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Reggio Calabria, 1 ottobre 2019 - Bocciata la proposta di legge sul Corap proposta dalla Giunta regionale. Ieri nel corso della seduta congiunta delle Commissioni Bilancio e Affari istituzionali si è deciso di rinviare e modificare il testo che prevede la liquidazione coatta amministrativa dell’Ente.

Una proposta di legge che, in realtà, serviva a nascondere con un colpo di spugna un sistema torbido e clientelare attorno al Consorzio regionale per le attività produttive.

 

 

Infatti, non avrebbe salvaguardato né i livelli occupazionali, così come hanno ribadito puntualmente anche i sindacati, né l’ingente patrimonio dell’Ente (valutato contabilmente per oltre 400 milioni di euro e circa un miliardo di euro come valore di mercato).

Risulta lacunosa anche sulle funzioni e la mission istituzionale del Corap, un Consorzio che avrebbe dovuto rappresentare lo strumento per attrarre investimenti nel territorio calabrese invece nulla è previsto su chi dovrà garantire questi compiti.

La proposta, tra l’altro, è arrivata in Commissione senza il parere dell’ufficio legislativo del consiglio regionale.

Parere propedeutico a capire la compatibilità legislativa dell’atto proposto che prevedeva la liquidazione coatta dell’Ente.

Il commissario nominato dalla Regione Calabria, il dottor Caldiero, stranamente non ha prodotto alcuna relazione analitica sullo stato dell’Ente e sulla proposta di liquidazione coatta.

Solo in un secondo momento, nel corso dell’audizione, si è giustificato affermando che faceva propria la relazione del Revisore dei Conti che andava in direzione opposta rispetto alla proposta di liquidazione coatta da lui stesso proposta.

Ma il dato più evidente che manifesta inerzia e omissioni è il fatto che il Revisore dei Conti, dott. Tempo, ha ribadito che lui ha più volte informato con l’invio di atti e verbali il presidente della II Commissione regionale, il presidente Oliverio e la Giunta regionale.

A quanto pare nessuno ha mai sentito l’esigenza in questi quattro anni di intervenire e fare chiarezza nonostante la Regione sia per legge l’Ente vigilante del Corap.

Ma in questi anni è accaduto di tutto. Paradossale è la vicenda della sede in Marocco con un progetto costato oltre 110mila euro.

A questo si aggiungono poi incarichi e consulenza in 18 mesi da 454.682,68 euro.

Emerge un quadro in cui l’utilizzo delle risorse pubbliche è effettuato ad uso clientelare tendendo a favorire un sistema che sicuramente non è servito alla costituzione del Corap e alla sua missione istituzionale.

Nei prossimi giorni presenteremo una proposta di legge che va nella direzione di salvaguardare i dipendenti, il patrimonio dell’Ente e il rilancio delle funzioni per attirare investimenti nel territorio calabrese.

Una proposta che punterà alla ricapitalizzazione, la predisposizione e adozione di un piano di risanamento e di riequilibrio finanziario attraverso un piano industriale.

Carlo Guccione                                  Consigliere regionale

Pubblicato in Calabria

COSENZA Che Sergio Tempo (nella foto a colloquio con il governatore Mario Oliverio) non sia il revisore dei conti preferito dalla Regione è piuttosto evidente. Il professionista, che aveva firmato una serie di relazioni piuttosto critiche nei confronti della gestione del Corap, è tra i due revisori non confermati nel novero complessivo dei professionisti designati per vigilare sui conti delle Aziende sanitarie calabresi.

E non ha gradito le scelte del governatore. «I fulmini sono stati ben direzionati – scrive – verso chi è risultato essere “legalmente” troppo ingombrante, l’ennesima dimostrazione di una “distrazione governativa” in seno alla Presidenza della Regione Calabria».

L’obiettivo delle critiche è il presidente Oliverio, che Tempo definisce «distratto», al punto da «non aver constatato che il Collegio sindacale in carica all’Asp di Cosenza è risultato essere a giudizio del ministero dell’Economia e delle Finanze uno dei più efficienti e produttivi d’Italia».

Tempo e la Regione si erano già incrociati davanti al Tar Calabria (che aveva rimesso al proprio posto il commercialista allontanato dal Corap) e, riferisce ancora il revisore, anche alla Provincia, quando Oliverio ne era presidente e Tempo, «a fine triennio fu sacrificato a vantaggio di un soggetto che non poteva essere nominato in quanto aveva già ricoperto la stessa carica per due mandati, come certo potrà aiutare a ricordare l’ex consigliere provinciale, rappresentante del Medio Tirreno e attuale consigliere regionale, o un senatore del Pd calabrese, anch’egli ex consigliere provinciale».

Le contestazioni non finiscono qui. «Come non notare – scrive ancora il commercialista – che degli otto componenti da designare nelle Aziende del Servizio sanitario regionale, solo 2 non sono stati confermati (oltre ad un terzo presso l’Asp di Catanzaro a giusta ragione, avendo esaurito due mandati), di cui uno a Vibo Valentia, dove il revisore, con nomina di competenza del presidente, è stato sostituito poco opportunamente e in aperto conflitto di cariche con il sindaco di Santo Stefano in Aspromonte che è anche componente del Collegio dei revisori della Regione Calabria (organo deputato al controllo della Regione)».

Il secondo degli estromessi è proprio Tempo.

Che rivendica il proprio operato all’Asp di Cosenza, dove «grazie al lavoro certosino del Collegio, con un impegno gravoso, ma oculato e competente, è stato modificato per sempre un “modus operandi” in una maniera che neanche la mia estromissione potrà cancellare.

Né potrà essere annullato il solco di legalità tracciato dal Collegio nel triennio».

«I risultati dei rilievi effettuati e inoltrati agli organi competenti saranno a breve portati a conoscenza dei cittadini –continua Tempo –. Perché la “distrazione” non può essere utilizzata a giustificazione di un atto politico/amministrativo autonomo che, invece, necessita e urge di una motivazione valida, pertinente, circostanziata e plausibile».

È l’annuncio dell’accesso agli atti inoltrato alla Regione per comprendere quali siano «i criteri di selezione e di esclusione». «Non oso pensare – continua il revisore – che la motivazione, certamente non di natura professionale (i curriculum sono testimonianza), né di natura gestionale (il ministero ne è testimone), possa essere solo conseguenza di un rapporto conflittuale tra chi le “nomine” le gestisce per posizione politica e amministrativa e chi gli “incarichi” li onora per etica professionale».

Tempo si sente mortificato e ritiene che l’amministrazione sia stata gestita «alla stregua di una scacchiera.

Sarà interessante – chiosa Tempo – capire, alla fine, chi farà “scacco matto”».

DaIlcorrieredellaCalabria

Pubblicato in Amantea Futura

Il 20 novembre 2018 è stata pubblicata la sentenza della prima sezione del Tar di Catanzaro che ha disposto la reintegrazione di Sergio Tempo nelle funzioni di revisore dei conti.

 

 

 

Tempo era stato mandato via perché denunciava le “cose” che non andavano.

Intanto ecco la sentenza pubblicata il 20/11/2018

N. 01978/2018 REG.PROV.COLL. N. 00004/2018 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Calabria (Sezione Prima)

ha pronunciato la presente SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 4 del 2018, integrato da motivi aggiunti, proposto da
Sergio Tempo, rappresentato e difeso dall'avvocato Andrea Reggio D'Aci, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;

contro

Regione Calabria, in persona del Presidente in carica, rappresentata e difesa dall'avvocato Paolo Falduto, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso l’Avvocatura regionale, in Catanzaro, alla Cittadella regionale;

nei confronti

Rocco Nicita, rappresentato e difeso dall'avvocato Leo Stilo, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;

Co.R.A.P. - Consorzio Regionale per lo Sviluppo delle Attività Produttive, Autorità Nazionale Anticorruzione, non costituiti in giudizio;

per l'annullamento

a) del decreto del Presidente della Giunta regionale della Calabria del 22 dicembre 2017, n. 141, avente ad oggetto “la revoca del DPGR n. 25 del 2 marzo 2017” con cui era stato assegnato al ricorrente l’incarico di Revisore Unico del CO.R.A.P., Consorzio Regionale per lo sviluppo delle attività produttive;

b) di ogni altro atto presupposto, connesso o consequenziale, compresi gli atti richiamati nel suddetto decreto del Presidente della Giunta regionale della Calabria del 22 dicembre 2017, n. 141, e in particolare:

-b1) la nota dipartimentale del 7 giugno 2017, prot. SIAR n. 189831;

-b2) la relazione del 25 luglio 2017, prot. SIAR n. 245574;

-b3) la nota del 5 ottobre 2017, prot. SIAR n. 311430;

-b4) ove ritenuto o interpretato come lesivo, l'Avviso pubblico di cui al decreto del Dirigente generale del 7 dicembre 2012, n. 15556.

e per la declaratoria di inefficacia del rapporto contrattuale eventualmente medio tempore stipulato con il controinteressato dott. Nicita.

Visti il ricorso, i motivi aggiunti e i relativi allegati;

Visti gli atti di costituzione in giudizio della Regione Calabria e di Rocco Nicita;

Visti tutti gli atti della causa;

Relatore nell'udienza pubblica del giorno 24 ottobre 2018 il dott. Francesco Tallaro e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;

Rilevato in fatto e ritenuto in diritto quanto segue.

FATTO

1. – A seguito di selezione bandita nel dicembre 2016, con decreto del Presidente della Giunta regionale della calabria del 2 marzo 2017, n. 50, è stata disposta la nomina di Sergio Tempo a revisore unico del Consorzio regionale per lo sviluppo delle attività produttive della Regione Calabria - CORAP, in ossequio a quanto disposto dall’art. 5 l.r. 16 maggio 2013, n. 24.

Il professionista nominato si è insediato in data 14 marzo 2017.

2. – Il 2 maggio 2017, dopo aver avuto accesso agli atti della gara, Rocco Nicita, che pure aveva preso parte alla procedura, ha invitato l’amministrazione regionale a rivedere la propria determinazione ed eventualmente ad attivare l’istituto dell’autotutela, avendo ravvisato l’insufficienza della documentazione prodotta da Sergio Tempo ad attestare il possesso dei requisiti professionali richiesti per la nomina.

3. – L’amministrazione ha avviato un procedimento per la verifica delle deduzioni di Rocco Nicita, all’uopo nominando un responsabile unico del procedimento ad hoc.

Quindi, con il provvedimento meglio indicato in epigrafe e oggetto di impugnazione, la Regione Calabria ha revocato l’incarico affidato a Sergio Tempo, ritenendo che egli non avesse dimostrato di possedere l’esperienza professionale richiesta nell’avviso pubblico.

4. – Sergio Tempo ha impugnato tale provvedimento, sollevando le seguenti censure:

I) violazione dell’art. 4, comma 1 l.r. n. 24 del 2013 e del principio del contrarius actus, in quanto l’amministrazione resistente avrebbe esercitato l’autotutela senza avvalersi della medesima procedura utilizzata per lo svolgimento della selezione pubblica;

II) violazione dell’art. 97 Cost., dell’art. 7 l. 7 agosto 1990 n. 241 e dell’art. 51 c.p.c., elusione delle garanzie partecipative e violazione dell’obbligo di buona fede, eccesso di potere per sviamento della causa tipica e violazione delle regole anticorruzione, in quanto al ricorrente non sarebbe stata consentita la partecipazione al procedimento, invece assicurata al controinteressato, e inoltre il responsabile del procedimento sarebbe stato condizionato da pregressi rapporti lavorativi con il controinteressato;

III) violazione dell’art. 97 Cost. e dell’art. 25-quinquies l. n. 241 del 1990, per la mancanza assoluta di motivazione e di istruttoria sull’interesse pubblico tutelato dall’intervento in autotutela, sollecitato dal controinteressato che pure non aveva impugnato il provvedimento di nomina;

IV) eccesso di potere e violazione dell’art. 4, comma 2 l.r. n. 24 del 2013, nonché dell’art. 14, comma 1 lett. e) del d.l. 13 agosto 2011, conv. con mod. con l. 14 settembre 2011, n. 148, in quanto i principi fissati dalla Corte dei Conti, Sezione delle Autonomie, con delibera n. 3 del 2012 per l’individuazione dei requisiti professionali necessari per la nomina a revisori dei conti non si applicherebbero, come invece ritenuto dall’amministrazione, agli Enti strumentali regionali, ma solo alle Regioni;

V) violazione dell’art. 4, comma 2 della l.r. n. 24 del 2013, nonché dell’art. 14, comma 1 lett. e) del d.l. n. 138 del 2011, in quanto, in ogni caso, sarebbero stati applicati in modo erroneo i principi fissati dalla Corte dei Conti.

5. – Si sono costituiti la Regione Calabria e Rocco Nicita, chiedendo il rigetto dell’avverso ricorso per infondatezza delle cesure sollevate dal ricorrente.

6. – A seguito delle produzioni documentali da parte dell’amministrazione resistente, Sergio Tempo ha presentato motivi aggiunti, deducendo la violazione dell’art. 97 Cost., l’eccesso di potere e la carenza dei presupposti per l’emanazione dell’atto impugnato, in quanto il controinteressato non sarebbe nelle condizioni giuridiche di subentrare nell’incarico, essendo stato sorteggiato solo ai fini dell’eventuale nomina alla carica di Revisore supplente.

7. – Concessa, con ordinanza del 17 gennaio 2018, n. 23, la tutela cautelare invocata da parte ricorrente, il ricorso è stato discusso e spedito in decisione all’udienza pubblica del 24 ottobre 2018.

DIRITTO

8. – Il ricorso deve trovare accoglimento in ragione della fondatezza, già ritenuta in sede cautelare, dei primi tre motivi del ricorso principale.

9. – Va premesso che il decreto del Presidente della Giunta regionale della Calabria impugnato, che invero rappresenta l’atto in concreto lesivo dell’interesse del ricorrente, è qualificabile come atto di annullamento in autotutela ex art. 21-nonies l. n. 241 del 1990.

In effetti, l’amministrazione, in sede di “riesame” e su sollecitazione di un terzo partecipante alla selezione, ha ravvisato un vizio di illegittimità del precedente atto di conferimento dell’incarico costituito dalla mancanza di uno requisiti richiesti per la partecipazione alla “selezione” e al “sorteggio” per la nomina a revisore unico dei conti e revisore supplente del CO.R.A.P.

Il potere di ritiro in autotutela è essenzialmente caratterizzato dalla discrezionalità di cui gode la pubblica amministrazione, la quale, pertanto, richiede un onere motivazionale circa le concrete ragioni di pubblico interesse che inducono all’esercizio del relativo potere.

Sul punto, la giurisprudenza amministrativa è ormai uniforme, statuendo a più riprese che “in linea generale, la revoca di un provvedimento amministrativo costituisce esercizio del potere di autotutela della pubblica amministrazione, che, in ossequio ai principi di legalità, efficacia, imparzialità e buon andamento dell’azione amministrativa, deve essere assistito dalle garanzie partecipative (salvo i motivati casi di urgenza), da quelle formali e procedurali scaturenti dal canone del contrarius actus e dalla necessità di esplicitare le ragioni giustificanti la nuova determinazione, con la conseguenza che essa, da un lato, non può assumere la forma implicita (pena la violazione dell’art. 3, l. n. 241 del 1990, che ha sancito l’obbligo di motivazione per tutti i provvedimenti amministrativi, a meno che le ragioni della stessa non siano chiaramente intuibili sulla base del contenuto del provvedimento impugnato); dall’altro, deve estrinsecarsi in un procedimento corrispondente a quello a suo tempo seguito per l’adozione dell’atto revocando” (cfr. Cons. Stato, Sez. V, 9 luglio 2015, n. 3458; Cons. Stato, Sez. VI, 4 luglio 2011, n. 3963; Cons. Stato, Sez. V, 28 giugno 2011, n. 3875; Cons. Stato, Sez. V, 13 febbraio 2009).

10. – Ebbene, nel caso di specie risultano del tutto assenti sia la partecipazione del ricorrente al procedimento di autotutela, sia una motivazione sull’interesse pubblico all’annullamento della nomina del ricorrente a revisore dei conti del CO.R.A.P., che era resa ancor più necessaria per la delicatezza delle funzioni svolte e in ragione dei plurimi atti adottati dal ricorrente nell’esercizio delle sue funzioni.

11. – Inoltre, deve ribadirsi quanto già affermato in sede cautelare, e cioè che non risulta seguito, in sede di autotutela, lo stesso procedimento prescritto per la nomina del revisore dei conti.

12. – Per tali, assorbenti vizi e in tali termini, il ricorso deve trovare accoglimento, con annullamento del decreto del Presidente della Giunta regionale della Calabria del 22 dicembre 2017, n. 141, e conseguenziale reintegrazione del ricorrente nelle funzioni di revisore dei conti.

Il sollecito intervento cautelare del Tribunale Amministrativo Regionale rende superfluo l’esame delle ulteriori domande proposte dal ricorrente, il cui interesse risulta comunque pienamente soddisfatto.

13. – Le spese di lite sono regolate secondo il principio della soccombenza.

P.Q.M.

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Calabria (Sezione Prima), definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo accoglie per quanto di ragione e, per l’effetto, annulla il decreto del Presidente della Giunta regionale della Calabria del 22 dicembre 2017, n. 141, confermando la reintegrazione del ricorrente nelle funzioni di revisore dei conti.

Condanna la Regione Calabria, in persona del Presidente in carica, e Rocco Nicita, in solido tra di loro, alla rifusione, in favore di Sergio Tempo, delle spese e competenze di lite, che liquida nella misura di € 2.500,00, oltre al rimborso delle spese generali nella misura del 15%, nonché oltre a IVA e CPA come per legge.

Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa.

Così deciso in Catanzaro nella camera di consiglio del giorno 24 ottobre 2018 con l'intervento dei magistrati:

Vincenzo Salamone, Presidente

Francesco Tallaro, Primo Referendario, Estensore

Francesca Goggiamani, Referendario

…..continua domani…..

Il nostro amanteano Sergio Tempo è destinato a passare alla storia dell’ente regione Calabria per essere uno dei pochi, se non l’unico calabrese che ha denunciato il malaffare negli enti ( mi viene in mente di dire carrozzoni)

 

regionali( se ce ne sono altri si facciano avanti!), che talvolta, se non spesso o sempre, sono camere di soddisfazione di interessi vari, gestiti con sufficienza, approssimazione, se non disinteresse od illecitamente, e senza che alcuno osservi, rilevi, contesti, denunci, come ha fatto il nostro eroe!.

Una vicenda che supponiamo ( e ci auguriamo) venga posta sotto osservazione dalla Corte dei conti, dall’Anac e dalla Procura di Catanzaro.

Intanto , e per non dimenticare, leggete cosa scrive Pablo Petrasso ,uno dei pochi Giornalisti Liberi di questa terra di calabria!

“Il Corap ha più di cento dipendenti. E gli ingegneri, nel suo organico, non mancano. Non si direbbe, stando a una delle ultime delibere del consorzio guidato dal commissario straordinario Rosaria Guzzo.

Un atto firmato il 23 gennaio scorso dal dirigente Filippo Valotta, infatti, affida alla società Sim Ingegneria di Belvedere Marittimo, la verifica di un progetto.

Roba da ingegneri, appunto.

E lautamente retribuita: circa 32mila euro.

Ben fatto, avrà pensato il management.

Che il giorno dopo ha premiato Valotta con 10.431 euro, un «premio di anzianità» calcolato sulla base dello stipendio 2013 (cioè di un compenso pari a oltre 130mila euro). Certi benefit sono una fortuna.

Questo, in particolare, «matura al compimento del 15° e del 25° anno di servizio effettivo reso dal dirigente presso il consorzio industriale» ed «è definito in un importo una tantum poi all’8% e al 16% della retribuzione annuale».

Tra dieci anni varrà 20mila euro: un bel regalo, davvero, da parte di una Regione che non è sempre così prodiga con i propri “figli”.

Nei corridoi del consorzio, evidentemente, credono che i tecnici già presenti nell’organico siano troppo pochi o poco qualificati. Altrimenti non si spiega la decisione di dare alle stampe il decreto numero 146 del 28 novembre 2017.

Cosa fa? Approva «l’avviso pubblico per la formazione di un elenco di professionisti finalizzata al conferimento di incarichi professionali per servizi di ingegneria e di supporto alle attività dell’ente di importo inferiore alla soglia comunitaria». L’ente sembra basato sull’affidamento di incarichi sotto soglia, utilissimi in situazioni d’emergenza e soprattutto indispensabili per evitare fastidiose gare d’appalto. 

Si dispensano, così, consulenze di ogni tipo.

In maniera “allegra”, addirittura irregolare, secondo gli esposti del revisore unico dei conti Sergio Tempo. Il riferimento è all’affidamento e la proroga di due consulenze professionali.

Le segnalazioni inoltrate dal professionista a Corte dei conti, Anac e Procura di Catanzaro si riferiscono all’assunzione di Francesco Niccoli e Alessia Barca «a supporto della struttura commissariale con particolare riferimento agli aspetti di natura contabile e di natura legale propri della fase di transizione successiva all’avvenuta istituzione del Corap».

I conti sono, in effetti, una delle preoccupazioni della commissaria straordinaria Rosaria Guzzo e pure dei dipendenti, che dalle Asi hanno ereditato parecchi stipendi arretrati, saldati proprio qualche giorno fa. I secondi hanno tirato a lungo la cinghia, mentre il “loro” consorzio affidava alla società Audirevi un incarico per la revisione contabile del bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2016: 28mila euro più Iva «e spese vive documentate». 

È lo scarto tra la vita (grama) dei dipendenti pubblici e le libertà concesse alle strutture in cui lavorano.

Anche al Corap funziona così e i lavoratori non lesinano le battute sulla spending review trasformata in “spending di più”.

E non ci sono soltanto le consulenze: il management ha una particolare passione per gli eventi e l’informatica.

L’evento, per la verità, è stato uno soltanto ma ha destato – per i costi – qualche perplessità. Il convegno “Percorsi e prospettive future del Corap” è stato pagato 20.374 euro, liquidati in tempi record alla 5CEventi di Rende, passando sopra qualche regola (che Guzzo conosce bene, essendo una dirigente della Ragioneria alla Regione) sul rispetto cronologico dei pagamenti previsto dalle leggi. 
La passione per l’informatica è costata decisamente di più.

A partire dal sito deluxe, pagato 32.500 euro e realizzato dalla società Kaala srl (sempre di Rende). È stata, poi, la volta della fornitura di servizi e materiali informatici avvenuta in tre tranche da 14.330, 6.344 e 10.880 euro.

Ecco le aziende prescelte per il salto di qualità tecnologico: una è la “Fitad di Biagio Talerico”, di San Giovanni in Fiore, che ha fornito workstation, pc e hard disk (è l’affidamento da 10.880 euro). Segue – per l’acquisto di sette pc, tre notebook, un mouse e una borsa al costo di 14.300 euro – la Inforcal, con sede a Cosenza.

Il nome della ditta ritorna per «la fornitura e la realizzazione dell’impianto per la trasmissione dati per il secondo piano dello stabile di proprietà del Corap» nella sede operativa di Lamezia Terme. 

 Come se non bastasse, tanto per affermare l’esistenza del Corap, la dirigenza ha pensato bene di spendere 12.400 euro per la fornitura e posa in opera di una nuova cartellonistica e segnaletica stradale per il consorzio.

A chi è andato l’affidamento? Naturalmente (verrebbe da dire) a una ditta del Cosentino, la Spot Channel sas, con sede a Rende.

Che, nella mini gara (sono arrivati due preventivi) ha battuto la 5CEventi, già titolare dell’evento sulle prospettive future del consorzio.  

Rendersi riconoscibili è una delle priorità. Vale sia per le insegne stradali che per le relazioni internazionali.

E non importa che le mete siano lontane.

La commissaria Guzzo ha deciso di non mancare (accompagnata dal dirigente responsabile dell’area Gestione reti) l’appuntamento con la conferenza internazionale “The Green Aib”, in programma a Marrakech il 12 e 13 luglio 2017.

La conferenza internazionale in materia di sostenibilità energetica è uno degli eventi considerati imprescindibili sia dal Corap che dalla Regione, «al fine di acquisire ulteriori opportunità di confronto in materia di depurazione, rifiuti e politiche per la valorizzazione ambientale».

E non è stata l’unica trasferta in Marocco, visto che il 9 novembre 2017 il Consorzio ha autorizzato una nuova missione – dal 14 al 18 novembre – per commissario e dirigente, chiamati a «una serie di riunioni tecniche da tenersi con le competenti autorità nelle città di Rabat, Tangeri e Casablanca». Un mini tour autunnale per ampliare gli orizzonti dell’ente.

Che elargisce incarichi, si presenta (con gli eventi), si manifesta (con i cartelli stradali) e si propone all’estero ma non ha ancora un piano industriale.

Ma, soprattutto, investe in informatica.

E paga migliaia di euro senza tenere troppo in conto l’ordine cronologico delle fatture.

Tra gli appelli (poco ascoltati) del revisore dei conti a contenere i costi. (2 - continua)

Pablo Petrasso

Pubblicato in Primo Piano

Secondo il tribunale amministrativo l'atto difetta di motivazioni

Scrive Il Corriere “ Sergio Tempo, vince la sua prima partita davanti ai giudici amministrativi.

Il Tar della Calabria ha infatti sospeso il decreto con cui, lo scorso 22 dicembre, il governatore ha revocato l’incarico al revisore “ribelle” per affidarlo al secondo classificato dopo sorteggio pubblico, Rocco Nicita.

La rimozione di Tempo, raccontata dal Corriere della Calabria ha fatto scalpore proprio per via delle denunce che il revisore aveva presentato negli ultimi mesi alla Corte dei conti e alla Procura di Catanzaro.

Nei suoi esposti, Tempo aveva denunciato presunte illegittimità relative ad affidamenti e proroghe di incarichi professionali e al contratto dei dipendenti non dirigenti.

In un altro verbale, inoltre, l’esperto contabile aveva fatto luce sulle difficoltà finanziarie dell’ente, dovute alla gestione “allegra” del commissario Rosario Guzzo.

La revoca di Oliverio era dunque stata da più parti interpretata come un tentativo di allontanare un tecnico sgradito ai piani alti della Cittadella regionale.

Per il momento, il Tar ha annullato il provvedimento del governatore in quanto il ricorso di Tempo presenta «profili di fondatezza», con riferimento, in particolare, «alle censure con le quali si lamenta carenza istruttoria, difetto di motivazione, tenuto anche conto che la revoca interviene dopo 10 mesi dal conferimento dell’incarico di revisore» e considerato che dall’esecuzione dell’atto firmato da Oliverio «deriva alla parte ricorrente un danno grave e irreparabile».

L’udienza di merito è stata fissata per il prossimo 17 gennaio”.

Pubblicato in Amantea Futura

sindaco«Non sono più il sindaco di Amantea. Le dimissioni della metà dei consiglieri eletti ha apposto la parola fine a questa esperienza.

 

Ringrazio tutti. In primis proprio gli eletti che hanno iniziato con me questo percorso amministrativo e che hanno preferito compiere altre scelte e seguire altre strade, come Giusi Osso che in questo suo agire mi ha dato una grandissima lezione di vita.

 

Ringrazio chi ha sostenuto la nascita e la formazione della lista Rosa arcobaleno che, per la prima volta, ha portato al vertice dell’esecutivo una donna e una mamma: una circostanza impensabile solo fino a pochi anni addietro, quando le stanze delle trattative politiche erano chiuse a chi aveva anteposto il senso della famiglia a tutto il resto.

 

Ringrazio chi non ha creduto in me e nella mia onestà, chi non è stato capace di percepire le mie intenzioni, chi non ha avuto il coraggio di mostrare chi fosse in realtà».

«Ringrazio gli amici veri che non mi hanno fatto mai mancare il proprio sostegno ed anche i consiglieri di maggioranza che sono rimasti fino all’ultimo in sella, senza esitazioni, condividendo un progetto che avrebbe fatto intravedere i suoi frutti nei prossimi anni.
Il nostro scopo principale era risanare l’ente comunale, convincendo la collettività a sentirlo proprio, a partecipare al suo funzionamento, rafforzando il ruolo dell’ufficio tributi. Ringrazio i cittadini di Amantea e Campora San Giovanni: abbiamo cercato di trasmettere l’idea di una città unica e unita, sposando le idee e le speranze delle anime che la compongono».

«Un ultimo ringraziamento lo rivolgo, infine, alla mia famiglia. Sono stati tanti i momenti di difficoltà e di sconforto che sono stati superati nella tranquillità di un abbraccio che un genitore rivolge alla propria figlia, nella consapevolezza che ogni azione compiuta e ogni gesto è fatto nel rispetto del prossimo e non di sé stessi. Auguro alla mia città solo il meglio, e a chi verrà dopo di me di agire con la stessa trasparenza e lo stesso amore».

Pubblicato in Politica

Ecco il durissimo comunicato di Vincenzo Lazzaroli dal quale è estratto il titolo di questo articolo.

“Amantea muore e la commedia continua; ormai è passata anche la fatidica “nuttata” che il Buon Eduardo De Filippo, in Napoli Milionaria, aveva usato come battuta finale

per rappresentare la necessità di attendere per verificare la bontà di una cura per la figlia gravemente ammalata.

Ebbene, questa figlia ammalata è Amantea e la “nuttata” ormai è volata via, ma Amantea muore.

Muore sotto i colpi di una insensata voglia di potere che, come anche denunciato dell’EX assessore Tempo nell’ultimo comunicato, pervade la famiglia Sabatino e i suoi accoliti.

Una voglia di potere che porta, conti alla mano, a falsificare anche i bilanci Comunali per coprire debiti/buchi finanziari storicamente accertati e magicamente spariti, proprio in una notte alla fine dell’anno.

Peccato però che, con questo modo di fare individualistico, in mancanza di interventi delle Istituzioni, sancirà la morte definitiva di questa Città.

Sulla questione del Bilancio è forse lecito aspettarsi una presa di posizione e una spiegazione dettagliata da parte della Giunta Comunale sul debito di circa 200.000, 00 euro non presente nella variazione di bilancio presentata nell’ultima seduta del consiglio comunale .

Anche sulle maggiori entrate collegate a ruoli Tari e servizio idrico, andrebbe fatta chiarezza, se fossero reali dovrebbero essere abbattute dal costo del servizio, andando quindi a beneficio dei cittadini, in caso contrario si potrebbe ricadere nel reato di abuso di ufficio.

Se invece, tali maggiori entrate non dovessero essere vere, il loro inserimento porterebbe a configurare un reato di falso in bilancio.

E pensare che la malattia non è stata neanche fulminea e imprevedibile; se si fanno bene i conti questa malattia sta minando la salute di Amantea da oltre un ventennio.

Da quando, cioè, come dice anche Tempo, le sorti delle finanze Comunali sono cadute in mano dell’attuale benemerito Volontario Civico.

Tutti, nel passato, hanno bevuto alla Fonte Magica di questo personaggio che ha saputo far tornare i conti nei tempi e nei modi che hanno fatto comodo, via via, a chi si è alternato in Comune.

Le sue alchimie hanno certamente giovato alla politica locale, non prendiamoci in giro. E sarà forse questo il motivo per cui, evidentemente, oggi Amantea paga la presenza dannosa di un Sindaco senza alcuna storia, né capacità?

Qualcuno dovrebbe rispondere a questa domanda di fronte ai cittadini di Amantea.

Sono cresciuti i Sabatino, come un ”male” che ha divorato dall’interno la democrazia e la trasparenza dell’amministrazione che porterà, gradualmente, alla morte le Istituzioni pubbliche e la buona politica della nostra comunità !!

Fermatevi allora se vi è rimasto un briciolo di affetto per Amantea ed un granello di dignità personale.

Fermatevi o dovranno fermarvi democraticamente i cittadini di Amantea con iniziative spontanee, libere ma allo stesso tempo eclatanti !!!

Vincenzo Lazzaroli”

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Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato di Sergio Tempo. Avvertiamo il lettore che si tratta di una nota che intende dare inizio alla pubblicazione di tante “pesanti” verità dalle quali potranno emergere elementi induttivi della fine anticipata di questa consiliatura .

 

“La dichiarazione congiunta dell’Esecutivo e della “loro” Sindaca, rilasciata all’indomani di un Consiglio comunale che ha registrato, ancora una volta, la disfatta dell’Amministrazione vigente, umiliata non tanto dalla migrazione di Assessori e Consiglieri verso i banchi dell’opposizione, quanto dalla pochezza dei contenuti del loro operato e dall’assoluta inesistenza di competenze specifiche nel settore della Pubblica Amministrazione, ha segnato un solco profondo tra il civile confronto politico e le barzellette puerili da Corriere dei Piccoli.

 

Le colorate metafore utilizzate nel comunicato: “sfrondare i rami secchi”, riferendosi anche al sottoscritto, denotano una distorta visione della realtà da parte della Sig.ra Sabatino che probabilmente confonde “i rami” con le “ radici”.

Nessun seme avrebbe prodotto folta vegetazione nel 2014 nel Comune di Amantea senza Sergio Tempo; al contrario, venendo meno le “fondamenta” del castello incantato in cui la Sig.ra Sabatino soggiorna, cimentandosi spesso in acuti da soprano, molte sono le foglie che stanno ingiallendo e i rami che stanno cadendo, e a breve, anche l’albero produrrà solo legna per i camini.

 

Il taglio dato al comunicato evidenzia , tra l’altro, la sovversione delle regole basi della politica che consegna alla minoranza l’azione di attacco.

Pare, quindi, del tutto evidente che, i residui dell’Amministrazione Sabatino, nel loro intimo, abbiano già percepito che non esiste più una maggioranza effettiva, ma solo un “club per pochi intimi” e che la loro permanenza all’interno della gestione pubblica del Comune di Amantea sottrae braccia preziose alla green economy.

La Sig.ra Sabatino confonde ancora, o forse da sempre, il ruolo politico, ovvero di indirizzo, che compete agli Assessori, e quello di Funzionario, che consiste nel dirigere l’attività gestionale dell’Ente.

E’ OPPORTUNO RICORDARE che negli ultimi decenni tale funzione è stata svolta legittimamente dal Dott. Sabatino e da oltre due anni, impropriamente ed abusivamente, dal “paterno volontario civico” .

Di fatto il vero DOMINUS del Comune di Amantea.

La presenza del sottoscritto all’interno dell’Amministrazione, nel difficile ruolo di Assessore al Bilancio, considerata la convivenza con tale responsabile dell’ufficio di Ragioneria, ha contribuito NON “…a tenere nascosto un vaso di pandora”, ma a sostenere un equilibrio vitale, bloccando sul nascere i tentativi di “oscurare” i conti dell’Ente.

Certamente MAI, l’Assessore Tempo avrebbe avallato l’idea malsana di portare in Consiglio variazioni di bilancio supportate da entrate palesemente non veritiere.

A tal proposito, rispetto a quanto penosamente dichiarato nel comunicato congiunto, è necessario evidenziare che la Sig.ra Sabatino ed il neo Assessore al Bilancio, purtroppo disconoscono anche le più minime nozioni della normativa sugli Enti locali.

Nello specifico il T.U. art 193 c.2, in merito alla salvaguardia degli equilibrio di bilancio recita: “ e comunque almeno una volta entro il 31 luglio di ogni anno…”, che nella lingua nazionale significa NON SOLO entro il 31 luglio, ma ogni volta che si dovesse presentare una situazione tale da creare squilibrio.

Nel Consiglio comunale del 30.11.2016 ho elencato una serie di debiti fuori bilancio, capaci di creare una situazione di squilibrio nei conti, risultanti da vari protocolli dell’Ente, datati 13 ottobre 2016 e trasmessi all’Assessore al bilancio pro-tempore, Dott. Sergio Tempo e al Responsabile di Ragioneria ovvero “il paterno volontario civico”.

Tra i diversi debiti fuori bilancio, certamente eclatante, quello nei confronti di una società ( circa 200.000,00 euro ) per la cui riscossione è stata nominata commissario ad acta, la Segretaria comunale, a conferma del fatto che sia il Consiglio, che l’Esecutivo non potevano NON RICORDARE la presenza di tali debiti, poi misteriosamente non più presenti al 30 Dicembre 2016, e quindi sono TUTTI consapevoli, in estrema sintesi,che il bilancio è falso.

Le dichiarazioni ultime della Sig.ra Sabatino e del neo Assessore al Bilancio sulla possibilità di maggiori entrate che “per un caso fortuito” sono emerse, hanno solo peggiorato la posizione dell’Amministrazione, soprattutto perché le entrate fortuite sarebbero collegate a ruoli Tari e servizio idrico.

In tali dichiarazioni hanno dato sfogo alla loro incompetenza profonda, visto che evidentemente ignorano che, se tali maggiori entrate dovessero essere vere, dovrebbero essere abbattute dal costo del servizio, andando quindi a beneficio dei cittadini, in caso contrario si potrebbe ricadere in “abuso di ufficio”.

Laddove invece tali maggiori entrate fortuite non dovessero essere vere, il loro inserimento ricadrebbe nel “reato di falso in bilancio”.

Ma la gravità dell’argomento sembra non sfiorare i pensieri dell’Esecutivo impegnato invece a screditare l’operato del sottoscritto, dimenticando che tutti i risultati positivi in termini di entrate, provenienti finalmente dall’Ufficio Tributi, sono il risultato della mia personale azione incisiva nel rivendicare maggiori risorse umane e maggiore dignità ad un settore nevralgico per l’economia dell’Ente.

La figlia del volontario civico, dovrebbe ricordare, che nel corso di un Consiglio Comunale, a sostegno di quanto richiesto per l’Ufficio Tributi, minacciai le dimissioni.

Ma l’ingratitudine è figlia di madre prolifera e l’umiltà non soggiorna nell’animo della Sig.ra Sabatino che costantemente “dimentica” l’operato della “precedente Amministrazione”, cioè quella in cui il Dott. Sabatino era il responsabile di Ragioneria, e anche il Vice Segretario, e la sig.ra Sabatino era la Presidente del Consiglio Comunale percependo illegittimamente lo stesso compenso degli Assessori.

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ECCO IL COMUNICATO DI SERGIO TEMPO SULLA VICENDA CHE LO HA VISTO COINVOLTO ED ASSOLTO NEL PROCESSO PROMOTEO.

SERGIO TEMPO MOSTRA COSI’ LA SUA DIGNITOSA SERENITA’ E LA SUA INTENSA FORZA MORALE.

 

“SI E’ CONCLUSA FINALMENTE, E CON ESITO FAVOREVOLE, UNA VICENDA GIUDIZIARIA CHE MI HA CAUSATO ENORME DISPIACERE NEL CORSO DI QUESTI LUNGHI CINQUE ANNI.

UN ESITO POSITIVO, DI ASSOLUZIONE, CHE PERO’ NON BASTERA’ A RIMARGINARE IN TOTO LE LESIONI PROCURATE ALLA MIA IMMAGINE ED ALLA MIA PERSONA, COSI’ COME NON POTREBBE FARLO PER NESSUN UOMO ONESTO COINVOLTO IN EPISODI SIMILI.

ALLA FINE DEL PERCORSO, IL MIO PRIMO PENSIERO VA ALLE PERSONE CARE, NON PIU’ TRA NOI, CHE SONO ANDATE VIA PORTANDO NEL CUORE IL GROSSO DISPIACERE DELLE MIE VICISSITUDINI.

LE MIE BATTAGLIE SONO STATE SOSTENUTE, OLTRE CHE DALLA CONSAPEVOLEZZA DELLA MIA INNOCENZA, ANCHE DA UNA FRASE PRONUNCIATA DA UNO DI LORO “…NON DISPERARTI SERGIO, SONO SICURO CHE NE USCIREMO VINCITORI”.

LA VITTORIA E’ ARRIVATA MA, INSIEME A QUELLA FRASE, CERTO, NON POTRO’ MAI DIMENTICARE GLI ATTACCHI INGIUSTIFICATI SUBITI, ANCHE, ATTRAVERSO I MEDIA, DA PARTE DI CHI, MISERABILMENTE, ATTENDEVA UN MIO TRACOLLO.

SONO STATO COLUI CHE PIU’ DI ALTRI E’ STATO MESSO ALLA GOGNA MA ANCHE “L’UNICO” CHE HA ASSICURATO IL VERO COLPEVOLE ALLA GIUSTIZIA IN UN PROCESSO PARALLELO, OVVERO IL SIG. ANIELLO BAFARO CONDANNATO PER FALSO RISPETTO ALLE MENZOGNE DICHIARATE NEI MIEI CONFRONTI.

ALLA LUCE DEI FATTI, QUELLA RESTERA’ L’UNICA CONDANNA A CARICO DEL SIG. BAFARO VISTO CHE IL PROCESSO MADRE, APPENA CONCLUSO , CHE LO VEDE COMUNQUE COLPEVOLE, TRA MENO DI UN MESE ANDRA’ PRESCRITTO , PORTANDOSI DIETRO UNA SERIE DI INGIUSTE CONDANNE , MA NON CERTO QUELLA DEL PRINCIPALE IMPUTATO ED ARTEFICE DELL’INTERA VICENDA.

PER L’ESITO POSITIVO E PER COME PROFESSIONALMENTE E CON COMPETENZA HA TRATTATO IL MIO CASO VORREI, INFINE, RINGRAZIARE L’AVV. VINCENZO ADAMO.

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L’ultimo Consiglio Comunale ha sancito un indebolimento sostanziale della maggioranza di governo, con il passaggio dell’Ex Assessore Tempo nelle fila della minoranza che ad oggi, diciamoci la verità, non ha portato a casa grossi risultati.

Eppure, grazie ora alla presenza nei banchi dell’opposizione del Dott. Tempo, depositario di tante informazioni importanti riguardanti la sciagurata e familistica gestione del Comune da parte del clan Sabatino, si potrebbe giungere a risultati molto più concreti ed eloquenti, anche abbastanza rapidamente.

L’ex Assessore oggi ha davanti un nuovo Consiglio Comunale nel quale portare a compimento la sua opera, con l’ausilio di chi si batte da sempre contro questa mala gestione, che si trascina da troppo tempo!!

Caro ex Assessore Tempo, parliamoci chiaro, continuiamo a dirle grazie; grazie perché, in base a ciò che lei ha dichiarato e fatto, nei giorni scorsi abbastanza infuocati, noi abbiamo avuto la conferma, che la situazione nel Comune di Amantea, sotto la gestione Sabatino, è assolutamente indescrivibile ed assurda.

Grazie, dunque, per la denuncia che ha inteso fare durante l’ultimo Consiglio Comunale, relativamente alle ingerenze ed alle pressioni subite nell’esercizio del suo mandato da parte del Volontario Civico e, soprattutto, per avere portato alla luce il terribile buco di bilancio legato al debito “nascosto” contratto durante gli anni del Commissariamento del Comune.

Ovviamente il suo passo “storico” ha scatenato un Inferno politico, un mercato del pesce di basso livello che ha smascherato le intenzioni vere e dilatorie di questa amministrazione e, soprattutto, la qualità politica ed umana del gruppo di potere Sabatino.

Lo sapevamo, lo denunciavamo da tempo, ma lei ci ha dato una conferma inequivocabile che potrebbe risultare davvero importante per il futuro di questa città.

La gestione pasticciata del bilancio comunale, dei debiti esistenti, delle continue pezze messe di qua e di là, con buona pace della trasparenza e della correttezza amministrativa, rappresentano un modus operandi tipico di chi considera privata la cosa pubblica, di chi dietro le solite dichiarazioni politiche di auto referenziazione e auto apologia, non riesce a fare nemmeno un passo piccolissimo nella direzione del bene Comune.

Sappiamo che emotivamente sta gestendo una situazione personale non bellissima, che avrebbe preferito evitare, come ogni persona di giudizio che si interessa della collettività; ormai però il dado è tratto ed è necessario che lei, insieme a chi vorrà essere della battaglia, varchi un virtuale Rubicone e scenda a combattere la sua battaglia finale.

Adesso non può tornare indietro, deve solo andare avanti spedito e chiudere questa vicenda nella sessione “straordinaria e urgente” del Consiglio Comunale di mercoledì; mandiamo a casa questa amministrazione vergognosa ed insieme prepariamo il riscatto di Amantea, che tutti anelano.

Guadi per primo questo fiume e noi, insieme a lei, faremo parte di una cordata di rivoluzionari democratici, capaci di far dimenticare questo periodo buio e traghettare la nostra incantevole e sempre bistrattata città, verso un nuovo Rinascimento culturale, etico, sociale ed economico.

Abbia coraggio, sia il novello Cesare che può essere…Ora o mai più!!!

Vincenzo Lazzaroli.

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