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liscotti-giovanniAvendo letto l’articolo apparso sul sito web “Tirreno News” appare doveroso esprimere il personale disappunto di quanto accaduto, stante sempre le dichiarazioni rese dal genitore il quale, credo non abbia alcun motivo per dire ed affermare il contrario vista la particolare situazione. La mia espressione, nasce non solo da volontario e socialmente impegnato, ma da persona che negli anni scorsi e per circa 11 anni ha fatto parte del c.d. Consiglio di Circolo (o d’istituto in altri casi) delle scuole Amanteane unitamente ad altre valide persone, che si sono battute per il bene degli alunni. In particolare, leggendo l’articolo inerente la presunta “discriminazione”, ritengo doveroso ricordare quanto di seguito dettato dalle norme in vigore oltre a quelle dell’Istituzione scolastica (MIUR), che pur se non espressamente delinea la gita scolastica, dette le condizioni per l’integrazione dei soggetti meno fortunati ai quali bisogna di certo prestare più attenzione anche se per una “uscita fuori porta”, valutandone caso per caso con i relativi genitori la realizzazione:

Organico dei docenti per le attività di sostegno

L’alunno con disabilità è assegnato alla classe comune in cui si realizza il processo di integrazione. Pertanto la presa in carico e la responsabilità educativa dell’alunno con disabilità spettano a tutto il Consiglio di Classe, di cui fa parte il docente per le attività di sostegno. Non a caso, il DPR 970/1975 con cui è stata istituita giuridicamente tale figura professionale (poi meglio caratterizzata nella L. 517/77) lo definisce un insegnante “specialista”, dunque fornito di formazione specifica, che, insieme ai docenti curricolari, sulla base del Piano Educativo Individualizzato, definisce le modalità di integrazione dei singoli alunni con disabilità, partecipandovi attivamente. L’insegnante per le attività di sostegno viene richiesto all’Ufficio Scolastico Regionale dal dirigente scolastico sulla base delle iscrizioni degli alunni con disabilità; la quantificazione delle ore per ogni alunno viene individuata tenendo conto della Diagnosi Funzionale, del Profilo Dinamico Funzionale e del conseguente Piano Educativo Individualizzato, di cui alla Legge 104/92, e dei vincoli di legge vigenti.

Lart. 40 della Legge 449/1997 prevedeva l’attivazione di un posto in organico per il sostegno ogni 138 alunni frequentanti le scuole pubbliche della Provincia. La L. 296/2006 e la L. 244/2007 (Finanziaria 2008) hanno abrogato il predetto criterio per la formazione dell’organico di diritto dei posti di sostegno, individuando un nuovo parametro che, a livello nazionale, non può superare il rapporto medio di un insegnante ogni due alunni con disabilità.
L’articolo 2 del dpr 122/2009, Regolamento per il coordinamento delle norme sulla valutazione degli alunni, prevede che i docenti di sostegno, contitolari della classe, partecipino alla valutazione di tutti gli alunni. Inoltre, qualora un alunno con disabilità sia affidato a più docenti del sostegno, essi si esprimono con un unico voto.

Alunni con disabilità

Il diritto allo studio degli alunni con disabilità si realizza, secondo la normativa vigente, attraverso l’integrazione scolastica, che prevede l’obbligo dello Stato di predisporre adeguate misure di sostegno, alle quali concorrono a livello territoriale, con proprie competenze, anche gli Enti Locali e il Servizio Sanitario Nazionale. La comunità scolastica e i servizi locali hanno pertanto il compito di “prendere in carico” e di occuparsi della cura educativa e della crescita complessiva della persona con disabilità, fin dai primi anni di vita. Tale impegno collettivo ha una meta ben precisa: predisporre le condizioni per la piena partecipazione della persona con disabilità alla vita sociale, eliminando tutti i possibili ostacoli e le barriere, fisiche e culturali, che possono frapporsi fra la partecipazione sociale e la vita concreta delle persone con disabilità.
Le Legge 104/92 riconosce e tutela la partecipazione alla vita sociale delle persone con disabilità, in particolare nei luoghi per essa fondamentali: la scuola, durante l’infanzia e l’adolescenza (artt. 12, 13, 14, 15, 16 e 17) e il lavoro, nell’età adulta (artt. 18, 19, 20, 21 e 22). Una ricostruzione dell’iter legislativo riguardante l’integrazione, e dei relativi principi, è presente nelle “Linee guida per l’integrazione degli alunni con disabilità, diramate con nota del 4 agosto 2009.

Il MIUR mette in atto varie misure di accompagnamento per favorire l'integrazione: docenti di sostegno, finanziamento di progetti e attività per l'integrazione, iniziative di formazione del personale docente di sostegno e curriculare nonché del personale amministrativo, tecnico e ausiliare. Organi consultivo e propositivo, a livello nazionale, in materia di integrazione scolastica è l’ Osservatorio per l'integrazione delle persone con disabilità.
A livello territoriale altri organismi hanno il compito di proporre iniziative per realizzare e migliorare il processo di integrazione: i GLIP (“Gruppi di Lavoro Interistituzionali Provinciali”, formati da rappresentanti degli Enti Locali, delle ASL e delle Associazioni dei disabili) e i GLH (“Gruppi di lavoro per l'integrazione degli handicappati”, formati dal dirigente della scuola, dai docenti interessati, dai genitori e dal personale sanitario). Il compito del GLH è particolarmente significativo, in quanto ha la finalità di mettere a punto, tra l’altro, il Piano Educativo Individualizzato, che determina il percorso formativo dell’alunno con disabilità e garantisce un intervento adeguato allo sviluppo delle sue potenzialità.

Certificazione della disabilità

La certificazione di disabilità è il presupposto per l’attribuzione all’alunno con disabilità delle misure di sostegno e di integrazione. Il Decreto Presidente del Consiglio dei Ministri - 23/02/2006 n. 185 "Regolamento recante modalità e criteri per l'individuazione dell'alunno come soggetto in situazione di handicap, ai sensi dell'articolo 35, comma 7, della legge 27 dicembre 2002, n. 289", all’art. 1 individua per la certificazione dell’alunno con disabilità un “organismo collegiale” appartenente al Servizio Sanitario Nazionale. Da sottolineare inoltre l’art. 2 del DPCM in questione, ove si prescrive che le diagnosi funzionali siano realizzate secondo le classificazioni internazionali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che, tra l’altro, devono indicare l’eventuale particolare gravità della patologia.
Amantea 19.05.2017                                                      Cav. Giovanni LISCOTTI

Pubblicato in Primo Piano

Riceviamo e pubblichiamo:

 

“AMANTEA: LUNIMARIE PUBBLICHE E PRIVATE

Ho letto l’articolo stampa pubblicato in relazione alla problematica delle luci natalizie (pur se posizionate privatamente) che di certo in ognuno di noi portano allegria, anticipando il Natale e le festività di fine anno.

 

Personalmente, esprimo dispiacere circa l’accaduto, ma vorrei segnalare alcune norme relative all’installazione delle luminarie, sia da parte di privati che da parte pubblica, cosa ben diversa dal semplice decoro delle vetrine e/o portoni di ingresso.

A prescindere dalla complessa normativa (anche europea) che compendia la fabbricazione, installazione, altezze, progettazioni, disegni e decori, sollevatori/cestelli omologati, personale idoneo ecc…., appare vero che le luminarie, sono soggette ad apposite autorizzazioni, in quanto esposte alla vista di ogni avventore, sia se poste sul suolo pubblico che su quello privato e devono essere alimentate da una propria fornitura elettrica.

 

Pertanto non è consentito collegare queste alla fornitura di illuminazione pubblica, perchè hanno trattamento tariffario diverso, salvo diverso regolamento appositamente emanato.

La luminaria è un insieme di catene luminose alimentato da un impianto elettrico e sono assimilate dal punto di vista normativo, a tutti agli apparecchi di illuminazione, quindi devono essere conformi alle norme EN 60598-1 (CEI 34-21) e EN 60598-2-20 (CEI 34-37) e l'installazione sul suolo pubblico è subordinata alla preventiva autorizzazione degli enti proprietari, oppure dai gestori di tali aree.

Ad ogni modo, per un riferimento normativo segnalo:

ü  D.M. n. 37 del 22 gennaio 2008 "Regolamento concernente l'attuazione dell'art.11 - quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n.248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all'interno degli edifici". 

ü  Legge n.186 dell'1 marzo 1968 "Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari, installazioni e impianti elettrici ed elettronici".

ü  Testo Unico sulle leggi di pubblica sicurezza, approvato con Regio Decreto n. 773 del 18 giugno 1931.

ü  Codice della strada DL n. 285 30/04/92 e s.m.i..

Amantea 16.11.2016                                                 Cav. Giovanni LISCOTTI

Nota della redazione: Nel ringraziare il cavalier Liscotti per questi primi riferimenti normativi invitiamo chi ne fosse a conoscenza a parteciparci gli articoli specifici che impongono questa supposta autorizzazione amministrativa ed ovviamente le norme che la regolamentano con impegno a darne piena pubblicazione e quindi conoscenza. Tirrenonews.

PS nelle foto piccoli esempi delle incredibili luminarie di Salerno. Ci chiediamo quante autorizzazioni il comune dovrà chiedere e dare per il loro impianto?

cav giovanni liscotti amantea 2014

In relazione all’argomento, pur se complesso e delineato da diverse normative nazionali (tra cui rammento il Decreto Legislativo 03.04.2006 nr. 152 – T.U.A) e Regionale (Legge Regionale Calabria del 24.04.2011 nr. 14), ancora oggi anche nel nostro Comune, si continuano a notare manufatti ricoperti dal c.d. tetto in Eternit, che oramai da anni è considerato il “Killer” di malattie tumorali, per cui diverse persone sono o sono state costrette ad estenuanti cure, spesso rilevatisi inefficienti.

 

Non voglio dilungarmi in particolari riferimenti normativi, (che sono tanti) ma vorrei “sollevare” e porre nuovamente all’attenzione: dei concittadini, delle necessità dovute allo smaltimento in brevissimo tempo dai propri tetti dell’Eternit ivi presente o far si che i propri vicini ottemperano a tale procedura, proprio per un dovere sociale o se si vuole, per un dovere personale nei confronti di se stessi e dei propri familiari; per gli Amministratori, di voler nuovamente porre attenzione al problema che incombe in agro del nostro Comune, al fine di imporre le sanzioni dettate dalle normative citate, oltre a far rispettare quanto sancito dalla stessa Ordinanza Sindacale nr. 154/11 del 13.09.2011, in virtù del fatto che, chi ha la necessità di smaltire il materiale in Eternit dai propri tetti, è stato esonerato dal pagamento degli oneri relativi all’occupazione del suolo pubblico (TOSAP) per come deliberato nella seduta del Consiglio Comunale del 27.04.2012.

In tale senso, in considerazione che ancora oggi, a distanza di qualche anno, in agro di Amantea sono ancora presenti vari manufatti alcuni dei quali fatiscenti, che sicuramente alla luce delle consolidate ricerche scientifiche poste in essere a livelli Nazionali ed Europei, creano seri problemi alla salute pubblica, sarebbe opportuno che il nostro Ente Locale in relazione alla sua Ordinanza sindacale, convochi quantomeno un convegno pubblico, al fine di far conoscere gli esiti del censimento ambientale e dell’esito delle proposte-convenzioni-disposizioni pervenute anche da altri organi di governo, per il regolare smaltimento dei tetti in Eternit, sia su edifici pubblici che privati e di eventuali sanzioni erogate nei confronti degli inadempienti, naturalmente con rispetto delle norme sulla privacy, la cui sanzione amministrativa va da € 2.582,29 a € 5.164,57. Tale iniziative credo che sarebbe ritenuta un sicuro e certo atto di efficienza amministrativa, nei confronti di quei cittadini che oggi non sono più tra noi e di quei familiari che magari aspettano un segno tangibile da chi per loro deve decidere e dirigere la vita sociale.

Amantea 27.05.2015                                                                     Cav. Giovanni LISCOTTI

Riceviamo e pubblichiamo 

liscotti-giovanniA chi è sfuggito il particolare, è da ricordare che nella nostra nazione  si spendono complessivamente circa 50 miliardi di euro all’anno per i consumi termici ed elettrici negli edifici residenziali, (abitazioni) e circa 2 miliardi nelle scuole e 800 milioni negli edifici pubblici.

 

 

Sarebbe allora opportuno in tempi di crisi, sviluppare delle strategie dedicate a al patrimonio  Comunale (scuole – edifici pubblici, illuminazione strade, circoli didattici  ecc..) nonché privato, riuscendo a far comprendere che le risorse da destinare al risparmio energetico non devono essere considerate delle spese, ma come investimenti atti a far risparmiare sui tributi (TASI oneri indivisibili).  In particolare, parliamo degli edifici utilizzati ad uffici pubblici e delle scuole che sono costruite già da diverso tempo, magari con vetri singoli apposti alle finestre di  vecchia fattezza.

Tali accorgimenti, consentirebbero sicuramente di avere anche un risparmio tra i consumi termici ed elettrici, senza considerare il risparmio che  si avrebbe dall’illuminazione cittadina.   Applicando un mix di interventi differenziati, soprattutto nella nostra Amantea, zona climatica di sicuro e certo accumulo di energia alternativa, scenderebbe la “bolletta energetica” per l’Enti e naturalmente quella di tutti i cittadini (compresi gli amministratori) per quanto concerne parte dei tributi.

Orbene, senza dilungarmi in discorsi tecnici che non sarei in grado di affrontare, ma da quanto asserito tra le poche righe, vorrei suggerire al Sindaco Dott.ssa Monica SABATINO e all’intero entourage (compresa l’opposizione), visto che i fondi per la ricostruzione del lungomare ormai sono “deviati”, a questo punto, non sarebbe utile utilizzare quelle somme per la messa in opera di attrezzature utili al risparmio energetico, su tutti gli edifici di proprietà comunale, per la pubblica via ed in parte, incentivare i cittadini all’installazione degli stessi e/o altri sistemi di risparmio energetico, dando a tutti piccoli contribuiti a fondo perduto?

Amantea 14.012015    Cav. Giovanni LISCOTTI

Pubblicato in Politica

liscottiCol compostaggio ognuno crea il concime è fai da te. Ovviamente, bisogna effettuare una corretta raccolta differenziata.

 

In tale contesto, si può dimezzare la raccolta dell’umido in ambito comunale, spendere meno per la tassa sui rifiuti e naturalmente, concimare orti e giardini a costo zero. Si tratta del c.d. compostaggio domestico, che consente di evitare che finisca nella pattumiera, fondi di caffè scarti di frutta e verdura trasformandoli in concime. Fare compostaggio in casa, in pratica, significa occuparsi di una piccola fabbrica biologica dove operano insetti, batteri e funghi che  – attraverso un processo laborioso trasformano le sostanze organiche in sali minerali, acqua e anidride carbonica, che sono tutti elementi utili per fertilizzare il terreno in modo naturale.

In tal caso, in alcuni Comuni, sono applicati una serie di sconti fiscali, si  paga meno TARI (tassa sui rifiuti) in media, la riduzione può oscillare del 10%, al 40%  (vedasi Bologna – Napoli – Roma) ed in più, alcune amministrazioni forniscono anche il composter o ne rimborsano l’acquisto e il diritto allo sconto si applica dal trimestre successivo alla data di presentazione della domanda ed il referente per tali procedure è l’Ufficio ecologia del Comune o, in alternativa, il consorzio e/o società che nella zona gestisce la raccolta e il riciclo dei rifiuti. Per il riconoscimento dell’agevolazione è necessario essere in regola con i pagamenti degli anni precedenti.

Nella compostiera non va tutto l’umido, ma una parte di esso: SI a scarti di frutta e verdura, bucce di agrumi non trattati, fiori recisi, filtri del tè, fondi di caffè, gusci d’uovo, fazzoletti, tovaglioli, foglie secche e ramoscelli, quest’ultimi naturalmente fatti a pezzetti;  NO avanzi di carne, pesce, salumi e formaggi, evitando plastica, pannolini, lattine, oggetti non biodegradabili o sintetici e la carta colorata dei settimanali.

Il primo compost avviene dopo circa due mesi e per realizzarlo, basta controllare periodicamente l’umidità dell’apposito bidone (ha particolari caratteristiche) che, se eccessiva, fa marcire i rifiuti (se succede fa cattivo odore). Per evitare il problema basta alternare uno strato di umido a tre di rifiuti secchi, aggiungere carta, coprire il terriccio e, due volte a settimana, mescolare tutto per far circolare l’aria. Per avere un compost più maturo, che ha un colore scuro e un forte profumo di bosco, occorrono almeno otto mesi. Una volta che tale terriccio è pronto si preleva e quello fresco va aggiunto alle aiuole e, nei cambi di stagione, alla base degli alberi, mescolandolo al terreno, mentre quello più maturo si sparge sul terreno subito dopo la semina oppure, mescolato con torba o terra, si usa per i vasi dei fiori da interno e da esterno.

Orbene, visto che anche nella nostra città di Amantea è imminente “la partenza della raccolta differenziata, perché già subito dal mese di Febbraio, l’Ente Comunale, non pensa di incentivare gli abitanti in tale raccolta (più particolareggiata) e non solo per l’umido, tanto che raccogliendo l’umido per il compost, potrebbe realizzare una sorta di “azienda” (magari adeguando le vecchie vasche del depuratore di Acquicella e Campora) fornendo qualche posto di lavoro, risparmiando ancor di più sul conferimento in discarica, oltre a fornire il compost in parte gratuitamente agli agricoltori locali o rivendendolo ad aziende del settore. Anzi potrebbe ricevere il compost anche dalla raccolta dei paesi vicinori.

Amantea 08.05.2015    Cav. Giovanni LISCOTTI

Pubblicato in Primo Piano

Se la delucidazione data dal sig. Filippo VITA è vera ed il progetto era quello descritto (con ogni ulteriore eventuale piccola modifica) non vi è altro che esprimere un plauso a chi ha lavorato per tale opera, cui personalmente sono favorevole, visto che Amantea ne ha bisogno, considerato che il lungomare non è altro che il fulcro dell'aggregazione di tutti noi e degli ospiti che lo vivono anche ogni domenica dai paesi viciniori.

Ritengo altresì che, realizzare un attraversamento nella frazione di Campora sia altrettanto necessario per ragioni di sicurezza ed i modi e metodi sono tanti, senza fantomatiche e scientifiche grandi opere.

Per quanto concerne le problematiche sulle aree demaniali, ritengo che il sig. Filippo abbia ragione, visto che le aree interessate potrebbero essere da parte dell'Ente acquisite definitivamente o quantomeno averle in concessione per svariati anni con versamento dei dovuti canoni demaniali, (se ben ricordo in futuro, i canoni con il piano spiaggia saranno versati all'ente locale e con questi naturalmente si pagherebbero quelli dovuti all'Agenzia del Demanio per la concessione del lungomare).

Per tale problematica, mi sovviene pormi una domanda: con 2,5 mln di euro, cosa si può fare destinandoli alle opere pubbliche?

A mio personale avviso, realizzando le opere di cui parliamo, compreso l’attraversamento o altro accesso al mare per la frazione di Campora, si può realizzare il tutto, tendo ben presente la “normale” e prevista trasparenza e soprattutto la dovuta oculatezza nelle spese, affidando la realizzazione mediante bandi c.d. a “ribasso”, mettendo a monte già il capitale.

Per quanto concerne eventuali progettisti, nessuno me ne voglia, bisognerebbe incentivare le risorse in seno all’ufficio tecnico dell’Ente, considerato che questi hanno tutte le competenze per poter disegnare e/o realizzare le opere di che trattasi, con un sicuro e certo RISPARMIO di fondi, che oggi vista la crisi che incombe, è necessario.

Orbene, considerata la problematica ed il “disappunto” di molti cittadini, che per proprie ragioni esprimono il loro parere solo in piazza, vorrei contestualmente suggerire agli attuali amministratori ed al Sindaco dott.ssa Monica SABATINO (ai quali colgo occasione di esprimere i complimenti per le azioni intraprese a riguardo delle barriere di Coreca), di rivedere le proprie posizioni sul progetto lungomare, realizzando, se ritenuto necessario, anche un sondaggio anonimo tra i cittadini, in virtù del fatto che, per i prossimi anni (dieci/quindici?) l’amministrazione non potrà contrarre ulteriori mutui .Naturalmente, nel “realizzare” il tutto, non dovrà essere tralasciata la realizzazione per l’accesso al mare di Campora S.G. anch’essa certamente importante e necessaria.

Amantea 03.10. 2014                                    Cav. Giovanni LISCOTTI

Pubblicato in Cronaca

biomas21Lo smaltimento dei rifiuti: un costo che può divenire una risorsa economica.
Giovanni Liscotti continua a parlarne ed ad illustrare le diverse soluzioni ad un problema emergenziale per l'intera Calabria e tutti i calabresi.

Ritornando sull’argomento “ambiente” considerata l’emergenza che assilla l’intera la Regione Calabria e di conseguenza il nostro comune, ho appreso che anche il comune di Parenti della della Pre-sila cosentina, al fine di riutilizzare alcuni tipi di rifiuti e sicuramente agevolando le attività produttive, ha concluso, l'iter burocratico (con relativa autorizzazione) relativo alla realizzazione di un impianto a biomasse, che verrà realizzato in loc. Bocca di Piazza. Tale impianto, naturalmente, ha ottenuto le relative autorizzazioni in quanto certamente sarà costruito sulla base delle moderne tecnologie, lavorando e producendo rispettando i limiti imposti dal Testo Unico Ambientale (D.Lgs. 152/06). L’impianto produrrà energia tramite la combustione di biomassa, cioè sia una potenza elettrica che una potenza termica di 2998 kW. La biomassa in questione sarà costituita da legno naturale, proveniente da manutenzioni e lavorazioni forestali, da specifiche coltivazioni arboree,  da potature degli alberi da frutta e dalla lavorazione del legno naturale". In tale contesto, è da tener presente che, una volta realizzato, oltre ad essere una fonte di energia rinnovabile sarà anche un volano di occupazione locale, che in questo momento di difficoltà potrà rivelarsi una boccata di ossigeno.

liscotti-giovanniAllora, vorrei suggerire alla nuova amministrazione: perché non valutare la costruzione di un impianto anche nel nostro Comune o magari, rivalutare la proposta dell’impianto che qualche Comune limitrofo vuole realizzare. In tale contesto, a fuor di dubbio, mi riferisco solo ed esclusivamente all’ impianto da realizzare, che magari solleverebbe  il circondario ed Amantea dalla grave problematica dei rifiuti, considerando altresì che, i cassonetti utilizzati per contenere i rifiuti, non sono a tenuta stagna e il c.d. percolato fuoriesce da tutte le parti, infiltrandosi sul terreno.

Questa fuoriuscita a lungo andare, provoca magari malesseri nei cittadini.

Cav. Giovanni LISCOTTI - Amantea 01.07.2014

Pubblicato in Primo Piano

tribunaleLo ha stabilito la Corte di Cassazione

ROMA - La multa per eccesso di velocità, accertato con l'ausilio dell'autovelox, è nulla se il segnale del limite di velocità non viene ripetuto dopo l'incrocio. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione (ordinanza n.11018/14 del 20 maggio 2014) ribadendo il principio secondo cui, quando viene imposto un limite di velocità che abbassa quello previsto per il tipo di strada, deve essere ribadito con un segnale apposito dopo ogni incrocio, altrimenti diventa inefficace. Quindi, se un guidatore trova prima un limite di velocità, poi attraversa un incrocio e infine incappa in un autovelox, non potrà essere sanzionato.

La Cassazione si è pronunciata dopo aver esaminato un caso di un automobilista calabrese a cui era stato contestato un eccesso di velocità, accertato con l'autovelox. La Corte ha accolto il suo ricorso, sentenziando che "Va infatti ritenuto che la mancanza della ripetizione del segnale poteva indurre il conducente a credere che la riduzione del limite di velocità disposta prima dell'intersezione fosse venuta meno, giacché il coordinamento tra l'art. 119 e l'art. 104 del Regolamento è da formulare nel senso che il limite di velocità imposto da un segnale cessi, per effetto del segnale di fine del limite, solo se ci si trova in presenza di un tratto di strada continuo".

Amantea 28.06.2014                                             Cav. Giovanni LISCOTTI

comune amantea vista latoTASI e IMU: nessuna sanzione per le violazioni

Risoluzione n.1/DF del 23 giugno 2014 - Il Ministero garantisce una via di fuga ai contribuenti che avessero commesso delle violazioni in termini di omesso o insufficiente versamento dei tributi TASI e IMU.
Con Risoluzione n. 1 /DF del 23 giugno 2014 il Ministero chiarisce che i comuni non dovranno applicare sanzioni e interessi a quei contribuenti che, alla data del 16 giugno 2014 (data di versamento della prima rata), non avessero effettuato in tutto o in parte il versamento dei tributi. L’inapplicabilità delle sanzioni e degli interessi è giustificata dalle criticità relative alla tempistica di versamento del tributo, oggetto di continue novità legislative recate dal D.L. n.88/2014 (pubblicato in G.U. n.132 del 10 giugno 2014) e alla determinazione stessa del tributo (della TASI in particolare). Le difficoltà applicative e organizzative hanno reso indispensabile questa presa di posizione del Ministero. Fa sorridere come vengano citati- come al solito - i soli CAF tra gli operatori che si sono scontrati con le problematiche in questione, e non la platea dei professionisti che sono alle prese con mille scadenze, oltre a quelle gestite da un semplice centro di assistenza fiscale. La tutela del contribuente – Nonostante fino a oggi sia stato il più delle volte snobbato, il Ministero chiama in causa lo Statuto del contribuente e cita l’articolo che garantisce (art.10 - L. 212/2000) la tutela del contribuente dinanzi alla “schizofrenia legislativa” degli ultimi anni:

cav giovanni liscotti amantea 2014“1. I rapporti tra contribuente e amministrazione finanziaria sono improntati al principio della collaborazione e della buona fede.

2. Non sono irrogate sanzioni ne' richiesti interessi moratori al contribuente, qualora egli si sia conformato a indicazioni contenute in atti dell'amministrazione finanziaria, ancorché' successivamente modificate dall'amministrazione medesima, o qualora il suo comportamento risulti posto in essere a seguito di fatti direttamente conseguenti a ritardi, omissioni od errori dell'amministrazione stessa.

3. Le sanzioni non sono comunque irrogate quando la violazione dipende da obiettive condizioni di incertezza sulla portata e sull'ambito di applicazione della norma tributaria o quando si traduce in una mera violazione formale senza alcun debito di imposta. Le violazioni di disposizioni di rilievo esclusivamente tributario non possono essere causa di nullità del contratto”.

Graziata anche l’omissione IMU - Il Ministero chiarisce come tali considerazioni debbano essere fatte anche per l’IMU, dato che il groviglio TASI ha avuto un riflesso anche sulla debenza e sul meccanismo applicativo dell’IMU, anche in ragione della stretta interdipendenza esistente fra i due tributi (identica base imponibile, ecc.). Enti non commerciali – Gli enti non commerciali, infine, esenti da IMU, ai sensi dell’art. 7 comma 1 lett. i) del D.Lgs. 504/92 e tenuti al particolare meccanismo di versamento delle imposte ai sensi dell’art.1 comma 721 della L. 147/2013 in 3 tranche:

- 16 giugno 2013 (versamento del 50% dell’imposta 2013);

- 16 dicembre 2013 (versamento del 50% dell’imposta 2013);

- 16 giugno 2014 (versamento del conguaglio sul 2013 e acconto sul 2014);

oltre che al versamento della TASI, stanno ancora attendendo il modello definitivo di DICHIARAZIONE IMU da utilizzare per dichiarare la promiscuità degli immobili impiegati nell’attività.

L’art.6 del regolamento n.200/2012 ha previsto tale adempimento, ma a oggi è stato pubblicato solo in bozza.

I comuni possono quindi stabilire un termine ragionevole pari a:

- un mese dal 16 giugno 2014 (dunque fino al 31 luglio 2014) per il versamento IMU e TASI dei contribuenti;

- o un mese dalla pubblicazione del modello definitivo di Dichiarazione IMU;

entro il quale i contribuenti possono effettuare i versamenti in questione, senza applicazione di sanzioni e interessi.

Dunque, ancora una volta, piena autonomia ai comuni che possono solo scegliere di introdurre tale differimento (non vi sono obbligati) e l’onere da parte degli operatori di verificare le diverse scelte operate dall’ente locale caso per caso

Amantea 24.06.2014                                                     Cav. Giovanni LISCOTTI

 

cav giovanni liscotti amantea 2014Il Comunicato Stampa di Giovanni Liscotti sul tema della Raccolta dei Rifiuti ad Amantea, visti come Risorsa Economica e non come Costo Pro Capite per i cittadini contribuenti

 

Premetto che, in qualità di cittadino attivista, noto che nella nostra comunità da qualche settimana “post elezioni”, sembra essere nato un entusiasmo particolare, soprattutto in quella fascia d’età che sin ora magari non credeva in valori e/o era stata poco incentivata. Di questo naturalmente mi compiaccio e spero che tutto non finisca in breve tempo.

Per un altro verso, mi rammarico per un problema che ci affligge e che continuerà sicuramente nel tempo:  è quello dei rifiuti, pur se, da contati personali con le figure amministrative di competenza, si sta cercando di risolvere il problema il più veloce possibile, per dare un’immagine migliore di Amantea dal punto di vista ecologico, pur se l’inconveniente, non è del tutto da imputare a questa o quella amministrazione, in considerazione che lo smaltimento dei rifiuti e uno dei tanti problemi che affligge il nostro paese, soprattutto la nostra Regione.

In tale contesto, al fine di una collaborazione (senza alcun interesse personale visto che ho sempre cercato di suggerire soluzioni in merito) volevo ancora far notare che in alcuni paesi europei, come Svezia, Finlandia, Norvegia, Germania, il riciclaggio dei materiali è divenuto un vero e proprio business anche per ogni singolo cittadino.

Infatti, già da anni oltre alla raccolta differenziata base (umido – materiali ingombranti ecc…), esistono delle macchine automatiche che pagano i rifiuti che ogni cittadino depone in esse:

•             per ogni bottiglia di plastica 0,25 €

•             per ogni bottiglia di vetro 0,08 €.

 

Ciò significa che i citati rifiuti, vengono considerati come una ricchezza, tant’è che anche molte persone povere, ma non solo, raccolgono rifiuti gettati a terra per riconvertirli in denaro.

Nei citati paesi  ed in generale in quasi tutti i paesi del nord Europa i punti di raccolta automatici dei rifiuti sono già da tempo una realtà concreta ed hanno lo scopo oltre a far guadagnare il cittadino, di promuovere comportamenti civili e responsabili della popolazione.

ORBENE: PERCHÈ NELL’IMMEDIATO (VISTA LA STAGIONE ESTIVA INIZIATA) NON PROVARE AD ATTUARE TALE SISTEMA ANCHE NELLA NOSTRA CITTÀ?  SICURAMENTE DEPOSITARE ANCHE SOLO IL VETRO E LA PLASTICA IN APPOSITI CONTENITORI E RICEVERE IN CAMBIO DENARO È UNA PROPOSTA ALLETTANTE!!! TANTO DA FAR IMMEDIATAMENTE “SCOMPARIRE” PARTE DEI CASSONETTI RIFIUTI CHE OGGI POSTI SULLA SS 18 E IN POCHI (… ISSIMI)  LUOGHI ALL’INTERNO DELLE STRADE DI AMANTEA, NON SONO UN BEL VEDERE.

Riporto alcuni articoli relativi a sistemi incentivanti, di cui alcuni attuati anche in Italia:

Guadagnare dalla spazzatura si può! Trasformare i rifiuti in risorse...e sconti pure! Ed è così che anche in Italia stanno cominciando a diffondersi nei comuni, nella grande distribuzione o nelle scuole postazioni di raccolta automatica a cui accedere liberamente e dalle quali ottenere degli sconti o dei buoni da utilizzare per la propria spesa, ma anche premi di altra entità, in modo da incentivare i cittadini alle buone pratiche e da evitare la scorretta tendenza all’accumulo di rifiuti lungo le strade ed in luoghi non destinati ad essi.

In Norvegia e in generale nel Nord Europa i punti di raccolta automatici dei rifiuti rappresentano già da tempo una realtà concreta, volta a promuovere comportamenti corretti e civili da parte della comunità dei cittadini, Proprio un anno fa, tra ragazzi avevano testato il funzionamento di uno dei dispositivi norvegesi, ottenendo uno sconto di sei euro sulla spesa ed affermando che sistemi simili avrebbero potuto rappresentare un ottimo spunto per la soluzione dell’emergenza rifiuti napoletana. Eccone alcuni esempi nostrani, la cui diffusione sta avvenendo progressivamente in tutta la penisola.

 

1) Ecobank

ecobank

Ecobank è un progetto della Regione Piemonte attivo dal 2009. Esso consiste nella raccolta differenziata di contenitori per le bevande, con particolare riferimento alle bottiglie di plastica ed ai contenitori di alluminio, tramite postazioni automatiche facilmente accessibili dai cittadini. In cambio si riceveranno dei buoni spesa da utilizzare nei supermercati convenzionati. I vuoti a perdere si trasformano così in vuoti a rendere, educando alla corretta differenziazione dei rifiuti. Le postazioni Ecobank si trovano attualmente nei Comuni di Venaria Reale (TO), Valenza (AL) e Alessandria.

 

2) Ecopunto

EcopuntoEcopunto è una bottega del baratto che aiuta la differenziata. Nel 2010 vi avevamo presentato l’Ecopunto di Niscemi, in provincia di Caltanissetta, dove era ed è tuttora possibile barattare prodotti destinati ad essere riciclati, e che hanno perso qualsiasi utilità per il consumatore, con beni alimentari grazie ai quali arricchire la propria spesa, mediante una raccolta punti basata sulle quantità di rifiuti consegnati. Il fenomeno si è via via diffuso in varie zone della Sicilia ed Ecopunto è ora presente anche a Barcellona Pozzo di Gotto, Cinisi e Terrasini, con nuove aperture previste in altre località.

 

3) RePaperMe/Eurven

RePaperMe EurvenDa novembre 2011 anche in Italia la raccolta differenziata della carta si fa al supermercato grazie a RePaperMe, il primo compattatore di carta e cartone in grado di calcolare la quantità raccolta e, in proporzione, destinare punti premio utili per ottenere sconti sui prodotti in vendita, accumulati grazie ad una carta fedeltà. Al progetto hanno già dato la propria adesione catene della grande distribuzione come Despar, con alcuni punti vendita attualmente attivi in Lombardia.

 

4) Mr Pet

Mr PetMr Pet è un sistema di raccolta della plastica basato sulla remunerazione dell’utente nato nei primi anni del 2000 ed attivo nei supermercati grazie alla presenza di contenitori automatici predisposti per l’inserimento dei rifiuti e la ricezione automatica di punti da raccogliere in una card personale e da utilizzare per la spesa. E’ tuttora in corso l’evoluzione 2.0 di Mr Pet, che manterrà comunque validi i punti accumulati fino a questo momento.

 

5) RD Italia

rd-italia-differenziataDal 2009 a Napoli, grazie alla raccolta differenziata, i rifiuti diventano premi. RD Italia mette a disposizione di Comuni, Enti Pubblici ed imprese private delle macchine per la raccolta di lattine e bottiglie che premiano la buona pratica della differenziazione dei rifiuti grazie ad incentivi per i cittadini, consistenti in prodotti omaggio di diversa entità a seconda dl luogo in cui il punto di raccolta è collocato. Attualmente tramite il progetto EcoEtica il servizio è attivo in tre scuole superiori della provincia di Napoli, mentre si avvalgono delle macchine automatiche RD Italia anche le catene di supermercati Conad Adriatico e Sigma e, per la prima volta in Italia una stazione di servizio di Vicenza in cui la spazzatura si trasforma in sconti benzina. Di questi tempi, mica male no?

 

Cav. Giovanni LISCOTTI.

 

 

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