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Magari alla lettura i soliti benpensanti storceranno il naso; magari si lasceranno andare a commenti scomposti ed affrettati, scomodando Fedro, Esopo ed altre antiche scritture. Od invocando l’onore cittadino violato per la mia definizione del Luogo Geografico-Politico esplicitata già nel titolo. E della quale definizione ne assumo, io soltanto, ogni responsabilità. Ma qui la storia della volpe e dell'uva non c'entra. E non c’entra neanche la disquisizione sull’opportunità della definizione; che diciamo così, sarà anche un po’ cruda se volete, ma che, in fondo, è del tutto evidente molto aderente alla realtà. Non è infine la necessità della lagnanza postuma a spingere la mia penna; più semplicemente, ed in tutta onestà, mi obbliga ad impugnare la penna la voglia della chiarezza. Vediamo un po' di mettere un certo ordine in questa delicata materia.

Amantea affronta una tornata elettorale, diciamo così, delicata. A mio giudizio, ma anche di tanti altri semplici cittadini, non impastoiati cioè con politica e politichese, la Città si gioca una buona fetta di futuro. Da molto tempo sono stati aperti "cantieri' politici, ognuno autodefinitosi innovativo, ma sostanzialmente tutti, ribadisco "tutti nessuno escluso", incamminati sul medesimo binario.

Un candidato a Sindaco ritenuto salvifico, dove salvifico però equivale, nelle intenzioni dei novelli Richelieu, a possibile grande collettore di voti; una lista composta col bilancino del farmacista, che misuri con esattezza il vero principio attivo, cioè la forza numerica dei singoli; una schiera di supporter più o meno variopinta e/o rappresentativa che assicuri tutto il resto. Claque, Rumor e porta a porta compresi. Tutto qua. Amantea che ha bisogno dell'Uomo della Provvidenza e che la Provvidenza, magnanima, invia a miracol mostrare. Domanda : per fare cosa ? Ma diamine !!!! Questi son dettagli ! Un programma si scrive in una notte.....  

Noi, e quando dico Noi intendo un gruppo composito comprendente giovani e meno giovani intelligenze cittadine legate dall’ unico filo dell’amore per questa Città, avevamo invece immaginato un percorso diverso, valido non perché nostro, ma Nostro perché valido. Definendo innanzitutto un Programma, imperniato sulle poche reali priorità di una Città ( o forse sarebbe più giusto dire di un Paese con pretesa di Città ? ) che esce, diciamo così, da un recente particolare periodo Un Candidato a Sindaco individuato in una pubblica Assemblea tenuta per raccogliere adesioni. Con l’ovvia postilla della individuazione tra tutti gli aderenti impegnatisi a sostenere e operare con tale programma. E con analogo metodo comporre la lista. Con l’esplicito intento di rendere il programma il vero collante della lista, non certamente il calcolo numerico dei voti portati in dote. Che a vittoria ottenuta diventa invece il presupposto per successive richieste spartitorie. Da far impallidire il manuale Cencelli. Insomma un programma per la Città ( o se volete per il Paese ecc.ecc) . Un programma non rigido, aperto al contributo dei cittadini, capace di accogliere suggerimenti e proposte volte al miglioramento dell’azione di governo. Non un affrettato programma scritto nottetempo per giustificare una personale ambizione, singola o collettiva, ( ma che sarebbe più giusto definire personale sete di potere, singola o collettiva).                                                                                                                   Eravamo tutti d'accordo. Piaceva a tutti quelli con i quali avevamo avviato una costruttiva discussione. Avevamo anche redatto il Programma, tutt’ora consultabile sui siti locali. All’improvviso, come in tutte le rappresentazioni teatrali degne di nota, il colpo di scena: l’intero ingranaggio del Percorso Democratico, che avrebbe portato alla composizione della lista Cambiamo Amantea, si è inceppato. Colpa di granelli di sabbia intrufolatisi, al posto dell’olio, tra le sue rotelle. E colpa di Rotelle che all’improvviso si sono rifiutate di girare. Quali? Non è il caso di elencarli. I cittadini devono sapere che all'improvviso il meccanismo si è inceppato e che non è' più possibile rimetterlo in moto. O perlomeno penso sia molto difficile rimetterlo in moto stante l’eseguità del tempo per poterlo ripulire e reingrassare. Una nuova stagione democratica Amantea non potrà viverla. Dovrà accontentarsi del solito rituale. Sempre con gli stessi attori, nuovi solo per nuove strategiche alleanze opportunamente stipulate. Verranno a bussare alle vostre porte. Le vostre case saranno visitate più dei Sepolcri durante la Settimana Santa. Verranno a parlarvi di un cambiamento che loro stessi, sempre gli stessi, non sono stati capaci di produrre da oltre un ventennio. Promettendo di cambiare tutto, dalla A alla Z, ben consci però di non voler cambiare assolutamente niente. Con buona pace del Gattopardo, al quale, Tutti, Nessuno escluso, in fondo convintamente si ispirano. Tutti. Tranne Io. Tranne Noi !!!!!!! Enzo Pellegrino

NdR L’amaro sfogo di Vincenzo merita una profonda riflessione. Nella foto Pericle de “Qui ad Atene noi facciamo così”

Pubblicato in Cronaca

Colgo nell’incipit dell’intervento di Peppe Marchese un attestato di stima che mi onora e che ricambio. Non riesco però a comprendere perché Egli ritenga che una “vision”, anche quella avvolta in una supposta dimensione onirica, debba essere a tutti i costi ridotta al rango di mera illusione.

Confesso che, nel proporre il Percorso virtuoso, affidandolo alle pagine di Amantea. Net, ho cercato di restare quanto più possibile aderente alla realtà quotidiana. Indigesta fin che si vuole, ma che resta sempre e solo realtà, anzi… la realtà.

Vogliamo dire che confrontarci con questa realtà non rappresenta certo il massimo delle mie, anzi delle Nostre aspettative ? e chi lo può negare ?! o perlomeno, io non lo nego !!!  

Ma posso turbarmi io della realtà ? E perché mai ?!! La realtà non può e non deve turbare. Men che meno offendere. Bisogna prendere atto della realtà, capirla fino in fondo, interpretarla anche. Ed agire per far si che una realtà non troppo gradita possa essere mutata, cambiata, rivoluzionata. Ha detto bene Peppe Marchese: il mio è un sogno. Sono felice che ne abbia colto esattamente il senso, modesto essendo il mio scritto. Segno che ancora riesco ad esprimermi in maniera chiara.     Ebbene si ! Voglio sognare….. Debbo sognare…. per realizzare, nel sogno e per il sogno, che la storia è maestra di vita…..che la cultura è foriera di rivoluzione…..insomma che ad Amantea finalmente tutto può cambiare.

Il sogno come presupposto di una rivoluzione? Forse…. Tanto la storia è piena di rivoluzioni partite da un sogno….. E per chiarire definitivamente il senso, dico che il sogno trae origine dal lontano V secolo avanti Cristo, e precisamente dalla lettera di Pericle agli ateniesi.(nella foto) Un sogno che è sogno di libertà, di pulizia, di aria nuova. Un sogno che può e deve spiazzare principalmente tutte quegli incubi ( inciuci, intrallazzi, intese sottobanco, lobby e via dicendo, da Peppe magistralmente elencate) che rendono travagliato il percorso della Città. Un sogno che deve innanzitutto essere espressione e garanzia di onestà, intellettuale e politica, presupposto indispensabile ad una onestà amministrativa di cui in Città si sente urgente bisogno. D’altra parte, tanto per restare con W. Shakespeare, così Amleto nel celebre monologo:

essere o non essere, questo è il problema.

che cos'è piu' nobile, soffrire nell'animo per i sassi e i dardi scagliati dall'oltraggiosa fortuna,

o impugnare le armi contro un mare di affanni

e combatterli fino a farli cessare?

morire, dormire... forse sognare…..

morire ,dormire.., forse sognare, ecco il difficile.

Ecco veramente la cosa difficile: ….sognare il difficile. Ed impegnarsi perché il sogno diventi realtà. Perché in fondo, così come canta Cenerentola, ….i sogni son desideri di felicità

C’è qualcuno tra Voi che aspira solo all’infelicità ?

                                                                                              Enzo Pellegrino

NdR. Aggiungiamo il Discorso di Pericle agli Ateniesi

 Discorso agli Ateniesi (Pericle 461 a.c.)

Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.

Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri,chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.

Qui ad Atene noi facciamo così.

La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.

Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.

Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.

E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.

Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.

Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.

Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.

Qui ad Atene noi facciamo così

Pubblicato in Politica
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