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Il sistema fognario urbano amanteano ha avuto varie evoluzioni.

La prima è rappresentata dal carro latrina.

Parliamo di fine ottocento. Per il suo uso esisteva un regolamento che dovrebbe essere conservato in qualche parte nell’archivio comunale( forse).

 

Il carro passava nelle vie cittadine e la gente affidava al personale i contenitori familiari. Non era per tutti.

Scriveva in quegli anni l’ufficiale sanitario dr Luigi Florio nella sua Relazione sulle condizioni igienico-sanitarie del comune di Amantea ( 1906). “Poche case dell’abitato sono munite di latrine, costruite, del resto, senza regole d’arte”

E poi continuava” …tutta la popolazione adotta un sistema addirittura preadamitico sia soddisfacendo all’aperto i propri bisogni corporali, sia raccogliendo in recipienti di latta- quasi sempre quelli che han servito a contenere il petrolio- le materie fecali, le quali, poi, al mattino presto od alla sera tardi vengono trasportate in apposite fogne…”

Continuava aggiungendo che “queste fogne, poste non sempre a 100 metri dall’abitato, stanno a dimostrare tutta l’incuria, la negligenza, la trascuratezza dei nostri amministratori”

Poi il dr Florio si chiedeva” ..come può il comune disinteressarsi di questo deplorevole stato di cose?”

 

Ed invocava la costruzione di latrine pubbliche ricordando che al tempo dei romani esisteva la carica di Magister cloacarum.

Inoltre offriva un quadro vivissimo della situazione civica scrivendo, dopo aver ricordato che il comune aveva un solo spazzino,:“Quante volte ho cercato di spronare gli abitanti tutti a spazzare per proprio conto quel tratto di strada che prospetta la propria abitazione; quante volte ho rivolto preghiere ai signori perché non buttassero dalla finestre il luridume delle proprie camere! Ma no, essi non hanno colpa. Sono le serve ch trasgrediscono gli ordini, sono i bambini che pisciano dai balconi, alla perfino, sono le signore che lanciano le brocche d’acqua!”

La prima rete fognante cittadina.

Ci volle il Fascismo, il 14 febbraio nel 1931, perché il comune sottoscrivesse, con la ditta Gallo Narciso fu Francesco, il contratto per avere la prima fognatura che prevedeva un unico grande impianto di epurazione che sfociava a mare.

Ma, poi sotto il podestà avvocato Vincenzo Mirabelli il 1936 questo grande impianto venne trasformato in quattro impianti plurilocalizzati (i merdari).

Il primo depuratore.

 

E ci volle la Cassa per il Mezzogiorno per avere il primo impianto di depurazione.

Venne però commesso un gravissimo doppio errore. Fu localizzato a nord ed il vento erogava miasmi e materiale organico

Non si tenne, infatti, sufficientemente conto del Decreto Ministeriale del 4/2/1977 “Norme tecniche generali per la regolamentazione dell'installazione e dell'esercizio degli impianti di fognatura e depurazione” il quale stabiliva che in ogni caso l'ubicazione dell'impianto di depurazione deve essere ( lettera c) compatibile con i venti dominanti. In particolare, onde evitare che microrganismi patogeni o sostanze particolarmente pericolose raggiungano (per trasporto di aerosol) zone abitate, residenziali o commerciali, o di traffico notevole, è necessario che gli impianti che trattano liquami di provenienza domestica o che comunque possano contenere microrganismi patogeni o sostanze pericolose siano costruiti ad una distanza dagli insediamenti tale che sia evitata la possibilità di diffusione su tali zone.

Tale prescrizione deve essere in particolare osservata nel caso che le zone abitate si trovino o sotto.

vento rispetto ai venti dominanti. La diffusione di microrganismi patogeni o sostanze pericolose può essere evitata anche progettando l'impianto con accorgimenti tecnici particolari e/o creando barriere.

per esempio di alberi a fogliame persistente e a grande sviluppo.

La scelta della localizzazione dell'impianto deve essere effettuata in modo da proteggere i centri abitati da rumori ed odori molesti.

Per gli impianti di depurazione esistenti devono essere adottati idonei accorgimenti sostitutivi quali barriere di alberi, pannelli di sbarramento o, al limite, ricovero degli impianti in spazi chiusi.

Il problema era gravissimo considerato che si trattava di un vecchio tipo di depuratore con percolatori per il trattamento biologico aerobico (ossidazione biologica) degli effluenti urbani( I letti percolatori furono impiegati per la prima volta nel 1868).

Il risultato fu che le lenzuola della zona nord di Amantea esposte per asciugare diventavano gialle e puzzavano.

Solo più tardi il depuratore venne trasformato nel tipo a fanghi attivi.

La cattiva gestione

La gestione del depuratore dopo un periodo di sufficienza passò ad uno di sostanziale inefficienza. Indimenticabile la occupazione del municipio da parte dei villeggianti che lamentavano che il mare era inquinato( bontà loro lo chiamavano sporco).

Parliamo del tempo in cui le fogne sversavano direttamente nel Catocastro!!!

Il depuratore di Nocera terinese

Non parve vera così la opportunità offerta dal commissario per la emergenza ambientale che realizzo un impianto di depurazione consortile d localizzando le fogne di Belmonte Calabro ed Amantea fino a Nocera Terinese

Dovettero essere realizzate 14 stazioni di sollevamento.

Il costo dell’energia elettrica è stato ed è rilevante.

Il costo di manutenzione è altrettanto rilevante.

Purtroppo gli inconvenienti igienici sono all’ordine del giorno e talvolta la fogna arriva al mare.

Il prossimo impianto di depurazione

E’ allo studio ed ha già una linea di finanziamento un altro impianto di depurazione che prevede una nuova localizzazione nell’alveo del Catocastro.

Scopriremo a nostre spese se funzionerà o meno.

Se ci saranno problemi nel funzionamento il Catocastro risulterà inquinato come lo era al tempo del primo depuratore .

Tra i punti dolenti il nord ed il sud del lungomare.

A nord c’è l’irrazionale ed illogico e pericoloso scarico delle acque piovane.

Acque sicuramente inquinate e che nessuno si azzarda a far controllare, probabilmente ( ?) per paura dei risultati.

Nessuno dei trattamenti previsti dalla legge di grigliatura, dissabbiatura e disoleatura viene fatto per le acque di prima pioggia che vengono immesse a mare inquinandolo.

Anche qui siamo all’anno zero.

Ma parlarne significa davvero ferire una città che si avvia a morire. Certo non siamo i soli, ma siamo così imbecilli e stupidi da chiederci, poi perché il mare è sporco!

E non esiste nessuno studio in merito.

Così la risposta è quella di infilare le acque piovane se possibile nella fogna e di scaricarle a mare , sia a nord che a sud del lungomare.

Od addirittura fino a Nocera!

E non finisce qui!

A Via Garibaldi c’è una grande vasca dove confluisce sia la fogna di Belmonte Calabro che quella di Amantea.

Le pompe la spingono nella tubazione che arriva a Nocera.

Ma ogni tanto le pompe si bloccano.

La vasca, allora, si riempie e quando è colma la fogna travasa da alcune finestrelle e finisce nella vasca gemella che dovrebbe contenere solo acqua piovana.

Quando il livello sale le idrovore scattano e spingono la fogna a mare, come è successo anche l’altro giorno.

Ma esiste soluzione a questo problema?

Certo ma qualcuno la vuole. Ci sono amanteani che vogliono sapere la verità? Molti dicono che si tratta di fatti ordinari, quasi naturali, che è meglio guardare il bello.

Eccovi la soluzione

Innanzitutto occorre attuare un sistema , semplicissimo di grigliatura che elimini stracci, pannolini pannoloni ed altro, per evitare che le pompe si blocchino.

Basterebbe questo. Ma intanto basta un allarme di troppo pieno per determinare un intervento immediato prima cioè che la fogna arrivi al mare.

E comunque basterebbe un by pass che immetta i reflui della seconda fogna nella rete adduttrice che porta a Nocera.

Perché nessuna di queste misure viene applicata?

Ci dispiace dover segnalare ancora una volta una cosa che non va nella nostra cittadina, per fortuna compensata da un pronto intervento tempestivo ed efficace. 

 

Erano le 17.10 quando i bagnanti sulla spiaggia lato nord del lungomare improvvisamente hanno preso armi e bagagli e sono rapidamente usciti dal mare allontanandosi verso casa.

 

Sul mare una grande chiazza marrone e nell’aria in fortissimo fetore.

Un fiume di acqua e fogna è uscito dall’apposito sfogo raggiungendo velocemente d irreversibilmente il mare.

Potete anche non crederci ma i soccorsi sono stati tempestivi, quasi immediati, ed efficaci.

4 operai ( i due Cima, il ruspista e l’addetto al sistema delle pompe) hanno fatto quanto necessario per bloccare la fuoriuscita di acqua e fogna e riparato il guasto.

 

La pala meccanica ha creato una barriera di sabbia impedendo alla fogna di continuare a raggiungere il mare, poi ha coperto con la sabbia pulita quella sporcata dalla fogna.

Questo a mare.

Intanto ,a terra, si interveniva nella camera della fogna.

Difficile credere a quanto abbiamo visto e fotografato.

Una massa di stracci per lavare i pavimenti e che erano arrivati quasi intatti all’impianto di sollevamento ( vedi foto) hanno bloccato le pale della pompa di sollevamento che spinge la fogna verso Nocera Terinese.

 

In questi casi la fogna si riversa nella seconda camera che raccoglie l’acqua piovana e quando il liquido ha raggiunto il livello di guardia è scattata la pompa che ha spinto a mare il tutto.

Purtroppo è un sistema nato e conservato con questo modo.

Come far capire agli amanteani che anche gli stracci possono essere responsabili di queste vicende che sono gravissime per il turismo , l’igiene e la salute pubblica?.

E come far capire all’ufficio tecnico che non dovrebbe rilasciare il certificato di agibilità alle case che non installano pozzetti idonei ad evitare che gli stracci e quant’altro arrivi alle pompe di sollevamento bloccandole?.

Occorre operare preventivamente .

Non serve, infatti, poi chiamare i vigili , la Guardia Costiera e financo la Guardia di Finanza che sono intervenuti con tempestività ma che poco hanno fatto o potuto fare

Né serve a posteriori l’intervento di una piccola parte della minoranza ( Francesca Menichino del M5s) che non mancherà di presentare apposita interrogazione alla quale si risponderà in modo da ridurre la questione ad un inconveniente saltuario e casuale.

Non è la prima , né l’ultima volta che succede questo inconveniente al quale si potrà porre rimedio con investimenti che nessuno intende fare!

 

Amantea è una città da rifondare.

Intanto a terra gli amici che passano il tempo giocando a briscola ed a scopa si sono divisi tra i buonisti che sostengono di non parlare di questo fatto che è negativo per il turismo, e gli altri che, al contrario, sostengono che la verità deve essere detta e ripetuta perché solo in questo modo la civica amministrazione potrà affrontare il problema.

Mentre scriviamo la massa fognaria viaggia verso sud ed il mare antistante Amantea sembra pulito.

Pubblicato in Politica

La fogna arriva al mare?

Nessuna paura, nessun timore, è solo un fatto estetico.

Sicuramente disdicevole è la macchia marrone che invade il mare ed altrettanto fastidiosa la puzza di fogna che ti riempie le narici, ma state “sereni”

L’Arpacal ripete che il mare calabrese è eccellente.

E non ha torto!

Già le acque si muovono e dopo pochi minuti la macchia di fogna si diluisce ed, addirittura, si sposta così che dove prima c’era sporco più tardi ci sarà il pulito

E’ la storia del mare.

Ed è anche la storia delle nostre fogne

Anche Montepaone ha una delle micidiali reti fognarie consortili ( nel caso Montepaone, Petrizzi Gasperina, Montauro e Stalettì) con tanti impianti di sollevamento che vanno in tilt tanto più quando il carico da sollevare diventa abnorme.

Ed è bastata una pompa di sollevamento parzialmente ostruita, per causare la fuoriuscita delle acque nere che non sono state certamente fermate dall’argine temporaneo costruito, in fretta e furia, proprio per evitare che la marea inquinante arrivasse in spiaggia e quindi in mare.

Forse anche lì i comuni per evitare di sporcare il mare infilano le acque piovane nella rete fognaria sovraccaricandone i volumi e mandando in tilt le pompe

Ed allora? Allora nessuna certezza, salvo quella diffusa dall’Arpacal e relativa al mare eccellente!

Pubblicato in Catanzaro

Il consigliere di minoranza Sergio Ruggiero, rappresentante in Consiglio della lista Nuova Primavera–Spirito libero, ha intrapreso l’iniziativa di portare in commissione la questione dello sversamento in mare di liquami tramite un canale di scarico delle acque bianche in corrispondenza del lungomare nord di Amantea.

Si tratta di un fenomeno ripetutamente denunciato da alcuni cittadini durante l’estate scorsa, in particolare da Alfonso Frangione, che ha portato alla ribalta la questione, dovuta alla sostanziale inadeguatezza del sistema cittadino di separazione degli scarichi e all’inefficienza del sistema fognario.

La commissione, alla quale oltre al promotore Ruggiero hanno partecipato il presidente Alessandro Salvatore, l’assessore Antonio Rubino, gli Organi tecnici del Comune e i capogruppo Mazzei e Menechino, ha visto la partecipazione di cittadini interessati, tra i quali Giuseppe Marchese che tramite il suo sito ha dato spazio all’informazione, richiamando l’attenzione degli “addetti ai lavori” rispetto al gravissimo problema.

All’esito dell’analisi della situazione si è deciso di procedere iniziando nella direzione dell’efficientamento del sistema per poi definire interventi più impegnativi, anche dal punto di vista dei costi. In pratica s’intende procedere secondo le seguenti direttrici di intervento:

  1. Razionalizzazione degli scarichi fognari, controllo ed eliminazione degli eventuali scarichi fognari domestici e non nei collettori delle acque bianche;
  2. Recupero presso i tecnici redattori degli atti progettuali relativi ai lavori effettuati sulla rete negli anni ‘90, al fine di rilevare commistioni di scarichi e predisporre una cartografia fedele del sistema;
  3. Distribuzione razionale del sistema di deflusso ed evacuazione delle acque bianche cittadine che attualmente converge nella parte bassa della città creando allagamenti e difficoltà di smaltimento anche al sistema fognario.

Nel rilevare l’impegno dell’Assessore Rubino a dare corso alle iniziative definite, il consigliere Ruggiero ha ribadito la propria determinazione a spingere affinchè l’Amministrazione affronti il problema in termini fattivi.

La lista Nuova Primavera – Spirito libero aveva a tal proposito tenuto una riunione preliminare convocata da Sergio Ruggiero, Biagio Miraglia, Gianfranco Suriano e dal presidente di Spirito Libero Robert Aloisio, alla quale avevano partecipato gli ex candidati della lista.

Il gruppo aveva deciso di promuovere l’iniziativa portata in commissione da Ruggiero, affinchè si esperiscano tutte i possibili interventi atti a rimuovere i deplorevoli fenomeni di sversamento di liquami fognari in mare, inconcepibili per una comunità civile che si definisce attenta alla tutela dell’ambiente e al turismo balneare.

Nel corso della riunione del gruppo, è stato affrontato anche in problema della stabilità del “Ponte in ferro di Catocastro”, essenziale ai fini della sicurezza degli utenti e della razionalizzazione del traffico cittadino per quanto riguarda il centro storico ed il settore nord della città, tanto da rivestire, a giudizio del gruppo, assoluto carattere strategico anche in quanto possibile via di fuga in caso di calamità naturale, come Ruggiero ha rilevato nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale del 30 settembre in cui la Maggioranza ha presentato ed approvato il piano delle opere pubbliche.

A tal proposito il gruppo Nuova Primavera – Spirito libero contesta le scelte della maggioranza la quale ha deciso di privilegiare a tutti i costi la realizzazione di un’asse viario con ben due ponti a sud a scapito di altre opere volte al miglioramento del carattere turistico della città, quali “riordino zona case sciollate” nel centro storico, ammodernamento del lungomare cittadino, pista ciclabile.

Il presidente di Spirito Libero Amantea Roberto Aloisio sottolinea la propria perplessità circa l’urgente necessità di realizzare i suddetti ponti, invece di impegnarsi a mettere in sicurezza i ponti già esistenti.  

Nel merito, si riferisce che è in fase ultimativa lo studio diagnostico effettuato dalla società “NHAZCA” di Roma coordinata dal prof. Mazzanti dell’Università “La Sapienza”, la quale entro fine mese presenterà lo studio definitivo necessario alla stesura dell’auspicato progetto di recupero. Il consigliere Ruggiero, che ha presenziato ad alcune sedute di prova sulla struttura, è costantemente in contatto con il Funzionario comunale ing. Franco Lorello, promotore dell’iniziativa tecnica.  

Anche su questo punto il gruppo Nuova Primavera – Spirito libero manifesta la propria assoluta attenzione attraverso la costante verifica dello stato dell’arte della procedura, che si dovrà concretizzare in tempi ragionevolmente brevi con il recupero della struttura ed il ripristino funzionale della via di uscita ad Acquicella.

Il gruppo Nuova Primavera – Spirito libero, si sta muovendo coerentemente al proprio programma, sia in fase Consiliare, sia in termini di formulazione di proposte volte alla soluzione di importanti problemi che riguardano la collettività.  

Amantea 10.10.2014                                                               Nuova Primavera – Spirito libero

Pubblicato in Politica
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