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D’Alema a Pietro Grasso durante l'assemblea nazionale di Liberi e Uguali a Roma.

Riferendosi alla Lega ha detto a Grasso: «Se torniamo a elezioni per il veto a Savona, quelli prendono l'80%»,

L’autonomia, la sovranità del popolo , le ingerenze straniere.

Ed ancora: "Speriamo bene".

La cosa più strana è che lo ha detto il 26 maggio 2018 cioè il giorno prima che Mattarella dicesse di non approvare la proposta di Savona ministro

Ma lui, allora, lo sapeva?

Già dal giorno prima?

E chi glielo aveva detto?

Forse Mattarella stesso?

Buh!

Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev agenziavista.it

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politicaMeno male che fra cinque giorni andremo a votare, così non saremo più costretti a leggere articoli sulle varie testate nazionali e ad ascoltare i vari commentatori politici sulle Reti Rai e Mediaset sulle elezioni politiche della prossima domenica di marzo e se il voto dato a Berlusconi, Renzi, Grasso, Di Maio, Salvini, Meloni sia stato utile o dannoso. Ma quando mai il voto che si da ad un partito o ad una coalizione è inutile. Quando il voto si da con scienza e coscienza è sempre un voto utile e sempre lo sarà. Spetta poi al candidato che ha ricevuto quel voto utilizzarlo per il bene del paese. Se non lo saprà utilizzare al meglio saranno sempre le elezioni dove gli elettori con una matita copiativa ed un semplice segno di croce potranno mandarlo definitivamente a casa negandogli la fiducia. E’ vero, però, che il dibattito sulle elezioni politiche nazionali è stato deprimente. Quante “cazzate” sono state dette e quante promesse sono state fatte che non potranno mai mantenere. Un candidato di Cosenza alla Camera dei Deputati ha promesso ai cosentini che se sarà eletto al Parlamento porterà a Cosenza i vincitori del Festival della canzone di Sanremo 2018. Che bella notizia! Ma avete letto gli slogan sui loro manifesti? Sono davvero deprimenti. Un candidato che nel corso della sua breve vita politica ha cambiato partiti e schieramenti una decina di volte si è rivolto agli elettori chiamandoli “Ohi co! “. Ma io mi chiamo Francesco e se vuoi il mio voto mi devi chiamare per nome, non sono un “Co”. Non voterò per tizio o per caio a vambera, ma neppure per una testa di rape. Altri non avendo nulla da dire hanno scritto che si sono candidati per noi, per il nostro bene. Che facce di bronzo! Ma gli elettori calabresi che non sono fessi non si faranno abbindolare dalle terre promesse, dai posti di lavoro che hanno inventato, dai mari e monti che i Deputati e Senatori uscenti hanno realizzato, dalle case, dai ponti, dalle strade, dalle autostrade che hanno costruito. Tutti sappiamo come sono andate le cose realmente nella nostra martoriata Calabria. Le strade fanno schifo, negli ospedali si muore, nei pronto soccorsi gli ammalati dormono per terra, i trasporti funzionano a singhiozzo, la disoccupazione aumenta, i giovani non trovano lavoro, i vecchi vengono licenziati, le piccole industrie sono costrette a chiudere, le ferrovie sopprimono i treni, le montagne d’estate bruciano e d’inverno, basta un po’ di pioggia, franano, la Salerno Reggio Calabria non è ancora completata, la Statale 106 Jonica è una mulattiera, i termovalorizzatori non ci sono, i depuratori non funzionano e il mare è inquinato. E potrei continuare a lungo, ma non voglio annoiarvi. Questi sono i problemi che affliggono la Calabria e di queste cose i candidati Deputati e Senatori avrebbero dovuto parlare. Ma essi pensano ad altro, non hanno a cuore l’interesse della collettività, hanno a cuore l’interesse del proprio tornaconto. Fanno già i conti di quanto percepiranno e di quanti portaborse potranno nominare ( figli, mariti, moglie, nipoti, zie e zii). Già sognano la macchina blu con autista al seguito e perché no, anche la scorta. Dieci, venti giornali da leggere a sbafo. Viaggi gratuiti sui mezzi di trasporto e ingresso gratis allo stadio per assistere alla partita di calcio della squadra del cuore. Ma il 4 marzo a qualcuno dovremmo pur dare il voto. Astenersi non serve a niente. Prima di entrare nella cabina elettorale facciamoci un bell’esame di coscienza. A chi darò il mio voto? Non importa se è un candidato di destra, di sinistra o di centro. E’ preparato? Sì. Allora lo voto. E’ onesto? Allora lo voto. E’ affidabile? Lo voto. E’ un voltagabbana? Non merita il mio voto. Se ognuno di noi facesse questo ragionamento prima di recarsi alle urne, forse, dico forse qualche cosa anche in Calabria potrebbe cambiare. Ma davvero i calabresi vogliono che le cose cambino? Stento a crederci. In questo sistema di nicchie e di favori molta gente ci sguazza che è una meraviglia.

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Sembrerebbe questo il senso della sua frase riportata dai principali mass media “"Chi sa qualcosa sui parlamentari pagati da multinazionali, farebbe bene a denunciare questi comportamenti gravissimi".

Onestamente non abbiamo capito che cosa significa quel “farebbe bene” in luogo di “deve” fare denuncia.

Non abbiamo capito perché il cittadino “qualsiasi” ha l’obbligo di denunciare gli illeciti e lo stesso obbligo non debba averlo un parlamentare che è espressione del popolo?

Ovviamente la storia viene fuori da uno di quei pochi servizi giornalistici che oggi tentano di cambiare in meglio la società denunciando quanto scoprono grazie a bocche che finalmente trovano la forza morale di aprirsi per dire le cose che sanno.

Nel caso Le iene, ma senza dimenticare Report ed i pochi altri VERI giornalisti, degni di questo nome e che non hanno paura di liberarsi dal giogo dei padroni!

Ringraziamo comunque il presidente del Senato Pietro Grasso quando assicura che: "Io mi adopererò per fornire agli inquirenti nel più breve tempo tutte le informazioni che riterranno utili alle indagini".

Grave, invece, quando fa notare che: "Purtroppo la natura di denuncia, anonima nella fonte e nei destinatari, rende difficile procedere all'accertamento della verità. Spero quindi che gli autori del servizio e il cittadino informato di fatti così gravi provvedano senza indugio a fare una regolare denuncia alla Procura, in modo da poter accertare natura e gravità dei fatti contestati".

E se invece avesse voluto dire che:

  1. a)Potrebbe parlare( e denunciare) chi appartiene al sistema di corruttela?;
  2. b)Potrebbe parlare( e denunciare) chi finora si è fatto corrompere od a visto corrompere ?

Ed infatti è difficile non credere al papà delle Iene, Davide Parenti, quando dice : "Noi abbiamo fatto il nostro mestiere, siamo riusciti a trovare qualcuno che parla. Ma va detto che la questione sollevata dal nostro programma non può essere certo un fatto di cui nessuno è a conoscenza. Ovvero, come ci siamo arrivati noi, immagino, saranno stati informati da tempo quelli che lavorano nel palazzo. Mi risulta difficile immaginare che lì nessuno sapesse".

Forse proprio per questo la chiamano “kasta”.

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ROMA - «L'operazione di qualcuno che estrapola pezzi della tua storia facendola a pezzi e rendendola opaca non può essere consentita». Lo ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso a Piazza Pulita su La7 a proposito delle accuse mosse contro di lui da Marco Travaglio. «L'accusa che mi brucia di più è che io abbia fatto inciuci con il potere per avere delle leggi a mio favore». «Chi è che non fa errori? - aggiunge Grasso - certo, ne ho fatti anche io, come quello di non aver preso posizione prima su cose di cui ora mi accusano. Ma non è che si possano imputare tutti gli errori al procuratore. Io mi prendo le mie responsabilità ma non è possibile». «È difficile che io mi imbestialisca - prosegue - ma l'accusa peggiore è quella di poter essere colluso con il potere. Io inciuci con il potere? È stata terribile l'accusa di aver ottenuto delle leggi a mio favore - sottolinea Grasso - Questa è l'accusa che mi brucia di più».

«Effettivamente parecchie persone mi hanno chiesto perché ho telefonato in trasmissione, perchè ho chiesto un confronto tv, ma chi ha la coscienza pulita non ha nulla da temere... e poi in Senato ho parlato di casa trasparente e invece la mia nuova carica veniva sporcata, opacizzata da queste parole così difficili da contrastare per la loro genericità»: così Grasso ha spiegato la sua reazione agli attacchi del giornalista del Fatto quotidiano. «Lei era incavolato come una belva», ha detto Corrado Formigli a Pietro Grasso, sempre sull'attacco di Travaglio. «Ho trovato mia moglie a casa in stato di agitazione, non poteva quasi parlare - ha risposto Grasso - come era accaduto un'altra volta quando durante il maxiprocesso citofonarono dicendo che si sa quando un figlio esce di casa ma non quando ritorna... ho rivisto quella sensazione di pericolo quindi ho riascoltato la registrazione e ho sentito che era l'inizio di qualcosa che sarebbe cambiato, la strumentalizzazione di 43 anni della mia carriera: un attacco al presidente del Senato».

Processo Andreotti. «Io ero stato testimone in quel processo. Ero stato sentito in istruttoria proprio da Scarpinato ed essendo diventato testimone la mia firma sull'appello avrebbe impedito la chiamata come testimone nel successivo grado di giudizio». Così il presidente del Senato spiega perché non firmò l'appello per il processo Andreotti, una delle accuse che gli ha mosso Travaglio. «È solo per questo che ho deciso di non firmare - insiste Grasso - e comunque andai con i colleghi di Palermo e misi la mia faccia su questa sentenza».

«No ai processi che diventano delle gogne pubbliche». Lavorare in questo modo è tra l'altro «incostituzionale». Lo dice il presidente del Senato ed ex capo dell'Antimafia Pietro Grasso a Piazza Pulita su La7. «Ci sono stati molti processi spettacolari che hanno portato ad assoluzioni. Ma non faccio nomi, non sarebbe elegante...». «Ho avuto dei buoni maestri come Caponnetto - spiega Grasso - che in un suo libro rispondeva alle accuse di non aver proceduto contro l'ex sindaco di Palermo dicendo che questo tipo di processi sarebbe stato sbagliato perchè seppur spettacolari sono quelli che portano alle controriforme contro i magistrati, con ritorsioni che danneggiano il funzionamento della giustizia». «Pensare ad inchieste come una gogna pubblica, efficace perché distrugge un carriera politica, è una deviazione della funzione delle indagini - prosegue Grasso - è anticostituzionale perché la Costituzione dà il potere al magistrato di indagare in funzione del processo». «Questi sono i miei maestri - sottolinea - e ho seguito il loro esempio». Quali sono i processi che sono stati come una gogna pubblica? «Ci sono stati dei processi che hanno certamente portato all'arresto di imputati che poi sono finiti con assoluzioni. Ma non mi va di fare dei nomi che tra l'altro tutti sanno e conoscono. Non sarebbe elegante», conclude.

La ricostruzione. «A tagliarli fuori è stato il Csm quando ha stabilito che i magistrati in antimafia, aggiunti, dopo 8 anni avrebbero dovuto lasciare l'incarico. Io andai a perorare la loro causa chiedendo la proroga almeno fino a 10 anni. Ma il Csm fece una delibera inderogabile e non ci fu niente da fare». Lo ha detto Grasso a proposito di un'altra accusa che gli ha mosso Marco Travaglio, sul rapporto tra lui, quando era capo della Procura, e i procuratori aggiunti. «La sostituzione di Scarpinato, Lo Forte e Pignatone è avvenuta per una passaggio necessario - aggiunge Grasso - ma loro continuavano a partecipare a tutte le riunioni dell'Antimafia». «Era necessario per me continuare ad avere la loro esperienza», osserva il presidente del Senato ex capo dell'Antimafia.

«Questa era un'occasione unica, non come quella di due Papi che pregano insieme, ma insomma... Ho fatto il colpo di testa di chiedere un confronto tv ma nella mia carica istituzionale non è che si possa andare tutti i giorni ad inseguire i talk show». Lo dice Pietro Grasso a proposito delle accuse di Travaglio. «Io ho bisogno di poter avere la fiducia di cittadini e senatori per questo ho voluto spiegare. Non ho segreti. So già che giovedì mi crocifiggeranno faranno del killeraggio in video».

La controreplica. «Sto seguendo Piero Grasso in tv ma sulla vicenda dirò tutto giovedì sera. Il presidente Grasso resta ovviamente invitato, se vuole un confronto alla pari, a Servizio Pubblico». Lo ha detto il vicedirettore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, rispondendo così all'Ansa alla domanda se stava seguendo la diretta su La7 di Piazza Pulita dove è ospite la seconda carica dello Stato, e se voleva intervenire. «Ho smesso di guardare Piazza Pulita. Fa dormire». Lo precisa poco dopo lo stesso Travaglio. «Alla parola mangialasagne ho rischiato il soffocamento e ho girato canale, sono passato a Homeland», ha concluso ironico il giornalista.Il Messaggero

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Cominciamo dai dati

Il Senato ha 315 senatori eletti.

Inoltre ci sono i quattro attuali senatori a vita :Ciampi quale ex Capo dello Stato, Giulio Andreotti, (nominato da Francesco Cossiga il 1 giugno 1991), di Emilio Colombo, (nominato sempre da Ciampi il 14 gennaio 2003), Mario Monti,(nominato da Giorgio Napolitano il 9 novembre del 2011).

I votanti sono stati 313 ( ne mancavano quindi 6)

I voti sono stati 313.

7 sono stati i voti nulli

52 le schede bianche

117 voti sono andati a Schifani

137 voti sono andati a Grasso

Vediamo di capire chi ha votato chi!

Sembra certo che il centro destra abbia compattamente votato se stesso. Il PDL ha infatti 99 senatori, la Lega ne ha 17 e siamo a 116. Resta da stabilire chi è stato il 117mo voto( probabile il grande sud) od il Movimento associativo Italiani

Il PD ha 109 senatori ed il Sel ne ha 7 per un totale di 116. Tra i voti del centro sinistra sembra facile includere il PD SVP ( 1 seggio), il seggio della lista Il Megafono di Crocetta, i 3 seggi della SVP-PATT-PD-UPT, 1 seggio della lista Vallèe d’Aoste, 1 seggio del SVP Per un totale di 123 voti.

Ma ne ha ottenuto 137. Quindi occorre cercare 13 voti non del centro sinistra

Dove cercarli?

Sicuramente tra i 54 seggi di Grillo ed i 19 di Monti. Il totale fa 73 seggi .

A questi 73 voti occorre togliere sicuramente le 52 schede bianche e probabilmente le 7 schede nulle.

Senza dimenticare che non si sa chi fossero i 6 mancanti. I presenti erano infatti313 contro319 in totale

La Stampa dice che 12 grillini avrebbero votato Grasso

Il fatto Quotidiano ne fa perfino i nomi (i 6 siciliani -Giarrusso, Campanella, Santangelo, Catalfo, Bocchino e Bertorotta-, il napoletano Bartolomeo Pepe, il calabrese Maurizio Molinari, il pugliese Maurizio Buccarella, forse anche Luis Alberto Orellana) anche se Vincenzo Maurizio Santangelo e l’on.le Bertorotta smentiscono e diffidano.

Il senatore Giuseppe Vacciano dice: "Ho votato Grasso, e sono pronto a dimettermi". E’ l’unico a parlare. Ora rischia di passare per eroe!

Ed ecco dai due capigruppo alla camera ed al senato:

Senato: Crimi riconosce che votare per Grasso a presidente del Senato "e' sicuramente una violazione del regolamento del nostro gruppo parlamentare". Conferma "in ogni parola quanto scritto da Beppe Grillo nel suo minipost", e dunque "chi viola il regolamento del gruppo automaticamente si puo' ritenerne escluso". Ma Vito Crimi, che il gruppo dei grillini al Senato lo guida, anche se la formalizzazione arrivera' a meta' settimana, come per tutti gli altri gruppi parlamentari, confessa che "non me la sento, in questo caso specifico, di crocifiggere o mettere alla gogna chi ha fatto questa scelta, sia perche' e' stato il primo vero appuntamento con questa realta', sia perche' ho vissuto in prima persona come e' maturata in alcune persone questa scelta". Riconosce, Crimi che "siamo caduti in una trappola, e' inutile nasconderlo, dei vecchi volponi della politica. Avremmo dovuto capirlo subito, ma noi siamo cosi', ingenui, entusiasti". E allora, "spero che tutti quelli che hanno chiesto la testa di queste persone si rendano conto della pressione che stiamo subendo, della situazione fuori dall'ordinario in cui ci si trova, catapultati in un mondo in cui siamo come degli alieni, le famiglie lontane, mille pensieri per la testa".

Camera: Mentre il loro capogruppo, Vito Crimi, chiede comprensione e invita ad evitare crocifissioni mediatiche e politiche, interviene, sempre da Facebook, anche la capogruppo designata M5S alla Camera. E la posizione di Roberta Lombardi sul caso del voto al Senato e' molto piu' asciutta: "Come cittadina e come portavoce del Movimento 5 Stelle - scrive infatti - mi piacerebbe che i miei colleghi senatori che hanno votato Grasso dichiarassero in trasparenza il loro voto e le loro motivazioni per permettere a tutti - sottolinea - di giudicare il loro operato con serenita'".

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