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Esiste una “Amantea difficile” come dice lo scrittore amanteano Filippo Vairo

Ma esiste anche una Amantea facile, bellissima, ancora tutta da scoprire, forse, ma capace di grandi cose.

Eccone una, che nasce dalla dichiarazione del bisogno della città, espresso, nel caso, dall’amministrazione comunale, rappresentata dall’assessore Concetta Veltri, la quale ha detto che il comune ha poche disponibilità finanziarie, ma che questa condizione non può fermare questa antica e nobile città nel suo viaggio nella storia e verso il futuro, e per questo ha chiesto collaborazione aperta, colta, propositiva e gratuita.

A porgerle immediatamente ed in primis una mano l’associazione Lo Scaffale rappresentata da Pasquale Bonavita, Gregorio Carratelli, Peppe Marchese , Sergio Ruggiero, Giuseppe Sconza Testa.

La associazione culturale si è offerta di collaborare gratuitamente con l’assessorato al turismo per contribuire ad implementare la sola sezione “Turismo e cultura” del web del comune.

Una offerta che con prontezza è stata colta dall’assessore Concetta Veltri la quale ha fortemente ringraziato l’importante associazione amanteana ed ha inviato allo Scaffale, e per esso ed in sua rappresentanza a Giuseppe Sconza Testa, un apposito incarico formale .

Lo Scaffale ha accettato il delicato incarico in tal modo confermando la sua costante disponibilità verso la città e verso la cultura.

L’assessore Veltri ha comunque chiarito che la durata della collaborazione non potrà essere superiore al suo mandato e che lo Scaffale potrà interrompere il rapporto anche anticipatamente a tale mandato.

L’assessore Concetta Veltri ha dichiarato che “intendo avvalermi di qualsiasi apporto volontario che sarà offerto al mio assessorato e sin d’ora dico grazie a qualunque forma di positiva collaborazione finalizzata alla diffusione dell’immagine della nostra città , collaborazione che sarà non solo apprezzata e gradita, ma che- sono certa- contribuirà a scrivere la storia della città in questo suo e nostro difficile momento”.

Pubblicato in Campora San Giovanni

O più esattamente davanti al municipio, sempre se Corso Umberto Primo possa corretta mente essere inteso come parte del centro storico

Grande festa con un parterre di grandi cuochi che hanno rifocillato i presenti a prezzi bassissimi

Per primo un buon piatto di spaghetti con la mollica ormai diventato il piatto clou delle sagre amanteane, preparato per attrarre chi non vuole cenare a casa

Per secondo due pezzi di baccalà, in onore della tradizione calabrese di attenzione alla gastronomia del nord europa, (La maggior parte del merluzzo pescato nel mondo proveniva dai Grandi Banchi di Terranova (Grand Banks), una zona di bassi fondali situata nell’Atlantico settentrionale, e dalle coste del Labrador. Oggi il merluzzo rientra nella lista rossa di Greenpeace, che segnala le specie marine a rischio di estinzione a causa della pesca intensiva o i cui metodi di allevamento siano estremamente dannosi per l'ambiente), al posto delle sapide alici nostrane di cui Amantea poteva vantare una grande pesca , ormai solo un ricordo.

E per dolce- solo all’occorrenza- 2 monacelle.

Volendo con quanto sopra ci mangia in due

Abbiamo chiesto ad un ragazzo seduto sul ciglio di un gradino di Via Cavour : “Spaghetti alla mollica?. Come sono?” ed ottenuto un sorriso ed un “Ottimi”

Ad accompagnare la serata di conoscenza del centro storico un trio disallineato che cantava e suonava( ?) di tutto, un piccolo tamburello compreso.

Per gli amanti della storia locale un giro per i vicoli ancora praticabili del centro storico alla ricerca di quell’anima ormai sempre più nascosta del centro storico , evitando la più parte inavvicinabile e già crollata o prossima al crollo che vi faremo vedere a breve , tra cui il più antico forno amanteano, la più antica chiesa amanteana, la mitica sede del sedile di San Basilio, l’ingabbiato collegio dei Gesuiti e tanto altro. E tutto grazie a Giuseppe Sconzatesta uno “chaperon” d’eccezione ed alla sua mappa del centro storico.

Pubblicato in Cronaca

C’è una storia amanteana riportata costantemente nei secoli , anzi ripetuta nei secoli

C’è poi un’altra storia poco od affatto conosciuta e3 che deve essere depositata nelle teste e nei cuori degli amanteani

È questo l’obiettivo di un gruppo di amici che si muovono ne “Lo Scaffale” e che sono cercatori di notizie dalle quali trarre emozioni e palpiti.

Stasera un nuovo pezzo di storia sarà mostrato per la prima volta agli amanteani

“Il Lions club di Amantea ha organizzato una serata di approfondimento culturale dal titolo “AMANTEA SARACENA, SECOLI IX E X”, che si terrà venerdì 19 dicembre 2014, ore 17,00, presso il Mediterraneo Palace Hotel di Amantea.

Interverrà per i saluti Michele Scialis, presidente Lions Amantea, Giuseppe Sconzatesta, del Cenacolo “Lo Scaffale”, che tratterà “La scoperta della miniatura del “Synopsis historiarum”, e Sergio Ruggiero, anch’egli del Cenacolo “Lo Scaffale” , il quale concluderà la serata con il corpo della relazione.

L’incontro, che sarà moderato da Emilio Ruggiero, vice presidente Lions, prevede la presenza dell’attrice Paola Scialis che si cimenterà nell’interpretazione di alcuni brani tratti da “Le Mille e una notte”, e di un brano della cantica “Gli amanteoti” scritta dal poeta amanteano ottocentesco Pasquale Furgiuele.

La serata, che si prospetta molto interessante, intende offrire un approfondimento sull’argomento riguardante la dominazione araba della fine del primo millennio, fornendo un’ordinata esposizione della letteratura storiografica corrente nelle disponibilità del cenacolo “Lo Scaffale” di Amantea, e presentando elaborazioni utili alla comprensione della realtà dell’epoca.

Oltre agli aspetti bellici e politici riguardanti l’Emirato saraceno di Al-Mantiah, la sua nascita, la sua evoluzione e il suo tramonto, la relazione non mancherà di trattare questioni riguardanti l’eredità tecnologica e culturale che la dominazione saracena ha lasciato alla nostra città e all’occidente in generale, ad esempio nel campo della navigazione, dell’astronomia, nella geografia, ma anche nell’agricoltura, nel commercio e nella pesca, e di riflesso nel linguaggio corrente.

La scoperta della ormai famosa miniatura del Synopsis Historiarum” “scovata” dall’internauta Giuseppe Sconzatesta, e poi diffusa dal cenacolo “Lo Scaffale” (l’assedio bizantino di Niceforo Foca ad Amantea nell’anno 886 d.C.), ha stimolato un notevole interesse sulla storia altomedievale della nostra città, periodo oscuro ed in gran parte inesplorato.

Siamo però certi che gli appassionati de’ “Lo Scaffale” non mancheranno di riservarci sorprese che consegneranno ulteriori tasselli alla generale conoscenza di studiosi e appassionati.

E d’altra parte è notevole l’attività di divulgazione culturale che i Lions di Amantea intendono promuovere, soprattutto attraverso partenariati che, come in questo caso, si profilano prodighi di ottimi frutti.

A Cura de Lo Scaffale

Pubblicato in Cronaca

Sono curioso di sapere se il PSA (Piano Strutturale Associato) parli della faglia tettonica che “taglia” il territorio di Amantea.
Ahimè, per saperlo ci vorrà tempo, però!

 

Lo strano, infatti, è che tutti gli altri comuni hanno approvato il PSA meno la città di Amantea.

Strani questi comuni!

Ce ne sono alcuni straordinari come CETRARO che ha approvato un PSC( Piano strutturale comunale) a CONSUMO DI TERRITORIO ZERO!

Ed è per riferimento a Cetraro che siamo curiosi di sapere se Amantea ha fatto la stessa scelta o se come in passato continua nella linea di bruciare le poche aree residue, permettendo abnormi arricchimenti ai soliti “imprenditori” e perfino facendo finta che esistano le previste urbanizzazioni e poi demandare i relativi oneri alle casse pubbliche e senza che nessuno( insisto, nessuno) si ponga dubbi sulla legittimità di tali comportamenti.

Del nostro PSA non si sa nulla.

Ma torniamo alla faglia tettonica.

Abbiamo già scritto del masso che si è staccato sotto la Chiesa di San Francesco d’Assisi, ennesima dimostrazione della fragilità del nostro territorio.

Della faglia di Amantea l’Ispra ne parla nel suo ITHACA, cioè nel Catalogo delle faglie capaci.

Le faglie capaci sono quelle che potenzialmente possono creare deformazione in superficie e, quindi, generare rischi naturali.

Ithaca infatti riporta il 4 Sistema CS4 (faglia Fuscaldo -Falerna) che attraversa la nostra città, un sistema addirittura di cui si nega ordinariamente l’esistenza ed i rischi.

Il segno più evidente di questa faglia è l’antico collasso di roccia in località Coreca-Oliva

Ma torniamo alla nostra faglia.

Tutto nasce dalla osservazione della grande fessura che si osserva sulla rocca del castello quella che si osserva nella prima foto. Avvertiamo che si tratta di una vecchia foto dalla quale si nota il muro apertosi a seguito della apertura della faglia, prima che la parte ad est crollasse.

Mi sono spesso chiesto che dimensioni avesse e fin dove fosse rilevabile.

E così appena possibile, come faccio di solito, mi sono accompagnato ad alcuni giovani amici e siamo andati direttamente ad osservarla sulla rocca del castello.

I miei compagni di ventura questa volta sono stati l’architetto Giuseppe Vairo e l’amico e storico Giuseppe Sconzatesta .

E’ mancato il geologo che comunque ci aveva assicurato la sua presenza.

Giunti, con difficoltà sul posto, abbiamo rilevato la presenza di antiche mura di difesa delle quali mancava proprio il tratto corrispondente alla fessura tettonica. muro che, evidentemente, in passato è crollato nella zona sottostante.

Questa prima osservazione ha importato la considerazione che il muro sia crollato negli ultimi 5-600 anni!

Successivamente l’architetto Vairo ha proceduto ( non senza difficoltà) a misurare la larghezza della fessura: “Circa 60 centimetri”.

Per quanto illuminato il vano non sì è riusciti a misurare la profondità della fessura.

Abbiamo potuto notare soltanto che al suo interno sono nate alcune piante ed alcuni cespugli.

Peraltro la fessura si è riempita di terreno vegetale.

In corrispondenza della fessura infatti il terreno è più basso di quello ad est.

Successivamente abbiano tentato con mezzi “approssimativi” di verificare la estensione della fessura nel senso longitudinale da sud verso nord .

All’uopo abbiamo infisso nel terreno a nord della fessura una bacchetta ferrosa di circa 2 metri calcolando l’orientamento della fessura e la sua lunghezza.

Il manto terroso sulla rocca del castello, in particolare nella zona aggettante sul centro storico è di poche decine di centimetri.

La bacchetta ferrosa nella parte nella quale continuava la faglia è penetrata profondamente nel terreno fino ad una profondità di circa 1,50 metri e comunque a profondità ben maggiore di quella del terreno vegetale esistente

L’ultima bacchetta è stata infilata ad una notevole distanza dalle mura medievali di cui abbiamo fatto cenno.

Siamo certi che con idonee apparecchiature tecnologiche ( ultrasuoni, per esempio) sia possibile una perfetta identificazione della faglia.

Noi , comunque, ve ne parliamo e segnaliamo il problema

Ad altri, quali l’amministrazione comunale, la Protezione civile, l’Unical, l’Ufficio del genio Civile, l’assessorato regionale all’urbanistica, l’onere di approfondire la conoscenza del fenomeno e di monitorarlo.

La faglia era ed è un problema che abbiamo segnalato a tanti ( compresi geologi di fama) ma che è stato sempre sottovalutato da tutti.

Forse qualcuno ha sorriso, e potrebbe farlo anche adesso.

Gli approssimativi e gli stupidi potranno continuare a sorridere ma noi non ce ne curiamo

E comunque visti questi comportamenti speriamo bene….!

 

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Una scoperta straordinaria sul Web segnalata da Giuseppe Sconza Testa.

Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato di Sergio Ruggiero.

2La figura, contenuta nel codice Synopsis Historiarum (Sinossi della storia) dello storico bizantino Ioannes Scylitzes, rappresenta una fase del drammatico assedio di Amantea all’esito del quale nell’886 Niceforo Foca sottrasse la città ai musulmani costringendoli alla resa.

Giuseppe Sconza Testa, appassionato studioso della storia di Amantea, attraverso una ricerca è riuscito a “scovare” la meravigliosa miniatura. Ne ha prodotto copia in ottima definizione e ne ha fatto graditissimo dono allo “Scaffale”, rendendola immediatamente disponibile all’intera comunità degli studiosi e appassionati amanteani. La figura è destinata ad arricchire la dotazione documentaria della presenza araba ad Amantea, fino a ieri rappresentata unicamente dalla famosa stele funeraria custodita da Fausto Perri alle Clarisse.

                       

Grazie a Giuseppe Sconza Testa da parte dello “Scaffale”.

Il Synopsis Historiarum, che documenta i regni degli imperatori bizantini dalla morte di Niceforo I (811) alla deposizione di Michele IV (1057), è stato prodotto in Sicilia nel XII (in epoca normanna), e attualmente è custodito nella Bibblioteca Nacional de Espana a Madrid. Il codice è scritto in greco medievale, e pertanto di difficilissima traduzione. Ne esiste una versione tradotta in inglese, che però non è disponibile sul web.

Ricchissima di particolari, contrariamente all’apparenza, la figura ci può aiutare a comprendere un mucchio di cose: la dinamica dei fatti, l’architettura delle strutture difensive, le tecniche d’assalto e di difesa e la dotazione d’armamento.

Gli eventi

Com’è noto, l’Amantea bizantina, posta sulla riva sinistra del fiume Catocastro, subì una prima ondata di incursioni saracene che culminarono con il saccheggio dell’827, per essere poi espugnata da un ramo della dinastia aghlabita nell’anno 846, allorquando divenne Emirato, parimenti a Tropea e Santa Severina. Nell’886 vi fu la prima riconquista bizantina del Kastron e della città ad opera di Niceforo Foca dopo vari tentativi falliti dallo stratega Stefano Massenzio (lo storico Arabo Ibn-Athir fa durare l’assedio bizantino di Amantea dal 18 giugno 885 al 7 giugno 886).

La città fu di nuovo occupata dai Musulmani nel 976 (Saraceni mille et sexcenti excurrerunt per Calabriam Amanthei usque ad Acropolim, multasque occisiones, et predas commiserunt in mense martio – Erchemperto storico cavense), per essere riconquistata dai bizantini prima dall’Eunuco Oreste nel 1025, e definitivamente dal protospatario Michele nel 1032.

“Lo Scaffale”, in un recente incontro, ospitato da Gregorio Carratelli

Da sinistra: Peppe Marchese; Tonino Furgiuele; Vincenzo Segreti; Gregorio Carratelli; Roberto Musì; lo storico Antonello Savaglio, e la giornalista Adele Sammarro. Sergio Ruggiero stava scattando la foto.

Pubblicato in Primo Piano
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