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Tempestivo e puntuale Francesco Gagliardi ci invia una sintesi dell’evoluzione delle elezioni dopo la pronuncia delle Corte Costituzionale. A piè dell’articolo ci siamo permessi qualche riflessione:

 

“Finalmente, dopo una lunga attesa durata mesi, la Corte Costituzionale ha votato: la legge elettorale Italicum, voluta ardentemente dall’ex Premier Matteo Renzi, è stata parzialmente bocciata.

 

Resta il premio di maggioranza per il partito che supererà la soglia del 40% dei voti.

Scompare il ballottaggio considerato anticostituzionale.

La soglia di sbarramento è del 3% per aver seggi alla Camera dei Deputati.

Restano anche i 100 capilista bloccati scelti dai partiti, ma non saranno loro, eletti in più collegi elettorali, a scegliere il collegio, bensì si procederà al sorteggio.

Gli altri Deputati verranno scelti con le preferenze, con l’alternanza di genere, fino ad un massimo di due. Il territorio italiano verrebbe diviso in 20 circoscrizioni, a loro volta suddivise il 100 Collegi. La Calabria avrà tre Collegi che eleggeranno 20 Deputati, 8 solo nel Collegio di Cosenza.

 

E gli altri Deputati cosentini che, nominati, oggi siedono in Parlamento?

Dovranno fare le valigie e sloggiare dal Parlamento e ritornare nei propri paesi e andare in cerca di una decente occupazione.

I seggi sicuri toccheranno ai capilista e a quei partiti che supereranno la soglia di sbarramento, i restanti seggi, pochissimi da dividere, proporzionalmente alle varie liste meglio classificate.

Un giornale on line così ha scritto:- La coperta è corta e i culi da riparare sono tanti-.

Se si dovesse andare a votare nella prossima primavera con questo sistema elettorale, alla Camera dei Deputati avremmo un modello proporzionale corretto, mentre per il Senato un sistema strettamente proporzionale, senza alcun premio di maggioranza.

Due leggi elettorali differenti che non consentiranno di avere la sera delle elezioni un sicuro e vero vincitore.

 

Ora che fare?

Alcuni partiti vogliono andare alle urne al più presto, magari in primavera.

Matteo Renzi ha fretta di votare perché vuole tornare al Governo e ha smania di rivincita. Farà piazza pulita di tutti quelli che hanno remato contro, perché ancora non ha digerito la cocente sconfitta del voto referendario.

 

La ferita brucia ancora.

Anche Beppe Grillo ha molta fretta perché sente finalmente odore di vittoria.

Spera che anche in Italia ci sia un effetto Trump come in America.

Mattarella e Berlusconi frenano.

Spetterà al Presidente della Repubblica sciogliere anticipatamente le Camere secondo i dettami della Costituzione e non lo farà se prima i partiti non avranno trovato un accordo.

Berlusconi frena perché non potrebbe candidarsi e questo danneggerebbe il suo partito ridotto ormai ad un lumicino.

Anche la Chiesa si è fatta sentire.

 

Il segretario della CEI Mons. Galantino ha affermato che non è normale che la Magistratura detti tempi e modi all’Amministrazione.

Quando interviene in questo modo vuol dire che la politica non ha fatto il suo mestiere.

La Chiesa parla, parla, ma nessuno l’ascolta, anche perché in Italia non c’è più un partito cattolico”.

Ndr. Che “gli altri Deputati cosentini che oggi siedono in Parlamento debbano tornare a casa non frega a nessuno”. Peraltro sono coperti da pensioni d’oro mentre i calabresi sono alla fame.

Che “la Chiesa parli, parli, senza che alcuno l’ascolti non credo dipenda dal fatto che non ci sia più un partito cattolico”. Secondo me dipende dal fatto che la chiesa non ha più  credito tanto più quando si ingerisce in fatti ad essa estranei . Galantino pensi alla chiesa e non allo Stato. Non è che nella chiesa le cose vadano bene!

Pubblicato in Italia

vafTe c’hanno mai mannato a quel paese? Sapessi quanta gente che ce sta…. E va e va non puoi sape’ er piacere che me fa.

 

 

Canterei questa bellissima e spiritosa canzone del grande Alberto Sordi a tutti quelli che non mi garbano, ma soprattutto mi prenderei la soddisfazione di mandare a quel paese quei personaggi che si credono insostituibili e a ogni elezione politica dicono che lasciano l’Italia, che se ne vanno a vivere altrove perché quel determinato uomo politico gli fa schifo.

 

Cammilleri non ama Berlusconi, lo odia a tal punto che disse prima delle ultime elezioni politiche che se dovesse vincere ancora una volta il Signor Berlusconi lascerebbe l’Italia.

Così scrisse al suo amico Manolo:- Sono venuto due o tre volte a Barcellona e ogni volta mi è piaciuta sempre di più. Potresti trovarmi un quartino? Una casuccia, di due stanze bagno e cucina?

Per cinque anni, la durata di una legislatura, con la possibilità di rescindere il contratto prima -. Una casuccia per soli cinque anni, quanto avrebbe dovuto durare la legislatura in Italia e Berlusconi Primo Ministro, con la possibilità anche di rescindere il contratto in anticipo se Berlusconi dovesse essere fatto fuori con un colpo di stato come nelle legislature precedenti.

 

Ma era davvero questo il suo pensiero? Scappare? Non posso crederci. Non voglio crederci. Fabrizio Corona disse che si vergognava di essere italiano.- Non ho fiducia nella legge Viviamo in un paese di merda.

Lascio l’Italia. Me ne vado perché in questo paese non ci voglio più vivere.

Corona non lasciò l’Italia. Andò a finire in carcere. Ce lo dobbiamo tenere a malincuore ancora per diversi anni tra di noi e lo Stato Italiano, cioè noi, a garantirgli vitto e alloggio.

E Bottura, il grande chef, proprietario di un ristorante disse prima dell’ultimo referendum costituzionale del 4 dicembre scorso:

- Se vince il No, vado all’estero.

Ma Bottura è ancora in Italia, anche ora che ha vinto il No.

Lo chef non pare intenzionato a mantenere la parola. Prima delle elezioni aveva minacciato non solo di lasciare l’Italia ma addirittura di chiudere il suo ristorante. Disse.- Mi viene voglia di mollare tutto e andare all’estero, lontano da un paese in cui molti giovani si arrendono prima di combattere-. Lo chef, come gli altri, non ha mantenuto la parola. E’ rimasto in Italia e l’altro giorno si è recato a Modena per selezionare i vincitori degli Istituti Alberghieri in gara al “Concorso nazionale cotechini e zampone”.

Umberto Eco, pace all’anima sua, fu molto chiaro: - Diventerò francese-.

E pure Nanni Moretti, Franco Bottiato hanno avuto in passato tanta voglia di scappare dall’Italia, però nessuno di loro abbandonò l’Italia e si tolsero dai piedi. Eco scrisse altri bellissimi libri, Nanni Moretti produsse bellissimi film e Battiato tante bellissime canzoni.

 

Porca miseria, anche Milva, la cantante, aveva minacciato che se ne sarebbe andata a vivere all’estero. Se lo avesse fatto davvero le cose in Italia avrebbero incominciato ad assumere contorni e dimensioni molto inquietanti.

Nessuno di loro ha lasciato l’Italia. Nessuno di loro ha cercato di fare fortuna all’estero. Se i loro desideri fossero stati davvero sinceri avremmo potuto, noi poveri cittadini italiani che abbiamo votato No al referendum o votato Silvio Berlusconi, che ci vantiamo di essere onesti e veri italiani, contribuire all’acquisto dei biglietti aerei, di sola andata però.

 

Pubblicato in Italia

Lo dice l' ex presidente del consiglio comunale di Cosenza, Luca Morrone, che è stato il grimaldello che ha avviato all’uscita dal Palazzo municipale di Cosenza l’ex sindaco Mario Occhiuto sancendo la caduta dell'amministrazione.

 

«Il mio percorso politico all'interno di Forza Italia è da considerarsi concluso. Prospettive e progetti del movimento non rispecchiano più quelli che intendevo perseguire nel momento in cui ne avevo abbracciato la causa».

Poi continua Morrone «Anche per queste ragioni ho deciso di firmare le dimissioni da consigliere comunale della città di Cosenza dove, dalle fila del partito azzurro, ho rivestito con orgoglio e coscienza il ruolo di presidente dell'assise bruzia.

Il convincimento maturato non è stato privo di implicazioni emotive ed umane, tuttavia, ritengo di aver operato un ragionamento politico di merito considerato il logorio dell'attuale maggioranza di governo cittadino e la conseguente impossibilità della stessa di amministrare adeguatamente la nostra amata Cosenza.


Delle volte, per inseguire il raggiungimento di un'idea, in questo caso quella di vedere realizzata una città il più vivibile possibile, è necessario fare un passo indietro e prendere la rincorsa.

Nel ringraziare quanti, in questi anni, hanno condiviso la mia prima esperienza da amministratore voglio esprimere riconoscenza anche a coloro che in queste ore concitate hanno voluto starmi accanto riconoscendosi nelle mie scelte».

Insomma Occhiuto sembra sia caduto per colpa di Berlusconi e della sua scelta di affidarsi a Jole Santelli. Lo dice Ferdinando Aiello che ne chiede le dimissioni.

Pubblicato in Calabria

7 anni e 10 mesi per Gianpaolo Tarantini e 16 mesi per Sabina Began, «l’ape regina» delle feste organizza te dall’ex premier Silvio Berlusconi.

 

2 anni e 6 mesi al pierre milanese Peter Faraone e 3 anni e sei mesi a Massimiliano Verdoscia.

Assolti Francesca Lana e Letizia Filippi.

 

Il tribunale di Bari ha trasmesso gli atti alla procura per l'eventuale esercizio dell'azione penale nei confronti di Silvio Berlusconi ai sensi dell'articolo 377 del Codice penale (intralcio alla giustizia).

 

Disperata Patrizia D’Addario perché il Tribunale non ha accolto la richiesta di risarcimento danni. Aveva chiesto un risarcimento dei danni di un milione di euro.

 

Sconvolta per non avere avuto riconosciuto i danni Patrizia D'Addario addolorata ha ingerito 40 compresse di Eutirox ed è stata accompagnata con una ambulanza del 118 al Policlinico di Bari.

Dopo la sentenza ha lasciato una lettera: «Non mi resta che il suicidio, ditelo».

 

I giudici hanno anche disposto l’invio degli atti alla procura perché valuti l'ipotesi di reato di falsa testimonianza nei confronti di alcune delle ragazze portate da Gianpaolo Tarantini nelle residenze di Silvio Berlusconi affinché si prostituissero: si tratta di Vanessa Di Meglio, Sonia Carpentone, Roberta Nigro, Ioana Visan, Barbara Montereale; stessa decisione nei confronti di Dino Mastromarco, ex autista di Gianpaolo Tarantini.

L’avvocato di Tarantini Nicola Quaranta ha dichiarato che impugnerà la sentenza. 
Qualcuno si è dichiarato felice perché hanno pagato i trenta denari alla D'Addario.
Pubblicato in Italia

La Calabria reagisce a Renzi!

E lo fa  approvando  alla unanimità in Consiglio regionale  la mozione del consigliere regionale della Cdl Giuseppe Graziano( già Comandante Regionale Corpo Forestale dello Stato della Calabria e della Sicilia, eletto con 9034 preferenze nella lista di Vanda Ferro) contro l'accorpamento della Guardia Forestale nel Corpo della Polizia di Stato.

“Questo Paese – ha gridato Graziano – non può andare avanti senza una strategia. Il Governo Renzi, disattendendo i tanti proclami, si è preoccupato solo di tagliare fondi e servizi.

Ma così facendo, si perde di vista ciò che veramente serve ai cittadini, mentre non s’innescano seri processi di sviluppo produttivo”.

Poi ha continuato “L’idea di sopprimere il Corpo forestale dello Stato, tra i più efficienti sul piano della sicurezza nazionale, è un’assurdità”.

Poi le conclusioni : “L’augurio è che Renzi, ascoltando il grido che parte dalla Calabria, si ravveda.

E trovi altre soluzioni per far quadrare i conti pubblici  In Italia, (in Calabria no?) annoveriamo tanti sprechi, alcuni eclatanti, e non credo che la cancellazione della Forestale sia fondamentale nel quadro di razionalizzazione delle risorse. Anzi: le spese aumenterebbero!”

Non comprendiamo perché Renzi non abbia chiamato Giuseppe Graziano al  Ministero delle Politiche Agricole per far capire al Ministro Maurizio Martina cosa e come debba fare per mandare avanti la politica ministeriale.

Ancora oggi infatti il Ministro è convinto che la riorganizzazione delle Forze di Polizia sia “ un' opportunità per valorizzare l'esperienza degli appartenenti al Corpo Forestale dello Stato, i quali si impegnano giornalmente su tutto il territorio nazionale per la tutela del nostro patrimonio ambientale”.

Ci chiediamo preoccupati che fine faranno i tanti generali della Forestale che oggi operano nel settore delle frodi alimentari, della prevenzione del dissesto idrogeologico e nel contrasto ai reati ambientali.

In campo è sceso anche Berlusconi che ha dichiarato che “Non si può sopprimere un importante Corpo come quello delle Guardie Forestali.

Sarebbe un grave errore cancellare quel patrimonio di competenza per la protezione del territorio e dell'ambiente. Questi accorpamenti voluti dal governo non garantiranno un'efficienza maggiore; anzi creeranno solamente parecchia confusione in un settore molto delicato”

Pubblicato in Calabria

Il carnevale 2015 passerà alla storia come un carnevale difficile.

Ma forse, e nel contempo, sarà ricordato come un carnevale di resurrezione

Nel senso che peggio di così non potrà mai andare.

Dal 2016 non si potrà che cambiare e certamente migliorare.

Oggi si stanno dando i colori al carro che era rimasto danneggiato da un incendio che ne aveva distrutto una parte.

Oggi pomeriggio 21 febbraio ecco un nuovo Grillo completamente ultimato e dipinto, che, tempo permettendo, domani sarà visto dai presenti alla sfilata.

Ma non sarà certamente l’unica maschera ad attrarre l’attenzione dei utenti del carnevale amanteano, anzi.

Farà bella mostra di sé la balena azzurra di Pinocchio, quella che apre la bocca per inghiottire non il plancton ma le verità, tutte le verità, lasciando al mondo e ad Amantea, nel caso, solo le bugie.

Ed è per questo che proprio a fianco alla balena si erge un pinocchio dal lungo naso, pinocchio delle bugie, nel quale ognuno degli osservatori potrà vedere chiunque egli creda, da se stesso , a Renzi, a mario Oliverio, a qualsivoglia politico del comune, della provincia, della regione, del parlamento.

Dall’altro Berlusconi dalle lunghe orecchie, un Berlusconi onnipresente, l’altro Renzi italiano.

Ed inoltre troneggia, per impianto scenico, nel centro del carro, il “RE Napolitano” che si è spostato dal Quirinale per sedersi sul nuovo scranno del parlamento.

Poi, ed ancora, le tre scimmiette del “non vedo, non sento ,non parlo”, quasi a simboleggiare il silenzio. Non si sa quale se quello mafioso, quello massonico o quello politico, comunque, il silenzio comodo ai poteri!

Infine il simbolo della speranza, una bellissima mongolfiera fatta da mille palloncini colorati, una mongolfiera di speranza, sia che serva per portare via da un luogo triste, come quello in cui viviamo, chi ha ancora il bene nel cuore, sia che serva per portare via da un luogo triste chi è responsabile di questa tristezza così che resti a dominare il bene, la solidarietà, l’amicizia.

Pubblicato in Cronaca

Lo sappiamo tutti( anche loro, ovviamente) che la calabria è una volta del Centro destra ed una volta del centro sinistra in una alternanza che dura da diversi lustri e che è figlia di una atavica attitudine al compromesso tra forze politiche e peones.

Ma che è anche figlia di una legislazione che permette quasi tutto, se non tutto e soprattutto la scelta degli amici nei posti chiave dove ci sono grandi prebende e grande potere e quindi posti di lavoro che sono la chiave di volta della ultima posizione della calabria in Italia ed in Europa.

Ora spetterebbe al centro sinistra visto che il centro destra di Scopelliti dicono abbia governato la regione negli ultimi anni

E questa consapevolezza spinge i potenti del centro sinistra a candidarsi o ad esprimersi a favore del candidato più interessante.

La scelta spetta a Roma e cioè alla commissione presieduta da Altero Matteoli e da Renato Brunetta, Paolo Romani, Denis Verdini e Giovanni Toti

La commissione dovrà scegliere tra i tre vicecoordinatori regionali di Fi, Wanda Ferro, Roberto Occhiuto e Pino Galati, Roberto Occhiuto, l’assessore regionale Giacomo Mancini, il presidente della Provincia di Reggio Peppe Raffa, Gianpaolo Chiappetta, capogruppo di Ncd in Consiglio regionale; i parlamentari alfaniani Nico D’Ascola e Dorina Bianchi.

Le riunioni si susseguono nella sede romana di Forza Italia in piazza San Lorenzo in Lucina.

Nel quartier generale azzurro c'era tutto lo stato maggiore azzurro calabrese, a cominciare dal coordinatore regionale Jole Santelli.

L’obiettivo non è cambiato; è sempre quello di trovare un aspirante governatore, che sia espressione di tutto il centrodestra (da Ncd a Fratelli d’Italia) per "difendere" al meglio le posizioni dall’assalto del Pd renziano.

Forza Italia avrebbe definito una rosa di tre nomi, che già circolavano in questi giorni come favoriti per la successione di Giuseppe Scopelliti e che ora saranno sottoposti all’esame dei partiti della coalizione: il commissario straordinario della provincia di Catanzaro Wanda Ferro; l’assessore regionale forzista Giacomo Mancini e il presidente della Provincia di Reggio Calabria Beppe Raffa.

Fuori, allora, Pino Galati, Roberto Occhiuto, Gianpaolo Chiappetta, Nico D’Ascola e Dorina Bianchi.

Mercoledì 10 settembre sarà presente Berlusconi e forse sarà fatta la scelta

Pubblicato in Calabria

Quattro anni circa di passione.

Tutto inizia il 26 ottobre 2010 quando la stampa svela l'inchiesta per concussione e prostituzione minorile che coinvolge Silvio Berlusconi.

Protagonista principale Karima El Mahroug, in arte Ruby, fermata per furto il 27 maggio e consegnata dalla Questura di Milano, dopo una telefonata del premier, al consigliere regionale Nicole Minetti.

È l'allora minorenne, presunta nipote di Mubarak, a rompere il silenzio con i magistrati sulle "cene eleganti" e a parlare di "bunga bunga".

Il 15 febbraio 2011 il gip di Milano Cristina Di Censo rinvia a giudizio con rito immediato il leader di Forza Italia

Il 6 aprile inizia il processo davanti ai giudici della quarta sezione penale di Milano.

4 marzo 2013 Il pm Antonio Sangermano parla di «collaudato sistema prostitutivo» di cui «Karima è parte integrante». Poi continua “ad Arcore va in scena «un mercimonio del corpo lesivo della dignità delle donne».

Il 13 maggio 2013 "riparte" il processo. Ilda Boccassini chiede sei anni di reclusione e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici per Berlusconi.

3 giugno 2013. «Per noi la soluzione deve essere l'assoluzione perché il fatto non sussiste». Così i difensori Niccolò Ghedini e Piero Longo chiedono l'assoluzione del loro assistito. «Sono 50 i testimoni che dicono tutti le stesse cose su quanto accadeva ad Arcore, il resto è fantasia», affermano nell'arringa.

24 giugno 2013. I giudici della quarta sezione penale condannano Berlusconi a sette anni di carcere e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici. L'ex premier è colpevole di concussione per costrizione e per il reato di prostituzione minorile. Il verdetto è superiore alla richiesta dell'accusa.

20 giugno 2014. Inizia davanti ai giudici della seconda Corte d'Appello di Milano il processo di secondo grado a carico di Berlusconi, il quale sta scontando l'affidamento in prova dopo la condanna in via definita per il processo sui diritti tv.

11 luglio. ll pg Piero De Petris chiede la conferma della condanna a 7 anni per Berlusconi perché non c'è «ragione alcuna» per concedergli le attenuanti generiche sia «per i fatti di reato contestati, sia per il complessivo comportamento tenuto dall'imputato». La «severità» della pena in primo grado «è innegabile» ma corretta: l'ex premier ha avuto rapporti sessuali con Ruby ed era consapevole della sua minore età. La telefonata in Questura, con cui ha commesso «concussione per costrizione», è un «abuso colossale» con un'«inequivoca portata intimidatoria».

15 luglio. «Nessun ordine» impartito da Berlusconi, «nessun vincolo costrittivo» verso gli uomini della Questura. «Noi reclamiamo una sentenza di assoluzione per insussistenza del fatto», dice in aula la difesa rappresentata da Franco Coppi e Filippo Dinacci. Nessuna prova di rapporti sessuali tra Karima e l'ex premier, né certezza che conoscesse la sua minore età.

 

18 luglio. Si chiude, dopo solo quattro udienze, il processo d'appello. Il collegio presieduto da Enrico Tranfa, al termine di una camera di consiglio durata tre ore capovolge la sentenza di primo grado

 

Berlusconi è assolto dal reato di concussione perché il fatto «non sussiste», ed è assolto dall'accusa di prostituzione minorile perché il fatto «non costituisce reato»

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Pensavamo tutti che Fini ormai fosse uscito dalla politica attiva e che fosse destinato ad una vita da pensionato ed invece eccolo

Eccolo sostenere in via generale che: ''I partiti non esercitano la presa di vent'anni fa. Sono molto più deboli. Talmente in crisi che ormai si stanno ponendo problemi seri di partecipazione alla politica. E questo Grillo l'ha capito benissimo''.

In sostanza una anticipazione di un cambiamento fortissimo, quasi radicale, della politica italiana, una denuncia di un periodo di fortissima confusione ad ogni livello anche locale del rapporto tra il popolo e le sue rappresentanze elettive.

Poi il richiamo alla legalità con la affermazione che “Con i casi Expo, Berlusconi, Dell'Utri e Scajola ''i nodi vengono al pettine, e i miei allarmi sulla legalità assente o calpestata, come si vede, non erano affatto fuor di luogo''.

Poi una timida autodifesa quando sostiene di essere stato ''l'unico che osò sfidare l'allora premier addirittura in mondovisione e proprio sul tema della legalità''. Qualcosa dimentica il buon Fini. Aspettiamo un intervento di Angela Napoli magari sulla difesa di Scopelliti da parte del delfino di Fini !

Poi gli attacchi contro Berlusconi quando afferma che ''Berlusconi ha completamente smarrito il senso della realtà. Parla di cose che esistono soltanto nella sua mente. È appena stato capace di sostenere che Renzi è ostaggio della Cgil, nonostante tutta l'Italia sia testimone del contrario. Il giorno prima aveva detto, nientemeno: 'Meriterei il Nobel della pace per avere portato Putin nel G8''. Non va preso troppo sul serio''

Infine la denuncia della sua nuova posizione politica(?)

Alle elezioni Europee l'ipotesi di votare per Forza Italia ''non va presa in considerazione'',

Non voterò per la Lega e per Fratelli d'Italia, che ''ha tradito la storia di An: la scelta contro l'euro è un clamoroso abbaglio''.

''Nel campo moderato restano due sole scelte potabili. Una è la lista ''Scelta Europea''. L'altra è l'alleanza, timida e pallida, tra Alfano e Cesa''.

Pensiamo anche noi di sostenere che come Berlusconi nemmeno lui va preso troppo sul serio!

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Ecco il voto alla Camera:

-voti favorevoli 277 ( PD, Nuovo centrodestra, Scelta Civica, Per l’Italia)

-voti contrari 11 (lega e Sel)

-astenuti 7

in totale meno della metà dei parlamentari costituenti la camera

-non hanno partecipato al voto M5S e Forza Italia

Una riflessione. Il cartello risale al tempo in cui Silvio Berlusconi era Presidente del Consiglio dei Ministri. Oggi il disegno di legge viene approvato dal PD e da Angelino Alfano e Berlusconi-Forza Italia non partecipa al voto. La domanda si impone : è strana la politica in Italia o sono uguali i politici? Letta-Alfano sono come Berlusconi-Alfano?

Ora il disegno di legge deve passare al Senato

Ma ecco cosa sta per avvenire

Le province scompaiono e la ossatura costituzionale di governo del paese prevederà soltanto regioni e comuni

I consigli provinciali saranno sostituiti da una assemblea dei sindaci

Saranno poi istituite 9 città metropolitane

La cosa più importante sarà la disciplina di fusione dei comuni

Chi si lamenta?

I presidenti delle province che perdono la visibilità politica, gli amministratori politici che perdono il proprio spazio politico e magari le prebende, qualche dirigente che perde il potere

E poi l’'UPI , cioè l’Unione delle province italiane il cui presidente Antonio Saitta dichiara : «Il governo e il Parlamento diranno che hanno abolito le province, ma la verità è che non solo sono state mantenute, ma è stato fatto un gran pasticcio che ci preoccupa. Perché con questo pasticcio sono a rischio servizi essenziali per i cittadini».

Non solo Saitta preannuncia ricorsi e dichiara che : «Vietando ai cittadini di votare chi li amministrerà la legge di stabilità lede il diritto di voto libero, segreto, e non limitabile, sancito dall'articolo 48 della Costituzione».

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