MACERATA – Ergastolo per Muhammad Riaz, il padre di Azka Riaz, condannato dalla Corte d’assise di Macerata per l’omicidio volontario della figlia, violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia, reato quest’ultimo contestato anche per le condotte compiute verso gli altri figli.
Riaz, pakistano, viveva a Montelupone da dove poi la famiglia si trasferì dopo il sisma, per spostarsi a Recanati.
La figlia era morta a 19 anni, nel febbraio dell’anno scorso: Azka Riaz, ragazza italiana di famiglia pakistana il cui caso ha sconvolto l’Italia, viveva a Trodica di Morrovalle, provincia di Macerata.
L’avvocato Paolo Carnevali, che difende gli altri figli di Muhammad Riaz, ha rivelato alcuni particolari agghiaccianti sulla storia della 19enne Azka, che si faceva violentare dal padre per proteggere la sorellina più piccola.
La ragazza avrebbe subìto dal papà minacce e maltrattamenti e lui l’avrebbe costretta ad abortire per ben tre volte, con alcune medicine che si faceva mandare dal Pakistan.
Come scrive Il Resto del Carlino, la famiglia aveva già combinato un matrimonio alla sorella di Azka, quando aveva appena 9 anni: la bimba era scappata e al suo ritorno era stata picchiata.
“I migranti oggi sono l’elemento umano, l’avanguardia di questa globalizzazione e ci offrono uno stile di vita che presto sarà molto diffuso per tutti noi”. (cit)
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San Benedetto: 54 grammi di eroina nelle mutande, i Carabinieri lo arrestano
SAN BENEDETTO – Un venticinquenne di origini pachistane alla stazione ferroviaria di Porto d’Ascoli dai Carabinieri perchè trovato in possesso di circa mezzo etto di eroina.
L’uomo nascondeva lo stupefacente nelle mutande.
La droga è saltata fuori in caserma.
Ad un primo controllo, infatti, il giovane era risultato pulito ma i militari si erano insospettiti ed hanno approfondito la perquisizione personale.
Ed alla fine sono stati rinvenuti 54 grammi di eroina.
Non aveva un borsello!
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L’intervento degli agenti della polizia ha impedito che si perpetrasse la violenza sessuale.
L’uomo aveva sottratto la borsa alla sua vittima prima di aggredirla
Gli uomini della Squadra Volante della Questura di Crotone, sabato notte, hanno tratto in arresto un cittadino pakistano, M. J. S. H., di 26 anni, senza fissa dimora, con l’accusa di tentata violenza sessuale e tentata rapina aggravata.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, gli agenti, a seguito di una segnalazione, sono giunti in via Miscello da Ripe a Crotone dove hanno trovato l’uomo che prendeva a calci e pugni una donna riversa a terra nel tentativo di prendergli la borsa.
La donna avrebbe riferito di essere stata afferrata con violenza dal 26enne il quale, nel contempo, le intimava di dargli i soldi.
A questo punto, l’uomo avrebbe strattonato la donna afferrandola dai capelli e dalle braccia nell’intento di portarla all’interno di un’area non visibile dalla strada.
I tentativi di violenza sessuale si sarebbero ripetuti e la donna sarebbe stata afferrata dalla gola e costretta a subire atti di palpeggiamento nelle parti intime.
L’arrivo delle volanti ha impedito che si concludesse la violenza in atto.
L’uomo è stato subito bloccato dagli agenti mentre la donna, una cittadina polacca, in lacrime urlava che l’uomo voleva violentarla e rubarle la borsetta, come confermava anche un testimone presente all’aggressione.
Subito trasportata, con l’ambulanza del 118, all’ospedale di Crotone, alla vittima veniva diagnosticato un trauma cranico minore e ferite al gomito e contusioni multiple guaribili in 7 giorni.
Al termine delle operazioni di rito, su richiesta dell’Autorità giudiziaria, l’aggressore è stato trasferito al carcere di Crotone.
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Condannato all'ergastolo aveva a suo carico un mandato di cattura internazionale.
Il pluriomicida era stato condannato all'ergastolo nel suo Paese perché responsabile della morte di quattro persone ma si è presentato in ambasciata.
L'uomo, uncittadino pakistano di 31 anni, è stato arrestato dai poliziotti della Polizia di Stato.
Sono stati gli agenti del commissariato Ponte Milvio a fermarlo all’uscita dell’ambasciata del Pakistan, dove gli stessi dipendenti avevano avvisato qualche minuto prima la sala operativa della Questura della sua presenza.
Da accertamenti in banca dati, è emerso carico dell’uomo un mandato di cattura internazionale per scontare una condanna all’ergastolo, per un pluriomicidio commesso in Pakistan nel 2005.
Identificato, è stato poi accompagnato negli uffici di Polizia per ulteriori verifiche sul sua posizione, al termine delle quali è stato condotto in carcere.
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Crotone. In un bar di via Regina Margherita un pachistano di 29 anni alza il gomito, si ubriaca ed inizia a litigare con un connazionale.
Il pakistano è attualmente ospitato presso il centro di accoglienza per stranieri di Sant'Anna
Vedendolo già alticcio il proprietario del bar si è rifiutato di dargli altro alcool.
Ma il pakistano non l’ha presa bene ed a reagito fortemente rompendo con un calcio la porta a vetro del bar
Non solo, ma se l’è presa con il barista al quale non è rimasto altro da fare che chiamare la Polizia
Ma il pakistano ha inveito anche contro i poliziotti che erano intervenuti per calmarlo ed ai quali non è rimasto altro da fare che denunciarlo per danneggiamenti aggravati, minacce aggravate e oltraggio a pubblico ufficiale.
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