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Il Pd chiude a de Magistris: «Mai pensato alla sua candidatura»

Massimo Costa e Tommaso Ederoclite, segretario metropolitano e presidente dell'assemblea del partito democratico di Napoli, dicono:

 

 

«È davvero stucchevole il dibattito che si è aperto in queste ore.

In nessun organismo provinciale, regionale o nazionale si è mai pensato a de Magistris come nostro candidato alla presidenza della regione Campania».

«A tratti fa anche sorridere questa posizione.

Il Pd di Napoli è al governo regionale con De Luca e il nostro appoggio al presidente è indiscutibile. De Magistris è un personaggio in cerca di autore, con la città in ginocchio e i servizi al minimo storico cerca sponde per poter assecondare le sue velleità politiche.

Dorma tranquillo, nessuno pensa a lui - sottolineano –

L'unica preoccupazione che abbiamo è quella di dare supporto civile e politico ai cittadini che sono stremati per la cattiva gestione della città».

«Dopo quasi otto anni di fallimenti è comprensibile che il sindaco cerchi di riposizionarsi politicamente, la sua carriera politica va verso il suo esaurimento, e tra le Europee e la Regione Campania cerca solo di trovare una poltrona e qualcuno che gliela offra.

Il Pd di Napoli - concludono - dovrà lavorare, e molto, per mettere una pezza e cercare di far uscire la città dal guado in cui è finita.

E di questa situazione de Magistris è il principale responsabile».

Intanto De Magistris attacca de Luca dicendo che cerca i voti della Lega.

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De Luca è sempre più incomprensibile.

Perché chiedere consigli alla Raggi, quale sindaco di Roma, e non a De Magistris, quale sindaco di Napoli.

La foto in basso è di Napoli non di Roma!

 

Ma ecco cosa scrive De Luca

“«Potremmo chiedere consigli tecnici alla giunta Raggi sui rifiuti, che ne pensa».

Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, risponde così a Maria Muscarà del Movimento 5 Stelle che ha puntato il dito contro la gestione rifiuti di palazzo Santa Lucia.

La grillina ha spiegato che, dal suo punto di vista, De Luca passerà alla storia per aver «edulcorato» i nomi degli impianti per i rifiuti.

«Non so se passo alla storia - ha ribattuto De Luca - ma io a Salerno ho portato la differenziata al 72%, ho realizzato 21 parchi urbani, bonificato le periferie, realizzato politiche sociali all'avanguardia come sugli asili nido e i servizi alla persona».

«Cittadina Muscarà, De Luca vive tranquillo - ha aggiunto - lei stia serena, non si dia pena». Muscarà mette sotto attacco anche l'impianto di Salerno, parlando delle criticità evidenziate «dall'Anac».

«Quell'impianto - ha spiegato il governatore - ha funzionato per 10 anni, dopo è stato sottoposto a ristrutturazione, lavori che si sono completati un mese fa.

Fatta la verifica, l'impianto è ripartito».

«Vorrei chiarire che i cittadini li rappresento anche io, non lei - ha concluso -.

Su comitati e sotto comitati non mi attribuisca cose che non ho detto, io dico quello che mi suggerisce la mia ragione e sul consenso la informo che sono stato eletto sindaco con il 75% dei consensi dei miei cittadini. Abbia rispetto».

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Il presidente dell’Anci Calabria Gianluca Callipo:è intervenuto nel corso della riunione regionale dell’associazione che raggruppa i Comuni calabresi: «C’è intenzione di proseguire ma con maggiori garanzie»

Dice Gianluca Callipo «I Comuni vogliono proseguire il percorso per la stabilizzazione del Lsu-Lpu, ma hanno bisogno di maggiori garanzie e certezze».

Lo ha affermato a margine dell’odierna riunione del consiglio regionale dell’associazione che raggruppa i Comuni calabresi.

Poi prosegue «Abbiamo evidenziato le problematiche che a tutt’oggi permangono rispetto alla prosecuzione del percorso di stabilizzazione, perché vari Comuni hanno proceduto alla contrattualizzazione dei lavoratori seguendo l’indirizzo della Regione assumendosi anche una responsabilità maggiore di quella che hanno.

Pero’ ci sono nodi che arriveranno al pettine se non si chiariranno alcuni aspetti, quelli sulle deroghe dei fabbisogni e quindi sulle possibilità di turn over per i Comuni: su questo è necessario che ci sia chiarezza da parte del governo nazionale, l’assessore regionale Robbe ci ha dato rassicurazioni sul confronto con il governo nazionale, ma aspettiamo di avere elementi e documenti certi».

Secondo Callipo «inoltre bisogna capire quali saranno le risorse finanziarie che saranno messe a disposizione: ancora non è uscito il Dpcm, ancora non è stata varata la legge regionale che era stata promessa mesi fa per aiutare il percorso di stabilizzazione degli Lsu.

Su tutto questo i Comuni esprimono preoccupazione per il tempo che sta trascorrendo da quegli annunci, quindi solleciteremo per avere risposte.

I Comuni vogliono proseguire il percorso per la stabilizzazione del Lsu-Lpu, ma hanno bisogno di maggiori garanzie e certezze, che oggi ancora non ci sono.

Stiamo evidenziando delle problematiche perché i Comuni non vogliono fare assolutamente passi indietro sul percorso, ma sono preoccupati per i passi in avanti da fare, e i passi in avanti non saranno possibili se non si chiariranno tutti questi aspetti».

Sig Callipo, ci perdoni le insolenti domande:

  1. Come faranno i comuni in dissesto che non possono fare assunzioni a stabilizzare- pur volendoli- gli LSU ed LPU?.
  2. Chi pagherà i loro stipendi?
  3. Cottarelli finanzierà la stabilizzazione degli LSU ed LPU?
  4. Perché De Luca dice che la regione non può stabilizzare gli LSU ed LPU e dichiara il timore di pagare di tasca sua ed in Calabria tutti pensano possa farlo la regione di Re Oliverio?
Pubblicato in Calabria

Che i rapporti tra i due non fossero buoni (per usare un eufemismo) era risaputo; che l'odio fosse così viscerale no.

Un audio che il Mattino.it pubblica in esclusiva, però, sgombra il campo da ogni dubbio.

È martedì 15 maggio, il governatore della Campania Vincenzo De Luca incontra i cittadini della VII Municipalità nella sede di Secondigliano.

Qualche lavoratore Rsu lo avvicina ricordando una richiesta d'incontro fatta nei mesi scorsi, De Luca abbozza e ascolta le loro ragioni: sono Lsu del Comune di Napoli e chiedono di essere stabilizzati.

La materia è di competenza comunale e il governatore spiega - a modo suo - che non è alla sua porta che devono bussare: «Il Comune di Napoli scarica tutto sulla Regione, che ca**o c'entra la Regione?».

Comincia lo show.

Il governatore non cita mai de Magistris, ma il riferimento al sindaco di Napoli è chiarissimo: «Questo è un mentitore nato, piglia e scarica sulla Regione, ma come ca**o si può immaginare che la Regione debba occuparsi degli Lsu che lavorano al Comune di Napoli?

Ma non è possibile.

Voi li dovete stringere nella sala del Comune, li dovete sequestrare, gli dovete sputare in faccia».

E ancora, sempre senza citare de Magistris: «Gliel'ho detto nell'ultima dichiarazione ieri, il fatto che non tiene soldi è diventato un titolo di merito, ma tu sei una chiavica!, ma queste sono cose da pazzi».

È una furia il governatore: «Io vi voglio spiegare, è assurdo, ma come posso io caricarmi tutti gli Lsu della Regione, ma come li pago?

Voi dovete andare dal vostro datore di lavoro e gli dovete dire: senti, non mi devi rompere il ca**o, io lavoro e tu mi devi stabilizzare.

Con i soldi tuoi.

E che sia chiaro: appena parla della Regione, voi tappategli la bocca, perché è un modo per menare il can per l'aia, per farvi fessi».

Il video, com'era prevedibile, fa il giro del web, l'indignazione corre sui social e, proprio sui social, De Luca prova a gettare acqua sul fuoco: «Ancora una volta viene diffuso un audio, dopo averlo tenuto in caldo per tre giorni, relativo a una conversazione privata, nel chiuso di una stanza, nel quale non c'è alcun riferimento a persone fisiche.

Rispondevamo a chi continua a scaricare sulla Regione tutti i problemi che non riesce a risolvere per assoluta nullità amministrativa.

Altro è violenza, come dimostrano ad esempio le ripetute aggressioni subite da parte di alcuni centri sociali.

Ancora un tentativo mirato per occultare la realtà in una giornata importante per la Regione Campania, con risultati storici per la sanità che vengono dalla fatica non dalle chiacchiere.

Ma noi non abbiamo tempo da perdere - chiosa il presidente della Regione - Siamo impegnati a creare servizi, lavoro, investimenti, salute.

Il resto è fumo».

IlMattino di Alessio Fanuzzi

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Tutti a processo per la “truffa dei boschi”.

Tra le nove persone rinviate a giudizio dal Tribunale di Castrovillari c’è anche Gaetano Pignanelli, capo di Gabinetto della giunta Oliverio.

Che strano!

 

 

 

L’agenzia regionale si è costituita parte civile, l’amministrazione regionale no.

Chissà perché?

Assieme al capo di Gabinetto della presidenza della giunta regionale Gaetano Pignanelli sono indagati

Marino De Luca (titolare dell’omonima ditta boschiva),

Pio Del Giudice (dipendente di Calabria Verde con mansioni di responsabile del patrimonio boschivo),

Ivo Leonardo Filippelli (capo operaio di Calabria Verde),

Antonietta Caruso (responsabile dell’ufficio “Patrimonio e Servizi forestali” di Calabria Verde),

Leandro Savio (dirigente dell’agenzia regionale),

Gennarino Magnone (agrotecnico nominato dal dg Furgiuele),

Mario Caligiuri (capo struttura del dipartimento Agricoltura, Foreste e Forestazione della Regione)

e lo stesso Paolo Furgiuele, ex direttore generale dell’agenzia della Regione Calabria .

Sempre Furgiuele, assieme a Savio, è indagato anche per il reato di turbativa d’asta.

Il gup ha infatti rinviato a giudizio tutti gli indagati del filone d’indagine (l’altro è di competenza della Procura di Catanzaro) di cui si sono occupati gli uomini del Nipaf del Corpo forestale dello Stato e del comando stazione di Cava di Melis sotto il coordinamento della pm Angela Continisio e del procuratore capo Eugenio Facciolla.

Gli indagati, secondo la Procura, avrebbero prodotto un’attestazione falsa – al ribasso – della quantità di legna presente sul territorio di Bocchigliero. Lo scopo? Quello di consentire l’affidamento diretto del taglio all’azienda di Marino De Luca, senza passare attraverso una procedura di evidenza pubblica

Il giudice, nell’udienza preliminare, ha respinto tutte le eccezioni dei difensori, alcune delle quali tese a ottenere il trasferimento del processo a Catanzaro.

L’inchiesta è nata a seguito delle denunce di Paolo Furgiuele, ex direttore generale dell’agenzia della Regione Calabria, e a Pignanelli è contestato (così come agli altri indagati) il reato di truffa.

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I numeri del referendum sono impietosi per Renzi e la sua combriccola.

Un po’ dappertutto.

 

Eccoli regione per regioni: 

Aosta il SI ottiene il 43,25 %, il NO ottiene il 56,75 %

Piemonte il SI ottiene il 43,53 %, il NO ottiene il 56,47 %

Liguria il SI ottiene il 39,92 %, il NO ottiene il 60,08 %

Lombardia il SI ottiene il 44,51 %, il NO ottiene il 55,59 %

Trentino AA il SI ottiene il 53,87 %, il NO ottiene il 46,13%

Veneto il SI ottiene il 38,06 %, il NO ottiene il 61,94 %

Friuli il SI ottiene il 39,03 %, il NO ottiene il 60,97 %

Emilia Romagna il SI ottiene il 50,39 %, il NO ottiene il 49,61 %

Toscana il SI ottiene il 52,51 %, il NO ottiene il 47,49 %

Marche il SI ottiene il 44,95 %, il NO ottiene il 55,05 %

Umbria il SI ottiene il 48,83 %, il NO ottiene il 51,17%

Lazio il SI ottiene il 36.68 %, il NO ottiene il 63,32 %

Abruzzo il SI ottiene il 35,61 %, il NO ottiene il 64,39 %

Molise il SI ottiene il 39,22 %, il NO ottiene il 60,78 %

Campania il SI ottiene il 31,48 %, il NO ottiene il 68,52%

Puglia il SI ottiene il 32,84 %, il NO ottiene il 67,16 %

Basilicata il SI ottiene il 34,11 %, il NO ottiene il 65,89 %

Calabria il SI ottiene il 32,98 %, il NO ottiene il 67,02 %

Sicilia il SI ottiene il 28,42 %, il NO ottiene il 71,58 %

Sardegna il SI ottiene il 27,78 %, il NO ottiene il 72,22 %.

 

In sintesi il SI vince in Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Toscana.

In tutte le altre regioni il SI perde.

 

La maggiore percentuale di SI Renzi la ottiene nel Trentino Alto Adige con il 53,87 % , di seguito la sua Toscana con il 52,51% ed infine l’Emilia Romagna con il 50,39%

Da notare che in Trentino il voto è diversificato.

In provincia di Trento vince il NO con 54,30% mentre in provincia di Bolzano vince il SI con il 63,69 %

Anche in Toscana il voto è diversificato. Votano per il SI Pisa, Siena, Arezzo, Firenze,Prato, Pistoia

 

Mentre votano per il NO Grosseto, Livorno, Lucca, Massa Carrara.

Stessa cosa per l’Emilia Romagna dove votano per il SI Reggio Emilia, Modena, Bologna,Ravenna e Forlì Cesena.

 

Mentre votano per il NO Piacenza, Parma,Rimini, Ferrara.

 

Di particolare valore il 64,69% di NO nella provincia di De Luca (Salerno).

Né può essere dimenticato il 66,55 della provincia di Mario Oliverio (Cosenza).

Tutte da comprendere le ragioni.

Pubblicato in Italia

Correva la prima metà degli anni 40 quando, in varie riprese, gruppi di contadini noceresi occuparono i terreni incolti dei "De Luca di Lizzano di Amantea".

 

Una occupazione che durò per quasi 65 anni fino al 2008 quando, con sentenza 6891/708 del 13 febbraio, venne disposto il rientro in possesso dei terreni da parte degli eredi De Luca.

 

Ma l’ufficiale giudiziario agli inizi del 2009 sospese l’iter della esecuzione della richiesta degli eredi di entrare in possesso dei terreni di località Macchie, stante una serie di evidenze giudiziarie in corso, che avrebbero potuto inficiare l’esito della procedura.

 

Ma ora, in data 30 05 2016 gli eredi De Luca Di Lizzano assistiti della Confagricoltura e la cooperativa “Le Macchie” assistita della Coldiretti hanno raggiunto un accordo per i prossimi anni.

Si è così ristabilito, anzi consolidato un rapporto di fiducia reciproco tra i proprietari ed i membri della cooperativa Le Macchie", coltivatori diretti che dal primo momento si sono mostrati seri e capaci ed hanno rispettato tutti gli accordi man mano raggiunti.

 

Il presidente della cooperativa Le Macchie Giuseppe Ruperto a nome di tutti i soci ringrazia gli eredi della famiglia De Luca Di Lizzano per aver dato in fitto i propri terreni ai contadini storici ed ai loro eredi nella speranza di poter ottenere buone produzioni agricole.

Il presidente della cooperativa Le Macchie Giuseppe Ruperto a nome di tutti i soci dichiara la volontà della cooperativa stessa di attivare punti di vendita a metro zero dei prodotti agricoli ottenuti nei terreni avuti in fitto ed invita gli abitanti della zona a servirsene.

 

Apposita segnaletica, inoltre, segnalerà la presenza onde anche coloro che transitano sulla SS18 possano servirsene.

Dopo oltre 70 anni si chiude una lunghissima lite giudiziaria e le parti si incanalano nell’iter ordinario dei rapporti tra proprietari ed utilizzatori.

Pubblicato in Lamezia Terme
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