Bisogna sforzarsi di capire una cosa fondamentale della personalità di un Konducator. Una cosa ovvia, evidente, che abbiamo sotto gli occhi da sempre, ma è scomoda, faticosa, poco maneggevole. Dobbiamo però deciderci a farci i conti, perché il futuro si sta chiudendo e potremmo avere poco tempo. Dobbiamo capire, cioè, che l’anima di questo uomo tutto fare è complessa e irriducibile nella quale non ci sono strutture e sovrastrutture, dimensioni più autentiche e meno autentiche, realtà più reali e apparenze più apparenti.
Tutto del Konducator è ugualmente umano e nulla dell’umano è meno essenziale all’uomo di quanto lo siano altre dimensioni umane. E nessun progetto di liberazione dell’uomo e promozione umana può basarsi sulla rimozione o repressione o “superamento” di nessuna delle dimensioni costitutive di questo essere. Quindi, un “Konducator”, non dovrebbe tanto privilegiare una sua idea musicale, ma piuttosto dovrebbe dialogare con l’orchestra, accogliendone le istanze musicali e provvedendo quasi esclusivamente a definirle sul piano dell’orchestrazione.
Nel sociale, il Konducator di razza, va ben oltre l'osservazione delle azioni manifeste. In questa nostra sciagurata epoca non esiste un uomo politico di qualche spessore che non possieda una ‘faccia’, la cui fisionomia, cioè, non sia nota a un pubblico abbastanza vasto. Il sindaco di una città o il ministro di un qualsiasi governo sono riconoscibili e riconosciuti: non solo la televisione, che ha ormai una dimensione capillare (si pensi anche al numero di emittenti cosiddette locali sparse un po’ ovunque), ma ora anche Internet utilizza, sempre in primo piano, le loro immagini.
Non sono più i tempi dell’inizio dell’altro secolo, quando nel 1920 il presidente della Repubblica francese Paul Deschanel cadde accidentalmente durante la notte dal treno presidenziale che percorreva a bassa velocità la campagna francese. Avviatosi allora in pigiama alla ricerca di soccorsi bussò a una casa e, presentatosi come il presidente, venne preso per pazzo, faticando non poco a trovare poi qualcuno che lo riconoscesse.
Nel mondo attuale persino i grandi terroristi si mostrano a viso aperto in messaggi video che cercano di far circolare nella maniera più ampia possibile: tutti conoscono le fattezze di Osama bin Laden, che sono addirittura divenute soggetto di maschere carnevalesche.
Tornando alla figura del Konducator, la caratteristica di chi impone agli altri con forza e arroganza, la propria volontà si dice prepotenza. La prepotenza si accompagna solitamente a tracotanza, cioè alla presunzione di essere migliori degli altri e di avere dunque pieno diritto a piegarne la volontà, e a insolenza, tendenza a mancare di rispetto al proprio interlocutore, a offenderlo e umiliarlo. La vera arroganza non è quella di pretendere di essere qualcosa di più di quello che sei, ma quella di pretendere di essere qualcosa che non sei.
Gigino Adriano Pellegrini