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LudopatiaIl gioco d'azzardo può diventare patologico quando assume le caratteristiche di una dipendenza, detta ludopatia. In questo caso, non essendo coinvolte sostanze chimiche, non si parla di tossicodipendenza, bensì di dipendenza comportamentale, ma è comunque del tutto simile a quelle causate dalle droghe.

A differenza di queste ultime, però, non provoca dei danni fisici evidenti, è quindi più difficile riuscire a individuare un giocatore d'azzardo patologico perché bisogna spostare l'attenzione esclusivamente sul suo comportamento e come questo subisca un brusco cambiamento.

I segnali della dipendenza da gioco d'azzardo

I segnali a cui prestare attenzione riguardano le seguenti sfere della vita di una persona:

  • il tempo dedicato al gioco (online e offline);
  • l'umore e il comportamento;
  • le finanze;
  • il rapporto con la legge.

Una persona che ha sviluppato una dipendenza da gioco d'azzardo patologico si reca sempre più frequentemente nei luoghi fisici dove può giocare e si collega sempre più spesso alle piattaforme online che permettono di fare scommesse. Inoltre, aumenta il tempo di permanenza trascorso in questi luoghi, sia virtuali che reali.

Al pari di un dipendente da sostanze psicotrope, chi gioca d'azzardo può sviluppare un andamento altalenante dell’umore: può sperimentare stati di euforia, dovuti all'eccitazione di una scommessa o una puntata nella speranza di una vincita, seguiti quasi inevitabilmente da un sentimento di disfatta nel caso si verifichi una perdita o se pensa alla sua situazione; nel lungo termine può sviluppare una vera e propria depressione, dal momento che non prova più attrazione per nessuna attività o tipo di relazione personale. La persona si troverà probabilmente sola e isolata molto presto a causa del suo comportamento ossessivo.

Inoltre, l'umore di una persona affetta da ludopatia può essere anche influenzato dai sensi di colpa per il fatto di aver trascurato la famiglia, gli amici e il lavoro e molto probabilmente anche per aver dilapidato i propri risparmi. Quest'ultimo punto in particolare può essere un tasto dolente e molto delicato per chi gioca d'azzardo in modo compulsivo: chi soffre di ludopatia continua a giocare nonostante ingenti perdite di denaro, finendo per indebitarsi con famiglia, amici, banche e, non di rado, anche con persone poco raccomandabili. Chi gioca in modo compulsivo non prende in considerazione le statistiche di vincita, che sono sempre sfavorevoli per chi gioca, ma è alimentato dalla speranza della prossima vincita.

Chi ha un conto cointestato con un giocatore d’azzardo patologico si renderà conto che diventeranno frequenti i prelievi di soldi anche di piccola entità, per i quali la persona non sarà in grado di dare una giustificazione soddisfacente.

Infine, la disperazione economica spesso porta il giocatore a compiere atti sconsiderati come furti o ad avere rapporti con la malavita, entrambi pericolosi per lui sia per la sua salite e incolumità sia dal punto di vista legale.

Come aiutare chi soffre di ludopatia

Come visto, la ludopatia non è meno pericolosa di una dipendenza da sostanze stupefacenti perché, tranne per il fatto che non coinvolge direttamente il corpo di chi la sperimenta, ha comunque degli effetti negativi sulla psiche e su tutti gli altri aspetti della vita di quella persona.

È quindi altrettanto importante saper riconoscere i sintomi del gioco d’azzardo patologico e intervenire per evitare che si finisca con il conto in banca svuotato, senza il supporto di amici e parenti o con la fedina penale sporca.

In quanto dipendenza, la ludopatia è una malattia e come tale deve essere trattata, vista la complessità delle situazioni che una dipendenza porta con sé, e sarebbe bene rivolgersi a un centro specializzato per il trattamento delle dipendenze (sia da sostanze che comportamentali).

In Italia, uno dei migliori centri di questo tipo è il Centro di Recupero San Nicola, accreditato con eccellenza dall'Assessorato alla Salute e che ospita anche pazienti stranieri.

La sua equipe formata da medici, psicologi ed educatori, propone ad ogni paziente un programma personalizzato che mira a ricercare le cause alla base della dipendenza e, tramite un percorso psicologico, a dare gli strumenti per non ricadere nella dipendenza.

Pubblicato in Italia

giocoC’è chi lo vive come un semplice svago, chi lavora nel settore e chi ha riscontrato come sia un settore dell’economia nostrana in ottima salute, fonte di numerosi introiti per l’erario. È il mondo del gioco d’azzardo, un universo non privo di criticità, prima tra tutte quella relativa al rischio di sviluppare una dipendenza. Ultimamente è stato al centro del dibattito pubblico e politico: da un lato c’è chi vorrebbe estendere i limiti già piuttosto severi introdotti dal Decreto Dignità, dall’altro ci sono i gestori, gli impiegati del settore e le società sportive.

Gli appassionati del gioco in Italia

Per capire meglio questo fenomeno, occorre avere una visione più approfondita della questione. Ad aiutare in tal senso ci pensa il report estremamente dettagliato diffuso a maggio dal Cnr. Questo studio, compilato dall’Istituto di fisiologia clinica della città di Pisa sulla base delle informazioni raccolte da IPSAD ed ESPAD, evidenziava come nel corso del 2017 il 42,8% della popolazione avesse tentato almeno una volta la sorte puntando, scommettendo o partecipando a un gioco a premi.

L’aumento dei giocatori è un fatto ben testimoniato dai dati: nel 2014 a giocare almeno una volta in 12 mesi erano stati 14 milioni di persone contro i 17 del 2017, di cui occorre specificare che 1,4 milioni ha utilizzato piattaforme online.

Tra il 2010 e il 2017, i volumi delle scommesse nel mondo dello sport sono aumentate di 10 punti percentuali, tenendosi comunque a debita distanza dai giochi che dominano il settore: l’inscalfibile Gratta&Vinci, preferito da ben il 74% degli amanti del gioco, e il Lotto e Superenalotto che, sebbene in calo, vengono apprezzati da più della metà degli appassionati.

Si evidenzia invece un complessivo calo d’interesse da parte delle generazioni più giovane: nel 2017 ha giocato almeno una volta nel corso di 12 mesi 1 milione di studenti rispetto agli 1,4 milioni del 2010.

I rischi connessi alle scommesse e la loro percezione da parte dei giocatori

È ambigua la percezione del gioco da parte di una fetta consistente degli appassionati. Il 39,1% sostiene che sia possibile arricchirsi giocando, mentre tra i ragazzi della fascia d’età che va dai 15 ai 19 anni (16,7%), trovano terreno fertile idee avulse dalla realtà, come quella secondo cui l’esito dei giochi aleatori come il bingo dipenda dalle capacità della persona e non dal caso.

Le iniziative promosse dai gestori in possesso della concessione AAMS volte a promuovere e a far conoscere un tipo di gioco responsabile, hanno contribuito al diffondersi di numerose informazioni utili e corrette, tanto che solamente 1 studente su 10 è all’oscuro del divieto al gioco che vige per i minorenni. Del resto, l’accesso al gioco online è impedito dai gestori: per aprire un conto gioco virtuale è indispensabile inviare un documento di identità che attesti il compimento del diciottesimo anno di età. Di contro, solamente uno studente su quattro ha riscontrato delle difficoltà nelle tabaccherie o negli altri esercizi pubblici; un segno, questo, che testimonia la scarsa e blanda attività di monitoraggio messa a punto nelle ricevitorie e simili.

La dipendenza dal gioco vista da vicino: tutti i numeri

E coloro che sono affetti dalla dipendenza dal gioco? Parallelamente all’incremento e al notevole successo delle scommesse e dei giochi basati sulla fortuna, si riscontra un aumento del fenomeno della ludopatia. Se nel 2010 ad esserne affetti erano 100mila individui, nel 2014 c’è stato un incremento pari al 2,4% che ha portato la somma a sfiorare le 400mila persone.

Ma quanto spende un giocatore? Nel corso di un mese, la cifra investita da una persona con un approccio sano al gioco non oltrepassa i 10 euro mensili. Coloro che manifestano un principio di disturbo toccano le 50 euro mensili in un caso su due, ma ben il 14,9% della popolazione arriva a spendere nel vizio del gioco anche più di 200 euro al mese.

Il diffondersi della ludopatia è un problema rilevante nella popolazione adulta, ma fortunatamente risulta in calo tra le giovani generazioni: qui si riscontra un calo soprattutto per quanto riguarda le regioni centrosettentrionali.

Prevenire i disturbi legati al gioco: tutti gli strumenti

Sin dal loro esordio nel mercato dell’Italia, i giochi di fortuna e le scommesse online sono stati sottoposti a numerosi controlli e verifiche da parte dell’ex AAMS, volti a impedire l’accesso al gioco da parte dei minorenni e a favorire e diffondere la cultura del gioco responsabile e legale tramite una serie di strumenti di autoregolazione, tra cui:

• Durante l’iscrizione, i portali di gambling e betting online attivi sul territorio italiano richiedono a ogni nuovo utente di impostare un limite di versamento settimanale massimo.

• Il giocatore ha la possibilità di indicare un tetto di spesa quotidiana e relativo alla singola puntata.

• È possibile escludersi dal gioco in via temporanea o definitiva. Tale misura blocca in automatico la possibilità di creare ulteriori conti gioco e inibisce l’utilizzo anche di quelli registrati presso eventuali altri gestori.

•Ogni portale certificato AAMS indica a chiare lettere come occorre approcciarsi al gioco e suggerisce all’utente di non spendere più di quanto possiede, ricorda che giocare equivale a spendere, rammenta che non bisogna scommettere o puntare per rifarsi delle perdite e ammonisce dal trascurare la vita professionale e affettiva a favore del gioco.

Queste indicate sono solamente alcune delle raccomandazioni su cui insistono i concessionari.

Prevenire la ludopatia: le misure del Decreto Dignità

Come abbiamo visto, il gioco virtuale ha sviluppato numerosi accorgimenti e suggerimenti per tutelare al meglio i suoi utenti, a differenza del circuito tradizionale, che continua a presentare numerose criticità. Per ovviare a questo problema, il Decreto Dignità ha stabilito che i nuovi apparati di gioco, tra cui anche le slot machine, a partire dal 1 gennaio del 2020 dovranno consentire obbligatoriamente una verifica della maggiore età. In che modo? Inserendo la tessera sanitaria, così come già avviene per gli articoli da fumatori.

Le slot machine fisiche rimangono infatti uno dei principali magneti per i giocatori patologici, con ripercussioni sulla vita del singolo, su quella familiare e, di conseguenza, sull'intera società.

Pubblicato in Economia e Finanza

I dati ufficiali dei Monopoli di Stato confermano che gli italiani hanno speso complessivamente nel 2017 ben 101,85 miliardi di euro nel mercato legale del gioco.

In Italia ci sono 17 milioni di persone tra i 15 e 64 anni che nell’ultimo anno hanno giocato almeno una volta (Ricerca CNR su dati IPSAD Italia), di questi 2 milioni sono a rischio minimo ma circa un milione sono giocatori d’azzardo ad alto rischio o patologici (750.000 mila ad alto rischio e 250.000 i patologici).

Ad esaminare in dettaglio i dati forniti dai Monopoli si rileva che si giocano 31.559.578,55 milioni di euro attraverso le Slot machine, Skill games (giochi di abilità via internet) 22.749.498,61 milioni di euro, scommesse sportive per 10.623.460,09 milioni di euro VLT (video lottery) per 13.881.141,50 (sempre in milioni di euro).

Dai 24.8 miliardi di Euro giocati nel 2004 siamo passati ai 101.74 miliardi del 2017 e di questo si sono persi, in guadagni, da parte dello Stato e delle multinazionali del gioco, ben 19.7 miliardi di euro.

In Italia ci sono circa 2 milioni di giocatori cronici, persone che spendono cifre altissime, ben al di sopra delle loro possibilità.

Molti di loro sono ludopati che finiscono nelle mani degli strozzini

La situazione calabrese riflette il dato nazionale e, secondo i dati forniti dall´Azienda Autonoma Monopoli di Stato, risultano persi nell´intera regione Calabria 535.205.803 di euro.

E in dettaglio, provincia per provincia:

-Provincia di Crotone: Giocato 209.177.409, vincite 172.671.919 con un perso netto di 36.505.919;

-Provincia di Vibo Valentia: Giocato 254.705.409, vincite 208.791.771, perso 45.913.373;

-Provincia di Catanzaro: Giocato 553.301.214, vincite 452.386.883, perso 100.914.331;

-Provincia di Reggio Calabria: giocato 892.242.217, vincite per 723.922.210, perso 168.320.006;

-Provincia di Cosenza: Giocato 1.033.711.064, vincite per 850.158.889, perso 183.552.174.

Ma viene da chiedersi dove si trovano questi soldi?

Ed alla domanda rispondono gli stessi Carabinieri i quali dicono che “La mafia, la ‘ndrangheta ed il malaffare in genere usa centri scommesse e slot machine per ripulire denaro”

“La mafia – afferma un colonnello dei CC – trae dalle attività criminali – tra cui il racket delle estorsioni, l’usura, il traffico di stupefacenti, il pizzo sugli appalti pubblici, la gestione dei centri scommesse e il controllo delle slot machine o delle sale bingo – risorse finanziarie che investe nei circuiti dell’economia legale, tentando così di “pulire” il denaro ricavato”.

Amantea.

Nessun dato per Amantea.

Ci sembra quindi necessario sollecitare l’amministrazione comunale e le varie associazioni ed istituzioni operanti sul nostro territorio di finanziare specifiche indagini sulla entità del fenomeno della ludopatia, sulla incidenza del ricorso al prestito anche usuraio, sulla incidenza del malaffare che ripulisce i soldi.

Ci appare sempre più necessario che siano compiute serie indagini, da cui derivino serie riflessioni onde siano intraprese azioni efficaci di contrasto al dilagare inarrestabile del gioco d’azzardo.

In merito indirizziamo una particolare sollecitazione al mondo della scuola.

Pubblicato in Primo Piano

Vi prego, non dite che Amantea è una città povera!

Il comune di Amantea ha una popolazione di 14.009 abitanti con un reddito pro-capite pari a 14.190€.

Parliamo cioè di un reddito cittadino di poco più di 198 milioni di euro annui.

Ad Amantea ci sono 155 apparecchi di cui 136 AWP ( New Slot )e 19 VLT ( videolotteria)

Un apparecchio ogni 90 abitanti.

Troppi, visto che in Italia c’è un apparecchio ogni 151 abitanti( se fosse rispettata tale parametro ad Amantea dovrebbero esserci 92 apparecchi non 155!)

Bene. Ogni Amanteano gioca 564 € all’anno di cui 440€ nelle AWP e 124€ nelle VLT

Parliamo di 7,89mln€ di cui 6,2mln€ AWP 1,7mln€ VLT

Parliamo di oltre 21 600 euro al giorno.

Ogni apparecchio in sostanza sviluppa un incasso medio annuo di oltre 50.900 euro.

Dal 2015 al 2016 c’è stato un aumento di 23 euro pro capite

Amantea con i suoi 563,2€ pro-capite giocati si pone tra i primi sulla intera costa superata solo da Paola con 650,1€ ( in flessione di 31 euro rispetto al 2015) e soprattutto da Longobardi con i suoi 690,6€ ( nel 2105 erano solo 378,7€)

Noi pensiamo di sapere le ragioni di questo forte aumento ma preferiamo non dirvelo perché potreste arrivarci da soli!

Tutti gli altri comuni hanno spese pro capite più basse. Belmonte Calabro 335,9€, Lago 186,6€, Aiello Calabro 193,9€ , Cetraro 427,3€, Belvedere Marittimo 458,2€, Diamante 469,9€.

Il maggior aumento nelle giocate tra il 2015 ed il 2016 lo ha avuto la Calabria, cioè la regione più povera d’Italia.

Strano vero? Forse no se si pensa che ….

Ma ne riparleremo.

E’ importante anche evidenziare che l’identikit del giocatore dice che in Italia gioca:

- il 47% degli indigenti

-il 56% delle persone dal reddito medio basso

-il 70% dei lavoratori a tempo indeterminato

-l’80,2% dei lavoratori saltuari

-l’86% dei cassintegrati

-il 61% sono laureati

-il 70,4% dei diplomati

-l’80,3% ha la licenza media

-il 47,1% ha tra i 15 e i 19 anni

-gioca il 58,1% dei ragazzi

-il 36,8% delle ragazze

-il 4-8% degli adolescenti ha problemi di gioco

-il 10-14% degli adolescenti è a rischio patologia

-l’8% dei bambini tra i 7/11 anni usa denaro online

Strano che nessuno di loro pensi che il 20% delle somme giocate finisce nelle mani delle aziende e dello Stato e che solo 80% ritorna ai giocatori

È questo è alla base della dipendenza dal gioco.

….continua …..

Pubblicato in Campora San Giovanni

A fare da apripista nella lotta al gioco d’azzardo non poteva non essere che la Emilia-Romagna.

 

Una lotta alla slot machine aperta con la legge n. 18 del 28/10/2016 “Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili”.

 

E ieri il Consiglio dei Ministri h deciso di non impugnarla

 

Ci si chiede se sia un effetto Gentiloni.

Sta di fatto che nel Testo Unico, vengono coordinate le tre leggi regionali in materia di legalità, ma si inseriscono, tra le altre cose, misure per la prevenzione dell’usura connessa al gioco d’azzardo patologico investendo nella formazione degli operatori per quanto riguarda la presa in carico dei soggetti patologici, in collaborazione tra i servizi.

 

In particolare per tutelare maggiormente le categorie più a rischio dal gioco d’azzardo è prevista una distanza minima di 500 mt delle sale con apparecchiature per il gioco d’azzardo rispetto a luoghi sensibili :

- istituti scolastici,

- luoghi di culto,

- impianti sportivi,

- strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o sociosanitario,

-.strutture ricettive per categorie protette,

-.luoghi di aggregazione giovanile e oratori -

Saprà la regione Calabria copiare anche le leggi positive?

Vedremo.

Pubblicato in Italia

Il sindaco Virginia Raggi ha pubblicato il testo della delibera sul gioco d'azzardo. L'obiettivo è proteggere i luoghi sensibili, cercando di contrastare il fenomeno della ludopatia

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Roma passa all'attacco. In un periodo segnato dal forte dibattito sul tema dell'azzardo, il sindaco Virginia Raggi prende posizione dalla parte dei no slot. Con la speranza di contrastare la ludopatia, rendendo per i giocatori compulsivi più difficile l'accesso ai centri di scommesse.

La delibera sul regolamento del gioco è stata pubblicata sul blog del sindaco, che ha sottolineato l'incidenza del fenomeno sulla popolazione romana. Nella capitale infatti sono situate quasi 30 sale, per un totale di 50.000 slot machine. Un numero impressionante, se si considera l'assenza di un casinò. Da sola l'Urbe raccoglie circa un ottavo delle macchinette distribuite sul territorio italiano, piazzandosi al primo posto nella graduatoria nazionale per città. Tutti fattori che ben si sposano con le casse Statali, le quali vengono rimpinguate di circa 4,4 miliardi di euro dalle sole slot. Per questo le leggi contro la proliferazione del gioco d'azzardo non sono ben viste da tutti i partiti: si calcola che nel 2017 lo Stato può perdere 1,3 miliardi di euro con le nuove leggi. Con le nuove disposizioni ministeriali (riduzione delle slot machine per il 30% entro dicembre 2017), il Lazio scenderebbe da un volume di gioco di 5 miliardi a un più modesto 3,5.

Le mosse del sindaco Raggi sono basate su quanto fatto da Lombardia ed Emilia-Romagna negli scorsi mesi. Prima di tutto si punta all'allontanamento dei mini-casinò dalle zone con più persone, a cominciare dal centro storico e dalle zone pedonali. Poi si limita con decisione gli orari in cui sarà possibile utilizzare macchinette automatiche nel settore gambling, come slot machine e videolottery. Solo dalle 10 alle 14 e dalle 18 alle 22, escludendo i giorni festivi, nei quali il divieto al gioco rimane assoluto. Naturalmente non si trascura l'allontanamento dei centri di scommesse dai luoghi sensibili, allontanando le slot di almeno 500 metri da scuole, ospedali e zone con servizi di uso comune. Infine si inasprisce la pena per le violazioni alle leggi contro le slot, inserendo la possibilità della revoca della licenza per i recidivi.

La delibera consiliare ha ancora bisogno del beneplacito dei dipartimenti Sviluppo delle attività economiche e attività sociali prima di proseguire il proprio iter. La volontà di rifondare il sistema del gioco d'azzardo rimane forte, nonostante l'opposizione decisa del capogruppo del PD Michela Di Biase, che riconosce il problema ma lo riconduce alla periferia e non al centro di Roma. Nel frattempo si sta muovendo nella stessa direzione anche la Lombardia, con l'assessore regionale Beccalossi che ha da poco annunciato un bando da due milioni di euro per i comuni in grado di effettuare proposte contro la ludopatia. Un'ulteriore dimostrazione di quanto il fenomeno sia vicino a essere contrastato in quasi tutte le zone d'Italia più interessate, con Roma e Milano in testa. Certo bisognerà riuscire a mettere in pratica idee che comprendono cambiamenti abbastanza evidenti per quanto riguarda le città e i loro introiti, cambiamenti che potrebbero rivelarsi utili anche per le province calabresi, dove il fenomeno slot è estremamente diffuso.

Pubblicato in Italia

malatiAnche la Regione Lombardia, nonostante le varie campagne di “demonizzazione” del gioco e dei casino online con giochi live“capitanate” il più delle volte dall'Assessore Viviana Beccalossi, deve fare i conti con i risultati obbiettivi del territorio. Non si vuole dire se siano risultati positivi o negativi, ma si vogliono solo riferire come si fa con altre Regioni della nostra Penisola. Quindi, il Comitato Paritetico di controllo e valutazione fa il punto dell'attuale situazione della legge sul gioco vigente sul territorio lombardo.

Le varie disposizioni in essere “contro il gioco” propongono incentivi di vario genere per gli esercenti che decidono di disinstallare le slot dai propri esercizi, ma non sono state abbastanza “incentivanti”, a quanto pare, per ottenere un buon risultato: le “famigerate macchinette” sono sempre presenti sul territorio e dopo una flessione nel 2014, nello scorso anno sono aumentate sino ad assestarsi sulla cifra di 79.565 unità. Si segnala che le persone in carico alla struttura sanitaria per il gioco problematico sono 2.177 distribuiti in tutta la Regione. Questi i risultati.

Si potrebbe trarre da questi dati un risultato “sconfortante” viste le innumerevoli campagne di sensibilizzazione e responsabilizzazioni messe in campo dalla Regione contro il gioco d'azzardo pubblico: l'agevolazione nel pagamento delle imposte per coloro che hanno deciso di eliminare le apparecchiature da intrattenimento dai propri esercizi è stata riconosciuta sino a questo momento da due soli contribuenti della provincia di Pavia che ne hanno fatto espressa richiesta. Un po' pochino come risultato raggiunto, almeno con questa iniziativa.

Insomma, in Lombardia “il pericolo slot” è sempre alto e l'aumento delle slot sul territorio oggi, rispetto al 2014 è preoccupante. Per il Presidente del Comitato che ha stilato la relazione sulla situazione lombarda si dovrebbe rendere “opportuna una risoluzione per orientare e rafforzare l'azione regionale di contrasto anche attraverso un sistema regionale di mappatura degli esercizi commerciali e degli apparecchi”. Più forza, quindi, alle azioni della Regione.

Senza contare che la Regione Lombardia ha stanziato tre milioni di euro sul bilancio 2015-2016 per sostenere le iniziative dei vari comuni indirizzate alla prevenzione del gioco problematico.

I progetti ammessi al finanziamento sono stati 68 distribuiti su tutte le provincie, ad eccezione di quella di Lodi), per 286 iniziative nei campi della formazione, delle azioni “no slot”, del controllo e della mappatura. Un dato positivo c'è: 13.500 persone hanno partecipato alle attività di formazione per i nuovi gestori, per i quali sono stati svolti circa 560 percorsi. Il numero di presenze è stato notevole.

Almeno questo ultimo dato, che non riguarda il mondo dei migliori casino online italiani legali, dovrebbe rendere felice la “paladina del no slot”, l'Assessore Beccalossi: potrebbe significare che gli operatori del gioco vogliono essere preparati ad affrontare con responsabilità il proprio business. Vogliono essere pronti anche ad incrociare persone-giocatori che potrebbero essere coinvolti nell'abuso del gioco e, quindi, vogliono essere all'altezza di poterlo “riconoscere” ed “andare in aiuto” e consigliare nel modo più professionale possibile. Ma, senza ombra di dubbio, anche questo dato per chi scrive positivo, sarà ricoperto dalla negatività del gioco e da quello che ci gravita attorno, da quello che il gioco potrebbe comportare, dal suo effetto “demoniaco” sui cittadini e sul territorio. Pensieri e parole di Viviana Beccalossi.

Pubblicato in Salute e Benessere

azzardoChi ama un poco il mondo del gioco d'azzardo e un poco anche il mondo dei migliori casino online con bonus, conosce perfettamente la situazione delle varie regioni della nostra penisola, come si pongono nei confronti del gioco e quanto stanno facendo per limitarne lo svolgimento e, soprattutto, per limitare le attività ludiche nello svolgimento del proprio lavoro. Ogni regione, ovviamente, ritiene di fare il meglio per il proprio territorio pensando di essere nel giusto ed a volte anche trincerandosi dietro il concetto di intervenire a tutela della salute dei propri cittadini. E sino a qui si potrebbe anche essere d'accordo sulle intenzioni.

La regione Emilia-Romagna è sempre stata in prima linea nel prendere varie posizioni nei confronti del mondo gioco ed ora ci si trova di fronte a disposizioni assai innovative ed importanti nelle quali si sono applicate tutte le forze politiche, tralasciando i propri colori, nella stesura di un nuovo regolamento per il gioco d'azzardo che vada ad implementare l'insieme già corposo e significativo dei dispositivi che sino ad ora, da circa un paio d'anni, hanno impedito l'insediamento di nuove sale slot e Vlt.

È stato approvato in Emilia-Romagna il testo unico sulla legalità che, tra l'altro introduce, una distanza minima di 500 metri dai luoghi sensibili per sale da gioco e sale scommesse e per l'istallazione di apparecchiature da intrattenimento. Quindi la consueta distanza di 300 metri precedente è stata assorbita da questa nuova distanza. L'esperienza che la città di Reggio Emilia ha potuto sfruttare nella compilazione di questo nuovo regolamento per il gioco è stata anche quella dell'Osservatorio Nazionale per il contrasto della diffusione del gioco d'azzardo ed il fenomeno della dipendenza grave ed anche l'esperienza del comparto socio sanitario che hanno potuto far raggiungere risultati ulteriormente migliorativi.

E bisogna anche aggiungere che chi fa buona politica, come è il caso di questa regione, sa mettere da parte differenze e logiche politiche per arrivare ad obiettivi di civiltà in cui questa città vive, livelli che al momento sono veramente alti. In aggiunta al percorso che la regione Emilia-Romagna ha fatto sino a questo momento bisogna sottolineare che recentemente il Consiglio Comunale di Reggio Emilia ha approvato in via definitiva una variante al piano strutturale comunale in base al quale sarà soggetto all'approvazione dello stesso Consiglio l'insediamento di nuove attività ludico ricreative che abbiano problematiche di impatto. Rientrano in queste problematiche, e quindi in tale definizione, le sale scommesse, le sale gioco di qualsiasi tipo e le attività di trasmissione o dall'elaborazione dati finalizzate al gioco d'azzardo ed alle scommesse di qualunque tipo.

Questo ha rafforzato ancora di più il percorso intrapreso dall'amministrazione facendo in modo che le strategie e le azioni che garantiscano legalità e trasparenza, anche nel settore dei casino online legali italiani, abbiano sempre più forza. Sono state aggiunte anche azioni finalizzate ad aumentare la vigilanza e di controlli di quelle attività che per la loro stessa natura sono connotate nella definizione di “impatto sensibile”, sia sotto il profilo territoriale che sotto il profilo sociale: naturalmente tra queste vengono contemplate le sale da gioco. Reggio Emilia vuole anche sottolineare di aver vinto in molti tribunali italiani ricorsi proposti da operatori del gioco che volevano mettere il Comune con le spalle al muro. Sinora in questa Regione il gioco ha perso: si aspetta “l'effetto domino” provocato dalla sentenza del Tar di Bolzano: chi ama il gioco non può che sperare che questo effetto sia il più veloce possibile, per dare una qualche possibilità agli operatori di sopravvivere.

Pubblicato in Italia

dadi-770x470Sempre nell'orbita di questa ristrutturazione del gioco e dei casino online migliori che si sente nell'aria, anche il comparto del puro intrattenimento senza vincita in danaro deve fare la sua parte ed attivarsi per “rendersi migliore” e più accattivante in modo da conquistare magari qualche fetta in più di mercato, quello dei più giovani, poiché sembra che solo loro sappiano divertirsi senza “azzardare” e senza “rischiare” anche di essere coinvolti in qualche problematica, Così è anche per un'azienda che da anni opera nel settore del puro intrattenimento, che si vuole attivare per migliorare la propria struttura, magari curiosando tra i regolamenti del gioco in essere in altri paesi all'avanguardia e con norme già testate.

 

Ecco, quindi, che si guarda una sorta di bozza di revisione della legge su tutti i giochi pubblici inglesi, elaborata dal Ministero dello Sport e del Patrimonio Turistico Culturale, Questa nuova stesura “inglese” si confronta con la legge precedente del 2005 ed è stata richiesta dall'associazione degli operatori inglesi, preoccupata dalla presenza e dalla pericolosità in ascesa della diffusione dei Fobt, apparecchiature che si possono tranquillamente paragonare alle nostre Vlt. Questi apparecchi sembra stiano creando problematiche conpulsive nei giocatori, creando dei veri e propri dipendenti dal gioco a causa anche della possibilità di poter scommettere sino a 100 sterline alla volta, per una vincita di sole 500 sterline.

 

La richiesta delle associazioni è quella di limitare la loro diffusione, anche se il numero di apparecchi, non all'interno dei casino online affidabili aams, che possono essere inseriti nelle sale scommesse è ora solo di quattro, ridurre la scommessa con un massimo di due sterline e fare in modo che gli appaarecchi siano giocabili solo con banconote con un taglio massimo di 50 sterline. Niente di diverso.

Successivamente, che si provveda anche alla restrizione della pubblicità dei giochi tramite i vari media, per la protezione particolarmente dei minori e da una regolamentazione dei giochi nei pub, anche se in quel comparto esiste già la restrizione di due semplici Awp in per ogni locale.

Tutte queste acquisizioni di notizie sulla regolamentazione del mercato inglese fanno riflettere sul fatto che il mondo del gioco in Italia non dovrebbe essere trattato più dal Ministero delle finanze, e tanto meno dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ma dovrebbe andare sotto la responsabilità del Ministero dell'Industria, in collaborazione con quello del Turismo e dello Spettacolo soprattutto per quel che riguarda il comparto dell'amusement che è proprio ed esclusivamente puro divertimento, Ma tante idee si potrebbero prendere ed acquisire da altre realtà, solo che non ci si intestardisse a pensare che ciò che è “nostro” sia la cosa più giusta in assoluto, E di fatto non è per nulla così, almeno visti i recenti risultati su tutto il fronte del settore ludico.

E bisognerebbe anche aggiungere che il puro divertimento dovrebbe viaggiare in eguale misura fra tutti gli abitanti dell'Europa Unita senza che vi siano regole che ne limitino la circolazione: tanto peggio, non bisognerebbe permettere che in Italia vi sia libero ingresso solo “per alcuni giochi scelti da poche persone”. Certo che, molto probabilmente, in Italia non si arriverà mai al livello della Gran Bretagna, dove per i giochi da intrattenimento non sono mai esistite omologhe o limitazioni né altro. Il solo limite esistente è il costo partita di 10 pence.

Pubblicato in Viaggi e Tempo Libero

giocoNon si vuole lanciare un grido di allarme per la sparizione delle slot machine dagli esercizi generalisti e dai migliori casino online in italia, né relativamente alla ridistribuzione del prodotto gioco sul territorio della nostra bella Penisola, ma riflessioni su quale gioco ci si attende di vedere attorno ai nostri giovani... questo assolutamente sì. Cominciano a muoversi “le grandi menti” che si occupano di studi e ricerche relativamente agli indirizzi che la gioventù prenderà in considerazione dei cambiamenti che il territorio, volente o nolente, effettuerà dopo i risultati della Conferenza Unificata.

Dopo le ordinanze restrittive sugli orari, dopo i distanziometri, dopo le aperture delle gaming hall il “campo di azione” del gioco d'azzardo sarà costretto a cambiare, a “mutare pelle”: non si sa se questa nuova pelle sarà bene accettata dai giocatori oppure se gli stessi convoglieranno la loro attenzione su altre fonti di gioco, per esempio quelle virtuali che fanno parte senz'altro dell'avvenire del mondo del gioco.

 

Senza parlare poi della lotta alla ludopatia, al gioco problematico, la tutela dei minori: che fine farà tutto questo in un mondo del gioco che cambierà completamente faccia e quando ci si troverà di fronte ad un processo evolutivo che vede il nostro Paese al centro di una politica di abolizionismo nei confronti degli apparecchi da intrattenimento? Ci si troverà di fronte ad un mercato eccezionale composto da altre forme di azzardo più aggressivo ed insidioso dal punto di vista della dipendenza, ma meno penalizzato fiscalmente relativamente alle Awp.

 

E, quindi, l'industria del gioco vi si sta indirizzando di gran carriera, visto che questa è la tendenza che ci si prospetta e le aziende “non vogliono certamente rimanere ferme al palo” ad aspettare che anche questo “indirizzo” venga bruciato dalle istituzioni in qualche modo. Chi, invece, vuole rimanere legato al vecchio gioco d'azzardo non ha che una speranza od un obbiettivo: rallentare la rapidità di diffusione di questi nuovi format virtuali attraverso serie limitazioni alla pubblicità che è sempre quel motore trainante che porta avanti qualsiasi novità.

Introdurre, quindi, una doppia riflessione tecnica sul rapporto restrizione metrico-oraria e spesa media oraria del singolo prodotto di gioco: esempio, più è alto il dato della spesa media oraria generabile dal prodotto, più devono essere inserite limitazioni e restrizioni. Riflessioni anche sul rapporto restrizioni metrico-orarie e multi-canalità del prodotto di gioco: più alta è la facilità di proseguire su altri canali la partita iniziata ed interrotta sul terrestre, più dovranno essere “strette” le limitazioni sugli altri canali.

 

Insomma, se il resto della nostra Penisola non vuole finire come la provincia di Bolzano, casino online esclusi, dove devono essere “contenti” che l'estensione epidemiologica del gioco problematico, in seguito al proibizionismo accanito nei confronti del gioco pubblico, ha raggiunto il 4,1% della popolazione, forse valutare che le Awp, a bassa spesa media oraria di gioco nei bar, rappresenta uno dei pochi ostacoli alla fidelizzazione di un mercato verso i nuovi format virtuali dell'azzardo che raggiungono milioni di utenti al giorno tramite la pubblicità. Certo, era una riflessione forse da fare prima delle ordinanze restrittive, dei distanziometri e di “tutte le altre diavolerie” che sono state messe “sul piatto del gioco”... ma forse ormai è troppo tardi per tornare indietro!

Pubblicato in Economia e Finanza
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