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“Lamezia Terme – Gli agenti del Commissariato di Polizia di Lamezia Terme hanno denunciato un 28enne originario della Nigeria per minacce, resistenza a pubblico ufficiale e rifiuto di fornire le proprie generalità.

 

 

In particolare, la squadra volante del Commissariato è intervenuta in seguito ad una chiamata alla Centrale con la quale era stato segnalato una persona che infastidiva i clienti in ingresso ed in uscita di un supermercato di Lamezia.

Gli agenti intervenuti all'ingresso del supermercato, hanno tentato di identificare il O.B., che si sarebbe rifiutato di fornire le proprie generalità e li avrebbe minacciati.

Il 28enne nigeriano, O.B., è stato accompagnato in ufficio, identificato e denunciato alla locale Procura della Repubblica di Lamezia”.

Poveri migranti!.

Ora nemmeno l’elemosina possono chiedere?

Ed allora che cosa devono fare?

Ma siamo certi che il giovane nigeriano non incontrerà nessun problema.

Siccome si tratta del suo unico lavoro forse i giudici lo assolveranno.

Lo hanno fatto con uno spacciatore figurarsi per minacce, resistenza a pubblico ufficiale e rifiuto di fornire le proprie generalità!.

Pubblicato in Lamezia Terme

I bagnanti gli negano l’obolo e il questuante per rabbia spacca l’attrezzatura balneare.

Mezzogiorno-di-fuoco sulla spiaggia di Levante, più o meno nella zona dell’Hotel Nautilus.

Un giovane rom di 25 anni si aggirava sull’arenile di ombrellone in ombrellone chiedendo l’elemosina ma ad ogni rifiuto reagiva male e con rabbia, danneggiando quello che trovava sotto mano.

Ha spaccato lettini e ombrelloni, poi non soddisfatto ha iniziato con i dispetti spostando gli oggetti dei bagnanti che erano in quel momento presenti.

Non solo, perché oltre ai danni il ragazzo ha poi voluto farsi beffa dei presenti ha mostrato anche i genitali dopo aver abbassato i pantaloni e insultando ripetutamente chi tentava di riprenderlo.

La cosa non è affatto passata inosservata e i frequentatori della spiaggia hanno immediatamente chiamato la polizia municipale intorno all’ora di pranzo.

La pattuglia è intervenuta immediatamente ma il ragazzo nel frattempo si era allontanato frettolosamente dall’arenile.

Aveva capito che era stata chiamata la polizia e quindi ha cercato riparo in una pizzeria nel vicino via Amendola, sperando di passare inosservato.

Ma l’oltraggio e i vandalismi, tutt’altro che episodi isolati hanno destato rabbia tra i bagnanti tanto che alcuni di loro hanno seguito le tracce del 25enne e così all’arrivo della polizia hanno indicato dove si era andato a rifugiare.

E non sono mancati neanche momenti di tensione perchè i bagnanti presenti hanno cominciato a protestare vivacemente all’indirizzo del nomade.

I vigili urbani hanno chiamato supporto anche una squadra della volante.

L’uomo molto nervoso e collerico è stato portato via dai poliziotti della volante per un controllo approfondito in Questura.

Nel frattempo gli agenti hanno raccolto le testimonianze e il 25enne è stato denunciato per danneggiamenti ma anche per atti osceni in luogo pubblico.

Pubblicato in Italia

soldi imA Sanremo residenti infuriati coi richiedenti asilo. Pur avendo vitto e alloggio pagati, gli immigrati vanno in giro a chiedere l'elemosina (con lo smartphone in mano)
Tutto questo succede a Sanremo, ma anche nella nostra città di Cosenza specialmente nella nuova Piazza Bilotti e davanti ai negozi e supermarket  troviamo gli immigrati che chiedono l’elemosina. Non usano il cappellino, ma un bicchiere di plastica. Qualcuno ancora da una piccola offerta, la maggioranza della gente però si sente infastidita e borbottando qualcosa passa oltre, neppure li guarda.

Sanremo - Cappellino per l'elemosina da una parte e smartphone o sigaretta dall'altra.

 È questo l'identikit del "nuovo" profugo. Una figura che impazza, da mesi ormai, per le strade del centro di Sanremo, scatenando polemiche tra gli abitanti, che si sentono molestati ad ogni angolo con insistenti richieste di denaro da parte degli immigrati.
"Ehi, capo, un euro". Oppure: "Signora, una piccola offerta per mangiare". Ma quale offerta per mangiare: per loro vitto e alloggio sono gratuiti. E meno male, altrimenti al posto delle sigarette o delle schede telefoniche, con i soldi dell'elemosina gli immigrati dovrebbero comprarsi il mangiare. Ma la gente ormai lo ha capito e se all'inizio c'era ancora qualcuno che allungava una piccola offerta, oggi quei cappellini sono più o meno vuoti. "Hanno già tutto", lamentano i più. Resta soltanto il fastidio procurato a turisti e abitanti che in questi giorni di festa affollano la centralissima via Matteotti, il quartiere del teatro Ariston.
Le forze dell'ordine non possono fare nulla. Motivo? Hanno tutti lo status di rifugiato politico e, quindi, sono protetti dalla legge. Se a ciò aggiungiamo che l'accattonaggio non è reato, i conti sono presto fatti. Ma torniamo ai telefonini. Nelle vie di grande afflusso chiedono tutti l'elemosina, allungando il cappellino sotto il naso dei passanti, ma una volta girato l'angolo, ecco uscire magicamente dalle tasche smartphone e pacchetti di sigarette. Insomma, bella la vita da rifugiato.

Pubblicato in Italia

Eravamo abituati a trovare profughi davanti ai supermercati che chiedevano l’elemosina.

Talvolta anche in due.

Certe volte anche con un bambino, così da sollecitare la dazione.

Ma quasi sempre in modo garbato.

 

Poi abbiamo avuto modo di vederli anche agli angoli delle strade con il telefonino in una mano ed il bicchiere di plastica nell’altra.

Stamattina, invece, uno di loro chiedeva non la classica monetina ma addirittura un euro o due ed anche una sigaretta.

Una richiesta insistente e fastidiosa.

Tanto che qualcuno ha chiamato i vigili urbani che sono prontamente intervenuti.

 

Il profugo ha tentato di dribblare i controlli dichiarando di essere lì per aiutare “ Eugenio” uno dei contadini del locale mercato.

Ma Eugenio ha dichiarato di non avere con lo stesso alcun rapporto collaborativo.

A tal punto non restava che la identificazione , ma quando sono senza documenti è impossibile.

E così i vigili hanno chiesto dove abitasse ed il profugo ha indicato il CARA.

 

Non è rimasto altro da fare che farlo salire in auto ed accompagnarlo nel suo luogo di residenza.

Resta comunque il vero problema che è quello che i profughi vengono in Italia per lavorare e che li inviano in luoghi dove non c’è lavoro nemmeno per i naturali

Ed allora non resta che spacciare o comunque delinquere o chiedere l’elemosina.

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