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«Nella relazione-ci sono- affermazioni gravissime che ledono la mia onorabilità e che hanno portato alla dichiarazione di incandidabilità da parte del Tribunale di Crotone»

«Preso atto di alcune gravissime affermazioni contenute nella relazione depositata dalla commissione di accesso e di accertamento presso il comune di Isola di Capo Rizzuto, ritenuto che queste affermazioni siano gravemente lesive del mio buon nome e della mia onorabilità, in quanto assolutamente non rispondenti alla realtà dei fatti, in data odierna, come già preannunciato, ho provveduto a presentare presso la sezione di polizia giudiziaria della Procura della Repubblica di Crotone apposita denuncia–querela nei confronti di Ignazio Portelli, Giovanni Carlo Porta e Gesuzza Bianco, tutti componenti della predetta commissione, nominati dal Prefetto di Crotone, sottoscrittori della relazione».

Sono parole di Carolina Girasole, ex sindaco di Isola Capo Rizzuto, recentemente dichiarata incandidabile dal Tribunale di Crotone, la cui sentenza attingeva (anche) a passaggi contenuti nella relazione, che, secondo Girasole, «è stata anche la fonte del comportamento scostante e irriconoscente tenuto dalla Prefettura di Crotone, che aderendo acriticamente e in toto ai risultati della relazione e assumendo un ruolo pesantemente attivo nella richiesta di incandidabilità nei miei confronti (non voluta espressamente dal ministero dell’Interno), ha di fatto rinnegato, cinque anni di battaglie per la legalità, condotte sul territorio di Isola di Capo Rizzuto a braccetto con la sottoscritta (che pure perciò ha messo a rischio la sua stessa incolumità personale), ma soprattutto dell’atteggiamento disinvoltamente di parte tenuto dal Tribunale di Crotone, che in occasione del procedimento per la dichiarazione di incandidabilità, ha di fatto impedito la mia difesa».

L’ex sindaca, dunque, passa al contrattacco dopo una pronuncia che considera ingiusta.

«Poiché tali gravi e ingiustificati comportamenti – continua – non toccano solo la mia persona, ma tutti coloro che credono nelle nostre istituzioni e nel rispetto delle funzioni che alcuni eletti sono chiamati a svolgere nel superiore interesse di quelle stesse istituzioni, al fine di chiarire nel dettaglio il contenuto della predetta denuncia querela, ma anche i gravi comportamenti tenuti sia dalla Prefettura che dal Tribunale di Crotone, ho deciso di convocare una conferenza stampa per il prossimo 11 giugno, alle 10:30, presso la sala Dopolavoro ferroviario di Crotone, in via Spiaggia delle Forche 2».

Pubblicato in Crotone

E’ stata arrestata stamattina Carolina Girasole, ex sindaco di Isola capo Rizzuto,

l’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Crotone è ancora in corso stamani 3 dicembre.

13 gli indagati, 11 le ordinanze di custodia cautelare nei confronti di persone accusate a vario titolo di associazione a delinquere di tipo mafioso, corruzione elettorale, turbativa d'asta e rivelazione di segreto d'ufficio.

Tra loro anche l'ex sindaco di Isola Capo Rizzuto, Carolina Girasole, secondo l'accusa eletta nel 2008 con i voti della 'ndrangheta in cambio di favori, il boss settantaseienne Nicola Arena e un poliziotto. Si tratta di un poliziotto che presta servizio presso la Questura di Cosenza ed è accusato di violazione di segreto d'ufficio e favoreggiamento. Secondo le indagini, infatti, avrebbe fornito alla cosca indicazioni sullo sviluppo di alcune indagini in corso, non legate all'operazione di oggi.

L'ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip di Catanzaro su richiesta del sostituto procuratore generale Salvatore Curcio.

Speriamo che la sindachessa dell'antimafia ne esca pulita

La storia della sindachessa

Aveva vinto le elezioni amministrative ad Isola Capo Rizzuto nel 2008.

Era il 15 aprile 2008 : Carolina Girasole venne eletta con 3.360 voti, il 40,1 per cento, sbaragliando i suoi quattro avversari.

Carolina era a capo di una lista di centro sinistra.

Una donna sindaco in Calabria è già una novità, ad isola Capo Rizzuto una vera e propria eccezione.

Divenne subito paladina dell’antimafia.

Peraltro arrivò al comune dopo un periodo di commissariamento del Comune

Ed Isola era stato un Comune più volte sciolto per mafia.

Negli anni del suo mandato, Girasole diventa vittima di diverse intimidazioni: auto bruciate, minacce e, pochi mesi fa, persino l'incendio di una casa.

Fu in predicato per una candidatura del Pd ma il partito non la candidò.

Carolina Girasole , allora, si rivolse a Scelta civica che la candidò alla Camera.

Poi alle recenti elezioni abbandonata dal centro sinistra venne sconfitta.

Ottenne solo 1.188 voti, pari al 13,67 per cento, con la vittoria conquistata invece dal candidato del centrodestra con oltre il 52 per cento dei consensi. 

Ora l’arresto.

Pubblicato in Crotone

Così risponde Carolina Girasole ai microfoni de “Il fatto quotidiano” che le domanda “Si è sentita isolata dal Pd?”

Ringraziando “Nuvoletta” vi proponiamo la solitudine di una donna forte di questa Calabria che non si sa dove stia andando e perché:

“A Isola Capo Rizzuto presa di mira l'abitazione di Carolina Girasole. Sconfitta alle elezioni e abbandonata dal Pd.

“Avete visto il fuoco, le macerie, la distruzione? Ecco: questo è il premio dopo cinque anni da sindaco”. Carolina Girasole, una volta sindaco antimafia di Isola Capo Rizzuto, Calabria, ha subìto l’ultimo affronto. Ignoti, come recita stancamente il verbale dei Carabinieri, hanno dato fuoco alla sua casa al mare, una villetta di due piani dove lei e la sua famiglia trascorrevano i mesi estivi. Ignoti che in paese conoscono tutti, ignoti notissimi che hanno un volto e interessi da proteggere. Perché qui comanda la ‘ndrangheta, quella che ancora fa capo alla cosca degli Arena, e dettano legge i comitati d’affari che hanno in mano tutto, la politica, i soldi e la speculazione edilizia sulla costa.

Carolina, la professoressa, dava fastidio e l’hanno tolta di mezzo con le peggiori armi della politica. Domenica scorsa anche qui si è votato e la sindaca antimafia è stata spazzata via. Il Pd, il suo partito, non l’ha sostenuta, non poteva, non l’ha mai amata e alla fine ha deciso di candidare Nuccio Milone, “comunista tutto d’un pezzo”, per sua stessa definizione.

Milone era stato già sindaco di Isola per 11 anni. Le cronache dicono che la sua amministrazione non fece certo sforzi titanici per fermare l’abusivismo edilizio, né lo scempio sulla lunghissima costa. Il Viminale ritenne che anche all’epoca, bandiere rosse a parte, i boss fossero i veri padroni del Comune, i prefetti sciolsero l’amministrazione per infiltrazioni mafiose e da Roma mandarono i commissari.

Una parte del Pd ha appoggiato la Girasole, ma non è bastato. Alla fine, col 51% dei voti e al primo turno, ha vinto il Pdl che ha candidato Gianluca Bruno. Già vicepresidente della Giunta provinciale di Crotone, Bruno è assurto agli onori della cronaca nazionale per una cena elettorale. Era l’aprile del 2008 e si festeggiava l’elezione a senatore di Nicola Di Girolamo, c’erano molti dirigenti del Pdl del Crotonese, Gennaro Mokbel, fascista e faccendiere, e Fabrizio Arena, il figlio prediletto del boss Carmine. Si alzano i bicchieri e si brinda alla salute del “senatore nostro”. Nel 2010 Fabrizio Arena verrà arrestato e processato per diversi omicidi, riciclaggio e associazione mafiosa, a casa sua la polizia trova documenti di enti pubblici su appalti e affari vari, la Provincia di Crotone finisce nel mirino dell’antimafia, ma il ministro Cancellieri decide di non procedere allo scioglimento per mafia. Cose che succedono in Calabria.

“Abbiamo lavorato in un clima di grandissima tensione – dice Carolina Girasole ai microfoni de ilfattoquotidiano.it   – con intimidazioni, fango e attacchi continui. Ci sono intimidazioni visibili, ma poi c’è una strategia silenziosa che fa ancora più male. Così hanno fatto il gioco della ‘ndrangheta e di chi non ci voleva al Comune”. Nei cinque anni in cui è stata sindaca, Carolina ha dato fastidio. Troppe foto con don Luigi Ciotti sui terreni strappati ai boss, troppi clamori, e poi quella sua candidatura alla Camera nelle liste di Monti.

Bruno, il vincitore, lunedì scorso era raggiante. Le foto di quella cena compromettente nessuno le ricorda più, non fanno scandalo a Isola. E allora eccolo, baldanzoso, dichiarare al Corriere della Sera, che “da oggi la lotta ai clan si fa davvero, altro che chiacchiere”.

Perché in Calabria più delle pallottole uccidono i veleni, ti schieri contro la mafia e allora si scava nelle tue parentele, anche con la Girasole hanno fatto la stessa operazione andando a pescare un parente troppo vicino ai clan. “Smettetela di bervi tutte le fesserie della Girasole – dice nelle interviste dopo il voto Nuccio Milone, il candidato sostenuto dal Pd – e poi lei non aveva neppure la tessera”.

Carolina Girasole guarda il fumo e la distruzione della sua casa al mare, le lacrime le segnano il volto quando pensa ai cinque anni passati, alle minacce e alle tre auto che le hanno incendiato. Una donna sola nella terra dove la politica brinda con i boss. Si è sentita isolata dal Pd, le chiediamo? “Chiedetelo al commissario del partito, l’onorevole D’Attorre, e al partito nazionale”.

 

Pubblicato in Italia

Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota:

Carolina Girasole, il sindaco anti ‘ndrangheta di Isola Capo Rizzuto, è stata sconfitta alle elezioni comunali del 26 e 27 maggio. Il Comune in provincia di Crotone non ha confermato il suo lavoro, dedito alla lotta alla mafia e incentrato sulla legalità. Nei bar brindano e offrono cornetti, contenti della “liberazione” da chi in paese aveva obbligato i cittadini a pagare le bollette dell’acqua, scrive Niccolò Zancan su La Stampa.

Gli attacchi alla Girasole non sono stati pochi, spiega Zancan. La sindachessa anti ‘ndrangheta, così la chiamano, ha confiscato terreni alla mafia ed è l’unica che ha provato a contrastare “certi poteri e certe famiglie”. Ma i suoi concittadini non l’hanno apprezzata e alle elezioni comunali la Girasole, abbandonata anche dal Pd che ha proposto Damiano Milone, ha oscillato tra il 12 e il 13% delle preferenze.

 “Nei bar non ti danno tregua. Offrono cornetti e brindano: «Ce ne siamo liberati! Evviva! Quella si credeva la paladina della giustizia, ma ha detto soltanto falsità. Qui si sta benissimo, altroché mafiosi. Dovete scriverlo: da cinque anni non c’è un morto ammazzato. Mentre quella ha ucciso il turismo a forza di parlare di ‘ndrangheta. Ha infangato tutto il paese. Voleva fare carriera sulla pelle nostra»”.

Poco importa delle minacce e delle intimidazioni che la Girasole ha ricevuto. Le bombe in municipio, le auto infiammate e le scritte “Ti ammazziamo”. La mafia non c’è qui, dicono in paese. La Girasole commenta così i risultati delle elezioni comunali:“Sono molto amareggiata. Volevamo rompere questo sistema che accomoda sempre gli affari e gli interessi di alcuni. Evidentemente questo impegno non è stato apprezzato”.

Anche il Pd, insieme ai cittadini, non l’ha confermata. Il partito ha scelto Milone, che ha preso il 29%, nonostante fosse già stato sindaco nel 2002, anno in cui il Comune di Isola Capo Rizzuto fu sciolto per mafia. Accuse da provare, rispondono i cittadini che lo sostengono:“«Calma con le parole», dicono i suoi sostenitori. Ti circondano al bar della piazza per lanciare un’offensiva mediatica: «Sono cose ancora tutte da provare quelle del 2002. La mafia… Diciamo problemi legati a infiltrazioni di certa criminalità». Milone è secondo. Primo è il candidato del Pdl, con una percentuale fra il 49 e il 51 per cento. Si chiama Gianluca Bruno, 32 anni, imprenditore nel ramo pacchi e spedizioni, già famoso per una foto in un locale pubblico della zona con il senatore pidiellino Nicola Di Girolamo che recentemente ha patteggiato cinque anni di carcere ed altri «notabili» del paese”.

“Più turismo, più carabinieri e meno polemiche”, il programma del probabile vincitore del Pdl. Programma affiancato allo screditare l’avversario, gioco che i politici e i loro sostenitori troppo spesso usano:“«Quella là non è migliore degli altri. Presto ve ne accorgerete. Verranno fuori anche le sue magagne». Ed è così che si demoliscono gli avversari politici da queste parti, rendendoli uguali a te”.

 Carolina Girasole è stata sconfitta. Nonostante intimidazioni e minacce è rimasta al suo posto e insieme a Libera di Don Ciotti ha combattuto la mafia, quella che i cittadini di Isola Capo Rizzuto negano esista in paese. La Girasole è amareggiata e non le resta che raccontare delle voci che girano:“L’altro giorno mi hanno riportato un discorso intercettato a un banco di frutta e verdura; uno diceva all’altro: “Mi raccomando, non votare la ribelle”. Ho capito bene cosa significhi quella parola. Spesso ho avuto paura, ma non la rinnegherò mai»”.

Ha vinto la lista che accorpava i voti del PDL, UDC,Lista civica Isola prima di tutto,Lista Civica i Demokratici

 

Pubblicato in Vibo Valentia
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