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Massima attenzione del PD al nuovo governo dell’ente provincia di Cosenza.

Il rincorrersi di voci sui possibili candidati alle prossime elezioni del presidente e del consiglio provinciale di Cosenza ha imposto il pronunciamento degli organi di partito.

Tanto più ora che da Roma arriva la notizia che Matteo Renzi ha fatto il mea culpa sulla sconfitta elettorale, rimandando tuttavia a data da destinarsi il congresso.

Ed allora la attenzione massima è verso le elezioni provinciali, che diventano il banco di prova della tenuta del partito.

E chi altri se non Luigi Guglielmelli il segretario provinciale dei Dem doveva e poteva intervenire ?

E nello specifico Luigi Guglielmelli ha precisato che “Il partito democratico si impegnerà, per le elezioni provinciali, in un percorso trasparente, partecipato e collettivo per selezionare il candidato alla Presidenza della Provincia e per la formazione delle liste per il rinnovo del consiglio provinciale.

Saranno innanzitutto i rappresentanti istituzionali degli enti territoriali, a partire dai sindaci, ad assumere ogni decisione”.

In sintesi , cioè, “Nei prossimi giorni saranno, dunque, convocati i sindaci e i capigruppo consiliari aderenti al Partito democratico per assumere conseguenti decisioni.

Il Pd, tuttavia, non punterà sull'autosufficienza ma perseguirà l'ambizione di costruire una espressione elettorale di coalizione a partire dalle nostre esperienze di governo regionale e nazionale.

Al momento si registra, anche se informalmente, un orientamento quasi unanime di pervenire alla scelta di un candidato alla presidenza che non abbia già concorso alla precedente competizione elettorale”.

Noi, onestamente, non ci crediamo.

Possibile che il PD butti il bambino con tutta l’acqua sporca, possibile che rinunci così facilmente ad esperienze umane e politiche di estremo lignaggio cercando nuovi nomi, nuovi volti nel parterre del PD provinciale?

Staremo a vedere.

Se saranno fatti fuori facilmente gente come Graziano Di Natale e come Franco Iacucci.

Pubblicato in Cosenza

referendum-si-e-noIl 4 dicembre 2016 tutti gli italiani sono chiamati ad esprimersi sul delicato tema della riforma costituzionale. Secondo gli ultimi sondaggi presentati prima del silenzio obbligato a prevalere sarebbe il No con un distacco anche discreto. A fare la differenza saranno quanti si sono dichiarati agli intervistatori ancora incerti o in dubbio sulla scelta che faranno alle urne. Gli italiani hanno ancora qualche giorno per documentarsi e riuscire a formarsi un’opinione che porti al loro voto. Quali sono le ragioni per votare Sì e quali quelle invece per votare No? Vediamole insieme qui di seguito.

REFERENDUM: LE RAGIONI DEL SI

Accettare le modifiche proposte dal Governo Renzi con questa riforma costituzionale comporta in primo luogo uno snellimento delle procedure di legiferazione, andando ad eliminare la navetta estenuante tra Camera e Senato attualmente prevista per ogni proposta di legge.

In merito ai tagli economici previsti la riforma si concentra sulla drastica riduzione dei Senatori. In caso di approvazione si passerebbe da 315 a 100 componenti scelti tra consiglieri regionali e sindaci, che percepirebbero il loro stipendio di carica come unica indennità in aggiunta al rimborso delle spese e all’acquisizione dell’immunità parlamentare. Sempre riguardo al taglio dei costi della politica il Sì comporterebbe l’eliminazione del CNEL, ritenuto non necessario ai fini politici e dell’iscrizione delle Province nella Costituzione per poter poi provvedere alla loro abolizione definitiva.

Per quanto riguarda invece i referendum, la vittoria del Sì comporterebbe una riduzione del quorum da raggiungere per l’approvazione e le leggi di iniziativa popolare avranno tempi certi di esaminazione.

REFERENDUM: LE RAGIONI DEL NO

I sostenitori del No per questo referendum si concentrano sulla confusione che potrebbe creare questa modifica, sostenendo inoltre che gli attriti tra poteri regionali e statali aumenterebbero anziché diminuire come espresso invece dalla controparte.

L’accentramento dei poteri allo Stato rispetto alle autonomie regionali e il disequilibrio tra i poteri costituzionali a favore della Camera possono essere dannosi per la salute del Paese.

Per chi predilige il voto del No la riduzione dei costi tramite il taglio degli stipendi dei Senatori, non è sufficiente. I contrari alla riforma sostengono che i costi potrebbero essere dimezzati, non solo ridotti di un quinto come previsto dalla nuova legge.

L’aumento delle firme necessarie di tre volte l’attuale per i disegni di legge di iniziativa popolare tendono a ridurre la partecipazione dei cittadini che dovranno raccogliere 150.000 firme contro le 50.000 necessarie in precedenza.

Pubblicato in Italia

Scrive Francesco Gagliardi:

Il 5 giugno si è votato in 1342 Comuni e 7 capoluoghi di Regione. Sono stati chiamati alle urne 15 milioni di elettori.

 

Hanno votato soltanto il 62% degli aventi diritto al voto.

E come era prevedibile questo primo turno ci ha consegnato una Italia divisa, spaccata, frantumata, disorientata, sgarrupata direi.

 

Nessun sindaco delle grandi città è stato eletto al primo turno.

Fanno eccezione le città di Cagliari, Salerno e la nostra amata Cosenza.

 

Nella nostra città l’ex Sindaco Mario Occhiuto, defenestrato dalla sua stessa maggioranza in Consiglio Comunale alcuni mesi fa, ha ottenuto una vittoria schiacciante umiliando i suoi avversari politici che per anni saranno costretti a leccarsi le ferite.

I voltagabbana, i traditori, i saltimbanco, i poltronieri sono stati zittiti e messi alla berlina dagli elettori cosentini che fessi non sono.

 

A Roma ha prevalso il Movimento 5 Stelle.

A Milano i candidati del centro sinistra e del centro destra.

A Napoli si è imposto il Sindaco uscente De Magistris.

 

Il candidato del Pd non è riuscito a superare neppure la soglia del primo turno.

I brogli elettorali delle primarie e le lotte interne non hanno evidentemente giovato alla candidata Sindaco Sig.ra Valente.

 

Anche a Bologna il sindaco uscente del Pd Merola non è riuscito a farsi eleggere al primo turno come fece 5 anni fa.

Chi realmente ha vinto?

Chi davvero ha perso?

 

Secondo il teatrino della politica hanno vinto tutti, nessuno ha perso.

Un dato è certo: a Roma il Movimento 5 Stelle ha triplicato i suoi voti, il Pd è crollato ovunque, Forza Italia si è liquefatta.

Le periferie delle grandi città hanno cambiato colore bocciando il Pd perdendole tutte.

 

Ormai è chiaro:il Pd di Renzi ha seri problemi Cosa succederà fra 15 giorni?

Le sorprese non mancheranno. Il 19 giugno, al ballottaggio, ne vedremo delle belle.

La riflessione vera si farà fra 15 giorni.

 

Ma veniamo alla nostra Cosenza.

A Cosenza non ha pagato la scelta di defenestrare il Sindaco in carica a soli tre mesi dalla scadenza naturale del suo mandato, non ha pagato la scelta del candidato del Pd Guccione, ritenuto dagli elettori cosentini come un ripiego dopo il gran rifiuto di Lucio Presta imposto da Renzi e non ha pagato neppure la scelta del Pd di correre in questa tornata elettorale insieme agli scissionisti di Forza Italia, Verdini in particolare.

 

Il Pd, puntando su Guccione, aveva fatto illudere i vari candidati consiglieri comunali nelle liste elettorali, che avrebbe vinto addirittura al primo turno vantando la strana alleanza e il sostegno degli ex berlusconiani.

Era sceso a Cosenza lo stesso Verdini e si era fatto fotografare insieme all’ex consigliere regionale di Forza Italia Morrone e all’ex Assessore Regionale Giacomo Mancini Junior. (vedi foto)

Il risultato che i due hanno ottenuto è stato un vero disastro. Il partito di Verdini ha fatto flop dappertutto.

Non ha portato nessun voto. In nessun comune è stato determinante e si è visto finalmente che il peso elettorale è vicino allo zero.

Non si sono ancora finiti di contare i voti che subito sono iniziate le discussioni e le accuse.

 

Una cosa è certa: il Pd non ha ottenuto un buon risultato, c’è stato un evidente arretramento ovunque.

E Renzi da la colpa agli altri che non sanno fare squadra. I dirigenti del suo partito, invece, danno la colpa alle alleanze strane e stravaganti.

C’è un proverbio calabrese un po’ volgare che dice: - A scusa du piritaru è la cammisa rutta-

Francesco Gagliardi.

Il verde Alexander Van der Bellen ha vinto le elezioni in Austria per un soffio con il 50,3% dopo lo spoglio dei voti per posta sconfiggendo l'ultranazionalista Norbert Hofer, staccato di soli 31mila voti. 'Sarò al servizio di tutti', ha detto il neo eletto presidente

Hofer ammette la sconfitta: 'rammaricato'

Affluenza record del 72,7%

Gentiloni, sospiro di sollievo per Ue e ItaliaLa vittoria del candidato Verde alle presidenziali austriache fa "tirare un sospiro di sollievo" all'Europa e "certamente lo tiriamo anche noi italiani perché indubbiamente l'Austria è uno dei paesi con cui siamo più collegati, un paese vicino ed amico".

Lo dichiara il ministro Paolo Gentiloni. Lasciando la riunione del Consiglio Esteri, definisce la vittoria di Van der Bellen "una notizia positiva" ma, aggiunge, "non dobbiamo sottovalutare che la metà degli elettori si è espressa in un altro senso".

'Una lezione a partiti tradizionali"

L'Europa è stata con il fiato sospeso in attesa che lo spoglio del voto per corrispondenza.

Il candidato dei Verdi, Alexander Van der Bellen, l'ha spuntata al fotofinish sull'ultranazionalista dello Fpo, Norbert Hofer.

Ma il volto gentile della destra xenofoba è stato in vantaggio con il 51,93% dei voti reali davanti a Van der Bellen, che arrivava al 48,07%.

Lo spoglio delle oltre 800mila buste elettorali ha ribaltato la situazione, ma il dato politico è già incontrovertibile: un austriaco su due sostiene l'estrema destra in Austria. Ansa

Pubblicato in Mondo

In democrazia le elezioni,sia a livello nazio nale che locale ,sono momenti importanti dove tutti i cittadini sono chiamati ad eleggere i propri rappre sentanti aven do la possibi lità di scegliere tra proposte politiche diverse e alternative.

Il semplice andare a votare, non avendo la possibilità di scegliere tra proposte politiche alternative, non rende concreta e attuata la democrazia.

Io credo che anche a livello amministrativo abbiano una loro importanza i riferimenti culturali,le grandi idee come riequilibrio tra salari e profitti,diminuzioni delle diseguaglianze, redistribuzione della ricchezza, assistenza sociale, reddito garantito, pensioni, rispetto delle regole democratiche, ecc..

Anche un piccolo paese viene amministrato,e non secondo il mio giudizio ma per i tanti esempi, in modalità diverse da persone (giovani o meno giovani che siano!) che hanno posizioni differenti rispetto a questi grandi temi e che hanno differenti visioni del mondo e dei rapporti sociali e insieme competenze appropriate!

Pur nel tempo del tramonto delle ideologie penso che nessuna persona culturalmente onesta possa dire che sia indifferente, per esempio a Roma, votare Meloni-Salvini, Fassina, Marchini, Raggi, Giachetti!

Gli elettori di Cleto il prossimo 5 giugno (dopo il tormentone della rottamazione!) si troveranno a dover sceglier tra due liste guidate rispettivamente da Giuseppe Longo e Armando Bossio.

Considerato che nel 2011 sono stato capolista della lista “CLETO FUTURO” e dal 2011 al 2015 sono stato Consigliere di minoranza,non essendo presenti, come “CLETO FUTURO”, nella competizione elettorale del 5 giugno,ritengo mio dovere nonché obbligo civile e politico, in primis nei confronti degli elettori di “CLETO FUTURO” e poi di tutti i cittadini di Cleto, di dare alcune informazione.

I due capilista Longo-Bossio sono i rappresentanti odierni di famiglie che per circa 50 anni sono state alleate nella DC,poi confluite insieme nel PD e nel 2009 e 2011 insieme a sostegno della la lista “Stella del Sud” con capolista Giuseppe Longo.

Questo dato storico,brevemente richiamato, è assolutamente meno importante del fatto politico attualissimo che dal 2011 al 2015 Giuseppe Longo e Armando Bossio hanno amministrato Cleto, come Sindaco e Vicesindaco.

In questi 4 anni noi di“CLETO FUTURO”, abbiamo potuto verificare (e lo abbiamo anche documentato puntigliosamente!), giorno dopo giorno, che la cultura politica,il modo di praticare la politica,del Sindaco e del Vicesindaco sono stati assolutamente all’unisono e indistinguibili.

Mai un contrasto,mai neanche un cenno di discussione su scelte amministrative importanti ((concorsi mancati—concorsi fatti-acqua(a Cleto sono arrivate bollette da 6000,00 euro)-spazzatura (famiglie con 4 figli e con meno di cento metri quadrati costretti a pagare oltre 600,00 euro!)-Pisl-Piano Regolatore-lavori pubblici realizzati-incarichi -pianta organica-tasse-manovra tributaria ecc.)).

Nessuna differenza sul rispetto delle regole democratiche (vedi interrogazioni delle minoranze e modalità di discussione e approvazione dei Bilanci).

Mai nessuna differenza nel prestare attenzione alle sollecitazioni delle minoranze! Mai nessuna differenza nel favorire la trasparenza e la partecipazione dei cittadini attraverso gli strumenti informatici.

Unico scontro, in quattro anni, tra Longo e Bossio (c’è anche stato un Consiglio Comunale ad hoc) la questione della parcella dell’avvocato Barba.

E su questa questione,per la prima volta, come “CLETO FUTURO” e insieme all’altra minoranza rappresentata da Giuseppe Filice, abbiamo ritenuto condivisibile la decisione assunta dal Sindaco Giuseppe Longo.

Di fatto Longo e Bossio non hanno messo mai in atto pratiche politiche e scelte amministrative differenti.

Di fatto oggi non rappresentano proposte amministrative alternative! Politicamente, per come hanno amministrato, pur se molto diversi per età,sono gemelli omozigoti!

Non c’è una ragione politica evidente e desumibile dagli atti comunali che possa giustificare che oggi Longo e Bossio si presentano concorrenti!

Questo è un dato oltre che democraticamente inquietante anche molto raro se non certo unico.

E’ in questi casi che possiamo affermare che la democrazia si restringe!

E’ la prima volta nella storia politica di Cleto!

Fino al 1990 le liste sono state da una parte DC e dall’altra PCI-PSI. E con tutti i limiti,le difficoltà e gli errori comunque si confrontavano due mondi culturalmente e politicamente assolutamente differenti.

Ma per venire alle ultime elezioni del 2009 e del 2011,la presenza delle tre liste, Furano-Longo-Filice, a confronto dell’oggi,hanno rappresentato una ricchezza democratica da rimpiangere,in quanto, almeno nelle storie politiche dei capilista, si poteva riconosce (con le vecchie ma non del tutto desuete classificazioni!) una destra,un centro e una sinistra,cioè culture politiche e prassi politiche (senza volere dare qui giudizi di valore!) semplicemente differenti e alternative.

Gli elettori di Longo,di Filice e quelli che hanno dato il voto di preferenza a Bossio alle elezioni amministrative del 2011,non per rapporto amicale-parentale-clientelare, ma per condivisione culturale e politica, il 5 giugno non dovrebbero avere problemi nell’esprimere il loro voto.

La difficoltà l’avranno di sicuro tanti elettori di “CLETO FUTURO” che vorrebbero esprimere un voto libero dai rapporti amicale-parentale-clientelare.

Per questo sento il dovere di dire pubblicamente quale è il mio orientamento odierno.

Non volendomi rassegnare al fatto che il destino politico di Cleto sia quello di votare per rapporti amicale-parentale-clientelare,il 5 giugno a Cleto, mi troverò costretto ad esercitare il mio diritto di voto, ma di annullare la scheda.

Questo non vuol dire che non seguirò attentamente la campagna elettorale e che non valuterò ,le iniziative, le idee e le competenze che metteranno in campo tutti i candidati e in particolare modo i candidati che si presentano per la prima volta!

Alle tante persone che mi dicono che non vogliono andare a votare,anche se comprendo,in questa situazione, questo atteggiamento,voglio dire che l’astensione ha un significato politico diverso dal recarsi a votare e votare scheda bianca o di annullare la scheda. Non permettete a nessuno di privarvi del vostro diritto-dovere di voto!

Questa mia posizione pubblica,considerata la mia storia politica a Cleto, la dovevo, per onestà intellettuale, a tutti quegli elettori che per più volte mi hanno dato la loro fiducia e a tutti i cittadini.

In chiusura rilievo e un suggerimento alle due liste.

Pur nel rispetto delle persone, la presenza nelle liste di non residenti a Cleto (due nella lista Bossio e uno nella lista Longo) è un fatto avvilente che sembra sottoscrivere il declino del nostro paese che non ha neanche più la possibilità di fare liste con candidati che abbiano scelto di vivere a Cleto!

Consapevole che potrebbe cadere nel dimenticatoio e/o suscitare ilarità, vorrei invitare i capilista e tutti i componenti delle due liste che hanno a cuore la democrazia e il bene di Cleto ad organizzare confronti diretti tra rappresentanti delle due liste per confrontarsi su problematiche quali Tasse-Manovra Tributaria-Pianta Organica-Bilancio Comunale-Acqua-Raccolta Differenziata-Viabilità-Trasparenza e Partecipazione ecc..

Pur stante,e soprattutto, quanto riportato sopra,queste iniziative (coinvolgendo,oltre ai capilista, anche i candidati che si presentano per la prima volta!) potrebbe servire,forse,per dare almeno qualche minimo elemento di valutazione-differenziazione a quei cittadini (io compreso) che vorrebbero avere elementi per scegliere di affidare l’Amministrazione del proprio paese alle persone che meglio li rassicurano per competenza e per orientamenti culturali e politici.

Sarebbe questo almeno un gesto di responsabilità politica!

                                                                                                                  Giuseppe Furano

Pubblicato in Basso Tirreno

La tabella mostra tutti i votanti amanteani , sezione per sezione, ed i loro voti.

 

In sintesi cosa è successo?

Gli elettori erano 11.209

5378 i maschi

5831 le donne

 

I votanti sono stati 3602, pari al 32,13 % degli elettori

I votanti maschili sono stati 1780 pari al 33,09 di tutti i votanti maschili

I votanti femminili sono stati 1872 pari al 31,24 di tutti i votanti femminili

In sostanza gli uomini hanno votato più delle donne.

 

I SI sono stati 3354 pari al 93,11 % di tutti i votanti.

I NO sono stati 215 pari al 5,97 di tutti i votanti.

 

Le schede bianche e nulle sono state 33 pari allo 0,91% di tutti i votanti

Questi, ora, i dati sezione per sezione:

Nella sezione PRIMA ha votato il 33,23 % dei votanti

Nella sezione SECONDA ha votato il 33,78 % dei votanti

Nella sezione TERZA ha votato il 35,83 % dei votanti

Nella sezione QUARTA ha votato il 34,62 % dei votanti

Nella sezione QUINTA ha votato il 33,37 % dei votanti

Nella sezione SESTA ha votato il 34,95 % dei votanti

Nella sezione SETTIMA ha votato il 30,65 % dei votanti

Nella sezione OTTAVA ha votato il 32,71 % dei votanti

Nella sezione NONA ha votato il 29,71 % dei votanti

Nella sezione DECIMA ha votato il 30,60 % dei votanti

Nella sezione UNDICESIMA ha votato il 33,84 % dei votanti

Nella sezione DODICESIMA ha votato il 28,71 % dei votanti

Nella sezione TREDICESIMA ha votato il 25,78 % dei votanti

Nella sezione QUATTORDICESIMA ha votato il 26,31 % dei votanti

La percentuale più alta si è ottenuta nella terza sezione, quella più bassa nella tredicesima

Giuseppe Furano scrive contro la frammentazione politica e sociale.

Il gruppo “Cleto Futuro”, ieri 07/03/2016, ha fatto una riunione per fare una analisi delle problematiche e esigenze del nostro Comune e contemporaneamente decidere quali comportamenti e iniziative intraprendere, come Gruppo, per le prossime elezioni Amministrative.

 

Si è preso atto che, dopo circa un anno di confronti, tra Gruppi e nei Gruppi, che hanno interessato, a voler essere ottimisti non più del 15% degli elettori,e che non hanno mai posto,pubblicamente, in

discussione i veri problemi del nostro paese,a soli due mesi dall’appuntamento elettorale, a Cleto, regna il massimo di divisione e di frammentazione politica e sociale.

 

Oramai i gruppi non sono più quattro, ma forse 6-7!

Un dato politicamente e culturalmente allucinante per un paese di circa 1400 abitanti!

Nelle ultime quattro tornate elettorali a Cleto si sono confrontate tre liste. Già tre liste che si

confrontano in elezioni amministrative in un paese di circa 1400 abitanti è un evidente segno di

frammentazione, conflitti e divisioni e in ultima istanza di incapacità di mediazioni per aggregare gruppi e soggetti i più omogenei possibili o se si preferisce i meno idealmente distanti o ancora semplicemente incapacità culturale di trovare punti di contatto per il bene di questo martoriato paese.

Le quattro Amministrazioni 1999-2004-2009-2011 sono terminate prima della scadenza naturale per lo sfaldarsi delle maggioranze.

Il Gruppo ha preso atto che le divisioni e le contrapposizioni,che arrivano fin dentro i nuclei familiari, non solo arrecano un grave danno alla vita sociale del paese,ma hanno impedito e impediranno una efficace ed efficiente attività Amministrativa.

 

Noi di “Cleto Futuro” riteniamo che a Cleto dovrebbero confrontarsi non più di due liste. Due liste composte da persone competenti e motivate che nei rispettivi ruoli di Sindaco,Assessore o Consigliere siano capaci di portare il loro contributo efficiente ed efficace per tutto il periodo del mandato.

Un confronto democraticamente corretto tra due progetti di paese concorrenti potrà avviare,a Cleto, una svolta politico-culturale per non condannare questo paese ad un certo e inesorabilmente declino.

Il Gruppo “Cleto Futuro”,che ha effettivamente a cuore il bene di questo paese, all’unamimità, ha preso la decisione di affidarmi l’incarico di contattare tutti i Gruppi per fare un ultimo tentativo per favorire la riduzione della frammentazione sociale e politica.

 

Nel mandato affidatomi, il Gruppo ha convenuto di dover sottoporre, a tutti i gruppi che accetteranno il confronto,prioritariamente, due punti:

1) tutti gli amministratori rinunciano,nei primi due anni,alle loro indennità che vanno a essere utilizzate per ridurre tributi e tasse per le famiglie più numerose e bisognose e per altri interventi nel sociale.

Dopo i due anni se l’Amministrazione sarà stata in grado di ridurre tasse e tributi per tutti i cittadini ed avere risorse per interventi nel sociale,gli Amministratori potranno ricevere la metà dell’indennità loro spettante per il resto del mandato. (nel quinquennio si tratta di mettere a disposizione del Comune una somma che va da un minimo di 100 a un max di 150 mila euro!)

Sarebbe un gesto di affetto e amore sincero e concreto per questo sfortunato paese!

2) I gruppi disposti al confronto dovrebbero essere disposti ad accettare delle primarie aperte a tutti gli elettori di Cleto per la scelta del capolista.

Considerato che fra circa due mesi si dovranno presentare le liste il tempo che ho a disposizione è

ristrettissimo.

Penso di completare il giro entro domenica 13 c.m.

I cittadini attraverso FB o con manifestini pubblici saranno informati del risultato di questo tentativo.

Giuseppe Furano

Pubblicato in Basso Tirreno

Le elezioni sono alle porte e a Cleto c’è fermento, ricerca di candidati,qualche incontro tra Gruppi , numerosi incontri tra persone con argomento fondamentale le elezioni.

 

Scambio di notizie e pettegolezzi a iosa,sugli ultimi spostamenti,sui dissidi tra gruppi e nei gruppi ”Tizioè passato con quel gruppo perché è parente a…Caio sta con …perchè ha ricevuto un favore da… , quello va casa per casa a promettere…, in quel gruppo ci sono spaccature pesanti,…. non c’è accordo sul capolista indicato…,quei due gruppi si sono incontrati ma ognuno è rimasto inamovibile sul proprio capolista e tutto è finito lì, ecc.ecc.”

 

Voci e pettegolezzi a iosa su capilista,assessori e candidati,la passerella di qualche politico che ha preso qualche voto,ma zero confronti sui problemi reali di Cleto.

In ogni caso,al di là di pettegolezzi e voci,il dato reale che,ad oggi,si può fotografare,è che a Cleto ci sono quattro gruppi distinti e contrapposti.

Tre di questi quattro gruppi hanno già indicato il loro capolista (Longo-Filice-Falsetto).

 

Noi di “Cleto Futuro”,alternativi nel 2009 e 2011 a Longo e Filice, abbiamo invitato e sollecitato più volte,anche in forme pubbliche ,un confronto sui problemi reali di Cleto!

E per essere concreti abbiamo indicato, oltre che i problemi reali del paese, anche i nostri orientamenti di base.

 

Noi siamo interessati a un confronto solo con cittadini o con gruppi che accettano poche ma chiarissime regole:

-prima si parla delle esigenze di Cleto dopo di capolista,assessori e consiglieri.

-volere bene sinceramente a questo martoriato paese

-considerare la politica un servizio, non un’occasione per avere tornaconti personali o realizzare

semplicemente aspirazioni personali

-essere assolutamente lontani dalla politica familistica-clientelare che è alla base della corruzione ed è il più grande male dell’Italia e anche di Cleto;

-se si è maggioranza o opposizione ci deve essere il massimo di rispetto per le regole democratiche;

-la partecipazione dei cittadini deve essere agevolata durante tutta la durata del mandato utilizzando

tutti gli strumenti umani e tecnologici;

A questo,sicuro di interpretare gli orientamenti di tutto il gruppo,vorrei aggiungere,oggi,un ulteriore

elemento per il confronto.

A Cleto,piccolo paese in via di declino e di spopolamento,le tasse e i tributi sono tutti al massimo (ci sono famiglie con tre o più figli che pagano fino a 600,00 euro per la spazzatura) e gli Amministratori gravano sul bilancio per circa 25000,00-30000,00 euro/anno.

Io ritengo che sarebbe doveroso inserire nel programma due impegni tra loro legati.

 

Gli amministratori rinunciano, nei primi due anni, alle loro indennità che vanno a essere utilizzate per ridurre tributi e tasse per le famiglie più numerose e bisognose e per altri interventi nel sociale.

Dopo i due anni se l’Amministrazione sarà stata in grado di ridurre tasse e tributi per tutti i cittadini ed avere risorse per interventi nel sociale,gli Amministratori potranno ricevere la metà dell’indennità loro spettante per il resto del mandato.

Sarebbe un gesto di affetto e amore sincero e concreto per questo sfortunato paese!

In un momento in cui politica e politici,a tutti i livelli,hanno una fiducia tendente allo zero,questo gesto sarebbe sicuramente un modo concreto,per praticare la politica come servizio e impegno civile,per avvicinarla ai cittadini, per portare un po' di sollievo a famiglie che sono in grande difficoltà e inoltre potrebbe essere anche una bella sfida e uno stimolo per un impegno amministrativo efficiente ed efficace.

 

Anche un piccolo paese può essere laboratorio per coltivare un virus benefico capace di diffondere un po' di moralità nella politica!

Noi speriamo che anche gli altri gruppi costituiti accettino questa scelta morale!

 

Giuseppe Furano

Pubblicato in Basso Tirreno

E’ stato molto facile associare il buon risultato della destra alle ultime elezioni in Francia gli attacchi terroristici.

 

Ma la verità è un’altra. La si può leggere nell’articolo di di Leonid Bershidsky del 7 dicembre 2015

“ Può sembrare che la vittoria dell'estrema destra al primo turno delle elezioni regionali francesi di questo fine settimana sia un'eco degli attacchi terroristici a Parigi. Non è così.

Il trionfo elettorale del Front National di Marine Le Pen ha a che vedere con l'economia, più che con la paura o la xenofobia.

Non si può negare che la Le Pen e il suo partito abbiano ottenuto un risultato migliore che mai in un'elezione che gli dà un effettivo potere in Francia (le elezioni per il Parlamento Europeo dello scorso anno, pure vinte dal Front National, non contano). Dopo la riforma che ha ridotto il numero delle regioni amministrative nella Francia continentale da 22 a 12 (per un totale di 13 contando la Corsica), il partito di governo, quello dei Socialisti, era riuscito a prenderle tutte meno una. Ora il partito della Le Pen ha la maggioranza in sei regioni e potrebbe vincerne quattro a seguito dei ballottaggi della prossima domenica.

Si tratta di uno shock per i partiti francesi dell'establishment - i Socialisti e i Repubblicani dell'ex presidente Sarkozy. Il giornale di centrodestra Le Figaro questo lunedì se ne è uscito con il titolo "Lo Shock". Si parla di creare un "fronte repubblicano" per combattere la Le Pen, unendo le forze di Socialisti e Repubblicani - un qualcosa che tanto Sarkozy quanto alcuni politici socialisti odierebbero fare, ma che potrebbe rendersi necessario nelle prossime elezioni se il Front National continuasse a vincere.

Eppure i politici dell'establishment devono decidersi ad attaccare la congestione economica, non la Le Pen. Gli stessi risultati del voto a Parigi suggeriscono che la gente che vive nei quartieri colpiti dai terroristi non ritiene che tenere lontano gli immigrati o dare un giro di vite sui musulmani - due punti fermi del Front National - servirà a risolvere il problema del terrorismo. Wallerand de Saint Just, tesoriere del Front National, non ha vinto e non è nemmeno arrivato secondo in nessuno dei 20 distretti della capitale francese. Saint Just ha ricevuto appena 59.429 voti in tutta Parigi, ed è stato battuto da entrambi i candidati dell'establishment, che ora si trovano testa a testa, entrambi con tre voti a uno contro il candidato del Front National.

Il presidente François Hollande ha rubato alla Le Pen l'arma dell'anti-terrorismo nel momento in cui ha dichiarato guerra allo Stato Islamico, ordinando tra l'altro aggressivi raid della polizia contro i sospetti terroristi all'interno della stessa Francia, e impegnando una maggiore quantità di risorse per i servizi di intelligence e la polizia. La popolarità di Hollande è infatti balzata dal 20 al 27 percento, e il suo tasso di consenso ha raggiunto i massimi dal 2012. Anche il primo ministro Manuel valls, che dopo gli attacchi ha detto che l'Europa "non può più accogliere altri profughi", ha visto crescere la propria popolarità dal 26 al 32 percento. Se gli elettori chiedevano durezza, Hollande e Valls gli hanno dato ciò che volevano. La Le Pen avrebbe probabilmente fatto la stessa cosa se fosse stata al potere.

 

È stato un altro il fallimento dell'establishment che ha portato al successo del Front National. La correlazione tra i voti presi dal Front National nel voto di domenica e il livello di disoccupazione nelle elezioni francesi è 0.80 - un livello che suggerisce una relazione forte.

Marine Le Pen è un'abile donna politica. Deve aver guadagnato un bel po' di voti mettendo in scena un dramma familiare - spingendo suo padre, il fondatore del Front National, fuori dal partito per aver negato la gravità dell'Olocausto. Questa mossa può anche essere stata fatta calcolandone l'effetto: domenica sera un raggiante Jean-Marie Le Pen ha registrato un messaggio di congratulazioni a tutti i candidati e gli attivisti che hanno permesso di arrivare ad essere "il primo partito di Francia". Eppure la volontà della Le Pen di resistere e opporsi a suo padre deve avere impressionato alcuni francesi che si vergognavano di andare a votare per una forza politica nella quale militava come presidente onorario un impenitente anti-semita.

 

La leader del Front National sa anche imparare dai propri errori: al differenza che dopo gli attacchi al Charlie Hebdo dello scorso gennaio, non ha denunciato quelli che esprimevano solidarietà alle vittime definendoli "clown", e le sue dichiarazioni in stile "ve lo avevo detto" sono state relativamente modeste.

Niente di tutto ciò, però, la avvicina a ciò che vuole - la presidenza della Francia nel 2017. Per ora i francesi l'hanno trattenuta dove la posta in gioco è più bassa. Nelle elezioni comunali dello scorso anno il Front National ha preso solo 11 comuni sui 36.000 dove si era candidato, per quanto anche quello fosse stato presentato come un risultato storico. Le attuali elezioni regionali non hanno effetto sugli elettori, e ciò spiega la bassa partecipazione al voto. Le regioni consegnano poteri solo su questioni come il trasporto pubblico, le scuole superiori e i finanziamenti all'arte e alla cultura. Il Front National non riuscirà a costruirsi come forza di governo entro le elezioni presidenziali di aprile e maggio 2017. Il voto sarà con ogni probabilità un voto di protesta, e questo continua ad avere senso finché l'establishment di ostina a trattare l'economia come se questa dovesse riaggiustarsi miracolosamente da sola, con il minimo sforzo da parte loro.

"Per il cittadino che sfoga la sua rabbia il voto al Fronte National è un voto 'utile'", ha scritto Alexis Brezet nell'editoriale su Le Figaro. "Nessun'altra scelta fa rumore quanto questa, nessun altro voto può dire più chiaramente a quelli che ci governano, o a quelli che li seguiranno: 'Proteggeteci, o chiederemo ad altri di farlo'".

Per battere il Front National, i partiti dell'establishment devono avere coraggio e chiarezza, due qualità che finora non hanno avuto. È un compito difficile, perché la stessa Le Pen non deve in fin dei conti fare molto sforzo - deve solo continuare a presentarsi come un'alternativa. A meno che non si siano decisivi miglioramenti economici - o un chiaro piano di opposizione dal centrodestra - i francesi potrebbero decidere di dare alla Le Pen una possibilità un po' più grande che quella di gestire il sistema delle scuole superiori.

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A Cleto, dopo 4 Amministrazioni terminate prima della scadenza naturale, a pochi mesi dall’ap puntamento elet torale, ritengo che sia doveroso fare alcune riflessioni che mi auguro possano essere utili per avviare un dibattito democratico, libero dallo scontro tra le persone e che sia un effettivo confronto tra idealità politiche,progetti per il paese e modalità di operare nell’Amministrazione Comunale.

 

Dal 1985 ad oggi sono passati 30 anni (se qualcuno vuole andare ancora più indietro non sarò io a sottrarmi!),un tempo sicuramente idoneo per fare bilanci e valutare l’efficienza e l’efficacia dell’operato delle Amministrazioni che si sono succedute in questo lungo periodo.

Valutare i risultati delle Amministrazioni è cosa semplice,basta prendere in considerazione alcuni indicatori fondamentali che determinano la qualità della vita sociale ed economica di un paese, quali: servizi erogati,tasse pagate,progetti realizzati,capacità di accedere ai fondi comunitari con progetti capaci di portare sviluppo,capacità di favorire lo sviluppo e l’utilizzo di tutte le potenzialità economiche del territorio,condizioni delle strade,della rete idrica,della rete fognaria, delle strutture comunali,personale comunale,trasparenza amministrativa, gestione democratica della cosa pubblica,clientela praticata ecc..

 

In ultima istanza per chi vive a Cleto è semplice,se ne ha la voglia e l’onestà intellettuale,stabilire se in questi 30 anni, Cleto, come paese, ha fatto progressi o è regredito.

Per chi volesse un aiuto voglio ricordare che Cleto nel 1985 aveva 19 dipendenti e che oggi è uno tra i 90 paesi della Calabria in via di spopolamento ed è l’unico paese d’Italia,con popolazione simile,ad avere solo 6 dipendenti e a non avere il servizio di Anagrafe-Stato Civile ed Elettorale e un vigile.

E ancora da tenere presente che una recente legge dello Stato ha stabilito, che affinché un Comune possa essere in grado di erogare tutti i servizi basilari,il rapporto dipendenti/abitanti debba essere di 1 dipendente ogni 120 abitanti.

Questa legge è stata fatta per evitare sprechi, perché molti Comuni ne hanno più di 1 ogni 120 abitanti.

Secondo questa legge, per poter erogare decentemente tutti i servizi ai cittadini, Cleto dovrebbe avere 11-12 dipendenti.

In questi ultimi 30 anni, Peppe Longo ha amministrato 14 anni, Peppe Filice 8 anni!

 

I cittadini che ritengono che l’attività Amministrativa di Longo e Filice abbia fatto perdere a Cleto molte opportunità e che ne abbia favorito il declino, dovrebbero avere il dovere politico di ritrovarsi e confrontarsi, non per essere contro le persone Longo e Filice, ma per riconoscersi alternativi alla politica e alle pratiche amministrative messe in atto dagli stessi durante i loro mandati.

Il sottoscritto e i tanti amici, che nelle ultime due tornate elettorali (2009-2011),sono stati candidati o elettori, della lista alternativa a quelle di Longo e Filice, rappresentiamo sicuramente mondi differenti e distanti da Longo e Filice, sia per idealità politica, sia per le pratiche amministrative messe in atto durante i nostri mandati e sia per i progetti di paese proposti.

Tre liste che si confrontano in elezioni amministrative in un paese di circa 1400 abitanti potrebbe essere segno di vitalità politico-culturale,ma al contrario anche un evidente segno di frammentazione,conflitti e divisioni e in ultima istanza di incapacità di mediazioni per aggregare gruppi e soggetti i più omogenei possibili o se si preferisce i meno idealmente distanti.

Una ulteriore frammentazione,qui a Cleto, non ha nessun senso politico, nessuna utilità per il paese oltreché a rappresentare un indubbio vantaggio per Longo e Filice.

Per questo il sottoscritto e gli amici di “Cleto Futuro”,invitano tutti quelli che danno un giudizio negativo sull’operato Amministrativo di Longo e Filice,di incontrarsi e avviare un confronto.

Io e tutti gli amici di “Cleto Futuro” vogliamo confrontarci senza nessuna aprioristica pretesa.

Ci si incontra, ci si riconosce alternativi a queste gestioni fallimentari,si elabora un progetto di gestione democratica,trasparente, libera dalle clientele e di sviluppo per il paese e in un secondo tempo,tenendo anche presenti le legittime aspirazioni di ciascuno,ma nell’interesse esclusivo del paese,il gruppo indicherà le persone più idonee che dovranno rappresentarlo nella lista.

Io e gli amici di “Cleto Futuro” riteniamo che solo se la eventuale lista sarà composta da persone competenti e motivate che nei rispettivi ruoli di sindaco,assessore o consigliere siano capaci di portare il loro contributo efficiente ed efficace per tutto il periodo del mandato,si potrà avviare, a Cleto, una svolta politico-culturale per non condannare questo paese ad un certo e inesorabilmente declino.

 

Noi come “Cleto Futuro”, nella ultima nostra riunione, abbiamo indicato alcuni punti base da cui partire, che io voglio ancora qui ricordare:

1) i cittadini e i gruppi che si riconoscono alternativi alle politiche e alle pratiche amministrative messe in atto durante i loro mandati da Giuseppe Longo e Giuseppe Filice dovrebbero avviare un dibattito accettando prioritariamente pochi, ma chiari (se se ne vogliono aggiungere altri ben vengano!) punti fondamentali:

-volere bene sinceramente a questo martoriato paese

-considerare la politica un servizio, non un’occasione per avere tornaconti personali o realizzare semplicemente aspirazioni personali

-essere assolutamente lontani dalla politica familistica-clientelare che è alla base della corruzione ed è il più grande male dell’Italia e anche di Cleto;

-se si è maggioranza o opposizione ci deve essere il massimo di rispetto per le regole democratiche;

-la partecipazione dei cittadini deve essere agevolata durante tutta la durata del mandato utilizzando tutti gli strumenti umani e tecnologici;

-pur rispettando le aspirazioni e la dignità di tutti si dovrebbe evitare di avere amministratori con competenze non adeguate ai compiti richiesti in modo da mettere in atto una Amministrazione efficiente ed efficace.

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