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migranti
Ventiquattro ore di tregua in attesa che i migranti vengano spostati altrove, altrimenti si tornerà a bloccare la statale tirrenica 18 ed anche la Ferrovia, cosi ci è stato riportato da più di un cittadino Amanteano.

È quanto comunque hanno stabilito i manifestanti durante la seconda giornata di civile, ma dura, protesta ad Amantea, dove sono stati trasferiti 24 migranti facenti parte di un gruppo di 70 sbarcati sabato sera a Roccella Ionica, 13 dei quali positivi al Covid -19.

 

 

I residenti di Amantea, dopo l'incontro, per nulla soddisfacente, avuto con i Commissari Prefettizi, Dott. Turco, Dott. Nuovo e Dottoressa Surace, che gestiscono il Comune di Amantea dallo scorso mese di Marzo.

I Cittadini e i Commercianti sono tornati lungo la statale, ma si sono fermati ai bordi della strada.

 

La protesta, dunque, al momento è sospesa, ma i manifestanti sono decisi a riprenderla qualora non verranno accolte le loro richieste entro le prossime 24 ore.

Sappiamo tutti che al momento è tutto sospeso, tutto in attesa di chissà quale manna calata dal cielo, la Prefettura di Catanzaro, che ha il coordinamento di tutte le Prefetture Calabresi, ha scaricato questa patata bollente alla Prefettura di Cosenza, che evidentemente mal consigliata ha pensato di dare ascolto a chissà chi ed a chissà con quale garanzia e la patata è finita al Comune di Amantea.

 

Bene ora che la patata è in mano nostra, quindi della popolazione, abbiamo intenzione di rimandarla al mittente speriamo di trovare il modo giusto.

Pubblicato in Primo Piano

Nel mezzo di un continuo afflusso di migranti irregolari dalla Turchia, le autorità locali sulle isole del Mar Egeo stanno aumentando le loro proteste.

Allo stesso tempo, la polizia ha distrutto un racket che vendeva falsi certificati medici ai richiedenti asilo in cerca di un rapido trasferimento verso la terraferma.

Più di 1.000 migranti sono sbarcati sulle isole negli ultimi quattro giorni, secondo i dati ufficiali, esercitando una maggiore pressione sui campi statali già sovraffollati.

Nel frattempo, i sindaci di Lesbo, Samo e Chio stanno pianificando proteste per la prossima settimana – coordinati dal governatore regionale Konstantinos Moutzouris – sui piani del governo di creare nuove strutture di accoglienza su quelle isole.

La tolleranza si sta generalmente esaurendo.

Giovedì un gruppo di residenti di Leros, guidato dal sindaco Michalis Kollias, ha impedito l’attracco di un traghetto che trasportava migranti da altre isole, costringendolo a dirottare verso il Pireo.

La struttura di accoglienza di Leros ospita 2.280 persone, al di sopra della capacità effettiva, ma non affollate come il centro Moria di Lesbo, dove 17.000 persone sono in uno spazio progettato per contenerne 2.840.

La polizia ha annunciato giovedì l’arresto di tre sospetti membri di un racket che si ritiene abbia fornito a centinaia di migranti documenti falsi che li attestano come affetti da disturbo post-traumatico da stress (migratorio) in modo da poter garantire un trasferimento verso la Grecia continentale dove i centri di accoglienza sono meno affollati .

È stato scoperto che sono stati rilasciati 538 documenti del genere, secondo la polizia che ha affermato che i tre sospettati – due avvocati e uno psicologo – hanno realizzato tra 550 e 950 euro ciascuno per ogni certificato falso che hanno prodotto.

EUROPA UE, NEWS venerdì, 6, dicembre, 2019

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Dopo oltre cinque mesi dalla richiesta d’incontro inviata al presidente della giunta Mario Oliverio da parte di Cia, Confagricoltura e Copagri per chiedere risposte concrete sui danni da fauna selvatica (cinghiali) ecco che, finalmente, il 1° agosto l’incontro si è tenuto presso il dipartimento Agricoltura della Regione Calabria.

Per Confagricoltura Erano presenti il presidente regionale Alberto Statti, il direttore regionale Angelo Politi e il presidente provinciale di Catanzaro Walter Placida;

per la Cia Nicola Monteleone componente la giunta regionale e vicepresidente di Cia Calabria Sud; per Copagri il presidente regionale Luigi Iemma.

Hanno partecipato anche alcuni dirigenti del Comitato di contenimento cinghiali guidati dal presidente Eugenio Fristachi.

Per la Regione era presente Lorenzo Vitari, assenti i rappresentanti istituzionali.

Durante l’incontro è stato ricordato che il problema è nato quando, al fine di soddisfare le richieste provenienti dal mondo venatorio, sono state effettuate ripetute campagne di immissioni, in particolare cinghiali di specie alloctone, aventi dimensioni e prolificità elevate in territori dove il cinghiale non è mai esistito.

Una follia!

Ora i cinghiali sono diventati talmente tanti che stanno invadendo anche le città , le spiagge, le strade.

E stanno producendo danni gravissimi ai terreni agricoli ed ai prodotti agricoli.

Oltre ai danni, i rappresentanti di Cia, Confagricoltura e Copagri, hanno espresso molta preoccupazione per il settore zootecnico poiché diversi cinghiali abbattuti sono risultati affetti da tubercolosi, in base a quanto accertato dai servizi veterinari, malattia che è facilmente trasmissibile agli altri animali ed anche all’uomo; essendo il cinghiale animale selvatico e in continuo movimento, è assai probabile la diffusione territoriale della malattia.

Ciò sarebbe catastrofico per il settore zootecnico calabrese.

Per tutti resta la unica soluzione della autodifesa da parte degli agricoltori quando i cinghiali invadano i propri fondi e da parte delle Forze dell’ordine per tutti gli altri che invadano strade ed aree pubbliche

La regione invece dorme o quantomeno assume un atteggiamento soft, totalmente diplomatico.

Nientemeno solo adesso dicono che la loro “ pazienza sta finendo visto che dopo anni nessun provvedimento è stato adottato e quello che è stato fatto non ha prodotto nessun risultato” per cui in assenza di provvedimenti efficaci, nelle prossime settimane, saremo costretti a mettere in atto azioni di protesta”

Pubblicato in Basso Tirreno

Sarà un caso che immediatamente prima dell’incontro dei vescovi venezuelani con il Papa l'arcivescovo di Caracas, cardinale Jorge Urosa Savino, rampa gli indugi e dichiari che Maduro "ha perso l'appoggio popolare" e per questo ha lanciato il suo progetto di riforma costituzionale, per "impiantare un sistema totalitario, comunista, materialista e militarista", che è "contrario agli interessi di tutti, ma specialmente dei più poveri"?

Intanto un altro manifestante, appena 17enne, è stato ucciso dalle forze dell'ordine.

Ed è lo stesso governo ad ammettere che ci sono stati eccessi nella repressione delle manifestazioni dell'opposizione.

Ora Caracas protesta contro la riforma costituzionale lanciata da Nicolas Maduro - e respinta dall'opposizione come antidemocratica - con cortei finalizzati a raggiungere la sede centrale del Consiglio Nazionale Elettorale (Cne) da diversi punti della capitale.

La chiesa venezuelana ha preso atto che la Giornata di preghiera per la pace in Venezuela, svoltasi in tutte le diocesi del paese il 21 maggio, ed indetta per chiedere al Signore con insistenza la soluzione del problema politico ed economico, la cessazione della violenza, la fine della repressione del popolo nelle manifestazioni, il rispetto dei diritti umani, in particolare verso i detenuti politici, la validità dei valori democratici, la riconciliazione e la pace non sembra aver sortito gli effetti sperati

E forse per questo che il Cardinale Jorge Urosa Savino, Arcivescovo di Caracas ha detto che “I membri delle Forze Armate e della Polizia devono essere fautori e garanti del rispetto della Costituzione e, per vocazione, devono garantire, prima di tutto, la pace e la sana convivenza del popolo venezuelano al quale essi appartengono. Facciamo appello alla coscienza di quelli che comandano queste forze, dinanzi ai numerosi decessi di cittadini causati da abuso di autorità in azioni repressive. La responsabilità morale per gli atti che portano alla violenza, feriti e morti è di coloro che li attuano, così come di quelli che li hanno ordinati o consentiti”.

Aspettiamo cosa dirà il Santo Padre.

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Stamattina siamo passati davanti alla famosa edicola Campaiola, prossima a Piazza Commercio.

 

Eravamo pronti, come al solito, a dare una occhiata veloce alle locandine di vari giornali e che, sintetizzano. in genere, gli articoli più importanti della edizione del giorno.

Sorpresa!

 

Nessuna locandina esposta; non c’è quella della Gazzetta del Sud, non c’è quella de Il Quotidiano, non c’è quella de Il garantista, non c’è quella de La provincia.

In compenso c’è un tazebao sul quale leggiamo:

“E’ dunque questo il modo di gestire un evento come il carnevale?

Domenica 1 marzo si fa il carnevale

Richiamiamo migliaia di persone da fuori

Li facciamo entrare ma non li supportiamo con i parcheggi ed alla fine alle ore 16,00 parte una squadriglia di Vigili da Piazza Cappuccini a multare.

Il bilancio è salvo!

Viva il turismo di Amantea”

Gaetano è fatto così, quando deve dire qualcosa non le manda a dire.

Addirittura, come in questo caso, le scrive.

Ieri sera era già arrabbiato ; aveva saputo delle contravvenzioni elevate in via Roberto Mirabelli, dove , per caso, lui abita.

E stamattina lo ha, anche, scritto.

Non sappiamo se tra i contravvenzionati ci sia anche lui, donde la sua giustificata arrabbiatura, né sappiamo se ci sono turisti.

Una cosa però Gaetano la dice.

Se Amantea vuole fare davvero turismo deve avere più parcheggi, comunque ben segnalati e facilmente raggiungibili e dai quali si possa, facilmente, raggiungere la via di esodo verso nord, sud ed est.

Gaetano non è l’unico a lamentarsi di quanto occorso ieri sera. Ce ne sono tanti altri.

E tutti invocano e dicono la stessa cosa: “Se davvero volete fare le contravvenzioni per divieto di sosta il comune deve prima mettersi a posto con la legge e predisporre un numero di parcheggi maggiore, tanto più quando inibisce l’uso dei pochi parcheggi disponibili”

Come dice Gaetano, “Sanzionare solo per fare cassa non è una cosa corretta!”.

Pubblicato in Cronaca

Ieri un gruppo di loro sono stati ricevuti dl Sindaco che in merito ha sentito la Prefettura

Si attende eventuale comunicato stampa.

Stando alle attuali prime informazioni avute un gruppo di migranti hanno espresso al sindaco i loro problemi.

E stamattina è iniziata la protesta.

Tra le prime in Calabria.

Le ragioni della protesta sono diverse

Tutte espresse nei cartelli esposti davanti all’ex albergo.

Il primo in italiano con scritto : Non ci trattano bene.

A seguire in inglese con scritto : No good food. ( mangiare non buono) No medical care( cure mediche carenti)

Un terzo in italiano con scritto : Non ci da mangiare. Non abbiamo soldi.

Un quarto ancora in italiano con scritto : Abbiamo bisogno di aiuto

Il quarto in inglese molto completo con scritto: We arrived i Italy july 14( siamo arrivati in Italia il 14 luglio), come a dire “sono quasi 3 mesi!”

E poi di seguito sempre sullo stesso ultimo cartello :No pocket money. No italian class. No medical care. No clotas. No document.

Ci sono tutte le ragioni

  1. Il mangiare non è buono. I profughi mangiano quanto servito da una cooperativa lametina che porta giornalmente i 3 pasti.

2) Mancano le cure mediche. In via breve ci hanno parlato di mancanza di medicine.

3)Non ci sono stati riconosciuti gli stessi diritti degli italiani.

4)Non abbiamo documenti.

5)Non abbiamo soldi. Si riferiscono al pocket money una mini diaria di 2,50 euro per le spese minime di una persona.

Oltre queste cose scritte a voce nel linguaggio dei mimi ci dicono che vogliono un lavoro, un lavoro per essere indipendenti, per avere un futuro, per avere speranza, magari per mandare qualche euro alle famiglie in Africa, quel lavoro per il quale molto di loro sono scappati dalle loro patrie, lontani dalle loro famiglie.

Qualcuno invece vuole i documenti per tentare di andare via da Amantea, magari per raggiungere parenti od amici nel nord Italia o nel resto dell’Europa, magari per tentare di trovare un lavoro in una regione dove la disoccupazione non è come in Calabria.

Alcuni di loro sono andati via , altri sono lontani dall’ingresso della struttura, qualcuno è sui balconi.

Qualcuno ha fame e tenta di accendere un fornellino in camera ma scatta lo stotz e tutti restano senza luce. Non hanno mangiato a mezzogiorno ed il cibo è pronto per essere distribuito. Anche quello della sera.

Ma i migranti che presidiano l’ingresso impediscono l’ingresso degli operatori sociali con il cibo.

Ed impediscono perfino l’ingresso degli operatori per ridare l’energia elettrica

Tra i migranti che protestano la stampa( noi, Webiamo, Ernesto pastore della Gazzetta del sud) Francesca Menichino ed altri del M5S, un rappresentante dell’Associazione Culturale Multietnica La Kasbah onlus di Cosenza, una del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali della Università della Calabria.

Passa un importante amministratore comunale ma non si ferma.

Poi arriva la importante notizia che i profughi vogliono denunciare la associazione “Gli Zingari” alla locale Procura della repubblica per inadempimento contrattuale.

Intorno solidarietà verbale dei pochi che si avvicinano e si informano di cosa stia succedendo e qualche riflessione del tipo “ Ma perché non gli danno subito i documenti?”

Qualcun altro invece esprime preoccupazione “ Ma lo sapete che in Libia ci sono un milione di profughi che aspettano di venire in Italia?” ed altre ancora.

il portoNon ci stanno i pescatori, i diportisti ed i lavoratori del porto.

Non comprendono e non ci stanno.

Ed allora qualcosa la devono fare.

E cominceranno da martedì 15 luglio.

Ne hanno avuto comunicazioni stamattina il sindaco del comune di Amantea , il comando Stazione carabinieri di Amantea , la Tenenza della Guardia di Finanza di Amantea , il Comando dei Vigili Urbani di Amantea, la capitaneria di porto di Amantea.

Martedì 15 luglio con inizio alle ore 9,30 presso il porto di Amantea si terrà una manifestazione pacifica da parte dei pescatori, dei diportisti e dei lavoratori del porto.

Si tratta di una manifestazione che intende sollecitare la attenzione degli enti interessati alla vicenda relativa alla chiusura del porto ed all’obbligo di rimuovere le 300 imbarcazioni al momento allocate nel porto di Amantea.

Un compito questo difficilissimo , in particolare per i pescatori che dovrebbero andare a trovare un posto a Vibo od a Cetraro, visto che san lucido sembra difficoltato ad accettare pescherecci amanteani .

E poi per le imbarcazioni di tanti amanteani e di altri turisti. Per Amantea sarebbe una botta micidiale la perdita di oltre un centinaio di ospiti legati al turismo nautico.

E che dire del personale che opera nel porto. Quando lo stesso venisse sottratto al comune di Amantea questo personale perderebbe il posto.

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Strano, vero?. Affatto, ci sembra. La TV di Stato è TV di potere non di in formazione. E chi governa indica di cosa e come si deve parlare. A meno che, come abbiamo riportato, non ci sia sufficiente libertà di stampa, a meno che no solo le macchine fotografiche ma anche le macchine da ripresa siano sequestrate e fare servizi dal Venezuela sia troppo rischioso e non facile come per l’Ucraina!

Ed è per questo che non si parla del Venezuela dove ancora oggi ci sono milioni di emigranti italiani con cui sono in contatto i propri parenti in Italia che mostrano la propria intensa preoccupazione per quanto sta accadendo.

Per fortuna sui media locali e le reti sociali continuano le segnalazioni di proteste antichaviste , molte volte represse con violenza.

Ieri nella capitale ci sono stati nuovamente scontri con la polizia durante una dimostrazione a sostegno di Leopoldo Lopez, giovane leader dell'opposizione, che si e' consegnato alle autorità l'altro ieri dopo un mandato di arresto emesso nei suoi confronti per istigazione alla violenza.

Barack Obama, parlando durante una visita in Messico per partecipare a un summit economico, ha chiesto al Venezuela di rilasciare i manifestanti arrestati e di rispondere alle ''legittime rimostranze'' del suo popolo.

Eppure le ragioni delle dimostrazioni son o l'aumento esponenziale della criminalità di strada, la crescita dell'inflazione, la corruzione e le poche occasioni di lavoro.

Quasi una anticipazione di quello che potrebbe succedere in Italia?

Forse!

E forse….

Ieri tra i morti anche Genesis Carmona, la studentessa di marketing all’Università Tecnologica del Centro e nota modella, eletta Miss Turismo di Carabobo (nordovest del Paese) nel 2013, che era nella decina di persone, per lo più giovani, rimaste ferite ieri quando un gruppo armato ha aperto il fuoco contro una manifestazione antichavista a Valencia, capitale dello stato e terza città del paese. (nella foto mentre viene trasportata in ospedale con una moto!)

La giovane Genesis è morta a poca distanza dal luogo dove è stata uccisa lo scorso 7 gennaio Monica Spears Mootz, una ex Miss Venezuela e star delle telenovelas, di 29 anni.

La morte di Spears, assassinata insieme al marito da una banda di rapinatori mentre percorreva la quarantina di kilometri che separano Valencia da Puerto Cabello, sulla costa caraibica, aveva portato il presidente Nicolas Maduro a decidere un rimpasto totale del governo e a lanciare una iniziativa politica contro la violenza criminale nel paese.

Ma nessuno gli ha creduto.

E sembra abbiano fatto bene

Anche la chiesa locale in piazza. A Maracaibo un sacerdote, José Palmar, è stato raggiunto da pallottole di gomma e picchiato dai poliziotti nel corso di una manifestazione studentesca.

E nessun provvedimento è stato preso contro gli agenti del Servizio Bolivariano di Intelligence Nazionale (Sebin) –almeno 3- che secondo le inchieste pubblicate da diversi organi di stampa, sono stati ripresi mentre sparavano sui manifestanti negli incidenti del 12 febbraio scorso

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Serra d’Aiello. La notizia sembra attendibile, fortemente attendibile.

Infatti l’alternativa è la chiusura dei pochissimi esercizi commerciali ancora esistenti, per fortuna, nel piccolo paesino della costa tirrenica calabrese, alle spalle di Campora San Giovanni , un tempo famoso per essere la sede dell’Istituto Papa Giovanni XXIII, la Fiat del Sud.

Non abbiamo materialmente( ancora) visto gli atti ma ci viene segnalato da fonte autorevole che questo paesino avrebbe forse la più alta tariffa TARES a mq d’Italia.

Qualcosa che si aggira tra i 28 euro al mq degli esercizi alimentari, macellerie,salumerie, i 31 euro al mq di ortofrutta e pescherie, fiori, piante e pizza al taglio ed i 39 di esercizi pubblici

Cioè per un negozio di alimenti di 100 mq verrebbe richiesta una tares di 2800 euro, cioè quasi 8 euro al giorno compresi quelli di chiusura.

E per un bar gli euro superano i 10 per ogni giorno, sempre compresi quelli di chiusura settimanale. Siamo cioè a 325 euro al mese. Più di un fitto mensile!.

Le cifre sono state tratte dalla delibera del consiglio comunale n 24 del 6.11.2013.

Nella delibera si legge, secondo le indicazioni dei nostri referenti, che le tariffe sono state determinate sulla base del Piano finanziario allegato al regolamento comunale

Il problema è che il regolamento non risulta accessibile sul sito del comune di Serra d’Aiello.

Da qui la protesta e la richiesta di chiarimenti che potrebbe avvenire anche oggi 17 dicembre e che se non avverrà darà luogo ad azioni di protesta in consiglio.

Si impone che sia chiarito dall’ente come si sia giunti a tariffe altissime come quelle indicate.

Trattandosi di un tributo si impone un equilibrato rapporto tra la produzione dei rifiuti e la tariffa stessa tanto più se gli esercizi interessati effettuato la raccolta differenziata .

Se non si rileverà tale equilibrio ci si potrebbe trovare di fronte ad una tassa e non ad un tributo sul servizio RSU

Alla tares poi si aggiunge la tariffa per servizi indivisibili pari ad euro 0,30 per ogni mq di abitazione.

Ed allora non essendo ancora noto quasi niente del piano finanziario e non essendo come per legge accessibile il regolamento della Tares , le manifestate reazioni che non finiranno nella presenza in consiglio ma probabilmente sfoceranno in azioni di più intensa e forte tutela

Vi faremo sapere

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L’Arcivescovo di Cosenza ha disposto il trasferimento dell’attuale parroco di Fiumefreddo Don mauro Fratucci.

Sconosciute le ragioni.Ed i fiumefreddesi hanno detto NO! Al punto che una decina di loro hanno manifestato davanti al vescovado cercando la verità.

Viaggio inutile perchél’arcivescovo era assente ed il Vicario della Curia però non ha saputo dare spiegazioni precise in merito al trasferimento.

Il problema attualissimo è se nella chiesa del papa Francesco, una chiesa che cerca il rapporto con il popolo cristiano questo possa avere parola nella vicenda del proprio pastore, quello con il quale si incontra giorno dopo giorno nella sante messe, che battezza i propri figli ed assiste fino alla estrema unzione e se possa almeno sapere le ragioni di allontanamento, perché di allontanamento per loro si tratta e non di trasferimento.

Da qui la fiaccolata di protesta che si è tenuta il 25 scorso con centinaia di persone presenti a gridare senza voce il loro desiderio di conservare il parroco don Mauro.

E se non bastasse i fedeli di don mauro sono pronti ad andare dal Papa.

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