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logo 5 stelleI portavoce del Movimento 5 Stelle, Massimo Misiti, Anna Laura Orrico, Elisa Scutellà, Laura Ferrara, Giuseppe Fabio Auddino, Alessandro Melicchio e Riccardo Tucci, in quella che è stata definita "l'ora più buia della storia d’Italia, dal dopoguerra a oggi", hanno ritenuto doveroso dare il proprio contributo potenziando la dotazione strumentale di chi oggi si ritrova a lottare in prima linea contro l'invisibile, e per questo letale, nemico comune rappresentato dal Covid-19.  Per questo motivo, gli stessi, a partire da oggi,metteranno a disposizione del Sistema Sanitario Regionale calabrese dei sanificatori ambientali che andranno ad arricchire le apparecchiature in dotazione al personale ospedaliero e territoriale.
I macchinari donati serviranno per molteplici scopi come igienizzare gli ambienti e le ambulanze, accorciare i tempi attuali di sanificazione, quindi a preservare e a garantire la salute degli operatori e dei pazienti.
Questa iniziativa, fanno sapere i sette parlamentari, fa il paio con quella di una settimana addietro, consistita nell'acquisto di macchinari per i reparti di terapia intensiva, per il tramite della Protezione civile e  destinati al Sistema Sanitario Nazionale. Operazione, quest’ultima, resa possibile grazie al fondo di 3 milioni di euro derivante dal taglio degli stipendi di tutti i parlamentari del Movimento 5 stelle.

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Ufficio Stampa politico Elisa Scutellà - Portavoce del Movimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati

Via degli Uffici del Vicario – 00186 ROMA | scrivimi Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. t

Pubblicato in Calabria

menichino a paolaÈ ufficiale.
Il consiglio comunale di Amantea è stato sciolto.
Ma non a causa delle sgangherate dimissioni del sindaco e dei consiglieri comunali.
È stato sciolto pochi minuti fa dal Consiglio dei Ministri per accertati condizionamenti criminali.
Regalo postumo di un sindaco che dai palchi elettorali ha vantato il sostegno di un pregiudicato condannato per voto di scambio politico mafioso e incandidabile.
E con il sindaco tutti i candidati che non hanno disdegnato quel sostegno, mentre si proclamavano le brave persone che potevano salvare Amantea.
Ipocrisia terrificante.
E costoro hanno raccolto più del 40% dei consensi degli elettori, che hanno accettato il compromesso.
Adesso non possiamo nemmeno condannare Pizzino, per quanto colpevole, perché lui si era dichiarato: l'aveva detto così chiaro che più chiaro non si può.
Piuttosto dovremmo riflettere sul perché e su che cosa si possa fare per creare ad Amantea una voglia di riscatto e di rinascita che dovrà essere trasversale allargata e profondamente sentita, superare gli ambiti partitici e diventare come una rivoluzione popolare.
Sarà possibile?
I commissari si fermeranno ad Amantea per lo meno fino all'autunno del 2021.
Il tempo c'è, occorre trovare la voglia di scrivere una storia diversa e onorevole per la nostra città.
Mi piacerebbe molto che a guidare questa rinascita sia una nuova classe politica con una grossa partecipazione dei giovani.

meniLa consigliera comunale Francesca Menechino si sfoga sulla sua pagina facebook

Il Consiglio non si è tenuto.
Si sono dimessi tutti i consiglieri alla chetichella, davvero come i fantasmi e senza passare dal protocollo generale.
Il giorno prima il presidente ci aveva pregato di venire in Consiglio per l'approvazione di atti dovuti.
Anche perché il Comune di Amantea non muore con la giunta Pizzino e deve andare avanti.
La sera dopo lo stesso presidente si dimette senza informarci.
Tutto è finito come è iniziato.
Come alla proclamazione così alle dimissioni.
Allora si sono proclamati da soli il 12 giugno del 2017, e da soli nel nascondimento si sono dimessi a fine gennaio 2020.
Per la seconda volta il Comune di Amantea non supera la boa di metà mandato.
Un grazie infinito ai cittadini che nonostante tutto erano saliti in Consiglio Comunale.

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Jole-Santelli-1200x1200Il 26 gennaio in Calabria si è votato per il rinnovo del Consiglio Regionale e per il Presidente Regionale. Ha vinto, come ben sapete, il candidato del Centro destra Jole Santelli distaccando di molto il candidato del centro sinistra Pippo Callipo. Ecco alcune sentenze uscite dalle urne: Sconfitta del Pd, crollo del Movimento 5 Stelle, trombati alcuni personaggi famosi, bassa affluenza alle urne, tre donne entrano nel Consiglio Regionale, per la prima volta una donna viene eletta Presidente della Calabria, un candidato che viene eletto consigliere regionale con appena 1.072 voti, Marcello Anastasi a Reggio Calabria. Mi voglio soffermare soltanto sulla bassa affluenza alle urne che è stata del 44,32%. Ci dovrebbe far riflettere a lungo se fosse stato davvero così, più del 55% dei calabresi, aventi diritto al voto, non sono andati a votare. Falso. Questa è una fake news. Di questo me ne sono occupato alcuni anni fa dopo che il referendum del 18 aprile 1999 non aveva superato il quorum richiesto. Ma perché il quorum non era stato superato? Perché gli italiani non si erano recati alle urne? Era stato affossato perché la gente era stanca di andare a votare? Balle. Grossolane bugie. Tutto falso. Come è tutto falso affermare oggi che la gente di Calabria si è recata alle urne soltanto il 44,32% aventi diritto al voto. E’ tutta colpa del Ministro degli Interni e del Governo se non avessero autorizzato tutti i Comuni Italiani a iscrivere automaticamente, senza richiesta da parte degli interessati, tutti gli italiani residenti all’estero ed emigrati in terre lontane e che forse hanno già acquisito un’altra cittadinanza. Ora, per il Governo Italiano, tutti gli emigranti e finanche i loro congiunti sono considerati cittadini italiani e quindi elettori e per legge vengono iscritti nei registri elettorali con a margine una bella “E” maiuscola che significa residente all’estero, ma che il Presidente del Seggio Elettorale deve tenerne conto come elettore e quindi averne diritto al voto e deve vidimare, firmare e bollare tutte le schede. Esempio ( ma potrebbe valere per tutti i Comuni calabresi dove si è votato domenica scorsa) San Pietro in Amantea, dove io ho esercitato il mio diritto al voto. Residenti nel Comune circa 500. Iscritti nelle liste elettorali 1.209. Hanno quindi diritto al voto 709 persone che da anni non risiedono più in San Pietro in Amantea. Sono andati a votare 302 elettori, per la Prefettura di Cosenza soltanto il 24,98%. Ma il 24,98% si riferisce a 1.209 elettori e non ai 500 residenti effettivi. L’affluenza è stata, invece, del 60,4% degli aventi diritti al voto. E questo è un dato inconfutabile e quindi non è vero che i calabresi non sono andati a votare e hanno snobbato le elezioni. Se il Parlamento non approva subito una legge che cancella dai registri elettorali tutti i residenti all’estero saremmo costretti ancora una volta a scrivere corbellerie e fake news dicendo che i Calabresi non vanno più a votare. E i referendum non raggiungeranno mai il 50+1 dei voti, come non li hanno raggiunti i precedenti fatto eccezione per i referendum sul divorzio e sull’aborto.

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di maio lasciaROMA. E così dopo una settimana di surreali smentite di cui ancora non si è capito il senso, oggi Luigi Di Maio farà il suo clamoroso passo indietro da capo politico del M5S. Sempre che sarà tale fino in fondo. A soli cinque giorni dal voto che dall’Emilia Romagna potrebbe terremotare il governo e l’alleanza con il Pd. Ma è arduo comprenderlo perché la sua strategia in queste ore è sfumata, ingolfata di mezze verità, notizie veicolate per depistare e spostare l’attenzione.

Unica informazione certificata dal suo staff è: «Domani (oggi, ndr) il ministro Di Maio farà un annuncio importante». E quale potrebbe essere se non questo, di cui si parla da oltre una settimana? Ma la domanda resta la stessa del primo giorno in cui si è cominciato a parlare del suo addio: cosa ha in mente Di Maio? Domanda che resta la più interessante perché lo interroga in quello che nell’intimo di un politico è il motore fondamentale: il potere, e l’ambizione di tenerselo stretto. E infatti nessuno tra i suoi fedelissimi osa smentire l’ipotesi che in realtà si tratta di un arrivederci e non di un addio. Un passo di lato controllato - a soli cinque giorni dal voto che dall’Emilia Romagna potrebbe scuotere il governo e l’alleanza con il Pd - per ritornare alla testa dei grillini dopo averli osservati massacrarsi senza più lui a fare da capro espiatorio. «Vediamo cosa saranno in grado di fare senza di me», è lo sfogo che gli hanno attribuito più volte i collaboratori. Di Maio tornerebbe a proporsi con una sua squadra, una segreteria chiamata in altro modo, e dentro la quale vuole in tutti i modi la presenza della sindaca di Torino Chiara Appendino. Un progetto complicato, perché la politica sa essere spietata con chi rinuncia allo scettro, anche se per poco. Questa nuova sfida però non si terrebbe agli Stati Generali di marzo che proprio Torino dovrebbe ospitare. Ma successivamente, quando matureranno meglio i tempi. Due mesi sono troppo pochi e suonerebbero come una farsa se si ricandidasse a capo politico dopo così poche settimane.

FONTE NOTIZIA

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voto disabili2Ci stanno togliendo a poco a poco l’aria che respiriamo, ci vogliono tagliare la pensione, ci vogliono tassare i nostri sudati risparmi, ci vogliono togliere la nostra casa, ci vogliono togliere il crocifisso dalle aule scolastiche,ci vogliono togliere il sacrosanto diritto di fumare in santa pace una sigaretta pur sapendo che il fumo fa male, ci vogliono togliere il piacere di sorbire una coca cola ghiacciata, ci vogliono togliere la speranza di vincere un bel gruzzoletto col gratta e vinci, ci vogliono togliere il nostro diritto al voto, diritto sancito dalla nostra Costituzione che quando fa comodo a loro è la più bella del mondo, Art.48 .- Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età-. Ma evidentemente qualcuno non comprende il significato di “Tutti” o forse lo comprende benissimo e, allora, per poi poter vincere nelle competizioni elettorali che nessuno vota più vorrebbe togliere il diritto di voto agli anziani perché sanno che le persone anziane sono sagge e difficilmente si fanno infinocchiare da un pagliaccio che sa dire soltanto “vaffanculo”. No, non è vero, grida qualcuno. E’ vero invece, tutto vero. E’ l’ultima sparata di Grillo. Il comico, tutti lo sappiamo, è ricchissimo di fantasia. Ed allora si è inventato una bella baggianata. Tutti già ne parlano. Tutti ne discutano A breve la proposta arriverà in Parlamento. Che bella trovata. Parliamone così la gente dimenticherà la manovra finanziaria lacrime e sangue e i nuovi iniqui balzelli inclusi nella finanziaria inclusa la “sugar tax”. I voti degli anziani, secondo Grillo, dovrebbero essere eliminati del tutto, per garantire che il futuro sia modellato da coloro che hanno un reale interesse nel vedere realizzato il proprio disegno sociale. Ed ecco già qualche Deputato, Senatore, Ministro vuole dare ai ragazzi di 16 anni il diritto al voto. Ma se gli anziani non avranno più diritto al voto, non saranno più presenti nelle liste elettorali e così non avremo più anziani Sindaci, Assessori, Deputati, Senatori, Ministri, Presidenti del Consiglio, Presidenti di Camera e Senato, Presidente della Repubblica. Forse è giunto il momento che ci toglieremo dalle palle personaggi squallidi e fallimentari come Peppe Grillo e tutti quei rompiscatole che ogni giorno pontificano nelle reti televisive nazionali. Sono, dunque, d’accordo, menomale, così anche questo pagliaccio si toglierà di torno. Ma perché fermarsi solo al diritto di voto? Togliamo agli anziani il diritto di curarsi così le spese sanitarie diminuiranno a dismisura e le corsie degli ospedali saranno sempre disponibili per accogliere neonati, fanciulli e giovani. Togliamo pure la pensione agli anziani perché hanno meno esigenze dei giovani così i risparmi potrebbero andare a beneficio dei fratelli migranti così tanto bisognosi. Facciamoli morire perché hanno vissuto troppo a lungo e non si vede il perché dovranno continuare a vivere. Le loro risorse potrebbero essere redistribuite tra i giovani e i migranti, specie quelli che ogni giorno incontriamo davanti i negozi che chiedono l’elemosina. Alla venerabilità età di 70 anni tutti all’altro mondo. Fantastico! Che ideona! Solo così gli imbecilli, i cretini, i nullafacenti, i farisei, i sepolcri imbiancati, i rimbambiti, i pagliacci, i bugiardi, i traditori, i voltagabba, i quacquaracqua scompariranno per sempre dagli schermi televisivi e dal Parlamento. Allora non avremo più un Presidente della Repubblica che si piscia addosso. Dopo questa mia riflessione ribadisco che il primo ad andarsene dovrebbe essere Grillo. Va assolutamente fermato. E’ pazzo. Sta facendo solo danni e, purtroppo, c’è tanta gente ancora che lo ascolta e lo segue. Termino con quanto detto dal Santo Padre Papa Francesco:- Le nonne e i nonni sono la nostra forza e la nostra saggezza. Che il Signore ci dia sempre anziani saggi -.

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menichiniOggi per la quinta volta il bilancio è tornato in consiglio comunale ad Amantea, o meglio l'ipotesi di bilancio, visto che da quasi due anni ad Amantea si va avanti ad ipotesi e bocciature del piano necessario a riequilibrare i conti, dopo il dissesto.
I termini indicati dal Ministero scadono domani e, come sempre, in Comune si riducono all'ultimo giorno.
Per cui ancora una volta non sono state rispettate le norme della convocazione, con violazione del Testo Unico degli enti locali, del Regolamento del Consiglio e del Regolamento di contabilità.
E la segretaria lo ha detto chiaramente: "la norma è stata violata", anche se solo dopo ripetute sollecitazioni da parte nostra
Occorreva prenderne atto e constatare l'invalidità della seduta.
E a dire il vero il presidente del consiglio Giacco aveva proposto di mettere ai voti la prosecuzione del Consiglio, ma nessuno della sua maggioranza, nemmeno il sindaco funzionario della prefettura, lo ha sostenuto in questa volontà e hanno continuato, come se nulla fosse.
Ma la seduta è invalida e dunque anche l'approvazione dell'ipotesi di bilancio.
Aspettiamo le determinazioni del Ministero a cui abbiamo già segnalato le irregolarità evidenziate, che si aggiungono alle incongruenze sui dati di bilancio.
Mentre da ieri è presente in Comune un'ispezione del MEF sulla gestione dei conti a partire dal 2010.

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5stelleRende (Cs) – Più che un Consiglio comunale oggi è andata in scena una
puntata di Beautiful. Storie di corna e tradimenti, di false promesse
e continui ammiccamenti, che hanno fatto venire meno la già risicata
maggioranza variabile a Manna.
La farsa è finita. Il sindaco è rimasto da solo a sbraitare alla luna.
Non ha più nessuna giustificazione da dare alla città. Dopo aver
girato tutto l'arco costituzionale per rimanere a galla, nuovamente si
ritrova senza i voti in Aula. Scelte sbagliate figlie di politiche
vetuste che come MoVimento 5 Stelle abbiamo sempre contrastato e
sempre contrasteremo lo hanno portato a questa situazione incresciosa
che si riverbera sulla città.
A pagare le spese di questi 5 anni di mal governo sono sempre i
cittadini e la città tutta che è rimasta isolata nell'area urbana, con
servizi al palo, senza chiare indicazioni programmatiche, orfana di
una visione precisa del futuro prossimo.
Ai tagli del nastro per opere ancora da realizzare è seguito il vuoto
amministrativo. E la misura è oramai colma.
Crediamo sia ormai giunta l'ora di voltare pagina e di staccare la
spina a questa fallimentare pagina di amministrazione locale. Un
sindaco irresponsabile che non riesce a portare a casa una discussione
sul bilancio, che vuole consegnare tutti i servizi primari ai privati,
che non ha voltato pagina con il passato ed anzi gli si è consegnato
mani e piedi, dovrebbe solo farsi da parte, come più volte gli abbiamo
consigliato pubblicamente e senza essere ascoltati. Ma pochi mesi ci
separano da un diverso destino per Rende nell'Area Urbana, in Calabria
e nel resto del continente.
Oggi ci riproponiamo alla guida di questa città presentando agli
elettori un percorso chiaro di coerenza politica. Una coerenza
irrintracciabile nell'attuale compagine di governo che non potendo
dire altro, continua ad addossare su di noi tutta la propria inefficienza..

 Domenico Miceli
Capogruppo MoVimento 5 Stelle al Comune di Rende
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bandiera-italianaSperiamo che me la cavo, dice il “guagliune” napoletano appena uscito dal colloquio col Presidente della Repubblica Mattarella. Vuole a tutti i costi diventare Presidente del Consiglio. Vuole passare alla storia come il più giovane Premier della Repubblica Italiana.. Alle elezioni politiche del 4 marzo scorso il suo Movimento ha preso il 33% dei voti validi, non sufficienti però per formare da solo un nuovo governo. Ha bisogno di un altro partito, di destra o di sinistra, che faccia da stampella. Ha tentato di coinvolgere Matteo Salvini. Non c’è riuscito perché il leader leghista fino adesso ha tenuto duro, non ha voluto tradire la coalizione di centro destra e Berlusconi in particolare. Ora, però, dopo il fallimento con la Lega, Di Maio vuole coinvolgere il Pd, il partito che dalle urne è uscito sconfitto e umiliato. Quel partito che per cinque anni ha dovuto subire rampogne, umiliazioni, contumelie, insulti volgari, offese da Grillo, Di Maio, Di Battista e altri. Per loro i piddini erano mafiosi, schifosi. Erano delle merde, dovevano morire. La senatrice che diceva queste cose ieri sera è apparsa in televisione e non si è pentita delle parole pronunciate contro gli esponenti del Partito Democratico col quale ora vuole fare un nuovo Governo. Ma davvero le liti e le offese saranno facilmente dimenticate? Per il bene del Paese? No! Per il tornaconto personale di alcuni deputati e senatori che non vogliono perdere la comoda poltrona di Ministro. Franceschini che non vuole lasciare la poltrona di Ministro e aspira a diventare Presidente della Camera se Fico dovesse diventare Primo Ministro. Veltroni e Fassino alla spasmodica ricerca di un incarico di prestigio. Ma Veltroni non è quello che doveva abbandonare l’Italia quando venne sconfitto da Berlusconi e andare lontano lontano? Sì, è proprio lui. Doveva partire per l’Africa. Evidentemente neppure in Africa lo hanno voluto. Fassino, invece, è disoccupato e anela ad un posticino di prestigio, Di Maio permettendo. Di Maio, guagliune molto furbo e scaltro, ha dimenticato il torbido passato e guarda al futuro e cerca di trovare una intesa con quel che resta del Pd e con il reggente Martina, possibilmente con il bene placito di Matteo Renzi, che fino ad ieri è stato zitto. La strada è stretta e lunga, comunque, ci sta tentando, anche perché se si dovesse andare di nuovo al voto con la stessa legge elettorale difficilmente uscirebbe dalle urne un vincitore. Resta, però, ancora una probabile intesa con Matteo Salvini dopo il voto del Friuli Venezia Giulia. Dipende dal risultato elettorale. Per un accordo col Pd Di Maio dirà sicuramente sì a tutte le proposte che faranno i piddini salvo poi tirare loro un bel calcio nel sedere quando non ne avrà più bisogno. Ha in mente una sola cosa e non ci dorme la notte. Vuole Palazzo Chigi. Lo hanno capito pure le mosche che gli ronzano attorno. Non ci sono ostacoli quando c’è un nobile fine da raggiungere. E poi si ricorda di Macchiavelli quando dice che il fine giustifica i mezzi. E’ propenso a coinvolgere gli attuali Ministri Franceschini, Fedele, Lorenzin e perché no? Anche il desaparecido Angelino Alfano. Quest’ultimo ha fatto da stampella a Renzi e Gentiloni, continuerebbe anche con Di Maio. Che c’è di male. Che male c’è. Ma nel Pd che fu di Renzi, Bersani, Veltroni, Fassino, D’Alema, la confusione oggi regna sovrana e c’è pure spazio per un gigante della politica italiana, quel Pierferdinando Casini che nella sua lunga vita di parlamentare ha fatto casini a non finire. Ha cambiato partiti e schieramenti politici una decina di volte. Riporta “Repubblica” la dichiarazione fatta da questo illustre parlamentare:- Il Pd è davanti a scelte drammatiche. Ha bisogno del suo leader-. E chi sarebbe il leader? Ancora una volta Matteo Renzi uscito sconfitto dalle urne nel referendum costituzionale e nelle elezioni politiche del 2018. Ma Casini pensa ai fatti suoi. Se si dovesse andare di nuovo a votare chi garantirebbe per lui una nuova candidatura ed in un collegio blindato? Casini, come del resto tutti i nuovi parlamentari appena eletti due mesi fa, sono terrorizzati ora che lo spauracchio delle elezioni anticipate bussa alle porte. E così Casini, come del resto gli altri parlamentari porta borse, bussano alla porta dei grillini:- Per favore, fateci entrare. Non daremo fastidio. Staremo buoni buoni. Fate la carità ad un povero cieco!- Sì, sono diventati non solo ciechi, ma sordi e muti. Direbbe Dante Alighieri:- Ahi serva Italia, di dolore ostello. Nave senza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincia ma bordello -. Che Iddio ce la mandi buona! Cosa possa unire il programma dei grillini e quello del Pd per me è un mistero. Tre punti soltanto, però, ci sono e sono l’antiberlusconismo, il famoso conflitto di interesse e le poltrone. Solo questi tre punti potrebbero avvicinare Pd e Movimento 5 Stelle. Ahi Italia, asservita agli interessi di uomini faziosi, ignoranti, qualunquisti, senza aver mai lavorato, luogo di sofferenza, priva di un governo autorevole, stabile e duraturo, 200 mila insegnanti che fra non molto perderanno il posto di lavoro, le nostre coste invase da immigrati africani, le nostre scuole frequentate da alunni delinquenti incalliti, dove i professori e le maestre non sanno più reagire, i pronto soccorsi intasati, malati curati per terra, per una visita medica in ospedale bisogna aspettare mesi e mesi, le nostre città invivibili ed inospitali. A Di Maio, a Renzi, a Martina, a Di Battista, a Mattarella e agli altri questo vorrei dire usando una terzina di Dante Alighieri:- Vieni a veder la gente quanto s’ama! / e se nulla di noi pietà ti move, / a vergognar ti vien de la tua fama-.

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politicaMeno male che fra cinque giorni andremo a votare, così non saremo più costretti a leggere articoli sulle varie testate nazionali e ad ascoltare i vari commentatori politici sulle Reti Rai e Mediaset sulle elezioni politiche della prossima domenica di marzo e se il voto dato a Berlusconi, Renzi, Grasso, Di Maio, Salvini, Meloni sia stato utile o dannoso. Ma quando mai il voto che si da ad un partito o ad una coalizione è inutile. Quando il voto si da con scienza e coscienza è sempre un voto utile e sempre lo sarà. Spetta poi al candidato che ha ricevuto quel voto utilizzarlo per il bene del paese. Se non lo saprà utilizzare al meglio saranno sempre le elezioni dove gli elettori con una matita copiativa ed un semplice segno di croce potranno mandarlo definitivamente a casa negandogli la fiducia. E’ vero, però, che il dibattito sulle elezioni politiche nazionali è stato deprimente. Quante “cazzate” sono state dette e quante promesse sono state fatte che non potranno mai mantenere. Un candidato di Cosenza alla Camera dei Deputati ha promesso ai cosentini che se sarà eletto al Parlamento porterà a Cosenza i vincitori del Festival della canzone di Sanremo 2018. Che bella notizia! Ma avete letto gli slogan sui loro manifesti? Sono davvero deprimenti. Un candidato che nel corso della sua breve vita politica ha cambiato partiti e schieramenti una decina di volte si è rivolto agli elettori chiamandoli “Ohi co! “. Ma io mi chiamo Francesco e se vuoi il mio voto mi devi chiamare per nome, non sono un “Co”. Non voterò per tizio o per caio a vambera, ma neppure per una testa di rape. Altri non avendo nulla da dire hanno scritto che si sono candidati per noi, per il nostro bene. Che facce di bronzo! Ma gli elettori calabresi che non sono fessi non si faranno abbindolare dalle terre promesse, dai posti di lavoro che hanno inventato, dai mari e monti che i Deputati e Senatori uscenti hanno realizzato, dalle case, dai ponti, dalle strade, dalle autostrade che hanno costruito. Tutti sappiamo come sono andate le cose realmente nella nostra martoriata Calabria. Le strade fanno schifo, negli ospedali si muore, nei pronto soccorsi gli ammalati dormono per terra, i trasporti funzionano a singhiozzo, la disoccupazione aumenta, i giovani non trovano lavoro, i vecchi vengono licenziati, le piccole industrie sono costrette a chiudere, le ferrovie sopprimono i treni, le montagne d’estate bruciano e d’inverno, basta un po’ di pioggia, franano, la Salerno Reggio Calabria non è ancora completata, la Statale 106 Jonica è una mulattiera, i termovalorizzatori non ci sono, i depuratori non funzionano e il mare è inquinato. E potrei continuare a lungo, ma non voglio annoiarvi. Questi sono i problemi che affliggono la Calabria e di queste cose i candidati Deputati e Senatori avrebbero dovuto parlare. Ma essi pensano ad altro, non hanno a cuore l’interesse della collettività, hanno a cuore l’interesse del proprio tornaconto. Fanno già i conti di quanto percepiranno e di quanti portaborse potranno nominare ( figli, mariti, moglie, nipoti, zie e zii). Già sognano la macchina blu con autista al seguito e perché no, anche la scorta. Dieci, venti giornali da leggere a sbafo. Viaggi gratuiti sui mezzi di trasporto e ingresso gratis allo stadio per assistere alla partita di calcio della squadra del cuore. Ma il 4 marzo a qualcuno dovremmo pur dare il voto. Astenersi non serve a niente. Prima di entrare nella cabina elettorale facciamoci un bell’esame di coscienza. A chi darò il mio voto? Non importa se è un candidato di destra, di sinistra o di centro. E’ preparato? Sì. Allora lo voto. E’ onesto? Allora lo voto. E’ affidabile? Lo voto. E’ un voltagabbana? Non merita il mio voto. Se ognuno di noi facesse questo ragionamento prima di recarsi alle urne, forse, dico forse qualche cosa anche in Calabria potrebbe cambiare. Ma davvero i calabresi vogliono che le cose cambino? Stento a crederci. In questo sistema di nicchie e di favori molta gente ci sguazza che è una meraviglia.

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