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valigia2020Il diverso ha fatto sempre paura, l'innovazione porta sempre timore e il veder le cose cambiare, mutare negli anni ti lascia un vuoto dentro che è possibile colmare solo con il ricordo. Vedo tutto intorno a me prendere un forma negativa e triste. Molti miei coetanei sono in giro per il mondo, cercano una speranza, una nuova vita in un nuovo paese che non è il loro. Ho sentito dire che la Calabria non merita  la presenza di giovani menti, non le sa e non le vuole sfruttare. Vedo la mia piccola cittadina svuotarsi, le strade essere deserte e sentire solo le voci di vecchi uomini che raccontano quando ancora quelle strade erano vive e quando ancora si respirava aria di serenità.  Mesi fa andai a trovare un amico di famiglia trasferitosi da giovane a Torino.  Appena incrociò lo sguardo di mio padre si emozionò, sembrava di aver visto nei suoi occhi  la Calabria, sembrava di aver visto il suo tanto amato mare. Gli portammo la salsiccia, pianse. Per lui non era solo bello vedere il prodotto tipico della sua regione di nascita, ma ritrovava in quella pietanza la sua giovinezza, il suo sangue ‘terrone’. In quel momento il cibo oltre a essere un fatto nutritivo era anche diventato un fatto sociale e culturale.  Arrivati nella sua piccola casa, disse: ‘’ io qua  cu la famiglia mia mi siantu bene, ma quando esco da casa mi ripeto sempre se sono stato io lo sbagliato che me ne sono andato o sono gli altri gli sbagliati che sono rimasti’’.  Tale citazione non la scorderò mai. Leggendo il libro ‘Pietre di Pane’ mi rimbombava sempre nella testa, ritrovavo quella frase in ogni racconto presente in esso.  Il suo andarsene si può tradurre come un falso spostamento: fisicamente non è presente nella sua terra, ma gli basta chiudere gli occhi per sentire l’ odore del mare e per immaginare di essere protagonista in uno dei principali riti del paese. Le giornate dei migranti sono piene di malinconia che cessa di essere negativa quando si trasforma in attesa. Il viaggio, infatti, è bello solo perché c'è sempre qualcuno che dall'altro lato ti aspetta. Cristina, Amantea, 19 anni, studentessa all'Unical in Lettere e Beni Culturali.

Le foto di Amantea sono state inviate da Cristina. 

Memoranda. Memorie, riflessioni, racconti per il futuro

Questa rubrica è coordinata dall’antropologo e scrittore Vito Teti e ha lo scopo di raccogliere le “memorie” della vita quotidiana delle giovani generazioni e delle persone di ogni età nel tempo presente.

La sezione si colloca nell’ambito del progetto “Il mio spazio vissuto”.

Tutte le immagini a cui i testimoni fanno riferimento nei loro testi sono disponibili nella sezione Memoranda – Media.

stazione2020

Pubblicato in Cronaca

stazioneAbbiamo già scritto dei clochard che dormono all'albergo della stazione ferroviaria. Disperati tollerati se non portati in Italia dalla volontà del PD e del Papa e poi dimenticati. Senza un lavoro, senza aiuto e nemmeno riportati da dove provengono  e dove sicuramente stavano meglio. Eppure ci sono tanti conventi liberi. Ed allora ecco il loro armadio

Pubblicato in Cronaca

stazioneCi sono migranti e migranti. E poi barboni e barboni. C'è chi dorme in albergo e chi per non morire di freddo si nasconde nella stazione ferroviaria. Se trova posto,  sulle grandi panche di legno e se occupate sui cartoni. Non sappiamo chi sono, né da dove vengono. Sicuramente non hanno le indennità del M5S. Diversamente si sarebbero potuti fittare,magari insieme,una stanza. certo   non sembra giusto che nel 2020 si continuino ad accettare migranti da tutto il mondo ,migranti che non trovano lavoro e per non morire di freddo li si lasci fornire nella stazione ferroviaria, in quella stazione che ha tanti vani da poterne ospitare decine e decine. ma ci vuole un'altra Italia, un'altra Amantea

Pubblicato in Primo Piano

Un collasso pressorio ha impedito d una anziana signora napoletana in partenza dalla stazione ferroviaria di Amantea di salire sul treno per ritornare a casa

Qualcuno preoccupato chiama il 118 che interviene immediatamente

Il treno intanto parte.

La anziana turista resta su una delle panchine del terzo binario

I medici del 118 si affannano intorno alla signora napoletana che piano, piano si riprende.

 

 

Tentano anche di portarla nel bar della stazione fortunatamente sempre aperto ma la signora si rifiuta.

Mancano 2 ore per il prossimo treno ed appare fortemente opportuno che la signora stia al fresco.

La convince la ragazza del bar

Lo stesso bar che ha immediatamente offerto alla donna napoletana una bottiglia di acque fresca.

Come dire:tutto è bene quel che finisce bene

A noi muti testimoni dellevento non resta che segnalare la totale disponibilità del bar della stazione , la tempestività dei soccorsi e la professionalità degli addetti.

Pubblicato in Cronaca

StazioneTreniLa crisi di presenze turisti che è figlia della concorrenza sleale.

Abbiamo scritto della crisi di presenze di turisti negli alberghi amanteani.

 

Un nostro lettore ci ha scritto che probabilmente abbiamo sbagliato.

E ci ha invitato a prendere atto che ci sono alberghi senza licenza che fanno concorrenza sleale al sistema alberghiero cittadino.

 

Per quanto minimale abbiamo potuto verificare che era la verità.

Per esempio nell’albergo della stazione ferroviaria dormono in tre.

Sono rumeni.

 

E dormono in tre in una stessa stanza, o meglio in uno stesso stanzone; è quello della sala d’attesa.

Uno dorme sull’unico scomodo finto letto rappresentato dal divanetto di legno, gli altri due sul comodo pavimento, arredato da fogli di cartone che vengono posti a terra per evitare la umidità che sale dal pavimento.

Al mattino sveglia presto, quando è ancora buio.

 

Se i servizi igienici sono aperti vengono abbondantemente usati , se chiusi occorre andare per campi o per marine.

E sempre con i bagagli al seguito.

Per lavarsi la stessa cosa.

Se i servizi della stazione sono aperti ci si lava , diversamente si scende alle fontanelle del lungomare.

Praticamente sono circa mille presenze non registrate dal sistema alberghiero ufficiale ( 3 x 365).

Non siamo certi che non esistano altri alloggi abusivi.

Mancavano 10 minuti alle quattro quando è squillato l’allarme anti intrusione del bar della locale stazione ferroviaria.

 

Tempestivo l’arrivo della guardia privata alla quale l’allarme era immediatamente arrivato.

Appena arrivato alla stazione i ladri sono scappati lasciando sul posto tutti gli attrezzi usati per il furto , alcuni dei quali semidistrutti nell’inutile tentativo di aprire le porte blindate.

Una delle foto è relativa ad un attrezzo che si è spezzato nel tentativo di forzare la porta di ingresso dal lato dei binari ferroviari.

I ladri, comunque, avevano chiuso il cancello dell’ ingresso pedonale alla stazione ferroviaria così da isolarsi mentre tentavano il furto.

La fuga in sostanza è avvenuta lato mare, probabilmente utilizzando i sottopassaggi che portano sul lungomare o marciapiedi, marciapiedi.

 

 

Tempestiva, anche, la presenza del proprietario del bar che era quasi sveglio e che è giunto dopo pochi minuti.

Altrettanto rapido l’intervento dei carabinieri della caserma di Fiumefreddo Bruzio che hanno proceduto a quanto del caso, redigendo apposito verbale.

Sono stati rubati soldi contenuti nel registratore di cassa e prodotti vari del bar stesso.

 

Dopo avere inutilmente tentato di divellere la porta, ai ladri non è rimasto altro che spaccare uno dei vetri blindati, probabilmente con una grossa mazza.

Il manico del piccone era, infatti, rotto.

 

Purtroppo sul piazzale della stazione ferroviaria non è installata alcuna telecamera di sicurezza, né all’interno della stazione ferroviaria.

Siccome sono diversi i furti anche di auto verificatisi alla stazione sembra fortemente opportuno che telecamere siano installate sia all’esterno che all’interno della stazione.

Una delle cose strane di questo furto è che nella sala d’aspetto della stazione dormono tre rumeni identificati dai carabinieri ma che sostengono di non aver sentito niente .

Eppure i ladri dovrebbero aver fatto rumore, nel tentativo di sfondare le porte e soprattutto per rompere il vetro blindato.

Anche su questo probabilmente i carabinieri stanno investigando.

Non solo ma sembra che altri furti siano avvenuti nella stessa notte.

Pubblicato in Politica

Non avevamo dubbi sulla “irritualità”( permetteteci l’eufemismo) della segnaletica verticale del comune di Amantea.

Mille ed una le prove.

 

Ma finora ci eravamo limitati a segnali fortemente “parziali”, “consunti” “illeggibili”, figli di un “abbandono” durato anni ed anni e di una sostenuta e perdurante mancata manutenzione.

Ma quasi a rispondere alle nostre perplessità ecco che veniamo smentiti da una tabella “futuribile”.

E’ quella posta sulla sponda sinistra del Santa Maria( per chi viene da via R.Mirabelli) e che indica che per arrivare alla locale caserma dei carabinieri occorre salire su Via Adda, verso la SS18.

Alcuni nostri lettori ci hanno chiesto se ne sapevamo qualcosa.

Altri, se questa tabella significava che a breve la caserma sarebbe stata spostata in qualcuna delle villette poste vicino al Liceo scientifico.

Non ci sembra che esista alcuna decisione ufficiale in merito o comunque che statuisca tale trasferimento.

Una unica certezza quale è quella che anche per chi viene da sud( poliambulatorio) esiste la stessa tabella che segnala che per arrivare alla locale Caserma dei carabinieri occorre salire Via Adda .

Comunque ( e come al solito) quando finisci di salire via Adda non ci sono altre tabelle che indichino se andare a destra ( verso le villette) od a sinistra verso il Municipio.

Sono finite le tabelle di indicazione o si sono accorti dell’errore?

 

Ed allora siamo costretti a chiedere alle autorità: chi le ha messe, chi le ha ordinate, chi le ha pagate?

No. I Carabinieri non si spostano. Lo si legge sull'altra tabella che vi mostriamo e che è all'inizio di Via Adda lato SS18.

In sostanza prima si sale su via Adda verso la SS18.

Lì giunti ti devi fermare perchè come detto non trovi indicato se devi andare a destra od a sinistra.

Allora ti fermi e vai al negozio di fronte a chiedere e li cortesemente ti indicano la tabella nella foto che ti dice di scendere da via Adda.

E così in perpetuum.

 

Pubblicato in Primo Piano

palme stazioneIl punteruolo rosso colpisce rovinosamente tutto il patrimonio palmizio di Amantea e lo sta letteralmente distruggendo.

Presso la stazione ferroviaria di Amantea le vecchie palme impiantate dal commendator Le Rose, storico capostazione della cittadina tirrenica, sono state quasi tutte colpite e distrutte.

Ne è rimasta in piedi una soltanto, ma anche essa sembra essere stata comunque attaccata dal coleottero asiatico.

Le altre stanno in piedi quasi per miracolo.

Anzi due di esse sono pendule, come la torre di Pisa ed a rischio di crollo.

Una potrebbe addirittura cadere su una casa sottostante

Proprio per questo. stamattina si sono visti gli operai delle ferrovie che dovranno comunque ulteriormente intervenire con il cestello e mozzare man mano i tronchi delle palme per evitare pericolosi cedimenti.

In modo improvvisato, comunque, l’area a rischio è stata circoscritta con strisce di plastica colorata che , nelle intenzioni, vorrebbero inibire l’accesso alla zona pericolosa.

Nemmeno le ferrovie hanno adempiuto al preciso obbligo di intervenire per salvare le palme della stazione ferroviaria, al pari del comune di Amantea, che però dalla sua può vantarsi di tagliare le foglie ed i tronchi per ridurre il rischio di crollo

Non sarebbe la prima volta che alberi o loro parti crollano determinando danni e talvolta perfino ferite anche gravi su quanti si trovino a passare nei pressi ed , in alcuni casi, anche la morte.

Pubblicato in Cronaca

Se andate nella stazione ferroviaria di Amantea per prendere un treno e vi capita di avere un bisogno fisiologico che fate?

 

Cercate un bagno, vero? E lo trovate.

Non uno ma due, uno per le donne ed uno per gli uomini.

 

Sono in fondo alla palazzina ferroviaria lato sud. Ma vi avvertiamo. E’ inutile andarci. Sono sempre chiusi a chiave e quindi inutilizzabili.
Per fortuna che c’è un bar al quale vi potete rivolgere. Sempre che sia aperto. Lo è spesso ma non sempre.
D’altro canto non può aprire per sopperire alle deficienze delle ferrovie.
E pensare che se un bar apre senza servizi igienici i NAS o le ASP che funzionano lo chiudono.
Ma le ferrovie sono intoccabili? Al di sopra della legge? No, certamente.
Ed allora perché nessuno interviene ?.Non interviene l’ASP e non interviene l’amministrazione comunale.
I turismo è anche questo e non solo “sorrisi e canzoni”. E non basta. Dovete anche sapere che andare di sera nella stazione ferroviaria di Amantea è un azzardo. Sui quattro lati della palazzina ferroviaria ci sono organi illuminanti. Ma nessuno di loro funziona e la stazione è completamente al buio.

Le scarse luci sono quelle del marciapiede centrale.
Devono restare spente queste luci? Sicuramente no. Perché mai avrebbero dovuto piazzarle se poi non dovevano funzionare?
E se devono funzionare per la sicurezza anche fisica degli accedenti perché nessuno sostituisce le lampade fulminate ?

A chi compete? E chi sta omettendo il proprio dovere?
Ed a chi tocca controllare?
Possibile che una stazione che serve non solo una cittadina di 15 mila abitanti ma anche un comprensorio di circa 40 mila abitanti debba essere così abbandonata?
Perché nessuno la tutela e tutela così i viaggiatori?
Anche in questo caso un solo amministratore di maggioranza o di minoranza che gridi il suo sdegno possibile che non si trovi? Che ci stanno a fare?

Pubblicato in Primo Piano

Ad Amantea l’anno inizia con botte da orbi.

Luogo della vicenda la stazione ferroviaria

Protagonisti L.N.T., 35 anni, originaria della Bulgaria, la vittima; F.V.M., 34 anni, rumeno.

I due quasi certamente giunti in Italia alla ricerca di un lavoro , entrambi senza fissa dimora, sembra si fossero recati alla stazione per passarvi la notte nella sala attesa che resta aperta anche di notte e che si presta spesso a ricovero per i disperati.

Sono i primi minuti del 2014

L’uomo sembra fosse in stato di ebbrezza, ed invece di dare alla sua compagna gli auguri di buon anno la massacra, procurandole traumi, fratture alle costole con un conseguente e pericoloso riversamento di liquido nei polmoni.

Interviene la squadra giudiziaria del commissariato della Polizia di Stato , diretta dall’ispettore capo Giuseppe Sciacca

Interviene anche il 118 che trasporta la bulgara, le condizioni sono gravi, presso l’ospedale di Paola

Intanto il rumeno è scappato e gli investigatori hanno subito dato inizio alla sua ricerca individuandolo

Al Giudice di valutare la necessità del fermo vista la efferatezza del gesto

Pubblicato in Cronaca
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