Riceviamo e pubblichiamo.
Sono costretto , ancora e per l’ennesima volta ,scrivere alle SS.LL. in indirizzo ,per sollecitare l’intervento URGENTE e non differibile della pulizia e della bonifica del canalone in loc Ruccoli( canalone sottostante panificio Osso), del Comune di Belmonte Calabro, pieno di sterpaglie, eccessiva vegetazione e quant’altro , materiale che ostacola il regolare flusso delle acque correnti e che minano l’incolumità dei cittadini,soprattutto degli abitanti delle case di recente costruzione della ditta Osso ,esponendoli a seri pericoli. A nulla sono valse le lamentele partecipate alla S.V. dai Cittadini residenti, lamentele rimaste inevase palesando, nello stesso tempo , disinteresse e superficialità. Alla luce delle ultime calamità naturali che hanno visto mettere in ginocchio interi quartieri di città e paesi, provocando devastazione ed anche morte di numerosi cittadini, spero che questa mia sia presa in debito conto e sortisca l’effetto desiderato, intervenendo ,se necessario anche energicamente, con le autorità deputate a detta bonifica, se non di interesse e specifica competenza comunale , il tutto non certo per soddisfazione dello scrivente, ma per la salvaguardia della incolumità della popolazione residente.
In attesa di positivi riscontri porgo distinti saluti
Belmonte Calabro li 26/11/2014
Dr. Giancarlo Pellegrino
Consigliere Comunale di minoranza
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Belmonte Calabro
Gli abitanti di Camoli protestano per l’abbandono della loro unica strada.
La denuncia su Facebook della giovane Francesca Linza.
“Questo è quanto succede a Camoli con un po’ di pioggia”- scrive Francesca Linza, giovane amanteana, nata a Paola e residente a Forlì.
“Sicuramente –poi continua- molti diranno “ è colpa di chi ha i terreni e non li cura”.”
Poi continua “Ma da che mondo è mondo la strada, ed i canali di scolo ai propri lati, dovrebbe essere di competenza comunale tutto l’anno, salvo i casi di proprietà privata”.
Infine la amara constatazione “Ma questa strada diventa comunale solo in casi di elezioni e poi tanti saluti”.
Notiamo dalle foto che non si tratta nemmeno di una strada. Non scorgiamo, infatti, le cunette che dovrebbero raccogliere l’acqua piovana.
Ci sembra piuttosto una pista.
Incomprensibile, poi, che la strada sia stata tracciata in modo da non poter sversare le acque piovane sui terreni laterali e quindi nei fossi che da sempre nelle nostre campagne hanno raccolto le acque per portarle nei fiume più prossimo od al mare. E sempre posto che i proprietari dei terreni laterali li puliscano.
Posto che sia una strada pubblica viene da chiedersi chi mai l’abbia progettata, chi l’abbia realizzata e, soprattutto, chi l’abbia collaudata.
Ma tanto vale anche se fosse una strada privata che deve comunque essere autorizzata.
Forse a noi calabresi occorre “prima” salire nel nord Italia, dove probabilmente le cose vanno meglio per denunciare tutte le cose che non vanno nella nostra terra che già frana di suo ma che in tal modo non viene certo aiutata.
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Cronaca
La natura fa il suo corso. Senza eccezioni, per fortuna
E finita l’estate ecco che arriva l’autunno.
E con l’autunno arrivano le piogge.
E purtroppo non sono più le solite piogge degli ultimi cento anni, quella che cominciavano magari al mattino e duravano , lente od intense, per ore ed ore, e talvolta per una intera giornata.
Oggi le chiamano “bombe d’acqua” .
Piogge magari di durata minore, ma intensissime.
Ed i danni sono notevoli.
Ma forse non è soltanto un fatto derivante dal “diverso” comportamento della natura che reagisce- molto probabilmente, se non sicuramente- alle “violenze “ dell’uomo.
Anzi quasi certamente questa situazione è figlia anche della disattenzione dell’uomo al “rispetto” della “natura” e dei suoi “bisogni” ,anche quando fossero considerabili eccessivi
Nella foto il fosso “Corallo” che raccoglie le acque della prima collina di San Procopio, della zona di Romanova e della zona “ U viscuvu”
Parliamo di quella zona che da sempre raccoglie l’acqua della collina e la trasporta a mare
Una funzione remotissima visto che perfino le ferrovie oltre 130 anni fa realizzarono il pontino per un facile scolo a mare.
Ma il fosso deve essere pulito. Ed è il momento giusto.
Se pubblico dal comune, se privato –quantomeno- dai limitrofi.
Abbiamo citato il fosso del torrente “Corallo” perché pochi anni fa i terreni e le abitazioni sottostanti vennero allagate
Ma la questione riguarda decine e decine di fossi di scolo
E riguarda ovviamente tutti i canali interni al centro abitato .
Parliamo del centro abitato di Amantea perché per sua fortuna quello di Campora sembra naturalmente protetto dalle piogge alluvionali , se si esclude la parte del PIP.
Per agevolare l’ente non sarebbe male che chiunque si rivi a rischio di allagamento muova diffida verso il comune il quale- a sua volta- potrà azionarsi verso gli inadempienti che saranno così direttamente e pienamente responsabili di eventuali danni a privati ma anche agli enti pubblici.
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Comunicati - Sport - Giudiziaria
C’era un tempo in cui i primissimi giorni di settembre gli operai comunali cominciavano a pulire tutte le griglie ed addirittura si infilavano nei pozzetti e nei grossi canaloni dell’acqua potabile. Era un tempo in cui si aveva forte , anzi massima, attenzione ai possibili allagamenti di case e negozi. Un intervento che permetteva un ottimale e celere deflusso delle acque piovane.
Oggi il territorio è ancora più inciso dalle costruzioni e dalle strade e si sono ridotti i terreni capaci di assorbire l’acqua piovana. E sarà sempre peggio, se è vero che anche il PSC in via di approvazione continuerà a permettere ancora violenza delle poche aree ancora in edificate ed a verde.
E forse, visto quello che succede, pulire griglie e pozzetti non basta
Il 12 settembre scorso non solo si è allagata( come al solito) l’area di via Dogana e Via Garibaldi ma si è formato un vero e proprio fiume come quello che si vede nelle due foto e che chiunq ue potrà vedere alla fine del Lungomare( villa De Santo) alle prossime piogge in arrivo.
Un fiume di acqua piovana che viene da via Torino e che percorrendo il canalone di via Dogana arriva fino a Via Baldacchini e da qui fino al lungomare tornando poi indietro verso il Santa Maria, in un gioco moderno ma osceno e che costa energia e soldi agli amanteani.
Un gioco che diventerà sempre più pericoloso man mano che si continuerà a costruire senza capire che il rischio degli allagamenti diventerà in questo modo massimo ed inarrestabile.
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Politica