BANNER-ALTO2
A+ A A-

Si infittisce il mistero del pane rosso ( alias frese, fresine e crostini rossi)

Abbiamo chiesto di effettuare indagini su nuovi campioni di frese, fresine e crostini delle stesse ditte produttrici che sono risultati positivi alle prime analisi( nessun pane è prodotto ad Amantea).

Bene! La novità è che queste frese, fresine e crostini bagnati con acqua distillata non solo non sono diventati rossi ma dalle analisi non è emersa la presenza di Serratia marcescens.

Ovviamente si trattava di nuovi campioni acquistati cioè in giorni diversi dai primi acquisti, ma sempre dove sono stati acquistati i primi.

E come detto sono stati bagnati con acqua distillata.

Lo abbiamo chiesto alle stesse persone che hanno esaminato i primi campioni.

Parliamo della d.ssa Adriana Perri, Tossicologa dell'Ambiente, Consulente in Sicurezza Ambientale e Alimentare che ha effettuato i prelievi, e che , ovviamente, ringraziamo a nome del sito e della comunità camporese ed amanteana

E parliamo del Laboratorio Consulchimica s.r.l. sito in San Vincenzo La Costa (CS), laboratorio accreditato, il cui direttore di laboratorio è il dott. Emilio Cribari e che ha eseguito scrupolosamente le prove richiestegli e delle quali abbiamo fornito alcune foto. Anche al dr Cribari ed al suo personale dipendente i ringraziamenti del sito e della comunità camporese ed amanteana.

Niente. Nessun segno del rosso che abbiamo visto prima.

Certo è vero che le temperature sono cambiate e probabilmente sono diverse ( più fresche) di quelle dei primissimi giorni di settembre.

Si tratta dell’acqua, allora?

Non sappiamo, ma è certo le analisi condotte dal laboratorio ha escluso la presenza di Serratia nell’acqua di Campora ed Amantea con cui frese, fresine e crostini sono stati bagnati.

Non sappiamo, invece, come sia l’acqua dei comuni nei quali sono stati prodotti frese, fresine e crostini.

Oh, non quella dell’impasto visto che la Serratia non esce “viva” dal forno, ma di quella con cui si lavano persone ed attrezzature.

L’acqua, come noto, deve essere controllata dai comuni che oggi devono abituarsi a ripetere con costanza ovviamente pubblicandone i risultati le indagini sulle acque urbane in esse rilevando la eventuale presenza di E. Coli, di batteri coliformi a 37°C e di enterococchi patogeni.

Altri dubbi in via generale potrebbero emergere da farine, lieviti ed additivi del pane

Ed anche in questo caso la soluzione dei dubbi è lasciata all’ASP cosentina che sicuramente provvederà a disporre gli opportuni prelievi e gli opportuni controlli.

I tecnici invece sono orientati a ritenere che il fenomeno incontrato possa trovare una facile origine nella insufficiente pulizia degli ambienti e delle attrezzature

La Serratia ( e non solo) infatti è spesso presente nei laboratori di produzione di prodotti alimentari nei quali cose e persone n sono sufficientemente disinfettati e puliti.

E spesso la Serratia è portata nei laboratori da vettori diversi

Parliamo delle scarpe con le quali si viene dall’esterno mantenendole ai piedi senza cambiarle( similmente ai vestiti)

Parliamo dei topi le cui feci possono contenere tali batteri, delle blatte ( vedi ) (http://www.biocity.it/blatte.php) , degli uccelli.

Ci è stata segnalata la presenza di Serratia già alcuni anni fa, trovata sui banchi di lavorazione

Un evento poi rimasto nella conoscenza di pochi ma che ha indotto, come ci hanno riferito, la abitudine all’auto produzione del pane.

Difficile credere che questa sia o debba essere la risposta

Noi riteniamo, invece, che l’ASP prima ancora dei NAS e dei comuni debbano esercitare controlli preventivi molto più accurati ed intensi.

Aspettiamo allora gli effetti di questi controlli che abbiamo sollecitato e che ci dicono essere in corso

Diamo conto del contenute delle slide emanate dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e relative alle indagini compiute nel 2013 nei primi 8 mesi del 2014.

La solita pubblicità inconsistente!

Nei dati leggerete le seguenti sigle

Icqrf , acronimo dell’ispettorato centrale per la tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari

Nac , acronimo di Nucleo Antifrodi carabinieri

Cfs, acronimo di corpo Forestale dello Stato

Guardia Costiera

E nientemeno il Ministro Maurizio Martina, presenti il Vice Ministro Andrea Olivero, il Vice Capo del Corpo forestale dello Stato, Alessandra Stefani, il Comandante dei Carabinieri politiche agricole e alimentari Colonnello Gianluca Dell'Agnello, il Capo dell'Icqrf Stefano Vaccari, il Capitano di Vascello del Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera Pietro Preziosi, ha dichiarato :"Oggi presentiamo una storia di successo del nostro Paese. Il sistema di controlli italiano è infatti una delle ragioni fondamentali della grandezza del Made in Italy, come dimostra il fatto che è studiato in Europa e nel mondo proprio per la sua eccellenza. Il nostro impegno è quello di continuare a perfezionare ulteriormente questo sistema, seguendo un duplice binario: da un lato rafforzando e rendendo più efficienti i controlli, dall'altro snellendo e semplificando il rapporto con le imprese. Abbiamo creato il registro unico dei controlli: un'operazione di grandissima portata per semplificare la vita delle aziende. Entro la fine del mese trasmetteremo al Ministero dell'Interno la bozza di decreto attuativo per renderlo operativo. Ma vogliamo andare ancora oltre, in una prospettiva di rilancio sul tema della lotta alla contraffazione a livello europeo e internazionale, sia utilizzando il semestre italiano di Presidenza dell'Ue che un appuntamento come Expo 2015”.

Nei primi 8 mesi del 2014 sono stati effettuati 61.317 controlli così ripartiti

Icqrf 22.903

Nac 672

Cfs 4.856

Guardia Costiera 32.886

Totale 61.317

Nel mentre in Italia:

-Gli addetti alla produzione non hanno nemmeno il vecchio libretto sanitario che imponeva controlli ripetuti nel tempo.

-I laboratori non devono nemmeno ottenere la vecchia Autorizzazione sanitaria.

-I controlli sono fatti sono dal sistema HCCP , acronimo di Hazard Analysis and Critical Control Points, letteralmente Analisi dei Rischi e Controllo dei Punti Critici.

Un sistema di procedure, volto a prevenire i pericoli di contaminazione alimentare. Una arrogante finalità di individuare ed analizzare pericoli e mettere a punto sistemi adatti per il loro controllo e che doveva porre fine alla “illogicità” delle analisi per campioni ed il cui risultato non era significativo perché l’eventuale contaminazione non si distribuisce omogeneamente nel lotto.

Intanto il PANE DIVENTA ROSSO, LE RICOTTE ROSA E LE MOZZARELLE BLU!

Pubblicato in Italia

La vicenda del pane rosso si avvia ad una possibile conclusione.

Tutto grazie alla d.ssa Giuliana Bernaudo , direttrice del distretto Tirreno, la quale avvertita da questo sito web ha proceduto ad interessare della vicenda il responsabile dell’igiene dell’Asp della provincia di Cosenza dr Marcello Perrelli, direttore del Sian.

Immediato l’intervento del dr Perrelli che ha chiesto una urgente relazione sulla vicenda del pane che diventa rosso.

Sulla medesima vicenda questo sito con note 183549 e4 183 559 del 15 settembre ha informato i medici responsabili del distretto di Amantea.

Contemporaneamente, riteniamo opportuno precisare ai nostri lettori che le frese che abbiamo indagato non sono prodotte in Amantea, ma ad Amantea vendute e consumate, e la medesima informazione è stata inviata ai dirigenti di cui in premessa.

In sostanza, il fenomeno non è locale, nel senso di una produzione puntuale, ma sembra appartenere ad un territorio più vasto, forse corrispondente alla intera provincia, forse ad essa addirittura ultroneo.

Proprio stamani il laboratorio interessato per le prime indagini ci ha verbalmente partecipato che al mistero originario se ne è aggiunto un altro

I nuovi campioni di frese e fresine da noi inviati al laboratorio e trattati con acqua distillata non sarebbero diventati rossi

Due le possibilità, giunti a questo punto.

La prima è che trattandosi di nuovi campioni questi non presentassero ab origine gli stessi problemi dei primi campioni.

La seconda è si tratti di inquinamenti batterici derivanti da insufficiente, se non mancata, igiene dei laboratori di produzione o da addetti alla produzione e/o manipolazione portatori sani del batterio e carenti nella igiene personale.

In buona sostanza occorre condurre approfondite indagini sulla origine del fenomeno evitando di sottovalutarlo.

Non sappiamo quali panifici siano stati interessati alla vicenda similare occorsa sempre in Campora San Giovanni alcuni anni fa e della quale si è saputo ben poco.

Al più si è avuto modo di sapere in via indiretta che il batterio ( lo stesso di oggi) sarebbe stato trovato sui piani di lavoro e che l’indagine si sarebbe poi fermata a tale dato senza ulteriori indagini sulla provenienza del batterio stesso.

Speriamo ( noi lo pretendiamo) che questa volta le indagini siano ben più approfondite.

D’altro canto il fatto che questa volta la vicenda ha raggiunto la pubblica opinione impone che appena possibile i competenti uffici dell’Asp partecipino i risultati raggiunti e tranquillizzino la comunità camporese, amanteana e provinciale.

Noi siamo ben disponibili.

Pubblicato in Primo Piano

Cogliamo la notizia che il Serratia marcescens non fa diventare rosso solo il pane.

Negli ultimi anni sono stati segnalati anche diversi i casi di colorazione rossa di ricotte.( foto dal web)

Un caso potrebbe essersi verificato anche qui ad Amantea, per quanto mantenuto riservato, per evitare complicazioni apparentemente inutili.

Artefici , comunque, di tutti i casi di colorazione sono sempre i pigmenti prodotti dalla Serratia marcescens, tra cui va richiamata la prodigiosina . Va comunque ricordato che la Serratia Marcescens produce anche altri pigmenti.

Ci sembra indispensabile, allora, per i nostri lettori che vogliono essere informati parlare della Serratia marcescens proponendo un interessante ( unico?) lavoro del il prof Carlo Cantoni; Libero docente in Ispezione degli alimenti di origine animale ed il dr Stefano Ibba Medico Veterinario-Milano ai quali porgiamo i nostri ringraziamenti.

Cosa sono le Serratiae spp.

Le Serratia spp sono germi bastoncellari, Gram negativi, riuniti nel genere Serratia, famiglia, ordine Enterobacteriales, classe Gamma Protobacteria, phylum Proteobacteria. Nel genere sono comprese 16 specie:S:entomophila, S.ficaria, S:fonticola, S.glossinae, S.liquefaciens, S.marcescens, S.marcescens subsp.marcescens, S.marcescens subsp.sakuensis, S.marinorubra, S:plymuthica, S.proteomaculans, subsp.proteomaculans, S.proteomaculans susp.quinovora, S.quinivorans, S.rubidae, S.symbiotica, S.mephitica.

I pigmenti

La maggior parte ceppi di Serratia marcescens (compreso il ceppo KRED di Serratia marcescens subsp. sakuensis) di S:plymuthica e di. S.rubidiae elaborano un pigmento insolubile in acqua,unito alla membrana cellulare denominato prodigiosina. Questo pigmento conferisce alle colonie dei ceppi produttori una colorazione rossa intenso tendente al violetto e questa colorazione è conferita agli alimenti contaminati da S. marcescens e da S.rubidae. In base a prove di crescita su terreni poveri addizionati di varie fonti di carbonio,alla prova di riduzione del tetrationato, alla produzione del pigmento prodigiosina e di pirimina ,Grimont & Grimont (2006) nei ceppi di Serratia marcescens hanno individuato sette biogruppi (A1,A2,A3,A4,A5,TCT,TC) e 19 biovar (6 biovar per il biogruppo A2 e 8 biovar per il gruppo A5). I ceppi dei biogruppi A3 e A4 sono ubiquitari e non producono prodigiosina e i ceppi dei biogruppi A5 e TCT non sono pigmentati e sono presenti soprattutto negli ambienti ospedalieri, mentre, i ceppi pigmentati dei biogruppi A1 e A2 sono presenti soprattutto nell’ambiente. La specie Serratia rubidae ha tre sottotipi (B 1,B 2,B 3).

La produzione di prodigiosina

La prodigiosina è un pigmento color rosso non diffusibile in acqua, metabolita secondario dei biotipi di Serratia marcescens,di S.rubidaea, di S.plymuthica. Tutti batteri Gram negativi, Normalmente queste specie cromogene non sono patogene, mentre lo sono i biotipi non cromogeni che fungono da patogeni opportunisti. I biotipi isolati o provenienti dall’ambiente raramente lo sono. Il pigmento possiede attività antibiotica( Kalespertis coll.1975 Songia &coll. 1997). Serratia marcescens elabora anche un secondo pigmento solubile in acqua, di color rosso violetto con attività simile alla perossido dismutasi; la sua produzione è incrementata dalla aggiunta nel terreno di coltura di polimixina, gramicidina e valinomicina. Le colonie pigmentate di Serratia marcescens si vedono nettamente ad occhio nudo quando, nel terreno colturale,raggiungono un diametro di circa 1 mm (Haddix & coll.2000).

Le Serratia spp ,come le altre Enterobacteriaceae,crescono bene nei normali terreni di coltura in aerobiosi e in anaerobiosi. Si sviluppano ugualmente nei terreni sintetici in presenza di una sola fonte di carbonio.

La produzione maggiore del pigmento si verifica a 28 °C in brodo a base di semi di arachide,di sesamo e in brodo destrosio con caseina, S.marcescens è il maggior produttore di prodigiosina e la elaborazione dello stessa è in funzione della temperatura e viene inibita da temperature superiori a 37*C ( Gin &coll.2004).I terreni colturali impiegati per la biosintesi di prodigiosina contengono molteplici nutrienti; la tiamina e il ferro acido (Way & coll. 2005) stimolano la sua produzione.

Oltre a S.marcescens altri microrganismi formano prodigiosina e/o sui derivati: Pseudomonas magnesiorubra, Vibrio psychoerithrous, Vibrio gazogenes, Alteromonas rubra e, Rugamonas rubra e da Actinomycetes Gram positivi come Streptoverticillium rubrireticuli e Streptomyces longisporus ruber (Aranafari &coll, 2005)

Il tripirrolo prodigiosina prodotto da S.marcescens fu caratterizzato per primo e venne dimostrata la sua localizzazione in vescicole extracellulari unite alla parete della cellula batterica e in granuli intracellulari (Kobayashi &coll 1991) e anche aderente alla parte interna della membrana (Irashani & coll.2004) in seguito a successive analisi si è evidenziata una serie di altri pigmenti correlati con differenti alchil sostituti (Wasseman ) riconosciuti come: undecilprodigiosina, meticloprodigiosina, streptorubina (butil-meta-cicloeptiprodigiosina) e la nonilprodigiosina (Fustner 2003). Pertanto Fustner ha sostenuto limitativa la denominazione tradizionale ed ha raccomandato di usare il termine “prodigiosina” solo in senso generico.

L’Habitat

Le specie del genere Serratia sono state isolate da vegetali (legumi, frutti, funghi e muschi), dall’intestino di roditori, da insetti, dalle acque e dal suolo.

In genere S:marcescens subsp. Marcescens costituisce solo il 10 % dei ceppi isolati dall’ambiente esterno, mentre è presente con frequenza negli ambienti ospedalieri

Patogenicità

Sebbene S.marcescens per lungo tempo sia stata considerata un germe non patogeno,negli ultimi trent’anni,alcuni ceppi sono diventati patogeni opportunisti causa di infezioni ospedaliere (Hejazi & coll. (1997) I ceppi virulenti di S.marcescens si sono resi responsabili di infezioni ospedaliere provocando infezioni del tratto respiratorio, del tratto urinario, setticemie, meningiti, polmoniti, congiuntiviti, cheratocongiuniviti, cheratititi, osteomieliti ed endocarditi (Hejazi &coll 1997;Kida &coll.2007; Kah &coll 2007;Matsuo & coll.2008;Castelli & coll 2008). I rapporti dei vari casi hanno segnalato la loro comparsa solo in pazienti con deficienza immunitaria o con malattie croniche debilitanti.

Serratia marcescens spp sono in grado di provocare malattie in animali, insetti, coralli e piante. La maggior parte dei ceppi isolati dai casi clinici non sono pigmentati.

Le resistenze agli antibiotici

Negli ospedali si creano problemi per la resistenza dei ceppi isolati a diversi antibiotici come le cefalosporine,l’aztreonam, l’impenen, la cefaloxima e la ceftazidima (Kumer& coll.2002;Mammari % coll. 2004).

Adesione alle superfici

I ceppi di S:marcescens patogeni posseggono la capacità di aderire alle superfici del paziente ospite. I ceppi aderiscono sia a superfici biotiche che a quelle abiotiche come polistirene, legno, ferro, acciaio per la presenza di pili o fimbrie superficiali.

Ceppi di S,marcescens con fimbrie tipo 1 formano biofilms aggregandosi. La formazione di biofilm garantisce la protezione dei microrganismi aggregatisi in comunità dagli stress esterni. Inoltre, quando le cellule microbiche raggiungono elevate quantità entro il biofilm, questi diventa fonte di propagazione dei germi presenti causando problemi in campo clinico e negli ambienti di preparazione di alimenti.

Serratia spp e alimenti

S.marcescens si è sviluppata in vari alimenti come polenta, pasta, pane, ostie, mantenuti in ambienti umidi ed in frutti tropicali come il cocco ( Bollett & coll. 1986;Abd- Alla coll .2011). Riguardo i prodotti lattiero caseari la pigmentazione rosso sangue è dovuta alla proliferazione di ceppi di Serratia marcescens in grado di crescere a 5 °C psicotrofi o coldtolerans (tolleranti le temperature fredde).

Nella letteratura specifica, i primi ceppi psicrotrofi di S.marcescens sono stati descritti da Thomas &coll .1958) e da Witter & coll. (1961). In tempi più recenti altri ricercatori hanno isolato ceppi psicotrofi da latte crudo refrigerato dei quali il 3-6 % erano S.marcescens (Milliere & coll.1985; Ah-med & coll. 1989;abdu & coll.1997:Tariq & coll.2010)

Ray nel 1996 ha descritto ceppi di S.marcescens capaci di svilupparsi in alimenti refrigerati e di produrre lipasi e proteasi extracellulari termostabili( Abdou & coll.2003).

Questi ceppi definiti psicrotrofi dovrebbero essere studiati con grande attenzione dai ricercatori considerati i danni economici provocati: in particolare è necessario stabilire con precisioni gli intervalli di crescita esatti,dato trascurato incredibilmente da coloro che hanno affrontato lo studio dei ceppi alteranti.

Serratia marcescens:il Bacillo del miracolo

La storia dell’arrossante superficiale color sangue degli alimenti origina nel VI secolo,.quando Pitagora rilevò la presenza di una sostanza color sangue sul pane. Poi, nel 332 A:C, i soldati dell’armata macedone di Alessandro Magno videro anch’esse la formazione di macchie sanguigne sul loro pane e i soldati macedoni interpretarono la comparsa di macchie sanguigne come segno premonitore del sangue che si sarebbe sparso prima e dopo la conquista di Tiro da parte di Alessandro.

Nel 1800 un microscopista prus siano (C:G: Ehrenberg -1775-1876)   riportò l’esistenza di circa 100 rapporti storici che descrivevano la comparsa miracolosa del sangue su alimenti. Lo storico e microbiologo E.R. Gaugan (1969) scoprì l’esistenza di 35 rapporti di san Guegran “fuoriuscente” dal pane eucaristico. Il primo caso registrato risale al 1169 in Danimarca.

Lo stesso fenomeno fu osservato in ostie dal Medio Evo al Rinascimento. Tutto ciò in quei tempi era considerato un miracolo.

La colorazione delle ostie ispirò Raffaello a dipingere il “Miracolo di Bolsena” su una parete nel Vaticano. Per onorare il miracolo di Bolsena,il papa Urbano II istituì la festa del Corpus Domini nel 1264. Nel dipinto il curato Peter di Praga è raffigurato mentre somministra la Comunione nella Chiesa di Santa Cristina.Quando il curato si accinse a somministrare le ostie si accorse ch’erano rosse e credette che fosse il sangue di Gesù transustato in esse.

Il primo ad osservare la presenza di batteri nella massa rossastra fu Antoine Van Leewenoek (1632-1723), ma la scoperta del microrganismo responsabile fu un farmacista di Legnaro (Padova) Bartolomeo Bizio che denominò il microrganismo Serratia marcescens dopo averlo osservato al microscopio esaminando lo striscio su vetrino di una macchia prelevata da una polenta arrossata. Al momento lo credette un fungo microscopico. Nei1817 Bizio, inumidì del pane e della polenta lasciandoli in un ambiente umido e caldo. Dopo 24 ore riscontrò l’arrossamento di pane e di polenta. Nel 1819 denominò Serratia il microrganismo per onorare il fisico italiano Serrati, inventore del piroscafo a vapore. Il nome specifico “marcescens” fu stabilito perché il germe causava un processo alterativo maleodorante della polenta e dei pani. Anche Ehrenberg si interessò delle macchie rosse del pane e nel 1848 inoculò parti delle macchie rosse sanguigne in patate, pane e formaggio svizzero riproducendo la colorazione della matrice originaria. Ehrenberg osservò i microrganismi presenti denominandoli batteri.

Fino alla fine del 1800 Serratia era denominata Bacillus prodigiosus, cambiato nel 1920 con la denominazione data da Bizio (Gillen & coll.2011).

Identificazione di S.marcescens

Il risultato della colorazione di Gram (bastoncino negativo) e le sue relazioni con l’ossigeno (aerobio e anaerobio facoltativo), la prova dell’ossidasi (negativa) pongono il ceppo isolato tra le Enterobacteriaceae. La mobilità è il colore delle colonie confermano l’appartenenza del ceppo alle Enterobacteriaceae. Serratia marcescens riesce negativa al rosso metile. La specie idrolizza la caseina e degrada il triptofano e il citrato. S.marcescens produce acido lattico per via ossidativi e fermentativa.

La Serratia marcescens isolata da ambienti naturali è prontamente identificata per il colore rosso sangue delle colonie. Per la identificazione di S:plymuthica , di S:rubidaeae e di S.sakuensis è necessario ricorrere all’impiego delle gallerie Biomeieux

Sanificazione.

Le Serratia marcescens sono suscettibili all’azione di vari disinfettanti come il cloro (1% di sodio ipoclorito) l’etanolo al 70%,alla glutataraldeide e ai composti a base di iodio. Particolarmente efficace   riesce l’AHP ( perossido d’idrogeno accelerato –potenziato) in concentrazione dello 0,5 % che necessita di un contatto compreso tra 1 e 5 minuti primi.

Per sanificare degli ambienti di lavoro , prima di applicare il disinfettante scelto e necessario trattare le superfici con detergente alcalino e poi applicare il disinfettante.

Poiché il germe proviene dall’ambiente esterno si deve impedire la sua introduzione nell’ambiente di lavorazione da parte delle calzature del personale e da altri oggetti verosimilmente contaminati.

Serratia marcescens può resistere ai composti ammonio quaternari e alla cloexidina. Può contaminare anche i saponi.

Riassunto

S.marcescens in anni recenti ha provocato spesso alterazione di prodotti lattiero caseari umidi. Si è ritenuto utile redigere una rassegna su questo microrganismo e sulle sua sistematica e capacità alterante e patogena.

Summary

Serratia marcescens as alterative and opportunistic pathogen bacterium.

In these ultimate years (and actually) S.marcescens has been responsible of numerous chromatic (alterations (rednessses) of milk products (ricotta). A review on this alterative and opportunistic deseagreable bacterium has fournished here.

Bibliografia

Abda –Alla M.H.:Bushandy S.R.;Scneill S.S.&coll.(2011Phytoparasitica 39, 175-187

Abdou A,M. (1958) Studies on some Gram negative proteolytic and lipolityc microrganisms

In milk products Ph_Diss Zagazig:Univ.

Abdou A.M. (2003) J.Dairy Sci.86,127-133

Ahmed M.E.:Ali L.&Khalaf H.H.A (1989) Egipt.J.Vet.sci.26, 175-180

Alberghini A.L.;Tallone G.& Tallone G. & Giaccone V.(2010) AIVI 20,8-2 B.;

Ajitkumar B.;Ajitkumar..V.P.Riozo I &coll.Int.J.Syst. Evol.Microbiol.(2003)53,253-2

Anasfari .;Assad M.M. & Fahr F.D.(2006) on line J.Biol.Sc.&,1-13

Bollett H.C:;Giulian C.Etrangiou E.& coll (1989) tropical Agricolture 66, 342-34

Castelli M.E.;Fedrigo G.V.;Clementin A.L.& coll (2008) Bacteriology 190, 213-220

Fustner A. (2009) Chem.Ind..Ed.English 42,3582- 3503. 189,119-191

Gargallo-Viola D.(1989) Appl.Env.Microbiol. 53,1983-1986

Gillen .A.L:.& Gibbs R. (2011) Anwers Res:Journal 4 , online

Ginn A.V.; anandikumar G.Muthukumasran G.& coll (2004) BMC Microbiol: 4,1-10.

Grimont F.&Grimont P:A:D. (2006) The genus Serratia, in the Prokaryotes . 8eds.Dworkin M;Falkow S. Rosenberg E:Achlifer K.H.& Stackebrand E. pp. 219-244. Springer Verlag.

Haddix P.L.&Werner T.. (2000) Bioscience 26,3-13.

Hardjito L;huq A.olwell R.R. (2002Biotecnol.Bioprocess.Eng. 7, 100-104.

Hesse M. 2000)Alkaloide Fluch oder Segen der Nature.Helvetica Chimica Acta.Zurich.

Hejazai A.& Falkiner P.R. (1997) Medical microbiology 146, 903-912

Iranshasi M.;Shanverdi A.R. Mirjani R:& coll.(2004)Z.Naturforsch. 59,506-508.

Kalesperis G.F.Prahle K.U.&Linch D.L. (1975)Can.J.Microbiol.21,213-220.

Kida Y.Yutaka I.;Hiroshima S.&coll.(2007) Infect.Imm. 75,164-174.

Kobayashi N.&Ichecawa Y. (1991)Microbiol.Immunol. 35,507-514.

Koh K.S.,Lan K.W.;Alheda M.Q. &coll. (2007) Bacteriology 119-130.

Kumar A.&Worabi E.A (2002) Antimicrobial Chemotherapy 50,593-596

Lafarge V;Ogier J.C.;Girard V.&coll. (2004) Appl.Env:Microbiol:7o,5644-5650

Matsuo T.;Chen J.;Minato Y &coll. (2008)Bacteriolgy 190,648-654.

Milliere J.B. & Veillet-Poncet L.(1985) Sci.Aliments 5,1720.

Rey B. (1996) Fundamental food microbial.CRC press.N.Y.

Taria A.L.&Prabakaran J.(2010) res.J.Agric.Biol-Sci. 6,364-369.

Thomas S.B. (1958) Dairy Sci.Abstr. 20,355-37o.

Wasserman H.H.;Rodgers G.C.&Keith D.D. (1969) J.Am.Chem.Soc. 91,1263-1264.

Wei Y.H. &Chen W.C.(2005) J.Biosc,Bioenerg.99,616-622.

Weiss C.M. 81949) J.Cell. Comp. Physiol.34,467-492.

Witter L.D. 819619 J.Dairy Sci,44,983-1015

Pubblicato in Italia

Le Analisi scientifiche effettuate da un laboratorio ci portano alla prima "verità scientifica" sul mistero del pane rosso

Il laboratorio privato (meno male che esistono: quelli qualificati, in verità!) che si è impegnato alla ricerca del mistero del pane che diventa rosso ci ha fornito le prime informazioni sul risultato.

Ed è ancora più rilevante di quello che una amica biologa dell’Arpacal ci aveva anticipato (e che ringraziamo per la simpatia e la professionalità)

Il pane diventato rosso era infestato da due batteri: la Serratia marcescens ed la Serratia odorifera.

Parliamo del pane, perché, stando alle prime informazioni, reseci ancora verbalmente, le acque non sarebbero interessate da questi batteri.

Parliamo, cioè, dell’acqua delle fontane di Campora, dell’acqua delle fontane di Amantea e di un’acqua minerale comprata in uno dei locali supermercati.

Pur tuttavia il laboratorio sta per condurre una ulteriore ed approfondita indagine sugli effetti dei pani indagati quando bagnati con acqua distillata.

 

Indagini di cui vi faremo sapere.

Intanto ringraziamo per la collaborazione il laboratorio privato del quale a breve faremo il nome, laboratorio che conferma la nostra idea che in Calabria esiste qualità e professionalità della quale invitiamo a servirsi SEMPRE e più SPESSO.

Smentite, quindi, le ipotesi di muffe di cui abbiamo sentito parlare anche nel distretto sanitario amanteano.


Riconfermiamo, comunque, la opportunità (si tratta, ovviamente, di un nostro giudizio) di verificare preventivamente la risposta individuale del pane che ognuno ha intenzione di usare bagnandolo ed aspettando le fatidiche 36 ore.

Ed a tal proposito ringraziamo la famiglia che ha dato impulso a questa nostra indagine che mira ad informare la popolazione di quanto succede “alle sue spalle”.


E ringraziamo tutte le persone che stanno facendo le prove da noi suggerite riferendoci, anche indirettamente, i risultati , molto spesso negativi e talvolta positivi e che noi andiamo a fotografare.


Ringraziamo anche la stampa locale che ha amplificato la nostra indagine e la autorizziamo a prelevare direttamente le foto già in sito e quelle che saranno apposte in futuro.


E ringraziamo,infine, gli operatori sanitari e para sanitari del locale distretto sanitario che hanno voluto offrirci la loro attenzione


Per noi di TirrenoNews.It la conoscenza è la prima arma per la difesa per ognuno di noi, per tutelare la nostra salute, tanto più che in Calabria dove la salute sembra un optional!


Ma ecco i batteri scoperti:

Ricorderete tutti le famose “Mozzarelle blu” , vero? Bene il fenomeno delle mozzarelle blu derivò da un batterio (un gran positivo che “vira” al blu) appartenente al gruppo della specie Pseudomonas fluorescens, strettamente correlato ad un ceppo che viene usato in agricoltura come pesticida nella lotta biologica sia negli Stati Uniti che in Canada.


Recentemente il pm Raffarle Guariniello ha chiuso le indagini partite nel 2010 sul fenomeno delle mozzarelle colorate iscrivendo nel registro degli indagati quattro persone tra cui l'ad del gruppo emiliano Granarolo, della bavarese Jager e della Lat Bri.

Bene! E’ probabile, quindi, che anche questo caso del pane rosso sia figlio di un tipo di batterio.

Parliamo della “Serratia” che è un genere di batteri Gran-negativi (che “vira” al rosso) .
Le Serratie sono patogeni opportunisti e sviluppano nell'uomo infezioni resistenti a molti antibiotici.

E’ un batterio frequentemente presente nell’ambiente.

Massima attenzione allora.


Il pane infetto da Serratia non può essere mangiato.

Per la sua distruzione si attendono indicazioni da parte del Distretto sanitario di Amantea.

Per maggiori informazioni sulla Serratia si può “viaggiare” su internet.

Pubblicato in Primo Piano

Cominciamo a svelarvi il mistero del pane che diventa rosso. In attesa del risultato finale da parte del laboratorio specializzato che da giorni sta conducendo approfondite analisi sui campioni prelevati, vi raccontiamo la seconda parte della strana storia.

Abbiamo concluso la prima parte del nostro primo articolo precisando che dopo aver portato le altre due frese di altri due distinti panifici eravamo curiosi di sapere quale risultato avremmo avuto

“ Venite, venite. Anche le frese che avete portato voi sono diventate rosse. Anzi è diventato rosso anche il fazzoletto che le copriva!”


Saliamo in macchina e ci muoviamo per raggiungere Campora San Giovanni,(Cominciamo a svelarvi dove il fatto è avvenuto).


Scattiamo le foto.

La sorpresa non è solo mia ma anche della famiglia che mi ha segnalato il caso.

Ed insieme anche della teste che era con me.

Ora la prima riflessione.

Dopo il primo evento avevamo pensato che si trattasse o del pane o dell’acqua. Per questo la prova su frese di altri panifici

Ma ora il risultato positivo ci portava a ritenere che si potesse trattare (anche) dell’acqua.


Ci spingeva in questa direzione il fatto che le tre frese provenivano da tre panifici di tre distinti comune del cosentino.


Si, dobbiamo smentire le facili affermazioni che “ il pane del mio paese è indenne da questo problema”

Vi prego in attesa dei risultati del laboratorio specialistico preghiamo i nostri lettori di non azzardare ipotesi sul pane .


Il pane esaminato (al momento, ovviamente) non è di AMANTEA!


E per cortesia nella stessa ottica ed in attesa dei risultati che forse arriveranno domani o dopodomani nessuno si ipotizzi che si tratti dell’acqua di Campora San Giovanni

Ma continuiamo.


In questo bailamme decidiamo di ripetere la prova.


Prepariamo 9 piatti di plastica sui quali segniamo Pane A acqua Campora, Pane A acqua minerale, pane A acqua Amantea, e poi Pane B acqua Campora, Pane B acqua minerale, pane B acqua Amantea, ed infine Pane C acqua Campora, Pane C acqua minerale, pane C acqua Amantea,

Mettiamo tre pezzi del pane A (evitiamo di indicare il nome del panificio A) nei tre piatti in basso

Mettiamo tre pezzi del pane B (evitiamo di indicare il nome del panificio B) nei tre piatti al centro

Mettiamo tre pezzi del pane C (evitiamo di indicare il nome del panificio C) nei tre piatti in alto.

A parte abbiamo preparato tre diverse acque.

L’acqua di Campora SG, l’acqua di Amantea, un’acqua minerale comprata in un locale supermercato.

Bagniamo le frese come da indicazioni A sinistra acqua di Campora , al centro acqua minerale, a destra acqua di Amantea.

Poi aspettiamo.

Nel frattempo andiamo a Campora a vedere la due frese aggiuntive. Sono quelle nella foto. Incredibili.

La famiglia sta bene.


Una voce ci sussurra che quello che abbiamo verificato è già successo a Campora ma che i risultati non abbiamo destato allarme nella autorità sanitaria.

Non sappiamo quanto sia vero


Ogni tanto siamo andati a vedere le frese e le abbiamo fotografate.

Ci vuole il giorno dopo, cioè le 24 ore per vedere i primi risultati

Ancora una volta ci sorprendono

Quello che vediamo è incredibile.

In sostanza lo stesso tipo di frese hanno dato risposte diverse con le varie acque

Ma completamente diverse

Impossibile cioè ascrivere il rosso ad un pane o ad un’acqua specifichi.  Anche una fresa bagnata con acqua minerale (in bottiglia) è diventata rossa.
Intanto ci pervengono segnalazioni completamente diverse di esperimenti. C’è chi ci dice che un quarto tipo di pane bagnato con acqua è normale.

Qualcuno ci mostra pane fresco diventato anche “lui” rosato. A tal punto occorre chiedere informazioni. Ci rivolgiamo ad un esperto biologo e descriviamo le vicende.

In particolare segnaliamo il fatto che il pane viri al rosso , sempre più roso, man mano che passa il tempo.
E riceviamo una conferma del fatto che il caso sia stato già presente in loco anche se non ci viene riferito il panificio interessato

Poi ci viene anche indicato il possibile batterio che potrebbe avere provocato il fenomeno. A tal punto non resta che chiedere aiuto ad un laboratorio specialistico. Il laboratorio specializzato del quale attendiamo i primi risultati.


Nel frattempo una prima indicazione.

Chiunque può prendere una fresa, o pane, od altro prodotto da forno, bagnarlo con acqua ed aspettare che passino 24-36 ore.


Se il pane resta esente dal fenomeno, OK, se diventa rosso mandatecene una foto e regolatevi se continuare a mangiare lo stesso tipo di pane ed usare la stessa acqua .( NOI VI SUGGERIAMO DI ASPETTARE!)

Domani o dopo i primi risultati del laboratorio.


Seguiteci.

NB Ringraziamo chi ha voluto fornirci indicazioni. Per quanto si sappia al momento si tratta di un batterio non di una muffa; un batterio responsabile di un antico miracolo!


AH, DALLE FOTO ABBIAMO CANCELLATO I NOMI DEI PANIFICI

rosso a

Il colore macchia anche il tovagliolo

rosso prova 36 ore

Il tavolo della prova con i risultati prima del prelievo

Sotto le colonie batteriche

Pubblicato in Primo Piano

Pane Rosso aperturaLa Storia ha dell'incredibile ed è successa ad Amantea, "cosa porta il pane (dopo essere stato bagnato) a diventare di colore rosso fuoco?" è questa è la domanda alla quale si deve trovare una immediata risposta dopo la sbalorditiva scoperta fatta da una signora amanteana.

La storia:

Una signora residente nel comune di Amantea (omettiamo le generalità e la via per ragioni di privacy ma anche per altre ragioni che capirete da soli in seguito) una sera bagna alcune frese prodotte da un panificio della zone e che aveva intenzione di mangiare con una buona insalata di pomodori.

La signora e la famiglia non riescono a consumare tutte le frese ; ne resta una intera.( Omettiamo anche il nome del panificio non potendo escludere che si tratti dell'acqua o di altro!!!)

La signora decide di conservarla.

La pone in un tovagliolo bianco posto sopra un piatto che lascia sul tavolo della cucina.

Passano 24 ore.

La sera dopo prende la fresa per mangiarla.

La trova stranamente colorata di rosa.

Sorpresa di quanto visto, decide di non mangiarla

La mattina dopo la notizia esce fuori dalla casa ed in qualche modo arriva a noi.

Decidiamo di cogliere la notizia e di fotografare la fresa.

Ci rechiamo presso la casa della nostra signora /( che per comodità chiamiamo Maria) la quale ci racconta quanto abbiamo scritto.

Solo che la fresa ora ha un intenso colore rosso.

Sono passate più di 36 ore!

Non solo ma ha anche uno strano ed intenso odore.

Maria è preoccupata.

Ed in verità lo siamo anche noi.

Abbiamo letto di mozzarelle blu, ma mai di pane rosso.

Le ricerche su internet non ci danno grandi risposte.

Facile sospettare del pane o dell’acqua.

Ritorniamo il giorno e portiamo due frese di altri due panifici

Le bagniamo con l’acqua della fontana della casa di Maria e stabiliamo di vederci il giorno dopo

Nel mentre mi porto via un pezzo della fresa rossa.

Lo mostro ad un panettiere per sapere se abbia mai visto una cosa simile.

“E’ nostro” mi chiede. Rassicurato del contrario ma sorpreso, mi dice di non aver mai visto una cosa simile.

Sospetta che possa trattarsi di un colorante eventualmente rimasto nella impastatrice .

Un colorante?

Pane Rosso

Vado da un amico farmacista.

Anche lui è sorpreso. Escono fuori diverse ipotesi ma nessuna attendibile.

Mi assicura che però avrebbe fatto ricerche su coloranti che virino al rosso solo dopo essere stati impastati con la farina , l’acqua ed il lievito.

Vado anche da un amico pasticciere e li è subito un summit.

La sostanza rosa viene osservata, odorata, toccata.

“ No, non mi sembra un colorante! Quelli che usiamo lasciano un po’ di colore sulle mani, questo no! Non solo ma ha una certa consistenza. Vedi ne ho fatto una pallina!

Si dispiace di non avermi potuto aiutare, ma mi chiedono di tenerli informati.

Ora non resta che aspettare le 24-36 ore.


Aspettiamo risvolit, segnalazioni ed aiuto, su cosa possa portare il pane a divenire rosso (Acqua; Prodotto chimico; ... ...)

Continua domani con la seconda parte……..

Con delle foto pazzesche

Pubblicato in Primo Piano
BANNER-ALTO2
© 2010 - 2021 TirrenoNews.Info | Liberatoria: Questo sito è un servizio gratuito che fornisce ai navigatori della rete informazioni di carattere generale. Conseguentemente non può rappresentare una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità predefinita. Non può, pertanto, essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge 62 del 7 marzo 2001. L'Autore del sito non è responsabile dei commenti inseriti nei post o dell’utilizzo illegale da parte degli utenti delle informazioni contenute e del software scaricato ne potrà assumere responsabilità alcuna in relazione ad eventuali danni a persone e/o attrezzature informatiche a seguito degli accessi e/o prelevamenti di pagine presenti nel sito. Eventuali commenti lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di persone terze non sono da attribuirsi all’autore del sito, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata. Nei limiti del possibile, si cercherà, comunque, di sottoporli a moderazione. Gli articoli sono pubblicati sotto “Licenza Creative Commons”: dunque, è possibile riprodurli, distribuirli, rappresentarli o recitarli in pubblico ma a condizione che non venga alterato in alcun modo il loro contenuto, che venga sempre citata la fonte (ossia l’Autore). Alcune immagini pubblicate (foto, video) potrebbero essere tratte da Internet e da Tv pubbliche: qualora il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del sito che provvederà prontamente alla loro pronta. Qualunque elemento testuale, video, immagini ed altro ritenuto offensivo o coperto da diritti d'autore e copyright possono essere sollecitati inviando una e-mail all'indirizzo staff@trn-news.it. Entro 48 ore dalla ricezione della notifica, come prescritto dalla legge, lo staff di questo Blog provvederà a rimuovere il materiale in questione o rettificarne i contenuti ove esplicitamente espresso, il tutto in maniera assolutamente gratuita.

Continuando ad utilizzare questo sito l'utente acconsente all'utilizzo dei cookie sul browser come descritto nella nostra cookie policy, a meno che non siano stati disattivati. È possibile modificare le impostazioni dei cookie nelle impostazioni del browser, ma parti del sito potrebbero non funzionare correttamente. Informazioni sulla Privacy