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7 mesi fa, il 14 marzo 2014, Paolo Orofino accompagnava Sandro Ruotolo che doveva fare una intervista all'avvocato Gaetano.

Qualcuno decise di trasformare un rapporto privatistico tra un giornalista ed un avvocato in una vicenda pubblica schiaffeggiando Paolo Orofino che venne colpito da un violento schiaffo mentre, gli veniva anche impedito di scattare una fotografia all'avvocato Gaetano. 

Ora il PM Maria Camodeca, a conclusione delle indagini, ha formulato la citazione diretta dei due responsabili Francesco Loizzo, di Paola, 58 anni, e di Pietro Calvano, anch'egli paolano, 31 anni.

Ambedue sono assistiti dall'avvocato Giuseppe Bruno.

Si troveranno il prossimo febbraio 2015 davanti al giudice monocratico Mesiti, del competente tribunale di Paola.

Paolo Orofino aveva raccontato che “Mentre ero ancora nei pressi a guardare a poca distanza l'intervista in corso, un soggetto mi ha violentemente colpito con uno schiaffo al volto provocandomi un forte dolore”.

Perché? Che rapporto c’era tra il giornalista locale e l’aggressore? Ed ancora, l’aggressore aveva agito autonomamente o piuttosto era emissario di qualcuno?

Forse sapremo qualcosa di più dal processo a carico dell’imputato, Pietro Calvano, che dovrà rispondere di percosse, avendo colpito al volto, con uno schiaffo violento, Paolo Orofino.

Il giornalista aveva anche raccontato che la sua presenza “ mentre era in atto l'intervista, era finalizzata esclusivamente a poter effettuare una foto dell'avvocato Gaetano con il giornalista Ruotolo”. 

A giudizio anche Francesco Loizzo al quale viene contestato il reato di tentata violenza e minaccia.

Secondo l'accusa, formulata dal Pubblico ministero, Loizzo, si sarebbe posto più volte davanti al giornalista del Quotidiano impedendogli di scattare una foto e minacciandolo.

Loizzo dovrà anche fornire spiegazioni in merito ad alcune frasi riportate nell'accusa: “Lui è una persona per bene, tu no – avrebbe detto ad Orofino Francesco Loizzo – Tu foto non ne fai. Vai, vai che anche io sono ammanigliato in Procura ...vieni , vieni, fatti una camminata con me, allontaniamoci, spegni il registratore”. 

Al tempo si scriveva che “secondo le varie testimonianze, tra cui quelle della troupe televisiva di Ruotolo, ci sarebbe stato qualcuno che non avrebbe gradito il lavoro nella cronaca giudiziaria di Orofino, forse perché non digerisce qualche verità.

E si lavora anche sulla ipotesi della premeditazione del gesto”.

Pubblicato in Paola

La vicenda è dello scorso 14 marzo, nella piazza pubblica di Paola, veniva schiaffeggiato Orofino, mentre si trovava in compagnia dell'inviato di Servizio Pubblico, Sandro Ruotolo, intento nell'intervista all'avvocato Nicola Gaetano nell'ambito dell'inchiesta "Asp Cosenza"

Chiuse le indagini preliminari per l’aggressione del giornalista Paolo Orofino.

Il cronista de “Il Quotidiano della Calabria”, il 14 marzo scorso è stato schiaffeggiato nella pubblica piazza di Paola, nell’Alto Tirreno cosentino, mentre si trovava in compagnia del caposervizio del “Corriere della Calabria”, Pablo Petrasso, e dell’inviato di “Servizio Pubblico”, Sandro Ruotolo, che era intento a intervistare l’avv. Nicola Gaetano sull’inchiesta delle parcelle d’oro all’Asp di Cosenza.

Unica “colpa” di Orofino è stata quella di aver tentato di scattare una fotografia a corredo del suo servizio giornalistico.

La Procura della Repubblica di Paola ha notificato l’avviso di conclusione indagini contestando, a vario titolo, ai due indagati i reati di tentata violenza privata, minacce e percosse.

Uno di essi ha impedito al giornalista di scattare la fotografia, mentre l’altro lo ha colpito con uno schiaffo in faccia.

Poco dopo l’episodio Orofino ha raggiunto la Stazione dei carabinieri di Paola denunciando gli aggressori che, nel volgere di poche ore, sono stati identificati dai militari dell’Arma.

“Ho accompagnato un collega a Paola – ha detto Orofino – per la vicenda delle consulenze dell’Asp di Cosenza. Stavo scattando una fotografia ed una persona me lo ha impedito. Successivamente una seconda persona si è avvicinata e, dopo alcune parole offensive, mi ha tirato uno schiaffo in faccia”.

Pubblicato in Paola

Perché mai qualcuno non voleva che Sandro Ruotolo parlasse con Nicola Gaetano, al punto da schiaffeggiare Paolo Orofino mentre Ruotolo intervistava l’avvocato ? Chi si voleva intimidire?

E’un retro pensiero? Forse. Ricordate la buonanima quando insegnava che….

Infatti, abbiamo nelle orecchie le parole di Gaetano riportate dal Corriere della Calabria nel numero 143 in edicola fino al 27 marzo ("L'uomo nero", di Pablo Petrasso), e da acquistare subito prima che finisca.

«Io ho paura a parlare, perché ho quattro bambini. E all’Asp ho fatto soltanto il mio dovere, fino in fondo» dice l’avvocato paolano. Fino in fondo, senza riserve, senza remore, ma anche senza paura di ritorsioni, nell’interesse della verità, della giustizia , del popolo calabrese.

Paura di chi?

Per che cosa, se ha fatto soltanto il proprio dovere?.

Sembra un invito a capire, come se riuscendoci si sarebbe in grado di sciogliere tutti i dubbi che coprono questa vicenda di nerofumo, di ombre, avvolgendola in una foschia da smog che taglia, insieme al respiro, anche la mente , che nasconde le verità ed i pupari .

Qualcosa di terribilmente pericoloso, qualcosa che coinvolge uno o più innominati, qualcosa che può far scoprire vicende che è bene restino nascoste. Ma nell’interesse di chi non è dato e forse bene sapere?

Lo dicono anche le altre parole di Gaetano quando, pur non volendo parlare dell’inchiesta, ricorda «ma mi faccia ripetere una cosa che ha scritto Roberto Saviano: “In Calabria la realtà non è mai come sembra”».

La Calabria dei Pupari e delle marionette.

La Calabria dei poteri occulti e dei compromessi indicibili.

La Calabria dove la ‘ndrangheta “condivide” e resta senza risposta la solita domanda: “ Con chi?” Una domanda alla quale non si da risposta, forse non si vuole dare risposta, forse non si deve dare risposta!

La Calabria dove, ogni tanto, si sceglie un capro espiatorio che distrae la pubblica opinione dai veri problemi, che fa parlare il popolino e tranquillizza i pupari.

La Calabria dove gli eroi diventano antieroi e viceversa.

Quella Calabria dove impera Giano bifronte, dove le verità sono doppie, dove la sinistra finisce dentro la destra e la destra nasce dentro la sinistra.

La Calabria dei due mari e delle due verità.

La Calabria dove può ben dire che il sole nasce dal mare e tramonta nel mare e nessuno ti può smentire.

La Calabria dove quando va bene beviamo acqua clorata senza saperlo, dove paghiamo cara l’acqua salata che beviamo, dove fino al 68 % dell’acqua viene persa dalla rete ma nessuno può contestare la inefficienza dei comuni.

La Calabria dove i comuni regolamentano contrariamente alle leggi , cioè utilizzano proprie leggi e le cambiano ad ogni piè sospinto, a seconda degli interessi da soddisfare.

La Calabria dove non esiste quasi mai il voto di scambio , ma tutti scambiano voti per posti, per incarichi, per utilità economiche.

Nella foto Nicola Gaetano con Sandro Ruotolo (di spalle)

Pubblicato in Calabria

Lo sapevamo in tanti che Sandro Ruotolo era stato in Calabria e che si era diviso tra Amantea, Paola e Cosenza.

Obbiettivo Antonio e Giuseppe Gentile.

Un obbiettivo raggiunto.

Grazie allo schiaffo da parte di Pietro Calvano al giornalista Paolo Orofino mentre Sandro Ruotolo intervistava l’avvocato Nicola Gaetano , schiaffo sul quale la procura di Paola sta indagando alla ricerca dei mandanti e delle vere ragioni di quello che appare a tutti come un vero atto di intimidazione.

Un obbiettivo per raggiungere il quale Ruotolo è anche venuto al comune di Amantea, offrendoci una bella immagine della “Taverna” e le riprese del centro storico e di una porta che viene chiusa al cameramen: qui non si entra.

Solo le parole del ragioniere Sabatino che racconta quanti soldi siano stati pagati ad Andrea Gentile ed a Nicola Gaetano ( e quanti ancora devono essere pagati) ma senza che si sapesse chi li aveva incaricato e perché. Ma Sandro non era a conoscenza….

Un obbiettivo raggiunto vista la pesante denuncia da parte Pietro Citrigno che improvvisamente scopre che parlando dei Gentile dice «I fratelli sono più pericolosi della 'ndrangheta».

Pietro “ fulminato ed illuminato” come Paolo di Tarso sulla via di Damasco che passa da sodale ad accusatore e gola profonda? Avremo l’inizio della evangelizzazione anche in Calabria ?

Un crollo improvviso ed irreversibile del potere dei Gentile?

Forse. Visto che anche Tursi Prato molti anni dopo, anche lui “illuminato”, dopo aver scontato una pena a 6 anni di reclusione per voto di scambio, confessa che: «I terreni furono intestati a me da parte di Tonino e Pino Gentile, che mi chiesero questo favore in quanto lui (Pino, ndr) era sindaco della città»

Forse. Visto che De Rose, ex candidato a sindaco di Cosenza per la coalizione di centrodestra, lo stampatore dell'Ora della Calabria, presidente di Fincalabra, la società per lo sviluppo economico regionale, quando Ruotolo gli chiede della assunzione di Lory Gentile, l'altra figlia dell'ex sottosegretario, ribalta la domanda e chiede a Rutolo «Perché, non potevamo? Cioè – argomenta De Rose – essere figlio di un politico significa essere esclusi dalla possibilità di fare attività lavorative nel settore pubblico?».

Scandaloso che i politici “tutelino” i loro fogli e parenti. In Calabria lo fanno tutti. Lo scandaloso è che nessun PM sia mai intervenuto!

Forse visto che quando Ruotolo chiede a Piero Citrigno «Le hanno chiesto di fare assunzioni?» e Citrigno dichiara. «Nelle aziende ci saranno almeno 100 persone loro».

Scandaloso? Macchè . In Calabria lo fanno tutti. Lo scandaloso è che nessun PM sia mai intervenuto!

Forse visto che si accenna alle stabilizzazioni ( un velo mai sollevato) e capace di cambiare la intera politica calabrese.

Scandaloso? Macchè. Lo scandaloso è che nessun PM sia mai intervenuto! Lo scandaloso è che non esista lo scandalo e la vergogna.

Ed infine lo scandalo sta nel fatto che tutta questa vicenda sia nata da un direttore di quotidiano che è calabrese ma ha vissuto fuori dalla Calabria ed ha reagito come un calabrese “tosto” alle violenze.

Lo scandalo sta nel fatto che tuta questa vicenda sia nata da uno schiaffo intimidatorio in piena faccia ad un giornalista locale.

Che sia l’inizio di una rivoluzione di costume o la punta di un iceberg che sta per sollevarsi ed emergere su questo mare magnum di vergogne di cui si sa tanto ma che Ruotolo ha semplicemente ricordato?

Vedremo. Vedremo se la magistratura allargherà il suo orizzonte a tutto il malaffare, compreso quello politico.

E sia chiaro che in Calabria c’è tanto altro! Non vorremmo che questa vicenda fosse il culmine e si dimenticasse tutto il resto, tanto resto.

Avanti Calabria. Avanti Ruotolo.

Tra gli argomenti trattati anche i 300 mila euro che il Comune di Amantea avrebbe in parte dato a Nicola Gaetano, CLICCA QUI per leggere l'articolo in merito

Pubblicato in Calabria

ComuneAmante SPIeri a Servizio Pubblico, uno spezzone del servizio è stato dedicato al Comune di Amantea ed ai rapporti economici con l’avvocato Nicola Gaetano, mentre lo stesso risponde alle domande di Sandro Ruotolo presso la piazza di Paola.
Ecco la parte del servizio relativa ad Amantea

Ruotolo: “L’avvocato Gaetano, ha sempre fatturato molto ed infatti dal Comune di Amantea, sciolto per Mafia e badate bene comune con solo 14mila abitanti, Nicola Gaetano ha incassato ben 300.000 euro mentre il figlio del senatore Gentile, 30.000”.

A questo punto del servizio si vede la porta dell’ufficio, presumibilmente, di ragioneria del Comune di Amantea che si chiude lasciando fuori la telecamera di Servizio Pubblico, ma l’audio ed i sottotitoli sono chiari.
Il giornalista Ruotolo parla, a quanto sembra dalla voce dell’interlocutore, con il Dirigente della Ragioneria del Comune di Amantea, Giuseppe Sabatino.
Dirigente: “Il totale è 29 e 920, 30
Ruotolo: “quindi dovete dare a Gentile?
Dirigente: “Noi abbiamo pagato solo come storico 3.000 euro
Ruotolo: “3.000 euro
Dirigente: “SI
Ruotolo: “Mentre dovete dare ancora 27.000;
Ruotolo: “ Invece con Nicola Gaetano?
Dirigente: “Emessi mandati per 298.875 euro

NicolaGaetano 298mila

Ruotolo: “Cioè di questi 300.000 quanti li hanno dati i commissari
Dirigente: “La maggior parte, quasi tutti

NicolaGaetano Paola

Il servizio riparte dalla Piazza di Paola, famosa ultimamente per lo schiaffo ad Paolo Orofino, ed il giornalista Ruotolo chiede all’avvocato Nicola Gaetano dei 300 mila euro in 20 mesi.
La risposta dell’avvocato è perentoria “Assolutamente No, io mi pare avessi un contratto da 2.550 euro al mese ad Amantea, poi ho fatto un decreto ingiuntivo per delle cause che ho fatto, e che non mi hanno pagato.

Questo il LINK del video:
http://www.serviziopubblico.it/2014/03/le-consulenze-doro-allasp-di-cosenza/
(dal minuto 3:30 in poi)

orofinoSullo sfondo della vicenda c’è l'inchiesta sulle consulenze dell’Azienda sanitaria di Cosenza nella quale sono indagati il figlio del senatore del Nuovo Centro Destra e l’avvocato Nicola Gaetano. Proprio mentre cercava di fotografare quest’ultimo durante un’intervista che stava rilasciando a Servizio Pubblico

 

Paola- Amantea. Anche la solidarietà del segretario del circolo del PD di Amantea e Camppora SG Salvatore Pirillo il quale scrive: “A nome del Circolo del Partito Democratico di Amantea desidero esprimere solidarietà e vicinanza a Paolo Orofino, giornalista del "Quotidiano della Calabria”, per l’aggressione subita nella serata di venerdì 14 marzo presso la piazza centrale di Paola mentre svolgeva la propria attività di giornalista. Simili atti offendono l’intelligenza di tutti i cittadini calabresi, che meritano informazioni libere e fuori da ogni compromesso. Mi auguro che simili atteggiamenti non si ripetano in futuro. A Paolo Orofino e a tutta la redazione del quotidiano della Calabria rivolgo i migliori auguri di buon lavoro.

Ed a seguire anche quella del sindaco di Amantea Michele Vadacchino il quale scrive: “Il sindaco Michele Vadacchino e l’amministrazione comunale esprimono solidarietà e affettuosa vicinanza al giornalista de “Il Quotidiano” Paolo Orofino, vittima ieri di un grave atto intimidatorio mentre svolgeva il suo lavoro. Un ulteriore duro affronto ad un cronista libero e coraggioso e un attacco plateale ad un modo di fare giornalismo, che in Calabria diventa sempre più difficile da attuare. Quello subito dall’amico Orofino non è un piccolo episodio, come qualcuno potrebbe tentare di far passare. Lo schiaffo dato nella pubblica piazza di Paola, davanti a tanta gente – come ha giustamente annotato Guido Ruotolo - e' uno schiaffo che colpisce tutti noi”

Intanto il TG regionale partecipa la notizia che gli investigatori avrebbero accertato e denunciato non solo l’esecutore dello schiaffo, ma anche il mandante.

Gli investigatori, infatti, hanno attenzionato non solo il trentunenne P.C., già iscritto nel registro degli indagati per il reato di percosse, ma anche un soggetto, presente al momento dell'accaduto, che potrebbe aver impartito all'autore del deplorevole gesto l’ordine di colpire il nostro giornalista.

Si lavora anche sulle possibili ragioni che avrebbero potuto aver determinato questo insulso gesto.

Si è accertato che mentre l'avvocato Gaetano rilasciava le sue dichiarazioni al microfono di Ruotolo, un commerciante della zona, che lo conosce, glielo voleva impedire. Nel veloce scambio di battute l'esercente contestava i servizi di un'inchiesta datata relativa a un giro di ricette mediche false, ma successivamente lasciava libero il nostro collega di fotografare, ignaro che altro soggetto, il succitato P.C., gli si stava avventando alle spalle per tirargli lo schiaffo.

Secondo le varie testimonianze, tra cui quelle della troupe televisiva di Ruotolo, ci sarebbe stato qualcuno che non avrebbe gradito il lavoro nella cronaca giudiziaria di Orofino, forse perché non digerisce qualche verità.

E si lavora anche sulla ipotesi della premeditazione del gesto.

Ancora gli inquirenti non sarebbero riusciti a visionare le riprese della videosorveglianza della piazza centrale, dove è accaduto il fatto, sperando, sempre, che fosse in funzione.

 

piazza san francesco

Pubblicato in Paola

Paolo Orofino è un uomo normale. Se di straordinario qualcosa ha è certamente la semplicità con la quale quotidianamente affronta il proprio lavoro di giornalista, un mestiere difficile in Calabria dove i grandi poteri sono sempre più “coperti” e quindi più forti. Tutti, nessuno escluso!

Stamattina era a Piazza Commercio di Amantea e mentre prendeva il caffè che gli avevo offerto riceveva tantissime telefonate di solidarietà ( tra cui quella di Ruotolo), e tantissime strette di mano di solidarietà da parte degli amanteani che lo conoscono.

E grazie a tanta solidarietà non si sentiva più solo come si è sentito ieri sera quanto un energumeno in piena piazza San Francesco di Paola.

“Qui ad Amantea, queste cose non mi sono mai successe”. Lo dice con fermezza, quasi a far rilevare una condizione di diversità.

Paolo, ieri non ha avuto paura, come non la ha quando scende in campo a dirigere le partite di calcio, anche quelle difficili; lui è sempre equilibrato anche in questa sua antica passione.

Ma è rimasto sorpreso, fortemente sorpreso, anzi quasi incredulo.

Ho già scritto di questa vicenda e gli ho riferito delle tante solidarietà che gli erano state già espresse via web.

Ed oggi se ne aggiungono altre.

Ve le vogliamo riportare per offrirvi un esempio di come un uomo normale che è anche giornalista diventa speciale non quando coraggiosamente riporta la verità, come dovrebbe essere in una regione difficile come la Calabria, ma solo quando subisce una violenza da parte di un energumeno, come a dire che il “male” in Calabria viene solo lì, da quella parte.

Chissà se Orofino crederà a tutte queste solidarietà?

1)Scopelliti, solidarietà a giornalista Orofino

(ASCA) - Catanzaro, 15 mar 2014 - Il Presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, ha espresso ''solidarieta' al giornalista del Quotidiano della Calabria, Paolo Orofino, oggetto di una vile aggressione. ''Un gesto inqualificabile che colpisce un giornalista che stava semplicemente facendo il proprio lavoro. Un'azione che indigna e preoccupa tutti noi. Ad Orofino, che ho avuto modo di apprezzare per la professionalita' dimostrata nell'affrontare argomenti delicati, va la mia piena e convinta solidarietà ''.

2)Antonio Gentile: “Solidarietà al giornalista del Quotidiano Orofino”

Esprimo, a nome mio personale e di tutto il Ncd calabrese, solidarietà al giornalista Paolo Orofino e al direttore Matteo Cosenza per il vile atto subito oggi a Paola.

La libertà di stampa è un principio cardine rispetto al quale ognuno deve adeguarsi con senso di civiltà: le distorsioni e le diffamazioni vanno perseguite nei Tribunali.

Mi auguro che questo energumeno autore di un atto di violenza esecrabile venga identificato dalla Magistratura competente: il nostro agire e’ improntato alla non violenza e chiunque agisce diversamente e antitetico alla nostra visione del mondo

3)Magorno: solidarietà al giornalista Orofino

“A nome dei democratici calabresi esprimo la mia solidarietà al giornalista de “Il Quotidiano della Calabria” Paolo Orofino per l’aggressione subita quest’oggi a Paola, e la mia vicinanza direttore della testata Matteo Cosenza”, dichiara il segretario del Pd Calabria, Ernesto Magorno, che aggiunge: “Ciò che è avvenuto è particolarmente grave e rappresenta un ulteriore atto, questa volta violento, che colpisce il diritto della stampa di informare correttamente i cittadini . Auspico - conclude Magorno - che venga fatta piena chiarezza sull’accaduto e che cessi ogni atto contrario e violento contro i giornalisti che cercano di raccontare i fatti e fare il loro mestiere liberamente”

4)Gianni Speranza “Sono molto colpito, dispiaciuto e indignato per l’aggressione violenta subita dal giornalista Paolo Orofino”

Cosi il sindaco di Lamezia Gianni Speranza all’indomani dell’aggressione subìta dal giornalista calabrese Paolo Orofino che, nello svolgimento del proprio lavoro a Paola (Cs), è stato preso a schiaffi da qualcuno che voleva impedirgli di scattare delle foto all’avvocato Nicola Gaetano, coinvolto nell’inchiesta delle consulenze d’oro all’Asp di Cosenza.“In Calabria – ha detto Speranza – è difficile fare il sindaco e anche, purtroppo, fare il giornalista (o il prete) è diventata un’attività rischiosa. A Paolo Orofino, al Quotidiano della Calabria e a tutti i giornalisti liberi esprimo la mia più profonda solidarietà”.

5)Mario Oliverio: "L’aggressione al giornalista Paolo Orofino è un atto deprecabile, un gesto inaccettabile, che deve essere condannato fermamente, senza alcuna esitazione".

E' quanto sostiene il presidente della provincia di Cosenza, Mario Oliverio. La libera informazione - continua la nota - quando è veramente libera e lontana dalle tentazioni e dalle ingerenze del potere, è garanzia di libertà e di democrazia per tutti e, quindi, va difesa con ogni mezzo contro qualsiasi tentativo di imbavagliarla.

A Paolo Orofino esprimiamo, pertanto, la nostra piena vicinanza e la nostra sincera solidarietà, nella chiara convinzione che laddove esiste una stampa libera e indipendente, là esiste anche una comunità forte, capace di reagire ad ogni tipo di violenza e di sopruso".

6)Molinari e Barbanti (M5S):Massima solidarietà a Paolo Orofino.

"Il Governo accenda i riflettori sulla Calabria: la libertà di informazione ancora calpestata. È arrivato il momento - si legge in una nota - che si puntino i riflettori sulla Calabria. Il clima di costante intimidazione e mortificazione alla quale sono sottoposte le legittime aspirazioni alla società civile di questa terra si arricchisce di un episodio inquietante : l'aggressione subita dal giornalista Orofino, minacciato e aggredito mentre lavorava sulle consulenze d'oro all'ASP di Cosenza.

Si tratta di una faccenda, quella dell'ASP, già al centro di un'inchiesta della Procura e diventata un caso nazionale, dopo l'attentato alla libertà d'informazione che ha visto coinvolta l'Ora della Calabria. Come si ricorderà lo stampatore del quotidiano, nonché presidente di Fincalabra, De Rose, ha bloccato la pubblicazione del giornale per evitare l'uscita di notizie "scomode" sull'indagine che riguardava il figlio del senatore Tonino Gentile : un fatto che, prontamente denunciato dal direttore Luciano Regolo, ha avuto importanti conseguenze politiche - le dimissioni del senatore cosentino da sottosegretario - oltre l'apertura di un'ulteriore indagine da parte della Procura di Cosenza.

Il caso di Orofino - al quale va tutta la nostra solidarietà - è la dimostrazione evidente dell'esistenza di un clima omertoso che troppo spesso la fa' da padrone nel nostro Sud e nella nostra Calabria, il sud del sud. Siamo di fronte alla richiesta di un silenzio, da ottenere con il beneplacito o con la coercizione, che nell'assenza della libera informazione rende possibile a capi e capetti di muoversi con sicurezza, certi di farla franca a tutti i livelli. E questo episodio dimostra anche che quando i giornalisti fanno il proprio mestiere le cose si smuovono e i muri delle consorterie iniziano a sgretolarsi".

7)Sindacato Giornalisti della Calabria “Solidarietà e vicinanza al collega Paolo Orofino, vittima di una vile quanto assurda aggressione”

La solidarietà viene espressa dal segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria e vicesegretario nazionale della Fnsi, Carlo Parisi, che sottolinea “il rammarico e l’indignazione di dover assistere a sempre nuovi episodi di violenza inaudita e inaccettabile ai danni di chi, non mi stancherò mai di dirlo, ha come unica ‘colpa’ quella di fare – e bene evidentemente – il proprio mestiere”.

Caspita quanti sono rimasti zitti! Si, si parliamo di quelli che non perdono occasione per emanare note stampa su qualunque fesseria!

Pubblicato in Calabria

Il Giornalista era intento nel fotografare l'avvocato Gaetano, durante l'intervista del giornalista del programma di Michele Santoro "Servizio Pubblico" Sandro Ruotolo, nella centralissima piazza della città di Paola.

Paolo Orofino è un buon giornalista che ha fatto di una passione anche una professione ma che continua a cercare le verità soprattutto quelle nascoste, per poterle divulgare, convinto da un lato che il “giornalismo esiste solo nella misura in cui significa antipotere”, e dall’altro che “Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia; il resto è propaganda”.

Per questo Orofino si reca sul posto, indaga, fa domande, anche insistenti, ascolta con molta attenzione, sta attento a ciò che vede, fotografa.

Ma non sempre gli è permesso. Come oggi a Paola quando ha tentato di fotografare l’avvocato Gaetano che mentre si trovava nella piazza della città insieme ad altri colleghi, tra i quali il giornalista televisivo Sandro Ruotolo, veniva intervistato.

Ma mentre cercava di fare il suo lavoro di cronista veniva aggredito da un energumeno che lo colpiva con un ceffone

Orofino non ha reagito.

Poi tutti, Ruotolo compreso, si recano dai carabinieri.

Orofino e chi era presente, tra cui i colleghi di Ruotolo e Pablo Petrasso, del Corriere della Calabria sono sentiti dai Carabinieri che identificano e denunciano l’aggressore. Si tratta di un pregiudicato trentenne di Paola.

Ecco cosa è la Calabria. Una regione piena di cose meravigliose e uomini di coraggio tra cui i “piccoli grandi cronisti” come dice Sandro Ruotolo che non deflettono dal proprio dovere di informare, che non accettano di piegarsi al potere, ai poteri, da chiunque espressi o detenuti.

La Calabria è quella regione dove sempre più fortemente nasce e cresce una certa stampa che non ha paura di raccontare, che non si inginocchia di fronte ai potenti, una regione dove davvero il giornalismo diventa una “Potentissima lente d'ingrandimento”, che “ Con l'aiuto di un "noi" e di un poco d'inchiostro trasforma lo squittio di un topolino nel ruggito di un leone editoriale, le cui dichiarazioni si presume la nazione segua con reverenza e fiato sospeso.”

Ed è per questo che Paolo Pollichieni scrive : “A Orofino va tutta la nostra più totale, completa e convinta solidarietà. Sarebbe una terribile infezione per il potere e per i questuanti dell’informazione se la “disobbedienza civile” cominciasse a farsi largo nelle redazioni. Sarebbe mortale per certi meccanismi di assoggettamento dell’informazione se la parte sana del giornalismo calabrese cominciasse a prendere coscienza del fatto che i giornali saranno pure degli editori ma se i giornalisti non piegano la schiena difficilmente gli inciuci tra editoria e potere continueranno ad avere buon gioco”

Ed è per questo che Sandro Ruotolo scrive “Perché non è accettabile che un cronista, un piccolo grande cronista, venga umiliato davanti a tutti. Non gli hanno perdonato qualcosa che ha scritto? Non volevano che il cronista di Paola raccontasse Paola, anche attraverso la foto di Nicola Gaetano. Non è perciò un piccolo episodio. "Cosa vuoi che sia uno schiaffo". No, questo schiaffo e' all'articolo 21 della Costituzione. E' uno schiaffo al diritto dei cittadini di essere informati e al dovere di noi giornalisti di informare. Con la schiena dritta.”

Ed è per questo che il CDR de Il Quotidiano di Cosenza scrive : “IL comitato di redazione del Quotidiano della Calabria, esprime la propria indignazione e la grande preoccupazione per l'aggressione subita oggi dal collega Paolo Orofino. Un energumeno lo ha schiaffeggiato in pubblico mentre era in compagnia del collega Pablo Petrasso e dell'inviato di "Servizio Pubblico", Sandro Ruotolo che era intento a intervistare l'avv. Nicola Gaetano sull'inchiesta delle parcelle d'oro all'Asp di Cosenza. 

Il comitato esprime la propria solidarietà al collega Orofino, cronista da sempre impegnato in prima linea, e sollecita le autorità ad individuare l'aggressore per i provvedimenti del caso. Purtroppo i casi di giornalisti aggrediti continuano a verificarsi e, senza voler fare retorica, il comitato ritiene che oltre alla repressione, sia necessaria anche un'opera di sensibilizzazione della pubblica opinione che miri ad isolare i violenti e alla massima solidarietà ai giornalisti che fanno il loro dovere di raccontare fatti e misfatti.”

Ed è sempre per questo che uniamo a tutte le altre grandi voci anche la nostra piccola e sommessa voce nell’onorare Paolo Orofino per il coraggio profuso giornalmente nel suo lavoro ricordando a tutti che la Calabria ha sempre più bisogno di questi uomini.

Pubblicato in Paola
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