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pizzino“Il nuovo responsabile del Settore Lavori Pubblici e Manutentivo nell’ambito degli obiettivi assegnati sta procedendo a rendere la cittadina più decorosa ad iniziare dal centro cittadino, con il rifacimento dei marciapiedi di via Trento, via Dogana e zona Santa Maria rione croce, per poi estendere i vari interventi su altre zone ed utilizzando risorse umane e ditta affidataria dei servizi comunali, attraverso appositi ordini di servizio. In particolare si è dato ordine di ripristinare la pavimentazione ammalorata ed uniformando il decoro con creazione anche degli scivoli per le disabilita’. Non sono a conoscenza di lavori a favore di privati, bensì a beneficio di tutta la comunità. E con tale scelta del risparmio, lavori in economia, e dell’abbellimento del paese si continuerà ancora.

I lavori da eseguire sono tanti, anche per altre esigenze tra cui reti fognarie, idriche, illuminazione pubblica, ma confido nel percorso intrapreso dall’Ufficio Manutentivo e dal relativo assessorato teso al raggiungimento di risultati importanti”

Il Primo cittadino ritiene le critiche gratuite ed offensive 

“Da quello che mi è dato sapere i marciapiedi sono di proprietà comunale e qualora presentano una pavimentazione non a norma, ossia con mancanza di mattonelle o mancanza di cordoli di cemento, eventuali incidenti a pedoni graveranno sulle casse comunali.

Il Responsabile invece ha ritenuto necessario investire circa 450,00 euro per l’acquisto del.materiale occorrente ed intervenire tempestivamente per risolvere la problematica sollecitata da varie persone”

pd-810x542Il Governatore della Puglia Emiliano dopo tante giravolte finalmente ha deciso: resterà nel Pd e sfiderà Matteo Renzi alle primarie del partito candidandosi a Segretario del Pd.

 

Alla Direzione del Pd ci dovevano essere delle grandi sorprese, invece eccoti Emiliano che fa marcia indietro, ci ripensa, meglio restare nel Pd e continuare a governare la regione Puglia.

Se avesse abbandonato il partito certamente nel Consiglio regionale pugliese ci sarebbero stati degli strascichi, molti non lo avrebbero seguito.

 

Meglio l’uovo oggi, che la gallina domani.

La sua giravolta, però, ha portato degli sconquassi nella compagine dei ribelli e brucia moltissimo agli ex compagni di strada, i quali vanno avanti alla ricerca di un nuovo soggetto politico di centro sinistra che per il momento non ha un nome.

I Ministri Franceschini, Orlando e Delrio tentano di scongiurare la scissione. Sarà una impresa difficile ed impossibile.

 

La strada resta tutta in salita.

Per evitare la scissione Matteo Renzi dovrebbe abbandonare tutte le sue velleità e dovrebbe essere rottamato. Ma Renzi, purtroppo, non vuole lasciare il partito e il potere che ha conquistato in questi anni. I contendenti si odiano, si detestano, si combattono a viso aperto, nei fuori onda se ne ascoltano di tutti i colori, per il dominio di un partito che a poco a poco perde consensi e che considerano di loro proprietà.

Dice bene Alberto Infelise su <La Stampa>: "Forse quando smetteranno di fare la pipì in giro per segnare il territorio torneranno a essere in qualche modo interessanti per gli elettori."

 

E mentre i Deputati e Senatori litigano su tutto il Premier Matteo Renzi vola negli Stati Uniti snobbando la Direzione del suo partito intento a scrivere le regole per il prossimo Congresso.

Dalla California fa sapere che va bene così. La scissione annunciata e strombazzata ora è ancora più debole. Renzi è arcicontento che Emiliano sia rimasto nel Pd, si avranno, così, delle vere primarie molto partecipate.

Gli ex compagni di strada e di merenda del Governatore, però, non hanno gradito la sua giravolta e sono molto arrabbiati e irritati per il cambio di rotta. Ha scombussolato e non di poco i loro piani.

Ma forse è un bene che Emiliano sia rimasto nel Pd e che se ne siano andati Rossi, D’Alema e Bersani e qualche Deputato di provincia.

Renzi li avrebbe rottamati lo stesso non presentandoli candidati alle prossime elezioni politiche. Lo hanno capito e allora per non fare una brutta figuraccia hanno inventato delle scuse puerili e si sono rottamati da soli. Dove andranno nessuno oggi lo sa.

Quanti voti porteranno al nuovo partitino nella prossima competizione elettorale? Pochi voti, direi, non sufficienti per farli ritornare in Parlamento ad occupare le comode poltrone che il vecchio e glorioso partito comunista aveva garantito fino ad oggi. Leggendo i loro nomi sono tutti provenienti da quel partito sconfitto dalla storia. Insufficienti a portare alla Camera e al Senato un numero sufficiente di Deputati e Senatori per essere determinanti per formare un nuovo governo di centro sinistra o di sinistra. E allora tanto valeva restare nella casa madre e combattere Renzi e il renzismo dall’interno.

Ma cosa c’è davvero dietro la scissione del Pd? C’è la lotta per la conquista e la conservazione del potere.

Nelle prossime elezioni elettorali in autunno o nel 2018 con la legge elettorale in vigore il Pd non raggiungerebbe il 40% dei voti, quindi non scatterebbe il premio di maggioranza e perderebbe quasi un terzo degli attuali Deputati. Solo i capilisti sono certi della elezione, gli altri dovranno conquistarsela attraverso una lotta fratricida delle preferenze.

 

Con Matteo Renzi, rieletto al Congresso e non ai gazebo segretario del partito, la minoranza di sinistra avrebbe poche possibilità di farsi ascoltare e ad essa resterebbero soltanto le briciole. Ecco perché, arrivati a questo punto, tanto vale rischiare la scissione.

Ma c’è una bella polpetta avvelenata pronta per gli scissionisti che potrebbe mettere in gravi difficoltà il nuovo soggetto politico appena nato e tutti i voltagabbana che militano nei partitini nati dalle scissioni del partito di Berlusconi: l’innalzamento della quota necessaria per entrare in Parlamento dal 3 al 5%. Sciuollu! Dove andranno Bersani, D’Alema, Alfano, Cicchitto, Bondi, Casini, Fitto e Company? A casa, a casa. Sarebbe davvero bello e l’alba di una nuova primavera.

Pubblicato in Italia

Il sindaco della politica ed il sindaco dello Stato.

Anche Amantea ne ebbe due , il sindaco dei nobili ed il sindaco del popolo.

Ne traiamo la evidente paura di Renzi ( e non solo) di andare alle elezioni nel timore che crolli tutto il suo impero di opportunismo e di bugie .

Ne traiamo anche la forte ipotesi che Marino sapesse tutto e che pertanto ha deciso di andare in ferie.

Comprendiamo che fosse impossibile sciogliere per mafia il comune di Roma perché sarebbe stato uno scandalo mondiale. Meglio tentare di nascondere il più possibile ( non solo a Roma) una situazione di gravissima mancanza di controlli, di arroganza della politica locale, di intrallazzi, di situazioni mafiose o simil mafiose.

Lo scioglimento, poi, avrebbe dato la stura a riflessioni pesanti sulle amministrazioni precedenti considerato che la situazione di Roma nasce da lontano.

Ma era analogamente impossibile abbandonare Roma al suo destino che si intravvede difficile ed anche amaro.

Ed allora?

Allora, ecco il grande Franco Gabrielli( non per caso Prefetto di Roma!) che dopo aver messo in sicurezza la Concordia ora è chiamato a mettere in sicurezza il Comune di Roma.

Ovviamente Renzi non si è presentato alla conferenza stampa. Chissà mai perché. Magari perché se si fosse sbilanciato su Marino questi avrebbe potuto dimettersi, cosa che -se davvero fosse, oltre che credersi, pulito- in uno scatto d’orgoglio dovrebbe fare appena rientrato così da andare a nuove elezioni.

Ovviamente minculpoppianamente ( come siamo eguali nel tempo) dice subito il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti "Non c'è nessun commissariamento (di Roma, ndr), ma un ruolo di raccordo del prefetto di Roma analogo a quello esercitato da quello di Milano con riferimento all’Expo".

De Vincenti, ma che dici?

Intanto è stato sciolto per mafia il decimo Municipio di Roma (Ostia) per il quale è stata nominata la commissione composta dal prefetto Domenico Vulpiani, dal viceprefetto Rosalba Scialla e da Maurizio Alicandro.

Alfano ha poi indicato le competenze del neo commissario Gabrielli : « Intendo incaricare il prefetto di Roma, insieme con il sindaco, di indicare gli interventi da fare su alcuni dipartimenti, atti e procedimenti. Otto gli ambiti su cui lavorare: indirizzo su verde, immigrazione, campi nomadi, servizi e fornitura, albo ditte fiduciarie, monitoraggio centrale unica acquisti, più controlli interni, revisione contratti servizio specie con Ama».

Ovviamente sono state varate le opportune misure per mettere in sicurezza il Comune di Roma dalle infiltrazioni mafiose e saranno trasferiti( soltanto?) diversi dirigenti.

Alfano rispondendo ai cronisti ha detto : «Non esistono presupposti per un commissariamento ma un supporto del Viminale è necessario per invertire la rotta visto che la situazione amministrativa di Roma è da correggere. Ho informato il Consiglio dei ministri di aver dato avvio a tutte procedure per l’applicazione del comma 5 dell’articolo articolo 143 del Testo unico sull’ordinamento degli Enti locali che riguarda la possibilità di applicare determinate misure, nei confronti di dirigenti e dipendenti comunali, qualora vi fossero gli elementi con un decreto ministeriale, quali la destinazione ad altro ufficio o ad altra mansione con contestuale avvio del procedimento disciplinare»

Infine la questione più spinosa. Il debito.

Il Presidente del Consiglio ha inoltre riferito ai Ministri di aver adottato, nell’ambito di un migliore assetto amministrativo di Roma Capitale, un DPCM con il quale la dottoressa Silvia Scozzese viene nominata Commissario alla gestione commissariale del debito.

Dopo tanto la gravissima affermazione :«Il governo crede che Roma ce la farà». Nemmeno sicuri sono?
Pubblicato in Italia

Il prefetto valuta lo scioglimento del Consiglio comunale di Roma per infiltrazioni mafiose.

Tutto nasce dall’ottavo Re di Roma Massimo Carminato, quello che ha detto : E’ la teoria del mondo di mezzo, compà. Ci stanno, come si dice, i vivi sopra ed i morti sotto e noi stiamo in mezzo. Ed allora vuole dire che ci sta un mondo di mezzo in cui tutti si incontrano”.

Il mondo di Roma!

Ora dopo 38 arresti e centinaia di avvisi di garanzia il Prefetto pensa a dare la scorta al Sindaco Marino dichiarando “ Il sindaco è un'istituzione e va protetto”

Ed in subordine manda a dire che pensa di sciogliere il comune di Roma.

Giuseppe Pecoraro, infatti, dice "Stiamo leggendo le 1.200 pagine dell'ordinanza in modo da valutare" la possibilità di sciogliere il Comune di Roma "e poi riferiremo al ministro".

Noi pensiamo che non chiederà lo scioglimento del comune di Roma!

Perché il PD non lo vuole. Marino, infatti, in ordine allo scioglimento del consiglio comunale di Roma ha dichiarato “Non è una mia decisione. Credo che la città abbia bisogno di una guida salda che noi possiamo garantire. Se andrò avanti? E ci mancherebbe altro. Io rimarrò in sella fino a fine mandato, tanto più adesso che c'è bisogno. Continuerò a guidare la Giunta in questo mandato e poi nel prossimo”: che non voglia essere lui il nono re di Roma?

Perchè il Ministro Alfano ha già dichiarato che “Roma è una città sana”, e poi “ che Roma è la Capitale d'Italia” , che quindi è bene «procedere con i piedi di piombo». Come a dire Roma caput mundi non si tocca, sarebbe come mettere sotto inchiesta la stessa Italia!

Lui stesso, infatti, dichiara che : “Bisogna comunque tenere conto che siamo la capitale e la nostra decisione, qualunque essa sia, riguarderà tutto il nostro Paese". Eh, già!

Perché questo scandalo deve essere dimenticato e per questo d’ora in poi tutte le Tv di Stato e quelle a vicine ai poteri devono parlare di altro, magari del povero Loris e del dramma che muove intorno ad un bambino di 8 anni.

Eppure il Prefetto già sapeva o quantomeno sospettava.

Lo si rileva quando dichiara che "già nel 2011, in un'audizione alla commissione Antimafia, parlai della presenza a Roma di un tipo diverso di delinquenza, che non è la tradizionale mafia, ma quella di soggetti criminali che puntano ad inserirsi nel mondo degli affari. In quel periodo dopo il sequestro del Cafe' de Paris e di alcuni alberghi, avevamo intuito che c'era qualcosa, ma le cose che stanno emergendo vanno molto al di là che ciò che si pensava".

Ed esprime anche un giudizio forte quando afferma che “ Questa è una criminalità che colpisce una società sana come quella romana, che necessita di una competizione sana tra le aziende e di una burocrazia efficiente, mentre ciò che si sta scoprendo è l'esatto contrario".

Ma allora il Prefetto non ha poteri e mezzi

E se è così che cosa ci restano a fare le Prefetture?

Per fare il riassunto al ministro?

Già, le Prefetture! Ma che ci restano a fare?

Per dare la assoluzione come i preti dopo la scoperta ( o la autodichiarazione) del peccato e per stabilire il numero di Ave Maria da far recitare?

Cosa potrà mai essere Orfini che dichiara che il Pd romano «E' stato preso in ostaggio da correnti e gruppi di potere, dimostrandosi permeabile alle infiltrazioni malavitose»e poi senza alcuna coerenza dichiara che lo scioglimento del consiglio comunale. «Sarebbe un favore alla criminalità che ha trovato nella giunta Marino un muro contro il malaffare».

Quasi a confermare che i “panni sporchi si lavano in famiglia” e che “loro” sanno cosa( e chi) lavare

Lo sa Renzi che difende Poletti . E similmente fa Orfini dichiarando che «La cooperativa di Buzzi veniva considerata un fiore all'occhiello della cooperazione sociale e nessuno poteva immaginarne il retroterra criminale. Poletti era presidente delle Coop e ha partecipato a una cena di una importante cooperativa. Non poteva sapere, come tutti, cosa c'era dietro».

Già in questa Italia tranne la Magistratura nessuno sa mai niente, nessuno capisce niente! Per questo forse non sono nemmeno le Prefetture a dover essere chiuse ma l’intera nazione!

Pubblicato in Italia

« Alle Sirene giungerai da prima, Che affascinan chiunque i lidi loro Con la sua prora veleggiando tocca. » Così si legge nella Odissea XII, 52-54 di Omero, nella traduzione di Ippolito Pindemonte.

Si legge nel Liber Monstrorum, I,VI del VII secolo che « Le sirene sono fanciulle marine che ingannano i naviganti con il loro bellissimo aspetto ed allettandoli col canto»

Vi state chiedendo cosa c’entrino le sirene con il Governo, vero? C’entrano, c’entrano.

Ieri le sirene ammaliavano i marinari per cercare di salire sulle loro navi ed essere portate lontano, poco importava se trascinavano navi e marinai negli abissi, riemergendo, poi, esse ibridi donna-pesce grazie alle squamose code ed al più condannando al naufragio gli impavidi marinai che avevano avuto la ventura di incontrarle senza essersi tappate le orecchie.

Serve poco o niente se incontrarle sia un fatto di fortuna, o sfortuna, od ignoranza , o sottovalutazione del pericolo, o supposizione di coerenza nei comportamenti, eccetera.

Oggi le nuove sirene della politica cantano per ammaliare i marinai delle navi dei partiti più grandi ( e quindi vincenti) tentando di salire a bordo delle navi stesse, e di vestire il cappello e la divisa di ufficiali per essere trasportate fino al regno dove tutto si può, là dove si comandano gli scherani che attendono pronti ad ubbidire .

E cantano i loro voti, i loro uomini, i posti che occupano, gli amici che si sono fatti e la loro disponibilità al voto. Cantano persino i precari da stabilizzare pronti a votare per conservare il posto di lavoro, pur precario, nella speranza di una stabilizzazione.

Non sanno guidare la nave, non anno spiegare le vele, non sanno nemmeno cazzare la randa od il fiocco. E tantomeno sanno cosa significhi virare a babordo od a tribordo.

Sanno invece dove è la sala mensa, la cambusa e la dispensa.

Ed ovviamente le scialuppe di salvamento.

Ora davanti alle coste Calabresi si vedono due grandi navi.

Una a destra con un capitano donna dalla lunga criniera incontenibile sotto il cappello da comandante, e che si agita avrebbe detto Fernando Pessoa nella sua “È uma brisa leve”, come mossa da “ una brezza leggera che l’aria un momento ebbe e che passa senza avere quasi avuto bisogno di essere”.

Una donna forte con un sorriso sincero. Attenta all’ascolto ma non corruttibile.

La fregatura è che essendo donna non si lascia incantare dalle sirene e scaltra e cognita , come Ulisse, ha dato ordine di tappare le orecchie ai suoi compagni facendosi comunque legare all'albero della Nave per ascoltarle.

A sinistra un capitano che non ha problemi di criniera e non abbisogna della”brisa leve” anzi persino l’acqua può scorrere senza fermarsi.

Ha esperienza di navigazione ma non su mari perigliosi. Affatto. Al più ha viaggiato su laghetti interni che oggi appaiono perfino privi di acqua. Abile , si avvale di subsidenti che sono sempre al di sotto ma pronti ad uscire come geyser irrefrenabili che bruciano tutto intorno e che prima o dopo bruceranno anche il capitano.

Ecco, a loro le sirene possono rivolgersi ma non si illudano di incantarli. Sgamati come sono può succedere perfino il contrario.

Le due principali sirene sono la UDC e la NCD. Sono sorelle , quasi gemelle e non solo per la coda. I loro capi hanno perfino le cravatte eguali, non solo gli interessi ed i pensieri!

Pubblicato in Calabria

Tutta l’Italia avrebbe voluto che Nicola Gratteri divenisse ministro di Giustizia, ma così non è stato.

Tanta Calabria non voleva Antonio Gentile sottosegretario alla Giustizia.

Quasi tutta l’Italia dopo le vicende dell’Ora di Calabria non voleva Antonio Gentile sottosegretario a qualunque cosa.

Ed è stato lui( spinto o meno dalle cose non importa) alla fine a dimettersi togliendo dall’imbarazzo sia Renzi che Magorno che Alfano che il NCD.

Ed ecco che la Procura cosentina chiarisce la situazione con una nota all'ANSA del procuratore, Dario Granieri rilasciata alle 20.14 di ieri 3 marzo.

Il senatore Antonio Gentile non è indagato nell'inchiesta sulle pressioni che sarebbero state esercitate sul quotidiano l'Ora della Calabria per non fare pubblicare la notizia che il figlio del parlamentare è coinvolto nell'indagine sugli incarichi da parte dell'Azienda sanitaria.

Non solo ma viene anche chiarito che nel registro degli indagati sarebbe stato iscritto Umberto De Rose, il titolare della tipografia che stampa il quotidiano, il telefonista a carico del quale s'ipotizza la violenza privata. Ne parla sempre l'ANSA. L'inchiesta è stata avviata dalla Procura di Cosenza, come atto dovuto, sulla base della documentazione presentata dal direttore del quotidiano, Luciano Regolo, che ha anche depositato la registrazione delle telefonate intercorse tra De Rose e l'editore del giornale, Alfredo Citrigno.

Ecco il comunicato emesso ieri 18 febbraio dopo la riunione apposita del Consiglio dei Ministri

“La Presidenza del Consiglio comunica che:

Il Consiglio dei Ministri si è riunito oggi alle ore 12.45 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente del Consiglio, Enrico Letta. Segretario il Sottosegretario di Stato alla Presidenza, Filippo Patroni Griffi.

Al fine di consentire il completamento delle operazioni di risanamento delle istituzioni locali dove sono state accertate forme di condizionamento da parte della criminalità organizzata, il Consiglio, appositamente convocato, ha approvato su proposta del ministro dell’Interno il decreto che proroga di sei mesi la durata dello scioglimento del Consiglio comunale di Reggio Calabria, che a termini di legge deve essere deliberata entro il 19 febbraio.

Il Consiglio ha avuto termine alle 12.50”

A giorni la pubblicazione dell’apposito DPR:” Proroga della durata dello scioglimento del Consiglio comunale di Reggio Calabria, a norma dell'articolo 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267”, per saperne di più!

I Commissari resteranno a Palazzo San Giorgio fino ad ottobre ed avranno altri sei mesi per eliminare la mala pianta mafiosa dal Comune reggino.

Erano stati proprio loro, circa un mese fa, ad avanzare richiesta di proroga con la relazione indirizzata alla Prefettura di Reggio, presa ieri in esame dal Consiglio dei Ministri.

 

Pubblicato in Reggio Calabria

"Caro Berlusconi qui c'è gente che le vuole tanto bene ma che si era stancata dell'idea che Forza Italia finisse in mano a radicali ed estremisti. C'è gente che si era stancata che il territorio fosse un problema".

Lo ha detto Angelino Alfano alla convention del Nuovo centrodestra

E poi proseguendo: "Ci siamo stancati del fatto che quel grande equilibrio e la capacità di sintesi di Silvio Berlusconi fossero ogni giorno violentate da chi gli stava accanto per ambizioni personali e che porterà Forza Italia in una direzione che non è la nostra".

Infine l’attuale Ministro dell’Interno ha concluso dichiarando: "Confesso la mia grande emozione, gioia e ammirazione di essere il socio fondatore del più grande partito del centrodestra in Italia. Un centrodestra che riporteremo a vincere".

Alla convention sono presenti: oltre ad Angelino Alfano, Gaetano Quagliariello, Beatrice Lorenzin, Fabrizio Cicchitto, Renato Schifani, Roberto Formigoni, Maurizio Lupi.

In sostanza 30 senatori, 29 deputati, 7 parlamentari europei, moltissimi consiglieri regionali ed un presidente di regione: Scopelliti.

Non ci sta la deputata FI Daniela Santanchè la quale osserva: "Altro che noi estremisti e loro moderati ! Alfano e il suo Nuovo Centrodestra sono come quelle cellule di terroristi che, col sorriso sulle labbra e vigliaccamente, sparavano alle spalle dei loro obiettivi, con la complicità morale dei salotti della sinistra"

Ma dall’altro lato Lupi che: "Siamo una grande realtà sul territorio e il 7 dicembre ci rivedremo tutti a Roma per rappresentare il nostro entusiasmo e raccontare la storia di questo nuovo grande partito".

Una occasione per verificare la promessa di Alfano che ha dichiarato "Abbiamo un grande obiettivo: prima di Natale almeno un circolo in ciascuno degli 8100 Comuni italiani".

Anche ad Amantea, quindi?

Parliamo di un circolo legato a Scopelliti

Intanto Mancini si sta dando da fare per costituire nuovi circoli di Forza Italia nella provincia di Cosenza

Ad Amantea sono stati presi contatti sia da parte di Mancini e dei Berlusconiani di FI , sia da parte di Scopelliti e dei sodali di Alfano

Qualcuno sta già raccogliendo le adesioni per le relative tessere

Preannunciamo sorprese che avranno riflessi sulle prossime consultazioni amministrative!!.

Pubblicato in Italia

Il PDL si divide in due tronconi quasi equivalenti e che a livello di consiglio regionale creeranno sicuramente problemi alla sopravvivenza della attuale giunta “Scopelliti” di centro destra.

In coerenza il capogruppo del Pdl alla Regione Calabria, Gianpaolo Chiappetta, ha annunciato le sue dimissioni.

Nel consiglio regionale il nuovo gruppo di FI dovrebbe avere almeno 9 consiglieri regionali capaci di condizionare fortemente la giunta “Scopelliti”, perché alla ricerca di una espressività politica coerente al nuovo quadro politico.

Scopelliti, infatti, ha conservato gran parte dei politici scelti per posizioni di potere e di governo

Per meglio capire vi elenchiamo ( con riserva di qualche incompletezza ed imprecisione)

I Calabresi appassionatamente berlusconiani

Giusepppe (Pino) Galati

Jole Santelli

Domenico Scilipoti
Domenico (Mimmo) Tallini

Ennio Morrone

Salvatore Pacenza
Giacomo Mancini

Antonino Nicolò

Sergio Abramo

Mario Magno
Gabriella Albano
Wanda Ferro
Sergio Costanzo
Filippo Pietropaolo
Maria Tripodi
Emilio Trocino
Lella Golfo
Ferdinando Muto
Francesco Morabito
Francesco Cananzi
Emanuela Altilia
Gesuele Vilasi
Peppe Raffa
Nino Foti
Roy Biasi
Mario Russo
Giuseppe Caputo

Salvatore Bulzomì

I Calabresi appassionatamente alfaniani

Rosanna Scopelliti

Giuseppe Scopelliti

Antonio Gentile

Antonio Caridi

Nico D'Ascola

Pino Gentile

Fausto Orsomarso

Gianpaolo Chiappetta

Giovanni Nucera

Giovanni Dima

Simona Loizzo

Franco Perri

Umberto Lorecchio

Antonella Stasi

Stanislao Zurlo

Dorina Bianchi

Piero Aiello

Michelangelo Greco

Nazzareno Salerno

Giuseppe Patania

Luigi Fedele

Tilde Minasi

Demetrio Arena

Daniele Romeo

Alberto Sarra

Pubblicato in Calabria

I deputati calabresi eletti nel 2013 sono Jole Santelli, Rosanna Scopelliti, Dorina Bianchi e Pino Galati.

Ed i senatori sono : Antonio Gentile, Antonio Caridi, Nico D'Ascola, Giovanni Bilardi, Piero Aiello, Domenico Scilipoti . Calabrese ma non eletto in Calabria anche Paolo Naccarato, eletto al Nord nelle fila della Lega, ma poi confluito nel gruppo "Grandi autonomie e libertà”

Di 10 parlamentari solo 2 sono rimasti fedeli a Berlusconi, cioè Domenico Scilipoti e Pino Galati.

Gli altri 8 hanno divorziato, cioè Jole Santelli, Rosanna Scopelliti, Dorina Bianchi, Antonio Gentile, Antonio Caridi, Nico D'Ascola, Giovanni Bilardi, Piero Aiello.

Per Paolo Naccarato non si può parlare di divorzio!

Grande la soddisfazione dei divorzisti.

Scopelliti anzi parla di coraggio: "Il mio grazie ai cinque senatori calabresi che ieri, con il loro coraggio, hanno interpretato il sentimento degli italiani".

Poi scende nel politichese ed aggiunge :"Oggi, con questa posizione assunta da un gruppo dirigente spero si possa aprire all'interno del Pdl-Forza Italia un dibattito serio e costruttivo per comprendere quali devono essere la strada da seguire e l'impegno del partito all'interno di un centrodestra moderno ed europeo".

Il senatore Aiello chiarisce che: «La Calabria ha fatto da battistrada in questa giornata importante per le sorti del Governo e del Paese, con grande compiacimento del presidente Berlusconi, che ha sposato questa tesi con convinzione».

Poi aggiunge: «Compatti abbiamo indotto tutto il gruppo a votare a favore, perchè eravamo convinti, e ora lo siamo ancora di più, del risultato. Sapevamo che questa sarebbe stata la mossa giusta per il bene dell'Italia e per l'unità del partito, ma anche per lo stesso presidente Berlusconi».

Il senatore Antonio Gentile precisa che : "Berlusconi è patrimonio di tutti, è come il Fernet Branca, e nessuno se ne può appropriare".

Poi aggiunge che : "Alle varie riunioni di queste ore ho detto con molta chiarezza che noi calabresi abbiamo portato le truppe al nuovo corso di Alfano e Quagliariello. Siamo stati praticamente compatti e siamo la prima regione d'Italia nelle percentuali di adesione al nuovo corso".

Infine conclude dichiarando : "Perchè è avvenuto tutto questo?. La risposta è semplice: abbiamo fatto prevalere il nostro modello, che è improntato all'unità e questo modello lo abbiamo portato a livello nazionale. Noi siamo per la pacificazione e Berlusconi non può essere appannaggio di nessuno, sia chiaro. Nè di estremisti, nè di coloro i quali si nascondono dietro di lui per improbabili scalate politiche".

Di Paolo Naccarato ricordiamo che già il 27 settembre ebbe a dichiarare : "Berlusconi ripensaci, in molti ti tradiranno" . e poi a domanda rispondeva: “U sacciu”, “nomi non ne faccio” ma si tratta di "Persone insospettabili. A lui vicinissime". Ed era vero!

Berlusconi : “Angelino per me è un figlio. E mi ha pugnalato”. http://www.huffingtonpost.it/

Verdini urlando ad Alfano bianco in volto: “Vattene, sennò qua finisce male. Dopo quello che hai fatto hai pure il coraggio di farti vedere. Ma adesso…”.

Alfano pone condizioni durissime per non dare via libera ai nuovi gruppi : guida di Forza Italia, ridimensionamento dei falchi, il potere di avere il 50 per cento delle liste,chiusura definitiva della partita del governo, flessibilità per la legge di stabilità.

Formigoni :«Ieri sera (mercoledì, ndr) eravamo 70 in tutto e altre adesioni sono arrivate in mattinata e altre arriveranno nel pomeriggio, la nostra linea sta diventando la linea maggioritaria nel Pdl. Stiamo lavorando dentro il Pdl e se il cambiamento può strutturarsi dentro il gruppo di Pdl o di Forza Italia noi riusciamo a cambiare la linea in modo determinante».

Alla domanda del cronista allora non uscite? Formigoni ribadisce: «Questa idea è sospesa e lottiamo dall’interno perché passino i nostri tre punti: appoggio al governo Letta; creare una struttura democratica del partito in cui, ad esempio, i coordinatori non si nominano dall’alto ma vengano scelti dal basso; il Pdl deve esser coerente con la linea del Ppe».”. http://www.Corriere.it

Fabrizio Cicchitto dichiara che non c’è nessuna intenzione di lasciare, anzi. «I numeri delle adesioni crescono, il Pdl siamo noi».

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