Difficile davvero fare l’amministratore comunale. Difficilissimo farlo in un comune in dissesto.
Impossibile in un comune che non è ancora uscito dal primo dissesto e sembra destinato a rientrarci.( Sulla vicenda ci ritorneremo)
Ad anno scolastico iniziato il problema che porgiamo alla intelligente attenzione dei nostri lettori è se il trasporto degli scuolabus rientri tra quelli a domanda individuale o se si tratta di un servizio pubblico vero e proprio
La differenza non è da poco.
E questo perché se fosse un servizio a domanda individuale il comune ben potrebbe chiedere agli utenti la copertura solo parziale dei costi derivanti dal servizio stesso, mentre se si trattasse di un servizio pubblico il comune dovrebbe coprirne l’intero costo come previsto dall’art 117 del TUEL.
Tutto discende dal fatto che la Corte dei Conti potrebbe(dovrebbe) condannare gli amministratori a ripagare il debito derivato all’ente comune.
Questa paura è emersa nel democratico incontro tra l’amministrazione comunale (presente l’assessore al bilancio) e una parte ben espressiva della comunità locale.
Questa paura è maggiormente cresciuta a fronte delle diverse pronunce espresse da distinte Corti dei Conti (Piemonte, Puglia, Sicilia).
Si legge nella sentenza della Corte dei Conti del Piemonte quanto segue:
“Più in particolare, la magistratura contabile ha evidenziato come né il Dl 55/1984, convertito dalla richiamata legge 131/1983, né il decreto 31 dicembre 1983 del Ministero dell'Interno ricomprendano tra i servizi pubblici locali a domanda individuale quello di trasporto scolastico.
Non ritenendo di dissentire dal richiamato indirizzo interpretativo, del quale, anzi, se ne condividono le argomentazioni a sostegno, la Sezione, in occasione dello scrutinio del presente quesito, ritiene di ribadire il principio secondo cui il trasporto scolastico è un servizio pubblico, ma non potendo essere classificato tra quelli a domanda individuale, non possono allo stesso reputarsi applicabili i conseguenti vincoli normativi e finanziari che caratterizzano i servizi pubblici a domanda individuale, espressamente individuati dal menzionato D.M. n. 131/1983.
La natura di servizio pubblico, in quanto oggettivamente rivolto a soddisfare esigenze della collettività, comporta, pertanto, che per il trasporto scolastico siano definite dall’Ente adeguate tariffe a copertura dei costi, secondo quanto stabilito dall'articolo 117 del Tuel.
In effetti, per tutti i servizi pubblici, anche non definibili “a domanda individuale”, come nella specie, l’art. 117 TUEL stabilisce che:
1. Gli enti interessati approvano le tariffe dei servizi pubblici in misura tale da assicurare l'equilibrio economico-finanziario dell'investimento e della connessa gestione. I criteri per il calcolo della tariffa relativa ai servizi stessi sono i seguenti:
a) la corrispondenza tra costi e ricavi in modo da assicurare la integrale copertura dei costi, ivi compresi gli oneri di ammortamento tecnico-finanziario;
b) l'equilibrato rapporto tra i finanziamenti raccolti ed il capitale investito;
c) l'entità dei costi di gestione delle opere, tenendo conto anche degli investimenti e della qualità del servizio;
d) l'adeguatezza della remunerazione del capitale investito, coerente con le prevalenti condizioni di mercato.
2. La tariffa costituisce il corrispettivo dei servizi pubblici; essa è determinata e adeguata ogni anno dai soggetti proprietari, attraverso contratti di programma di durata poliennale, nel rispetto del disciplinare e dello statuto conseguenti ai modelli organizzativi prescelti.
3. Qualora i servizi siano gestiti da soggetti diversi dall'ente pubblico per effetto di particolari convenzioni e concessioni dell'ente o per effetto del modello organizzativo di società mista, la tariffa è riscossa dal soggetto che gestisce i servizi pubblici».
Che fare allora?
Forse ,in siffatta situazione, non sarebbe male che si pronunciasse in anteprima la Corte dei Conti calabrese proprio per evitare responsabilità a carico degli amministratori locali.
Basta una urgente domanda ed un viaggio in quel di Catanzaro!
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Cronaca
Sulla sentenza della Corte dei Conti intervengono anche i consiglieri di maggioranza in replica al M5s.
“Con quale coraggio chi ha mandato formalmente in dissesto il Comune di Cosenza lancia accuse a questa amministrazione sulla gestione dei conti”.
È quanto afferma l’assessore Francesco Caruso( nella foto), aggiungendo: “Invitiamo Guccione e il PD ad andare a leggere la deliberazione della Corte dei Conti n. 97 del 2012 che, dopo aver esaminato il conto consuntivo del 2010, di fatto decretava appunto l’avvio delle procedure di dissesto.
Hanno devastato una città, lasciando una ingente mole di debiti che coprivano con crediti fasulli e, ancora oggi, si permettono di dare lezioni.
Carlo Guccione e il PD dimenticano l’incapacità del Comune di far fronte agli impegni assunti e le tante manifestazioni di lavoratori delle Coop e di tutto l’indotto, che chiedevano semplicemente di ricevere gli stipendi arretrati.
Per non parlare dei tempi medi di pagamento delle imprese che durante il loro governo superavano i 365 giorni”.
Ci siamo chiesti in tante occasioni – aggiunge Caruso – come era possibile spendere così tante risorse in spesa corrente e in investimenti con una città che agli occhi di tutti era spenta e disastrata. Quando ci siamo accorti che al posto dei crediti erano appostati in bilancio solo numeri era troppo tardi perché la Corte dei Conti aveva già dichiarato il dissesto.
Un quadro desolante che ci ha posto dinanzi ad una decisione fondamentale: prendere la scelta politicamente più comoda dichiarando il dissesto che all’epoca avrebbe determinato gravi conseguenze occupazionali soprattutto per le categorie più deboli (non esistevano affidamenti pluriennali alle Cooperative bensì si utilizzavano i cottimi fiduciari che, con il dissesto, non sarebbero stati più attivati), oppure utilizzare una norma appena emanata e cercare di mettere a posto i conti attraverso un piano di riequilibrio pluriennale che avrebbe mitigato le conseguenze sulla città.
Nel 2013 non abbiamo scelto il pre-dissesto e dimostreremo con numeri alla mano che la situazione finanziaria del Comune di Cosenza è migliorata nonostante i pesanti tagli ai trasferimenti dello Stato. Grazie soprattutto a questa scelta in caso di dissesto non si avrebbe alcuna conseguenza per i cittadini e soprattutto per le categorie più deboli”.
Sul caso del dissesto finanziario al comune di Cosenza anche i consiglieri comunali di maggioranza hanno replicato al M5s che contestava l’inadeguatezza dell’amministrazione nel far fronte alla mole debitoria dell’ente.
“Dai Cinque Stelle solo attacchi inesatti finalizzati ad allarmare i cittadini.
Solo così ci ricordiamo che il Movimento grillino ha parlamentari anche in Calabria”, scrivono i consiglieri Carmelo Salerno, Andrea Falbo, Luca Gervasi, Vincenzo Granata e Pierluigi Caputo.
“Grazie a qualche dichiarazione di stampa piena di inesattezze, si legge in una nota, ci ricordiamo che in questo territorio esistono dei parlamentari dei Cinque Stelle che dimostrano ancora una volta l’assoluta incapacità di analizzare e risolvere i problemi.
A chi oggi accusa questa Amministrazione, invitiamo ad andare a leggere la deliberazione della Corte dei Conti n. 97 del 2012 che, dopo aver esaminato il conto consuntivo del 2010, di fatto decretava l’avvio delle procedure di dissesto”.
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Cosenza
No! Non è il classico specchietto femminile che serve per verificare se i capelli e quanto altro sono posto!
Né lo specchietto per le allodole…..
Si tratta, invece, dello specchio che aiuta gli automobilisti di un difficile incrocio a sapere se arriva un’auto che diversamente non si vedrebbe e quindi ad evitare se possibile ripetuti ed anche gravi incidenti.
Uno specchio caduto a fine anno scorso, ci dicono per il forte vento, anche se si nota una profonda ferita nel suo contenitore, quasi come se fosse stato urtato da un camion.
E’ lo specchio dell’incrocio tra via Santa Maria e la sua traversa denominata Via Po.
Nessuno finora si è interessato alla sua ricollocazione
Come se, praticamente, fosse inutile
Non possiamo non parlarne anche se qualcuno potrebbe dire che stiamo facendo propaganda di fatti che “ ledono l’immagine della Città”
Ovviamente persone che vorrebbero zittire il mondo, cancellare tutto ciò che è scomodo anche se vero.
Non possiamo non sollecitarne la sua immediata riparazione.
Non possiamo non ricordare a chi di dovere che se dovesse succedere un incidente a causa della mancanza dello specchio “chi di dovere” sarebbe il responsabile morale e dalla pubblicazione di questo articolo anche civile.
Auguri Amantea.
Buon 2018!
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Comunicati - Sport - Giudiziaria