali che accompagneranno il periodo delle feste natalizie , di inizio anno e della Epifania (Vi giuro che è scritto proprio così …..ed ogni commento è superfluo).

Il bando è diretto ad inoccupati, disoccupati con indennità, disoccupati senza indennità.

I candidati non dovranno avere meno di 18 anni e non c’è limite di età massima.

I candidati dovranno essere in possesso di reddito ISEE del nucleo familiare non superiore a euro 15.000,00.

 

Una apposita commissione interna(all’ente) procederà all’istruttoria delle domande verificandone la completezza e la regolarità.

Al candidato saranno assegnati punti per il reddito ISEE( 20 punti per reddito zero, 16 punti per reddito inferiore a 2,5 mila euro, 12 punti per redditi da 2,501 mila euro a 4 mila, eccetera)

La cosa strana è che poi si assegnano punti per i figli. Figli a 18 anni è impossibile.

Ed allora i giovani sembra sia destinata restare fuori da questa opportunità.

Ma a cosa inverosimile è che dovrà essere fatta una prova pratica in base alla quale si assegneranno fino a 15 punti

E che cosa sarà mai questa prova pratica?

La prova di distribuzione di depliants?

O forse la prova di intrattenimento dei bambini?

Od invece la prova di camuffamento?

Buh!

 

E chi la farà? Certamente non la commissione interna che è chiamata a procedere soltanto all’istruttoria delle domande verificandone la completezza e la regolarità,e non altro.

Non è che hanno convocato la befana od una befana od il babbo natale od un babbo natale?

La cosa ci puzza un po’!

Se sarà possibile andremo ad assistere a questa prova pratica.

Ah. Non c’è bisogno della patente di guida della slitta delle renne (Da noi non c’è neve) , né della certificazione di portatore di sacchi per regali ( non ci sono regali).

Pubblicato in Cronaca

luminarieIn riferimento al mio precedente articolo circa le luminarie e la loro installazione, senza polemica alcuna, ritengo fare ulteriori precisazioni:

le norme da me citate, (D.M. n. 37 del 22 gennaio 2008 "Regolamento concernente l'attuazione dell'art.11 - quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n.248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all'interno degli edifici) - (Legge n.186 dell'1 marzo 1968 "Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari, installazioni e impianti elettrici ed elettronici) sono inerenti soprattutto alle società/ditte/aziende produttrici e installatrici delle luci, le quali devono attenersi scrupolosamente a dette norme, al fine di evitare rischi per la pubblica incolumità. Queste riguardano anche i normali apparecchi elettrici – fili – prese ecc…. messe sul mercato e cui sono facciamo largo uso.

Da ritenersi eventualmente interessante circa l’installazione delle luminarie, è sicuramente l’art. 110 Regio Decreto 06.05.1940 nr. 635 (Regolamento per l'esecuzione del Testo Unico 18.06.1931 delle Leggi di Pubblica Sicurezza nr. 773) e ss.mm il quale recita

  1. 1.…..E’ soggetta alla licenza contemplata dall'art. 57 della Legge la costruzionediimpianti provvisori elettrici per straordinarie illuminazioni pubbliche, in occasione di festività civili o religiose o in qualsiasi altra contingenza.
  2. 2.La licenza non può essere rilasciata a chi nondimostrila propria capacità tecnica, con qualunque mezzo ritenuto idoneo dall'autorità di pubblica sicurezza.
  3. 3.Gli spari, le esplosioni e le accensioni diverse da quellecontemplateal primo comma del presente articolo non possono compiersi che in luogo sufficientemente lontano dalla folla, in modo da prevenire danni o infortuni.
  4. l'assistenza della forza pubblica …….

Oltre ad appositi Regolamenti Comunali e/o di Polizia Municipale emanati. In merito basta fare un “giro sul web (confronta Regolamento Comunale (Comune di Masate) 16-1-2003 Art. 64 Regolamentto di Polizia Municipale)

LUMINARIE SALERNO

In merito alla riflessione effettuata nelle note del mio precedente articolo da parte della redazione di Tirreno New, preciso senza polemica alcuna:

Le luminarie di Salerno se ben ricordo, vengono installate sulla base di un regolamento Comunale o Bando pubblico, cui tutti possono partecipare presentando apposita domanda in bollo con annessi progetti inerenti i soggetti realizzati a da realizzare. Una volta che questi vengono visionati da apposita commissione (o per come previsto dal bando) vengono autorizzati sul suolo pubblico. Inoltre, qualora sia l’Ente locale (cosa che non avviene) a installare le luminarie, anche questi deve attenersi al regolamento utilizzando società/ditte/aziende del settore regolarmente idonee, le quali una volta ottenuta l’assegnazione all’installazione devono presentare apposita domanda all’Ente locale per ottenere anch’esse le autorizzazioni previste, prestando altresì attenzione all’ottenimento delle autorizzazioni qualora le luminarie vengano installate in zone sottoposte a vincoli paesaggistici e storici. Sperando di fare cosa gradita, invio.

Amantea 17.11.2016                                                           Cav. Giovanni LISCOTTI

buon nataleDa oltre mezzo secolo la Calabria non riesce a ridurre il divario economico rispetto alle regioni del Centro Nord. Restano ampie differenze nel mercato del lavoro, nella struttura produttiva, nella capacità di esportare beni e servizi.

Il ritardo economico si manifesta nel permanere dei flussi migratori. In molti comparti dell’intervento pubblico vi è anche un significativo divario nella qualità dei servizi forniti ai cittadini; in importanti casi ciò ha luogo nonostante la spesa pubblica nel Mezzogiorno non sia inferiore a quella che si riscontra nelle altre aree del paese. Il flusso di risorse pubbliche verso le regioni meridionali resta ampio, riflette soprattutto il divario tra una spesa pubblica sostanzialmente proporzionale alla popolazione e basi imponibili di gran lunga inferiori in tali regioni. Qualcuno ha suggerito che il Sud si debba guardare in una prospettiva strabica. Si deve leggere nei suoi dati ricorrenti ma anche nei cambiamenti che, nonostante tutto, si manifestano nel corso del tempo che passa. È imbarazzante vedere un'Amministrazione navigare a “vista”. È imbarazzante guardarla mentre progetta qualcosa e poi scoprire che ha cambiato idea. Non si è dimenticato il rifacimento del lungomare. È ignobile come questo balletto venga presentato come il frutto di un ragionamento o di un “dibattito democratico”, quando in fondo è solo la triste manifestazione dell'incapacità ( per non dire altro) di un sindaco e la sua Giunta. Negli ultimi mesi sono stati posti dei quesiti a questa Amministrazione. Quesiti che non hanno avuto nessuna risposta. Il mare di Ulisse inquinato, le facili autorizzazioni che hanno deturpato il centro storico, le perplessità sull’ufficio comunale del demanio e le assegnazioni dei lotti estivi, i cancelli che ostruiscono l’attraversamento di un villaggio turistico. Si potrebbe continuare all’infinito. Questa è l'imbarazzante coerenza di un sindaco che pretende di governare una città tramite slogans, frasi fatte e, cosa ancora peggiore, seguendo gli umori “famigliari”. Naturalmente, chi ragiona così ha la memoria corta, ma noi no. In questo periodo il mio pensiero non può che andare agli indigenti e alla vergogna che i cittadini provano nel vedere un'Amministrazione stralunata che passa il tempo nel presenziare a qualsiasi stupido evento. Fra poco, a fianco della targa sulla mafia, affissa sulla facciata del Municipio, apparirà quella con su inciso “Stiamo lavorando per voi”. La Giunta ha capito che non serve più neanche il loro portavoce Sparaballe, bastano i volti sorridenti dei suoi componenti che quotidianamente appaiono su alcuni siti compiacenti del Web. È imbarazzante vedere un Comune che si comporta come una parrocchia, invitando i bambini a rivolgersi a Babbo Natale per ricevere qualche piccolo cadeau!  Niente, o quasi, sussidi, perché non sono educativi... e la gente, la gente ha sempre più fame. E la sorridente Giunta cosa fa? Niente, non sa cosa dire e cosa fare, balbetta articoli del regolamento, appellandosi alla facoltà di non rispondere. La politica liberal democratica dovrebbe esser fatta di programmi e di idee e una città senza una seria programmazione è spacciata. 

Risanamento - rivalorizzazione dei centri storici ed edificazione - valorizzazione delle periferie sono operazioni legate a filo doppio, anzi costituiscono due variabili di un medesimo meccanismo, frutto di quell'egemonia urbana che scaturisce dall'accordo di rendita fondiaria, imprenditoria edile e ceto politico: l'accordo più classico della città meridionale. Generazioni di architetti e urbanisti hanno, in questo secolo, affrontato di petto la questione della vivibilità delle zone urbane meridionali.  I paesi fantasmi sulle due coste della Calabria; il degrado dei centri storici, sforzandosi di pervenire, nelle aree periurbane, alla realizzazione di modelli alternativi di insediamento, ispirati ad una valorizzazione dell'uomo e dei suoi interessi e ad una modernizzazione-civilizzazione delle strutture abitative. Una ottimizzazione della rete distributiva, dei servizi e delle strutture sociali, sulla progettazione di architetture razionali ed al contempo "soft", non alienanti. Il tutto, nel Sud, è stato invano. In questo degrado ambientale e morale, forti degli interessi economici che si andavano addensando sulla zona a causa dell'edificazione selvaggia, si sono insediate con successo le organizzazioni criminali. Periferie e centri storici sono nel Mezzogiorno, accomunati dallo stesso, identico grado di invivibilità e marginalità sociale. Decadenza di valori tradizionali e difficoltà a rimpiazzarli, individualismo dilagante, stimolazione al successo e difficoltà a raggiungerlo, marginalità economica che diviene marginalità sociale e psicologica: questi i fattori maggiormente suscettibili di condurre alla devianza i soggetti marginali. Dove la mobilità è maggiore e dove di conseguenza i controlli vengono meno del tutto, come nella zona di deterioramento della città si sviluppano aree di corruzione, di promiscuità e di malcostume. Dunque, non è una bagatella da giustificare o sopportare, e cacciare questi amministratori è un obbligo di primaria importanza. Insomma, pur di evitare questi signori traviati possiamo accontentarci di un cretino o un ignorante totale che non faranno grandi cose, ma neppure grandi disastri e sicuramente, saranno in grado di ridare la luce elettrica alla statua di Padre Pio sul lungomare.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

Pubblicato in Calabria

Lago eventi NataleL’assessore al turismo del comune di Lago, Enzo Scanga, ha reso noto il cartellone delle iniziative che coinvolgeranno gli abitanti del centro collinare, e non solo, per tutto il periodo natalizio.

«Dopo l’anteprima affidata alla locale sezione dell’Avis – spiega lo stesso Scanga – per la raccolta fondi da destinare a Telethon e alla ricerca scientifica, ci apprestiamo a vivere queste vacanze con serenità e voglia di stare insieme. Il programma di quest’anno è figlio del volontariato e dell’impegno delle aziende che operano in loco e che hanno supportato egregiamente il lavoro dell’amministrazione comunale. Il prossimo 23 dicembre, a partire dalle ore 18, in piazza del Popolo avrà luogo il “Natale dei bimbi”. La notte della vigilia ci sarà l’apertura al pubblico del presepe di San Giuseppe che quest’anno celebra il quarantennale e nel giorno della celebrazione della nascita di Gesù Bambino arriveranno in paese le renne di Babbo Natale. Il 27 dicembre alle ore 16.30 nel centro storico avrà luogo il presepe vivente. Il giorno dopo, invece, spazio alla cultura: la sala consiliare, a partire dalle ore 18, ospiterà l’incontro con Francesco De Pascale, l’unico italiano a far parte dell’executive board del “Young Scientists Club” (YSC). De Pascale, dottore in geografia e scienze della terra, ha compiuto gli studi all’Università della Calabria: la sua tesi di laurea tratta specificamente di geoetica. Il 29 dicembre alle ore 18 nella chiesa dell’Annunziata si terrà il concerto del coro gospel “Christmas gleamin live”, mentre il 30 dicembre ed il primo giorno dell’anno avranno luogo le due serate dedicate al “Festival della strina laghitana”. Il 2016 sarà salutato con una bellissima festa in piazza, a partire dalle 22.30 in poi».

Pubblicato in Calabria

presepio 2Percorrere con il ricordo una città che non c’è più, dando modo alle nuove generazioni di riscoprire il passato. Il presepe allestito a Lago, nell’incanto della chiesa di San Giuseppe, non è solo una pregevole rappresentazione artistica, ma è una vera e propria macchina del tempo.

I maestri, che da tanti anni si dedicano alla realizzazione dell’opera, con una cura del dettaglio quasi maniacale ricostruiscono gli scorci più caratteristici del centro storico, consentendo ai visitatori di diventare parte integrante del presepe stesso. Camminando si riscoprono le botteghe artigianali cancellate dal defluire del tempo e dal progresso e si rivedono le tradizioni che la modernità non riesce ancora ad annientare. Al resto ci pensano le storie di coloro che rivedono le strade in cui hanno giocato o i balconi sotto cui hanno sospirato e gioito d’amore. Quest’anno è la via di San Giuseppe, l’ex via delle Vigne, ad essere protagonista.

Il presepe è figlio della costanza: da quarant’anni un gruppo di persone si ritrova all’inizio di ottobre per costruire un’opera monumentale che affascina per ricercatezza e meraviglia. Il loro impegno è paragonabile a quello dei missionari: lavorano senza chiedere nulla, per il semplice piacere di osservare gli occhi felici di un bambino che sorride per ciò che ha di fronte a sé. Null’altro. Non ci sono ricompense. L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Vittorio Cupelli, come le altre che si sono succedute in passato, non fa mancare il proprio supporto, contribuendo all’acquisto dei materiali necessari. Il resto è solo ingegno e pazienza.

Chi si alterna tra stucchi e chiodi sono soprattutto amici: Fedele Piluso, Franco Cavaliere, Vittorio Mazzuca, Luca Muto, Beniamino Naccarato, Carmine Sesti, Doriano Pressede, Michele Scanga, Antonio Politano, Andrea Mazzuca e Nicola Scanga sono alcuni dei giovani e meno giovani che lasciano da parte gli affetti familiari per dare forma e sostanza ad un sogno che dal 1975 si materializza in maniera costante. Al loro fianco, quest’anno, Mario Aloe e Aurelio De Luca che hanno collaborato per il restauro dei pastori antichi.

L’apertura al pubblico del presepe è fissata per la notte di Natale. Dopo la celebrazione della santa messa, i fedeli, ma non solo, potranno percepire il messaggio di pace che la natività esprime facendosi rapire dalla maestosità delle costruzioni e dall’accuratezza del dettaglio. L’invito alla visita è d’obbligo: il presepe di San Giuseppe è essenza stessa del Natale

presepio

 

Amantea 10Avviata la gara per le luminarie natalizie.

La accensione è prevista per il 6 dicembre e fino al 10 gennaio compreso. La accensione avverrà dalle ore 16.30 e fino alla ore 01.30 della notte.

 

Ed ecco, strada per strada, dove saranno impiantate le luminarie e quante:

Via Margherita n 30

Via V Emanuele ed un tratto di via R Mirabelli n 23

Corso Umberto Primo n 18

Via Dogana ( da Via Garibaldi e fino a via Baldacchini) n 20

Via della Libertà n 20

Corso Italia n 30

Piazza San Francesco n 1

Coreca n 6

Piazza Commercio n 1

Piazza cappu8ccini n 1

Palazzo del Municipio n 1

Piazza Falcone n 1

Inizio via Margherita n 1

Inizio corso Italia n 1

Piazza Mercato nuovo n 4

Piazza Mercato vecchio n 4

Inizio Via Cavour n 1

Via Indipendenza dalla chiesa di san Biagio e fino all’inizio di corso Umberto primo n 5

Piazza santa croce n 1

Via Garibaldi uscita piazza stazione n 1

Via Baldacchini n 12

Gradinata san Bernardino n 6

Via Santa Maria dopo il ponte e fino alla azienda sanitaria n 6

Via delle Ginestre n 5

Via Nazionale chiesa Collegio n 2 ( quella vicina al Collegio si chiama via Indipendenza; via Nazionale è quella che collega via V Emanuele con la piazza)

Via Nazionale vicino Calvario n 2 ( quella vicina al Calvario si chiama via Dogana)

Via Venezia vicino presepe permanente n 1

Castello a ridosso delle antiche mura 1 stella luminosa.

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