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Sette persone (tre in carcere, tre agli arresti domiciliari e una con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria) sono state raggiunte stamani da altrettante misure cautelari con l’accusa di far parte di un gruppo di spacciatori.

 

 

 

Il blitzè scattato all’alba da parte degli uomini della polizia che stanno dando esecuzione all’ordinanza emessa dal Gip del tribunale locale su richiesta della procura della Repubblica.

Agli indagati vengono contestati, a vario titolo, la detenzione e cessione di cocaina, marijuana e l’estorsione.

Nel corso dell’attività di indagine sono stati effettuati diversi riscontri e sequestrate delle sostanze stupefacenti.

L’indagine, ha preso avvio dalla denuncia sporta da una “madre coraggio“, stanca delle continue vessazioni a cui era sottoposta dal figlio tossicodipendente, ricoverato presso una casa di cura. Dall’attività investigativa è emerso che la maggior parte degli indagati aveva messo in atto un sistema di “spaccio” collaudato operando soprattutto dalle rispettive abitazioni seppur alcuni di loro fossero agli arresti domiciliari.

Per conoscere i nomi dei destinatari delle misure cautelari occorrerà attendere la conferenza stampa da parte della questura e della procura, in programma in mattinata.

Cosenza 19 ottobre 2018

Pubblicato in Cosenza

Melito Porto Salvo. Si chiama operazione “Ubiquitas”.

 

 

I carabinieri di Melito Porto Salvo, insieme a Forestali e polizia municipale hanno eseguito sette ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari a carico di 7 persone.

Si tratta di impiegati del comune di Melito Porto Salvo, ritenuti a vario titolo indiziati di truffa aggravata e falsa attestazione della propria presenza in servizio mediante modalità fraudolente consistite nell'allontanamento dal luogo di lavoro senza effettuare la timbratura del badge ovvero scambiando il proprio badge con altri dipendenti.

 

 

Diverse interdizioni per altri dipendenti.

 

L’operazione è coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria.

Pubblicato in Reggio Calabria

Operazione della squadra mobile su indicazione della Procura

Alle prime ore dell'alba la squadra mobile della Questura di Cosenza ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di 7 misure cautelari

L’ordinanza è stata emessa dal gip di Cosenza su richiesta della locale Procura della Repubblica.

7 le persone ritenute responsabili, a vario titolo, di detenzione e cessione di cocaina, eroina, marijuana e hashish, estorsione e incendio.

Le indagini condotte dalla Polizia di Stato cosentina hanno consentito di disarticolare un gruppo di spacciatori operanti principalmente nel centro storico di Cosenza.

Nel corso dell’attività venivano effettuati ben 21 riscontri con sequestro di sostanze stupefacenti, tra i quali alcuni anche in provincia.

Tra gli assuntori anche impiegati di banca, avvocati e, addirittura, pensionati.

I dettagli dell'operazione Oberdan saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa in Procura alla presenza del procuratore capo Mario Spagnuolo.

Vari riscontri sono stati effettuati dalla polizia nel corso delle indagini: in uno in particolare gli agenti dopo aver monitorato a distanza l'arrivo di due possibili acquirenti stupefacente a casa di uno degli indagati, intimavano l'alt all'automobile con le due persone a bordo-

I due si davano alla fuga inseguiti dai poliziotti che con grande difficoltà riuscivano a bloccarli e a recuperare la droga appena acquistata.

Pubblicato in Cosenza

In manette presunti elementi vicini alla cosca Lanzino-Ruà tra cui Giuseppe Perri, indicato come il reggente dell’articolazione territoriale di Acri.

Arrestato anche un ex consigliere comunale di Acri, Angelo Gencarelli, e diversi imprenditori

E’ in corso un’operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Cosenza.

Stanno eseguendo 7 arresti nei confronti di presunti elementi di spicco della cosca Lanzino-Ruà.

Anche l’ ex consigliere comunale di Acri Angelo Gencarelli ex componente la segreteria dell’ex assessore alla Forestazione della Regione Calabria Michele Trematerra, , ritenuto dalla Dda di Catanzaro un elemento di spicco della cosca.

Gencarelli ha ricoperto anche la carica di presidente della Commissione urbanistica del Comune

La DDA lo ritiene l’"elemento di congiunzione tra l'associazione mafiosa e le istituzioni pubbliche, quali la Regione e gli Enti ad essa collegati ed il Comune di Acri” e “soggetto in grado di condizionare, grazie al rapporto collusivo instaurato con pubblici funzionari, le scelte amministrative degli Enti e di orientarne le procedure amministrative riguardanti gli appalti pubblici a favore di società o "cartelli" di società facenti capo ad imprenditori organici alla cosca”.

Le indagini della DDA sono coordinate dal procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro Vincenzo Luberto e dal pm Pierpaolo Bruni, e sono condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Cosenza e del Nucleo operativo della Compagnia di Rende.

Arrestati anche alcuni imprenditori, accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, concussione, corruzione elettorale, usura, frode informatica e armi.

La cosca avrebbe condizionato l'attività del dipartimento Agricoltura della Regione Calabria e del Comune di Acri per ottenere appalti nel settore della forestazione.

Oltre a «condizionare» l’attività del dipartimento Agricoltura e Forestazione della Regione e del Comune di Acri, gli arrestati avrebbero anche esercitato pressioni nei confronti dei funzionari preposti alla trattazione delle pratiche che avevano dimostrato riottosità.

Le indagini avrebbero anche evidenziato una serie di estorsioni e di prestiti a tassi usurai ai danni di imprenditori e commercianti, oltre all’imposizione fatta a vari commercianti per l’installazione nei loro locali di slot-machine e videopoker forniti da una società di riferimento della cosca.

Tra gli indagati c'è l’ex assessore all’Agricoltura della Regione Calabria Michele Trematerra (Udc) per concorso esterno in associazione mafiosa.

Insieme a lui è indagato, per concussione, l’ex sindaco di Acri Luigi Maiorano.

Secondo l’accusa la DDA la cosca avrebbe cercato di procacciare voti per Trematerra in occasione delle regionali del 2010.

Pubblicato in Calabria

Rubavano i Tir, prevalentementa del Nord Italia,  ma ignoravano che erano rintracciabili con il sistema satellitare. Arrestati tutti.


La banda operava fra le province di Monza, Bergamo, e Lodi.

Rubavano Tir che trasportavano di tutto , dai generi alimentari ai profumi e ai vestiti griffati.

L’indagine dei militari dell’Arma (denominata «Scania»), nasce dal ritrovamento in un capannone di Vaprio D’Adda, grazie al sistema di localizzazione satellitare, di un tir carico di generi alimentari rapinato a Paderno Dugnano il 17 gennaio 2014.

Oltre alla rapina di Paderno, vengono contestati una tentata rapina ad un tir a Dovera (Lodi), l’8 maggio, una rapina consumata il 1 maggio a Lodi ad un camionista che trasportava profumi e cosmetici per 230mila euro, e un altro episodio ai danni di un autista con un carico di giubbotti Moncler del valore di 800mila euro, avvenuto il 29 maggio a Crosio di Chignolo Po (Pavia).

I carabinieri del Nucleo investigativo di Monza, che hanno eseguito, 7 ordinanze di custodia cautelare, emesse dal tribunale di Monza su richiesta del pm Giulia Rizzo.

Tutto ha preso dalla indagine su un pregiudicato bergamasco che aveva la disponibilità di un magazzino.

E da lì si è risaliti all’intera banda

Gli arrestati sono Gregorio De Luca, Vincenzo Buttafuoco, Fulvio Cilisto (indicato come il leader del gruppo), Mario Belotti, Aurelio Croce, e Taviano Caruso.

I primi tre sono in stato di fermo per rapina aggravata, e sequestro di persona, gli altri arrestati in flagranza per ricettazione.

All’elenco va aggiunto anche Giovanni Verre, già catturato questa estate nello stesso ambito di indagine.

Gli arrestati sono ora detenuti nelle carceri di Bergamo e Monza

Quasi tutti sono di origine calabrese.

La merce rubata valeva ben più di un milione di euro.

Pubblicato in Italia
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