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Riceviamo e pubblichiamo

“Chiediamo al Sindaco di Crotone Ugo Pugliese, al presidente del Consiglio Serafino Mauro ed al consiglio comunale di voler dichiarare Crotone “Città della vita” come già avvenuto per Verona, Ferrara, Milano, Roma e Sestri Levante al fine di garantire, nella nostra città, sia la dignità della donna che del feto e, quindi, confermare i dati statistici che vogliono il nostro Comune con uno dei pochi primati positivi che è quello di avere il minor numero di aborti.

I sottoscritti sostengono la sacralità della vita ed il rispetto per la donna che merita di poter onorare e sostenere la maternità e, quindi, considerare l’aborto (legalizzato con la legge 194 della quale se ne fa un uso “personalizzato” senza la sua piena applicazione) solo per i casi estremi, come insegnano i padri della civiltà dai quali noi italiani discendiamo.

Vorremmo ricordare infatti che la pratica abortistica non è certamente uno strumento per affermare l’autodeterminazione della donna la quale, stando a stereotipati slogan ideologicamente e razionalmente corrotti da una mentalità relegata in un recinto di storture etiche e sociologiche, in tal modo viene ad essere considerata come una macchina sulla quale intervenire solo in determinate circostanze (la gravidanza).

Per noi il rispetto per la donna deve arrivare dal sostegno alla maternità e non sostenendo la politica della morte poiché, pur essendo di fatto diminuito il numero di interruzioni di gravidanza negli ultimi anni, è accertato che tale pratica viene proposta da certi sedicenti ed ignoranti sostenitori come metodo contraccettivo e la cosa è assolutamente aberrante.

Inviteremmo piuttosto ad informarsi e raccogliere testimonianze riguardo all’aborto presso i medici ginecologi non obiettori (fortunatamente pochi in Italia ma ugualmente consapevoli) per capire quali danni, soprattutto psicologici, restano in una donna che ha abortito e di trovare una donna felice di aver interrotto una gravidanza.

Considerare inoltre il rispetto per la vita una mentalità medioevale è indice di una profonda non conoscenza della storia nonché di un’omologazione a dei canoni prestabiliti che vogliono far passare come epoca oscurantista il periodo che, maggiormente in Italia, ci ha regalato personaggi come Dante Alighieri, Carlo Magno, Urbano II, Gioacchino da Fiore, Carlo V, Giotto giusto per citarne qualcuno.

Chiediamo quindi che il consiglio comunale di Crotone col Sindaco si adoperino per la diffusione di una cultura di accoglienza della vita si impegni ad inserire nel prossimo assestamento di bilancio dei finanziamenti il progetto “Gemma” (avviato nel 1994 su scala nazionale per l’adozione prenatale a distanza di madri in difficoltà) ed a promuovere il progetto “Culla segreta” (per il parto in anonimato e già previsto da una legge che non si vuol rendere nota) e proclamare, dunque, Crotone “città a favore della vita”.

Iaconis Gianni – Fratelli D’Italia

Pirillo Davide – Forza Nuova

Torromino Sergio – consigliere comunale – Forza Italia

Turtoro Paola – Azione Identitaria

Villirillo Caterina – Libere Donne Crotone

Pubblicato in Crotone

Amici di Tirreno News ecco una notizia bomba che farà molto scalpore.

Ma davvero il Senatore Antonio Gentile, Sottosegretario nel Governo Gentiloni ha abbandonato il partito fondato da Angelino Alfano?

Ma davvero ha invitato i suoi elettori che sono tanti in Calabria e nella sua Cosenza a votare il prossimo 4 marzo per Forza Italia, proprio quel partito che aveva abbandonato alcuni anni fa?

Non ci credo. I

l Sen. Gentile era stato eletto coordinatore nazionale del suo partito alcuni giorni fa.

Ma davvero ha deciso di lasciare il suo incarico?

Se è così, il Pd in Calabria prenderà una bella mazzata.

Il Clan Gentile è forte in Calabria e il fratello del Senatore è Consigliere regionale e ricopre la carica di Vice Presidente del Consiglio Regionale.

In Calabria ci sono tanti consiglieri comunali, provinciali, regionali e Deputati e Senatori che fanno capo ai Gentile.

Se ha deciso di lasciare il Partito che insieme ad Alfano ha fondato ci dovranno essere validi motivi. Forse si è accorto che alle elezioni politiche prenderebbe una bella scoppola, ed allora per non fare una brutta figura ha gettato la spugna.

Ecco cosa ha scritto “Il Giornale”:

Dopo la scissione del centro e l'annuncio di Angelino Alfano di non ricandidarsi alle prossime elezioni, di fatto cominciano le "grandi manovre" in vista delle urne.

E così il coordinatore nazionale di Ap, Antonio Gentile ha deciso di lasciare il suo incarico e invita a votare Forza Italia e Berlusconi: "Mi dimetto dalla carica di Coordinatore nazionale di Alternativa popolare.

Il progetto di costituire una forza di centro autonoma, liberale e riformista al quale molti di noi avevano fermamente creduto è fallita.

Non voglio assegnare responsabilità ad alcuno ma ho trovato un partito sfasciato e ingestibile senza alcuna capacità reattiva che per sopravvivere e' alla ricerca di una innaturale mutazione genetica che lo spinge fortemente a sinistra".

Poi l'invito in vista dell'appuntamento per il voto del prossimo 4 marzo: "Invito i singoli parlamentari, i consiglieri regionali, provinciali, sindaci e militanti di Alternativa Popolare a votare per l'unica forza moderata e liberale esistente nel nostro Paese rappresentata da Forza Italia e dal suo presidente Silvio Berlusconi".

Un invito quello di Gentile che è stato apprezzato dal leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi: "Ho molto apprezzato la decisione del senatore Antonio Gentile, una scelta nobile e responsabile che va nella direzione dell'allargamento dell'area moderata, in piena coerenza con la sua storia politica.

Sono certo che il suo impegno politico non verrà meno, anche senza la diretta partecipazione alla vita del Parlamento, e che la sua esperienza e la sua competenza saranno molto importanti per far crescere Forza Italia in Calabria e a livello nazionale".

Pubblicato in Calabria

La domanda si impone davanti alla considerazione della emorragia che continua ormai da tempo vede uscire giorno dopo giorno esponenti importanti come Nazzareno Salerno, Ennio Morrone, Fausto Orsomarso e il generale Giuseppe Graziano.

Ed infine la partenza diWanda Ferro, transfuga in Fratelli D’Italia.

Con l’eccezione della Ferro stiamo parlando di impresentabili a tutti gli effetti.

Scrive Iacchitè Salerno scarcerato da pochi giorni dopo il casino di Robin Hood, Morrone eterno “mammasantissima” con le mani in pasta dappertutto, il generale campione indiscusso di trasformismo e il pallone gonfiato del centrodestra: altissimi livelli.

Tutti, oltre agli affari in politica, hanno in comune la volontà di scappare dal “loro” ex capogruppo in consiglio regionale Alessandro (Sandro per gli amici) Nicoló, chiacchieratissimo politico della provincia di Reggio Calabria, il quale ormai si ritrova ad essere il capogruppo di se stesso quasi a certificare il fallimento del soggetto che non è riuscito ad aggregare.

Nicoló è stato bravo solo ad assumere nel gruppo di Forza Italia parenti stretti come collaboratori: Patrizia Occhipinti, della quale abbiamo scritto a lungo (http://www.iacchite.com/regione-nicolo-come-orsomarso-strizza-locchio-ai-clan-e-assume-in-nero-la-cognata/) eFortunata Raffa, nipote, in barba a qualsiasi Parentopoli calabrese.

Oggi è proiettato ad essere candidato alla Camera con Forza Italia ma deve comunque sperare che le numerosi indagini aperte a suo carico dalla procura antimafia di Reggio Calabria ricche di dichiarazioni di pentiti non vedano la luce prima di marzo, altrimenti è fuori”

.

Pubblicato in Calabria

La lista completa dei conti correnti e degli immobili, tra Roma, Sabaudia e l’Abruzzo, sequestrati dalla Guardia di Finanza ai familiari dell’ex leader di An che dopo l’avviso di garanzia commenta: «Ho fiducia nella magistratura»

 

E' un vero tesoro l'elenco degli immobili e dei conti correnti sequestrati all'alba di oggi dallo Scico della Guardia di Finanza a Elisabetta, Giancarlo e Sergio Tulliani.

 

La consorte di Gianfranco Fini, ex presidente della Camera, è indagata con il fratello e il padre per riciclaggio e autoriciclaggio: secondo la Procura di Roma, i tre familiari hanno ricevuto profitti illeciti per sette milioni di euro da Francesco Corallo , l'imprenditore catanese diventato miliardario con la concessione statale per le macchinette mangiasoldi (slot e vlt).

 

Corallo è stato arrestato il 13 dicembre nel paradiso fiscale di Sint Marteen con l'accusa di aver sottratto all'Italia oltre 250 milioni di euro.

L'inchiesta ora coinvolge anche Fini, indagato per concorso in riciclaggio. L'ex leader di An ha commentato così la notizia anticipata oggi dall'Espresso : «L'avviso di garanzia è un atto dovuto. Ho piena fiducia nell'operato della

L'immobile di Alleanza nazionale fu comprato da Giancarlo Tulliani con i soldi del re delle slot Corallo. E ora l’arresto dell’imprenditore catanese e dell’ex parlamentare Laboccetta svela i conti esteri del suocero dell’ex presidente della Camera

magistratura, ieri come oggi». Il riferimento è all'archiviazione dell'inchiesta del 2010 sul caso dell'appartamento di An a Montecarlo.

Anche questa indagine ora è stata riaperta dopo la scoperta che Giancarlo Tulliani aveva acquistato quella casa, nel 2008, con soldi versatigli segretamente dalle società offshore di Corallo, per poi dividere il ricavato con la sorella Elisabetta, che ha incassato personalmente almeno 739 mila euro.

 

Ecco la lista completa dei conti e degli immobili sequestrati alla consorte di Fini, al fratello Giancarlo e al padre Sergio, impiegato in pensione dell'Enel.

Elisabetta Tulliani

   800 mila euro su un conto bancario italiano.

   Appartamento a Roma in via Sardegna.

   Altro fabbricato nella capitale in via Orso Mario Corbino.

   Altri due immobili da 167 e da 52 metri quadri a Rocca di Mezzo, in Abruzzo.

Giancarlo Tulliani

   Due appartamenti di 247 e di 62 metri quadri in via Conforti a Roma.

   Altro appartamento in un diverso palazzo di via Conforti.

   Già sequestrati 520 mila euro sul suo conto italiano: soldi che Giancarlo Tulliani aveva tentato di trasferire a Dubai dopo l'arresto di Francesco Corallo.

Sergio Tuliani

   175 mila euro su un conto italiano;

   La sua quota (metà) della proprietà di un immobile a Capranica Prenestina (Roma):

   Il 50 per cento di altri due appartamenti a Roma, in via Raffaele Conforti, con cantina e garage.

   Metà di un altro immobile a Roma in via Roberto Ago con cantina e garage;

   Il 50 per cento di un ulteriore appartamento a Roma in via Quattro Venti.

   Casa al mare in via Caterattino a Sabaudia

14 febbraio 2017 di Paolo Biondani e Giovanni Tizian

Pubblicato in Italia

Negli ultimi 10 anni i decreti di archiviazione per prescrizione emessi dai GIL sono stati 1.134.259, cioè il 73 % del totale.
Ad essi vanno aggiunte 63 892sentenze emesse dai GUP.

 

E di seguito 209.576 dai Tribunali, 131.856 dalle Corti di Appello, 3293 dalla Cassazione ed infine 9559 dai Giudici di Pace per un totale di 1.552.435 sentenze prescrizionali

 

Parliamo di oltre 155 mila prescrizioni ogni anno,cioè circa 5166 prescrizioni per ogni giorno lavorativo al giorno.

Praticamente quasi 650 prescrizioni per ora lavorativa( considerando una giornata di 8 ore).

Cioè una ogni minuto!

 

Ovviamente questi dati nelle inaugurazioni degli anni giudiziari vengono sottaciuti. Quasi tenuti nascosti.

Parliamo , così, di una insufficiente onestà intellettuale sin dalle fasi iniziali

E’ bene anche sapere che il 70 % delle prescrizioni si determina in fase di indagini preliminari

Il resto sono da addebitare alle manovre dilatorie dei legali.

Impossibile, a tal punto, non ricordare quanto dicevaAngela Napoli, quando era deputata di Alleanza Nazionale prima e di Fli dopo, e che ha fatto di tutto per sensibilizzare la magistratura ad andare fino in fondo:“Quando ci sono in tutte le indagini coinvolti anche ambienti dell’imprenditoria e della politica calabrese, tutto deve tacere”.

 

E proprio così che si è formata nella società calabrese la percezione che chi la ottiene è una persona importante oltre che un furbo.

Una persona che quantomeno ha amici che contano sia nella fase investigativa, nel senso che determina timore ad indagare doviziosamente, sia nella fase processuale, potendo contare, magari, su ottimi avvocati , od altro.

Ed così gli indagati sono persone che contano perché “Tanto la indagine si avvia alla prescrizione” e quindi siamo di fronte ad una persona per bene.

Una situazione che rende inutile ogni proposto o deliberato innalzamento delle pene edittali.

La cosa è seria perché “Lo Stato abdica alla sua potestà di punire ,di fronte alla forza naturale del tempo che copre di oblio i fatti criminosi, annulla l’ interesse repressivo, attenua l’allarme sociale e rende difficile il raggiungimento delle prove”

 

Ma la cosa grave è che qualcuno( gli amici) pensi che gli inquisiti in questo modo diventino persone perbene!

Non è così! Al più sono indagati non giudicati, non indagati assolti!

Pubblicato in Politica

Scrive Francesco Gagliardi:

Il 5 giugno si è votato in 1342 Comuni e 7 capoluoghi di Regione. Sono stati chiamati alle urne 15 milioni di elettori.

 

Hanno votato soltanto il 62% degli aventi diritto al voto.

E come era prevedibile questo primo turno ci ha consegnato una Italia divisa, spaccata, frantumata, disorientata, sgarrupata direi.

 

Nessun sindaco delle grandi città è stato eletto al primo turno.

Fanno eccezione le città di Cagliari, Salerno e la nostra amata Cosenza.

 

Nella nostra città l’ex Sindaco Mario Occhiuto, defenestrato dalla sua stessa maggioranza in Consiglio Comunale alcuni mesi fa, ha ottenuto una vittoria schiacciante umiliando i suoi avversari politici che per anni saranno costretti a leccarsi le ferite.

I voltagabbana, i traditori, i saltimbanco, i poltronieri sono stati zittiti e messi alla berlina dagli elettori cosentini che fessi non sono.

 

A Roma ha prevalso il Movimento 5 Stelle.

A Milano i candidati del centro sinistra e del centro destra.

A Napoli si è imposto il Sindaco uscente De Magistris.

 

Il candidato del Pd non è riuscito a superare neppure la soglia del primo turno.

I brogli elettorali delle primarie e le lotte interne non hanno evidentemente giovato alla candidata Sindaco Sig.ra Valente.

 

Anche a Bologna il sindaco uscente del Pd Merola non è riuscito a farsi eleggere al primo turno come fece 5 anni fa.

Chi realmente ha vinto?

Chi davvero ha perso?

 

Secondo il teatrino della politica hanno vinto tutti, nessuno ha perso.

Un dato è certo: a Roma il Movimento 5 Stelle ha triplicato i suoi voti, il Pd è crollato ovunque, Forza Italia si è liquefatta.

Le periferie delle grandi città hanno cambiato colore bocciando il Pd perdendole tutte.

 

Ormai è chiaro:il Pd di Renzi ha seri problemi Cosa succederà fra 15 giorni?

Le sorprese non mancheranno. Il 19 giugno, al ballottaggio, ne vedremo delle belle.

La riflessione vera si farà fra 15 giorni.

 

Ma veniamo alla nostra Cosenza.

A Cosenza non ha pagato la scelta di defenestrare il Sindaco in carica a soli tre mesi dalla scadenza naturale del suo mandato, non ha pagato la scelta del candidato del Pd Guccione, ritenuto dagli elettori cosentini come un ripiego dopo il gran rifiuto di Lucio Presta imposto da Renzi e non ha pagato neppure la scelta del Pd di correre in questa tornata elettorale insieme agli scissionisti di Forza Italia, Verdini in particolare.

 

Il Pd, puntando su Guccione, aveva fatto illudere i vari candidati consiglieri comunali nelle liste elettorali, che avrebbe vinto addirittura al primo turno vantando la strana alleanza e il sostegno degli ex berlusconiani.

Era sceso a Cosenza lo stesso Verdini e si era fatto fotografare insieme all’ex consigliere regionale di Forza Italia Morrone e all’ex Assessore Regionale Giacomo Mancini Junior. (vedi foto)

Il risultato che i due hanno ottenuto è stato un vero disastro. Il partito di Verdini ha fatto flop dappertutto.

Non ha portato nessun voto. In nessun comune è stato determinante e si è visto finalmente che il peso elettorale è vicino allo zero.

Non si sono ancora finiti di contare i voti che subito sono iniziate le discussioni e le accuse.

 

Una cosa è certa: il Pd non ha ottenuto un buon risultato, c’è stato un evidente arretramento ovunque.

E Renzi da la colpa agli altri che non sanno fare squadra. I dirigenti del suo partito, invece, danno la colpa alle alleanze strane e stravaganti.

C’è un proverbio calabrese un po’ volgare che dice: - A scusa du piritaru è la cammisa rutta-

Francesco Gagliardi.

Lo dice l' ex presidente del consiglio comunale di Cosenza, Luca Morrone, che è stato il grimaldello che ha avviato all’uscita dal Palazzo municipale di Cosenza l’ex sindaco Mario Occhiuto sancendo la caduta dell'amministrazione.

 

«Il mio percorso politico all'interno di Forza Italia è da considerarsi concluso. Prospettive e progetti del movimento non rispecchiano più quelli che intendevo perseguire nel momento in cui ne avevo abbracciato la causa».

Poi continua Morrone «Anche per queste ragioni ho deciso di firmare le dimissioni da consigliere comunale della città di Cosenza dove, dalle fila del partito azzurro, ho rivestito con orgoglio e coscienza il ruolo di presidente dell'assise bruzia.

Il convincimento maturato non è stato privo di implicazioni emotive ed umane, tuttavia, ritengo di aver operato un ragionamento politico di merito considerato il logorio dell'attuale maggioranza di governo cittadino e la conseguente impossibilità della stessa di amministrare adeguatamente la nostra amata Cosenza.


Delle volte, per inseguire il raggiungimento di un'idea, in questo caso quella di vedere realizzata una città il più vivibile possibile, è necessario fare un passo indietro e prendere la rincorsa.

Nel ringraziare quanti, in questi anni, hanno condiviso la mia prima esperienza da amministratore voglio esprimere riconoscenza anche a coloro che in queste ore concitate hanno voluto starmi accanto riconoscendosi nelle mie scelte».

Insomma Occhiuto sembra sia caduto per colpa di Berlusconi e della sua scelta di affidarsi a Jole Santelli. Lo dice Ferdinando Aiello che ne chiede le dimissioni.

Pubblicato in Calabria

Lo sappiamo tutti( anche loro, ovviamente) che la calabria è una volta del Centro destra ed una volta del centro sinistra in una alternanza che dura da diversi lustri e che è figlia di una atavica attitudine al compromesso tra forze politiche e peones.

Ma che è anche figlia di una legislazione che permette quasi tutto, se non tutto e soprattutto la scelta degli amici nei posti chiave dove ci sono grandi prebende e grande potere e quindi posti di lavoro che sono la chiave di volta della ultima posizione della calabria in Italia ed in Europa.

Ora spetterebbe al centro sinistra visto che il centro destra di Scopelliti dicono abbia governato la regione negli ultimi anni

E questa consapevolezza spinge i potenti del centro sinistra a candidarsi o ad esprimersi a favore del candidato più interessante.

La scelta spetta a Roma e cioè alla commissione presieduta da Altero Matteoli e da Renato Brunetta, Paolo Romani, Denis Verdini e Giovanni Toti

La commissione dovrà scegliere tra i tre vicecoordinatori regionali di Fi, Wanda Ferro, Roberto Occhiuto e Pino Galati, Roberto Occhiuto, l’assessore regionale Giacomo Mancini, il presidente della Provincia di Reggio Peppe Raffa, Gianpaolo Chiappetta, capogruppo di Ncd in Consiglio regionale; i parlamentari alfaniani Nico D’Ascola e Dorina Bianchi.

Le riunioni si susseguono nella sede romana di Forza Italia in piazza San Lorenzo in Lucina.

Nel quartier generale azzurro c'era tutto lo stato maggiore azzurro calabrese, a cominciare dal coordinatore regionale Jole Santelli.

L’obiettivo non è cambiato; è sempre quello di trovare un aspirante governatore, che sia espressione di tutto il centrodestra (da Ncd a Fratelli d’Italia) per "difendere" al meglio le posizioni dall’assalto del Pd renziano.

Forza Italia avrebbe definito una rosa di tre nomi, che già circolavano in questi giorni come favoriti per la successione di Giuseppe Scopelliti e che ora saranno sottoposti all’esame dei partiti della coalizione: il commissario straordinario della provincia di Catanzaro Wanda Ferro; l’assessore regionale forzista Giacomo Mancini e il presidente della Provincia di Reggio Calabria Beppe Raffa.

Fuori, allora, Pino Galati, Roberto Occhiuto, Gianpaolo Chiappetta, Nico D’Ascola e Dorina Bianchi.

Mercoledì 10 settembre sarà presente Berlusconi e forse sarà fatta la scelta

Pubblicato in Calabria

Sono decenni che la Calabria viene governata una volta dal centro destra ed una volta dal centro sinistra.

Ora Scopelliti è stato condannato ed escluso dalla politica regionale e la lite con i Gentile ha fatto diventare il CD una farsa.

Molti credono che vincerà allora la sinistra e questo indipendentemente dal candidato a governatore

Basta il PD, in sostanza e “Tutto fa brodo” secondo alcuni..

Ricordate il “Tutto fa brodo” , il vecchio Carosello i cui versi di Marcello Marchesi con la musica di Giampiero Boneschi venivano cantati dal Gruppo vocale Quartetto Radar?.

Ricordate? Diceva. “non è vero che tutto fa brodo”, “né che al pettine arriva ogni nodo”, “né che chiodo scaccia chiodo”. E potremmo continuar per molto

Insomma non è vero che un qualunque “pinco pallino” del PD che si candidi a governatore della Calabria vinca de plano. Affatto!

E tantomeno che nell’alveo delle nuove posizioni “renziane” chi fa un uso spregiudicato della sua immagine sia vincente.

Tanto più se è uso comprare la sua promozione, se fa un uso pro domo sua dei fondi pubblici per accreditarsi tra la gente, se compra in sostanza l’accondiscendenza.

Il credito conquistato Renzi non è spendibile da tutti e tantomeno per tutti.

Anzi esiste il rischio fortissimo che un candidato vecchio del PD perda rovinosamente di fronte ad un candidato nuovo e pulito del M5S.

La Calabria è stanca di politici che al posto delle statue dei dittatori spendono e spandono la propria immagine ed il proprio nome in ogni dove, anche sulle cose umane che lasciamo per terra a seccare al sole ed al vento ed a nutrire mosche.

Le statue anche dei più potenti dittatori vengono abbattute

Le immagini dei politici stancano in particolare quando si comprende che la stampa è venduta al potere e sempre usando soldi pubblici.

Peraltro quanto successo a Scopelliti può succedere a chiunque altro: basta un buon Procuratore della Repubblica.

O basta che lo staff della “corte” sia interessato a qualche indagine. Il cammino di certi politici è spesso molto scivoloso.

Il PD è avvertito. Salvi la Calabria se vuole salvare e stesso. Scelga le sue migliori espressioni non i politici che non hanno nemmeno voti. Provino questi signori a candidarsi a consigliere regionale e vedrete la loro vera forza.

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ALDOPATRICIELLO-620x396IL VICEPRESIDENTE TAJANI HA SOLLECITATO IL GOVERNO ITALIANO
PATRICIELLO: SBLOCCARE PAGAMENTI PER IMPRESE

Bruxelles - La Commissione Europea, su iniziativa del commissario all’Industria Antonio TAJANI, ha deciso l’invio di una lettera di messa in mora all’Italia per violazione della direttiva 2011/7 che impone il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione verso le imprese entro un termine di 30 giorni (60 in alcuni casi eccezionali).

A darne notizia è l’on. Aldo Patriciello europarlamentare di Forza Italia.

La procedura d’infrazione contro l’Italia - continua - decisa a Bruxelles è una notizia annunciata, l’atto conclusivo al termine di un percorso poco virtuoso del nostro Paese sul fronte dei pagamenti alle imprese da parte della pubblica amministrazione. Il Vicepresidente TAJANI ha sollecitato più volte il governo italiano ad applicare correttamente e tempestivamente la normativa comunitaria e porre fine così ad una situazione francamente insostenibile. L’esecutivo si dia una mossa:  - chiosa - le nostre imprese non possono attendere oltre. Credo infatti che il protrarsi di un simile comportamento, oltre a rappresentare un danno d’immagine considerevole per il nostro Paese alla vigilia del semestre italiano di Presidenza UE, rappresenterebbe un danno incalcolabile per la nostra economia già duramente provata dalla grave crisi degli ultimi anni. La pubblica amministrazione italiana, ad oggi, paga le imprese in media entro non meno di 180 giorni, regalando il triste primato all’Italia di peggior pagatore d’Europa. È necessario dunque applicare rigidamente la direttiva UE per sbloccare i pagamenti e dare respiro alle nostre aziende, finora lasciate sole ad affrontare le lungaggini e le storture della nostra burocrazia.

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