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Il mestiere di giornalista e perfino quello di blogger è realmente difficile, ancora più quando lo si “deve” fare da lontano ed ancora più quando lo si “deve” fare senza sapere le cose.

 

Ci riferiamo all’articolo di quicosenza.it, rilanciato anche da cosenzapp.it dal titolo “ Un mare da vergogna .
Ecco come ad Amantea la “fogna” scarica in acqua”

 

Segue poi il seguente testo:

Quello che si vede dalle immagini è chiaro, eloquente e rispondente alle numerose segnalazioni che quotidianamente arrivano alla nostra redazione: il mare è una fogna.

 

AMANTEA (CS) – Il video inviato da un utente è stato girato oggi, intorno alle18.00.

La zona è quella di Santa Maria, ad Amantea,dove in un attimo, turisti e bagnanti hanno visto (e sentito) arrivare uno scroscio d’acqua di colore marrone scendere come una cascata da un canale, e scaricare direttamente in mare.

 

“E’ arrivato così, all’improvviso e puzzava da fare paura” hanno raccontato …

 

Ora tutte le amministrazioni che si sono susseguite negli ultimi 20-30 anni ad Amantea hanno detto che quella è acqua piovana che viene raccolta in una grande vasca posta all’incrocio di Via Baldacchini ed il lungomare realizzata proprio per non far finire le acque piovane di via Baldacchini direttamente a mare.

Il trucco usato fu quello di realizzare un canalone sottostante il lungomare per scaricare le acque alla fine del lungomare stesso

Ma si è sempre sostenuto che nella grande vasca non confluiva fogna.

Si è sempre sostenuto cioè che al più si trattava di acqua piovana sporca per il dilavamento delle strade.

Ma ora il filmato e l’articolo parlano chiaramente di fogna e danno di Amantea e del suo mare una immagine fortemente e gravemente negativa

Così la nuova amministrazione può fare solo due cose .

O porta in giudizio QuiCosenza.it od abbozza e riconosce che si tratta davvero di fogna

Comunque sia non sarà un bella pubblicità per la cittadina.

 

 

Uno studio svizzero-canadese ha calcolato chi inquina il mediterraneo.

 

La ricerca ha interessato continenti e Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum.

In primis inquinano le 19 metropoli prese in esame.

 

In cima e per numero di abitanti :

Istanbul (13,02 milioni),

Il Cairo (12,83 mln),

Barcellona (4,72) e

Roma (4,17)

Differente la classifica nel caso si analizzi l’impatto in ettari procapite:

al primo posto passa a La Valletta, Malta, con un valore di 5,3.

Seguono, poi, Atene, Genova e Marsiglia

Al quinto posto (con 4,7 ettari procapite) Roma.

Seguono Barcellona, Tessalonico, Valencia, Tel Aviv e Venezia.

Appena fuori dalla “worst ten” Palermo e Napoli, seguite a loro volta da Istanbul, Tunisi, Izmir, Il Cairo, Antalya, Alessandria d’Egitto e Tirana.

A causare la variazione delle posizioni è soprattutto il tenore di vita, con l’impatto ambientale che cresce in maniera proporzionale all’aumento dei livelli di reddito.

L’andamento in Italia ha visto nel periodo 2010-2015 un leggero miglioramento della situazione per quanto riguarda Roma, Genova e Palermo, mentre è al contrario peggiorata per Napoli. Stabile è invece la situazione di Venezia.

A incidere sull’ambiente del Mediterraneo è soprattutto il consumo di generi alimentari: è responsabile secondo lo studio per il 20% dell’impatto nei Paesi più ricchi e per il 40% nei restanti.

Gli altri due riferimenti utilizzati sono stati “Trasporti” e “Consumo dei beni“: se il primo dei due incide tra il 14 e il 25% sull’impatto della singola città, il secondo lo fa per il 12-15%.

Sui parametri citati pesa però un’ulteriore variabile, il turismo: i visitatori che si recano ogni anno nei Paesi del Mediterraneo sono circa 220 milioni.

Pubblicato in Mondo

giggino pellOggi, 29 settembre 2016, pur essendo lontano migliaia di km da Amantea, l’odore del nuovo sbocco della fogna nelle acque dell’Ulisse, le paure dei cittadini che si trasformano in realtà, mi costringono a scrivere ancora una volta sull’argomento, sotto gli occhi assenti e le false promesse dell'Amministrazione Comunale e dell'opposizione locale.

 

 

L’industria profumiera si è spostata da Nord a Sud del paese nella speranza di togliere dalla vista degli Amanteani perbenisti e struzzicheggianti, questa fonte inesauribile di esalazioni salutari. La maggioranza, è ormai storia risaputa, si è sempre dimostrata incapace di gestire il paese e ancor di più la rete fognaria. Unico compito assegnato all'Amministrazione Comunale, guidata dalla Sindachessa era quello di custodire l'impianto evitando che diventi bersaglio di vandali e ladri, che vorrebbero rubare il prezioso contenuto al mare nostrum e ai suoi ormai rari pesci. I sostenitori della maggioranza, quest’estate e ancora oggi, si sono scatenati su Facebook con le loro immagini di un mare da “bere”. Sprecandosi nell'utilizzare neologismi superlativi come "cristallinissimo" e "magnifichissimo".

 

Due anni fa, poco tempo prima dell'elezioni comunali, le opposizioni, a gran voce, avevano iniziato a parlare di scarico a mare, di allacci fognari, di spreco di denaro pubblico, etc; tenendo anche dei comizi in piazza.

Chiaramente, ad elezioni avvenute, hanno lasciato cadere il problema nel dimenticatoio delle loro coscienze e accontentandosi di sedere in Consiglio mentre tornava a far "discutere", si fa per dire, la salute del mare sulla costa Amanteana. Ed ecco puntuale la tragica scoperta del nuovo scolo fognario. L'ingrossamento della massa d'acqua a causa delle ultime piogge ha accentuato il problema, complice una rete fognaria al collasso. Fenomeno che emerge ogni qual volta davanti alla costa si ripresenti la consueta chiazza marrone. Una chiazza che però quest'anno ha assunto i caratteri di una vera e propria ondata di liquami, mentre tutti ne imputavano l'origine (ed il colore) alla discesa di fango e detriti dal fiume Catocastro. Sono raccapriccianti le immagini del video che mi è pervenuto mentre mi trovo sul Pacifico. Ve lo risparmio. Nell’arco di 100 metri di spiaggia l’acqua di mare è scomparsa, sostituita dalle acque nere provenienti dalla rete fognaria. Il breve video mostra la copiosa cascata di colore imprecisato su cui l’Amministrazione Comunale dovrebbe fornire qualche spiegazione. Anche perché in quella zona, lungo il percorso ciclo – pedonale ci passeggiano ogni giorno cani e padroni, giovani, anziani, mamme con bambini. Qualcuno, nelle domeniche di inverno, in quelle acque ci pesca e ci fa il bagno pure. L'allarme per la diffusione di batteri e virus è elevato, specialmente se si pensa alle dimensioni di tale cloaca a cielo aperto. Tutti i cittadini e le attività commerciali di Amantea, in particolare quelle che operano particolarmente sul lungomare e sulla spiaggia, sperano ancora nella manna dal cielo. Sperano ancora che si possa dire basta allo scarico a mare il prima possibile, ancor meglio prima dell'inizio della prossima stagione estiva. Questi cosiddetti “Amanteani” dovrebbero chiedere in massa le dimissioni dell'Amministrazione Comunale e di tutte le “forze” di opposizione se dovessero essere costretti a convivere anche l’estate prossima con la nauseabonda melma e tutte le cose che non hanno e continuano a non funzionare a causa della negligenza e strafottenza di questi signori.

Gigino A. Pellegrini & G el Tarik

 

 

Che cosa sono mai le bugie di Pinocchio di fronte a quelle delle istituzioni e di certa stampa quando parlano di mare?.

Niente, anzi meno di niente.

Vorremmo vedere però il loro naso.

 

Ora sembra che finalmente questa benedetta verità uscirà tutta grazie all’incontro-dibattito promosso dalla CGIL e che si terrà venerdì 16 settembre con inizio alle ore 17.00 presso l’Hotel Mediterraneo.

 

Un incontro dibattito dal tema intrigante:

Risorsa mare: quale futuro

Nel darne notizia cominciamo a chiedere a Massimiliano Ianni di trasmetterla in streaming od almeno di registrare il tutto, per intero, e di offrirne copia a chi la chiederà, al fine di poter documentare quelle verità sempre taciute e negate.

Chiunque può diffonderle perché chiunque può cercarle e trovarle.

 

 

Ci proveranno:

Adriano Mollo che presiede e modera;

Seguono le introduzioni di

-Massimiliano Ianni della CGIL di Cosenza;

-Franco Falcone di Legambiente Calabria;

Testimoniano:

-Monica sabatino sindaco di Amantea

-Fernanda Gigliotti sindaco di Nocera terinese

Intervengono:

-Giuseppe Aieta consigliere regionale

-Demetri Metallo Confindustria Cosenza

-Domenico Bevacqua Consigliere regionale

-Giuseppe Giudiceandrea consigliere regionale

Conclude Angelo Sposato Cgil Calabria.

fognaCiò che vedete è il risultato della TAC del “colon- retto” della città di Amantea, alla fine di una delle strade che portano al mare, la famigerata Via Garibaldi.

 

Lì da quell’enorme buco che attraversa la ferrovia, fuoriesce un vero e proprio fiume di escrementi.

 

Basta farsi una passeggiata sul lungomare nord e un tantino oltre per scoprire il meraviglioso spettacolo di merda che gioiosa si lascia trasportare dalle dense urine per poi tuffarsi nel mare di Ulisse. Un paio di giorni fa, il corposo fiume era proprio lì, alla luce del sole. Amantea e la Giunta comunale non sembra essere scossa più di tanto nel veder partire i clienti dagli alberghi cittadini.

 

I fondali di questo mitico Mare si ritrovano invasi da un immenso strato di merda, putrescente, che interessa la fascia costiera (circa 12 km) di pertinenza dell’Amministrazione comunale.

Oggi è il 3 agosto 2016 e come tutte le passate estati l'Omerico mare, che bagna Amantea, affoga nelle feci che una ingrata cittadina le somministra ormai da oltre 50 anni.

Questo Mare Nostrum risorsa per i residenti, per i quali sarebbe assurdo andarsene in vacanza in altre località marine, lo è anche per una città, come la nostra, che vuol fare del turismo il settore trainante delle propria economia.

La cittadinanza e gli addetti al settore commerciale, artigianale, alberghiero e balneare dovrebbero indignarsi e ribellarsi.

Un’azione che dovrebbe essere finalizzata nel mandare a casa un’“Amministrazione” indegna e inetta, preoccupata solo di presenziare a qualche stupido evento. Chiaramente vanno ritenuti equamente responsabili tutti gli organi di Stato deputati al controllo del territorio.

In modo duro e risoluto, i cittadini dovrebbero ribellarsi a questa “classe dirigente” che continua a mandare in giro “Sparaballe” a divulgare il verbo del tutto OK!

 

Ciò che segue è quanto venne divulgato dallo stesso portavoce l’anno scorso di questi tempi, oggetto: spazzatura e fogne spruzzanti: “ Si tratta di stupide leggende metropolitane. Non si può parlare per sentito dire. Non possiamo più tollerare interventi di un folle che parla di cose che non sa.

Abbiamo tanti di quei problemi reali in questo nostro amato paese che non dobbiamo inventarcene di falsi”. Fare l’usignolo (Sparaballe) dell’imperatore (Amministratore) è un inferno, un abisso d’iniquità, di menzogne, di tradimenti, che non si può scavalcare e dal quale non si può uscire puri a meno di essere protetti, “come Dante, dal divino alloro di Virgilio”.

 

Così parlava a metà del XIX secolo, Honoré de Balzac nelle sue Illusioni perdute.

Chiaramente, sia la Giunta capeggiata dal Sindaco, il loro portavoce Sparaballe e le altre autorità competenti non daranno nessuna rilevanza a quello che è successo un paio di giorni fa e si guarderanno bene dall’ annusare e respirare profondamente, senza mascherina protettiva, ciò che succede alla fine di Via Garibaldi, alle persone che frequentano la spiaggia e il lungomare e ai cittadini che vivono in questa da sempre maledetta strada. Senza alcun dubbio per gli Amanteani ciò che succede al Paese è inevitabile e naturale. Sembrerebbe che Amantea è una di quelle città che di “cambiare” proprio non vuole saperne. Io stesso l’ho scritto spesso con rabbia. Ma ora mi assale il dubbio che possa trattarsi di saggezza e non stoltezza. La saggezza coincidente con l’intuizione di un certo nascosto valore del “non cambiare”. Valore che impedisce di volere, ma soprattutto di potere, cambiare.
Gigino A Pellegrini & G el Tarik

Ci dispiace dover segnalare ancora una volta una cosa che non va nella nostra cittadina, per fortuna compensata da un pronto intervento tempestivo ed efficace. 

 

Erano le 17.10 quando i bagnanti sulla spiaggia lato nord del lungomare improvvisamente hanno preso armi e bagagli e sono rapidamente usciti dal mare allontanandosi verso casa.

 

Sul mare una grande chiazza marrone e nell’aria in fortissimo fetore.

Un fiume di acqua e fogna è uscito dall’apposito sfogo raggiungendo velocemente d irreversibilmente il mare.

Potete anche non crederci ma i soccorsi sono stati tempestivi, quasi immediati, ed efficaci.

4 operai ( i due Cima, il ruspista e l’addetto al sistema delle pompe) hanno fatto quanto necessario per bloccare la fuoriuscita di acqua e fogna e riparato il guasto.

 

La pala meccanica ha creato una barriera di sabbia impedendo alla fogna di continuare a raggiungere il mare, poi ha coperto con la sabbia pulita quella sporcata dalla fogna.

Questo a mare.

Intanto ,a terra, si interveniva nella camera della fogna.

Difficile credere a quanto abbiamo visto e fotografato.

Una massa di stracci per lavare i pavimenti e che erano arrivati quasi intatti all’impianto di sollevamento ( vedi foto) hanno bloccato le pale della pompa di sollevamento che spinge la fogna verso Nocera Terinese.

 

In questi casi la fogna si riversa nella seconda camera che raccoglie l’acqua piovana e quando il liquido ha raggiunto il livello di guardia è scattata la pompa che ha spinto a mare il tutto.

Purtroppo è un sistema nato e conservato con questo modo.

Come far capire agli amanteani che anche gli stracci possono essere responsabili di queste vicende che sono gravissime per il turismo , l’igiene e la salute pubblica?.

E come far capire all’ufficio tecnico che non dovrebbe rilasciare il certificato di agibilità alle case che non installano pozzetti idonei ad evitare che gli stracci e quant’altro arrivi alle pompe di sollevamento bloccandole?.

Occorre operare preventivamente .

Non serve, infatti, poi chiamare i vigili , la Guardia Costiera e financo la Guardia di Finanza che sono intervenuti con tempestività ma che poco hanno fatto o potuto fare

Né serve a posteriori l’intervento di una piccola parte della minoranza ( Francesca Menichino del M5s) che non mancherà di presentare apposita interrogazione alla quale si risponderà in modo da ridurre la questione ad un inconveniente saltuario e casuale.

Non è la prima , né l’ultima volta che succede questo inconveniente al quale si potrà porre rimedio con investimenti che nessuno intende fare!

 

Amantea è una città da rifondare.

Intanto a terra gli amici che passano il tempo giocando a briscola ed a scopa si sono divisi tra i buonisti che sostengono di non parlare di questo fatto che è negativo per il turismo, e gli altri che, al contrario, sostengono che la verità deve essere detta e ripetuta perché solo in questo modo la civica amministrazione potrà affrontare il problema.

Mentre scriviamo la massa fognaria viaggia verso sud ed il mare antistante Amantea sembra pulito.

Pubblicato in Politica

Il sindaco di Lamezia Terme Paolo Mascaro ha esposto alla Procura della Repubblica di Lamezia Terme ed al Prefetto della provincia di Catanzaro il grave inquinamento del mare antistante il territorio del suo comune.

 

Dichiara, infatti, il sindaco Mascaro “In questi ultimi giorni sta sempre di più evidenziandosi un clima di forte agitazione che attanaglia i miei concittadini causato dalla messa in rete di alcune immagini raccapriccianti di un mare, quello prospiciente il nostro territorio, inquinato da rifiuti tossici, nonché da alcune forme di animali rischiosi, quali topi e serpenti.

Da amministratore di questa città, non posso non denunciare, a nome di tutta l'amministrazione comunale, questo fenomeno di inquinamento che, verificandosi con maggiore intensità nel periodo estivo e durante la fascia oraria di maggiore affluenza dei bagnanti, è causa di un irreparabile danno non solo all'immagine della Città di Lamezia Terme e dei comuni limitrofi, ma anche di quella parte di economia locale che proprio dalla stagione estiva e, quindi, turistica, trae - o meglio dovrebbe trarre, seppur in un particolare momento di congiuntura economica - un qualche beneficio.

Penso, poi, all'incolumità della salute dei miei concittadini e di tutti i bagnanti in genere ed in particolare dei soggetti più indifesi quali bambini, anziani e donne incinte.

Non si può ulteriormente tollerare che si metta a repentaglio la salute umana e che l'inciviltà e la criminalità, nonché una evidente mancanza di senso di appartenenza, giochino con il destino di una città e dei suoi abitanti.

Mi appello, dunque, a tutte quelle forme di associazionismo che hanno nel loro Statuto la difesa del territorio e la tutela dell'ambiente affinché in sinergia con una amministrazione comunale che al momento, però, versa in una grave crisi economica e soffre per una evidente carenza di personale, si possa creare un’azione di prevenzione/repressione dei fenomeni inquinanti, monitorando, in generale, tutto il territorio, o le parti più sensibili di esso (ad esempio i greti e/o alvei dei fiumi, i luoghi più isolati ove abitualmente vengono depositati rifiuti domestici e non, etc. etc.), ed, in particolare, sorvegliando tutto il nostro litorale per rimediare all'emergenza balneazione al fine di prevenire ogni forma di inquinamento.

Mi rivolgo, infine, ad ogni mio singolo concittadino, appellandomi a quel senso civico e di appartenenza che dovrebbero essere insiti in ognuno di noi, affinché segnali agli Organi di Polizia Locale, ma in generale a tutti gli Organi di Polizia Giudiziaria, ogni forma di inciviltà a cui assistono, dalla carta lasciata in spiaggia alla presenza, ancora più rischiosa, di materiale nocivo in acqua, ricordando a tutti quanti che preservare la tutela del territorio e, quindi, dell'ambiente, equivale a preservare noi stessi e le nostre generazioni future.

In tale situazione, con il presente atto propongo un formale esposto alla Procura della Repubblica di Lamezia Terme,e al Prefetto della Provincia di Catanzaro affinché, ciascuno nell'ambito di propria competenza, possa attivare ogni forma di tutela al fine di prevenire e reprimere qualsivoglia comportamento foriero di inquinamento che provochi nocumento al territorio da me rappresentato ed ai cittadini che lo abitano”.

NdR. Incredibili questi sindaci che sembra non sappiano cosa realmente occorre fare per tutelare l’ambiente ed in specie il mare ! Incredibili questi comuni dove mancano le professionalità necessarie per suggerire ai sindaci dotati di buona volontà come tutelare il mare ed i bagnanti!

Pubblicato in Lamezia Terme

scarico mini“Ciao, Tirrenonews stamane nella spiaggia di Amantea c'era una situazione vergognosa, un fiumiciattolo di cacca liquida che scendeva a mare, come si può vedere (ma non sentire) dalle foto. A mare c'erano pure le bolle e il lezzo era insostenibile”.

Comincia così la nota rimessa al ns sito.

Poi continua:

“Ho chiamati i vigili, nessuna risposta;

Ho chiamato il 1530 hanno risposto da Vibo, poi sono arrivati 2 "ragazzi".

Poi è arrivato pure l’ingegnere e tecnico del comune di Amantea .

Eravamo in due ed uno di noi era un avvocato.

Siamo stati rassicurati e ci è stato detto che “erano acque bianche”.

Ho proposto loro di berne un bicchiere con me e di stare lì a fare il bagno sempre insieme con me.

Ci è stato detto che lì c’era il cartello che vietava la balneazione ma che è stato illecitamente rimosso.

Poi è arrivato l’addetto alle pompe ( anche lui incazzato) perchè non lo pagano.

Quelli della Capitaneria volevano i nostri nomi.

Si sono anche avvicinate due persone che con fare minaccioso ci hanno detto ("venite solo d'estate a lamentarvi (?) . . . è tutto a posto ....."). di fatto una vera e propria minaccia.

Non so che cosa pensare”

In verità nemmeno noi.

Quello che possiamo dire al nostro lettore è quanto segue:

- Ha piovuto. La vasca di raccolta delle acque bianche si è riempita e l’acqua è defluita verso mare costituendo un vero e proprio fiume.

- Abbiamo sentito anche noi la puzza ma non era fogna. Piuttosto dobbiamo sospettare che nelle acque bianche qualcuno scarichi la propria fogna. Sarebbe bene fare attenti controlli.

- La schiuma che si vedeva a mare e che abbiamo anche fotografato era anche lontano dal luogo di cui stiamo parlando, il che significa che poteva anche essere indipendente dalle immissione di acque bianche o nere che fossero.

- Il mare è malato. Ti compiego a piè dell’articolo una foto di Fiumicino del 10 luglio la cui spiaggia è stata letteralmente invasa di schiuma. Anche in questo caso “è tutto a posto” E lo ha detto nientemeno che Giandomenico Ardizzone, biologo marino e professore de La Sapienza il quale ha spiegato che :” si tratta di un fenomeno naturale” e che “La produzione di schiuma è dovuta ad un fattore molto semplice. Nel periodo estivo quando le acque sono molto ricche di nutrienti si crea una grande produzione di piccole alghe unicellulari chiamate fitoplancton che possono morire facilmente, anche per via del caldo. Queste alghe hanno una parte proteica che andando in circolo crea schiuma. Assolutamente nulla di inquinante. Tutto ciò che è presenza di protenine, se sbattuto, può produrre schiume".

- Altri, invece, ( e noi da tempo tra questi) , come Legambiente sospettiamo che alla base

di questi fenomeni ci siano gli scarichi di tensioattivi contenuti nei saponi riversati dai fiumi e dagli scarichi di “acque bianche”.

Cosa vi suggeriamo: 


- Speriamo che non piova più e che questo “fenomeno” non capiti più, ma la prossima volta:

- Chiamate l’assessore all’ambiente; il ns assessore sa bene che è suo compito scongiurare qualsiasi rischio per la salute e garantire l'incolumità di bagnanti e dei cittadini di Amantea , oltre che fenomeni di inquinamento che danneggino l'ambiente

- Pretendete che sia prelevato un campione delle acque ed attendete i risultati. E se non lo fa nessuno, fatelo voi, prendendo contenitori sterili di farmacia, mettendovi i guanti, filmando il tutto ed inviando il campione alla Procura della repubblica.

Il ns attuale procuratore è fortemente attento all’ambiente.



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SPIAGGIA FIUMICINO

schiuma fiumicino

 

 

Pubblicato in Cronaca

Era il luglio 2012 quando Basilio Ferrari dichiarava “ Dopo circa 15 anni, da domani la SMECO non gestirà più la rete idrica ed il depuratore della Città di Paola perché non ho inteso prorogarne il contratto in scadenza il 21.7.12.”

15 anni di gestione del depuratore di Paola.

Oltre Paola la Smeco gestiva gli impianti di depurazione di Belmonte Calabro, Cetraro, Santa Maria del Cedro, Verbicaro, Fuscaldo, Paola, Belvedere Marittimo, Sangineto, Santa Domenica Talao, Tortora, Cleto, Aiello Calabro e Serra D'Aiello, San Pietro in Amantea.

8 mesi prima, nel novembre 2011, il Procuratore Giordano Bruno, a seguito di una inchiesta che aveva visto indagare sia i CC di Paola che la capitaneria di porto di Vibo Valentia, aveva disposto l’arresto di due dirigenti della Smeco.

Tra l’altro a Santa Maria del Cedro, Tortora, Fuscaldo, Cetraro, Serra d'Aiello sarebbero state utilizzate, per l'abbattimento della carica batterica, quantità abnormi di cloro determinando “nello scarico finale dei depuratori una concentrazione del parametro di cloro attivo libero superiore, in un caso, di oltre 500 volte i limiti della tabella.”

A Paola, Belvedere Marittimo, Verbicaro, San Pietro in Amantea, Serra d'Aiello, Tortora, “si sarebbero sversati nei corsi d'acqua, nell'arenile e nel mar Tirreno liquami assolutamente non depurati, caratterizzati dalla presenza di fanghi e schiume in superficie”.

Ora il GIP Il Gip di Paola ha fissato per il prossimo 23 maggio l'udienza preliminare in relazione alla richiesta di rinvio a Giudizio depositata dal Pubblico ministero il 29 novembre dello scorso anno. Quattro le persone indagate:

- Domenico Albanese, 65 anni, legale rappresentante e direttore tecnico della Smeco Cosenza, ramo d'azienda della Smeco Spa , difeso dall'avvocato Francesco Siclari, del Foro di Reggio Calabria.

-Lilia Gessica Plastina, 40 anni, di Fuscaldo, responsabile di zona, capo area, della società, difesa dagli avvocati Sabrina Mannarino e Gianfranco Parenti del Foro di Paola; ;

-Raffaele Romeo, 63 anni, di Reggio Calabria, amministratore unico;

-Rita Rosaria Mazzacuva, 62 anni, legale rappresentante di una delle società del gruppo.

Rita Mazzacuva e Raffaele Romeo sono difesi dall'avvocato Sergio Laganà del Foro di Locri.

Tante le parti offese tra cui i comuni interessati; il ministero dell'Ambiente; i presidenti della Giunta calabrese e della Provincia di Cosenza; i parchi marini della Riviera dei Cedri e degli Scogli di Isca; numerosi cittadini, molti dei quali residenti fra Tortora e Praia a Mare; il Wwf Italia; Legambiente Calabria e l'Anpana.

Pubblicato in Alto Tirreno
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