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Leggiamo sul comunicato stampa che “Nelle scorse ore è giunto in Prefettura il decreto del presidente della Repubblica con il quale, su proposta del Ministero dell’Interno, è stato disposto lo scioglimento del (consiglio comunale del ) comune di Amantea e la nomina del commissario straordinario nella persona del vice prefetto dottoressa Aurora Colosimo, attualmente in forza presso la Prefettura di Catanzaro.

La dottoressa Greco, nominata commissario prefettizio per la provvisoria gestione dell’ente fino allo scioglimento dello stesso, lascia pertanto l’incarico e torna ad esercitare a tempo pieno le funzioni di vice prefetto vicario della Prefettura e di commissario straordinario del comune di Spezzano Piccolo, che già la impegnavano prima di assumere la temporanea guida del comune di Amantea.”

Come è nostro dovere da cittadino volevamo capire le ragioni della “Epurazione” della Greco, di Dattis e di Ghionna e della loro sostituzione.

Per questo abbiamo atteso, in serata, la pubblicazione della GU del 14 febbraio, la n 37 anno 158.

Niente.

C’era il DPR del 24 gennaio 2017 di scioglimento del consiglio comunale di Casavatore.

E poi c’era il DPR del 24 gennaio di scioglimento del consiglio comunale di Crispano.

Niente su Amantea.

D’altro canto se il 14 febbraio sono stati pubblicati i decreti firmati venti giorni fa…..

Possibile che si dia esecuzione ad un provvedimento nemmeno pubblicato sulla GU e che pertanto non è ancora efficace?

Ma dove diavolo siamo?

Nella repubblica delle banane?

Cosa è che non capiamo?

E poi è normale che la nomina dei commissari da parte del Prefetto venga così palesemente disattesa dal Ministro dell’interno e dal Presidente della repubblica?

Ci sono funzionari prefettizi che ricevono la fiducia del ministro ed altri no?

I funzionari ministeriali sono diversi uno dall’altro?

Uno vale e l’altro vale meno o niente?

E poi un mese di lavoro di tre rappresentanti dello Stato che diventa inutile, una fase di attenzione ai momenti di democrazia partecipata che viene meno, incontri con associazioni, compresa quella antiracket , di cui si sterilizza la logica e gli effetti.

Tre persone che con impegno avevano cominciato a toccare con mani la città e la sua gente vengono mandati via e sostituiti da nuovi, sicuramente bravi funzionari, ma che devono cominciare tutto daccapo.

E nessuno si illuda che una relazione per quanto approfondita possa mettere i nuovi commissari in condizioni di operare con immediatezza per affrontare i seri problemi della nostra città.

Una scelta incomprensibile. Possibile che Amantea oggi e domani sia senza commissari perché i vecchi sono stati mandati via ed i nuovi non hanno ancora i poteri?

Gli amanteani che avevano cominciato a conoscere i precedenti commissari e ad averne la fiducia saranno capaci di capire il perché del loro allontanamento?

Facile, come abbiamo percepito oggi pomeriggio, che la comunità si chieda se Greco, Dattis e Ghionna abbiano toccato qualche nervo scoperto o qualche “contra” e se questo cambiamento possa essere la reazione automatica alla base della nuova scelta. E se si che cosa?

Od al contrario, se non è da ascrivere nulla al mese intercorso dalla caduta della giunta Sabatino al cambio degli uomini dello Stato, facile , come si pensa, che i nuovi rappresentanti dovranno prepararsi ad eventi del mese prossimo.

Ma forse stiamo andando oltre nella ricerca di ragioni della politica.

Del tipo # lapoliticaharagionichelaragionenoncomprende#.

Per ora dubbi, i nostri e quelli dei tanti Amici ed amanteani autorevoli che si sono chiesti come noi cosa sia successo, e perché non sia stato trovato nella prefettura di Cosenza un funzionario adatto eventualmente a sostituire la Greco, posto che avesse dimostrato( ma non certo così) la sua inidoneità, quando ,invece, riceveva consensi dalla città?

Pino Furano ama talmente la sua Cleto che non manca di investigare sui fatti del paese. Eccovi un’altra prova:

 

IL GIALLO DELLA “CHIESA SS ROSARIO” DI CLETO- SECONDA PUNTATA:!

E’ notorio che nella foresta della legislazione italiana, piena di zone ombrose dove il sole della chiarezza non può, e forse non deve arrivare, anche un esperto giurista può inciampare nei mille cavilli, commi e lettere, che rinviano ad altri commi e lettere. E spesso anche l’ultimo giudice assegna torti e ragioni che altri giuristi ritengono non adeguate allo spirito delle norme.

 

Io non sono certo attrezzato per muovermi tra commi e sotto-commi e, al contrario, come formazione professionale e lavorativa, sono abituato a distinguere tra vero e falso utilizzando la logica e la evidenza dei fatti attraverso metodi oggettivi.

Per questo sono consapevole che potrei incorrere in un errore grossolano nel porre le domande che sto per porre a me stesso, a chi mi leggerà, ma soprattutto all’Amministrazione Comunale di Cleto che con più mezzi potrà verificare se le domande possono essere utili per portare un po' di chiarezza al “giallo Chiesa SS Rosario”.

Aggiungiamo, ai dati già riportati nella prima puntata, altri dati:

In data 27/02/2014 la Chiesa SS Rosario viene dichiarata di interesse culturale ai sensi dell’art.10 del D.lgs 42/2004.

 

In data 21 aprile 2015 L’Arcivescovo Metropolita di CS, presenta, al Ministero per i beni e le attività culturali-sovrintendenza beni architettonici e paesaggistici di CS, la richiesta di autorizzazione all’alienazione del bene “Chiesa SS Rosario”.

Il 19/05/2015 viene effettuata una voltura catastale d’ufficio dalla quale risulta che la stessa è intestata alla Parrocchia di Santa Maria Assunta con sede in Cleto. Non sono esistenti atti di passaggi intermedi.

Il 25 giugno 2015, il Segretario Regionale per la Calabria del Ministro dei Beni e delle Attività culturali e del turismo, autorizza, ai sensi dell’Art. 55 del Dlgs 42/2004, l’alienazione dell’immobile “Chiesa SS Rosario”.

Il 03/07/2015 viene redatto il primo atto notarile di vendita, da parte della Parrocchia di Santa Maria Assunta con sede in Cleto, a soggetto privato.

L’art. 55 del D.lgs 42/2004 comma 1 recita testualmente:

 

Alienabilità di immobili appartenenti al demanio culturale:

1.         I beni culturali immobili appartenenti al demanio culturale e non rientranti tra quelli elencati nell'articolo 54, comma 1, non possono essere alienati senza l'autorizzazione del Ministero.

Al comma 2 poi elenca le modalità attraverso le quali si può chiedere l’alienabilità.

L’articolo 54 del D.lgs 42/2004 comma 1 lettera d-bis recita testualmente:

1. Sono inalienabili i beni del demanio culturale di seguito indicati:

omissis

d-bis) gli immobili dichiarati di interesse particolarmente importante ai sensi dell'articolo 10, comma 3, lettera d);

omissis

L’art.10,comma 3,lettera d recita:

omissis

3. Sono altresì beni culturali, quando sia intervenuta la dichiarazione prevista dall'articolo 13:

…omissis

d) le cose immobili e mobili, a chiunque appartenenti che rivestono un interesse particolarmente importante a causa del loro riferimento con la storia politica, militare, della letteratura, dell'arte, della scienza, della tecnica, dell'industria e della cultura in genere, ovvero quali testimonianze dell'identità e della storia delle istituzioni pubbliche, collettive o religiose;

omissis

infine l’art.13 al comma 1 recita:

1.         La dichiarazione accerta la sussistenza, nella cosa che ne forma oggetto, dell'interesse richiesto dall'articolo 10, comma 3.

Le domande che mi pongo e giro a maggioranza e opposizione del Comune di Cleto:

1) considerato che la Chiesa SS Rosario è stata dichiarata di interesse culturale a norma dell’art.10 del D.lgs 42/2004, quindi, sembrerebbe essere un bene inalienabile tra quelli elencati nell’art. 54 del D.lgs 42/2004;

come mai il Segretario Regionale per la Calabria del Ministro dei Beni e delle Attività culturali e del turismo,autorizza, ai sensi dell’Art. 55 del Dlgs 42/2004, l’alienazione dell’immobile “Chiesa SS Rosario”?

 

Qualora per qualche sotto-comma e lettera che sfugge a un profano la Chiesa sia alienabile:

1)         può L’Arcivescovo Metropolita di CS, vendere la Chiesa a un privato, quando il 17/06/2014, aveva dato autorizzazione al Comune di Cleto per intervenire sulla stessa come da progetto già consegnato alla Ditta per l’esecuzione dei lavori?

2)         può il Segretario Regionale per la Calabria del Ministro dei Beni e delle Attività culturali e del turismo autorizzare l’alienazione della Chiesa quando doveva certamente essere a conoscenza del progetto Comunale?

Maggioranza e opposizione, soprattutto in riferimento alle loro posizioni espresse nel Consiglio Comunale del 20/07/2016, hanno il dovere di approfondire e dare risposte ai cittadini di Cleto che hanno il diritto di sapere, su quali dati e informazioni, certi e documentabili, hanno basato le posizioni sostenute e espresso il voto conseguente.

Pino Furano

Pubblicato in Basso Tirreno
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