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Renzi-e-CalendaCalenda e Renzi divorziano prima ancora di aver celebrato il matrimonio. Possibile? In politica tutto è possibile. Niente partito unico dei riformisti. Il sogno di diventare l’ago della bilancia del panorama politico italiano si è infranto all’improvviso e si è rivelato un fuoco dipaglia dopo il flop nelle elezioni regionali in Lombardia e nel Friuli Venezia Giulia. I risultati deludenti hanno dimostrato che l’elettorato italiano non ha nessuna voglia di centro e non si fida dei voltagabbana. Questo divorzio annunciato mi ricorda i divorzi di Stanlio ed Olio, di Ric e Gian, di Boldi e De Sica, di Cochi e Renato, di Jerry Lewis e Dean Martin. Anche questi si separarono. Destino crudele dei comici!

Di chi è la colpa di questa improvvisa rottura? Calenda accusa Renzi. Renzi replica con frecciatine ed attacchi velenosi. Ormai i due uomini politici siodiano, non si sopportano a vicenda. Due galletti non possono stare nel medesimo pollaio. Cosa faranno nelle prossime elezioni europee del prossimo anno? In mancanza di apparentamenti per Italia Viva e per Azione si prevedono giorni difficili e disastri. Ma quale è il vero motivo della rottura fra Italia Viva e Azione? C’è un motivo politico o c’è dell’altro? Certamente. Ma la rottura e la distanza fra i due schieramenti riguardano anche i soldi e la leadership dell’eventuale partito unico. Matrimonio sciolto prima di essere celebrato perché matrimonio di interesse. Questione di soldi, questione di visibilità, questione di interesse, questione di leadership. Renzi rifiuta di sciogliere Italia Viva quando nascerà il nuovo partito e nel frattempo diventa direttore del giornale “Il Riformista”. Renzi ha dunque un giornale? Se ne faccia uno anche Calenda così saranno pari e patti e la pace ritornerà fra i due e non ci saranno complicazioni fra i loro parlamentari. Ma Calenda, ricordiamolo, è l’uomo delle giravolte politiche. Nelle ultime elezioni politiche si era alleato col Pd di Letta salvo poi abbandonarlo e allearsi con Renzi. Prima chiede a Renzi di fare un passo indietro e poi si lamenta che Renzi non partecipa alle riunioni. Prima chiede ai dirigenti di Italia Viva di smorzare i toni ma poi attacca Renzi sui social, infangandolo e denigrandolo. I cinguettii di Calenda sono al veleno. “ Non ho mai ricevutoavvisi di garanzia, rinvii a giudizio, condanne. Non ho accettato soldi da nessuno. Quando non ero al Senato ero a fare iniziative sui territori per Azione e Italia Viva, non ero a Miami con il genero di Trump o in Arabia a prendere soldi dall’assassino di Khashoggi”. Questo sui social. Ma c’è dell’altro. Alcuni pensano che la vera causa del distacco di Renzi da Calenda sia la malattia di Silvio Berlusconi. Berlusconi è ricoverato, è malato grave, non potrà fare più politica come prima. Dovrà pensare principalmente alla sua salute e alla sua famiglia. E allora Renzi, furbacchione, crede che il momento per diventare leader di uno schieramento liberale, cattolico, riformista, europeista, atlantico, stia per arrivare. Si realizzerebbe il sogno di Berlusconi. Fantapolitica? Chi vivrà vedrà. Renzi, per sopravvivere, ha una sola possibilità di sopravvivenza politica, diventare l’erede di Berlusconi. Piace ai parlamentari e agli elettori di Forza Italia.Impresa, però, difficile e pericolosa. Fini e Alfano ci hanno provato, sono miserabilmente falliti, scomparsi dalla scena politica italiana, come scomparsi i loro partitini. Ma Renzi, pur essendo a volte antipatico e presuntuoso, è molto intelligente e potrebbe essere un possibile successore del Cavaliere, che è diverso da erede. In bocca al lupo!

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Calenda a Renzi e Zingaretti: «Se fate l’accordo con i 5S me ne vado e fondo un altro partito»

Prima ha dato a Renzi del ridicolo e dell’incapace.

Poi ha ironizzato sulle parole contraddittorie dell’uomo degli 80 euro.

Carlo Calenda va di nuovo all’attacco.

Promette fuoco e fiamme.

In un’intervista al Foglio, dichiara che se il Pd si accorderà con i Cinquestelle, lui non resterà fermo.

Non sarà inerme.

Quel matrimonio non s’ha da fare, è contro natura.

Se Renzi e Zingaretti decideranno di farlo, le conseguenze saranno pesanti.

«Vorrà dire», afferma Calenda, «che il Pd avrà definitivamente abdicato alla rappresentanza del mondo liberaldemocratico. E io non lo accetterò».

La reazione di Calenda alle strategie messe in campo del Pd è durissima.

«A quel punto fonderò un nuovo partito», annuncia. «Sarà infatti inevitabile lavorare a una nuova forza politica.

Va rappresentato un mondo rimasto orfano».

E proprio al riguardo puntualizza un concetto non da poco: il neopartito non sarebbe assolutamente in appoggio al Pd.

«Il Partito democratico avrà perso ogni credibilità dell’Italia seria, che lavora, studia e produce».

Calenda ha poi spiegato che l’obiettivo è quello di mettere su «un’offerta per i cittadini preoccupati dall’evidenza che nella prossima legislatura, in caso di elezioni, ci sarà un blocco M5s-Pd contrapposto a una destra estremista». In sostanza, non è possibile andare avanti con l’inciucio.

E unire Di Maio e Renzi.

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I Racconti

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