Riceviamo e pubblichiamo.
Longobardi - <<Dopo 228 anni, dalla sua beatificazione, frà Nicola Saggio da Longobardi (1650-1709), è stato iscritto, lo scorso 23 novembre, da Papa Francesco, nell’albo dei santi. Una grande gioia –ha commentato Nicola Bruno, capogruppo di minoranza- per la nostra comunità che ha atteso, per secoli, il grande evento. Da domenica scorsa, il culto di S. Nicola da Longobardi è stato esteso alla chiesa universale. Il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, nella “petitio” rivolta a Papa Bergoglio, durante la celebrazione eucaristica, svoltasi in piazza S. Pietro, il 23 novembre u.s., alle 10, per la canonizzazione dell’umile fraticello, ne ha sottolineato “la speciale predilezione verso i poveri e gli infermi”, “le frequenti visioni sulla Santissima Trinità”, “la fama di catechista”. La nostra terra, Longobardi, è terra di santi. Patria di S. Nicola Saggio, del Beato Arcangelo di Carlo, dei Servi di Dio Francesco Preste, Elisa Miceli ed Arcangela Filippelli, ma anche di bellezze storiche legate al culto, come la monumentale chiesa comunemente detta di S. Francesco di Paola o la millenaria chiesa della Tauriana>>. La recente canonizzazione di S. Nicola <<può e deve essere viatico –continua l’avvocato Bruno- di possibili e inediti sviluppi del nostro territorio e della sua attrattività, proprio all’insegna del turismo religioso>>. Questa nuova frontiera del turismo, in forte espansione in Italia ed in Europa, <<può essere la chiave di volta di Longobardi, da inserire, oggi, nel prestigioso circuito di “Aurea”>>. E’ necessario, però, <<”fare sistema”, recuperando la volontà di un protagonismo attivo e coinvolgente senza tatticismi, gelosie o, peggio ancora, logiche di campanile>>. Per questo motivo <<chiediamo, con forza, -aggiunge Bruno- alla maggioranza di prendere in considerazione la nostra proposta, dello scorso 26 giugno, di istituire una commissione speciale, finora, rimasta lettera morta, per siglare subito un protocollo d’intesa con la regione Calabria, la provincia di Cosenza e le istituzioni ecclesiastiche, finalizzato alla valorizzazione ed alla promozione di un percorso religioso che sia anche occasione di sviluppo sociale, economico e culturale per la nostra comunità locale>>. Ma se non si prova <<”a fare gioco di squadra” –conclude il non si avvierà quel processo virtuoso che riguarda ed investe tutti>>.