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Erano le 04,30 quando il grande pino posto sul marciapiede lato mare della SS18 nei pressi della ex Carota è crollato rovinosamente sulla statale inibendo totalmente il traffico

Sul posto immediatamente i Carabinieri ed il vigile amanteano Davide Casalinuovo( come non ringraziarli?) che hanno controllato la viabilità evitando problemi agli automobilisti.

 

 

Colpa del vento forte che stanotte ha imperversato su Amantea

E non è stato l’unico albero a cadere( vedi altro articolo)

Ringraziamo anche Luca Guzzo per le tempestive informazioni

Al momento il traffico è deviato sullo spazio privato del sig Venerio

I Vigili del Fuoco ed il personale della cooperativa comunale stanno asportando i rami così da permettere il ripristino della normale circolazione

Forse sarebbe il caso di intervenire sui pini che come ben noto hanno scarse radici.

Ma questo è un ulteriore( ed antico ) problema per la giunta Pizzino.

Pubblicato in Cronaca

grastaCi vuole fortuna nella vita. E la proprietaria del vaso caduto sembra averne avuto tanta. Provate ad immaginare cosa sarebbe successo se il caso fosse caduto sulla macchina sottostante?. Forse "qualcuno" dovrebbe imporre il divieto di esposizione all'esterno del balcone se questo è aggettante su spazio pubblico o di uso pubblico. Od almeno ricordare le gravi responsabilità gravanti su chi provoca danni a beni e persone. Ma ancora più gravi sarebbero state le responsabilità se il caso fosse caduto su un passante! E per favore non dite che la colpa è del vento

Pubblicato in Primo Piano

Lo avevamo scritto che ci sono pali della pubblica illuminazione che rischiano di cadere, ma nessuno sembra ci abbia dato la dovuta attenzione.

Avevamo, tra l’altro, suggerito all’amministrazione comunale di far accertare la stabilità dei pali della luce, temendone la caduta.

E stasera è successo.

A Coreca.

La base del palo( vedi foto) era completamene arrugginita

Per mera fortuna il palo( evidentemente intelligente) è caduto per terra senza far male né a persone, né a cose.

I vigili in servizio sono immediatamente intervenuti ed lo hanno perfino rimosso, a braccia, mettendolo in sicurezza

Dir loro grazie sembra ben poco.

Non ne riportiamo i nomi per evitare illogiche ed immeritate reazioni dequalificanti.

Ci permettiamo, invece, di suggerire all’amministrazione di impegnare la parte necessaria dei 100 mila euro che il governo ha inviato ad Amantea per accertare i pali arrugginiti e che rischiano e di sostituirli o comunque metterli in sicurezza.

Il fatto che il palo caduto stasera non sia piombato su una delle auto parcheggiate (vedi foto) nei pressi con gravi danni materiali impone che si attenda a quanto suggerito.

La terza foto mostra la violenza della caduta.

Non parlo solo di fortuna generale.

Parlo anche di fortuna puntuale.

Come chiamarla diversamente, se no?

Il vento di ieri sera, raccolto da un segnale stradale, ha divelto la barriera metallica che collegava il “Ponte azzurro”, un tempo bellissimo, ( oggi è ponte pieno di ruggine- vedi prossimo articolo) con la casa degli anni trenta che oggi ospita il Ristorante “Ponte vecchio”.

Ovviamente non sarebbe bastato il solo vento, pur se qualche folata è stata intensa.

Il reale responsabile, infatti, è la ruggine che ha letteralmente mangiato i pilastrini metallici.

Una fortuna, quindi, che inferriata non sia caduta in basso, sulla strada, proprio sotto il ponte

Qualsiasi auto fosse passata avrebbe potuto urtare l’inferriata od addirittura essa sarebbe potuta piombarle addosso.

E così stamattina il tempestivo intervento del personale del comune ,accompagnato dai vigili urbani, che ha provveduto alla rimozione dell’inferriata ed alla temporanea sostituzione con una transenna metallica.

Una soluzione provvisoria, ovviamente.

Ora dovrà essere realizzata una nuova inferriata da ricollocare in situ.

Non è difficile che il comune provveda a sostituire la coeva inferriata a monte.

In realtà è l’intero ponte ad avere bisogno di un deciso intervento di manutenzione.

Ma come si dice qui da noi” senza soldi non si cantano messe!”.

Allora, intanto sostituiamo le due micro inferriate.

cap001A differenza dei classici capannoni, quelli in ferro vantano grandissime qualità di resistenza e affidabilità.
Queste strutture vengono utilizzate principalmente con la funzione di stoccaggio e protezione materiali, senza dimenticare l’utilizzo come zona di lavoro coperta dalle intemperie che non necessiti però un lavoro in muratura o di tipo specifico.

I capannoni in ferro sono incredibilmente resistenti, impermeabili e sicuri. Questo tipo di struttura infatti è studiata appositamente per resistere alle più varie tipologie ti stress fisico e ambientale.

Un capannone di questo tipo, sarà per esempio in grado di sopportare forti raffiche di vento, precipitazioni di ogni genere, dalla pioggia alla grandine, senza dimenticare la neve e il peso di quest’ultima.

Durante una forte nevicata infatti, la neve si deposita sul tetto del capannone, una struttura poco resistente potrebbe così diventare molto pericolosa e rischiare di crollare per lo stress fisico che subisce. Un capannone in ferro realizzato con cura e precisione invece è capace di resistere e di garantire totale sicurezza, senza dimenticare il tranquillo svolgimento della sua funzione, sia questa contenitiva che lavorativa.

Capannoni in ferro e vento

Altro elemento che caratterizza i capannoni in ferro è la resistenza a forti raffiche di vento continue. Il vento infatti è un altro elemento che può danneggiare fino a dirittura ad abbattere un capannone. Tramite la sua struttura in ferro studiata per avere una certa elasticità e realizzata attraverso materiali appositi, il capannone in ferro riesce a resistere al vento, ammortizzando l’impatto e mantenendo la struttura stabile e sicura.

Sia che parliamo di stoccaggio, ma soprattutto quando il capannone è utilizzato per svolgere delle operazioni, la sicurezza di quest’ultimo è assolutamente fondamentale. È in questo modo che le costruzioni in ferro si guadagnano la loro fama e diventano un elemento portante del sistema lavorativo.

Perché scegliere i capannoni in ferro

Studiati per resistere a terremoti, neve, agenti atmosferici di vario genere e vento anche estremamente forte, i capannoni in ferro diventano una scelta obbligatoria per chiunque abbia intenzione di allestire un’area di stoccaggio esterna o di ampliare la propria zona di lavoro con aree che necessitano questo tipo di struttura.

I capannoni realizzati in ferro con le loro caratteristiche uniche diventano un elemento di sicurezza, una garanzia di corretto svolgimento di lavoro e sicuramente una cosa in meno a cui pensare, durante le già impegnate e complesse ore lavorative della propria attività.

Pubblicato in Italia

 

giggino pell“Chi d'ambizion la vana lusinga non accende ed ama il sol che splende in libera contrada, chi vuole all'avventura suo cibo in bosco o lago cercare,sempre pago di ciò che da natura,venga qua' in seno alla foresta; nemici non avra' fuorche' l'inverno e il vento e la tempesta”.

 

"Il mattino ha l'oro in bocca" diceva qualcuno... e per me è stato così per tutti gli anni che ho vissuto in Nord America. Iniziavo bene la giornata solo se mi alzavo presto e mi preparavo subito una sostanziosa colazione : Uova con bacon, patatine fritte, toasts e un buon caffè canadese (il bibitone)..

Da allora di acqua ne è passata tanta sotto il low level bridge, uno dei ponti che attraversando il fiume Saskatchewan, portano dalla parte Nord di Edmonton al South side e viceversa. Girando in macchina con l’amico Enrico abbiamo fatto visita al Potere di questa città che è stato eccezionalmente abile in molti aspetti, uno di questi è stato il suo mascheramento.

 

Il Potere doveva rimanere nell’ombra, perché alla luce del sole avrebbe avuto noie infinite da parte dei cittadini più attenti delle moderne democrazie. E così ci ha rifilato una falsa immagine di se stesso nei panni dei politici, dei governi, e dei loro scherani, così che la nostra attenzione fosse tutta catalizzata su quelli, mentre il vero Potere agiva sostanzialmente indisturbato.

Generazioni di cittadini sono infatti cresciute nella più totale convinzione che il potere stesse nelle auto scintillanti, nei parlamenti nazionali, nelle loro ramificazioni regionali, e nei loro affari e mal affari. Purtroppo questa abitudine mentale è così radicata in milioni di persone che il solo dire il contrario è accolto da incredulità se non derisione. Letteralmente, ciò che si crede sia il potere non è altro che una serie di depistanti immagini con le relative tortine da spartire, a patto però che eseguano poi gli ordini ricevuti. Quegli ordini sono le vere decisioni importanti su come tutti noi dobbiamo vivere. Oggi il vero Potere sta nell’aria, bisogna immaginare che esiste un essere metafisico, quell’idea appunto, che ha avvolto il mondo e che dice questo: ‘Pochi prescelti devono ricevere il potere dai molti. I molti devono stare ai margini e attendere fiduciosi che il bene gli arrivi dall’alto dei prescelti. I governi si levino di torno e lascino che ciò accada’. Da quando l’uomo ha iniziato a costruire, mettendo mattone su mattone, la torre è sempre stata il simbolo della città nella quale sorgeva o addirittura di un’intera nazione. Un esempio contemporaneo? La Torre Eiffel: quale simbolo migliore per la Francia positivista di fine Ottocento? Eppure, questa passione dell’uomo per ciò che svetta e penetra il cielo (la biblica sfida della Torre di Babele è oggi più che mai attuale) non è immotivata. Dietro alla torre e al desiderio di sfidare la gravità c’è anche qualcosa di molto, molto più concreto: la dimostrazione di potere. Il grattacielo è la perfetta metafora ed espressione architettonica degli orrori del capitalismo e, più in generale, della Modernità.

 

Credere che la moltiplicazione specifica di questa tipologia di edifici prima inedita, cominciata alla fine dell’ ’800, sia dovuta solo ad esigenze commerciali e alla disponibilità di nuove tecnologie costruttive, è oltremodo riduttivo. Quando il Club dei Potenti necessita di maggior riservatezza, si dà appuntamento in luoghi meno visibili dei grattacieli delle grandi capitali, e in questo caso prende il nome di Gruppo Bilderberg, dal nome dell’hotel olandese che ne ospitò il primo meeting nel 1954.

I “serbatoi di pensiero”, le ‘Think Tanks’ sono esattamente delle fondazioni dove alcuni fra i migliori cervelli si trovano per partorire idee. Il loro potere sta nell’assunto che sono le idee a dominare sia la Storia che la politica, e di conseguenza la nostra vita, in particolare l’idea economica. Il potere deve sempre essere manifestato in modi mastodontici, faraonici: se no, che potere sarebbe?

Sul suo palcoscenico esterno va in scena tutti i giorni una commedia dell’orrore: i rifugi per i senza tetto in tutta la nazione respingono persone ogni notte perché non hanno più spazio. Qualcuno di loro ha la fortuna di rimanere vivo notte dopo notte, durante il rigido inverno canadese.

 

A volte un panino al momento giusto o una tazza di brodo caldo può fare un mondo di differenza per una persona senza fissa dimora come è stato per oltre 30 anni Ryan Arcand.La sua storia è rimasta un mistero solo per qualche giorno. Una troupe della CBC ha cercato subito di saperne qualcosa di più e, dopo solo pochi giorni in giro per le vie di Edmonton l’ha trovato seduto sulle scale di una chiesa, con qualche lattina di birra posata accanto a lui in un sacchetto di plastica.

Ryan Arcand è nato in una cittadina nei dintorni di Edmonton 43 anni fa. Quando aveva circa quattro anni è stato allontanato dal nucleo familiare dopo l’intervento dei servizi sociali. Quando Ryan parla del suo primo incontro con un pianoforte, ricorda il seminterrato della casa in cui si trovava in affido e dice: “Ho pensato che fossimo fatti l’uno per l’altro. Mi sono innamorato al primo sguardo“. Così, ha iniziato a suonare a orecchio, imitando le sigle delle serie tv o le colonne sonore dei film. A poco a poco ha iniziato a comporre musica.

 

Non si è riusciti a fare luce su quando la sua vita si sia “spezzata” di nuovo. Secondo quanto hanno riferito all CBC alcuni suoi lontani parenti, pare che sia stato proprio lui a voler restare per strada durante questi anni. Ovviamente non ha vissuto come un santo: abuso di alcool e qualche guaio con la legge. E’ stata proprio questa che spesso ha cercato di impedirgli di suonare alcuni dei pianoforti sparsi per la città (a causa delle bottiglie di birra e strane abitudini). Per fortuna non è stato allontanato da quel piano dove è stato ripreso da Roslyn. In seguito la CBC gli ha proposto di suonarne uno ‘particolare’, uno Steinway Grand, che si trovava nella chiesa più vicina. Ryan Arcand si è seduto e, prima di iniziare a suonare, ha detto solo: “Questo è un sogno“.

 

E poi non si è più fermato finchè non è arrivato l’organista della chiesa, che reclamava il suo strumento per esercitarsi. Allora si è alzato e ha cercato di spiegare come si sente quando suona: “E’ come quando giochi, e in più ti dimentichi di te stesso“. E poi ha concluso: “E’ come la verità, la vita. Io amo le persone. Talvolta le persone non amano me, ma non importa. Io amo le persone”.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

Un tempo folle questo di giugno.

Nei giorni scorsi forti piogge, grandine e forti venti

I danni sono stati notevoli

Il vento ha spezzato grossi rami degli alberi di ulivo ( vedi foto)

Ma ancora più grave è la perdita del prodotto per le forti cosse del vento

Gli agricoltori temono una forte contrazione della produzione 2014/2015

Gravi danni agli uliveti in particolare nella zona denominata Marina di Quintieri.

Gravi danni anche sulla cipolla rossa dolce IPG detta di Tropea in particolare su quella già raccolta e lasciata sul campo o posta nelle cassette di legno

Disagi anche ai produttori di foraggio che era stato lasciato sui campi a seccarsi e che è stato fortemente bagnato dalle piogge

Già nei mesi precedenti le condizioni meteo climatiche avevano provocato danni alle ciliegie la cui produzione si era fortemente contratta.

Così alle concorrenza sleale dei paesi del mediterraneo quest’anno si aggiunge anche la contrazione delle quantità prodotte

Dal Ns corrispondente

Pubblicato in Lamezia Terme
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