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Il procuratore di Paola Pierpaolo Bruni è un osso duro, un “mastino” come si dice in gergo e anche se perde la prima “battaglia” non è certo il tipo che molla o la dà vinta ai corrotti e a chi li protegge. L’importante operazione di questa mattina, realizzata in collaborazione con i finanzieri della Compagnia di Paola e della Tenenza di Amantea, che ha portato a sequestri e denunce per un giro di fatture false di 9 milioni di euro per truffare Regione Calabria e Provincia di Cosenza ha una storia lunga, che comincia nello scorso mese di luglio.

Pierpaolo Bruni teneva d’occhio un commercialista di Amantea, che aveva acquistato in leasing un’imbarcazione da 200.000 euro, ma non aveva versato i canoni pattuiti, utilizzando il motoscafo a fini personali. E così aveva denunciato il professionista di Amantea per appropriazione indebita sequestrandogli l’imbarcazione, profitto di reato di appropriazione indebita aggravata in danno di una società di leasing.

L’imbarcazione, di lunghezza superiore a 10 metri e del valore di oltre 200 mila euro, era stata ceduta dalla società di leasing – appunto – a questo scaltro commercialista di Amantea. Pagate le prime rate del contratto, il professionista si era poi reso moroso, accumulando un debito di oltre 90 mila euro pur continuando ad utilizzare il natante a fini personali.

Dopo aver invitato inutilmente il professionista a regolarizzare i pagamenti, la società di leasing ha risolto il contratto e chiesto la restituzione del bene. Diversamente da quanto richiesto, il professionista ha continuato ad utilizzare l’imbarcazione per fini personali e non ha restituito il natante, appropriandosene quindi indebitamente. E’ allora scattato il sequestro dell’imbarcazione e la denuncia del professionista per appropriazione indebita.

Tutto risolto? Neanche per idea perché, poche ore dopo, i legali del professionista,evidentemente “accavallati” con il Tribunale di Cosenza, ribaltavano clamorosamente la situazione pubblicando – addirittura – una piccata smentita dei fatti. 

I legali del professionista, Antonio Cavallo e Pietro Sommella, in una nota affermavano che la notizia sopra citata era inesatta e precisavano: “In data odierna – spiegano -, contrariamente a quanto indicato dagli organi di informazione on-line, è stato eseguito un provvedimento, emesso dal Tribunale di Cosenza già in data 11 luglio 2018, di accoglimento della istanza di riesame del sequestro disposto dal GIP del Tribunale di Paola, con conseguente restituzione dell’imbarcazione al nostro assistito, nella sua qualità di utilizzatore-detentore qualificato”.

“Il Tribunale di Cosenza, difatti, – proseguono i due avvocati – in pieno accoglimento dei motivi di gravame, ha accertato che il predetto utilizzatore aveva preventivamente contestato la presunta morosità, da accertarsi eventualmente in sede civile ed, anzi, imputando alla medesima società di leasing un inadempimento delle proprie obbligazioni e che per tali considerazioni, “non si ritiene configurabile l’ipotesi di reato contestata e posta a fondamento del vincoo cautelare reale de quo”.

Tutto risolto? Neanche per idea perché – a questo punto – Bruni se la legava al dito e così, proprio partendo da quella imbarcazione(che è stata nuovamente sequestrata!) ha dimostrato che il commercialista di Amantea era tra le pedine di una gigantesca truffa milionaria ai danni di Regione e Provincia. Con buona pace dei suoi avvocati e – soprattutto – di quegli “intelligentoni” corrotti fino al buco del culo del Tribunale di Cosenza!

Iacchitè.com

Pubblicato in Cronaca
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